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   WTC7
  BBC & truthers - financial times

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  •  Teba
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Re: BBC & truthers - financial times
#13
Dubito ormai di tutto
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AUDIO QUI.

Jason Bermas, Mark Dice e Alex Jones discutono delle dichiarazioni di Jennings, specialmente sul fatto che vi erano corpi ed esplosioni prima dei collassi d wtc1 e wtc2.

link
Inviato il: 24/6/2008 11:55
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Re: BBC & truthers - financial times
#12
Mi sento vacillare
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La Bhutto era stata assassinata, ed era stata anche dipinta come una "donna che voleva riportare libertà e democrazia in pakistan" dalla disinformazione. Quindi la gente ha protestato per i tagli all'intervista. Ma se la gente non sa delle falsità sull'11/9 non protesterà per le distorsioni delle dichiarazioni sopra.

IMHO

Ma spero di sì.
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Ogni affermazione oggettiva deve avere un riscontro non obiettabile, altrimenti è una menzogna.
Un'affermazione soggettiva non ha alcun valore se argomenta menzogne.
A. R.
Inviato il: 24/6/2008 10:33
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Re: BBC & truthers - financial times
#11
Dubito ormai di tutto
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Da perugia
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Qualche mese fa la BBC si dimostrò molto sensibile alle polemiche conseguite dall'aver tagliato l'intervista alla Bhutto:


http://www.bbc.co.uk/blogs/theeditors/2008/01/post_8.html


Mi chiedo cosa succederebbe se una certa mole di critiche arrivasse alla BBC per i motivi sopra...
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“Se un ebreo ortodosso mi considera "immondo" o mi saluta per primo per non dover essere costretto a rispondere al mio saluto, la cosa non preoccupa più di tanto.” (John)
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Inviato il: 24/6/2008 10:15
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Re: BBC & truthers - financial times
#10
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The Times are a' changin...
Inviato il: 24/6/2008 10:08
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  •  Teba
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Re: BBC & truthers - financial times
#9
Dubito ormai di tutto
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In realtà la sua testimonianza doveva comparire su Loose Change the final cut, ma avendo ricevuto minacce, non venne messa.

Ora che la bbc uscirà con un reportage sul building 7, Jennings ha deciso di renderle pubbliche ora, perchè molto probabilmente saranno incomplete o distorte nel documentario dalla bbc, e finirebbero per dar forza alla versione ufficiale.

"The clip, which was originally intended to feature in Loose Change Final Cut but had to be withdrawn according to Jennings' wishes after he had received threats, has now been made public in anticipation of a BBC documentary about Building 7 which is expected to skew Jennings' account in an attempt to reinforce the official story."
Inviato il: 24/6/2008 9:48
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Re: BBC & truthers - financial times
#8
Dubito ormai di tutto
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"The explosion was beneath me....so when the explosion happened it blew us back....both buildings (the twin towers) were still standing," he added."

"l'esplosione era sotto di me... così quando avvenne l'esplosione ci spinse indietro... entrambi gli edifici (le torri gemelle) erano ancora in piedi"
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Inviato il: 24/6/2008 9:27
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  •  Teba
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Re: BBC & truthers - financial times
#7
Dubito ormai di tutto
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QUI

Barry Jennings ha visto corpi nel wtc7.
Non so se sia una notizia oramai datata, mi pare di no, c'è un video delle sue dichiarazioni.

"Exclusive video of emergency official Barry Jennings discussing explosions inside WTC 7 before either of the twin towers had collapsed and having to step over dead bodies of victims as he attempted to vacate the building has been released for the first time."
Inviato il: 23/6/2008 22:57
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Re: BBC & truthers - financial times
#6
Dubito ormai di tutto
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E' entusiasmante vedere come i "debunker" rappresentino gli ingegneri dell'ARA:

