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  La morte

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Autore Discussione
La morte
#1
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 17/5/2006
Da Arkadia-spazio profondo
Messaggi: 1665
Offline
So che,aprendo un topic con questo titolo, i più se ne terranno ampiamente alla larga. Il guaio è che si tratta, a mio avviso, di un argomento importante. Nel mondo d'oggi il sesso non è tabù, ma la morte sì , è un pò il "Grande Baubau". Spesso si assiste a quello che in molti hanno chiamato"medicalizzazione dell'esistenza" ovvero alla reclusione del moribondo, l'isolamento. Pur essendo un fatto naturale, forse il fatto più naturale in assoluto (Magari non tutti amano ,ma tutti muoino),la morte viene accuratamente evitata e dà scandalo. Parliamone almeno qui, dove si è liberi di esprimere la propria opinione.
Inviato il: 3/8/2006 2:18
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  •  florizel
      florizel
Re: La morte
#2
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 7/7/2005
Da dove potrei stare meglio.
Messaggi: 8195
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Molto coraggioso proporre questo argomento.
Forse parlarne è un modo per sottrarlo alle inevitabili associazioni con la distruzione e la barbarie dilagante, cercando di restituirlo alla sua "naturalezza", ed anche alla sua "dignità", per certi versi.
Citazione:
in molti hanno chiamato"medicalizzazione dell'esistenza" ovvero alla reclusione del moribondo, l'isolamento.

Si direbbe che questa è una pratica applicata sistematicamente a tutto ciò che "sfugge" al controllo del "potere", considerato nei suoi multeplici aspetti,da quello culturale a quello politico e sociale.
Penso all'isolamento di interi gruppi o categorie umani, o alla tentata, e spesso riuscita, medicalizzazione esasperata di ogni evento "naturale" della vita dell'uomo.
Un argomento immenso,e per parlare di esso, paradossalmente, bisogna parlare della Vita, chiedendosi quanto ci appartenga davvero.

Bel coraggio,Kirbmarc.
_________________
"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando Libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi". Vittorio Arrigoni
Inviato il: 3/8/2006 4:16
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  •  Alb
      Alb
Re: La morte
#3
Mi sento vacillare
Iscritto il: 5/1/2006
Da
Messaggi: 719
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Uhm... non so perché ma la seconda immagine che m'è balzata in mente dopo aver letto il mex di Kirbmarc (la prima non ve la dico, sono sorro ) è stata quella di un documentario andato in onda in TV vari anni fa, relativo al resoconto degli ultimi giorni di vita di una persona. Non ricordo bene, ma mi pare avesse un tumore all'addome e decise non solo di morire in santa pace a casa sua in compagnia di sua moglie, ma per qualche motivo di far riprendere dalle telecamere i suoi ultimi giorni. Non sono mai riuscito a darmi una spiegazione del perché di quella trasmissione... senza voler necessariamente pensare a male. Ad ogni modo, finta o reale che fosse, la pace interiore con cui quella coppia affrontava la morte era... invidiabile.

Sapete... non ho paura di morire... ho paura delle sofferenze prima e di quello che c'è dopo. Se sapessi che dopo non c'è nulla o che c'è qualcosa ... non dico di bello, ma di non terribile, beh, mi rimarrebbe solo la paura del dolore. Già... il nulla, il non esistere più non mi spaventa. Il tutto senza voler considerare la sofferenza dei miei cari.
Inviato il: 3/8/2006 9:10
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  •  gandalf
      gandalf
Re: La morte
#4
Mi sento vacillare
Iscritto il: 4/2/2006
Da TERRA DI MEZZO
Messaggi: 498
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Ho scritto questo un po' di tempo fa, per mio conto, quasi come uno sfogo. Credo si adatti al topic.....

