Informazioni sul sito
Se vuoi aiutare LUOGOCOMUNE

HOMEPAGE
INFORMAZIONI
SUL SITO
MAPPA DEL SITO

SITE INFO

SEZIONE
11 Settembre
Questo sito utilizza cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego.
 American Moon

Il nuovo documentario
di Massimo Mazzucco
 Login
Nome utente:

Password:


Hai perso la password?

Registrati ora!
 Menu principale
 Cerca nel sito

Ricerca avanzata

TUTTI I DVD DI LUOGOCOMUNE IN OFFERTA SPECIALE

ATTENZIONE: Chiunque voglia scrivere su Luogocomune è pregato di leggere prima QUESTO AVVISO (aggiornato 01.11.07)



Indice del forum Luogocomune
   Commenti liberi
  Il rifiuto della comunità.

Naviga in questo forum:   1 Utenti anonimi

 

 Vai alla fine   Discussione precedente   Discussione successiva
1234...11>
  •  Vota discussione
      Vota questa discussione
      Eccellente
      Buona
      Discreta
      Scadente
      Terribile
Autore Discussione Votata:  9 Voti
  •  Ribelle
      Ribelle
Re: Il rifiuto della comunità.
#303
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 16/9/2008
Da
Messaggi: 216
Offline
Gran bella discussione, davvero notevole.

Riporto una citazione di Gaber che mi pare perfetta:
«L’appartenenza non è un insieme casuale di persone / non è il consenso a un’apparente aggregazione / l’appartenenza è avere gli altri dentro sé / Sarei certo di cambiare la mia vita / se potessi cominciare / a dire noi».
Inviato il: 16/9/2009 13:40
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  franco8
      franco8
Re: Il rifiuto della comunità.
#302
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 6/12/2005
Da
Messaggi: 1561
Offline
Citazione:
Mi vuoi dire che l'uomo con clava che ammazzava il suo simile per sfamarsi in periodo di carestia,seguiva un'ideologia anzichè necessità primarie ?

.. Voglio dire che "l'uomo con la clava ecc."
è una tua idea.

E d'altra parte... Noi tutti non pensiamo "fatti" e no abbiamo la "diretta" non mediata percezione della realtà ..
_________________
.... ....io non mi definisco affatto volentieri ateo, non più di quanto io sia a-MickeyMouse.
..
(detto, fatto)
Inviato il: 19/12/2007 10:59
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  fiammifero
      fiammifero
Re: Il rifiuto della comunità.
#301
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 28/2/2005
Da ROMA
Messaggi: 5691
Offline
Io sapevo che l'ideologia è un insieme di idee,ovvero l'analisi delle sensazioni e delle idee,mentre i "fatti" non sono idee ma concretezza
Mi vuoi dire che l'uomo con clava che ammazzava il suo simile per sfamarsi in periodo di carestia,seguiva un'ideologia anzichè necessità primarie ?
_________________
Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
Inviato il: 19/12/2007 9:27
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  franco8
      franco8
Re: Il rifiuto della comunità.
#300
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 6/12/2005
Da
Messaggi: 1561
Offline
Citazione:

fiammifero ha scritto:
Veramente,di fatto è sempre stato Mors tua vita mea, camuffato da ideologie e condito da favolette


No fiammifero. Perché anche:
"Veramente,di fatto è sempre stato Mors tua vita mea,"
è , di fatto, un'ideologia e un discorso "preciso" sull'uomo...
_________________
.... ....io non mi definisco affatto volentieri ateo, non più di quanto io sia a-MickeyMouse.
..
(detto, fatto)
Inviato il: 18/12/2007 10:27
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  fiammifero
      fiammifero
Re: Il rifiuto della comunità.
#299
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 28/2/2005
Da ROMA
Messaggi: 5691
Offline
Veramente,di fatto è sempre stato Mors tua vita mea, camuffato da ideologie e condito da favolette
_________________
Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
Inviato il: 18/12/2007 8:52
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  prealbe
      prealbe
Re: Il rifiuto della comunità.
#298
Mi sento vacillare
Iscritto il: 10/1/2007
Da
Messaggi: 478
Offline
A volte capita di trovare espressi da qualcun altro precisamente (o quasi) i pensieri che in quel momento ci frullavano per la testa. Direi che, in casi di particolare indolenza fisico-mentale, nell’attesa di un word processor telepatico il recupero di tali brani è decisamente un’ottima soluzione (le cui caratteristiche di razionale ottimizzazione del rapporto costi/benefici dovrebbero risultare particolarmente apprezzabili anche agli aficionados del modello liberal-capitalistico…).


Prealbe


Citazione:
È un fatto che ogni ideologia, prima d’addentrarsi in prescrizioni d’ordine economico, sociale, culturale e politico, si fonda su un’antropologia, ovvero postula un preciso ‘discorso’ sull’uomo: “l’uomo è per sua natura buono”, “l’uomo è fondamentalmente egoista”, “l’uomo è così e cosà” e via astraendo… In tutti i casi, si tratta di un discorso invariabilmente fallace perché riduttivo, soprattutto poiché tende a forzare, illusoriamente, l’uomo in una pretesa ‘realtà’. Così, la realtà, che per quanto attiene l’ambito delle relazioni interumane si risolve in un continuo divenire, deve purtroppo adattarsi sempre all’ideologia e ai capricci di coloro che se ne fanno portatori, ma se l’esperienza ci pone di fronte al palese scacco delle premesse ideologiche (e quindi antropologiche) in voga, tanto peggio per la realtà!

Ora, il liberalismo, che in tutte le sue varianti di destra, di centro e di sinistra è l’ideologia dominante del momento (sebbene sia piuttosto abile a camuffarsi come a-ideologico), non fa certo eccezione a questa ferrea e perversa regola. Il liberalismo, com’è noto, postula un’antropologia di tipo utilitaristico: l’uomo persegue sempre il maggior vantaggio per sé, e la somma di tale tensione individuale al massimo benessere dovrebbe, come per incantesimo, produrre un risultato positivo per gli altri, quindi per l’intera collettività. A temperare le eventuali disfunzioni del «sistema» (forse qualche dubbio anche i liberali devono averlo…) basterebbe la raccomandazione per cui “la mia libertà finisce dove comincia quella degli altri”.

