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   SCAPAC
  SCAPAC 2 - Rigassificatori

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Re: SCAPAC 2 - Rigassificatori
#5
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 11/4/2009
Da Freedonia
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L'italia "gasata"

L’eco-business dei rigassificatori

L’Italia va a gas. Non completamente, ma abbastanza da essere dipendente molto più da questo combustibile fossile che dal tanto giustamente criticato petrolio. Secondo le statistiche di Terna, società che dal 2005 gestisce la rete di trasmissione nazionale, la maggior parte delle centrali termoelettriche italiane sono alimentate a gas naturale (60,5% del totale termoelettrico nel 2006), a carbone (16,9%) e con derivati petroliferi (12,9%). Ma nel 1995 (quindi prima dell’entrata in vigore della famigerata delibera detta CIP 6 che assimilava le centrali a ciclo combinato alle fonti rinnovabili), gas naturale, carbone e petrolio “pesavano” rispettivamente per il 23,7%, il 12,2% e il 60,8%.

Il problema è che politici di ogni colore e industriali hanno puntato molto sul gas perché questa fonte fossile ha supportato la riconversione profonda delle strutture energetiche nazionali (costruzione delle ormai famose centrali a ciclo combinato). Negli anni passati si è fatto di tutto per far arrivare quanto più gas possibile, costruendo una fitta rete di gasdotti e favorendo in maniera vergognosa la costruzione di rigassificatori. Per vincere le resistenze delle popolazioni preoccupate per gli effetti sul territorio e sulla salute si sono gonfiate le previsioni dei consumi, si sono minacciati fantomatici black-out, si è ricorsi, insomma, alla solita politica dell’emergenza che ormai è un utile strumento per cercare di far passare tutto.
Ma i nodi vengono sempre al pettine.

La crisi economica che attanaglia il sistema capitalistico da un paio di anni ha provocato una diminuzione drastica dei consumi facendo saltare le previsioni gonfiate, presentate negli anni passati come “verità assolute” e indiscutibili.
Insomma, anche se nessuno ne parla siamo in piena “bolla del gas”: i consumi di gas italiani sono passati dai 77,3 milioni di metri cubi del 2003 agli 86,1 del 2005, ma poi sono diminuiti a 84,4 nel 2006, rimanendo stabili nel 2007 con 84,9 e nel 2008 con 84,8 precipitando però ad appena 78,1 nel 2009. Anche le importazioni che erano aumentate da 59,2 milioni di metri cubi del 2002 ai 77,3 del 2006 sono scese ai 76,8 del 2008 per poi precipitare ai 69,2 del 2009 (fonte: Ministero sviluppo economico). Come si vede anche prima che la crisi colpisse pesantemente l’Italia, i consumi erano rimasti per un paio di anni stabili, segno che gli aumenti previsti (con la relativa spinta alla costruzione di gasdotti e rigassificatori) erano stati propagandisticamente esagerati.

Comunque la tendenza è generale. Secondo il “World energy outlook 2009”, redatto dall’IEA, Agenzia internazionale per l’energia, si va verso “un forte eccesso nell’offerta di gas nei prossimi anni” tanto da prevedere una “capacità inutilizzata di ben 200 miliardi di metri cubi nel periodo 2012-2015”.
La domanda sorge spontanea: ma allora tutti i rigassificatori di cui si parla da anni (secondo il Ministero sviluppo economico, agosto 2009, ben 9 i progetti presentati in Italia oltre ai rigassificatori già realizzati o in fase di realizzazione) che fine faranno? La risposta di governo e Confindustria parla di fare dell’Italia un hub, punto di smistamento, del gas da immettere nelle reti europee.

Ma questo progetto che fa business sulle spalle dell’ambiente della salute dei cittadini appare oggi irrealistico perché il gas che arriverà in eccesso difficilmente potrà essere piazzato su altri mercati, saturi anch’essi. In presenza di una bolla del gas dai contorni giganteschi come quella che si preannuncia, il gas continuerà ad arrivare dai gasdotti a causa dei particolari contratti che vigono nel settore. In poche parole: i contratti detti “take of pay” prevedono che se l’acquirente non ritira il prodotto deve pagare per il quantitativo non ritirato. L’acquirente può solo non ritirare subito il prodotto pagato, riservandosi di riceverlo successivamente. L’altro mercato, quello che spesso viene ricondotto ai rigassificatori, detto “spot” perché fondato su contratti a breve termine, è quasi inesistente in Europa e non si svilupperà certamente in presenza della “bolla”.