"Tutti stiamo morendo……… sì, io che scrivo, tu che leggi, la bambina che corre dietro il suo cagnolino nel parco, il neonato che agita le piccole braccia cercando attenzione, sorpreso di tutto e di tutti……stiamo morendo!!
Lo ripeto ancora……… stiamo morendo. Tutti! Nulla è più naturale; la natura è certezza, è legge immutabile, è verità, è realtà, è concreta, la puoi toccare, respirare, assaporare, vivere. E così anche la morte è certa. Ma noi oggi, come con la natura, stupriamo la morte, la rinneghiamo, le diamo luoghi lontani dagli occhi per regnare sovrana, la bandiamo dalla nostra vita, dai nostri cuori e così facendo muoriamo un po’ anche noi ……… pian piano ……… giorno dopo giorno …… Cosa faremmo se un giorno un’oscuro individuo bussasse alla nostra porta, ci prendesse da parte e sorridendo ci dicesse : “ Domani morirai!!” Cosa faremmo?
Cambierebbe la nostra vita?
Il lavoro, il denaro, il potere, il successo, che senso avrebbero per noi??
Cosa ci terrebbe compagnia in quell’ora disperata di ciò che ci circonda normalmente e che ci richiede tanta dedizione e tante energie??
Perché, per assurdo, la sola certezza che esiste in vita (e cioè la sua fine) non può essere eletta a ragione e guida delle nostre azioni??
Cosa c’è di più irrazionale e innaturale che rifiutare la verità: che siamo tutti cibo per vermi.
Se noi sapessimo vivere rapportandoci costantemente al nostro destino ultimo, ma non con la morte nel cuore bensì con la serena consapevolezza che essa è parte integrante della nostra esistenza, sapendo che a lei ricondurremo il nostro ultimo respiro allora, forse……… forse la nostra vita sarebbe diversa ……… forse lo sarebbe stata …… forse vivremmo diversamente..
Perché affannarsi, perché porsi obiettivi materiali, perché lavorare, perché rendersi schiavi di una vita che nega il suo fine ultimo, che ci rinchiude in luoghi in cui mai vorremmo stare, a fare o pensare a cose che mai faremmo o penseremmo se domani sapessimo di dover morire……
Ma noi non lo sappiamo giusto?!?!?
Noi abbiamo la speranza che non tocchi a noi e con i paraocchi della speranza avanziamo spronati da fruste che noi stessi ci siamo costruiti verso il baratro che di colpo si spalancherà ai nostri piedi. E allora, gettando l’ultimo sguardo verso la nostra vita cosa vedremo: ore, giorni,
anni, decenni trascorsi in attività senza senso, energie, vite, sentimenti annientati, dissipati, fagocitati da un qualcosa che ci comanda e che non governiamo più: la nostra vita. E quando ci domanderemo: “Ho scelto io tutto ciò???” la nostra risposta sarà la nostra eterna dannazione: SI!!! E la vita si spegnerà in noi mentre le nostre labbra abbozzeranno un sorriso beffardo e sputeranno l’amara sentenza: sono stato schiavo di me stesso.Ci siamo resi schiavi costruendo intorno a noi l’illusione della nostra onnipotenza, bardandoci di speranze, dimenticando che polvere siamo e polvere ritorneremo, fino a renderci conto che ciò che veramente conta per noi lo abbiamo ottenuto nei ritagli di tempo che ci siamo concessi prima di ritornare ingranaggi insensibili e inconsapevoli della mostruosa macchina che chiamiamo
progresso. Il progresso rende schiavi. Questo mondo rende schiavi.
Tutto è costruito intorno a noi per vincere la morte, per esorcizzarla, per rubarle tempo (a che serve altrimenti la velocità, andare sempre più veloci, risparmiando tempo perché il tempo è denaro e ogni minuto “non sprecato” sono soldi in più e tempo sottratto alla morte…) .
Le religioni, le leggi, il denaro, il lavoro, la medicina, in una parola quello che noi chiamiamo progresso, ruotano intorno al tentativo di ritardare, anestetizzare, dimenticare la morte. Ma, impegnati come siamo a dimenticare la morte, dimentichiamo di vivere, dimentichiamo la nostra vita, quello che veramente ha senso per noi, ciò che ci da gioia, relegando queste cose al
cosiddetto “tempo libero”. E il resto del tempo è così prigioniero di un qualcosa che noi stessi ci siamo costruiti.
Qual’è dunque la nostra volontà?
Come vogliamo vivere la nostra ultima giornata?
E la penultima? E quella prima ancora?
Queste sono le vere domande a cui ogni uomo risponde:
“Non ti preoccupare……… Perché deve accadere proprio a te?”
Ama il prossimo tuo come te stesso sperando però che domani tocchi a lui e non a te, altrimenti ………L’uomo è egoista, egoista e ottuso ……… vuole vivere di piccole certezze ma non vuole confrontarsi con la vera, l’unica……….quella è bandita.
Viviamo nella menzogna!!
Cosa faremmo allora?
Cosa faremmo allora se domani dovessimo morire?
Vorremmo guadagnare denaro?
Vorremmo spenderlo?? E per cosa? Per comprarci l’immortalità?
Io credo che non faremmo una delle cose a cui giornalmente dedichiamo la maggior parte del nostro tempo, non una!!! Vorremmo rivedere persone che abbiamo amato, luoghi che abbiamo visitato e che ci hanno impresso nel cuore la loro immagine, vorremmo avere accanto la persona che amiamo e stringerla fino a stancarci, e fare l’amore con lei perché forse è il modo più dolce per morire; vorremmo giocare con nostro figlio, dirgli tutto quello che abbiamo capito finalmente oppure stare lì in silenzio con lui, perché sappiamo che una parte di noi rimarrà in vita e speriamo ne sappia fare miglior uso……
Perché quando la morte reclama il suo spazio, quando capita qualcosa di grave a una persona vicina, tutto si trasforma……il tempo rallenta, tutto ciò che ogni giorno regola la nostra vita perde senso, il lavoro, la casa, tutto……tutto viene trasfigurato; poi, pian piano, col trascorrere del tempo ci dimentichiamo, non la persona, ma quei momenti in cui il dolore ci ha riportato alla vera dimensione della nostra esistenza, e torniamo al nostro misero quotidiano, come tante pecore circondate da un branco di lupi affamati che continuano a brucare l’erba
come se nulla fosse, nonostante la pecora vicina sia appena stata sbranata, fino al prossimo belato, fino alla prossima perdita………
Perché?
Sono forse tutti morti invano?
Cosa ci insegna la perdita?
Siamo in grado di sopportare tale insegnamento?
Credo che ogni morte debba essere un invito e un monito a vivere la propria vita pienamente, senza compromessi, a contatto col nostro intimo essere e intimo volere,……… per non essere morti che camminano………come me!!!!"