"Il team della ARA è composto da Steven W. Kirkpatrick (21 anni di esperienza nella dinamica delle strutture, nell'analisi dei cedimenti, nell'analisi per elementi finiti; dottorato in ingegneria meccanica dell'Università di Stanford), Robert Bocchieri (esperto in analisi per elementi finiti delle dinamiche non lineari, in meccanica dei solidi, dinamica delle strutture e altri settori, con dottorato in ingegneria aerospaziale della University of Texas di Austin), James Brokaw (esperto in analisi di collassi progressivi di edifici, con Master’s Degree in ingegneria civile della West Virginia University), Robert MacNeill (esperto in analisi termiche e simulazioni LS-DYNA, con Master’s Degree in ingegneria meccanica del Rochester Institute of Technology), e Brian Peterson (esperto in meccanica d'impatto e penetrazione, meccanica dei solidi, meccanica delle fratture, analisi dei collassi e simulazioni LS-DYNA, con Master’s Degree in ingegneria meccanica della Stanford University).
Da soli, questi cinque consulenti hanno più competenze tecniche pertinenti di quante ne abbiano i vari filosofi, teologi, mistici, parlamentari e architetti di giardini che animano il movimento cospirazionista."

http://undicisettembre.blogspot.com/2008/06/wtc7-luglio-il-rapporto-finale-la-bbc.html

Tante informazioni prive di una nozione oramai divenuta la regola tra le analisi espletate per comprendere gli eventi dell'11 settembre 2001...

L'ARA è consociata del BMAG militare:
https://bmag.usace.army.mil/index.php

...ora:
https://pdc.usace.army.mil/

Questi i suoi contratti:
http://www.ara.com/about/contracts.htm

...sono curioso di vedere i risultati!

In funzione del fatto che l'ARA è stato l'ente che ha fornito le simulazioni di esplosioni dovute ad esplosivi sulle twin towers, non trovando nessuna pertinenza con i crolli!

Sul nuovo proposito dell'ARA pubblicato dal disinformatore sul fake-blog "undicisettembre", si legge, come avvenuto e contestato per le twin towers:

"refine the model only in regions where damage occurs"

- rifinire il modello unicamente nelle regioni in cui è avvenuto il danno

http://www.ara.com/capabilities/p_WTCcollapse.htm

Sulle Twin Towers l'ARA comunicò al NIST di aver espletato le simulazioni previdenti un'esplosione dovuta ad esplosivi, e il modello non portò a significativi risultati...

In realtà la simulazione si era limitata ad effettuare lo studio limitatamente alle zone d'impatto degli aerei...
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Inviato il: 9/6/2008 13:58
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Re: BBC & truthers - financial times
#5
Dubito ormai di tutto
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1/08 Complete analysis of initiating event.
3/08 Complete analysis of global building response to initiating event.
4/08 Identify leading collapse hypothesis.
5/08 Complete draft reports for NIST Team review.
6/08 Revised draft reports transmitted for NIST level and NCST Advisory Committee Review.

7/08Release draft reports for public comment.

8/08 Release final reports on WTC 7 Investigation"

http://wtc.nist.gov/media/NCSTAC_December18(Sunder).pdf
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Inviato il: 9/6/2008 13:40
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Re: BBC & truthers - financial times
#4
Dubito ormai di tutto
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...questa la recensione di oggi su EFFEDIEFFE:

La domanda è vecchia, vecchissima. La novità è che, sette anni dopo l’11 settembre 2001, se la pone il Financial Times. L’evento è storico, e varrà la pena di segnarsi la data: 6 giugno 2008. Il più autorevole dei «mainstream media», dei grandi giornali, pone la domanda. Senza un plausibile motivo di attualità per rivangare quel momento (1).

Per tutti coloro che cercano la verità sull’11 settembre, l’Edificio 7 è il terzo grattacielo che collassò quel giorno. Un edificio di 47 piani, parte del complesso urbanistico World Trade Center, che crollò senza essere colpito da alcun aereo, nota il FT, «a velocità di caduta libera e nel suo perimetro», ossia in perfetta verticale. Il fatto più strano, rievoca il quotidiano finanziario, è che «la BBC riferì il crollo dell’Edificio 7 mezz’ora prima che avvenisse».