L’immagine che per tal via i liberali intendono evocare è quella di una società di persone rispettose l’una dell’altra, di cittadini dall’elevato senso civico. Eppure, ad una neanche troppo approfondita osservazione del quotidiano tutto ciò si rivela per quel che è: una favola.

……………………..

Ma ancora non si è andati al fondo del problema. Accade difatti che anche un’antropologia fasulla alla lunga impone un tipo umano. Come quel tale del proverbio, che a forza di frequentare lo zoppo impara a zoppicare. L’uomo informato dal paradigma liberale è in pratica il trionfo delle premesse a-sociali del liberalismo, l’apoteosi dell’individualismo, degenerazione di una naturale tendenza a curare anche il proprio tornaconto. Con buona pace dell’antica e sana idea di societas, organizzata in base ad una «morale societaria» nella quale sono contemplate e contemperate le idee (e quindi gli apporti) di tutti i cittadini che, naturalmente, vogliono «vivere insieme». L’esatto contrario è quel che avviene oggi, dove l’unico punto di vista ammesso è quello di coloro che abbracciano il paradigma dell’ideologia liberale… col risultato che “la mia libertà” non “finisce” più.
Inviato il: 17/12/2007 22:30
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
Re: Il rifiuto della comunità.
#297
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 19/5/2004
Da
Messaggi: 7222
Offline
Citazione:
Cio' che non e' possibile cambiare a livello comunitario e' possibile (SEMPRE) cambiarlo individualmente.


Visto che tu leggi tra le righe, avevi gia' capito che questa frase si riferisce a "Non ci si puo' deprimere per il "vuoto" altrui"...

Ma forse eri troppo occupato a contare i miei anni ... (o erano i miei neuroni... ... sappi che il numero riferito a una delle due cose e' sbagliato... ).

mc
Inviato il: 5/12/2007 13:20
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  prealbe
      prealbe
Re: Il rifiuto della comunità.
#296
Mi sento vacillare
Iscritto il: 10/1/2007
Da
Messaggi: 478
Offline
mc
Citazione:
Comunque, cos'e' un 3d vietato ai minori?

No. Ma sarebbe bello.

Citazione:
Vi prego, moderatori, uccidete questo 3d :

Più di così?


Prealbe
Inviato il: 5/12/2007 9:47
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
Re: Il rifiuto della comunità.
#295
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 19/5/2004
Da
Messaggi: 7222
Offline
Citazione:
Potevi dirmelo che hai quindici anni.

Se fossi stato piu' sveglio te ne seresti accorto prima.
Comunque, cos'e' un 3d vietato ai minori?

Ma non eri quello del "A me interessa confrontarmi sulla contraddizione, secondo me palese e sostanziale, tra l’approccio individualistico e la possibilità della vita in comune" e perdi tempo a ricordarmi la mia eta'?

Notevole.



p.s.:
Vi prego, moderatori, uccidete questo 3d :
non posso vederlo stentare cosi'!

mc '92
( )
Inviato il: 5/12/2007 9:35
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  prealbe
      prealbe
Re: Il rifiuto della comunità.
#294
Mi sento vacillare
Iscritto il: 10/1/2007
Da
Messaggi: 478
Offline
mc
Citazione:
Bastava cercarlo e volerlo.
E nell'eventualita' non vi fosse stato sarebbe bastato inventarlo.

e
Citazione:
Cio' che non e' possibile cambiare a livello comunitario e' possibile (SEMPRE) cambiarlo individualmente.

Bravo mc! Belle parole! Belle parole davvero! Suonano davvero bene! Vedi se riesci a inserirci anche “amore” e “cuore” da qualche parte e vedrai che riusciamo a piazzarlo sicuramente come testo per la nuova canzone dei Pooh. Con quel “a livello comunitario” in mezzo poi potrebbe anche passare per un pezzo impegnato. Complimenti!

E se la rifiutano i Pooh, proviamo con Nek o Marco Masini, va bene? Nessun problema.


Prealbe


P.S. Potevi dirmelo che hai quindici anni.
Inviato il: 4/12/2007 22:27
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
Re: Il rifiuto della comunità.
#293
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 19/5/2004
Da
Messaggi: 7222
Offline
L'Oracolo ha parlato.
Rivalutiamo prima e dopo i pasti le parole del maestro, mi raccomando.
E attenti a leggere bene "la sintassi, individuare il soggetto, il verbo, il predicato, la loro concatenazione... quelle cose

lì" : Parola di Prealbe.


Citazione:
ciò che vado postando meglio di come stai facendo

e
Citazione:
io potrei anche indicarti per filo e per segno dove hai interpretato fischi per fiaschi

E non dimenticate il Verbo:
Prealbe non sbaglia mai.
Prealbe non fraintende le parole altrui.
Prealbe capisce ogni sfumatura e legge tra le righe dei commenti come nessuno riesce a fare.
Prealbe decide quali articoli siano o meno significativi e quali descrivano al meglio la realta'.
Prealbe sa chi e' "congruente" e chi no.
Prealbe sa.

Parola di Prealbe.



.....



Dalla lettera di San mc ai TipiniFini:
Un uomo scontento della sua vita solitaria un giorno decise che doveva ritornare alla comunita'. Nonostante l'insoddisfazione lo motivasse moltissimo, molto presto si ritrovo' a fare i conti con il proprio passato di fatto di isolamento, di cinismo, di confusione culturale.
Un passato di amicizie perse e un presente di amicizie da perdere solo per poter confermare le proprie scelte isolazioniste della gioventu'.
I propri fallimenti interpersonali del passato usati come alibi per quelli a venire del futuro.
Vedeva tutto cio' che non avrebbe voluto vedere e che c'era, senza soffermarsi e approfondire cio' che avrebbe voluto ci fosse e che c'era!

Bastava cercarlo e volerlo.
E nell'eventualita' non vi fosse stato sarebbe bastato inventarlo.

