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  Il male di vivere della gioventù

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Autore Discussione
  •  peonia
      peonia
Re: Il male di vivere della gioventù
#78
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 26/3/2008
Da Roma
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"Alle nuove generazioni
vittime della solitudine interiore
in cui sono abbandonate
da una società che nell'era del consumismo
ha dimenticato il prezioso ruolo
dell'educazione dei valori morali, laici e religiosi
che sono alla base dell'onestà
e del rispetto verso se stessi
e verso il prossimo"
...di questo inb effetti volevo parlare.......
_________________
...Non temete nuotare contro il torrente. E' di un'anima sordida pensare come il volgo, solo perche' il volgo e' in maggioranza... (Giordano Bruno)
Inviato il: 21/7/2011 10:05
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  •  Ingmar
      Ingmar
Re: Il male di vivere della gioventù
#77
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 3/12/2009
Da Cagliari
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Ok lol.
Secondo te di che cultura stavo parlando qui?
Inviato il: 14/7/2011 16:57
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  •  mangog
      mangog
Re: Il male di vivere della gioventù
#76
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 5/1/2007
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Citazione:

Ingmar ha scritto:

Con la cultura non si mangia."



Ma lo sai quanto dichiara Umbero Eco ? Per carità scrive decentemente ma certamente non lo considero Manzoni. Ma un pifferaio come lui merita molti più topi al suo seguito.
La cultura è anche riparare bene un "bagno" rotto. Non solo mettere in sequenza soggetto e verbo o sapere tutto della filosofia ( degli altri ).

Lo sai che Eco con tutti quei soldi si circonda di un sacco di belle cosette ?
Soggiorna presso hotel 5 stelle. Abita in bella dimora molto signorile e fa l'ospite da Fazio parlando di kant anche se gli fanno una domanda sul campionato di calcio di serie A ?

E fa benissimo

Citazione:

tra le altre cose facendo sciopero fiscale (lo disse anche la Lega (demagogicamente) per cui non mi cerchino istigazione a reato).


E come sfondare una porta aperta. ( Fatalità gli Stati Uniti sono nati da una serie di guerre e rivoluzioni PER NON PAGARE LE TASSE agli Inglesi..più o meno la raccontano così..)
Orde di arrabbiati contro tutto e tutti.. ma che non accennano una parola in merito alle tasse ( Dire che sono alte ed i solti luoghicomuni sugli evasori lo lasciamo ai ragazzini di terza liceo che credono di essere dei Manzoni o peggio dei giornalisti .. anche se mi rendo che lINPS har dilapidato i miei contributi ed io ho bisogno della continuazione di questa "ruberia" ... perciò qui lo scrivo e qui me lo rimangio lo slogan anti-tasse)
Inviato il: 14/7/2011 16:21
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  •  Ingmar
      Ingmar
Re: Il male di vivere della gioventù
#75
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 3/12/2009
Da Cagliari
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Mangog, potrei liquidare con una battuta questi modi tuoi nei miei confroniti, ma il discorso che hai fatto mi sembra serio e penso non lo meriterebbe. Son sicuro che volevi solo spronarmi ad andare oltre.

Le aziende private? Quelle col sistema attuale basato sul "vali per i soldi che hai" vogliono tutto e subito, sono poi ultra scettiche pensano "e questo sarebbe un nuovo Einstein, ma va, tanto si sa che ce ne sono uno su un milione, chi pensa di essere solo per la sua buona volontà e/o un pezzo di carta e i suoi bei principi? Con la cultura non si mangia." Oppure pensano, sì a questo gli devo fornire gli strumenti, poi mi scopre il bosone di X e la materia oscura, e allo scoccare del 2013, l'apocalisse: si scopre che nessuno dei due esiste, e avremmo speso una finanziaria per nulla!!".
Capito? Il libero mercato "liberista" e capitalista è concepito per andare al sodo delle cose, vuole contanti e subito lo Stato approfitta di questo per colmare presuntamente questa lacuna, ovvero lavori pubblici investimenti a lungo respiro.
Ma tra ciò per cui giustifica la sua esistenza e ciò per cui in pratica esiste sta di mezzo un mare di corruzione privilegi, demagogia facile, parassitisma etc. Per cui io non demonizzo lo stato in quanto tale, solo deploro quello che si è dimostrato essere. Ci chiede di pagare le tasse e non investe i nostri soldi in ricerca per dirne una, capisci.
La mia idea è quindi che stando il fatto che lo stato non assolve il compito per cui si ritiene indispensabiile, noi cittadini dobbiamo svicolarci e fare noi quello che lui delegato a fare non sta facendo, tra le altre cose facendo sciopero fiscale (lo disse anche la Lega (demagogicamente) per cui non mi cerchino istigazione a reato).

Per quanto riguarda la domanda su chi ha più bisogno di tutele puoi rispondermi tu?
E' chiaro che come tu hai detto devono ribellarsi a questo stato di cose, io ho solo parlato di ciò che lo Stato chiamato a fare non fa, e ciò che non ottengono con i cosiddetti mezzi democratici. Quindi un altro argomento a favore di quanto se ne possa fare a meno, allo stato attuale.
Inviato il: 14/7/2011 15:23
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  •  mangog
      mangog
Re: Il male di vivere della gioventù
#74
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 5/1/2007
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Citazione:

Ingmar ha scritto:

Poi finisco di leggerti ma prendo atto con rammarico che non hai letto l'altra metà del mio intervento



Mi rammarico anche io della tua pigrizia.





Sei de coccio...

Hai scritto questo:

Citazione:



Condizione necessaria perchè questi giovani si sfilino da questi meccanismi e riescano appunto ad emergere (senza che altri siano sommersi, chiaro) senza dovere elemosinare pietosamente alle porte del patrigno Stato.



Tu credi che in Italia una persona valida e preparata non venga assunta da qualche impresa privata, sfortuna a parte ? Occhio che stiamo parlando di menti geniali non di semplici laureati, anche con 100 e lode, che vanno a formare la massa di persone in cerca di lavoro.
Insomma l'Italiano che non sa scrivere una riga di programma informatico o calcolare qualche integrale, o distinguere al microscopio un batterio da un'alga, o scrivere come Manzoni ( la spocchia dei piccoli manzoni esonda dai siti e forum di internet ) può andare direttamente all'estero con la valigia di cartone, mentre PER gli altri, quelli con il pezzo di carta, bisogna mettere in scena il melodramma ? Non riesco più a digerire l'intervista del solito laureato con il massimo dei voti COSTRETTO ( ma da chi? ) a lavorare nei call center come precario ( doppia vergogna, il laureato con i massimi dei voti che si spreca nei call center, COSTATO ALLA NOSTRA COMUNITA' 300.000-500.000 EURO, e l'esistenza del precariato stesso ). Sto stato.. trova i soldi per far laureare le persone e dopo sul più bello NON LE ASSUME.




Ha più bisogno di "tutele" un laureato che sa 4 lingue alla perfezione oppure un "somaro" che ha solo la terza media ?
Inviato il: 13/7/2011 17:01
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  •  Ingmar
      Ingmar
Re: Il male di vivere della gioventù
#73
Ho qualche dubbio
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Da Cagliari
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Citazione:

mangog ha scritto:
Citazione:

Ingmar ha scritto:
Mangog, non mi riferisco al concetto romantico di genialità rara, mi rifersco semplicemente a persone intelligente, ricercatori pronti a contribuire ad un progresso che forse può veramente salvare il mondo, o migliorarlo con nuove scoperte scientifiche, (vedi il piezo nucleare), nuove cure (vere), ma che, lo Stato, non considera minimamente, se non magari asservito alle sue logiche.


Eccolo.... te pareva... tutti alla ricerca di mamma stato. Traspare da quello che tu scrivi l'affermazione implicita che per uno intelligente l' unica alternativa, intesa come sbocco lavorativo e professionale, sia il posto pubblico.. Non ti pare di esagerare e di quasi offendere coloro che NON LAVORANO "SOTTO LO STATO ?


