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  •  Dorian
      Dorian
Re: Prozac le vostre leggende....su questo punto vi dovete informare di piu!
#20
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 23/1/2007
Da
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Fiammifero
Citazione:
segnalo questo link solo per dirti che non è una malattia genetica


Qualcosa di ereditario ci dev'essere se è vero che certi disturbi si osservano nei genitori e nei figli e tra fratelli (per esempio la predisposizione alle dipendenze o l'alcolismo). Ovvio che predisposizione non significa certezza. E' solo una roba statistica (di cui ho comunque osservato tra conoscenti un certo fondamento).

Il punto è un'altro: lo spettro di situazioni in cui si ricorre a farmaci si è allargato pericolosamente.
Qualsiasi approccio alla vita non sia spensierato, vivace e gioioso (ma non troppo se no poi serve un calmante!) è visto come malattia da curare. Persino un bambino che fino a ieri si sarebbe detto vivace, oggi è visto come un malato.

Il prozac ai bambini è certamente l'ultima follia: poi quando crescono, SE crescono, cosa gli si dice? Che drogarsi fa male? Oppure vedono la mamma prendere la pillola per stare allegra, il papa prenderne un'altra per tirarsi su e pensano sia normale prendere sostanze per stare meglio. Per stare in forma. O credono che sia obbligatorio essere allegri il 100% del tempo e se questo non avviene allora finiscono per considerarsi malati. E si deprimono. E via di pillola.


Non dico che i farmaci siano da bandire però prenderli senza un reale bisogno causa allergie. Non ci si crea le giuste difese immunitarie. Siano esse fisiche o psichiche.

PS: ritengo che metà dei problemi psichici siano indotti dagli psichiatri, l'altra metà sarebbero curabili senza
Inviato il: 23/3/2007 1:22
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  •  fiammifero
      fiammifero
Re: Prozac le vostre leggende....su questo punto vi dovete informare di piu!
#19
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 28/2/2005
Da ROMA
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Benvenuto francs,non importa la tua grammatica ma le tue idee,e sulla depressione ti segnalo questo link solo per dirti che non è una malattia genetica
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Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
Inviato il: 23/3/2007 0:33
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  •  francs
      francs
Re: Prozac le vostre leggende....su questo punto vi dovete informare di piu!
#18
So tutto
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i pscicofarmaci salvano la vita! i suicidi li commettano i pazienti (anche bambini) che non ricevono una cura adeguata. la depressione e una malattia del cervello..genetica! e una malattia...e si deve combatterla...aime i bambini hanno anche un cervello e si possono ammalare anche loro! voi dite..che questi farmaci sono a rischio suicidio...e vero che all'inizio con effetti collaterali...lo stato si puo peggiorare...ma un psychiatra o dottore esperto sa come agire...poi questi effetti collaterali...spariscono (quasi del tutto)....alla lunga si deve convivere con certi disturbi..ma sono lieti...certamente l'amore serve e non si deve stare vicino al malato....ma arrivato a una certa gravita di malattia...purtroppo si deve intervenire con le medicine.....o qualcuno di voi ha voglia di soffrire?? le medicine non pilotono carattere..ma fanno diventare i paziente loro stessi....
certo c'e da ammettere che una piccola parte dei pazienti...non riesce ad uscirne del tutto..
gli antidepressivi che si usono oggi anche il ritallin...sono in commercio da piu di 30 anni...provati da migliardi di persone....e sono sicuri
vi dovete informarmi prima....racconti di depressi ci sono a volonta....e poi venite con la storia di abuso...
assulutamente non crea dipedenza!! abusare?? ma quale stupido si prende a sua iniziativa...i prozac con un sacco di disturbi...senza benificio perche e sano!!
se si vuole eleminare il farmaco...con prudenza sempre un po di meno per due settimane...e il corpo non ha problemi!

poi il prozac gli e' scaduta la licenza (esistepiu di 25 anni)

la lobby non ci guadagna piu'...e ci sono molti simili farmici "SSRI" che costono poco sotto altro nome

pero..su una cosa vi do ragione...specialmente nell 'eldorado in svizzera delle case farm.. corrompono quello che possono

allora prima di dare retta alle associazione "antipsychiatria" che sparano delle balle a non finire... sotto sotto c'e sempre Scientology! per loro e facile prendersi la fiducia di uno che sta male...per questo sono contro i farmaci.