Ma vista l'evidenza delle difficolta' del prendere atto delle molteplici sfumature della stessa realta', mai sempre e solo negativa, si ritrovo' ad un bivio : da una parte continuare nella propria visione negativa del mondo oppure cercare di cambiare punto di vista.
Naturalmente propese per il primo sentiero, ma decise di farlo con eleganza.
Ambire ad un cambiamento globale, di una intera societa', per dimostrare che anche il proprio cambiamento e' impossibile.
Nulla di piu' falso.
Cio' che non e' possibile cambiare a livello comunitario e' possibile (SEMPRE) cambiarlo individualmente. Soprattutto quando si parla dell'ambizione dei propri ideali e delle propria coscienza.

Da quel giorno perse ogni speranza di ritornare alla comunita' perche' con questo espediente riusci' non solo a convincere se stesso che quello che affermava fosse irreversibile, ma ne convinse anche quelli che avevano avuto la sfortunata idea di ascoltare i suoi lamenti di moribondo ... dentro.

Non gli restava che scrivere da "Libero" queste improbabili letture per i suoi lettori morti dentro come lui e piu' passavano gli anni e piu' moriva dentro e piu' si trascinava gli altri con se' nel proprio incubo, la finta ricerca di una nuova speranza a cui non avrebbe mai voluto aggrapparsi, pena aver buttato la propria vita.


( Sull'Aristocrazia e sulla mediocrità quotidiana.

Vorrei essere un talebano, avere valori fortissimi che santificano il sacrificio della vita, propria e altrui. Vorrei essere, per lo stesso motivo, un kamikaze islamico. Vorrei essere un afgano, un iracheno, un ceceno che si batte per la libertà del proprio Paese dall’occupante, arrogante e stupido. Avrei voluto essere un bolscevico, un fascista, un nazista che credeva in quello che faceva. O un ebreo che, nel lager, lottava con tutte le sue forze interiori per rimanere un uomo. Vorrei far parte dei “boat people” che vengono ad approdare e spesso a morire sulle nostre coste. Perché sono spinti almeno da una speranza.
Vorrei essere e vorrei essere stato tutto, tranne quello che sono e sono stato per 60 anni e passa: un uomo che ha vissuto nella democrazia italiana. Senza la possibilità di emozioni collettive, di valori forti. Di un vero atto di coraggio, trascinando l’esistenza in mezzo alle viltà, agli opportunismi, ai trasformismi, alle meschinerie, ai cinismi, ai sofismi, in una società che ha perso ogni dignità, ogni codice di lealtà e onore, spietata e feroce senza essere virile, con gli occhi sempre pronti a riempirsi di lacrime ma che ha dimenticato la misericordia.
Si parla molto, di questi tempi, di «crisi della politica». Ma non è questo. Non è questo. È la disperazione di vivere in una società senza grandezza, dove gli obiettivi sono cambiare l’automobile, comprare l’ultimo cellulare, tenere lucida la casa, trovare la «propria regolarità» con “Activia” e dove le donne hanno perso il loro fiore più falso e più bello che un tempo si chiamava pudore. Una mediocrità quotidiana fatta di pin, di cin, di carte di credito, di bancomat, in cui domina la figura dell’imprenditore, cioè del mercante, che in tutte le culture e in tutti in tempi, prima dell’avvento della Modernità e della Democrazia, era posto all’ultimo gradino della scala sociale, sotto quello degli schiavi, perché gli uomini, finché son rimasti tali, hanno sempre considerato il massimo del disonore scambiare per guadagno.
Il tutto scandito dal rumore di fondo, incessante, inesorabile, della tv e delle sue voci: dei Bongiorno, dei Baudo, dei Bonolis, delle Ventura, dei Chiambretti, dei Costanzo, dei Vespa, dei Santoro, dei Ferrara, dei Mentana, dei Gabibbo, dei buffoni, dei paraculi e delle troie. Una società del fracasso che non conosce più i valori del silenzio e del controllo di sé e applaude anche ai suoi morti.
Quando avverto in me e fuori di me, in un mondo ormai più virtuale che reale, questi vuoti abissali, sono colto da vertigine. E vorrei essere un talebano, un kamikaze, un afgano, un “boat people”, un affamato del Darfur, un ebreo torturato dai suoi aguzzini, un bolscevico, un fascista, un nazista. Perché più dell’orrore mi fa orrore il nulla.

Massimo Fini

Uscito su "Libero"
il 31/05/2007
)

mc
Inviato il: 4/12/2007 13:29
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  prealbe
      prealbe
Re: Il rifiuto della comunità.
#292
Mi sento vacillare
Iscritto il: 10/1/2007
Da
Messaggi: 478
Offline
Forse il supplementare deficit di sonno non è così ininfluente come ti appare, mc.

Puoi leggere - e capire - ciò che vado postando meglio di come stai facendo (proprio l’italiano, intendo: la sintassi, individuare il soggetto, il verbo, il predicato, la loro concatenazione... quelle cose lì). Ti (e mi e ci) risparmieresti parecchie periodi di cui è arduo cogliere la congruenza coi contenuti dei miei post. In compenso, l’enfasi non è male, ma sprecata di conseguenza.

Ora, io potrei anche indicarti per filo e per segno dove hai interpretato fischi per fiaschi , ma visto i passati insuccessi in tal senso sia da parte mia che di altri, mi risparmio la (inutile, a quanto pare ) ulteriore fatica e concludo nell’unico modo possibile:
FAAAAAAAAAAAAAAAAAVEEEEEEEEEEEEEE!!!!

Buonanotte. Dormi.


Prealbe
Inviato il: 3/12/2007 22:20
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
Re: Il rifiuto della comunità.
#291
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 19/5/2004
Da
Messaggi: 7222
Offline
Si ... d'accordo.
Allora tanto per cominciare eviterei per il futuro gli articoli di Fini che come spunti a me personalmente mi fan cagare.