Poi finisco di leggerti ma prendo atto con rammarico che non hai letto l'altra metà del mio intervento e nemmeno dei miei interventi per non aver compreso la mia posizione nei confronti dello stato. Pazienza, ti saresti risparmiato il tempo speso a replicare, presumo in maniera condivisibile partendo da un presupposto sbagliato.
Parlo proprio del "patrigno stato".
Poi ho editato la frase tra parentesi dopo "stato" per chiarire cosa nè pensavo ma mi sembrava banale infantile, ridondante e didascalico. Evidentemente sono partito dal presupposto che avresti letto il resto del mio intervento, e che non ti sarebbe saltata la mosca al naso solo a nominare la parola stato, non pensando che parlando del sistema attuale parto dal presupposto che funzioni male. Ma io non starò certo a ripetere per esteso come la penso, prenditi la briga di leggere.

Ok ho ripetuto "partire dal presupposto 3 volte", ma ci voleva.
Inviato il: 13/7/2011 14:32
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  •  mangog
      mangog
Re: Il male di vivere della gioventù
#72
Dubito ormai di tutto
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Citazione:

Ingmar ha scritto:
Mangog, non mi riferisco al concetto romantico di genialità rara, mi rifersco semplicemente a persone intelligente, ricercatori pronti a contribuire ad un progresso che forse può veramente salvare il mondo, o migliorarlo con nuove scoperte scientifiche, (vedi il piezo nucleare), nuove cure (vere), ma che, lo Stato, non considera minimamente, se non magari asservito alle sue logiche.


Eccolo.... te pareva... tutti alla ricerca di mamma stato. Traspare da quello che tu scrivi l'affermazione implicita che per uno intelligente l' unica alternativa, intesa come sbocco lavorativo e professionale, sia il posto pubblico.. Non ti pare di esagerare e di quasi offendere coloro che NON LAVORANO "SOTTO LO STATO ?
Io potrei arrivare a sostenere che uno veramente intelligente NON VA A LAVORARE SOTTO LO sTATO PER 1000 EURO AL MESE.. dopo aver "lottato" a lungo come dei Don Chisciotte fortunati e precari, per poi potersi lamentare di quanto taccagno sia lo stato. Sarebbe utile anche individuare chi sono questi benedetti intelligenti NON CAPITI ed entrare veramente nel merito della questione trovando una precisa definizione di chi può rivendicare questo status di intelligentone ( non oserai sostenere la tesi che un 110 e lode sia la prova indiscutibile e definitiva di somma intelligenza e capacità spero..... ovviamente cambia musica se tu reputi lo stato come l'unico "ente" degno per il quale lavorare )
Se sono tanto bravi perchè non trovano posto nell'industria privata ? o intraprendere una propria attività ? ( compito difficile per la maggior parte di noi, SOPRATTUTTO DOPO LE VARIE BASILEE che sembrano fatte apposta per STRONCARE ED IMPEDIRE QUALSIASI INTRAPRENDENZA INDIVIDUALE..,.. ma con tanta intelligenza a disposizione il modo per superare le difficoltà lo dovrebbero trovare.... )
Ci sono industrie chimiche ed industrie farmaceutiche, e molti ospedali per medici e biologi.
Che tipo di ricercatori sono ? Perchè hanno una laurea in fisica presa con 110 lode dovrebbero avere il piccolo laboratorio a disposizione pagato con i soldi nostri?
Diamo anche troppi soldi a quel mostro che si trova a Ginevra costruito per trovare il bosone di Higgs.... NON VOGLIO SPERPERARLI PER ALTRE PICCOLE MOSTRUOSITA'... ( Ho scritto sperperarli... perchè sono consapevole che la ricerca è sempre fondamentale.. ma intendo la ricerca.. NON LA RICERCA DI MAMMA sTATO )
Sintomatico del "fallimento" di questa mostruosità, costata decine di miliardi di euro per l'ampliamento, è la dichiarazione da parte degli scienziati coinvolti che scarteranno l'esistenza reale del BOSONE se non riusciranno a trovarlo entro il 2012. ( Diciamolo chiaramente che lo hanno costruito per il bosone di Higgs perchè sanno che dalla sua esistenza reale dipende il futuro di tutta la fisica teorica dagli anni 60 in poi... nel senso che dovranno riscriverla del tutto in caso di insuccesso....urca cosa ho detto, se non lo trovano entro il 2012 i fisici chiederanno 1000 miliardi di euro per un ciclotrone ancora più grande )

http://astronews.myblog.it/tag/lch


Sono, questi mancati ricercatori precari, dei laureati in lettere ( o filosofia o scienze politiche o giurisprudenza ) con lode che si credono dei novelli Dante ? Ma che scrivano un libro e che lo presentino a qualche casa editrice. La gavetta è il comune denominatore di tanti bravi scrittori da sempre.

Credimi non sono stato ironico.. e vorrei proprio sapere COSA SONO QUESTI BENEDETTI RICERCATORI che non hanno la possibilità di contribuire, con le proprie lodevoli capacità, al benessere comune... e capire perchè invece di darsi da fare guardandosi intorno aspettano sempre il bando del concorso pubblico.
Quanta voglia di stato.. ma quanta.. ma quanta.

PS... enfatizzare il ricercatore intelligentone come vittima del precariato mi sembra fuori luogo.
Se l'intelligentone ha tutte queste difficoltà a trovarsi uno spazio .. figuriamoci coloro che non hanno tutte quelle virtù...
Inviato il: 13/7/2011 8:36
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  •  Ingmar
      Ingmar
Re: Il male di vivere della gioventù
#71
Ho qualche dubbio
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Mangog, non mi riferisco al concetto romantico di genialità rara, mi rifersco semplicemente a persone intelligente, ricercatori pronti a contribuire ad un progresso che forse può veramente salvare il mondo, o migliorarlo con nuove scoperte scientifiche, (vedi il piezo nucleare), nuove cure (vere), ma che, lo Stato, non considera minimamente, se non magari asservito alle sue logiche.

Perchè poi pretendi che siccome sto parlando in questo caso solo di ricercatori, dal mio discorso stia escludendo altri soggetti.
Ho parlato solo di questi per contestare l'idea che viviamo in un sistema "protettivo", magari sì ma solo per alcuni.
Poi condivido il resto del tuo discorso che mi riporta al mio solito auspicio di mandare appunto affanculo le regole di questa economia, le struttura burocratica e antidemocratica da cui dipende e construirne una nuova nostra indipendente da queste strutture e a misura d'uomo e possibilmente di mondo, non di queste Elites parassite e fuori controllo.
Condizione necessaria perchè questi giovani si sfilino da questi meccanismi e riescano appunto ad emergere (senza che altri siano sommersi, chiaro) senza dovere elemosinare pietosamente alle porte del patrigno Stato.
Inviato il: 12/7/2011 18:20
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  •  mangog
      mangog
Re: Il male di vivere della gioventù
#70
Dubito ormai di tutto
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Citazione:

Ingmar ha scritto:
adesso invece menti geniali sono precari e non trovano nulla e devono andare all'estero, perchè nonostante tutte le persone di buonsenso chiedono a gran voce queste personalità e sarebbero disposte a condividere con loro parti dei frutti della società, la forza economica va in un'altra direzione come fosse (è) un'entita del tutto scissa dalla popolazione, che dovrebbe essere colei che la fa.