A questo proposito ci pare interessante riferire l’opinione di un consulente del Ministero dello Sviluppo Economico, il prof. Urban, rilasciata all’agenzia AGI Energia il 17 novembre 2009: “ In Italia abbiamo decine di terminali GNL, di cui si prevede o si auspica la costruzione nei prossimi anni.
Molti di questi non hanno né contratti di acquisto del gas naturale né contratti di vendita dello stesso sul mercato interno… si tratta molto probabilmente di cattedrali nel deserto.”

Queste cattedrali nel deserto sono però garantite dallo Stato. I costi di costruzione di un rigassificatore sono notevoli, valutati dai 300 agli 800 milioni di euro. Il rischio dell’investimento sarebbe elevato.
Per incentivare la costruzione di questi impianti, lo Stato italiano è intervenuto garantendo la copertura di gran parte dei costi e dei rischi economici dei rigassificatori. Grazie alla delibera 178 emanata dall’Autorità per l’energia nell’estate 2005 (governo Prodi), lo Stato italiano ha azzerato, di fatto, il “rischio di impresa”. Con questa delibera l’Autorità per l’energia: “assicura anche in caso di mancato utilizzo dell’impianto” la copertura di una quota pari all’80% della potenza nominale da rigassificare. Così, se le società che gestiscono i terminali non riusciranno a procurarsi il GNL, interverrà lo Stato italiano che le rimborserà con i soldi prelevati dalle bollette dei cittadini.
Ma non è finita. Al servizio di rigassificazione si applicano le tariffe differenziate fissate dall’Autorità dell’energia a seconda dei costi dell’impianto. A causa dell’ammortamento del costo dell’impianto il gas dei nuovi rigassificatori, sarebbe fuori mercato. Grazie alla citata delibera dell’Autorità per l’energia, lo Stato si accollerà, per meglio dire scaricherà ancora sui cittadini, attraverso le bollette, le differenze di costo.
È evidente che la costruzione dei rigassificatori non porterà giovamento sul versante dei prezzi mentre porterà un aggravio dei costi sulle bollette dei consumatori.

I rigassificatori sono inutili, perché di gas ce n’è fin troppo, sono dannosi per l’ambiente a causa dell’inquinamento atmosferico che provocano e sono pericolosi, per i rischi di incidente disastroso che comporta questa tecnologia.
Inviato il: 15/5/2010 11:46
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Re: SCAPAC 2 - Rigassificatori
#4
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 11/4/2009
Da Freedonia
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Per chiunque non riuscisse a vedere il filmato qua sul sito di luogocomune suggerisco di usare il browser Internet Explorer. Infatti il plugin richiesto per riprodurre il video è contenuto in windows media player.
Inviato il: 28/8/2009 2:44
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  •  Alex_84
      Alex_84
Re: SCAPAC 2 - Rigassificatori
#3
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 15/9/2008
Da
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EDIT: due link che si allacciano al punto 4 del post di Lezik85

Uno parla di una simulazione di incidente...questo

L'altro è più sfizioso.. questo
Inviato il: 27/8/2009 19:04
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Re: SCAPAC 2 - Rigassificatori
#2
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 11/4/2009
Da Freedonia
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Il prologo di Angela direi è molto sommario (questioni di tempo?), poichè sdogana la faccenda del "palombaro a cui chiudono il rubinetto" come un capriccio di chi manovra le valvole. Verosimilmente dietro a suddette questioni ci sono interessi ben più che semplici capricci.Interessi geopolitici molto specifici che accumunano Russia e USA.

I seguenti articoli sono molto delucidanti:

http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=27389

http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=27485

http://www.antimafiaduemila.com/content/view/11592/48/

Un appunto per l'inizio del filmato. Si vedono scene di guerriglia urbana, ciò potrebbe portare a pensare allo spettatore che tali persono sono i "soliti facinorosi di sinistra" e non, invece, persone che si oppongono legittimamente al braccio forte dello Stato. Infatti lo speaker tenta di mascherare (o meglio lo insinua) l'accusa esplicita, che queste persone siano solo delle teste calde, parlando di sviluppo economico e CIVILE. Una maniera subdola per etichettare i manifestanti come barbari, adducendo nello spettatore la sensazione della protesta come un fenomeno incivile.

