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   Politica Interna & Estera
  I politici: dipendenti.... di chi?

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  •  Ashoka
      Ashoka
I politici: dipendenti.... di chi?
#1
Sono certo di non sapere
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Si avvicinano le elezioni 2006 e la questione voto assume, ancora una volta, la solita carica polemica.
E' necessario mandare a casa Berlusconi per il bene del paese, tuonano alcuni. La logica elettorale è sbagliata e non porta ad alcun cambiamento, rispondono altri. Tuttavia è difficile cambiare idea in un tema come questo e non è sicuramente mia intenzione forzare l'opinione di alcuno. Il punto di vista deve essere personale, motivato e frutto di un ragionamento.

Per questo motivo volevo presentare questa piccola, e necessariamente semplificata, ricerca su come vengono finanziati gli attori del gioco democratico, i partiti, e quindi su cosa possiamo aspettarci da loro, una volta terminata la campagna elettorale e determinati gli esisti delle urne.

Possiamo considerare veramente i politici nostri dipendenti come ha proposto, non senza un certo successo, Beppe Grillo?

***

Innanzitutto un riferimento normativo (saltate pure se non avete voglia di leggervelo):

Innanzitutto la Legge 3 giugno 1999, n. 157 la quale stabilisce:

Art.1, comma 1)E' attribuito ai movimenti o partiti politici un rimborso in relazione alle spese elettorali sostenute per le campagne per il rinnovo del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati, del Parlamento europeo e dei consigli regionali.

Art.1 comma 5)L'ammontare di ciascuno dei quattro fondi relativi agli organi di cui al comma 1 e' pari alla somma risultante dalla moltiplicazione dell'importo di lire 4.000 per il numero dei cittadini della Repubblica iscritti nelle liste elettorali per le elezioni della Camera dei deputati.

La ripartizione dei fondi è disciplinata poi dalla legge n.515 del 1993 la quale prevede l'assegnazione degli stessi su base proporzionale.

Tali leggi sono poi state modificate nel 2002 portando ad un euro per anno di legislatura (quindi 5 euro totali) ad iscritto nelle liste elettorali il fondo per il rimborso spese e stabilendo la percentuale minima da raggiungere per aver diritto al rimborso spese nell'1% su base nazionale.
La legge 23 febbraio 2006 n.51 stabilisce poi la possibilità di utilizzare il rimborso come garanzia per i prestiti ottenuti per finanziare la campagna elettorale e compare una nuova, inquietante, frase..
In caso di scioglimento anticipato del Senato della Repubblica o della Camera dei deputati il versamento delle quote annuali dei relativi rimborsi e' comunque effettuato .
Forse da qui il richiamo di Prodi “In caso di parità, nuove elezioni”?

Infine il tetto di spesa per ogni partito per la campagna elettorale è fissato nella Legge 27 gennaio 2006, n. 22

Articolo 3-quater

«1. Le spese per la campagna elettorale di ciascun partito, movimento, o lista che partecipa all'elezioni, escluse quelle sostenute dal singoli candidati di cui al comma 2 dell'articolo 7, non possono superare la somma risultante dalla moltiplicazione dell'importo di euro 1,00 per il numero complessivo che si ricava sommando i totali dei cittadini della Repubblica iscritti nelle liste elettorali delle circoscrizioni o collegi per la Camera dei deputati e quelli iscritti nelle liste elettorali delle circoscrizioni o collegi per il Senato della Repubblica nelle quali e' presente con liste o candidati»

In parole povere, viene costituito un fondo, ovviamente tramite il finanziamento dei contribuenti, sulla base degli iscritti alle liste elettorali, senza contare chi effettivamente voterà o meno, da distribuire poi ai partiti su base proporzionale.
Tale rimborso può essere usato come garanzia per ottenere dei prestiti con i quali finanziare la propria campagna elettorale.

Ed i privati come possono finanziare i partiti?

Tramite un contributo il quale, disciplinato attraverso la legge 23 febbraio 2006 n.51 rimane anonimo sino all'importo di 50000 euro.