La giornalista Jane Standley stava apparendo in diretta, alle ore 4.45 pomeridiane, e annunciò il crollo della terza torre - e dietro di lei, sullo sfondo, si vedeva che la Torre 7 era ancora in piedi. Affondò solo 26 minuti dopo.



Per questo video, ripreso su YouTube, «il sito web della BBC è stato bombardato di domande ed accuse. Richard Porter, capo del notiziario internazionale della BBC, ha dovuto negare che la BBC recitava dal copione di Bush», scrive il Financial Times. Porter s’è giustificato adducendo la confusione di quel giorno. «La CNN aveva appena prima riferito di voci che un terzo edificio era crollato o stava per crollare». I sospetti dei sospettosi sono aggravati dal fatto che «Porter ha ammesso che la BBC non ha conservato le registrazioni originali di quel suo reportage».

Non basta. Il Financial Times ricorda che l’Edificio 7 aveva «alcuni inquilini interessanti». La maggior parte dell’edificio era affittato alla Solomon Brothers, la banca. Ma il nono e decimo piano «erano occupati dal secret service». Ai tre piani superiori c’erano uffici della SEC, l’ente di controllo della Borsa (il WTC è a due passi da Wall Street).

Inoltre, «il New York Times riferì che l’edificio ospitava anche un ufficio segreto gestito dalla CIA e dedicato a spiare e reclutare diplomatici stranieri delle Nazioni Unite. La perdita della stazione ‘ha seriamente disorganizzato’ le operazioni d’intelligence», riportò il NYT. «La CIA condivideva un piano con il Dipartimento Difesa e con l’Internal Revenue Service», il servizio tributario federale.

Poi, nel seguente capoverso, il quotidiano di Londra butta lì una frase: «Il crollo dell’edificio ha anche spazzato via l’Ufficio per la Gestione dell’Emergenza del comune di New York al 23 mo piano». Questo centro di gestione delle emergenze è una delle cose più sospette di tutta la vicenda, anche se il FT non lo dice.

Il sindaco Rudolph Giuliani lo fece costruire adducendo il timore di un attacco all’antrace su New York, da parte di... Saddam Hussein. Perciò lo volle resistente agli aggressivi biologici e chimici, oltre che a bombe e a proiettili d’artiglieria. Era un vero e proprio bunker, che occupava tre piani del Building 7 (dal 23 al 25mo), completamente corazzato ed autosufficiente: finestre anti-proiettile, tre generatori d’elettricità con 6 mila galloni di gasolio per farli funzionare, una sua propria scorta d’aria sì da non doverla ricevere dall’esterno, una riserva d’acqua potabile di 11 mila galloni. Il bunker fu completato, guarda la preveggenza, nel giugno del 1999, al costo per il contribuente di 13 milioni di dollari.

Un bunker super-sicuro. Tranne un piccolo, trascurabile dettaglio: l’Edificio 7 nascondeva, nei suoi primi cinque piani, una sotto-stazione dell’elettricità di New York, con trasformatori colossali da 13.890 volts e un serbatoio di gasolio per la stazione da 42 mila galloni. Mettere un bunker sopra trasformatori enormi e un mare di carburante, e ritenerlo sicuro dagli attentati terroristici, sembra un pochino strano.

Secondo il movimento per la verità sull’11 settembre, questo bunker servì in realtà come cabina di regia per le pirotecniche esplosioni e demolizioni che configurarono il mega-attentato di quel giorno: i registi, chiunque fossero, potevano sincronizzare le esplosioni da una qualche console e osservare l’effetto dalle finestre corazzate, molto da vicino, senza essere soffocati dalle nubi di polveri e detriti perchè disponevano di aria in circuito chiuso. Per Eric Hufschmid, uno dei primi a sollevare la questione (2), in quel bunker poteva esserci stato anche un radiofaro (un «homing device») che guidò i due aerei che colpirono le due Torri.

Lo si indovina dalle rotte dei due apparecchi: il Volo 11, che colpì la Torre Nord passò direttamente sopra l’Edificio 7, e il volo 175 dirigeva verso l’Edificio 7, ma incontrò la Torre Sud.
Ciò può spiegare come mai, a cose fatte, l’Edificio 7 doveva essere distrutto: per far sparire le prove della regia.