1) Si parte descrivendo il rigassificatore come "all'apparenza non sembra così pericoloso". Premesso che il rigassificatore è sottoposto alla legge Seveso relativa agli incidenti rilevanti, di conseguenza non può essere definito un impianto "privo di rischio", c'è stato uno studio redatto dal Dr. Jerry Havens (An assessment of the Potential Hazards to the Public Associated with siting an LNG Import Terminal in the Port of Long Beach), per conto del Consumer Protection and Safety Division - California Public Utilities Commissionche, che ha convinto la commissione approvante la costruzione di un rigassificatore nel porto di Long Beach a cancellare la costruzione dello stesso.
Non solo, è inutile che si tenta di rassicurare lo spettatore con la storia della presunta robustezza dell'impianto quando uno studio preparato per il Pentagono nel 1982 afferma che:“ È probabile che se il 9 % del carico di GNL di una nave cisterna fuoriuscisse sull’acqua. [...] Si trasformerebbe in una nube o un pennacchio e si disperderebbe lungo la superficie fino a incontrare una fonte di accensione. Tale nube potrebbe in dieci/venti minuti allungarsi sottovento almeno tre miglia. Alla fine potrebbe arrivare più lontano, dalle sei fino alle dodici miglia. [...] Come un palla di fuoco potrebbe bruciare qualsiasi cosa nel suo raggio, ed il suo calore radiante potrebbe causare ustioni di terzo grado e dar vita a incendi fino a uno/due miglia di distanza dalla nube. Una palla di fuoco di GNL diffondendosi in una città può causare un’enorme quantità di incendi ed esplosioni in una vasta area. Al momento o nel prossimo futuro non c’è modo di combattere un grande incendio di GNL.”. Secondo lo stesso studio:" L’energia sprigionata da una gasiera con un serbatoio di 125.000 metricubi sarebbe equivalente a 55 bombe di Hiroshima prive di radiazioni. Inoltre “Science and Environmental Policy Project” afferma che “L’esplosione di una gasiera di GNL è simile ad un'esplosione nucleare”.
Si sdoganano poi le emissioni dell'impianto solo a livello di "normale vapore acqueo". Andiamo invece nel dettaglio. Il terminale di Panigaglia è dotato di un pontile di scarico per le gaserie, ammodernato nel 1996, avente due serbatoi di stoccaggio per complessivi 100.000 m3 di GNL. Nel 2001 tale impianto ha immesso in rete 3,6 miliardi m3 di gas; la società GNL Italia (dal rapporto "Salute Sicurezza Ambiente" della società Snam rete gas) dichiara che:"Nel 2001 l'attività ha comportato l'emissione in atmosfera di 77.000 tonnellate di ossidi di azoto, 48.000 tonnellate di monossido di carbonio e 93.000 tonnellate di anidride carbonica. Le emissioni in atmosfera di gas naturale sono state di 1,77 milioni m3. Sono stati utilizzati 2,3 milioni m3 di acqua di mare per il raffreddamento degli impianti ausiliari".
La medesima società evidenzia che questi ultimi dati non si discostano da quelli degli anni precedenti, eccezion fatta per le emissioni di gas naturale che sono diminuite da 9,75 a 1,77 m3 nel 2001. Non si possono, infatti, ignorare i pericoli legati a perdite di gas col conseguente rischio di incendi ed esplosioni. Mangiando così anche il verde che circonda l'impianto ligure, tanto amato dallo speaker.
I rigassificatori inoltre sono estremamente pericolosi perchè danno un'enorme contributo ai cambiamenti climatici, poichè il metano è 21 volte più clima alterante dell'anidride carbonica. Per non parlare poi delle modificazioni dell'ecosistema marino.


2) La trasformazione in stato liquido ha sicuramente un costo che lo speaker scorda di enunciare. Infatti Rodger Doyle nel suo studio (Energy Geopolitics, Scientific American) afferma che il trasferimento del gas naturale via mare con metaniere a -161° è un processo che richiede molta energia e implica una gestione costosa e complessa. Non solo ma il passaggio dallo stato liquido a gassoso, in seguito, fa aumentare di volume il gas di 600 volte e in questo frangente il GNL tende, a causa della sua densità, a formare nubi compatte che, prima di dissolversi nell'atmosfera, possono viaggiare trasportate dal vento per km e km a pochi metri dal suolo. Vi lascio immaginare cosa può succedere se tali nubi incontrano una fonte infiammabile.

3) Si prosegue il discorso fornendo dettagli matematici sulla dipendenza energetica dell'Italia dai paesi esteri, senza minimamente accennare agli scenari che ci sono dietro.