ci sono tanti pazienti giovani e non...e soffrono di gravi depressioni...soffrono come cani...ma solo grazie ai farmaci..e la giusta informazione .si possono riprendere

e purtroppo se ne parla poco...perche la depressione e un male oscuro....nessuno puo capirla...senza provarla

sono disposto a feedbacks.....

p.s. io mio italiano non e dei migliori..io vivo e sono cresciuto in svizzera....scusate
Inviato il: 22/3/2007 21:16
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  •  fiammifero
      fiammifero
Re: Prozac
#17
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 28/2/2005
Da ROMA
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Ketamina ai depressimera costruzione artificiale,
meglio conosciuta come "dualismo cartesiano",
che vede mente e corpo come due distinte forme di coscienza con questi EFFETTI

Addio misticismo,meditazione,esercizi spirituali?
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Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
Inviato il: 29/8/2006 0:45
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  •  echoes
      echoes
Re: Prozac
#16
Ho qualche dubbio
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Da genova
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legale e illegale
Per quanto tempo ancora siamo disposti a prenderlo in quel posto?
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....ehi man...slow down
Inviato il: 24/6/2006 19:17
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  •  fiammifero
      fiammifero
Re: Prozac
#15
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 28/2/2005
Da ROMA
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Il Prozac dopo gli 8 anni
Praticamente quando sono già "addomesticati" e prima ?
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Citazione:
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Inviato il: 13/6/2006 21:33
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  •  nessuno
      nessuno
Re: Prozac
#14
Mi sento vacillare
Iscritto il: 30/7/2005
Da Albino (BG) - Bassa Valle Seriana
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Citazione:
ma quale genitore somministrerebbe prozac ai propri figli?


Qualunque genitore porti il figlio da uno psichiatra, oggi come oggi.

Buona vita

Guglielmo
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"Quieremos organizar lo entusiasmo, no la obediencia" - Buenaventura Durruti
Inviato il: 13/6/2006 14:15
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  •  florizel
      florizel
Re: Prozac
#13
Sono certo di non sapere
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Da dove potrei stare meglio.
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Ciao,cocis.

Non so questo articolo a che data risale,ma tra l'altro si legge:
"L'incolumità e efficacia di Prozac non sono state stabilite in bambini."

Dalla stessa fonte che hai citato:
Gran Bretagna: Prozac nell’acqua di rubinetto!

Lascio qui la pagina "google" per eventuali
approfondimenti.

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"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando Libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi". Vittorio Arrigoni
Inviato il: 13/6/2006 14:05
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  •  cocis
      cocis
Re: Prozac
#12
Dubito ormai di tutto
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http://www.disinformazione.it/via_libera_al_prozac.htm

Il Prozac ha manifestato fin da subito effetti collaterali (oltre 900 effetti avversi!!!)
Nel 1990 l’American Journal of Psychiatry ha pubblicato un articolo scientifico di uno studio che evidenzia che l’assunzione di Prozac può indurre pensieri e tentativi suicidari. Negli USA vi sono dai 6 ai 10 milioni di persone che assumono il Prozac. Nell’arco di 6 anni il Prozac ha accumulato ben 26.623 casi di reazioni collaterali e 1885 casi di tentativo di suicidio.


Inviato il: 13/6/2006 13:49
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  •  aras74
      aras74
Re: Prozac
#11
Ho qualche dubbio
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Da il mondo dei sogni
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ciao!

mi chiedo:
ma quale genitore somministrerebbe prozac ai propri figli?
sono un' ingenua a credere ancora nel buon senso delle persone?

bho....

Aras74
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Non vi sono al mondo che due tipi interessanti:
quelli che sanno tutto e quelli che non sanno nulla.

(Oscar Wilde)
Inviato il: 12/6/2006 23:03
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  •  nessuno
      nessuno
Re: Prozac
#10
Mi sento vacillare
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No. Non stai delirando. Ormai c'è il vezzo di considerare la tristezza dopo la morte di qualcuno come una "malattia" da curare, piuttosto che come uno stato d'animo legittimo.

