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  LA STORIA CHE NON HO STUDIATO...

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  •  peonia
      peonia
LA STORIA CHE NON HO STUDIATO...
#1
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 26/3/2008
Da Roma
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Io non studiavo molto quando andavo a scuola, specie storia e geografia, ero brava in francese, latino, filosofia, e comunque la storia contemporanea non era molto approfondita, per ovvie ragioni forse. Oggi, so che la Storia andrebbe riscritta tutta perchè piena di menzogne e falsificazioni... ma non mi sarei mai aspettata quanto ho appreso ora, in questo tremendo documentario che sgomenta davvero e pone tanti interrogativi.
La prima domanda che mi sono fatta è come mai non si è parlato di OLOCAUSTO per l'UCRAINA, da cui deriva poi un'altra domanda: che ha mai fatto questo povero paese per subire tanta violenza ed orrore oggi come allora?
Come mai nessuno è intervenuto UMANITARIAMENTE?
I comunisti attuali conoscono queste storie?
Qualcuno ha capacità di smentirle? Mi sono persino chiesta, da "complottista", se per caso non fosse un documentario di propaganda americano, atto a riproporre una visione orrenda della Russia.....
Fatto sta che io, che ho aderito per la prima ed ultima volta in vita mia ad un Partito, quello Comunista nel 1973, di tutto ciò ero colpevolemente ignara...(anche se avevo sentito parlare di purghe staliniane),.. e alla luce di quanto asserisce David Icke oggi, quanto viene detto in questo articolo non mi sembra affatto peregrino...
Emoticon cry

http://www.anticorpi.info/2015/06/gli-orrori-del-comunismo-history-channel.html#more


e anche qui:
https://www.youtube.com/watch?v=yVlTqVOYLRM
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...Non temete nuotare contro il torrente. E' di un'anima sordida pensare come il volgo, solo perche' il volgo e' in maggioranza... (Giordano Bruno)
Inviato il: 22/6/2015 9:17
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  •  Nomit
      Nomit
Re: LA STORIA CHE NON HO STUDIATO...
#2
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 4/1/2011
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Del presunto olocausto ucraino non solo se ne parla ad ogni documentario su Stalin, ma la sua negazione è punita dalla legge Ucraina. E' più probabile che la verità sia che esso fu in realtà causato dal sabotaggio intenzionale dei kulaki, che all'epoca erano ancora proprietari di gran parte dei terreni, in Ucraina, oltre che da cattive condizioni meteo (all'epoca l'URSS era un paese medievale)

"I Kulaki (i ricchi agricoltori) infatti abbattevano il bestiame e i cavalli per impedire che venissero collettivizzati, imboscavano le derrate alimentari, bruciavano i loro raccolti e le loro sementi, rifiutavano di vendere allo Stato sovietico le forti eccedenze di grano che avevano accumulato, si rifiutavano di seminare e raccogliere, incendiavano i colcos e i depositi pubblici di grano, ricorrevano al terrore contro i colcosiani e i comunisti"

L'intervento umanitario fu invocato dai nazisti, autori di questa storia, che avevano in progetto di espandere i domini tedeschi ad est (Hitler diceva che il popolo germanico, non potendo più espandersi come nell'antichità a sud e ad ovest, doveva cercare il suo spazio vitale verso est e verso nord) e che le potenze occidentali avevano intenzione di usare come bastione contro il comunismo.