Ma non di soli finanziamenti a fondo perduto vive la politica ed infatti i partiti politici ricorrono spesso e volentieri allo strumento del debito per finanziare la propria struttura e la propria campagna elettorale. In un articolo del Sole 24 ore ed emergono come primi indebitati, non a sorpresa, i DS con i loro 178 milioni di euro (ma erano oltre 500 milioni prima del trattamento “Consorte”) di cui oltre 160 milioni verso banche.Al secondo posto ovviamente Forza Italia i cui debiti vedono spesso Berlusconi nella doppia veste di garante e di creditore, ed al terzo l'insospettabile... Rosa nel Pugno in cui, per debiti, la fanno da padrone i radicali con 2,8 milioni di euro dovuti al filantropo Soros.

***

Riassumendo, il quadro che emerge è desolante. Le elezioni sono un grande business, e lo si sapeva, ma l'analisi dei metodi di finanziamento dei partiti mostra un quadro assai preoccupante e che,mina alle fondamenta il ragionamento di chi, come Grillo, ci esorta a considerare i politici come nostri dipendenti da mandare a casa se non mantengono le promesse fatte.

Che strumenti di controllo e persuasione può avere, infatti, l'elettore, quando il sistema prevede delle altissime barriere all'entrata per i soggetti nuovi che volessero partecipare al grande gioco elettorale, a meno di non associarsi a partiti già esistenti e venire a patti con una realtà che, per definizione, è corrotta dagli interessi dei finanziatori del partito stesso?

E allora come dichiarò Craxi, il Male assoluto dell'epoca, nel luglio del '92, in Parlamento:

”..I partiti, specie quelli che contano su appartati grandi, medi o piccoli, giornali, attività propagandistiche, promozionali e associative, e con essi molte e varie strutture politiche operative, hanno ricorso e ricorrono all'uso di risorse aggiuntive in forma irregolare od illegale. Se gran parte di questa materia deve essere considerata materia puramente criminale, allora gran parte del sistema sarebbe un sistema criminale. Non credo che ci sia nessuno in quest'Aula, responsabile politico di organizzazioni importanti, che possa alzarsi e pronunciare un giuramento in senso contrario a quanto affermo: presto o tardi i fatti si incaricherebbero di dichiararlo spergiuro.”

E' cambiato qualcosa da allora? O viviamo, ancora, in un sistema che ci illude, col meccanismo elettorale, di avere una facoltà di scelta, un peso fondamentale, nel determinare le scelte che il paese farà nel prossimo futuro mentre le stanze in cui le decisioni vengono prese sono altre, lontane, blindate, molto al di là di ogni nostra possibile influenza.

Il sistema bipolare, con il suo meccanismo dell'alternanza, è poi l'emblema dell'inganno democratico; ad ogni consultazione la situazione generale del paese viene presentata come tragica ed il cambiamento come necessario. Sempre per usare le stesse parole di quel discorso di Craxi:

”Tutto ciò è avvenuto in modo tale che il logoramento del sistema ha finito con il progredire inesorabilmente come non era difficile prevedere. Ora non c'è più molto tempo a disposizione, ci sono dei processi di necrosi che sono giunti ormai ad uno stadio avanzato. [..] C'è un problema di moralizzazione della vita pubblica che deve essere affrontato con serietà e rigore, senza infingimenti, ipocrisie, ingiustizie, processi sommari e grida spagnolesche.”

Ovviamente la degenerazione è avvenuta mentre tutti quanti, pur essendo essa prevedibile, non hanno mai tentato di porvi rimedio. Ci poniamo mai la domanda: ma perché?

Ogni volta siamo ad un passo più vicino alla fine e pur tuttavia ogni volta deleghiamo alla gamba il compito di compierne un altro.

Riusciremo mai a guardare al di fuori dello schema, a vedere al di là del muro dei condizionamenti e capire, finalmente, che sono le regole stesse del gioco a selezionare i giocatori, che così come non è possibile avere filiformi studiosi di filosofia come pugili, allo stesso modo non si possono avere politici che scelgano per il bene di tutti.

Quali sono i motivi di questa selezione avversa?

Essenzialmente due: uno pratico ed uno teorico.

Il primo, ben descritto da Machiavelli nel Principe qualche secolo fa ci ricorda che ”chi vuole, per tutte le cose, fare la parte di buono, conviene che ruini infra tanti che non sono buoni.”

In un organismo pieno di corrotti, soggetto alle regole della corruzione, solo chi si fa corrompere può progredire e perpetuarsi.