E poi tu proponi quello che vuoi ma e' pura arroganza dichiarare che il disinteresse sia dovuto all'impossibilita' di controbattere, piuttosto come nel mio caso che i tuoi spunti non mi intrigano piu' di tanto.
Citazione:
A me interessa confrontarmi sulla contraddizione, secondo me palese e sostanziale, tra l’approccio individualistico e la possibilità della vita in comune, che vedo invece dare serenamente per inesistente, come se si trattasse di un problema ormai notoriamente superato.

A tal proposito: che caspita posti quell'articolo di Fini se volevi parlare della presunta "morte della comunita'"???

Non solo forzature romantico-gotiche, retoricamente e fantomaticamente "alla ricerca dell'etica perduta" (see... in Afghanistan!! ) ma anche totalmente fuori tema principale...

E poi, rompi le balle che non ti si fila:
Un confronto non funziona :
"io detto le regole e voi mi seguite nel discorso".
Funziona :
"Tu di la tua che poi dico la mia, a modo mio". Semmai ci si confronta su quello poi.

Citazione:
A me sembra però che dallo spunto di quell’articolo siano scaturite parecchie considerazioni che lo trascendono, e che liquidarle con un “de gustibus…” è, appunto, liquidarle.

Abbi pazienza, ma perche' tu parli per assoluti???
Tutto cio' che esprimi e' OGGETTIVO senza ombra di dubbio?
Se ognuno parlasse per assoluti il confronto non potrebbe esistere.
Infatti il confronto si fa proprio perche' e' una questioni di Gusti, di punti di vista.

Citazione:
A me sembra però che dallo spunto di quell’articolo siano scaturite parecchie considerazioni che lo trascendono, e che liquidarle con un “de gustibus…” è, appunto, liquidarle.

A me sembra che tu le abbia "liquidate" come dici e senza chiederti, ma soprattutto senza chiedere agli altri, le ragioni per quelle risposte, dando per scontato che fossero un escamotage per non rispondere al "dio delle discussioni" (tu, ovviamente).

Citazione:
la possibilità della vita in comune, che vedo invece dare serenamente per inesistente

Io non la do per spacciata... anzi.
Tu piuttosto visto l'universalita' di quello che incidi nella storia con le tue parole di verita' assoluta e il tuo punto di vista illuminante: sei sicuro che non sia il tuo inconscio a farti credere che gli altri diano "serenamente per inesistente" la vita in comune?
Vista anche il modo singolare (singolarista!) di fare "confronto"... io propendo per questa ipotesi.

ciao ciao

mc
Inviato il: 3/12/2007 17:04
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  prealbe
      prealbe
Re: Il rifiuto della comunità.
#290
Mi sento vacillare
Iscritto il: 10/1/2007
Da
Messaggi: 478
Offline
mc
Citazione:
Prealbe,
a te piace quello che io vedo come "banalita'" di Fini, a me no.
Mi sembra si possa concludere cosi', la discussione.

Sebastiano ha nel frattempo avuto qualche fratellino? No? Posso rispondere liberamente?

Caro mc, se ne facciamo una questione di gusto personale, figurati! Potevamo anche non iniziare proprio.

A me sembra però che dallo spunto di quell’articolo siano scaturite parecchie considerazioni che lo trascendono, e che liquidarle con un “de gustibus…” è, appunto, liquidarle.

Questa discussione sta avendo un andamento per me assai curioso, strano. A parte la lentezza di certe fasi, c’è anche una discontinuità singolare, interlocutori che, a fronte di obiezioni articolate e quando è il loro turno di spiegare un po’ più conseguentemente le proprie tesi, PUFF… spariscono repentinamente nel nulla.

Boh! Forse dovrei mettere qualche considerazione sulle tasse o, meglio ancora, sulle anomalie del moto lunare , ma - spiacente - non è di questo che mi interessa parlare. A me interessa confrontarmi sulla contraddizione, secondo me palese e sostanziale, tra l’approccio individualistico e la possibilità della vita in comune, che vedo invece dare serenamente per inesistente, come se si trattasse di un problema ormai notoriamente superato. E mi piacerebbe un confronto ben articolato e argomentato. Ma, se è proprio impossibile, pazienza!


Prealbe
Inviato il: 30/11/2007 18:47
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
Re: Il rifiuto della comunità.
#289
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 19/5/2004
Da
Messaggi: 7222
Offline
Prealbe,
a te piace quello che io vedo come "banalita'" di Fini, a me no.
Mi sembra si possa concludere cosi', la discussione.

mc
Inviato il: 30/11/2007 13:04
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  prealbe
      prealbe
Re: Il rifiuto della comunità.
#288
Mi sento vacillare
Iscritto il: 10/1/2007
Da
Messaggi: 478
Offline
Timor
Citazione:
Dai Prealbe, al di là della retorica, della scarsa obiettività e della superficiale rappresentazione storica , non hai annusato niente?
Ah malefico emisfero sinistro!!

Timor, mi scuso pubblicamente a nome del mio emisfero sinistro, a quanto pare un po’ tordo.

Se puoi, chiariscigli l’arcano, ché oltre ad essere ottuso è anche impiccione, ‘sto pirla, e poi me lo devo sorbire io.

Al tuo buon cuore.


Prealbe
Inviato il: 27/11/2007 22:10
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
Re: Il rifiuto della comunità.
#287
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 19/5/2004
Da
Messaggi: 7222
Offline
In effetti se cosi' non fossi stato, adesso mi sentirei molto, molto piu' stanco... avverto solo un pizzico di stanchezza in piu'... nulla di sconvolgente.

Grazie.

(Grazie, anche, per la proroga, Prealbe...)

mc
Inviato il: 27/11/2007 17:16
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
Re: Il rifiuto della comunità.
#286
Mi sento vacillare
Iscritto il: 14/11/2005
Da
Messaggi: 639
Offline
Citazione:
In forma scritta, direi che si apprezzano meglio l’equilibrio, l’assenza di retorica e l’assoluta oggettività delle tesi sostenute. E’ proprio così, parola per parola, dall’alba dei tempi ad oggi: megasuperindividui che si esprimono per “assoluti” da una parte, parassiti senz’anima, senza cervello, volontà, speranza, dignità dall’altra. Palmare. E’ proprio ciò che si può constatare nella vita di tutti i giorni, semplicemente guardandosi attorno.