Le menti geniali ( la genialità deve essere sempre rara ) che devono o vogliono andare all'estero sono, forse, un migliaio. Numero esiguo per poter generalizzare una qualsiasi conclusione se non quella che hanno deciso di portare la loro genialità in altri luoghi.
Ma da queste menti geniale cosa potremmo aspettarci ?
Le pochissime persone veramente una spanna sopra le altre ( la genialità è un termine che non voglio usare a sproposito ) dal punto di vista professionale che io ho conosciuto nella mia carriera lavorativa ITALIANA ( ho lavorato alla Siemens Olivetti General elettric ed altre 2 ) non hanno mai avuto "bisogno" degli altri per emergere ( non è un luogo comune ribadire che mettersi in proprio 30-40 anni fa era molto meno problematico di oggi ) Ora mi tocca sentire di gente geniale che quasi non viene capita e che bisogna aiutare nel loro "emergere" ! ... siamo messi proprio bene... Ma chi sono?... geni che vanno a rimorchio senza spirito di intraprendenza o insistenti frequentatori di concorsi pubblici per un posto fisso ? ( qualsiasi )
Attenzione che il precariato non è solo un "fenomeno" ( una vergogna ) circoscritto alle menti geniali.
Inviato il: 12/7/2011 17:35
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  •  Ingmar
      Ingmar
Re: Il male di vivere della gioventù
#69
Ho qualche dubbio
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Leestat: il ruolo è scritto o in fase di scrittura? E se è già stato scritto, da chi?
Un (forse) coetaneo.
Inviato il: 12/7/2011 16:39
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  •  Ingmar
      Ingmar
Re: Il male di vivere della gioventù
#68
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 3/12/2009
Da Cagliari
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Inutile dire che condivido solo la prima metà di redpill.
Sono dell'idea che, ma magari fosse garantito (dalla mentalità degli individui che compongono una società) che dal proprio contributo alla società si fosse riconosciuti come membri a pieno titolo e parimenti dignitari, adesso invece menti geniali sono precari e non trovano nulla e devono andare all'estero, perchè nonostante tutte le persone di buonsenso chiedono a gran voce queste personalità e sarebbero disposte a condividere con loro parti dei frutti della società, la forza economica va in un'altra direzione come fosse (è) un'entita del tutto scissa dalla popolazione, che dovrebbe essere colei che la fa.
Comunque davanti agli attuali avvoltoi, anche i cari vecchi leoni da te invocati sono un male minore .
Inviato il: 12/7/2011 16:23
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  •  peonia
      peonia
Re: Il male di vivere della gioventù
#67
Sono certo di non sapere
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Non ho repliche al momento e vado troppo di fretta per farlo, aspettiamo il tuo rientro.
Buona vacanza Leestat.
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...Non temete nuotare contro il torrente. E' di un'anima sordida pensare come il volgo, solo perche' il volgo e' in maggioranza... (Giordano Bruno)
Inviato il: 12/7/2011 9:54
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  •  RedPill
      RedPill
Re: Il male di vivere della gioventù
#66
Mi sento vacillare
Iscritto il: 23/5/2011
Da
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La discussione è molto interessante e le conclusioni, per fortuna, credo non saranno mai univoche.
La posizione di Lestaat è condivisibile come quella di incredulo, ma vorrei portare un altro spunto di riflessione.

Una volta la vita era più difficile a prescindere dall'età stessa.
Gli ultimi 20 anni hanno portato, secondo me, ad un impoverimento generale, ad un abbassamento dell'asticella, per quanto riguarda la capacità di arrangiarsi e di crescere in questo mondo ricavandosi un posto al sole.
Qualche post fa, qualcuno aveva proposto il famoso discorso della valigia di cartone, che è la metafora (reale) del rimboccarsi le maniche e trovare una soluzione.
Oggi le comodità diffuse su larga scala e la famiglia sempre più assente e accondiscendente, rischiano di cancellare a poco a poco questo spirito.
Quindi la società e la famiglia, in un contesto sempre più "protettivo" danneggiano le capacità dei giovani di riuscire da soli. Ma non solo; stanno cancellando proprio questo istinto, e ci stiamo dirigendo verso un contesto in cui non si punta in alto, ma al minimo indispensabile, omologati ad un gruppo sociale che si fonda su valori abbondantemente sotto il livello di almento 20 anni fa.

E la provocazione è questa:
Se la società e la comunità occidentali contemporanee non avessero dei sistemi di garanzia del benessere minimo, quale sarebbe la situazione?
La perpetuazione della specie anche attraverso gli individui più deboli e demotivati, non può che portare ad una società sempre più debole e demotivata.

In altre parole, una società in cui sopravvivere è semplice e non richiede un grosso impegno ed un grosso sacrificio porta inesorabilmente ad un impoverimento esponenziale della società stessa.
Dove sono finiti i leoni che sbranano le gazzelle più deboli?
Come è possibile reintrodurre quei leoni in questa società?

Peace
RedPill
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People are bloody ignorant apes.
Inviato il: 12/7/2011 9:48
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  •  Lestaat
      Lestaat
Re: Il male di vivere della gioventù
#65
Dubito ormai di tutto
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Citazione:

incredulo ha scritto:
Citazione: Lestaat

Specialmente incredulo...il tuo post lo dimostra in pieno. Come i vostri genitori prima di voi credi che l'esperienza ti abbia insegnato cosa è giusto e cosa è sbagliato....quando invece l'esperienza, per sua stessa natura non può che averti adattato a questa società...non sei semplicemente capace di concepirla una nuova società....credi di avere in mente una società nuova, ma è solo questa rinnovata.....come facevano i tuoi genitori appunto.

Sempre meglio Lestaat, lo dico senza ironia e senza livore, del resto sono note le incomunicabilità fra generazioni diverse

Tu non mi conosci affatto, non puoi sapere se nella mia vita mi sono ADATTATO a questa società o se sono, come lo sono TUTTORA, profondamente disadattato ma assolutamente sereno, come non puoi sapere se la mia esperienza di vita da disadattato mi abbia spalancato porte percettive in grado di farmi immaginare un possibile VERO CAMBIAMENTO da parte delle persone ma in te è presente un pregiudizio, che ti porta ad interpretare ciò che scrivo in un determinato modo, da "giovane" appunto.

Secondo me esiste un percorso COMUNE a tutti gli esseri umani, tutti siamo neonati, bambini, adolescenti, ragazzi, mariti, padri, mogli, madri, figli, fratelli, mezza età, anziani, vecchi, questo percorso è quello dell'essere umano.

Per quanta fantasia una persona abbia, i ruoli che interpreterà nella sua vita di ESSERE UMANO sono GIA' SCRITTI.

Il giovane Lestaat di oggi sarà il vecchio Lestaat di domani e, se sarà cambiato qualcosa, sarà cambiato DENTRO Lestaat stesso non certamente nel mondo attorno a lui dove tutto cambia perchè niente cambi veramente.

Un saluto


Intanto lasciami dire che sono troppo contento di riuscire a fare certi discorsi senza dover pesare ogni parola.
E' evidente che hai capito benissimo di cosa parlo e soprattutto sai interpretare bene il mio tono ovviamente irriverente.
Grazie.
Devo però insistere.
Per quanto tu ti possa sentire disadattato, è sempre l'interpretazione che TU, frutto delle tue esperienze che non sono altro che l'interagire con gli altri e la società, dai di te stesso.
Come dici tu stesso i ruoli sono già scritti e tu, per definizione, non sai immaginare un futuro diverso, DAVVERO DIVERSO.
Quando dico che ti sei adattato non intendo che ti sei "conformato" alla società, ma che hai adattato il tuo agire o il tuo pensiero su come agire all'interno di questa società per ottenere si, un cambiamento, ma un cambiamento che è sempre e soltanto frutto di questa società.
Lasciami anche sottolineare che forse hai personalizzato le mie critiche.
E' chiaro che non so chi sei, ed è altrettanto chiaro che quando dico "voi" o "tu" non parlo della persona che si firma incredulo, ma parlo in generale del cosiddetto "adulto".
Ma torno anche a dire, come nel precedente post, che ritengo in ogni caso molto più saggio, anzi, forse ancora più saggio, che proprio le persone che davvero hanno compreso qualcosa di giusto e sacrosanto, se ne stiano bellamente in disparte in silenzio seguendo anche quelli che possono sembrare errori ma fatti da persone giovani il cui ruolo è appunto scritto, ed è quello di cambiare le cose.
Credimi, non ho nessun pregiudizio. Sono dispostissimo a pensare a te come ad una persona in gambissima, capace di una visione del futuro e della società incredibilmente giusta e illuminata. Non è però questo il punto. E' l'atteggiamento il problema.

