Su LA7 a Sfera hanno appena trasmesso servizio in cui un tale Dale Myers, un “esperto grafico” USA , fa una ricostruzione virtuale dell’assassinio JFK basata sullo Zapruder Film.
Il SIg. Myers arriva a dire che il secondo sparo (intorno al fotogramma 223) e’ compatibile con la ferita al torace di JKF e di Connelly. Quindi confermerebbe la teoria del “single bullet” per entrambe le ferite.
Poi mette in discussione le analisi di quei tre tecnici del suono che nel ‘78, sulla base dell’audio captato dal microfono di un poliziotto in motocicletta, evidenziavano l’esistenza di ben 4 spari, e la presenza di uno sparo proveniente dalla “Collinetta Erbosa” (con una probabilita’ del 95%) La confutazione si basa sul fatto che viene messa in dubbio la posizione del poliziotto (tale McLane) nel momento della registrazione audio. Anche qui il Sig. Myers fa una ricostruzione 3D animata. Fra l’altro viene anche presentata una testimonianza del poliziotto McLAne che nega di essere stato nel punto presunto al momento della registrazione…
Infine il servizio dice che i colpi rilevati dallo Zapruder Film erano 3, ai fotogrammi 160, 223, 312. Il tempo tra i 3 colpi sarebbe di 8 secondi e 3 decimi (maggiore dei 6 secondi di cui si era parlato in passato ad esempio nel film JFK di Stone, citato dal servizio). Il tempo di 8 secondi viene ritenuto sufficiente per i 3 colpi col fucile a retrocarica (fanno vedere un ottantenne che spara 3 colpi in 7 secondi, mi piacerebbe sapere con quale precisione da sniper!).
Infine nella loro presunta scientificita’… hanno fatto ripetutamene vedere foto di Oswald che sono notoriamente dei fotomontaggi (es. quella col fucile in mano, camicia scura, dove la faccia di Oswald e’ stata montata sul corpo di qualcun altro).
Meno male che alla fine il presentatore di Sfera ha chiuso dicendo che la verita’ non la sapremo mai, bla bla, e bisognera’ spettare il 2026 la aperture dei documenti top secrets…
Questo servizio era stato trasmesso da Sfera gia’ qualche mese fa.
Insomma, c’e’ ancora chi prova a dimostrare la tesi “lone gunman”. E’ dura. Resistiamo!