Dai Prealbe, al di là della retorica, della scarsa obiettività e della superficiale rappresentazione storica , non hai annusato niente?
Ah malefico emisfero sinistro!!
Ma tanto ne avete già discusso.
Cmq, a mio avviso, un bel pezzo di cinema.

Ciao

Per Mc: congratulazioni papà, almeno adesso la tua indole nottambula porterà i suoi frutti
_________________
"Il vero Big Bang è la nascita di una coscienza"

"Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem"
Inviato il: 27/11/2007 16:36
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  prealbe
      prealbe
Re: Il rifiuto della comunità.
#285
Mi sento vacillare
Iscritto il: 10/1/2007
Da
Messaggi: 478
Offline
mc
Citazione:
E soprattutto, grazie Sebastiano! ...Neanche tre settimane e gia' mi ha fatto risparmiare le "tue obbiezioni" ... ...come faccio a non adorarlo???

Già. In effetti mi pare una motivazione piuttosto consistente, benché forse () marginale.

Comunque, ti concedo massimo un altro post di franchigia... poi si ricomincia sul serio.

Di nuovo auguri.


Prealbe
Inviato il: 27/11/2007 13:55
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
Re: Il rifiuto della comunità.
#284
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 19/5/2004
Da
Messaggi: 7222
Offline
Citazione:
mc, intanto ti faccio i miei migliori auguri per il recente lieto evento.


Grazie, Prealbe.
E soprattutto, grazie Sebastiano! ...Neanche tre settimane e gia' mi ha fatto risparmiare le "tue obbiezioni" ... ... come faccio a non adorarlo???


mc
Inviato il: 27/11/2007 13:29
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  prealbe
      prealbe
Re: Il rifiuto della comunità.
#283
Mi sento vacillare
Iscritto il: 10/1/2007
Da
Messaggi: 478
Offline
Paxtibi
Citazione:
Guarda Prealbe, sgombriamo subito il campo da un equivoco: io chi è Fini lo so, e ne ho anche una buona opinione, lo considero anzi uno dei pochi intellettuali degni di nota in questi tempi oscuri.

Con la quale dichiarazione hai appena riguadagnato un po’ di punteggio.

Citazione:
Semplicemente, ho criticato quel particolare articolo perché a mio parere ha generalizzato e banalizzato un tema su cui si sarebbe potuto dire meglio e di più. Per il resto, magari fossero tutti così, i Fini. Purtroppo ci sono invece un sacco di mezzi.

Va bene, ma l’impressione - non credo solo mia e non credo fosse un’impressione - era che tu avessi attaccato proprio Fini e non ciò che diceva.

Citazione:
Per fare un esempio, una società potrebbe anche deplorare l'omosessualità, ma non dovrebbe in nessun caso ricorrere alla coercizione per liberarsene.

Mi spiace, ma questo rimane un pensiero molto bello da leggere sulla carta: it sounds good.

Come credo però di avere già detto diverse volte, esplicitamente o implicitamente, trattasi di voli pindarici. Un contesto sociale, per funzionare come tale, richiede un certo grado di coesione attorno ad un sistema di valori. L’infrazione di tale sistema di valori - che costituisce la spina dorsale dell’identità collettiva del gruppo, e quindi la base del suo sussistere - mette in crisi il gruppo sociale, la sua funzionalità.

Alla quale funzionalità sono appese, molto concretamente, le vite dei membri di quel gruppo. Non è una semplice questione di opinioni su alcuni fatti della vita, non si tratta di una accademia filosofica. Affermare il principio che proponi - ineccepibile, se l’uomo non fosse quell’essere imperfetto che è e non funzionasse come invece pare proprio funzionare - comporta la negazione della possibilità di sussistere per una comunità. Né più, né meno.

D’altra parte, ciò che differenzia la “nazione organica” di cui parla Risé dall’artificialità di certi esperimenti di ingegneria sociale è proprio la partecipazione sentita, profonda dei membri (per pietà: non si intenda “di ogni singolo membro tutti tutti tutti nessuno escluso”, ok? Grazie.) ad una certa visione della realtà. E, dall’osservazione di qualunque gruppo unito da elementi identitariamente forti (si parlava dei tifosi, qualche post fa, tanto per fare un esempio), sappiamo che il relativismo e l’equidistanza intellettuale non sembrano fare parte del loro bagaglio.

I membri di un gruppo si sentono “noi” (non “io” + “io” + “io”), per questo funzionano come gruppo; ma si sentono “noi” sulla base dello specchiamento reciproco, della possibilità di riconoscersi come sostanzialmente simili. Se questo specchiamento viene infranto, si infrange anche il gruppo. Ora, finché si tratta di un “fans club” di qualche formazione sportiva, poco male. Quando si tratta di una comunità, è un po’ peggio. Molto peggio. Peggissimo, diciamo, va.

Citazione:
Una società che non fosse in grado di tollerare la diversità di usi e costumi e utilizzasse la coercizione per eliminarla – in altre parole, la società che facesse prevalere i diritti positivi sui diritti negativi – è già una società totalitaria in nuce. Non è più una nazione, ma uno stato.

Anche qui è come sopra: da un lato ostinatamente non si vuole prendere atto che l’uomo non è necessariamente - più no che si - conforme a certi diritti (e, siccome c’era lui prima dei diritti - la cui esistenza in natura non è tra l’altro ancora dimostrata - io, mi si scuserà, tenderei a riconoscergli una certa preminenza su di essi ); dall’altro mi sembra che per promuovere a tutti i costi il “giusto” si mandi spesso spensieratamente a puttane il “bene”, la qual cosa mi sembra, sotto ogni punto di vista, una solenne stronzata. Un po’ della serie: “Il chirurgo ha perfettamente rispettato il protocollo, il paziente è morto.”. Un approccio burocratico, diciamo. O ideologico. La teoria avanti alla pratica.