_________________
Gandalf

"Meglio essere folle per proprio conto che saggio con le opinioni altrui."
F.W.Nietzsche
Inviato il: 3/8/2006 10:01
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  •  fiammifero
      fiammifero
Re: La morte
#5
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 28/2/2005
Da ROMA
Messaggi: 5691
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Tutte cose vere Gandalf,ma quanta tristezza e rassegnazione!
Io vivo al meglio delle mie possibilità sapendo che domani potrei non esserci più.
La morte non mi fà paura,anzi l'ho sempre vista come la fine di un ciclo senza un dopo se non hai figli,sono loro il tuo futuro,un pezzetto di eternità che si tramanda e quel po' che ci si affanna per rendere più agevole la ns.vita è per lasciarlo ai figli,non farli partire da zero anche materialmente.
L'unica paura che ho è il dolore fisico,mi piacerebbe addormentarmi e non svegliarmi più,così semplicemente.
Non mi preoccupa neanche il dolore e la sofferenza che potrebbero provare i miei cari nel perdermi fisicamente perchè il tempo lenisce il dolore e rimangono i ricordi,i sentimenti,cose non palpabili ma che ti porti appresso nel cuore e nella mente.
Fortunatamente sono pochi che la pensano così altrimenti saremmo ancora all'età della pietra,non ci sarebbero antiche vestigia,monumenti,opere d'arte praticamente la civiltà o inciviltà a secondo dell'interpretazione che ne diamo.
Sarò materialista,ma la modernità ci ha portato,almeno in occidente,tanti agi,comodità proprio per il senso di immortalità che prevale nella vita dell'uomo,.
Se gli scienziati,gli inventori avessero pensato come me,non avrei avuto la lavatrice e starei a lavare a mano sul greto di un fiume dei Jeans o lenzuola
Rendo l'idea di cosa vorrei dire?
Tanto credo che da sempre l'uomo ha avuto i suoi crucci,le sue differenze,preoccupazioni in relazione al tempo in cui viveva,quindi tutto sommato meglio oggi che ieri.
Egoistica-mente
_________________
Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
Inviato il: 3/8/2006 10:27
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  •  florizel
      florizel
Re: La morte
#6
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 7/7/2005
Da dove potrei stare meglio.
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gandalfCitazione:
Tutto è costruito intorno a noi per vincere la morte, per esorcizzarla, per rubarle tempo

A ben guardare, è l'esatto contrario.Quello che in realtà si sta "esorcizzando" è il diritto alla Vita, ed è attraverso la sua negazione che anche la morte diviene qualcosa di artificioso e di innaturale.
Come si può, infatti, considerarla inerente alla Vita, ad essa strettamente connessa, senza prendere in considerazione che è la qualità della Vita stessa a rendere la sua cessazione un evento vissuto "naturalmente" o meno?
Anche se può sembrare un' estremizzazione, quelli che recepiamo come interventi "esterni" alla morte sono gli stessi che condizionano la nostra vita.

Quello che come consuetudine viene definito "progresso" è anche quello che ci allontana quotidianamente da noi stessi, dal nostro sentirci artefici della nostra stessa vita, spettatori passivi dello scorrere di un tempo e di condizioni preconfezionati in cui poco spazio rimane al gesto individuale (ma anche collettivo) capace di qualificarci come "attori" delle nostre esistenze.
Un'intera vita privata della sua capacità di essere pensata e costruita secondo quello che intimamente sentiamo come "nostro", rende anche la morte un evento che ci diventa sempre più "estraneo", quasi scollegato dall'intero ciclo che le unisce.
Riscattarsi dalla solitudine della morte, allora, implica il riscattarsi dalla solitudine delle nostre vite.

_________________
"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando Libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi". Vittorio Arrigoni
Inviato il: 3/8/2006 14:28
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  •  emi
      emi
Re: La morte
#7
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 30/12/2005
Da la mia nuova casa
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Citazione:
Pur essendo un fatto naturale, forse il fatto più naturale in assoluto (Magari non tutti amano, ma tutti muoiono), la morte viene accuratamente evitata e dà scandalo. Parliamone almeno qui, dove si è liberi di esprimere la propria opinione.

Grazie per questa opportunità, Kirbmarc.
Ho tentato più di una volta di parlare della morte con alcune persone che sento vicine ma, nonostante la confidenza, sono sempre stata guardata di traverso, come se fossi matta. E' davvero un argomento tabù. L'unica persona che si è un pò aperta è un amico molto caro con il quale comunico quasi esclusivamente via mail (riusciamo a vederci pochissimo).
Ho sbattuto contro la morte, se mi passate il termine, a sette anni, quando è morto mio nonno. Prima di allora non ricordo di essermi mai fatta delle domande al riguardo, ma quando ho realizzato che mio nonno non c'era più mi sono chiesta dov'era andato, se era andato da qualche parte, oppure se era semplicemente sparito. E di conseguenza sono arrivate le domande su che fine avrei fatto io.
Quello che mi terrorizzava allora (e oggi) era l'idea di poter rimanere completamente sola dopo, in un presunto aldilà assolutamente idefinito. Se mi fermavo a pensarci sentivo il terrore che mi saliva su per la gola, il battito del cuore che aumentava sempre più, il respiro diventare affannoso..
Ho cercato, al tempo, di avere delle spiegazioni, ma quelle poche che ho ricevuto non mi sono bastate, e anzi credo che non abbiano fatto altro che aumentare le mie paure perchè ho percepito che chi cercava di spiegarmi come stanno le cose ne sapeva quanto me.
Sinceramente non credo molto a chi dice di non aver paura di morire. Non gli credo molto ma da un lato lo/la ammiro/invidio (mi rendo conto che sono due cose contrastanti, ma è così), perchè se davvero riesce a non avere paura vuol dire che è arrivato ad una consapevolezza e ad una pace con sè stesso che per me sono lontani.

P.S. chiedo scusa se magari ho ripetuto concetti già espressi da altri, ma ho preparato il messaggio con calma e lo posto comunque così com'è.
_________________
"Lascia accesa la luce, altrimenti non ci vedo mentre dormo!"
Inviato il: 3/8/2006 14:53
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  •  Ibarruri
      Ibarruri
Re: La morte
#8
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 19/6/2006
Da Pianeta Terra (presumo)
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La morte è infatti l'ultimo fantasma socialmente temuto su larga scala. Evitata nei discorsi così come tutte le cose che possono ricollegarsi ad essa. Se nomini malattie come cancro, leucemia o AIDS il tuo interlocutore fa le corna, se passa un'ambulanza vedi la gete impegnarsi nello scaramantico "tocca ferro", e se si parla di defunti la conversazione langue.
Accettare che siamo finiti e destinati al trapasso è di certo poco piacevole; pensare alla fine ci disturba, soprattutto se cerchiamo di immaghinarci come sia la non-esistenza, la mancanza di coscioenza del nostro essere di cui non riusciamo ad immaginare l'assenza, e l'ipotesi di questa assenza ci terrorizza.
E così di solito alla morte non si pensa. Io inece lo faccio, non con paura ma sapendo che è una cosa che deve accadere e accadrà, punto. La mia non è cupoa rassegnazione, perchè non penso che la morte sia di per se negativa (come disse Socrate: "E' ora di andare, io a morire e voi a vivere. Chi va verso sorte peggiore, solo gli dei lo sanno") quindi la prendo come un incentivo ad impegnarmi e a vivere bene la vita. La nostra finitezza ci definisce: la nostra vita vale la pena di essere vissuta solo perchè si concluderà con la morte.
Pensateci! Che senso avrebbe vivere e basta? Se non morissimo, che valore avrebbero le nostre opere? Che cosa importerebbe il nostro impegno o il nostro batterci per qualcosa, se in fin dei conti, non ci costasse il rischio o l'impiego della cosa più cara che abbiamo, ovvero la vita?
Il senso non ci sarebbe, noi non ci affanneremmo perchè avremmo un tempo illimitato dinnanzi a noi, quindi perchè peroccuparsi?
Niente morte, niente rischi.
Niente rischi, niente paure
niente paure, niente stimoli
niente stimoli, niente azioni
niente azioni, niente vita.

