"Le mille Balle Blu" titolava un libro di Travalgio e sempre sul tema "La scomparsa dei fatti", del medesimo autore.
Rivendica il Travaglio, al di la delle diatribe opinioniste, la verità dei fatti, che credo stiano particolarmente a cuore anche ai frequentatori di questo blog.
Una verità tutt'altro che ideologica, ma che a prescindere non può non essere schierata, in quanto chi scrive ha una sua cultura e una sua formazione che lo condizionano a una certa "visione" del mondo. Tuttavia, ci sono fatti evidenti che sono dimostrabili in modo insindacabile, mentre le opinioni sono semplici pareri: che tempo fa? Non può avere una risposta "a me piace che sia bel tempo", ma vuole che si vada alla finestra per poter rispondere: "fa bel tempo"
Ci sono in sostanza dei fatti che si dicono veri per convenzione e non sono per loro natura temi d'opinione: non posso dire che "il meteo - in generale - é una allucinazione" (almeno che non sia in vena di sparate religiose o filosofiche), ma che "ho avuto una allucinzione", quindi ho confuso una realta
in un tempo e un luogo precisi.
Vi sono in sostanza verità che sono da dimostrare e assiomi di verità, che devono essere tali non tanto per questioni religiose, ma perché una base seppur minima di partenza comune deve esserci per poter comunicare senza prenderci per il c...o.
Quando indico un "terrorista", indico per definizione una persone che ha commesso dei reati penali gravi contro normali cittadini, al fine di provocarne "terrore", e tentare così di sovvertire l'ordine esistente.
Una situazione ben diversa da una ribellione contro truppe militari che invadono una terra e uccidono gli abitanti...
Procediamo oltre.
"Commesso dei reati" non significa "sta per commeterli", "forse li commetterà" o anche "sicuramente ha i mezzi e le intenzioni per commetterli". Un nodo cruciale di tutta la fragile impalcautra democratica di un paese, é infatti la distinzione tra "apologia di reato" e "reato". Se infatti io dico "voglio far saltare in aria le istituzioni" e magari come hobby faccio esplosivi (fuochi d'artificio) ciò non determina in automatico il fatto che sicuramente farò saltare in aria una istituzione pubblica.
A volte é terribile doverlo ammettere, ma perché un paese possa dirsi libero e civile é necessario che un reato venga commesso perché vi sia un inputato da condannare. Perché terribile? Perché a volte vi sono condizioni oggettive che non lasciano dubbi sul fatto che prima o poi, a lungo andare, una certa situazione abbandonata a se stessa finisca per provocare un danno irreparabile.
Pensiamo al bullo che con modi violenti e intenzioni manifestamente poco civili mette a durissima prova la pazienza (e la giusta necessità di pacifica convivenza) del vicinato, e che non commettendo mai atti penalmente rilevanti sia di fatto un perenne problema.
Tuttavia una persona violenta e un problema sociale prima che penale. L'idea che era nelle fondamenta costitutive di questa impalcatura democratica (criticabile finché si vuole ma non nelle intenzioni originali) é che tali interventi sono demandati agli organi amministrativi ed esecutivi, come il comune e le forze dell'ordine, che hanno il dovere teorico (e legale) nonché gli strumenti per poter agire in autonomia, affinché venga evitato il peggio.
Ovviamente tutto questo in un paese dove i ruoli sono del tutto confusi, e le resposabilità continuamente rovesciate addosso a persone che non sono in grado di agire, se non con strumenti inadatti, in tutti gli ambiti, da quello lavorativo a quello giudiziario, nessuno metterà mai in luce il semplice fatto che dichiararsi brigatista e intenzionato ad agire non costituisce in sé reato.
Come l'evidente strumentalizzazione della recente notizia
ripresa da tutte le testate compresa l'unità a fini a dir poco palesi (la deviazione dell'attenzione pubblica sulla questione di Vicenza ?) sappiamo per certo che le nuove BR del paese delle bolle di sapone, sono solo colorate opinioni sulle rinate Brigate destinate a svanire nel nulla, come l'ombra del vampiro subito dopo aver fatto la sua vittima.