PS
Ma tu guarda se devo trovare una discussione così interessante proprio il giorno prima di andare fuori per qualche giorno.
Per una volta che si imposta senza opposizioni di principio.
Spero di ritrovare ancora viva la discussione al mio ritorno perchè ritengo l'argomento estremamente importante e sono convinto di avere cose importanti da dire a riguardo.
_________________
In nomine libertatis vincula edificamus.
In nomine veritatis mendacia efferimus.
Inviato il: 12/7/2011 4:45
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  •  incredulo
      incredulo
Re: Il male di vivere della gioventù
#64
Sono certo di non sapere
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Citazione: Lestaat

Specialmente incredulo...il tuo post lo dimostra in pieno. Come i vostri genitori prima di voi credi che l'esperienza ti abbia insegnato cosa è giusto e cosa è sbagliato....quando invece l'esperienza, per sua stessa natura non può che averti adattato a questa società...non sei semplicemente capace di concepirla una nuova società....credi di avere in mente una società nuova, ma è solo questa rinnovata.....come facevano i tuoi genitori appunto.

Sempre meglio Lestaat, lo dico senza ironia e senza livore, del resto sono note le incomunicabilità fra generazioni diverse

Tu non mi conosci affatto, non puoi sapere se nella mia vita mi sono ADATTATO a questa società o se sono, come lo sono TUTTORA, profondamente disadattato ma assolutamente sereno, come non puoi sapere se la mia esperienza di vita da disadattato mi abbia spalancato porte percettive in grado di farmi immaginare un possibile VERO CAMBIAMENTO da parte delle persone ma in te è presente un pregiudizio, che ti porta ad interpretare ciò che scrivo in un determinato modo, da "giovane" appunto.

Secondo me esiste un percorso COMUNE a tutti gli esseri umani, tutti siamo neonati, bambini, adolescenti, ragazzi, mariti, padri, mogli, madri, figli, fratelli, mezza età, anziani, vecchi, questo percorso è quello dell'essere umano.

Per quanta fantasia una persona abbia, i ruoli che interpreterà nella sua vita di ESSERE UMANO sono GIA' SCRITTI.

Il giovane Lestaat di oggi sarà il vecchio Lestaat di domani e, se sarà cambiato qualcosa, sarà cambiato DENTRO Lestaat stesso non certamente nel mondo attorno a lui dove tutto cambia perchè niente cambi veramente.

Un saluto
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Gesù Cristo è Verità. Io sono la Via, la Verità e la Vita.
Inviato il: 12/7/2011 0:03
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  •  Lestaat
      Lestaat
Re: Il male di vivere della gioventù
#63
Dubito ormai di tutto
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@ incredulo e peonia

Mi dispiace ma se vi leggete, se, abbandonando i pregiudizi e le vostre esperienze personali, ridate una letta ai vostri post non potete non riconoscere pari pari i discorsi di fondo dei vostri genitori.
Nuovi termini, anche gli ideali e le opinioni sono diverse certo, ma l'atteggiamento è lo stesso.
Si, voi pensavate queste cose e oggi, vi rendete conto di quali sono stati i vostri errori ma continuate a farlo con idee che ormai sono radicate in voi e che, appunto, vi hanno fatto fare errori.
E pur con i vostri errori siete stati parte di un cambiamento solo ed esclusivamente quando eravate giovani perchè sono i giovani che li fanno i cambiamenti.
La società è cambiata e voi, ve lo ripeto senza voler offendere nessuno, non avete davvero i titoli per giudicare cosa è gusto e cosa è sbagliato. Voi avete sbagliato e basta, questo vi rende semplicemente giudici non affidabili. Ma come hanno fatto i vostri genitori prima di voi continuate a farlo perchè convinti di aver capito qualcosa in più, non comprendendo la semplice evidenza non sapete cosa è gusto e cosa è sbagliato, quindi, per favore, smettete di provarci.
Specialmente incredulo...il tuo post lo dimostra in pieno.
Come i vostri genitori prima di voi credi che l'esperienza ti abbia insegnato cosa è giusto e cosa è sbagliato....quando invece l'esperienza, per sua stessa natura non può che averti adattato a questa società...non sei semplicemente capace di concepirla una nuova società....credi di avere in mente una società nuova, ma è solo questa rinnovata.....come facevano i tuoi genitori appunto.

Ohi...vi prego non personalizzate eh....sto generalizzando sempre. So che molti di voi sono persone in gamba, ma anche in questo caso è sempre e comunque preferibile che chiudiate il becco e seguiate i giovani perchè almeno, con tanti errori magari, ma il mondo cambierebbe davvero, come negli anni 70, negli anni 40, negli anni 20......sempre i ventenni han cambiato la società, e sempre un passetto meglio....per poi tornare a sbagliare, perchè "da grandi" si pensa non al futuro, ma al futuro della PROPRIA famiglia, quindi all'oggi.
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Inviato il: 11/7/2011 23:16
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Re: Il male di vivere della gioventù
#62
Sono certo di non sapere
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Leestat, io sono stata sempre d'accordo con Gaber, dall'inizio alla fine, anche quando dicevano che era un qualunquista... ma anche se noi di quella generazione abbiamo fatto molti errori, forse sei troppo severo, e ricordati sempre che anche noi eravamo insicuri, brancolavamo.....ma con qualche substrato più forte di questo NULLA che ha caratterizzato gli anni dall'80 al 2000...poi piano piano c'è stata una lenta ripresa e arriviamo ad oggi, malconci tutti ma in risalita di ideali e valori, almeno sembra....nonostante tutto....tutto quanto di negativo è sta ricreando solidarietà e senso di unità...tu sei giovane vedrai i risultati.
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Inviato il: 11/7/2011 22:58
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Re: Il male di vivere della gioventù
#61
Sono certo di non sapere
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Citazione: Lestaat

Insomma, non ascoltate i giovani, obbedite loro, voi avete sbagliato ed evidentemente c'è qualcosa che non va nella vostra mentalità, nel vostro punto di vista... "Non insegnate ai bambini la vostra morale, è così stanca e malata, potrebbe far male"

Grazie Lestaat, hai espresso meravigliosamente quello che, sbagliando, pensano i giovani, i giovani di tutte le epoche.

Quello che pensavamo anche noi caro Lestaat, quello che ho riportato nel post precedente, lo ripropongo:


Si',
l'incertezza del futuro, il dubbio su quale scuola scegliere dopo la terza media, il dubbio su quale facoltà scegliere dopo la maturità, la paura di entrare in un mondo che giudichi pieno di pazzi, la convinzione assoluta che tu non farai gli stessi errori dei tuoi genitori, dei tuoi conoscenti, che per te SARA' DIVERSO, il tutto supportato da una carica ormonale stratosferica e l' illusione di essere MIGLIORI.

Queste sensazioni sono UNIVERSALI, sono caratteristiche della condizione di "giovane", un'essere umano che ha di fronte una vita intera da RIEMPIRE.


Uscire da questi dualismi, giovane versus vecchio, migliori versus peggiori, vincenti versus sconfitti è l' unica maniera di cambiare noi stessi e di conseguenza il MONDO.

Un saluto
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Inviato il: 11/7/2011 22:26
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Re: Il male di vivere della gioventù
#60
Dubito ormai di tutto
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Citazione:

peonia ha scritto:
Leestat io percepisco questo malessere e mi sono presa tutte le responsabilità di questo mondo, e non avrei aperto l'argomento se così non fosse....però una cosa la devo dire.
Noi siamo sempre co-responsabili di cio che accade ma ci sono andati giù pesanti anche altri poteri oscuri, che non siamo stati capaci di vedere dalla loro insorgenza e ci siamo cascati come pere.....se pensi che c'è gente che ancora va a votare pensando di influire .....capisci molte cose....
sono per i giovani, con i giovani, che vanno da 1 giorno a 30-40 anni....