Non c'è vita senza morte, o meglio non c'è vita degna di essere vissuta. La morte è un' amica che ci ricorda di non sprecare la nostra esistenza. Sono felice che ci sia e sono anche curiosa (quando verrà il giorno) di esplorarne il mistero, qualunque esso sia.
In più, sono sicura che se la vita fosse eterna, finiremmo per annoiarci. Quindi spero che il paradiso non esista
_________________
Io viaggio per il mondo. Un giorno, in un bar, un tale mi ha domandato: " Ma dove stai andando?" Ho sorriso e gli ho offerto da bere.
Dove sto andando? Magari lo sapessi!
Inviato il: 3/8/2006 15:24
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  •  fiammifero
      fiammifero
Re: La morte
#9
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 28/2/2005
Da ROMA
Messaggi: 5691
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FlorizelCitazione:
Quello che come consuetudine viene definito "progresso" è anche quello che ci allontana quotidianamente da noi stessi, dal nostro sentirci artefici della nostra stessa vita, spettatori passivi dello scorrere di un tempo e di condizioni preconfezionati in cui poco spazio rimane al gesto individuale (ma anche collettivo) capace di qualificarci come "attori" delle nostre esistenze.


Da quando l'uomo vive in comunità,da quella arcaica alla moderna,seguendo delle regole,leggi,usi costumi e quant'altro non è mai stato artefice della propria vita,ha dipeso sempre dagli altri,dalla comunità ,ne è stato influenzato,indottrinato,plagiato,l'individualità nella collettività a volte è stata esaltata,stimolata(vedi gli artisti,gli scienziati,i filosofi etc) altre volte repressa (leggasi sovversione ordine precostituito) quindi non penso che "il progresso" è
quello che ci allontana da noi stessi.
Ma poi cosa significa allontanarci da noi stessi?
Credo che tutti siano consapevoli che si nasce per morire,solo che molti non lo accettano e si arrampicano sugli specchi per trovare il sistema di vivere di più,di non pensare alla morte,di esorcizarla pensando ad un dopo ultraterreno,a meriti e
punizioni,a consolazioni future.
E' natura umana fare progetti per il giorno dopo,mentre vivere alla giornata è un'arte che si apprende con la consapevolezza dei propri limiti fisici,il non sapere quale sarà l'ora x fatale.
_________________
Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
Inviato il: 3/8/2006 16:47
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  •  ege
      ege
Re: La morte
#10
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 24/12/2005
Da Como
Messaggi: 286
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flo Citazione:
Un argomento immenso,e per parlare di esso, paradossalmente, bisogna parlare della Vita, chiedendosi quanto ci appartenga davvero.

Inch Time Foot Gem

A lord asked Takuan, a Zen teacher, to suggest how he might pass the time. He felt his days very long attending his office and sitting stiffly to receive the homage of others.

Takuan wrote eight Chinese characters and gave them to the man:

Not twice this day
Inch time foot gem.
This day will not come again.
Each minute is worth a priceless gem.


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Una scheggia di tempo, una grande gemma

Un signore pregò Takuan, un insegnante di Zen, di suggerirgli come potesse trascorrere il tempo. Le giornate gli sembravano molto lunghe, mentre assolveva le proprie funzioni e se ne stava seduto e impettito a ricevere l'omaggio della gente.

Takuan tracciò otto ideogrammi cinesi e li diede all'uomo:

Non si ripete due volte questo giorno
Scheggia di tempo grande gemma.
Mai più tornerà questo giorno.
Ogni istante vale una gemma inestimabile.
_________________
"non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi" ~ Il Piccolo Principe.
Inviato il: 3/8/2006 18:19
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  •  felice
      felice
Re: La morte
#11
Mi sento vacillare
Iscritto il: 14/3/2006
Da Parma
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v'inviterei a leggere "tutto é male" dallo zibaldone di .... adesso mi sfugge e ho cominciato a scrivere che ricordavo chi ha scritto lo zibaldone...

Volete capirlo che tutto é male? Volete capirla che vivere il qui ed ora; L'immanente, é vivere? Nulla é la morte. Nulla é la vita. Tu pensa solo alle guerre dentro e fuori il nostro corpo con batteri e anti batteri e virus e antivirus e tutta la sequela, in ogni istante ci si ammazzano e anche noi ammazziamo i mailai al macello e l'erba per costruire le fabbriche.

Nascere piangendo e morire piangendo. Si nasce soli e anche i gemelli muoiono soli.

Vivere é sentire se stessi e stare solo agli ordini di se stessi. Morire e lasciare il conto corrente aperto, e figli ancora bisognosi di supportare almeno con l'eperienza.

All'istante della morte sempre lasci tante cose ancora da finire o da sistemare. Lasci tutto in disordine e ne sei dispiaciuto. Addio compagni di strada.