Il Financial Times ricorda i sospetti sollevati dalla frase di Larry Silverstein, il proprietario per 99 anni del WTC: intervistato il pomeriggio, egli disse d’aver consigliato il comandante dei vigili del fuoco di «pull» l’Edificio 7. Più tardi Silverstein spiegò che aveva inteso: porta via i tuoi vigili da lì. I sospettosi dicono che «pull it» è la parola che nel gergo delle demolizioni controllate significa «tiralo giù».

Il giornale britannico ricorda che il National Institute of Standard and Technology (NIST), l’ente governativo che ha preteso di spiegare il collasso delle Torri come conseguenza dell’impatto degli aerei, escludendo ogni mistero, non ha ancora spiegato a modo suo il crollo dell’Edificio 7. «Il NIST sostiene che il ritardo è dovuto alla complessità del modello computerizzato che usa. Inoltre, sono state trovate 80 scatole di documenti riguardanti il WTC7 che devono essere esaminate».

Ma il NIST ha già «un’ipotesi di lavoro», e sarebbe questa: «Il fuoco o macerie infiammate staccatesi dalla Torre Nord hanno danneggiato una colonna critica per il sostegno del tetto di 2 mila metri quadri. I piani sottostanti sono stati incapaci di redistribuire il peso e la struttura è caduta su se stessa. Il fatto che il collasso sia stato causato da un danno interno spiegherebbe l’apparenza di demolizione controllata, con un campo di caduta piccolo».

Il NIST ha promesso di pubblicare i dati il prossimo agosto, dice il Financial Times. Ma naturalmente, «questo ha alimentato il sospetto che i tecnici abbiano difficoltà a tirar fuori un sepistaggio plausibile» per il crollo. Vedrete che quando il rapporto del NIST uscirà, tutti i debunker, a cominciare da Introvigne, si precipiteranno a citarlo come «autorevole» e non solo «plausibile», ma tale da smentire i «complottisti». Sette anni sono passati, e siamo ancora a questo punto.

Saremo alluvionati di dettagli tecnici sulla resistenza dei materiali, la temperatura del fuoco, i modelli computerizzati che mostrano come i pavimenti siano caduti l’uno sull’altro a fisarmonica... Siccome tutto questo ha quasi convinto qualche lettore che ci ha recentemente scritto, ci limitiamo a ricordare quello che, in sette anni, non è stato ancora messo in luce.

Credere che un grattacielo alto mezzo chilometro, colpito «lateralmente» da un aereo, crolli «verticalmente» dentro il suo perimetro, significa ignorare le più banali leggi della fisica e sfidare la forza di gravità. A sette anni dai fatti, chi ancora ne discute è in malafede. Però può avvenire, diranno i debunker. Forse, una volta. Ma due, anzi tre volte, con l’Edificio 7?

Quando a Las Vegas un giocatore, lanciando i dadi, ottiene tre volte 6, il croupier chiama al telefono il gestore del casinò, e due signori molto muscolosi si affiancano al giocatore fortunato dai due lati: evidentemente a Las Vegas non credono alla sorte, quando è ripetitiva.

Ora, noi dobbiamo credere che per ben tre volte due torri colpite di lato sono cadute in verticale, e la terza, Edificio 7, è caduta da sè senza essere nemmeno colpita, per un «danno interno»: e anch’essa in perfetta verticale, come in una demolizione controllata.

Se il caso si ripete così regolarmente, s’impone la domanda: come mai gli ingegneri specialisti spendono tanti soldi e tempo per identificare gli snodi dove piazzare le cariche esplosive, e in calcoli per sincronizzare le esplosioni, onde ottenere la caduta verticale? Ormai dovrebbero essere coscienti della nuova legge fisica: diano una bella botta laterale, anche a casaccio, e il grattacielo cade comunque in verticale. Tutta la fatica degli ingegneri specialisti sta nell’assicurare una perfetta «sincronia» dello scoppio delle varie cariche. I pilastri e le strutture portanti devono essere spezzati nello stesso decimo di secondo, altrimenti il grattacielo cade di lato, abbattendo le costruzioni sottostanti. L’impresa richiede chilometri di cavi, una quantità di inneschi elettronici, sofisticati sotware, una sofisticata consolle elettronica di comando e molte conoscenze tecniche complesse.