Mi rendo perfettamente conto peonia.
Come speravo di far comprendere con il PS era uno sfogo generico con giudizi assolutamente generici su una generazione che di solito oltre ad aver combinato un gran casino rompe anche i cosiddetti.
Vorrei però sottolineare quanto ritengo importante una "vostra" inazione per una volta. Non fate nulla, anzi andate dietro a loro senza pregiudizi e senza pensare, per una diamine di volta, ad aiutarli, a spiegargli o a fare voi, quel che sono capacissimi di fare da soli anche se non lo credete possibile. E' un fallimento epocale, quello delle ultime due generazioni, che si è ormai palesato. E il significato è uno soltanto, pur con tutti i se e tutti i ma del caso, avete sbagliato. E da tutti i punti di vista. Dalla morale, che se è pur vero che discende da qualcosa di peggio e non gli si poteva chiedere troppo, ha generato delle perversioni che, mascherate sotto il manto di ipocrisia del perbenismo, vi ha trasformato in qualcosa del tutto simile a quello che anche voi in gioventù avversavate. E avevate ragione eh.
Passando poi per l'etica, che vi ha reso schiavi e nulla più, di una società disumana, incapaci a pensare fuori da certi schemi.
E finendo poi con la struttura sociale assunta a nuova e unica religione.
Quello che è mancato è lo scontro generazionale, sotto qualsiasi forma, violenta o meno.
I giovani hanno ragione a prescindere invece. Abbiate fede nella natura umana, è più che sufficiente, non state a scervellarvi su cosa potete fare, non pensate proprio a queste cose, o se lo fate, fatelo come esercizio intellettivo personale e basta. Per quanto un valore o un principio possa sembrarvi fondamentale e giusto, dovete essere pronti a metterlo in discussione, comprendere che il mondo cambia e sebbene anche voi cambiate con esso, siete più impegnati nel presente per natura, impegnati a "dare una base per il futuro", quindi nell'oggi. E per di più molti principi a voi cari, sebbene condivisibili, hanno generato con il tempo e il modificarsi della società, degli effetti collaterali che sono sia devastanti che inevitabili. Non dovete nemmeno "ascoltarli"...dovete dar loro il potere e basta. Sono loro che devono decidere. Sono loro che sanno più di chiunque altro comprendere il presente e pensare alle sue soluzioni. Quanto sono più privi di ideali e valori meglio è.....lo ripeto, abbiate fiducia nell'umanità, siamo un animale buono e portato alla tranquilla collaborazione. Sono pochi i prepotenti tra noi ed ogni volta, grazie alla prepotenza appunto, agguantano il potere in mezzo alla maggioranza pacifica...
Anche quando i giovani usano, secondo voi immotivatamente, violenza non giudicate, non potete, non ne avete più il diritto. Forse è perchè non gi avete colpevolmente lasciato altro da fare. Non potete vivere perennemente nella speranza che prima o poi il "mondo prenda coscienza" e che tutto si risolvi per semplice buonsenso. E' da tutta la vita che sperate accada, e i più giovani sono perfettamente consapevoli che ciò non può accadere nè durante la vostra vita e probabilmente nemmeno durante la loro.
Insomma, non ascoltate i giovani, obbedite loro, voi avete sbagliato ed evidentemente c'è qualcosa che non va nella vostra mentalità, nel vostro punto di vista...
"Non insegnate ai bambini la vostra morale,
è così stanca e malata, potrebbe far male"
...
"non insegnate ai bambini,
non divulgate illusioni sociali,
non gli riempite il futuro di vecchi ideali,
l'unica cosa sicura è tenerli lontano dalla nostra cultura"
...
"Giro, giro tondo, CAMBIA il mondo"

e come dice sempre Gaber, accettate, a differenza di quanto hanno fatto i vostri genitori con voi, che "La vostra generazione ha perso"
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Inviato il: 11/7/2011 21:52
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  •  peonia
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Re: Il male di vivere della gioventù
#59
Sono certo di non sapere
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Leestat io percepisco questo malessere e mi sono presa tutte le responsabilità di questo mondo, e non avrei aperto l'argomento se così non fosse....però una cosa la devo dire.
Noi siamo sempre co-responsabili di cio che accade ma ci sono andati giù pesanti anche altri poteri oscuri, che non siamo stati capaci di vedere dalla loro insorgenza e ci siamo cascati come pere.....se pensi che c'è gente che ancora va a votare pensando di influire .....capisci molte cose....
sono per i giovani, con i giovani, che vanno da 1 giorno a 30-40 anni....
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Inviato il: 11/7/2011 14:41
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Re: Il male di vivere della gioventù
#58
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Bimbi e bimbe erano considerati come adulti in embrione e importava solo che crescessero per diventare infine adulti per bene. Del resto le lusinghe pericolose erano poche, e l’immoralità era lontana dal venire assunta come status sociale: pressoché impensabile... come i lussi e le alternative di qualsiasi genere. In un batter di ciglia, diciamo in cinquant’anni, tutto è cambiato, ma l’uomo è per sua natura adattogeno: peccato che in genere non abbia consapevolezza di quello che perde e di ciò che acquista.

direi con precisione che è avvenuto con la "liberazione" americana.....ah! c'avessero mai salvato!!!!


Ottimo pensiero Benitoche, non ho capito però con chi dialogavi dandogli del lei....
ma le tue argomentazioni fanno parte di un'altra cultura, quella che cercherei di recuperare...più europea e meno mericana! giusto alcuni saggi anziani le possono capire...
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Inviato il: 11/7/2011 14:35
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  •  Lestaat
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Re: Il male di vivere della gioventù
#57
Dubito ormai di tutto
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rimosso perchè duplicato
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Inviato il: 11/7/2011 3:42
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  •  Lestaat
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Re: Il male di vivere della gioventù
#56
Dubito ormai di tutto
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Prometto che domani argomento meglio il concetto ma intanto giusto per rispondere in modo diretto e senza giri di parole alla domanda fondamentale che ponete (Cosa possiamo fare per aiutare i giovani?)
Chiudere quella dannata bocca e levarvi tutti quanti dalla scatole lasciando la gestione del potere a chi ha voglia di creare un cazzo di futuro, e soprattutto a chi non ha già comprovatamente fallito sotto tutti gli aspetti della vita come la vostra generazione e quella che vi ha preceduto.

Un po' troppo "radicale"?

Per voi di sicuro.
Parlo di voi poi, solo perchè non so bene in che categoria mettermi data la mia età a metà strada tra il "ggiovane" e l'Adulto.
Non so se le idee dei giovani ci sono, non so, nel caso, se sono giuste ma una cosa la so per certa: le vostre sono sbagliate.
La società che scaturisce dalla vostra morale, dalla vostra etica e dalle vostre idee di organizzazione sociale hanno fallito miseramente. Tutti quanti voi, ma proprio tutti, direttamente o indirettamente, siete responsabili della creazione di questo schifo di mondo e non solo vi ostinate a voler gestire, aiutare, comandare, dominare la società e i vostri "ggiovani" ma lo fate con l'arroganza di chi è convinto di aver capito qualcosa in più....perchè voi avete vissuto...certo.....avete esperienza, ovvio...e soprattutto, guardandovi attorno, non si sa come, vi sembra anche di aver fatto un buon lavoro.
Il male di vivere della gioventù?
Beh...come minimo.
Senza prospettive, senza l'elementare capacità alla ribellione perchè sopita da una valanga di "VALORI" sempre pronti da fargli usare quando alzano troppo la testa...
E mi basta vedere VOI, in questo momento tragico, guardarvi mentre vi deprimete senza ritegno, attoniti di fronte alla vita perchè la pensione non vi fa arrivare alla fine del mese, perchè lo stipendio copre a malepena il mutuo....con i vostri sguardi vuoti a fare la fila agli hard discount dove vi sentite spaesati di fronte alle etichette strane e mai viste in tv. Mentre mugugnate contro il "governo ladro" di turno e vi scandalizzate poi per le sassaiole in val di susa....eh.....la violenza è male eh.....
Eh già, perchè non lo sanno che è male quelli che tirano i sassi. Lo ignorano. Come gli arabi che ci odiano a prescindere, che sono malvagi per il gusto di esserlo.
Dicevo mi basta guardarvi adesso, depressi, quasi automi, per capire quanto sia TUTTO e DEL TUTTO sbagliato ciò che pensate della società e del mondo. Quanto sia limitata la vostra capacità di elaborare una visione di insieme lucida e priva di schemi precostituiti.
Sono sempre stati i giovani, in ogni epoca, quelli che hanno salvato il culo a quelli come voi, ogni volta che si sono presi il potere, ogni volta che sono riusciti ad influenzarlo, ogni volta che hanno dato la vita per un mondo diverso, perchè è il loro essere radicale che muove le cose, perchè è quando si ribellano alle vostre morali, al vostro aiuto, alla vostra etica che il mondo cambia.
Forse per poi tornare uguale sempre per lo stesso motivo: perchè chi contribuisce ad un cambiamento crede di aver capito come vanno le cose e crede di aver ragione per sempre.....
ah già....dimenticavo che la vostra di generazione non ha cambiato niente....inutili da giovani e arrogantemente prepotenti da adulti...
Avete fatto proprio un gran bel lavoro. E' giusto che siate voi a spiegare la vita a questi "ggiovani" bamboccioni.