T U T T O E' M A L E. accettatelo e consumate la vita nel rispetto solo e soltato di ciò che sentite bene e fottetevene dei sacrifici.

I sacrifici lasciateli tutti tutti alla chiesa di cristo e solo ai suoi sacerdoti!!!
fe
_________________
Solo col governo di sinistra possono passare SORDIDE e SILENTI le riforme di destra. Il SOLE é storto! Sento di navigare su una nave tarmata. Le tarme sono tante che la nave sulla quale viaggio é destinata a risolversi consumata nel fuoco delle GUERRE.
Inviato il: 3/8/2006 18:33
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Re: La morte
#12
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 17/5/2006
Da Arkadia-spazio profondo
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Ho fatto esperienza della morte di una persona cara circa un anno fa. Una morte lenta edolorosa, sofferta, proprio il genere di morte che tutti vogliamo evitare. La medicalizzazione ha agito anche in questo caso,purtroppo. A parte me e pochissimi altri,nessuno dei molti amici di questa persona, dei conoscenti e solo uno fra i parenti hanno parlato con il moribondo. Li abbiamo rivisti solo al funerale.L'argomento è diventato rapidamente un tabù,si è sempre allusoal fatto in termini molto eufemistici , e molti amici sono "svaniti". La morte faceva paura, e forse ispirava anche un assurdo (e ipocrita) senso di "vergogna sociale", anche causa del tabù riguardante la malattia che ha portato alla morte.
Ho cercato di trattare di questo argomento con varie persone, che sene sono rifiutate. Il tabù sociale è enorme, il morto va seppelito subito,non dolo nella terra,ma soprattutto nell coscienza personale.

Grazie a tutti peri commenti su questoargomento difficile, semprepreziosi e mai banali.
Inviato il: 3/8/2006 18:34
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Re: La morte
#13
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 23/2/2006
Da
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Un tema coraggioso davvero.

Un mito africano con molti elementi comuni a miti di ogni tempo e luogo:

MITO ILA (Zambia)
Una donna, che viveva felice fra i suoi parenti, un giorno perse il padre, poi, poco dopo, la madre. Non era passato un mese che le morì il marito e poi, uno dopo l’altro, tutti i figli. Si ritrovò sola, prostrata dal dolore davanti a quelle tombe chiuse e mute.
Allora, al limite della sopportazione, partì alla ricerca di Leza per chiedergliene conto.
Attraversando una fitta foresta ebbe un’idea: “Costruirò una torre così alta da permettermi di salire fino a Leza!”.
Cominciò ad abbattere alberi e costruire una torre enorme. Ci volle molto tempo: le stagioni passavano e i tronchi posti in basso imputridivano, e il tutto crollò proprio nel momento in cui stava raggiungendo il cielo.
Allora riprese il viaggio e andò verso l’orizzonte, alla ricerca del punto in cui la terra finisce. Incontrò molti villaggi e sentì sempre la stessa domanda: “Donna, dove vai, e perché?”
“Vado a cercare Dio, per chiedergli conto di tutte le mie sventure: ho avuto un padre, ed è morto; ho avuto una madre ed è morta; ho avuto un marito ed è morto; ho avuto dei figli e sono morti!”.
Ogni volta la gente scuoteva la testa: “E cosa c’è di straordinario in tutto questo? Tutti noi soffriamo degli stessi mali”.
La donna infine comprese che ciò che considerava una cattiveria di Dio a suo riguardo, altro non era che la sorte di tutta l’umanità. Così si rassegnò a seguire la sorte normale senza rivoltarsi.



°°°°°°°°°°°

Credo che la morte sia un argomento che al contempo attrae e respinge.
I vecchi che al bar leggono la pagina dei morti del quotidiano locale e le nonnine che disquisiscono di tutte le malattie capitate ai concittadini... e insieme il muto stupore, pieno di timore, che un po' tutti abbiamo di fronte alla morte.

Quello che mi spaventa prima di tutto non è la morte in sè, cioè l'assenza di vita (se siamo d'accordo sulle definizioni, perché -miodio- ci sarebbe da aprire un topic a parte!), ma il dolore collegato ad essa, soprattutto il dolore dei miei cari di fronte a cui mi sento impotente. Una delle sensazioni più strazianti che si possano provare.

Poi c'è qualcos'altro che mi fa temere la morte, ma è qualcosa di sfuggente, che non ho ancora compreso.
Forse è il pensiero di cosa ci sia dopo.
O forse più semplicemente è il pensiero che -nonostante lo schifo di mondo in cui vivo- non me ne voglio andare.
Troppe cose da imparare, troppe Persone ancora da conoscere... Come faccio ad andarmene?!
Nonostante tutto, questo è mondo meraviglioso.

Sarà che la mia fase adolescienziale non ne vuol sapere di finire...


°°°°°°°°°°°°°

La scorsa estate sono caduta in montagna.
Ho fatto un volo di non so quanti metri, svariate decine comunque, rotolando giù per un pendio erboso cosparso di sassi.
Sono rimasta lucida per tutto il tempo. Ma non potevo fermarmi a piacimento.
Odio non avere il controllo di quello che mi accade, ed ero particolarmente scocciata del fatto che mi rendessi conto della cosa, e che ad ogni modo -mentre contavo i sassi e i licheni- continuavo inesorabilmente a rotolare giù.
Potevo spezzarmi l'osso del collo.
Nessuno, vedendomi cadere a quel modo, si sarebbe stupito se fosse successo.
Ma forse qualcuno ha buttato un occhio benevolo su questa poveretta che ha ancora così tanto da imparare, e me la sono cavata di gran lusso.

Quando penso che potevano essere i miei ultimi istanti su questa terra, beh non so, davvero, non so cosa pensare.