Il secondo, argomento economico teorico proposto da Mises e dagli Austriaci, riguarda la possibilità per un organismo centrale di regolare in modo efficiente le attività di una nazione ed afferma che se la fonte di ogni desiderio, valutazione e conoscenza si trova nella capacità creativa dell'attore umano, ogni sistema basato sull'esercizio della coazione violenta contro il libero agire umano,.., impedirà il sorgere nella mente degli attori individuali dell'informazione necessaria per coordinare la società.

Questo argomento è stato usato dagli Austriaci per decretare l'impossibilità teorica del socialismo ma, per riflesso, si adatta bene a descrivere anche il fallimento teorico di ogni struttura di governo che agisca attivamente sulla società per regolamentarla.

E quindi, che fare?

Innanzitutto comprendere che non sono le leggi scritte ad impedirci di uccidere, rubare, fare del male. E' la nostra coscienza, siamo noi.
E noi non siamo una massa di ignoranti, incapaci, violenti, razzisti, pronti a scannarci appena ce ne viene data la possibilità, assolutamente incapaci di ragionare e fare delle scelte che riguardino il nostro rapporto con gli altri. Così veniamo descritti ogni giorno.

E però diventiamo subito intelligenti, capaci di analisi critica e dotati di un certo senso di preveggenza quando ci dobbiamo recare alle urne. Siamo incaricati di una missione divina per impedire che il male assoluto, l'anomalia tutta del nostro paese, abbia il sopravvento e distrugga tutto e tutti. E se nel farlo dobbiamo turarci il naso, beh, è solo il primo passo, ed è necessario.

Ma se è vero che, come è scritto nel Protagora di Platone:

”Ebbene, giustizia e rispetto devo distribuirli fra gli uomini con questo criterio, o devo distribuirne a tutti?"
"A tutti", disse Zeus, "che tutti ne diventino partecipi. Perché non potrebbero nascere città, se solo pochi di loro ne avessero parte”


tanto vale allora una bella, democratica estrazione per decidere chi governerà tutti. Sarebbe un sistema meno corrotto, in partenza, eppure sarebbe lo stesso una tirannide. E che dire della democrazia diretta in cui ogni decisione, ogni volta, viene presa a maggioranza con una votazione sempre nuova? Cosa c'è di più democratico di questo? Sarebbe la dittatura della maggioranza, anch'essa una dittatura.

Forse che sia lo stesso concetto di potere sull'altro ad esser l'origine dell'errore? Il concetto di dominio, dell'uomo, sull'uomo a creare da sé la struttura più efficiente, nel tempo, per perpetuarlo?

Ragioniamoci.

Ashoka
Inviato il: 5/3/2006 17:25
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Re: I politici: dipendenti.... di chi?
#2
Sono certo di non sapere
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Da Sud Europa
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Che strumenti di controllo e persuasione può avere, infatti, l'elettore, quando il sistema prevede delle altissime barriere all'entrata per i soggetti nuovi che volessero partecipare al grande gioco elettorale, a meno di non associarsi a partiti già esistenti e venire a patti con una realtà che, per definizione, è corrotta dagli interessi dei finanziatori del partito stesso?

Analisi perfetta Ashoka.

Su certi argomenti basterebbe riflettere a mente serena, la questione è molto più semplice di quanto potrebbe apparire.

Però ci vuole molto coraggio per prendere atto di tale inganno, il terrore di risultare “ininfluenti” in questo grande gioco è difficile da reggere.


Blessed Be
_________________
-o- Ama e fa' ciò che vuoi -o-
Inviato il: 5/3/2006 23:29
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Re: I politici: dipendenti.... di chi?
#3
Sono certo di non sapere
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Citazione:
Ragioniamoci.


Il fatto e' che s'e' ragionato su, pure troppo.
Il non voto e' sicuramente la cosa "eticamente" migliore, ma non rivoluziona niente e peggiora la situazione contingente, e continuera' a farlo per i prossimi anni a venire. In attesa di un azione pubblica piu' efficace, sia in termini di numero, sia in termini di cambiamento, e' meglio votare e scegliere il meno peggio... continuando a cercare la famosa azione pubblica piu' efficace, di cui sopra...
Nel frattempo, lo stare "meno peggio" e' sicuramente preferibile allo stare "piu' peggio" (eheheh).