http://www.youtube.com/watch?v=IVnPotcVkFQ

PS
Ovviamente il tono è volutamente irriverente e irriguardoso...
è scritto di getto così mam mano che pensavo perchè è un argomento che mi tocca nel profondo e mi piacerebbe che badaste al succo più che alla forma...non mi sono rivolto a nessuno in particolare ovviamente

PPS
Mi sarebbe piaciuto inserire direttamente il video youtube ma non riesco....che diamine di tag si usa?
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Inviato il: 11/7/2011 3:42
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  •  benitoche
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Re: Il male di vivere della gioventù
#55
Dubito ormai di tutto
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Caro amico, molti anni fa, un amico mio che di figli ne aveva cinque, grande osservatore di fenomeni vegetali ma anche di tutto il resto, con un sospiro rassegnato mi disse: «Fare il genitore è l’unica professione
in cui quello che fai si rivela giusto o sbagliato dopo vent’anni o piú». Per quello che ho visto lungouna vita concordo abbastanza con la sua saggezza.

Estroflettendosi in cerca di regole, si scopre sempre dopo che queste erano troppe o troppo poche, e che alcune, per noi importanti, scivolano sulla prole come acqua sul manto delle foche. Gli alberelli crescono per forza propria e, a questo proposito, crescevano pure
benissimo quando era assente la cultura del bambino e del fanciullo. Poi un attento giardiniere può certamente aiutare una sana crescita con qualche tutore. E, alle volte, nemmeno lui può far molto. In generale
un tempo l’educazione del bambino, seppure discutibile, era piú facile: i binari erano stabili e non sciabolavano impazziti come durante un terremoto.

Bimbi e bimbe erano considerati come adulti in embrione e importava solo che crescessero per diventare infine adulti per bene. Del resto le lusinghe pericolose erano poche, e l’immoralità era lontana dal venire assunta come status sociale: pressoché impensabile... come i lussi e le alternative di qualsiasi genere. In un batter di ciglia, diciamo in cinquant’anni, tutto è cambiato, ma l’uomo è per sua natura adattogeno: peccato che in genere non abbia consapevolezza di quello che perde e di ciò che acquista.

Ora, insieme al Dottore, anche bypassando la giustificazione esoterica che lei e i lettori conoscono, arriviamo subito alle linee guida che valgono, che funzionano alla prova della realtà. Steiner indica per il
primo settennio del tutto essenziale l’ambiente fisico, cioè tutto quello che il bambino può vedere ordinariamente (non ideali o contenuti interiori ma ciò che vede con i sensi) poiché nel primo settennio egli è
soprattutto un imitatore.In questo periodo il bimbo è straordinariamente plastico.Ho visto in una famiglia buona ma attraversata da rancori e litigi, un bambino che cresceva troppo lentamente e sembrava quasi
deperito.Quando, e per fortuna, ci furono chiarimenti e una restaurata armonia, il fanciullo – questione di mesi – fiorí in maniera visibile e crebbe di statura. Senza dottori e integratori.

Dunque, nel primo settennio l’ambiente circostante plasma il bambino. Le parole magiche sono: imitazione ed esempio.
Divergo da lei sul giudizio di valore: i primi sette anni sono fondamentali poiché formano tutto. Organi, carattere ecc. È per noi adulti che essi sembrano piú ‘scarsi’ poiché è minore la nostra soddisfazione per
l’interazione cosciente con il piccolo. Tutto qua.
Nel secondo settennio si cambia binario, e le rotaie si chiamano: autorità e imitazione morale. Poiché lei ha due figli, uno di 7 e una bambina di 11, converrà che siamo dentro questo parametro.Però vorrei considerare le sue parole. Se sua moglie ha detto veramente che “ solo con la dolcezza protettiva si forma un carattere sereno e non aggressivo”, ciò varrebbe soprattutto per il primo settennio, ed è terribilmente semplicistico, poiché il bambino non è la somma passiva delle vostre caratteristiche.

La frase indicherebbe piuttosto un buon principio pedagogico per l’allevamento di un cane con il quale calma, dolcezza e non aggressività (del padrone o capo branco), faranno crescere lui con le medesime virtú.
Mentre il bambino è ‘altro’ da voi, e assai spesso crescerà con caratteri molto o del tutto diversi dai vostri.
Nel bene o nel male sono il suo patrimonio individuale.
) )
Talvolta occorre tener fermo a fronte di capricci passeggeri. Il ‘no’ non deve spaventare i genitori: una ragionevole austerità fa bene ai ragazzi: è solo questione di buon senso, ossia di dedicarsi ad un sano rapporto con la realtà senza le deformazioni date dalle rappresentazioni e astrazioni o dalle ideologie pedagogiche. Certo che rifiutare il gelato ai ragazzi e comprarselo per sé sarebbe stolto o criminoso...
Bisognerebbe vincere la paura subconscia che sorge nell’anima quando ci si trova davanti il gravoso compito di educatori, e questo vale sia per i genitori che per gli addestratori di cani. In tal senso, la minor sensibilità dei nostri nonni verso i nostri padri era, per certi versi, migliore di una attenzione e sensibilità che nasce e cresce nel timore della propria insufficienza. Non bisogna aver paura dei propri figli!
È questo che genera tutta l’insufficienza odierna. Il Padre e la Madre rimangono archetipi celati nell’anima per l’intera vita: per il bambino i genitori sono di un’importanza gigantesca, anche quando
non venga espressa, e un pochino di forza e dignità non guasterebbe affatto (ascoltate di Giorgio Gaber I Padri miei e I Padri tuoi).

L’antroposofia è una realtà sua e non dei suoi figli, se vuole usarla meglio sarebbe che essa fluisse nella misura in cui è divenuta contenuto vivo di lei stesso e non come schema di pensieri. Le racconto questa: conoscevo due antroposofi, ambedue medici e di cultura medio-alta. Avevano due figli a cui era stato proibito tutto il pensabile secondo una visione astratto-restrittiva della pedagogia e didattica antroposofica.
Mi limito al cibo. Mi accorsi che i bambini, messi a dieta stretta dallo svezzamento in poi, divenivano sempre piú grassocci. E non sembrava un retaggio, con genitori belli e magri. Feci qualche piccola indagine e scoprii che a scuola e con gli amichetti, cioè lontani dallo sguardo dei genitori, facevano tutto quello che era loro stato proibito e con avidità trangugiavano merendine, salumi, cioccolate ecc.