In ultimo: ‘sta solfa della “società totalitaria in nuce” mi sembra una questione assurda, un vero spauracchio. Pressoché qualunque cosa di questo mondo contiene “in nuce” potenzialità negative; ciò non ne inibisce evidentemente l’adozione. Certo, bisognerà applicare la debita attenzione, ma se si dovesse evitare di mettersi in qualunque impresa che abbia possibili sbocchi negativi, beh… non credo serva commentare l’assurdità di un simile approccio.


Prealbe
Inviato il: 27/11/2007 9:31
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
Re: Il rifiuto della comunità.
#282
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 3/4/2005
Da Atene
Messaggi: 8134
Offline
e qualcuno, dopo lo scambio di post che ha fatto seguito a quello di Fini, intendesse di nuovo rispondere con considerazioni psico-social-economico-esistenziali sull’autore - che, per inciso, non so neanche chi sia

Guarda Prealbe, sgombriamo subito il campo da un equivoco: io chi è Fini lo so, e ne ho anche una buona opinione, lo considero anzi uno dei pochi intellettuali degni di nota in questi tempi oscuri. Semplicemente, ho criticato quel particolare articolo perché a mio parere ha generalizzato e banalizzato un tema su cui si sarebbe potuto dire meglio e di più. Per il resto, magari fossero tutti così, i Fini. Purtroppo ci sono invece un sacco di mezzi.

L'articolo di Risè (che al contrario non conoscevo) lo trovo molto interessante, acuto nel cogliere la contraddizione di Salvati che dopo una vita passata a predicare il collettivismo internazionalista vorrebbe ritrovare l'individuo. E non lo troverà mai se prima non impara a distinguere tra diritti positivi e diritti negativi. I primi non dovrebbero esistere se non liberamente accettati nella forma ricavata dalla consuetudine, i secondi sono invece nascono con l'uomo. Insomma, l'individualismo di Salvati è solo collettivismo mascherato.

Per fare un esempio, una società potrebbe anche deplorare l'omosessualità, ma non dovrebbe in nessun caso ricorrere alla coercizione per liberarsene. Ma la sinistra così come la destra hanno usato lo stato proprio come strumento di ingegneria sociale inondando la società di diritti positivi, spesso in contrasto tra loro. È sul humus di questi diritti che sono cresciuti i totalitarismi, compreso quello in cui stiamo vivendo. Salvati non lo capisce perché è statalista e di sinistra, e quindi convinto che il totalitarismo nasca dal nazionalismo mentre è proprio nel culto dello stato che esso fonda le sue radici. I concetti di stato e di nazione sono distinti e non necessariamente sovrapponibili. Tant'è vero che Hitler parlava di razza, Stalin di ideologia, ed entrambi di rivoluzione: niente a che vedere con la consuetudine di una società di individui che abitano lo stesso territorio e condividono le stesse tradizioni (non erano forse tedeschi, gli ebrei?).

In definitiva, posso dire di condividere le conclusioni di Risè. Quello che non riesco però a capire è se lui questa differenza tra diritto positivo e negativo la concepisce o meno, ed è importante, perché l'oppressione di chi, per motivi suoi, non condividesse il sentire degli altri membri della società, oltre ad essere un crimine contro la persona è anche un ottimo combustibile per gli incendiari di cui sopra. Una società che non fosse in grado di tollerare la diversità di usi e costumi e utilizzasse la coercizione per eliminarla – in altre parole, la società che facesse prevalere i diritti positivi sui diritti negativi – è già una società totalitaria in nuce. Non è più una nazione, ma uno stato.
Inviato il: 27/11/2007 1:40
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  prealbe
      prealbe
Re: Il rifiuto della comunità.
#281
Mi sento vacillare
Iscritto il: 10/1/2007
Da
Messaggi: 478
Offline
Adesso posto un altro articolo. Breve premessa: se qualcuno, dopo lo scambio di post che ha fatto seguito a quello di Fini, intendesse di nuovo rispondere con considerazioni psico-social-economico-esistenziali sull’autore - che, per inciso, non so neanche chi sia - anziché su ciò che c’é scritto nell’articolo, può automaticamente ritenersi - con rispetto parlando e amichevolmente - mandato a cagare dal sottoscritto senza passare dal via.


Prealbe


Citazione:
L’individuo e la relazione con una comunità d’appartenenza
di Claudio Risé

A sinistra si discute con preoccupazione della consunzione delle categorie politiche postilluministe: l’idea stessa di destra e sinistra e, soprattutto, lo sbriciolamento degli Stati nazionali. Per inciso, non sarebbe male se anche la Casa delle Libertà desse più spazio a questi temi, tra una barzelletta e uno scorcio di autoreggente. Michele Salvati, che è uomo di sinistra intelligente e informato, in un ampio articolo sul Corriere della Sera ha segnalato lacune e superficialità di diversi libri sul tema, in particolare Destra e sinistra, di Marco Revelli.
Se ho ben capito, il ragionamento di Salvati è questo. È vero che le categorie di destra e sinistra tradizionalmente intese faticano a capire il mondo di oggi, e in particolare la globalizzazione. Il fatto è - argomenta con ragione Salvati - che «la destra e sinistra liberali, e in fondo anche socialiste, hanno sempre faticato ad affrontare problemi che trascendono l’individuo, che sono radicati in un “noi” che precede l’affermazione dei diritti individuali. Un noi nazione, comunità religiosa, etnica, culturale».
Ciò di cui Salvati qui parla, col fastidio caratteristico del pensiero postilluminista, è anche quella che la scienza della politica chiama “nazione organica”, contrapponendola appunto agli Stati nazionali, costituiti essenzialmente da dispositivi giuridici e burocratici.
Spesso, lamenta Salvati, «le ragioni del noi prevalgono sulle rivendicazioni dell’io. È in nome di qualche noi che si sono mobilitate le masse e fatte guerre e rivoluzioni». Contro questi pericolosi “noi” Salvati propone che la parola passi a una «destra e sinistra individualistiche», attuali «eredi di quelle formatesi nell’esperienza postilluminista europea».
Si metta dunque francamente al centro l’individuo, sbarazzandosi dei pericolosi “noi” («etnici, religiosi, nazionali, comunitari, più raramente di classe», secondo Salvati), che tendono a coinvolgerlo e fagocitarlo.
Il fatto è, però, che senza appartenenze che lo trascendano l’individuo non è un io. È solo un potenziale componente di masse in cui cerca l’identità di cui si sente privo. Identità che invece nel corso della storia l’individuo ha sempre trovato in appartenenze dotate di senso, in “noi”, come la comunità religiosa, locale, la nazione organica (non lo “Stato nazionale”), la cultura condivisa attraverso una tradizione.
I totalitarismi del Novecento hanno sostituito questi “noi”, che permettevano all’individuo di dire “tu”, e quindi di sentirsi “io”, con masse unite dall’ideologia e identificate negli Stati nazionali. Sono le ideologie totalitarie, intellettuali, degli Stati, con le quali si è cercato di espiantare l’individuo dal proprio contesto umano e religioso, che hanno portato alle guerre e alle rivoluzioni armate, non le appartenenze trascendenti in cui ogni io affonda, da subito, le sue radici e le sue possibilità di sviluppo.
Se la globalizzazione mettesse al proprio centro, come sembra proporre Salvati, l’individuo, negando l’importanza delle appartenenze affettive e simboliche che gli conferiscono identità, diventerebbe l’organizzatrice di un totalitarismo globale ancora peggiore di quelli, nazionali, che hanno insanguinato il Novecento.
Inviato il: 27/11/2007 0:29
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  prealbe
      prealbe
Re: Il rifiuto della comunità.
#280
Mi sento vacillare
Iscritto il: 10/1/2007
Da
Messaggi: 478
Offline
Timor
Citazione:
Prealbe ti mando un regalino se non l'hai già visto, potrebbe rinvedire il thread