La conseguenza non è solamente la perdita della capacità di ascoltare se stessi, ma anche la distruzione delle reti di sostegno collettive, tra persone. Non ci sono né riti né rituali che ci aiutino nel cammino difficile della nostra vita. Gli altri, il collettivo, il gruppo dei pari, sono scomparsi, sostituiti dalla figura dello psicologo o dello psichiatra. Cioè dell'esperto. Dotato di un sapere "altro" rispetto a noi ed al nostro gruppo di appartenenza. Depositario della "verità medica" (o delle case farmaceutiche, vedi tu ).

Rileggere Ivan Illich "demedicalizzare la società", Red edizioni.

Buona vita

Guglielmo
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Inviato il: 12/6/2006 20:54
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  •  florizel
      florizel
Re: Prozac
#9
Sono certo di non sapere
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Dall'articolo che hai postato,nessuno,se ne deduce un'ulteriore cosa:stati d'animo "naturali",quali ansia,paura,disagio emotivo,che spesso sono preziosi alleati e chiari campanelli d'allarme che ci avvisano quando qualcosa "non va",vengono arbitrariamente ritenute "malattie" da curare.
La conseguenza è la perdita di capacità di autoascolto personale,l'identificazione di questi stati d'animo con la "negatività" e la loro rimozione come sintomi ritenuti nocivi,e nient'altro che nocivi.

Ci viene forse prospettato un presente (ma anche un futuro) all'insegna del "sempre sani,sempre perfetti,sempre sorridenti"?
A discapito della nostra interezza,a quanto pare.
Sto delirando?
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Inviato il: 12/6/2006 20:48
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  •  nessuno
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Re: Prozac
#8
Mi sento vacillare
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Citazione:
Il solo paragone che verrebbe da fare,è quello con la "politica",anche se in quest'ultimo caso si potrebbe tranquillamente affermare che insieme alla "cura" viene prodotta anche la "causa.
Siamo a questo punto anche riguardo alle malattie dell'anima?".


Siamo a questo punto. Ti riporto questo articolo:

Ansia generica o sociale, disordine da stress post traumatico, shopping compulsivo ecc.: le multinazionali del farmaco inventano nuove sindromi per vecchie medicine. Un sistema geniale per fare affari. E negli Stati Uniti legioni di psichiatri televisivi sono già al lavoro: arrendetevi, siete tutti ammalati.

Malattie rare in offerta speciale

Ansia generica o sociale, disordine da stress post traumatico, shopping compulsivo ecc.: le multinazionali del farmaco inventano nuove sindromi per vecchie medicine. Un sistema geniale per fare affari. E negli Stati Uniti legioni di psichiatri televisivi sono già al lavoro: arrendetevi, siete tutti ammalati.

Le case farmaceutiche hanno trovato l'arma finale: invece di vantare i benefici dei propri farmaci, propagandano le malattie che dovrebbero curare. Prendi l'epidemia che colpì gli Stati Uniti nella primavera 2001. Come ha raccontato Mother Jones in un interessantissimo articolo, le tv locali cominciano a riferire che ben 10 milioni di americani soffrono di una malattia sconosciuta. Si avvertivano i telespettatori di badare a questi sintomi: irrequietezza, stanchezza, irritabilità, tensione muscolare, nausea, diarrea, sudorazione. In molti di questi programmi interveniva il dottor Jack Gorman, stimato psichiatra della Columbia University.
I testimonial erano alternati con scene serene di una donna che giocava con un passerotto e un'altra che ingeriva pillole. La malattia in questione era il 'disordine di ansietà generalizzata' (Gad), una condizione che secondo i rapporti lascia chi ne soffre paralizzato da paure irrazionali. I programmi non citavano nessuna medicina particolare per questa nuova sindrome. Ma, guarda caso, proprio il 16 aprile 2001 l'ente che sovrintende all'introduzione di nuovi farmaci, la Us Food and Drug Administration (Fda), aveva certificato l'antidepressivo Paxil, prodotto dal gigante farmaceutico inglese GlaxoSmithKline (Gsk), per il trattamento anche dell'ansietà generalizzata. Allora non ci stupisce più che lo stimato psichiatra Jack Gorman sia stato per anni sui libri paga della Gsk come consulente. C'è di più: quel 16 aprile, un gruppo di pazienti chiamato Freedom From Fear ("Libertà dalla paura" diffuse un sondaggio telefonico secondo cui "le persone malate di Gad passano circa 40 ore a settimana - un lavoro a tempo pieno - a preoccuparsi."
Il rapporto non citava né il Paxil, né la Gsk, ma il numero di telefono che indicava era quello della ditta di relazioni pubbliche della casa farmaceutica, la Cohn & Wolfe.