Spazzolavano tutto il possibile. Questi sono i risultati delle astrazioni prive di buon senso, cioè di realtà.
Non dissi nulla ai genitori perché una parte del mio cuore batte sempre per le minoranze oppresse.
Massimo diceva che “la concentrazione non ha mai ucciso nessuno”. Nel suo caso io direi che una minima severità pacata farebbe bene a tutti. E spieghi a sua moglie che le incomprensioni subite da lei nel passato non hanno alcuna parentela col soddisfacimento dei capricci dei figli. Basta fondarsi sulla realtà, cosa che dovrebbe essere uno dei frutti dell’antroposofia. Mentre l’antroposofia pensata può respingere molte persone del tutto sane. Non travasi antroposofia nei bambini, piuttosto mostri loro la bellezza di un architrave o il mistero della forma (diversa) delle foglie. In questo senso il mondo è pieno di meraviglie e misteri: educhi la loro attenzione in questa direzione. Racconti loro le storie degli eroi mitici, antichi o moderni. Se non le ricorda, trovi racconti del genere e inizi lei a leggere con entusiasmo e rispetto. Dia loro materia degna di interesse (se poi uno si innamora di Ercole e l’altra di Jacques
Cousteau, vanno bene ambedue).

Inoltre: i bambini sono molto prudenti con gli adulti, e si potrebbe dire
che bambineggiano per una istintiva forma di autodifesa. Parli con loro come avessero due anni di piú ciascuno. Vedrà come a poco a poco si paleseranno con momenti di saggezza e maturità da restare a
bocca aperta. Dia loro da leggere storie e saggi per ragazzi piú grandi. Poi inizi a chiedere notizie esatte (faccio un esempio: la bambina potrebbe leggere la Storia della Marina e lei potrebbe chiederle, come
fosse ovvio, i nomi delle navi. Al bimbo, con le avventure degli Dei olimpici, chieda con interesse nomi, avvenimenti ecc.) Va bene tutto: Salgari, Verne, Dante. Scelgano loro. Lei porti e non spinga, ma sostenga
le loro inclinazioni. Sarebbe splendido che entusiasti di qualcosa (potrebbe essere anche la botanica delle piante lungo i muretti abbandonati) incominciassero a memorizzare per il piacere di farlo; la
comprensione come la intendiamo noi importa poco, molto invece l’imparare a memoria. Mi ricordo che in IV elementare, avendo letto Viaggio al centro della terra di Verne, imparai spontaneamente a memoria il misterioso scritto in latino che indicava la via ai coraggiosi personaggi.
Il mestiere di genitore è piuttosto ingrato, e se trovano uno zio o un conoscente da ammirare o persino da adorare, seppure con occhi ben aperti, sappiate fare un passo indietro. Difficilmente si vedono eroi e
superuomini nella propria casa. Però infiammarsi per qualcuno o qualcosa è il nutrimento dell’anima nel secondo settennio. Ai genitori rimane l’infinito compito di amare, che sarebbe la cosa piú facile del mondo se non fosse invischiata nei mille distinguo dettati dai fantasmi suscitati dal sé personale.

Vorrei aggiungere ancora che nel processo di individuazione dei ragazzi è spesso poi inevitabile un invisibile o palese respingimento dell’ordinario sperimentato nell’ambiente familiare. Circa i fondamenti dell’antroposofia sarebbe proficuo, nel terzo settennio, avvicinare i giovani a qualcuno che la conosca e sia estraneo alla famiglia e che, soprattutto, sia dotato di autorevolezza, pazienza e di sincero amore per lo Spirito. Da padre a padre la saluto e le auguro buona fortuna.
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la religione è indispensabile
soltanto a un’umanità rescissa dal mondo divino-spirituale.
Inviato il: 11/7/2011 1:38
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  •  mangog
      mangog
Re: Il male di vivere della gioventù
#54
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Citazione:

Makk ha scritto:

La società ha sempre avuto come scopo "irregimentare" i giovani e normalizzarli nel "buon cittadino", salvo espellere nell'emarginazione, la malattia mentale o la delinquenza incallita (compresa quella politica) quelli che non si adattano.



Come si fa espellere uno dalla "società" non mi è tanto chiaro..... il criminale giustamente lo si mette per un pò di tempo in galera....il matto vive in una dimensione propria e dell'integrazione nella società non sa cosa farsene.... ma tutti gli altri emarginati dove si trovavano prima di essere espulsi se non nella società ? Espellere qualcuno emarginandolo è un processo che richiede una qualche analisi .... e sarebbe utile individuare chi sono gli emarginati, escludendo i criminali ed i pazzi, e risaliire alla loro condizione prima dell'emarginazione.
Chi sono gli emarginati ? I poveri !! ( che ovvio ). Poveri i poveri.. non sono voluti da nessuno ( tranne che da Maurizio Costanzo sempre in cerca dei casi umani ).. servono a poco o niente ( se non per far capire ai non poveri di come non bisogna vivere, in analogia agli attori che recitano da cani che servono per capire come NON SI DEVE RECITARE )... dunque vivono ai margini quasi in maniera parassitaria. Speriamo che la condizione di povero non sia sempre irreversibile.
Gira e rigira il problema è la quantità di denario a disposizione o la voglia di fare soldi e la consapevolezza che i soldi bisogna sudarseli ? ( non necessariamente i milioni di euro.. bastano 35.000 euro all'anno per vivere più che dignitosamente ...)
Ecco il punto.. la società ( Stato o famiglia ) che non permette o non aiuta i giovani a fare i soldi ( e parliamo chiaramente una volta ogni tanto.. anche se "aiutare fare i soldi" mi fa venire in mente colui che vuole farsi aiutare "a far l'amore" sperando di partecipare al godimento del gigolò che gli sta scopando la moglie.... guardoni esclusi )
PS.. questa generazione si troverà per la prima volta dalla fine della seconda guerra mondiale a godere di un benessere ridotto rispetto alla generazione precedente..... è come da sempre i giovani sono il futuro al quale passare il testimone .
Inviato il: 10/7/2011 8:50
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  •  NiHiLaNtH
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Re: Il male di vivere della gioventù
#53
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Citazione:
cusami NiHiLaNtH, ma i giovani che tu conosci SONO TUTTI COSI'??? I "giovani" prendono in prestito i modelli che la società gli propone, non SONO COSI'. C'è una differenza SOSTANZIALE. Questo stato sociale non è difficile solo per i "giovani" ma per TUTTI NOI. Buttare tutto in un enorme calderone non aiuta a vedere le cose per ciò che sono. Un saluto



Non SONO così ma ce li fanno diventare

i genitori moderni sono più scemi dei figli e li abbandonano davanti alla tv fin da piccoli
la scuola non insegna niente

essere un bravo genitore è davvero difficile
Inviato il: 9/7/2011 18:47
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  •  Makk
      Makk
Re: Il male di vivere della gioventù
#52
Mi sento vacillare
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Dimenticavo:
l'importante è non farsi mettere "nelle scatolette"






Scatolette sulla collina [del sobborgo, ma anche del cimitero],
scatolette di cartapesta, tutte uguali,
Ce n'è una verde e una rosa e una blu e una gialla
E sono tutte fatte di cartapesta e sembrano proprio tutte uguali.

E la gente nelle case [=scatolette] va tutta all'università
Dove viene messa in scatolette e ne escono fuori tutti uguali
E ci sono dottori e avvocati e uomini d'affari
E sono tutti fatti di cartapesta e sembrano proprio tutti uguali.

E giocano tutti sul campo da golf e sorseggiano il loro Martini dry
E hanno tutti graziosi bambini e i bambini vanno a scuola
E i bambini vanno al campo scuola e poi all'università
Dove vengono messi in scatolette e ne escono fuori tutti uguali

E i ragazzi vanno al lavoro e si sposano e mettono su famiglia
In scatole fatte di cartapesta e che poi sembrano tutte uguali
Ce n'è una verde e una rosa e una blu e una gialla
E sono tutte fatte di cartapesta e sembrano proprio tutte uguali.
Inviato il: 9/7/2011 14:56
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  •  Makk
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Re: Il male di vivere della gioventù
#51
Mi sento vacillare
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Citazione:

peonia ha scritto:
Che i giovani siano sempre radicali, idealisti, pieni di slanci e insicurezze, ok ma, ripeto, oggi la società che dovrebbe aiutarli, sostenerli, indirizzarli è frantumata, corrotta, inadeguata

Sbagli prospettiva, Peonia.