Ora, invece, siamo tenuti a credere che un aereo, penetrando nei piani alti delle Towers, ha tranciato contemporaneamente le ben 47 colonne d’acciaio che le reggevano. Colonne a scatolato (parallelepipedi) di spessore variabile; ma alla base le scatole avevano lati spessi 10 centimetri d’acciaio, per poi assottigliarsi via via con l’altezza, dovendo reggere un peso via via minore.

Ora, un aereo è d’alluminio, è vuoto, è leggero (tranne le turbine-motore, che sono massicce): se credete che tagli blocchi d’acciaio, allora provate a tagliare il pane con una lama di carta stagnola. Ma soprattutto, non può averle tranciate «nello stesso istante». Anche questo è contro alle più ovvie leggi della fisica. Sono passati sette anni, e nessun fenomeno del genere s’è mai più ripetuto. Nè mai si è verificato sette anni prima, o dieci, o venti. Fin qui l’elenco delle «impossibilità».

Adesso - a beneficio dei lettori che si lasciano ancora convincere dalle «spiegazioni tecniche» degli Introvigne ed Altissimo - esponiamo le ipotesi. Si tratta di ipotesi, non di certezze: ma a sette anni di distanza, il quadro nelle menti dei ricercatori della verità sull’11 settembre è abbastanza avanzato, da poterle dichiarare come plausibili.

Gli aerei non hanno fatto crollare nulla: sono stati lanciati contro le Torri solo per la scena televisiva, per asserire plausibilmente un attentato islamista. In realtà, le Torri erano state in precedenza «preparate» con cariche esplosive. Più precisamente: con un composto bellico detto Termite, che quando innescato brucia a quasi 3 mila gradi, abbastanza da fondere l’acciaio. La Termite è usata nelle cariche cave delle armi anticarro per perforarne le corazzature.

Il professor Steven Jones, docente di fisica alla Brigham Young University, è l’autore di questa ipotesi ed ha condotto gli esperimenti relativi. Ha perso la cattedra. Ciò però, ribattono i debunker, implicherebbe settimane di lavoro da parte di decine di tecnici: cosa impossibile senza dar nell’occhio.

I debunker non hanno mai visto le Twin Towers e non dicono - o non sanno - che cosa erano. Erano locali per uffici a noleggio. In ogni momento, qualche azienda faceva trasloco in entrata o in uscita.

Nelle viuzze posteriori, il sottoscritto ha visto regolarmente, ogni volta che tornava a Manhattan, una quantità di autocarri di traslochi che scaricavano colli voluminosi e coperti da teli grigi scrivanie, computer, poltrone, mobili da ufficio o qualunque altro oggetto - su è giù dagli ascensori di servizio (il totale degli ascensori e montacarichi era di 155); un viavai di facchini dei traslochi di tante ditte diverse, che portavano su i mobili per i nuovi inquilini, o portavano giù quelli dei vecchi che lasciavano gli edifici.

Come si ricorderà forse, la polizia di New York - su segnalazione di una cameriera messicana - arrestò cinque giovanottoni visti dalla cameriera festeggiare l’esplosione dlele Torri, fotografandosi a vicenda con alle spalle le Torri in fiamme; questi giovanotti, tutti israeliani appena dimessi dal servizio militare, lavoravano come facchini per un’agenzia di traslochi, al Urban Moving Systems, di proprietà di un israeliano, tuttora ricercato. Niente di più plausibile del sospetto che fossero la bassa forza: alcuni di quelli che avevano trasportato i materiali necessari all’attentato, esplosivo e cavi, in forma di colli voluminosi e coperti da teli. Il fatto che fossero stranieri spiega alquante cose: fra cui il fatto che nessuno parli. Chi sa, è tornato in Israele e tace. Quei cinque, beccati perchè festeggiavano, sono stati «espulsi verso Israele» (sottratti alle indagini) dal procuratore di New York, l’israelo-americano Michael Chertoff, con doppia cittadinanza, oggi ministro della Homeland Security. Se vi aspettate che un giorno parli lui, avrete da aspettare parecchio.