La genialità della trovata consiste nel fatto che è lo stesso consumatore a chiedersi se anche lui per caso non soffre di quella sindrome, e che poi va a bussare dal medico perché gli prescriva quel certo farmaco che ha fatto tanto bene a quel suo amico che gliene ha parlato. Per ottenere questo risultato, basta lanciare e sponsorizzare campagne di presa di coscienza della malattia (disease awarness). Insomma, si prende una sindrome minore, che nella sua forma grave colpisce pochissime persone (il Gad per esempio colpisce l'1,2% degli americani, cioé 3 milioni, non i 10 di cui parlava il dottor Gorman), ma che presenta sintomi abbastanza generici; poi si cerca di far certificare dalla Fda che un certo farmaco, già in produzione per altre malattie, cura anche questa nuova sindrome. Con questo metodo si risparmiano miliardi (di euro) e anni: per lanciare un nuovo medicinale ci vogliono in media 8 anni perché passi dallo stadio della ricerca in laboratorio alla commercializzazione in farmacia, mentre per ottenere una nuova indicazione per un farmaco già in commercio bastano 18 mesi.

La corsa cominciò nel 1988 quando Eli Lilly lanciò l'antidepressivo Prozac, il primo farmaco di massa della famiglia degli Ssri, "inibitori selettivi di reuptake della serotonina" ( proprio questo il termine). Da allora il mercato dei Ssri è cresciuto dell'800%, e fino a oggi ben 22 milioni di americani hanno usato il Prozac. Le altre case lanciarono ognuna il proprio antidepressivo: nel 1989 in Europa - ma solo nel 1998 negli Usa - il Celexa (della Forest Laboratories), nel 1992 il Zoloft (Pfizer), nel 1993 il Paxil (GlaxoSmithKline Beecham), nel 1994 il Luvox (Upjohn Solvay).

Il mercato degli antidepressivi era però già saldamente presidiato dal Prozac. Perciò gli strateghi della Gsk si misero a sfogliare il Manuale diagnostico e statistico dei disordini mentali (Dsm), la bibbia degli psichiatri, che però risente molto delle lobby farmaceutiche e del clima culturale del tempo (prima del 1970 l'omosessualità era considerata un "disordine psichico".

I cervelloni della Gsk scoprirono nel Dsm alcune sindromi promettenti. Abbiamo già visto che nel 2001 riuscirono a far certificare l'antidepressivo Paxil come efficace anche nella cura del Gad, l'ansietà generalizzata. Ma non era la prima volta che facevano il colpo. Già nel 1998 avevano scovato un'altra sindrome, il Sad, il "disordine di ansietà sociale", una forma di timidezza patologica, però estremamente rara secondo il Dsm. Anche qui, entro il `99 Gsk si assicurò la certificazione della Fda. A quel punto però dovette propagandare la malattia stessa e per ciò si rivolse alla ditta di Pr (public relations) di New York Cohn & Wolfe, che coniò lo slogan "Immagina di essere allergico alla gente" sotto l'immagine di un uomo derelitto che giocherella con una tazza da té vuota: "Avvampi, sudi, tremi, ti è difficile persino respirare. Ecco come ci si sente con il disordine di ansietà sociale". Questi poster tappezzarono gli autobus di tutti gli Stati Uniti. Non facevano riferimento né al Paxil né alla Gsk, ma recavano l'insegna del gruppo "Libertà dalla Paura", della "Coalizione per il Disordine di ansietà sociale" e dei suoi membri volontari dell'Associazione degli psichiatri americani e dell'Associazione dei disordini di ansietà d'America. Questi gruppi erano stati organizzati da Cohn & Wolfe che però non si limitava ai poster, ma rilasciava documentari "indipendenti", certificazioni di illustri luminari (tra cui, guarda un po', il dottor Jack Gorman che è consulente non solo di Gsk, ma di almeno altre 12 farmaceutiche, tra cui Eli Lilly e Pfizer). Cohn & Wolf forniva ai giornalisti anche pazienti più che disposti a riferire come erano riusciti a uscire dall'inferno dell'ansietà sociale grazie ai farmaci. In pochi mesi il Paxil superò il Zoloft e quasi raggiunse il Prozac; e nel 2000 la Public Relation Society of America premiò Cohn & Wolfe per la campagna Sad, come il "miglior programma di Pr del 1999".