La società ha sempre avuto come scopo "irregimentare" i giovani e normalizzarli nel "buon cittadino", salvo espellere nell'emarginazione, la malattia mentale o la delinquenza incallita (compresa quella politica) quelli che non si adattano.
Questo naturalmente con l'esclusione delle élites, dove i giovani fanno (come sempre hanno fatto) il cazzo che vogliono perché, quando viene il momento, non c'è dubbio che li si può "comprare" alla vita di "normale classe dirigente" (nel senso che soldi e benefit sono int ale abbondanza che non si pone il problema che resistano al farsi comprare).

Aiutare, sostenere e indirizzare è sempre stato un compito rivolto ai "futuri buoni cittadini", non a tutti i giovani.
Questo è il modo in cui il potere si esprime e la società (società nell'accezione di "guida" in cui la stai usando in questa occasione) fa sostanzialmente questo.

Ci sono delle finestre temporali in cui le società cambiano il loro modo di rapportarsi col problema di integrare i giovani nella vita adulta.

L'andamento di una società "sana e robusta" è sostanzialmente "reazionario": la società ha delle sfide da raccogliere (conquiste militari, boom economici, dittature) e coccola (= indirizza) i giovani, dandogli grande impulso e importanza (e grazie al c#@$%! Sono la carne da cannone dell'obbiettivo "magnifico e progressivo").
Ma è anche il momento in cui la la funzione di indirizzo (conformizzante) si fa brutale, poche ciance e al lavoro (o al fronte).
Sono periodi in cui c'è un ottimismo contagioso e cieco, che raramente ripagherà il sacrificio fatto (= rinunciare alla moderazione nel "ricondurre all'ovile" i giovani e derubarli della libertà di sentirsi ribelli e progettuali).


Ci sono periodi in cui la società è in crisi sistemica (perdere una guerra, subire un tracollo economico grave). Qui la stretta conformistica della società sul controllo del giovane non si allenta, più che altro cessa di esistere: si ha quello che tu chiami "abbandono" del giovane a sé stesso, privilegiando il si salvi chi può.
Il conformismo diventa più un rifugio che un obbligo, per i giovani. Il messaggio è "fate quello che vi pare, siete liberi" (traduzione: arrangiatevi).


Ci sono periodi in cui la società diventa particolarmente oppressiva e allora la reazione di rifiuto dei giovani è specialmente dirompente. In quei periodi riescono a esprimersi con una generale sensazione di vitalità e di "frizzantezza" e la tendenza è "progressista".
Ma questi periodi coincidono con le società in stagnazione, cioè quando si indebolisce, per stanchezza, la stretta della società sul controllo del giovane: non avendo stimoli da offrire, la società si irrigidisce in lacciuoli e stilemi consunti e obsoleti, facili da vedere, bersagli agevoli per la volontà dei giovani. Che a loro volta si fanno strumento del cambiamento (positivo o negativo? Non si sa in anticipo!)

Come vedi, per i giovani esiste raramente un periodo "positivo" (secondo la mia analisi, dal loro punto di vista solo quello di stagnazione lo è).


Noi stiamo attraversando varie fasi, dal dopoguerra ad oggi:
l'esplosione del boom economico (poche palle e rimboccatevi le maniche).
La stagnazione e rivolta verso il cambiamento (anni '60/70)
La restaurazione in una finta società sana (anni '80/90), con una spinta verso un presunto "sol dell'avvenire capitalista", che li ha reclutati in massa al Dio denaro (purché facile e "da furbi").
L'immancabile crisi economica che stiamo vivendo, sistemica perché fondata sui piedi d'argilla che "caduto il muro tutto andrà bene", anche le peggiori cazzate, bruciando una generazione sull'altare dell'individualismo, per definizione non costruttivo e quindi che non lascia in eredità niente: né una stagnazione da troppa opulenza né una sfida al futuro, ma solo la melma recessiva in cui ci stiamo dibattendo.

Come si uscirà da questa situazione... ci vorrebbe la boccia di cristallo.
La mia impressione è che si avrà una nuova fase "reazionaria", perché il barcollare dell'Impero nordamericano rende probabili sfide per la supremazia da parte delle potenze concorrenti.
Per i giovani un'altra fase "pochi grilli per la testa e pedalare".

Ma questo è domani. L'oggi?

Citazione:
da questo volevo partire per prenderci carico ognuno delle proprie resposanbilità passate, presenti e future....

Dolorosa questione...

Allora, peonia, se viviamo in una fase di "cari i miei giovani, arrangiatevi", cosa possono fare loro per sé stessi e cosa noi adulti per loro?

Poco, molto poco... se quel po' po' che è la società, con tutta la sua potenza persuasiva e per quanto desiderosa di irregimentarli, non ne ha la forza, non trasmette valori, né trasmette troppi valori costringendoli alla ribellione... cosa possono mai fare dei piccoli, impotenti singoli individui?

Però...


Però, se la società non ha la forza di opprimerli con la sua tendenza normalizzatrice, significa anche che sono liberi di scegliersi una strada. Di coltivarsi, di procurarsi dei valori che la società non trasmette, dei valori loro.

E questo è un suggerimento e una linea-guida: aiutare non "tutti i gggiovani", ma i giovani che hai a portata di mano, con cui sei a contatto.

Spingerli a crearsi una personalità, anche se non si vede lo sbocco lavorativo (che ce n'è davvero poco, adulti o giovani che siano/siamo).

Ricordargli che c'è una spessore nella vita, che è la nostra storia, la nostra capacità di guardarci indietro e imparare dal passato, per essere pronti al futuro.

Cercare di infondergli l'ottimismo che studiare, imparare, fare esperienze, crescere, amare, non portano quattrini a breve ma sono importanti lo stesso, perché una persona completa è comunque più adatta alle sfide di una che ha rinunciato a coltivarsi "perché tanto non c'è futuro".

Incoraggiarli a leggere, viaggiare, a credere-nelle/costruirsi-le amicizie (altro valore in picchiata, ma possibile "paracadute" nei frangenti più cupi),
perché...
perché...
perché non te lo posso spiegare, giovane parente, figlio di amico, giovane semisconosciuto con cui chiacchero per caso... ma volerti bene, autostimarti, ti aiuterà nei momenti difficili più che stare qui depresso a pensare a un futuro rispetto al quale non tu, ma neanche i "grandi" (ironico) della politica e della finanza sanno un cazzo di cosa ci aspetta.


Diceva (son quasi sicuro fosse lui) Don Milani:
studiare è come comprarsi gli occhiali. Non ti porta niente nel piatto, ma quando devi attraversare la strada (la vita) e rischi che ti tirano sotto, hai più possibilità con gli occhiali che da miope.

E diceva anche (e qui sono sicuro, invece): se tu hai 500 parole e quell'altro 2.000, quello ti fregherà quando vuole.

"Studiare" io lo estendo a "imparare" (anche da/su sé stesso).
Inviato il: 9/7/2011 14:33
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  •  peonia
      peonia
Re: Il male di vivere della gioventù
#50
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 26/3/2008
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Incredulo, oggi sono più come descrive NihiLanTH, che come li vedi tu, o comunque il fatto che una grande parte lo sia è già di per sè agghiacciante, secondo il mio punto di vista.
Nell libro, citato sopra, quelle storie sono di ragazzini i cui genitori sono totalmente ignari della loro "seconda vita"......aggiungerei forse di troppe cose!
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Inviato il: 9/7/2011 13:18
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  •  peonia
      peonia
Re: Il male di vivere della gioventù
#49
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 26/3/2008
Da Roma
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scusa Mangog ma chi permette a quei "mocciosi" quel comportamento?????
se fossero meno disattenti e permissivi i genitori, i ragazzi crescerebbero meglio!!!
Noi genitori dobbiamo svolgere il ruolo di "contenitore sicuro", anche essendo severi quando serve!!!!!
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Inviato il: 9/7/2011 13:15
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