La cosa più assurda è che anche mentre rotolavo ero "serena", in un certo senso ero sicura che non mi sarebbe accaduto nulla di grave.
Era una sensazione stranissima che mi veniva da un punto imprecisato, "dentro".
Se ci penso mi vengono i brividi.
E mentre rotolavo ho avuto il buontempo -santiddio!- di fare dell'umorismo nero...

Quell'evento è tuttora oggetto di molte mie perplessità.

Ma forse, chi lo sa, non era il mio momento.
......dovevo ancora conoscere voialtri... come potevo andarmene?
Inviato il: 3/8/2006 18:51
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Re: La morte
#14
Mi sento vacillare
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circa un anno fa ho cercato la parola morte nei vari motori di ricerca: ero forse depresso,non lo so perchè lo sono ancora,ma ho allargato i miei orizzonti nel sito "consapevlezza.it", dove tra l'altro c'è una chat ed anche lì mi sono confrontato con altri. non essendo del gruppo mi han chiesto come mai fossi finito lì.
alla mia spiegazione, cercavo qualcosa che mi spiegasse il significato della morte,beh anche loro non erano molto allegri.
mentre di recente su rai3 una domenica intorno alla mezzanotte, ho visto un progromma che che parlava di morte, e le persone discutevano all'interno di un cimitero, a Roma.
per cui di morte se ne parla,anche in tv, ma sempre per allontanarla da sè , per rinviare un appuntamento che è già fissato dal caso.
certo uno può anticipare i tempi, suicidandosi.
possiamo non accorgerci quando muoriamo? credo di no.
so che le mie osservazioni saranno stupide:razionalmente ,non avendo provato l'esperienza della morte, non posso dire se si soffre,o cosa c'è.
come tanti ,ho esperienza del dolore, della sofferenza, della preoccupazione,a volte non dormo o mi sveglio in piena notte con gli incubi.
ma non è la stessa cosa, ciò che credo tanti vorrebbero , è sapere..
non mi basta Epicuro, con "se c'è lei noi non ci siamo e quando ci siamo noi lei non c'è".
la ricerca continua.

Inviato il: 3/8/2006 19:00
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  •  florizel
      florizel
Re: La morte
#15
Sono certo di non sapere
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"Nonostante tutto, questo è mondo meraviglioso (...)
.....dovevo ancora conoscere voialtri... come potevo andarmene?"


E' meraviglioso finchè ci sono persone come te, e molti altri,qui, che continuano a guardarlo con occhi sempre ben aperti.
Solo questo,per il momento.
Sto ancora "metabolizzando" gli altri commenti.

"Ogni istante vale una gemma inestimabile."

Acutissima citazione,ege.

Mi viene in mente quest'altra:
"Mi recai nei boschi perché desideravo vivere come volevo io, affrontare solo i fatti essenziali della vita, e veder se potevo imparare ciò che aveva da insegnarmi, e non, giunto alla morte, scoprire di non aver vissuto."

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Inviato il: 3/8/2006 19:29
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Re: La morte
#16
Mi sento vacillare
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mi pare che il programma tv di rai3 ,molto piacevole ed equilibrato, si chiama "percorsi d'amore".non so se ci sia in rete in qualche archivio.
Inviato il: 3/8/2006 19:42
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  •  Santro
      Santro
Re: La morte
#17
Mi sento vacillare
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Ciò che mi dà il batticuore è pensare al momento in cui mi renderò conto di morire. Credo che sarà veramente un'esperienza indimenticabile e, per quanto mi riguarda, piena di aspettative.
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Re: La morte
#18
Sono certo di non sapere
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Io ho avuto una esperienza che pochi in Eurolandia hanno potuto avere: ho lavorato per qualche anno in una ditta di pompe funebri. Ho visto migliaia di morti, cosa che e' del tutto improbabile per la maggior parte della gente che di norma ne vede forse 4 o 5. Ho anche avuto modo di vedere le reazioni di migliaia di persone di fronte alla morte di una persona che conoscevano, piu' o meno cara e delle barriere culturali che sembrano state create apposta per anestetizzare il rapporto con la morte e per non farci pensare alla nostra mortalita'.

Per anni, dovunque lavorassi ho appeso un quadretto con su scritto "MEMENTO MORI". Non vi dico che reazioni ha suscitato. Ho persino avuto una specie di assemblea sindacale che mi ha intimato di rimuoverlo!!!

La maggior parte della gente aborrisce il pensiero della morte e la cosa e' facilmente comprensibile. Fa paura, e' la somma di tutte le paure possibili. E l'affermazione "non ho paura di morire" e' una delle piu' menzoniere che si possano esprimere. Non si ha paura e' terrore! Gurdjeff diceva che la stessa persona che a cena dice di non avere paura di morire, quasi muore di paura se un topo gli si infila sotto le lenzuola.

L'unico consiglio che sia mai servito al sottoscritto e' stato quello di Carlito Castaneda e' cioe' usa la morte per condurre una vita impeccabile, che e' poi il concetto dei Trappisti che stava dietro al mio "memento mori".

Il pensiero della morte e' una delle "sveglie" (per dirla alla Gurdjeff) piu' potenti che esistano. Se la teniamo costantemente presente sara' piu' facile non sprofondare nella consapevolezza ordinaria della veglia, quella specie di stato di semisonno che e' lo stato abituale dell'uomo contemporaneo.