Quanto agli ingegneri, è ben probabile che siano militari espertissimi di esplosivi, abituati ad eseguire operazioni «coperte» e a tener la bocca chiusa. Potevano anche essere israeliani tutti, e tutti uccel di bosco. Nei piani sfitti e in attesa di nuovi pigionanti - aziende per lo più - altri uomini lavoravano a stendere moquettes, ad alzare pareti di cartongesso, ad adeguare gli impianti elettrici: decine di tecnici potevano usare fiamma ossidrica e martelli pneumatici senza che in questo, nessuno della «security» avrebbe visto nulla di strano: era la vita di ogni giorno dentro le Twin Tower, nelle entrate posteriori di servizio, fuori dagli sguardi del pubblico. Quelle strade laterali erano spesso chiuse al passaggio della gente da transenne. Che recavano cartelli del tipo: «Scusateci, stiamo lavorando per voi», «Carichi pendenti», «Men at work». Questo accadeva tutti i giorni.

Si aggiunga che la «security» delle Twin Towers, l’11 settembre, non era quella solita: il capo era nuovo, era stato appena assunto da un giorno. Era John O’Neill, ex alto funzionario del FBI, che s’era dimesso ad agosto gridando ai quattro venti che la nuova amministrazione Bush ostacolava le ricerche su bin Laden e Al Qaeda. O’Neill è morto sotto le macerie, il primo giorno del suo nuovo impiego. La preparazione possibile degli edifici per la demolizione controllata, se è avvenuta, era avvenuta prima che lui entrasse in servizio.

Si aggiunga ancora che «la maggior parte» dei piani erano sfitti, dunque vuoti (le Twin Tower avevano costi proibitivi; per questo Rudolph Giuliani voleva farle abbattere per costruire al loro posto edifici più moderni). Dentro quei piani vuoti, ci poteva lavorare ogni genere di «operai e tecnici», dopo aver chiuso le porte.

E tralascio altri particolari, come l’interruzione programmata di corrente il giorno prima, di cui
i pigionanti furono preavvertiti: molte aziende dovettero fare il back-up dei loro computer, qualcuno se lo ricordò. Uno di quei qualcuno, un esperto di finanza, ha preferito andare a lavorare a Londra. Massimo Mazzucco ha una sua intervista-video.

Questa è l’ipotesi. Sette anni dopo, è bene che i lettori comincino a saperla. Ormai, comincia a dire qualcosa anche il Financial Times.

http://www.effedieffe.com/content/view/3491/164/
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9/11 anomalies
Inviato il: 9/6/2008 9:06
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Re: BBC & truthers - financial times
#3
Sono certo di non sapere
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citaz: Il fatto che il collasso sia scaturito da un fallimento interno (collasso) spiegherebbe l'apparenza di una demolizione controllata con un piccolo ammasso di detriti intorno.

fiuuu! Pensa che sono stato a lungo ed erroneamente convinto che prima di parlare dovessi ragionare!
Seguendo l'esempio che hai citato risparmierò tantissime energie ed in più... diventerò articolista! Diventerò articolista!
Inviato il: 9/6/2008 0:05
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Re: BBC & truthers - financial times
#2
Dubito ormai di tutto
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...l'articolista pare voglia relegare i sostenitori delle versioni alternative a dei romantici sognatori, con quest' affermazione degna di un inganno:

"The fact that the collapse was triggered by an internal failure would explain the appearance of a controlled demolition with a small field of debris left behind."