Notare che all'epoca si faceva la fame anche negli USA a causa della Grande Depressione. Durante quel periodo le autorità, mentre un sacco di gente pativa la fame, bruciavano le derrate alimentari per tenerne alti i prezzi. Se uno volesse scrivere il Libro Nero dell'Anticomunismo riempirebbe un bel po' di pagine,
Inviato il: 22/6/2015 11:41
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  •  peonia
      peonia
Re: LA STORIA CHE NON HO STUDIATO...
#3
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 26/3/2008
Da Roma
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Io confesso la mia ignoranza...d'altronde non mi ha mai appassionata da giovane la Storia... però quel che mostra e dice il documentario è diverso da quel che mi dici tu ora, comunque ti ringrazio, cercherò di approfondire...
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Inviato il: 22/6/2015 13:12
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  •  Nomit
      Nomit
Re: LA STORIA CHE NON HO STUDIATO...
#4
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 4/1/2011
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Ma guarda che quello che ho scritto io lo trovi solo su siti molto molto molto di sinistra. La versione ufficiale è che sarebbe stato un atto deliberato di Stalin per sterminare gli ucraini. Accettabile anche la versione del fallimento della collettivizzazione o, al limite, quella dell'esportazione sconsiderata di grano per sostenere l'industrializzazione.
Inviato il: 22/6/2015 13:35
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  •  peonia
      peonia
Re: LA STORIA CHE NON HO STUDIATO...
#5
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 26/3/2008
Da Roma
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Infatti, ma 7 milioni di morti mi pare una cifra che fa impallidire.... chi sia stato ed perchè in fondo poco importa, gli orrori uamni sono orrori sempre e questa parte della Storia lo è come lo sono state anche le guerre attuali...basti pensare al Vietnam...
l'umanità deve decisamente evolvere in coscienza e capire che solo una sana condivisione di tutto, non Comunismo ma Solidarietà e Fratellanza, può farel a differenza e allora basterebbero le risorse del Pianeta a soddisfare tutti...
Basta con il dolore e la sofferenza il Pianeta è orredamente avvolto da questa egregora...
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Inviato il: 22/6/2015 13:47
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  •  Nomit
      Nomit
Re: LA STORIA CHE NON HO STUDIATO...
#6
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 4/1/2011
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I numeri dei milioni di morti nei regimi socialisti variano continuamente. 15, 20, 60...
Mao ne avrebbe uccisi 20 oppure 35 oppure 60 oppure 70 oppure 80...
Inviato il: 22/6/2015 14:40
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  •  toussaint
      toussaint
Re: LA STORIA CHE NON HO STUDIATO...
#7
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 23/3/2012
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Peonia, l'holodomor è propaganda banderista e serve per nascondere i veri massacri perpetrati dalle SS ucraine, le più feroci, perfino i vertici nazisti dovettero intervenire per invitare gli ucraini ad essere meno zelanti nel massacrare donne e bambini russi perché questo avrebbe intensificato la resistenza dei partigiani sovietici dietro le linee tedesche.
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"Siam del popolo le invitte schiere c'hanno sul bavero le fiamme nere ci muove un impeto che è sacro e forte morte alla morte morte al dolor. Non vogliamo più assassini non vogliamo più briganti come un dì gridiamo: avanti!" Arditi del Popolo 1921
Inviato il: 22/6/2015 18:39
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  •  toussaint
      toussaint
Re: LA STORIA CHE NON HO STUDIATO...
#8
Sono certo di non sapere
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Secondo i conteggi ufficiali, l'Unione Sovietica ha perso, nella seconda guerra mondiale, ben il 14% della popolazione, 23 milioni di persone di cui 10 milioni 400 mila militari e 12 milioni 600 mila civili.
Secondo lo storico Vadim Erlikman i morti civili sovietici sarebbero addirittura 15 milioni 900 mila, di cui 1 milione 500 mila per azioni militari, 7 milioni 100 mila per rappresaglie e genocidi nazisti, 1 milione 800 mila nei campi di concentramento nazisti e 5 milioni 500 mila per le carestie.
Però si parla di olocausto e holodomor...


P.s.: ed è un miracolo che un paese così devastato dalla guerra abbia tenuto testa, nei decenni successivi, agli USA che persero solo qualche decina di migliaia di soldati.
In questo senso, il comunismo ha fatto miracoli.
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Inviato il: 22/6/2015 18:57
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  •  peonia
      peonia
Re: LA STORIA CHE NON HO STUDIATO...
#9
Sono certo di non sapere
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Da Roma
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Maròòò sono più confusa di prima....
quindi sia il primo che il secondo video sono di propaganda anticomunista?
ma tutti quei morti ucraini sono stati fatti fuori dai loro connazionali?
Ora capisco perchè odiavo studiare storia...ognuno la racconta a modo suo!!!
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Inviato il: 22/6/2015 20:39
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  •  Sisifo358
      Sisifo358
Re: LA STORIA CHE NON HO STUDIATO...
#10
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 13/2/2015
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Citazione:

peonia ha scritto:
Maròòò sono più confusa di prima....
quindi sia il primo che il secondo video sono di propaganda anticomunista?
ma tutti quei morti ucraini sono stati fatti fuori dai loro connazionali?
Ora capisco perchè odiavo studiare storia...ognuno la racconta a modo suo!!!