La Pfizer non perse tempo a reagire: anche lei frugò nel manuale diagnostico Dsm e nello stesso 1999 scoprì un'altra bella sindrome: il disordine da stress post-traumatico (Ptsd) che fino ad allora aveva colpito solo i veterani e le vittime di crimini violenti.
Imparata la lezione del Sad, Pfizer assoldò la ditta di Pr newyorkese Chandler Chicco Agency e sovvenzionò la Ptds Alliance, che aveva sede negli uffici della Chandler Chicco. La Ptsd Alliance metteva in contatto i giornalisti con esperti di Ptsd, come Jewrilyn Ross, presidente e amministratore delegato dell'Anxiety Disorder Association of America, un gruppo pesantemente finanziato da Pfizer, Gsk, Eli Lilly. Quest'Alleanza fornì statistiche secondo cui tra i bambini che avevano avuto l'esperienza della morte improvvisa di un amico o di un parente, "uno su sei sviluppava la sindrome Ptsd".

Secondo altri articoli, un americano su 13 avrebbe subito questo disordine nel corso della sua vita (il che fa 22 milioni di potenziali pazienti). Naturalmente l'anno scorso, dopo l'11 settembre la Pfizer saltò sull'occasione: il 26 settembre la Ptsd Alliance emanava un comunicato secondo cui lo stress post-traumatico può colpire chiunque abbia "assistito a disastri naturali o altri inattesi, psicologicamente stressanti eventi catastrofici, come gli attacchi dell'11 settembre". Nel mese successivo, secondo Psychiatric News, Pfizer spese 5,6 milioni di dollari per pubblicizzare i benefici dello Zoloft contro il Ptsd: il 25% in pi=F9 di quanto aveva spesso in tutto un semestre precedente. Ma il record dopo l'11 settembre toccò alla Gsk, che nell'ottobre 2001 spese 16 milioni di dollari di pubblicità per il Paxil.

Pfizer e Glaxo non sono le sole case ad aver sfogliato il Manuale diagnostico. Ogni casa si trova la sua bella sindrome che colpirebbe una 15 milioni di americani, un'altra 9 milioni. Sono statistiche manipolate, spesso prodotte da centri studi finanziati dalle case farmaceutiche e che estrapolano dalle situazioni lievi alle sindromi gravi. A credervi, alla fine, ironizza Mother Jones, non c'è un americano che non sia preda di un disordine di ansietà. Secondo uno studio del 2000, finanziato da Pfizer e pubblicato dall'American Journal of Obstretrics, ben il 20% di tutte le pazienti di ostetricia-ginecologia avrebbe bisogno di un trattamento psichiatrico per sindromi che vanno dalla depressione ai disordini di ansia alimentare.

D'altronde già nel 1994 Upjohn e Solvay avevano sovvenzionato la tournée artistica di una californiana, Mary Hull, che aveva sofferto del disordine compulsivo-ossessivo e che riferiva del gran bene tratto dai farmaci Ssri. Uno studio, finanziato da Novartis Aventis, ha trovato che i farmaci Ssri possono ridurre il rischio di attacco cardiaco nei fumatori.

E anche la Eli Lilly, minacciata nel suo monopolio antidepressivo del Prozac, è passata al contrattacco: il 15 marzo scorso, ricercatori della Mayo Clinic (finanziati da Eli Lilly) affermarono sul Journal of Clinical Oncology che il Prozac "E'un'alternativa realistica alla sostituzione estrogena per ridurre le vampate" nelle donne in menopausa.