Il fatto che il collasso sia scaturito da un fallimento interno (collasso) spiegherebbe l'apparenza di una demolizione controllata con un piccolo ammasso di detriti intorno.
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BBC & truthers - financial times
#1
Dubito ormai di tutto
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To the truthers, “building 7” – the third building in the World Trade Center complex to collapse on September 11 – is evidence that the mainstream media is in on the plot. On that day, the BBC reported the building’s fall almost half an hour before it happened. Journalist Jane Standley was broadcast at 4.54pm eastern time reporting that the tower had collapsed – but in the background, it was still standing.

It fell 26 minutes later, seven hours after the Twin Towers came down.

When the Standley clip hit YouTube, truthers bombarded the BBC’s website with questions and accusations. Richard Porter, head of BBC world news, was forced to deny that the broadcaster was reading from the Bush conspirators’ script. He said the BBC had misreported warnings from fire crews of the building’s imminent collapse and instead stated that it had already happened. He blamed the confusion of the day for the mix-up. CNN had earlier reported rumours that a third building had either collapsed or was about to.

But in the minds of the truthers, this explanation was undermined by Porter’s admission that the BBC no longer had the original tapes of its coverage.

Building 7 is the truthers’ smoking gun for other reasons, too. How, they ask, could this modern, steel-framed skyscraper collapse merely because of fire, without even being hit by an airliner?

The 47-storey WTC7 fell straight down, at almost free-fall speed, largely into its own footprint: all the hallmarks, the sceptics say, of a controlled demolition. Building 7 had some fascinating tenants.

The main occupant was Salomon Brothers, the bank, but on floors nine and 10 was the secret service. On the three floors above that was the Securities and Exchange Commission. The New York Times reported that the building also housed a secret office operated by the CIA dedicated to spying on and recruiting foreign diplomats based at the United Nations. The station’s loss had “seriously disrupted” intelligence operations, it said.

The CIA shared a floor with an office of the Defence Department and the Internal Revenue Service.

The collapse of the building also wiped out the operations centre of New York City’s Office of Emergency Management on floor 23, throwing the response that day into further mayhem.

Truthers have focused on a comment on the afternoon of September 11 by Larry Silverstein, the building’s owner, to a fire department commander: he said they should “pull” the building after a faulty sprinkler system left fires to rage all day. “Pull”, the sceptics claim, is industry jargon for demolish. Debunking911.com points out that the term actually refers to pulling one building away from another with cables. Silverstein’s spokesman later said that Silverstein told the fire chief that the most important thing was to protect the lives of the firefighters, including pulling them out of the building if necessary.

The US National Institute of Standards and Technology began investigating the collapse of building 7 along with the Twin Towers in 2002, but hived the inquiry off into a separate probe, which will not report until August. This fuelled suspicion that officials were struggling to come up with a plausible line of obfuscation. NIST says progress has been slowed by the complexity of the computer model it is using, which simulates the collapse from the moment it begins all the way to the ground. Another 80 boxes of documents related to WTC7 have also been found and need to be analysed, it says.

NIST’s working hypothesis is that fire and/or flaming debris from the collapsing north tower (which left a long gash in building 7’s south face) damaged a critical column which supported a 2,000 sq ft floor bay. The remaining floor bays were unable to redistribute the loads, and the whole structure came down on itself. The fact that the collapse was triggered by an internal failure would explain the appearance of a controlled demolition with a small field of debris left behind.

The influence of the truthers can be found in this line from a 2004 progress report: “While NIST has found no evidence of a blast or controlled demolition event, NIST would like to determine the magnitude of hypothetical blast scenarios that could have led to the structural failure of one or more elements.”

The BBC, meanwhile, has yet to persuade some of its critics. It had wanted to film the 9/11 Truth seminar at the Immanuel Presbyterian Church in Los Angeles but was barred by the organisers, who cited building 7.

http://www.ft.com/cms/s/0/7d174b42-31fa-11dd-9b87-0000779fd2ac,s01=1.html?nclick_check=1
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“Se un ebreo ortodosso mi considera "immondo" o mi saluta per primo per non dover essere costretto a rispondere al mio saluto, la cosa non preoccupa più di tanto.” (John)
9/11 anomalies
Inviato il: 8/6/2008 23:04
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