Provo le stesse sensazioni..
Inviato il: 22/6/2015 23:47
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  •  toussaint
      toussaint
Re: LA STORIA CHE NON HO STUDIATO...
#11
Sono certo di non sapere
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C'è un altro particolare interessante.
Tutti voi avrete sentito parlare di Katyn, ossia del massacro di migliaia di soldati e militari polacchi che Polonia e occidente attribuiscono ai russi per fiaccare il sentimento indipendentista polacco nei confronti della Russia, mentre i russi lo attribuiscono ai nazisti e accusano l'occidente di voler screditare i russi.
Ma nessuno ha mai sentito parlare dei progrom ucraini nei confronti della popolazione civile polacca che abitava nella regione di Leopoli (o L'viv), la roccaforte del banderismo ucraino.
E non ne avete mai sentito parlare perché la Polonia è oggi la principale animatrice e finanziatrice del movimento naziONALIsta ucraino.
E se non credete a me dovreste credere a uno che certo comunista non è, ovvero il Presidente della Repubblica Ceca Milos Zeman che così ha risposto su Facebook a un gruppo di "studiosi" ucraini che lo invitava a rivalutare la figura di Stepan Bandera:

"Conoscete la frase di Bandera: 'Dovete uccidere ogni persona polacca in età tra i 6 e i 60 anni?" Se affermate di non saperlo, mi chiedo che studiosi siete. Se invece conoscete quella frase di Bandera, avrei una seconda domanda:
"Siete d'accordo oppure no?" Se siete d'accordo con quella frase, allora la nostra discussione si chiude qua“
Il post di Zeman è apparso Venerdì 8 Gennaio sulla sua pagina di Facebook. Il quotidiano online in lingua inglese The Prague Post ne ha dato notizia lo stessogiorno. Sebbene ignorata dai media occidentali, la notizia circola ora nei social network.
Non è la prima volta che Zeman fa parlare di se con delle prese di posizioni controcorrente a favore della Russia. All'inizio della settimana scorsa aveva definito l'attuale primo ministro ucraino, Arseniy Yatsenyuk, un "guerrafondaio“ non interessato ad una soluzione pacifica della crisi nel Donbass. In un altra occasione aveva sbeffeggiato le Pussy Riots.
L'atteggiamento di Zeman non deve essere passato inosservato a Washington, se già il 2 Dicembre un gruppo di 500 manifestanti aveva inscenato una improbabile protesta a Praga chiedendo le sue dimissioni, e affermando di avere ottenuto 100 000 firme con la loro petizione online. In quell'occasione i manifestanti esibirono cartelline e altri oggetti e indumenti di colore rosso, in perfetto stile "rivoluzione colorata“ made in USA. Fu un buco nell'acqua, ma anche una conferma di come gli USA sono sempre pronti a far scattare le loro ONG per destabilizzare il Paese non allineato di turno. Chissà se a Londra i bookmakers hanno già iniziato a scommettere sul colore della "rivoluzione“ a Budapest prossima ventura! (edit, riferimento all'altro governo dell'Europa dell'Est vicino a Putin, quello ungherese di Orban)
Ma torniamo a Zeman, e alla sua lettera aperta. Il tono è lapidale eppure pacato; sempre cortese, ma fermo nel delineare prese di posizioni ineccepibili.
Il presidente ceco ricorda ai sedicenti studiosi di cose ucraine quale fosse l'aspirazione di Bandera: fare dell'Ucraina uno stato vassallo della Germania.
L'ideologo nazista Alfred Rosenberg - quello condannato a morte per crimini contro l'umanità dal tribunale di Norinberga – era favorevole al disegno di Bandera.
Hitler, spiega Zeman, aveva però un altro piano: dare, a guerra vinta, l'Ucraina ai contadini tedeschi. Una pulizia etnica, quindi. Il progetto di Bandera, caro a Rosenberg, venne cancellato da Hitler, e il nostro eroe finì chiuso in un campo di concentramento.
Nel ricordare come l'ex presidente ucraino Yuschenko - quello della "rivoluzione arancione“ del 2005 - proclamò Bandera un eroe nazionale nel 2010 (decisione ribaltata un anno dopo da un tribunale ucraino), Zeman traccia un parallelo con gli attuali tentativi di proclamare eroe nazionale anche Roman Shukhevych. Shukhevych, per intenderci, fu tra i principali responsabili del massacro di migliaia di ebrei durante il pogrom di Leopoli del 1941. "Non posso congratularmi con un Paese che ha simili eroi nazionali“, conclude Zeman la sua lettera aperta agli studiosi filo-banderisti, ai quali non resta che perorare altrove la loro causa. Magari, perchè no, proprio nella vicina e russofobica alleata Polonia.
Preso da:
Prossima rivoluzione colorata: Praga?
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Inviato il: 23/6/2015 12:50
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  •  toussaint
      toussaint
Re: LA STORIA CHE NON HO STUDIATO...
#12
Sono certo di non sapere
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Ecco cosa ne pensa invece una storica francese del mito banderista dell'Holodomor:

Holodomor: nuovo avatar dell’anticomunismo “europeo”

Annie Lacroix-Riz, docente di Storia contemporanea all’Università di Parigi 7

Dal novembre 1917 si sono succedute senza tregua campagne antibolsceviche tanto violente quanto diverse, ma quella della “carestia in Ucraina” lanciata nel 1933 ha da vent' anni preso il sopravvento. Si scatena quando i grandi imperialismi, Germania e Stati Uniti in testa, bramosi dopo il diciannovesimo secolo di saccheggiare le immense risorse dell'Ucraina, pensano di riuscirci. La congiuntura sorride al Reich nel 1932-1933, quando il sud dell'URSS (Ucraina ed altre “terre nere”, il nord del Caucaso e del Kazakistan) venne colpito da un considerevole abbassamento dei raccolti e l'insieme dell'Unione ha difficoltà di approvvigionamento che portarono al ritorno di un rigoroso razionamento. Grave “scarsità”, soprattutto durante il periodo di “soudure” (tra i due raccolti) non specificamente ucraina, secondo la corrispondenza diplomatica francese; “carestia” ucraina secondo i rapporti del 1933-1934 dei consoli tedeschi ed italiani, utilizzati dagli Stati o dai gruppi impegnati nella secessione dell'Ucraina: Germania, Polonia, con il maggiore centro di agitazione a Lwow [Leopoli - in Polonia fino al 1939, ndr], e il Vaticano.

Questa scarsità o questa carestia dipendevano da fenomeni naturali e sociopolitici: una siccità catastrofica fu raddoppiata negli effetti a causa del crescente rifiuto delle consegne (compreso l’abbattimento del bestiame), nel corso degli anni venti, da parte dei vecchi kulaki (i contadini più ricchi) ribelli verso la collettivizzazione. Questa frazione, in lotta aperta contro il governo sovietico, costituiva, in Ucraina, una delle basi del sostegno all’”autonomismo”, velo semantico della secessione, a favore del Reich, della regione agricola regina delle “terre nere” ed inoltre il primo bacino industriale del paese.

L'appoggio finanziario tedesco, massiccio prima del 1914, si era intensificato durante la Prima Guerra mondiale, nel corso della quale la Germania trasformò l'Ucraina, come i Paesi Baltici, in una base economica, politica e militare dello smantellamento dell'impero russo. La Repubblica di Weimar, fedele al programma di espansione del Kaiser, continuò a finanziare l'autonomismo ucraino. Gli hitleriani fissarono, al loro arrivo al potere, il piano per impadronirsi dell'Ucraina sovietica, e tutto l'autonomismo ucraino (beneficiario di risorse poliziesche, diplomatiche e militari), si riunì tra 1933 e 1935 intorno al Reich, allora più cauto nelle sue mire sul resto dell'Ucraina.