Per ora non direi altro, aspetto qualche imbeccata....
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  •  fiammifero
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Re: La morte
#19
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Citazione:
E l'affermazione "non ho paura di morire" e' una delle piu' menzoniere che si possano esprimere


Io sono fifona,ho paura del dolore fisico,svengo ad un prelievo,pur di non andare in ospedale sopporto al limite,eppure non ho paura di morire perchè vedo la morte come la fine di tutto. Perchè dovrei essere menzoniera secondo te?
Una mia amica ha paura dell'anestesia totale perchè ha paura di non rispegliarsi,io invece cerco l'anestia totale proprio perchè se non mi risvegliassi più sarebbe una bella morte indolore.
L'importante è non soffrire,sarà perchè è da quando che ero bambina ho vissuto le sofferenze degli altri,il loro trasformarsi,il loro degrado fisico e morale pur di prolungare la loro vita,a scapito della dignità e della qualità della vita stessa,ho familiarietà con il dolore,e non lo accetto,la morte è sollievo,e mi auguro prorpio che non ci sia la reincarnazione ,così come un'altra vita in paradiso ,sai che fregatura!
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Citazione:
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Re: La morte
#20
Sono certo di non sapere
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Fiammifero

So cosa vuoi dire, ma sai anche che e' un rischio calcolato, non sei certa che non ti sveglierai da una anestesia totale.
Prova ad immaginare di essere paziente del dottor Mengele che ti fa l'anestesia che per definizione e' riuscita col paziente morto. Saresti ancora serena? Magari no.

PS Io sono stato un maniaco depressivo da sempre ed ho persino giocato col mio revolver. Ma questa e' un'altra storia.
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  •  fiammifero
      fiammifero
Re: La morte
#21
Sono certo di non sapere
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Citazione:
So cosa vuoi dire, ma sai anche che e' un rischio calcolato, non sei certa che non ti sveglierai da una anestesia totale.


Potrebbe darsi,ma visto come và la ns.sanità e che per secondo nome ho fortunella,capisci che le probabilità cambiano di molto
comunque non mi hai risposto
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Citazione:
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Re: La morte
#22
Sono certo di non sapere
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qual era la domanda, di nuovo?
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  •  fiammifero
      fiammifero
Re: La morte
#23
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Citazione:
E l'affermazione "non ho paura di morire" e' una delle piu' menzoniere che si possano esprimere


ti sembro menzoniera?
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Citazione:
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Inviato il: 3/8/2006 23:37
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Re: La morte
#24
Sono certo di non sapere
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Cos'e', la mettiamo sul personale
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  •  Santro
      Santro
Re: La morte
#25
Mi sento vacillare
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Vista la curiosità scatenata da
Citazione:
un'esperienza indimenticabile e, per quanto mi riguarda, piena di aspettative......

mi spiego.
Al contrario di Fiammifero, io non considero la morte la fine di tutto ("nulla si crea nulla si distrugge tutto si trasforma", come ci dimostra la natura), anzi, sarà l'inizio della "resa dei conti"!
Prima di tutto, durante o dopo il suo arrivo, esigo di avere una risposta alle domandi fondamentali che mi tormentano l'esistenza, ad esempio, come è andata veramente:
- l'11 settembre 2001,
- l'uccisione di Kennedy,
- Ustica, Bologna, Londra e tutte le altre città, i vari segreti di stato ed internazionali,
poi,
- esistono gli alieni?
- chi fa i cerchi nel grano?
- come trasportavano le pesantissime rocce usate per la costruzione delle piramidi ed altre mega costruzioni del passato?
- evoluzione, creazione o cosa?
- bush è stupido o fa finta?
- voglio tutte le spiegazioni sui trucchi di Silvan e Copperfield! (Non sto scherzando!)
Eccetera, eccetera, eccetera.
E poi sì, anche "chi sono", "da dove vengo" e "dove vado".

Quindi non voglio sentire assurdità del tipo:
Citazione:
La morte è la fine di tutto.

non riesco ad immaginare qualcosa di più crudele! Sarebbe un inganno tremendo! Che scopo ha mettere al mondo dei figli se si è convinti che sia tutto qua? Un'esistenza di dolore, preoccupazioni, disperazione, rabbia, frustrazione e via di questo passo, il tutto "alleviato" da tenui e fuggevoli sprazzi di felicità.
Ditemelo prima allora! La mia vita la imposterei in tutt'altro modo!

Fra le diverse persone care che ho perso e visto morire, (tra cui mia madre e mio padre) c'è la mia nipotina, morta a 8 anni. Operata per l'asportazione di un carcinoma alla coscia all'età di 1 anno. Quindi chemio con tutto quel che comporta. Dopo cinque anni le viene diagnosticato un'altro tumore, questa volta al cervello; la operano ma non è possibile estirparlo completamente senza causare danni. Altra chemio e sofferenza senza speranza fino a che i centri motori sono attaccati e in continuo spasmo muscolare è immobilizzata a letto in uno stato di apparente incoscenza per almeno un mese con diverse crisi cardiache durante le quali i medici "umanamente" riescono a dire no alla morte che, questa si umanamente, vorrebbe mettere fine alle sue sofferenze! Fino al giorno che le nostre preghiere vengono esaudite e si addormenta per sempre.

Questa è la mia estremamente dolorosa esperienza, ma quante altre così (e molto peggiori) nel mondo da sempre?! Qual è lo scopo di queste brevi vite di solo dolore? Venire al mondo per soffrire le pene dell'inferno e poi morire e........ finisce tutto lì? Mi dispiace ma non ci credo! Non voglio, non posso, non DEVO crederci. C'è una ragione! Rivedrò la mia nipotina......... perchè lo ESIGO!