Se nella farsa, il non voto e' una protesta legittima e ovvia, il recitare la parte degli "schiavi sbeffeggiati", e' peggio del recitare la parte degli "schiavi tutelati", ed il non voto porta, molto probabilmente, alla condizione di schiavi sbeffeggiati, ovvero quella attuale.

Il vero motivo che condanna il non voto attualmente, e', a mio avviso, il fatto che dipenda esclusivamente da una partecipazione altissima, che e' molto piu' alta di quello che si immagina quando se ne esaltano le lodi ed i potenziali vantaggi. Se non fosse chiaro, ho dubbi che verrebbe interpretato come dovrebbe, l'atto del "non voto", se venisse attuato da una percentuale al di sotto dell'ottanta per cento degli aventi diritto (ed intorno al venti per cento dell'elettorato che "delega" ci sarebbe sempre il modello americano che verrebbe in aiuto, nel tentativo di governare lo stesso...).

Riassumendo se posso scegliere tra due azioni fallimentari, scelgo quella che mi fa meno danni nell'immediato, pur continuando a bramare un modo per uscirne.

Finche' non ne ho uno di migliore non espongo niente, comunque : lo troverei, alquanto, inutile, se non altro.

mc
Inviato il: 6/3/2006 1:25
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  •  Ashoka
      Ashoka
Re: I politici: dipendenti.... di chi?
#4
Sono certo di non sapere
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Citazione:
Riassumendo se posso scegliere tra due azioni fallimentari, scelgo quella che mi fa meno danni nell'immediato, pur continuando a bramare un modo per uscirne.


E' tipico dell'animo umano ragionare a breve termine. Ma pare l'agitarsi nelle sabbie mobili: ti dà l'illusione di agire, di poterti salvare, ma intanto affondi sempre di più.

A volte bisogna ragionare a lungo termine, cercare di vedere al di là, oltre il muro.

Altrimenti seguiamo una rotaia ben predisposta che periodicamente presenta dei bivi. E mentre ogni volta crediamo di scegliere una strada diversa, poco dopo le rotaie si riuniscono in un unico tracciato, e deviamo inesorabilmente dalla meta.

Ashoka
Inviato il: 6/3/2006 10:26
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  •  fiammifero
      fiammifero
Re: I politici: dipendenti.... di chi?
#5
Sono certo di non sapere
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Riassumendo: lenta agonia o suicidio immediato?
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Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
Inviato il: 6/3/2006 11:02
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Re: I politici: dipendenti.... di chi?
#6
Sono certo di non sapere
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Nel frattempo, lo stare "meno peggio" e' sicuramente preferibile allo stare "piu' peggio"

Il fatto che sia possibile individuare il "meno peggio" è tuttalpiù una pia speranza, non corroborata purtroppo da alcun precedente.

Il nostro problema più grosso è la memoria corta. Si potrebbe facilmente rimediare con Google, ma pare uno sport praticato da pochi, una specie di curling informatico; evidentemente la necessità di immaginarsi la situazione migliore di quel che è è troppo forte.



Complimenti ad Ashoka per l'analisi, non ci sarebbe nulla da aggiungere.
Inviato il: 6/3/2006 11:34
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Re: I politici: dipendenti.... di chi?
#7
Sono certo di non sapere
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Citazione:
E' tipico dell'animo umano ragionare a breve termine.


Scusa ma non e' questo il punto.
Il punto e' che tra due possibilita', che si prospettano come fallimentari, bisogna sceglierne una una...

Comunque, permettimi, tra le due fazioni, chi fa i conti senza l'oste, e' la fazione del non voto (ripeto, essendo vincolati, per la riuscita dell'azione, ad una partecipazione al "non partecipare elettoralmente", e' destinata a fallire... almeno in questa tornata...).
Si tralascia, spesso, l'eventualita' del fallimento nel presentarla, di solito....E questo non e' ragionare a breve termine?
Io lo intuisco come un "intanto, non votiamo...e poi, si vedra'..." ... e sinceramente, mi sembra molto piu' a breve termine questo tipo di approccio.

mc
Inviato il: 6/3/2006 11:48
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Re: I politici: dipendenti.... di chi?
#8
Sono certo di non sapere
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Comunque, permettimi, tra le due fazioni, chi fa i conti senza l'oste, e' la fazione del non voto (ripeto, essendo vincolati, per la riuscita dell'azione, ad una partecipazione al "non partecipare elettoralmente", e' destinata a fallire... almeno in questa tornata...).