A quel tempo l'URSS non controllava difatti che l'Ucraina orientale (Kiev-Kharkov), ridivenuta sovietica dal 1920 dopo la secessione operata durante la guerra civile e di potenze straniere: grandi parti dell'Ucraina le erano state strappate oppure non attribuite, a dispetto dell'appartenenza etnica della loro popolazione, delle promesse francesi fatte nel 1914 di assegnare le spoglie dell'impero austro-ungarico alla Russia zarista alleata e dell'impostazione nel 1919 della “linea Curzon”. L'imperialismo francese, uno dei due fautori (con Londra) della guerra straniera ai Soviet e del “cordone sanitario” che poi seguì il suo fiasco, offrì alla Romania fin dal 1918 la Bessarabia (Moldavia, con Kichinev capitale) vecchio lembo dell'impero russo, e la Bucovina; la Cecoslovacchia ricevette subito la Rutenia subcarpatica, mentre la Polonia di Pilsudski, nel 1920-1921, ricevette con l'aiuto del corpo di spedizione francese diretto da Weygand, l'Ucraina occidentale o Galizia orientale fino a poco prima austriaca – con capitale Lemberg (in tedesco), Lvov (in russo), Lwow (in polacco), Lviv (in ucraino) [Leopoli in italiano, ndr]. E questo mentre la “linea Curzon” (nome del segretario al Foreign Office) aveva nel 1919 stimato “etnicamente” russo questo territorio, riportando la frontiera russo-polacca di 150 km ad ovest dell'Ucraina russa: la “Russia” avrebbe dovuto riceverlo dai suoi alleati quando questi ed i Bianchi avessero cacciato i bolscevichi, cosa che non si verificò.

Questo distinguo geografico è determinante, giacché Lwow diventò - e Lviv rimane - un centro molto importante del clamore tedesco, polacco e del vaticano intorno alla “carestia in Ucraina”, voci che cominciarono nell'estate 1933, vale a dire dopo che un eccellente raccolto sovietico ebbe messo fine alla crisi degli approvvigionamenti. Se carestia vi era stata nel 1932-1933, con il suo picco durante la “soudure”, (tra i due raccolti), il luglio del 1933 segna il suo termine. La campagna fu sostenuta da tutto il campo antisovietico, Stati Uniti inclusi, dove se ne impossessò la stampa filo-tedesca del gruppo Hearst.

La carestia non era stata “genocida”, cosa che ammettono tutti gli storici anglosassoni seri, come R.W Davies e S. Wheatcroft, non tradotti in francese a differenza di Robert Conquest, agente dei servizi segreti britannici diventato prestigioso “ricercatore” di Harvard, idolo della “carestiologia” francese dal 1995 (1). La propaganda originaria non aveva affatto brandito il “genocidio”: Berlino, Varsavia, il Vaticano, ecc, maledicevano Stalin, i Soviet o i giudeo-bolscevichi, stigmatizzavano la loro ferocia o la loro “organizzazione” della carestia e descrivevano una Ucraina spinta dalla fame al cannibalismo. I francesi, in quanto a loro, imputavano tutto il chiasso scatenato ai piani secessionisti del trio, mentre il Reich prometteva al dittatore polacco Pilsudski, in caso della restituzione di Danzica e del suo corridoio, di mettergli su un piatto d’argento l'Ucraina sovietica che avrebbero presto conquistato insieme: François-Poncet, delegato del Comité des Forges [Comitato delle industrie siderurgiche francesi] ed ambasciatore a Berlino, rideva delle lacrime quotidiane versate dalla stampa del Reich sul martirio ucraino, grande astuzia con mire esterne (annettere l'Ucraina) ed interne (“screditare i risultati del regime marxista” (2)).

La fitta corrispondenza militare e diplomatica del periodo esclude la tesi che i "pazzi filo-sovietici", come Edouard Herriot, durante i loro viaggi nel settembre 1933 in Ucraina, non si avvedessero "delle menzogne e degli inganni" di Mosca: tesi sostenuta nel 1994 dal demografo Alain Blum, che ha introdotto in Francia la cifra "6 milioni di morti per carestia in Ucraina".


La cifra fatidica fu ripresa dai “sovietologi” francesi, come Stéphane Courtois, legati, o no ai campioni della “Ucraina indipendente” arancione. Assurdità suprema: nell'Ucraina orientale sarebbero morti un numero di ucraini due o tre volte maggiore degli ebrei sterminati dal 1939 e soprattutto dal 1942 al 1944, su di un territorio esteso dalla Francia agli Urali; e questo senza lasciare nessuna traccia visibile, fotografie o scritti, al contrario del genocidio nazista.