http://www.youtube.com/watch?v=3uGiYQC4N6s


Timor (con la voce di Gary Cooper)
Citazione:
“Lo giuro. Migliaia di anni fa l’uomo riuscì a scoprire il segreto del fuoco. Forse lo bruciarono con quel legno che egli aveva insegnato ad accendere. Ma lasciò all’umanità un dono insperato e con esso liberò dal buio la terra. Durante i secoli, altri uomini mossero i primi passi sulle vie nuove, animati soltanto dalla loro intuizione. I grandi creatori, i pensatori, gli artisti, gli scienziati, gli inventori rimasero soli contro gli uomini del loro tempo. Ogni nuova idea era ostacolata. Ogni invenzione bandita, ma ciascuno di loro andò avanti. Lottò, soffrì e pagò. Non era mosso dal desiderio di piacere alla folla. La folla odiava il dono che le era offerto. Ma lui cercava la verità. Suo scopo era solo la sua opera. La sua opera, non chi ne usava. La sua creazione, non i benefici che gli altri ne traevano. La creazione che dava forma alla sua verità. Però la sua verità la metteva sopra e contro a tutti gli altri. Andò avanti, sia che gli altri volessero seguirlo o no. Solo con la sua integrità per sola bandiera. Non servì niente e nessuno. Visse solo per sé. E solo vivendo per sé poté realizzare le opere che formano la gloria dell’umanità. È così che è avvenuta ogni conquista. L’uomo è nato inerme. Ha un’unica arma: la sua mente. Senza di essa non potrebbe sopravvivere. Ma la mente è un attributo dell’individuo. Non c’è e non si può concepire una specie di cervello collettivo. L’uomo che pensa deve pensare e agire da sé. Come può lavorare se è sottoposto a costrizioni di ogni genere? È impossibile subordinarlo a bisogni, opinioni o desideri di altri. Nessuno ha il diritto di sacrificarlo.
Chi crea, si basa sul proprio giudizio. Il parassita segue l’opinione degli altri. Chi crea, pensa. Il parassita copia. Chi crea, produce. Il parassita ruba. Chi crea crede alla conquista della natura. Il parassita alla conquista degli uomini. A chi crea va data indipendenza. Egli non comanda e non serve nessuno. Tra lui e gli altri c’è un libero scambio, una libera scelta. Il parassita cerca il potere e tenta di livellare gli uomini in un’azione comune, una comune schiavitù. E pretende che l’uomo debba essere uno strumento ad uso degli altri. Debba pensare come pensano gli altri. Agire come gli altri, che debba annullarsi in una servitù senza gloria. Guardate la storia. Ogni conquista ogni bene che possediamo deriva dall’opera indipendente di una mente indipendente. Ogni barbarie o decadenza nasce dal tentativo di fare degli uomini automi senz’anima, senza cervello, senza diritti personali, volontà, speranza, dignità. È un antico conflitto. Oggi ha un altro nome: l’individuale contro il collettivo. Il nostro paese, che è fra i più nobili della storia degli uomini, si fondò sul princìpio dell’individualismo ossia sui diritti inalienabili dell’uomo. Era un paese dove l’uomo era libero di cercare la sua felicità. Di guadagnare e produrre non angustiato dalla rinunzia. Di prosperare. Libero di possedere un bene inestimabile: il senso del suo valore personale è la più alta delle virtù, il suo amor proprio.
Questo è ciò che i collettivisti vi chiedono di distruggere, come già altrove è stato distrutto. Io sono architetto. Se fossi editore sarebbe più facile capire il mio problema e le ragioni della mia protesta. Infatti, chi oserebbe pensare a un editore che deformasse la trama di un romanzo, a un direttore di giornale che si attentasse a modificare l’articolo pensato da uno scrittore. Insomma, un oltraggio alla libertà di stampa e di pensiero. Per la mia opera d’arte, invece, da me fornita senza sollecitazioni e compenso, si è imbastito questo processo, perché io ho voluto distruggere le deformazioni che alla mia opera erano state apportate. Il patto era di riprodurla come l’avevo ideata io. Quello era il patto. E mi misi subito al lavoro. Non presi un soldo. La mia opera fu deturpata dal capriccio di altri che sfruttarono il mio lavoro senza darmi nulla. Sono venuto a ricordarvi che nessuno ha il diritto di usurpare un solo minuto della vita degli altri e nessuno ha il diritto di sfruttare le energie degli altri. Chiunque esso sia. Questo volevo dirvi. O il mondo finirà in un’orgia di sopraffazione. Vi parlo in nome di tutti gli uomini indipendenti che ancora rimangono nel mondo. Al di fuori di questi princìpi non esiste che la schiavitù del lavoro e la negazione all’uomo del diritto di vivere secondo il proprio genio”.