Anche l'azione del voto è destinata a fallire, in questa tornata, infatti avremo o Prodi o Berlusconi.
In ambo i casi una sconfitta.

"intanto, non votiamo...e poi, si vedra'..."

"intanto, votiamo...e poi, si vedra'..."

Inviato il: 6/3/2006 11:53
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  •  Ashoka
      Ashoka
Re: I politici: dipendenti.... di chi?
#9
Sono certo di non sapere
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Citazione:
Io lo intuisco come un "intanto, non votiamo...e poi, si vedra'..." ... e sinceramente, mi sembra molto piu' a breve termine questo tipo di approccio.


E invece è motivato da un "non voto perché il sistema non funziona e quindi non lo legittimo partecipandovi"

E se sostituisci alla tua frase "non votiamo" con "votiamo il meno peggio"? Lì cade il poi si vedrà perché il sistema è tale per cui non è possibile, per un cittadino comune (o un gruppo di cittadini), avere influenza al di fuori delle elezioni.

Ashoka

P.S. Ma se Mister X vince la causa e Berlusconi non si può ricandidare?
Inviato il: 6/3/2006 11:53
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Re: I politici: dipendenti.... di chi?
#10
Sono certo di non sapere
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Citazione:
Il fatto che sia possibile individuare il "meno peggio" è tuttalpiù una pia speranza, non corroborata purtroppo da alcun precedente.


Non e' neanche questo il punto.
Il punto e' che una speranza che il "non voto" lo facciano l'ottanta per cento degli italiani elettori... anzi, molto meno di una speranza...



.... nessuna memoria corta, e' che non votare, senza una piu' che massiccia partecipazione e' un autorete, peggio che legittimare prodi al governo.

Sono d'accordo sulle critiche al sistema, al 100%, non sono d'accordo sul da farsi.... sul come agire.

mc
Inviato il: 6/3/2006 12:31
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Re: I politici: dipendenti.... di chi?
#11
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Pax, se rifiuto l'ipotesi del non voto, per questa tornata, non e' per fiducia nell'unione, ma per sfiducia nel non voto.

Poco importa se questo rifiuto viene inteso come un CONSENSO allo stato, NON lo E'.

E' sempre lo stesso discorso:
se una azione viene fatta contro un tuo nemico non e' sempre garanzia del fatto che la stessa azione, sia a tuo favore. E' su questo che vertono, spesso, alcune ragioni del non voto, e questo non e' condivisibile.

E poi con la ragione si arriva spesso a dire, che chi vota e', un illuso di poter cambiare le cose. Siccome, non sono illuso di un bel niente, vorrei che non mi si rispondesse, "T'illudi che le cose cambino"... cos'e' un modo di non confrontarsi sulla possibilita' che il non voto, non sia la soluzione migliore per gli italiani (che ragionano... per molti altri non c'e' speranza di raggiungere una consapevolezza in cosi' breve tempo...).
Si arriva spesso alla conclusione che chi vota leggittima inconsapevolmente questa pseudo dittatura democratica (in realta' oligarchica)... facile concludere cosi', ma ci sono molte persone che sono consapevoli e che lo fanno per scelta, non per coglionaggine.
L'analisi che faccio mi sembra molto piu' apporfondita di chi invece, si ferma a valutare la corruzione e si limita a rifiutarla senza pensare alle conseguenze reali... soprattutto, visto che cio' che ci si appresta a fare, e' destinato a fallire nell'intento (...il non voto...).

mc
Inviato il: 6/3/2006 12:54
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Re: I politici: dipendenti.... di chi?
#12
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Citazione:
E se sostituisci alla tua frase "non votiamo" con "votiamo il meno peggio"? Lì cade il poi si vedrà perché il sistema è tale per cui non è possibile, per un cittadino comune (o un gruppo di cittadini), avere influenza al di fuori delle elezioni.


Guarda ash, che io l'ho gia' detto "io voto e' poi si vedra'...".
Ma non nella speranza che un miracolo rivoluzioni tutto, ma che per manifestare una differenza, almeno sulla carta, con quegli altri porci, mettano su un teatrino di soluzioni (ridicole, insufficienti, inutili... quello che volete), mentre una legittimazione di un nuovo governo p2ista e fascista, e' il via libera a non rendere conto, a nessuno a parte i propri associati.