4) Punto interessante è la dichiarazione dell'addetto dell'ENI il quale spiega che non ci sono mai stati incidenti significativi con metaniere e il servizio tende a rassicurare lo spettatore sulla sicurezza delle metaniere. Che c'è di strano? C'è di strano che Piero Angela nel suo libro "La Sfida del secolo" ritrae uno scenario apocalittico in caso di incidente di una metaniera:"Una grande nave metaniera, che trasporta 125 mila metri cubi di gas liquefatto a bassissima temperatura, contiene un potenziale energetico enorme. Se nelle vicinanze della costa, per un incidente, dovesse spezzarsi e rovesciare in mare il gas liquefatto, potrebbe cominciare una sequenza di eventi catastrofici. Il gas freddissimo, a contatto con l'acqua di mare, molto più calda, inizierebbe a ribollire, a evaporare e formare una pericolosa nube. Questa nube di metano evaporato rimarrebbe più fredda e più densa dell'aria e potrebbe viaggiare sfiorando la superficie marina, spinta dal vento, verso la terraferma. Scaldandosi lentamente la nube comincerebbe a mescolarsi con l'aria. Una miscela fra il 5 e il 15 per cento di metano con l'aria è esplosiva. Il resto è facilmente immaginabile.
Se questa miscela gassosa, invisibile e inodore, investisse una città, qualsiasi (inevitabile) scintilla farebbe esplodere la gigantesca nube. La potenza liberata in una o più esplosioni potrebbe avvicinarsi a un megaton: un milione di tonnellate di tritolo, questa volta nell'ordine di potenza distruttiva delle bombe atomiche.
Le vittime immediate potrebbero essere decine di migliaia, mentre le sostanze cancerogene sviluppate dagli enormi incendi scatenati dall'esplosione, ricadendo su aree vastissime, sarebbero inalate in "piccole dosi", dando luogo a un numero non calcolabile, ma sicuramente alto, di morti differite nell'arco d 80 anni. Si tratta di uno scenario assolutamente improbabile, ma non impossibile. Quello della metaniera, che si spezza vicino alla costa rappresenta il peggior scenario "energetico" possibile. Cioè l'incidente più catastrofico immaginabile fra tutte le fonti energetiche." Trovo bizzarro che Piero Angela nel suo programma dimentichi un particolare che lui sembra supportare nei suoi scritti. Semplice dimenticanza?
Non solo ma incidenti rilevanti con rigassificatori ci sono stati...Eccome! Certo, sempre che i media ce lo facciano sapere.

-20 ottobre 1944 - esplode l’impianto GNL di Cleveland (Ohio, USA): 131 morti - 225 feriti - 680 senzatetto;
-20 gennaio 2004 - a Skikda in Algeria esplode impianto GNL: 27 morti 74 feriti (il città si salva per il vento);
-31 luglio 2004 - in Belgio esplode un gasdotto di GNL: 15 morti - 200 feriti;
-30 agosto 2005 - in Nigeria esplode un gasdotto di GNL: 11 dispersi.
Inoltre il “The Norway Post”, il 20 settembre 2004, titolava “Gasiera di GNL in avaria a nord di Bergen - ora rimorchiata” e si legge “I motori della nave si erano fermati e con il cattivo tempo le ancore erano inutilizzabili. Comunque, due rimorchiatori erano riusciti a trainarla a circa 27 metri dalle rocce... intanto ci si preparava alla evacuazione degli 800 abitanti dell’isola di Fedje, per paura che la gasiera potesse esplodere se si fosse arenata sugli scogli”. Sul sito CNN.com, il 15 novembre 2002, si leggeva “Un sottomarino nucleare si scontra con una gasiera” e poi “A Barcellona (Spagna) la gasiera di GNL ‘ Norman Lady’ ha avuto una collisione nel Mediterraneo occidentale con il sottomarino USS Oklahoma City. Fortunatamente la gasiera aveva già scaricato il suo pericoloso carico”.

Ho trovato ulteriori 26 incidenti simili degli ultimi 60 anni. Se qualcuno è interessato all'elenco completo me lo faccia sapere.

5) Il tutto si chiude con la metafora delle 4 pentole, omettendo palesemente oggetti altamente importanti alla discussione come lo stoccaggio dei fanghi tossici, la dispersione dei vapori di boil-off, gli eventuali spillings (fughe di metano sia liquido che gassoso).
Inviato il: 27/8/2009 11:39
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SCAPAC 2 - Rigassificatori
#1
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La seconda puntata di Superquark che proponiamo di passare ai raggi X è quella del 21 agosto 2008, dedicata ai rigassificatori.




QUI la puntata originale, per chi non riuscisse a vedere l'embedding.
Inviato il: 24/8/2009 23:32
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