Ma Eli Lilly punta al colpo grosso, a quella discussissima sindrome che è il disordine disforico premestruale (Pmdd), un malessere femminile i cui sintomi includono dolore fisico e sbalzi periodici. Il Pmdd fu incluso dal Manuale nel 1987 tra quei "disordini potenziali proposti per ulteriore studio" e colpirebbe tra il 3 e il 5% delle donne in mestruazione (1,5-3 milioni di americane). Intanto nel 2000 Eli Lilly ha ottenuto dalla Dfa che il Prozac possa essere prescritto contro il Pmdd. E a questo scopo lo ha riconfezionato in una pillola color rosa con il nuovo nome di Sarafem.

La ricerca di nuove sindromi non ha limiti. La più geniale è quella dell'"epidemia nascosta" presentata alla Convention annuale dell'Associazione Psichiatrica Americana, il disordine di ="shopping compulsivo": la pulsione a comprare senza freni. Secondo uno studio su questo disordine finanziato da Forest Laboratories, lo shopping compulsivo colpirebbe 20 milioni di americani, al 90% donne. Queste cifre sono state enunciate nella popolarissima trasmissione tv Good Morning America da un illustre specialista. Immaginate chi è? Ma il dottor Jack Gorman ben inteso, che è consulente anche di Forest Laboratories che vuole trovare una nicchia per il suo Celexa.

(Da "Il Manifesto" 3 dicembre 2002 di MARCO D'ERAMO)


buona vita

Guglielmo
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Inviato il: 12/6/2006 20:32
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  •  florizel
      florizel
Re: Prozac
#7
Sono certo di non sapere
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_gaia_Citazione:
mi sembra un ottimo strumento di manipolazione di massa......


Condivido.
Ed il farmaco è tanto "invasivo" da costituire un limite ad altri tipi di approcci terapeutici,mi sembra di capire.Chiedo conferma.
Scorgo in tutto questo il pericolo che la medicina,questa medicina,si vada mano a mano sostituendo a quegli strumenti di "cura" che prevedono affettività ed empatia.
Magari sto esagerando,ma le cose mi appaiono preoccupanti...
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Inviato il: 12/6/2006 20:22
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  •  florizel
      florizel
Re: Prozac
#6
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 7/7/2005
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NinniCitazione:
No, sulla depressione incidono molti fattori. Bisogna stare attenti a come si tratta questa notizia. Non si deve far credere che con una molecola si risolve il disagio. Se si pensa così, si dimenticano tutti i fattori ambientali e familiari che influenzano il bambino.


Siamo di fronte all'ennesima dimostrazione di quanto subdola ed insidiosa sia la visione della medicina "ufficiale" circa il "paziente",e non mi riferisco a quella branca di medicina che cura le malattie del corpo,ma quella che pretende di guarire l'anima attraverso esso,o almeno agendo esclusivamente sul piano "fisico".
Voglio dire che la medicina si attesta sempre più marcatamente su criteri di cura atti a risolvere gli "effetti" della malattia,omettendo di denunciarne le cause originarie.
Il solo paragone che verrebbe da fare,è quello con la "politica",anche se in quest'ultimo caso si potrebbe tranquillamente affermare che insieme alla "cura" viene prodotta anche la "causa".
Siamo a questo punto anche riguardo alle malattie dell'anima?

Tra l'altro,se le "raccomandazioni" dell'Agenzia Europea del Farmaco circa la necessità di "controlli" più approfonditi,sono posteriori alla liberalizzazione del Prozac ai bambini,il "sospetto" che si tratti dell'ennesima speculazione è del tutto legittimo.

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Inviato il: 12/6/2006 20:15
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  •  fiammifero
      fiammifero
Re: Prozac
#5
Sono certo di non sapere
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Da ROMA
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la fluoxetina, il principio attivo del Prozac, cavolo,io uso un prodotto galenico con tale sostanza da ben tre mesi e mi sento bene,allora sono fatta alla rovescia!
Va bene che non sono una bambina,forse allora sarà per questo che chi mi vive vicino ha istinti suicidi e/o omicidi?
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Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
Inviato il: 12/6/2006 19:44
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Re: Prozac
#4
Dubito ormai di tutto
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Da
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più che un antidepressivo molto pericoloso, mi sembra un ottimo strumento di manipolazione di massa......
Inviato il: 12/6/2006 18:24
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  •  cocis
      cocis
Re: Prozac
#3
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 11/1/2006
Da V
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ho letto prorpio l'altro giorno della autorizzazione in europa a vendere il prozac...