Piu' in su si parlava di schiavi sbeffeggiati e schiavi tutelati. Preferisco incarnare la parte di uno schiavo tutelato (anche se per finta), alla parte di uno schiavo che viene frustato (per vero) e sfruttato (sempre per vero)... la differenza e' poca?
Mah... dipende... e' data dalle frustate ... perche', non evitarle, se possibile, mi chiedo io?

Nel frattempo, le evito e ci ragiono ancora su... inoltre, le "frustate" molto spesso non lasciano il tempo di pensare al come reagire e quindi e' una condizione peggiorativa, senz'altro, secondo me.


Utilizzare i post (voi del "non voto") a convincere che arrivare ad un 90% di astensione e' possibile, non perdete del tempo nell'esercizio, ormai, francamente inutile, di parlar male dei politici, nel tentativo di convincere che non sono degni di fiducia... e' la scoperta dell'acqua calda...
Io mi concentrerei piu' sulle conseguenze... meglio tamponare tutti i danni possibili...

Non ho nessuna certezza che l'alternativa a berluschino, possa essere "meno peggio" se non la "fiducia" che gli attori della farsa democratica debbano recitare la loro parte fino a che possono... I paladini della giustizia, dei lavoratori, e della collettivita', non possono andare a braccio come il precedente governo, che era chiaro sin dall'inizio che non avrebbe avuto da dare nulla al popolo, se non mettere a posto il dissesto finanziario dell'impero mediatico-economico e giuridico del regista di comodo, che puo' ancora venire utile ai Nostri Amici di sempre...

Senza contare che l'elettorato potrebbe risultarne piu' incazzato, se una volta alternata la coalizione di governo, quella che teoricamente che dovrebbe essere piu' vicina al popolo, qualora si ritrovi vessato anche dai neoinsediati.

(se da un fascista imprenditore, ci si apetta determinate "porcate", da un individuo di "sinistra" ci se ne aspettano altre, di altro tipo... almeno sulla carta... )

mc
Inviato il: 6/3/2006 13:28
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  •  Ashoka
      Ashoka
Re: I politici: dipendenti.... di chi?
#13
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Citazione:
Sono d'accordo sulle critiche al sistema, al 100%, non sono d'accordo sul da farsi.... sul come agire.


Ci sta pienamente. Abbiamo due prospettive diverse, due modi di pensare diversi, è normale e comprensibile arrivare a soluzioni differenti.

Citazione:
Pax, se rifiuto l'ipotesi del non voto, per questa tornata, non e' per fiducia nell'unione, ma per sfiducia nel non voto.


Comprensibile anche questo punto di vista.

Citazione:
E poi con la ragione si arriva spesso a dire, che chi vota e', un illuso di poter cambiare le cose. Siccome, non sono illuso di un bel niente, vorrei che non mi si rispondesse, "T'illudi che le cose cambino"... cos'e' un modo di non confrontarsi sulla possibilita' che il non voto, non sia la soluzione migliore per gli italiani (che ragionano... per molti altri non c'e' speranza di raggiungere una consapevolezza in cosi' breve tempo...).


Io sono ben consapevole del fatto che chi vota sa di non poter cambiare le cose in modo radicale. Eppur tuttavia è convinto di fare quella piccola differenza che sarà significativa. L'analisi che ho postato voleva soltanto mostrare come i vincoli per i "giocatori" della grande partita politica siano esterni al puro meccanismo di voto e che ci siano gli elementi per sostenere che esso in realtà sia solo uno stratagemma per coinvolgere tutti e legarli alla spessa tela intessuta.

Ti faccio un esempio concreto. Più che il non voto in sé sarebbe efficace rimuovere il proprio nome dalle liste elettorali, anche per non dare quei 5 euro di finanziamento ai partiti e dimostrare la propria estraneità al sistema. Ma in fondo anche io conservo l'illusione di poter partecipare (ad es. in un referendum) in futuro. Come vedi sono uno schiavo tutelato anch'io, in fondo.