Ecco. In forma scritta, direi che si apprezzano meglio l’equilibrio, l’assenza di retorica e l’assoluta oggettività delle tesi sostenute. E’ proprio così, parola per parola, dall’alba dei tempi ad oggi: megasuperindividui che si esprimono per “assoluti” da una parte, parassiti senz’anima, senza cervello, volontà, speranza, dignità dall’altra. Palmare. E’ proprio ciò che si può constatare nella vita di tutti i giorni, semplicemente guardandosi attorno.




Prealbe
Inviato il: 27/11/2007 0:25
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  prealbe
      prealbe
Re: Il rifiuto della comunità.
#279
Mi sento vacillare
Iscritto il: 10/1/2007
Da
Messaggi: 478
Offline
Linucs
Citazione:
A che punto siete arrivati?

Al post n° 279. Si leggono in ordine crescente: 1, 2, 3, e così via di seguito fino a che non si pensa di avere qualcosa di pertinente/interessante da dire. A quel punto, in genere, si scrive un intervento e lo si posta. Per i più, funziona così. Alcuni altri hanno invece due/tre interventi standard già pronti e li postano in qualunque discussione con minime variazioni. Si riconoscono, costoro, sia perché i loro contributi nella maggior parte dei casi sono intercambiabili tra loro senza particolari problemi, sia perché la loro attinenza all’argomento risulta spesso piuttosto incerta. Ma, tra una testa scodellata e l’altra e il mondo che odia perché odia? e qualche sarcastica considerazione sulle tasse, in genere si riesce a procedere nelle discussioni lo stesso senza eccessivi intoppi. Grazie della visita.


Prealbe
Inviato il: 27/11/2007 0:23
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  prealbe
      prealbe
Re: Il rifiuto della comunità.
#278
Mi sento vacillare
Iscritto il: 10/1/2007
Da
Messaggi: 478
Offline
mcCitazione:

Prealbe

Non leggere ovunque solo cio' che ti e' sembrato chiaro.
Ho ribadito piu' volte lo stesso concetto (quello che sintetizzavi "noi e Loro") ma a sottolineare diversi aspetti della faccenda.
Uno, importante che sembra esserti sfuggito, e' che la situazione "massa" viene dipinta come non e' piu' spesso di quanto si pensi, e che il parlare di massa e' in qualche modo un autocelebrazione di se stessi, in quanto definendo "massa" le altre persone si tende ad elevarsi al di sopra di essi...

Detto cio', non e' che uno dei due debba per forza cambiare idea...

Mi dispiace di essere banale. Scusa.

mc, intanto ti faccio i miei migliori auguri per il recente lieto evento.

Avrei poi qualcosa da eccepire su quello che hai scritto ma, data l’occasione straordinaria, non importa.

Salute a te e al nuovo arrivato.


Prealbe
Inviato il: 27/11/2007 0:21
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
Re: Il rifiuto della comunità.
#277
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 19/5/2004
Da
Messaggi: 7222
Offline
Prealbe

Non leggere ovunque solo cio' che ti e' sembrato chiaro.
Ho ribadito piu' volte lo stesso concetto (quello che sintetizzavi "noi e Loro") ma a sottolineare diversi aspetti della faccenda.
Uno, importante che sembra esserti sfuggito, e' che la situazione "massa" viene dipinta come non e' piu' spesso di quanto si pensi, e che il parlare di massa e' in qualche modo un autocelebrazione di se stessi, in quanto definendo "massa" le altre persone si tende ad elevarsi al di sopra di essi...

Detto cio', non e' che uno dei due debba per forza cambiare idea...

Mi dispiace di essere banale. Scusa.


******

Francotto, ciao!
Citazione:
E ti senti di affermare che cambi molto la cosa? O non affermeresti piuttosto che le due cose (prestigio e guadagni) sono strettamente connesse

Yes. Of course.
E' come se considerassi il Potere uguale ad il Denaro.
C'e' chi e' ricchissimo ma non conta una mazza, c'e' chi e' solamente agiato ma molto potente. Soprattutto in politica e' molto piu' importante il prestigio che i denari, secondo me.

mc
Inviato il: 26/11/2007 17:30
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
Re: Il rifiuto della comunità.
#276
Mi sento vacillare
Iscritto il: 14/11/2005
Da
Messaggi: 639
Offline
Prealbe ti mando un regalino se non l'hai già visto, potrebbe rinvedire il thread

http://www.youtube.com/watch?v=3uGiYQC4N6s
_________________
"Il vero Big Bang è la nascita di una coscienza"

"Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem"
Inviato il: 26/11/2007 14:54
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
Re: Il rifiuto della comunità.
#275
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 25/6/2004
Da
Messaggi: 3996
Offline
A che punto siete arrivati?
Inviato il: 26/11/2007 14:18
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  franco8
      franco8
Re: Il rifiuto della comunità.
#274
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 6/12/2005
Da
Messaggi: 1561
Offline
Citazione:

… e qui invece la discussione si tronca così?!?

... Hai perfettamente ragione.
_________________
.... ....io non mi definisco affatto volentieri ateo, non più di quanto io sia a-MickeyMouse.
..
(detto, fatto)
Inviato il: 26/11/2007 12:02
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
 Vai all'inizio   Discussione precedente   Discussione successiva
1234...11>

 


 Non puoi inviare messaggi.
 Puoi vedere le discussioni.
 Non puoi rispondere.
 Non puoi modificare.
 Non puoi cancellare.
 Non puoi aggiungere sondaggi.
 Non puoi votare.
 Non puoi allegare files.
 Non puoi inviare messaggi senza approvazione.

Powered by XOOPS 2.0 © 2001-2003 The XOOPS Project
Sponsor: Vorresti creare un sito web? Prova adesso con EditArea.   In cooperazione con Amazon.it   theme design: PHP-PROXIMA