peccato che dalgi studi e esperimenti fatti .. il prozac amenta i suicidi invece che diminuirli ... c'è un capitolo su " tutto quello che sai è falso 2 " intitolato "suicidi al prozac" .. in pratica in ameica già 10 anni fa.. durante la sperimentazione .. il prozac ha provocato numerosi omicidi suicidi ... in persone normalissime .. dopo aver assunto il prozac.. si alcune persone hanno ammazzato prima il convivente e poi si è tolto la vita.. ci sono state numerose cause contro le case farmaceutiche che producono il prozac .. ovviamente molte insabbiate .. ma alcune vinte .. confermando che il prozac è un antidepressivo molto pericoloso...

Inviato il: 12/6/2006 18:09
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  •  fiammifero
      fiammifero
Re: Prozac
#2
Sono certo di non sapere
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Dalle clavate in testa alla camomilla ,al bromuro,dalla televisione e video giochi al prozac e ritalin
Bella civiltà
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Inviato il: 12/6/2006 13:34
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  •  ninni
      ninni
Prozac
#1
So tutto
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"Il Prozac può rallentare sviluppo"

Parla il dottor Catalano del S.Raffaele
"Il Prozac ai bambini? Attenzione, è una scelta da prendere con le pinze". Il dottor Marco Catalano, docente di Aspetti Clinici di neuropsichiatria infantile dell'Università Vita - Salute San Raffaele, non ha accolto con favore la decisione dell'Agenzia europea del Farmaco, di liberalizzare l'uso del Prozac per i bambini sopra gli otto anni. Tra i rischi di una somministrazione ai bambini c'è anche quello di uno sviluppo ritardato.


Dottor Catalano, cosa ne pensa della decisione dell'Unione Europea?
Sono perplesso. Prima spiattellano l'autorizzazione a dare il Prozac ai bambini e poi raccomandano alla casa farmaceutica di fare controlli più approfonditi. Ma perché?

Un errore di metodo, quindi?
Sì, mi sembra una sperimentazione camuffata. In attesa di dati certi, la vendita a nuovi clienti può far bene alle casse dei produttori. Ma a rischiare sono i bambini.

Dare il Prozac ai bambini è pericoloso?
Certo. Il Prozac non serve soltanto a regolare l'umore, ma influisce sugli ormoni e sulle strutture nervose e cardiovascolari. Nell'età evolutiva ci sono nuove cellule e nuovi circuiti che si plasmano e si modificano, non è il caso di influire. Potrebbe esserci un ritardo nello sviluppo.


Quali sono gli effetti più immediati?
Quelli soliti anche per gli adulti: disturbi del comportamento, problemi per il fegato, reazioni allergiche. E poi la fluoxetina, il principio attivo del Prozac, è una molecola dal lungo ciclo vitale che provoca interazioni con molti farmaci, come gli anticoagulanti e gli antibiotici. Se il bambino ha bisogno di questi farmaci, non può prenderli subito dopo aver smesso il Prozac: la sostanza rimane nel corpo per molte settimane.

L'uso eccessivo del Prozac provoca rischi di morte?
Di sicuro c'è un aumentato rischio di comportamenti suicidi tra chi utilizza il Prozac.Ma ancora non si sa se è un effetto diretto del farmaco o del decorso della malattia: la cura del Prozac ha effetto solo dopo lungo tempo. Nel frattempo, potrebbere cadere l'inibizione al suicidio.

Il Prozac non guarisce?
No, sulla depressione incidono molti fattori. Bisogna stare attenti a come si tratta questa notizia. Non si deve far credere che con una molecola si risolve il disagio. Se si pensa così, si dimenticano tutti i fattori ambientali e familiari che influenzano il bambino.

Condanna la liberalizzazione?
Non del tutto, c'è il fatto positivo che si sia regolarizzato un uso che esisteva già da tempo, in casi eccezionali, ma che ora verrà sottoposto a continue verifiche e controlli


Fonte Tgcom.it
Inviato il: 12/6/2006 11:55
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