Un giorno ci sveglieremo e tutto questo non sarà che un orribile sogno.
Ciao

EDIT in rosso.
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  •  emi
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Re: La morte
#26
Ho qualche dubbio
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Citazione:

fiammifero ha scritto:
eppure non ho paura di morire perchè vedo la morte come la fine di tutto

io ho una fifa blu della morte proprio perchè è la fine di tutto.. quello che conosco. Io non ho la minima idea di cosa mi aspetta dopo. Sempre che un dopo ci sia. Insomma, nessun morto è mai tornato indietro a dirmi cosa c'è una volta avvenuto il trapasso. So che è un modo forse un pò semplicistico di vedere le cose, ma questo è l'unico mondo che abbia mai visto, quindi consentitemi di dubitare...
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Inviato il: 4/8/2006 9:09
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  •  gandalf
      gandalf
Re: La morte
#27
Mi sento vacillare
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Ciao Santro,
personalmente non credo che la vita non abbia senso, a prescinedere da ciò che la vita ci riserva….
Leggendo della tua nipotina mi è venuto alla mente un pensiero che ho fatto più volte osservando mio figlio (che ha 3 anni) mentre dorme.
Lo guardo e penso “Come farei se un giorno non ci fosse più? Come rimanere qui senza di lui?” Subito dopo però mi viene in mente il suo sorriso, i giorni passati a rincorrerci e a tornare bambino insieme a lui e di colpo mi rendo conto che ogni giorno della sua presenza è un dono che ha illuminato la mia per sempre e con la mia quella di altre persone che ha intorno…..
Il dolore…….. terribile, soprattutto se lo pensiamo “appiccicato addosso a un bambino”, sembra un’atrocità, lo è in fin dei conti, ma chi siamo noi per decidere (se non per noi stessi) che il dolore presente cancella tutta la vita passata e la rende un’inutile calvario verso la morte?? Quante persone muoiono desiderando con tutte le forze vivere e quante vivono desiderando con tutte le forze morire?? Non è questa forse la somma ingiustizia?? Eppure io credo che ci sia un senso…. Credo che certe vite e certe morti siano un monito per spronarci scendere dal trono di onnipotenza che il cosiddetto progresso di induce a provare e a calarci con umiltà e determinazione a riscoprire la vera dimensione delle cose, a dare un senso pieno a ogni singolo minuto che si passa su questa terra, prima di tutto per noi stessi, poi per coloro che ci circondano…..
Credo anch’io che ci sia altro dopo….. ma non voglio vivere in funzione di questo altro…
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Gandalf

"Meglio essere folle per proprio conto che saggio con le opinioni altrui."
F.W.Nietzsche
Inviato il: 4/8/2006 9:30
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  •  Santro
      Santro
Re: La morte
#28
Mi sento vacillare
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Citazione:
Credo anch’io che ci sia altro dopo….. ma non voglio vivere in funzione di questo altro

Ma chi ha detto di voler vivere in funzione del dopo?

Sinceramente credo che tu non abbia ben compreso il senso del mio post.
Io mi riferivo a chi dice che con la morte finisce tutto.
Cercavo di far capire l'assurdità dell'affermazione.
Anch'io ricordo i bei momenti con mia nipote ma questo che significa? Vuoi dire che la sua nascita, sofferenza e morte è giustificata dall'avere lasciato dei "bei ricordi" a chi l'ha conosciuta? Del suo essere, la sua essenza che ne è stato? Svanita nel nulla?

Sul "trono di onnipotenza" non ci sono mai salito.
Ciao

Edit: Ho chiarito il post precedente.
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Inviato il: 4/8/2006 10:22
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  •  Alb
      Alb
Re: La morte
#29
Mi sento vacillare
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C'è tanta sofferenza nel mondo... è questa purtroppo è mal distribuita.
C'è chi vive una vita orribile fin dal giorno della nascita. C'è chi vive una vita facile, piena di soddisfazioni e con poche sofferenze passeggere. In mezzo c'è un'infinità di sfumature.

Il rapporto tra la quantità di sofferenza e la quantità di soddisfazioni della vita, è secondo me ciò che determina la formazione dell'opinione che si ha della vita, della morte e della dignità degli altri individui. La mancanza di omogeneità, se vogliamo di giustizia, nella distribuzione di sofferenze e soddisfazioni, contribuisce ad una società in cui non sai da chi aspetterti cosa, una società in cui trovi tanta gente che ti ignora se stai crepando, e qualcuno che ti aiuta anche solo se hai messo un piede in fallo.

E' la quantità di sofferenza che può farti desiderare o temere la morte, che può farti decidere di aiutare il prossimo invece che ignorarlo.

Ma non attaccatemi: è ovvio che non tutti reagiscono allo stesso modo alla medesima quantità di sofferenza. Non esiste una formula che tiri fuori il carattere di una persona a partire dalla quantità di sofferenza e soddisfazioni avute nella vita. Esistono miliardi di variabili. Dico solo che questi "parametri" sono determinanti. Dico solo che da quando la mia sofferenza è aumentata esponenzialmente, la vita sta cambiando senso... e naturalmente anche la morte. Dico solo che ho scoperto a mie spese che sono molto più determinanti di quanto pensassi.
Inviato il: 4/8/2006 11:09
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  •  fiammifero
      fiammifero
Re: La morte
#30
Sono certo di non sapere
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Citazione:
Io mi riferivo a chi dice che con la morte finisce tutto.
Cercavo di far capire l'assurdità dell'affermazione.


Perchè è assurdo?
Nasciamo,viviamo e la nostra vita è una sosta di transito verso la morte.
Dopo? per me finisce il tutto,rientriamo nel ciclo della natura,diventiamo polvere,concimeremo il terreno e daremo origine ad altre forme di vita.
E' la natura,perchè dovremmo essere diversi dalla flora e dalla fauna?
Ma vivere ha un senso ,perchè l'uomo è dotato di sentimenti,di memoria,di cervello e personalmente io sento che mio padre è vivo dentro di me anche se sono 4 anni che è sepolto,lo vedo anche in alcune espressioni e tratti di carattere
dei miei figli,così per mio nonno materno.
Voglio dire che tutte le persone lasciano un segno della loro vita,sia in negativo che in positivo,alcune le ricordiamo con affetto altre con odio.
Poi illudersi che ci sia un'altra vita dopo la morte per me è autoconvincersi che
forse la prossima volta andrà meglio,è una sorta di scaramanzia e consolazione ,oppure mi state facendo venire il dubbio che il non credere in un dopo è paura dell'ignoto che può essere ancora peggiore del passato!
_________________
Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
Inviato il: 4/8/2006 11:10
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