Citazione:
Non ho nessuna certezza che l'alternativa a berluschino, possa essere "meno peggio" se non la "fiducia" che gli attori della farsa democratica debbano recitare la loro parte fino a che possono... I paladini della giustizia, dei lavoratori, e della collettivita', non possono andare a braccio come il precedente governo, che era chiaro sin dall'inizio che non avrebbe avuto da dare nulla al popolo, se non mettere a posto il dissesto finanziario dell'impero mediatico-economico e giuridico del regista di comodo, che puo' ancora venire utile ai Nostri Amici di sempre...


Ma infatti questo nuovo governo vedrai che interverrà contro il liberismo rampante che ha creato povertà e precarietà per affermare, ancora una volta la necessità di un più attento controllo da parte dello Stato. Questo ovviamente come politica interna, mentre in sede europea si vedranno le influenze bildeberghiane molto più apertamente.

Citazione:
Utilizzare i post (voi del "non voto") a convincere che arrivare ad un 90% di astensione e' possibile, non perdete del tempo nell'esercizio, ormai, francamente inutile, di parlar male dei politici, nel tentativo di convincere che non sono degni di fiducia... e' la scoperta dell'acqua calda...


Ma in realtà cercavo di ragionare, attraverso magari esempi storici di quello che è accaduto in passato in situazioni simili, per avere un'idea più chiara delle conseguenze dell'una o dell'altra scelta.

Ad es. le conseguenze della democrazia diretta auspicata da molti oppure i meccanismi di finanziamento dei partiti (questo post) che fanno ben capire come questi ultimi poi si comportino in sede legislativa.

Io non intendo convincere nessuno. Ognuno le proprie idee se le deve formare da sé. Mi premeva invece effettuare uno scambio di informazione in modo da accrescere le conoscenze reciproche in merito al problema.

Ashoka
Inviato il: 6/3/2006 14:36
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Re: I politici: dipendenti.... di chi?
#14
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Citazione:
Io non intendo convincere nessuno. Ognuno le proprie idee se le deve formare da sé. Mi premeva invece effettuare uno scambio di informazione in modo da accrescere le conoscenze reciproche in merito al problema.




certo... l'astio che potrebbe trasparire, non e' rivolto a nessuno individualmente, ma al sistema... dopo tutto sto ingoiando il "bocconcino prelibato" anch'io, da buon "coprofago consapevole", e non ne sono troppo felice...


mc
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  •  fefochip
      fefochip
Re: I politici: dipendenti.... di chi?
#15
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Da roma
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cosa posso fare per cambiare le cose:

1
voto er mortazza
cerco il meno peggio in un arco temporale breve(forse)
2
non voto
cerco con il mio non voto di esortare tutti a non votare....
3
voto il portatore nano
esaspero l'andazzo attuale per esasperare vie più la gente e magari scatenare una rivoluzione

bella panoramica

a mio avviso il problema voto o non voto gira intorno a un concetto:
la democrazia esiste e anche se non ora può esistere per come la concepiamo oggi?

non so ...sono dubbioso sul fatto che un non voto esprima questa forma di protesta a lungo termine che possa portare qualcosa di buono.
ho l'impressione che purtroppo le cose o le cambiamo insieme o niente.
attualmente il non voto si riassume in :una parte della popolazione si lascia governare da altri....

ma è pur vero che chi vota oggi si lascia comunque governare da persone di cui non ha tuttosommato fiducia.

mi trovo concettualmente impantanato.....

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più che "scoprirla" la verità si "capisce", inutile quindi insistere piu di tanto
Inviato il: 6/3/2006 16:19
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  •  fefochip
      fefochip
Re: I politici: dipendenti.... di chi?
#16
Sono certo di non sapere
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per rispondere però al topic del tread vorrei dire che il "concetto" espresso da grillo di politici = dipendenti è corretto nella sostanza ma inapplicabile attualmente.

i politici dovrebbero essere al nostro servizio ....dovrebbero essere coloro i quali la loro carica è piu una responsabilità che un vantaggio ....
detto in parole povere i politici dovrebbero avere il "senso dello stato".

il grosso problema è che attualmente ci troviamo ancora peggio che ai tempi di tangentopoli.

forse grillo ha ragione al dilà del colore politico l'emergenza attuale è quella di mandare a casa i corrotti ....cioè tutti?
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Inviato il: 6/3/2006 16:23
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