È in questo contesto che si agitavano in Francia dei gruppi “ucraini”, come l'associazione “Ucraina 33” ospitata presso l'arcivescovado di Lione, con il Mons. Decourtray come presidente onorario. Essa sta sotto l'autorità del Congresso ucraino mondiale, che ha sede a Washington ed è presieduto da Askold S. Lozynskyj di cui il New York Times ha pubblicato la seguente lettera del 18 luglio 2002:

“Quando i sovietici furono costretti a ritirarsi di fronte all'invasione nazista del giugno 1941, massacrarono i loro prigionieri […] dell'Ucraina occidentale arrestati ed internati in decine di migliaia nel 1939 […]. Questo fu compiuto con l'aiuto dei comunisti locali, soprattutto etnicamente ebrei. Questo massacro non costituiva purtroppo un'aberrazione rispetto all’opera dei sovietici in Ucraina. Nel 1932-33 in Ucraina orientale, i sovietici avevano già assassinato circa 7 milioni di uomini, donne e bambini ucraini per mezzo di un genocidio strategicamente pianificato di carestia artificiale. L'uomo scelto da Josif Stalin per commettere questo crimine era un ebreo, Lazar Kaganovich. Il celebre storico britannico Norman Davies ha concluso che nessuna nazione aveva avuto altrettanti morti quanto l'Ucraina. Ciò è stato in larga misura il risultato delle opere dei comunisti e dei nazisti. I russi ed i tedeschi erano dei barbari. Ma gli ebrei erano i peggiori. Tradirono i loro vicini e lo fecero con tanto zelo!” (5).

Questi fanatici antisemiti si mostrarono più discreti in Francia, dando prova di piaggeria nei confronti delle associazioni ebraiche e la Lega dei diritti dell'uomo nelle “conferenze internazionali” e nei dibattiti “sui genocidi” (ebraico, armeno, ucraino) (6). Hanno chiesto, nel 2005-2006, la mia espulsione dall'Università di Parigi 7, prima al rettore poi al presidente della Repubblica Jacques Chirac, tacciandomi di “negazionismo” per avere inviato via internet ai miei studenti una bibliografia critica (citata qui di seguito) di archivi sulle insulsaggini della campagna tedesco-vaticana-polacca del 1933-1935. Non mi perdonavano soprattutto di avere ricordato nel 1996 il ruolo assunto dalla Chiesa uniate della Galizia orientale - soggetta al Vaticano e affidata al vescovo (di Lwow), Mons. Szepticky nell'Ucraina occupata dalla Wehrmacht - che aveva benedetto le carneficine della divisione ucraina SS-Galizia formata da raggruppamenti del nazista uniate Stefan Bandera (7). Aggiungiamo a questi dossier compromettenti per gli araldi del “Holodomor” il fatto che oso affermare come la demonizzazione del comunismo e dell'URSS non rientrino nell'ambito dell’analisi storica quanto piuttosto in quello delle campagne ideologiche e che, non accontentandomi di essere marxista, sono ebrea e che uno dei miei nonni è stato ucciso ad Auschwitz - fatto che ho reso pubblico nel 1999, di fronte ad un'altra campagna (8), e che questi esaltati conoscevano (9): tutte le forze della natura sono scatenate.

Rischia di realizzarsi il sogno di strappare il sostegno degli ebrei di Francia ad una campagna contro una “giudeo-bolscevica” mascherata da “negazionista”! Le critiche sollevate contro lo Snesup [Syndacat national de l'enseignement supérieur] ed il PRCF [Pôle de Renaissance Communiste en France] lanciate nel luglio 2005 attraverso un'efficace petizione sostenuta dal (solo) Libre Pensée (10), si placarono il 25 maggio 2006 quando gli “ucraini”, sotto la protezione della polizia del ministro degli Interni N. Sarkozy, ebbero reso omaggio all'Arco di Trionfo al grande pogromista Petlioura. Emigrato in Francia dopo i suoi crimini nel 1919-1920, era stato ucciso nel 1926 dal russo ebreo emigrato Schwartzbard, e la difesa di quest'ultimo aveva generato la Lega contro l'antisemitismo (LICA) diventata LICRA nel 1979. LICRA denunciò questi antisemiti sorprendenti, il 26 maggio 2006, tramite il suo presidente Patrick Gaubert - dopo i loro numerosi e vani avvertimenti alla presunta “negazionista” Lacroix-Riz. Il baccano dei gruppuscoli “ucraini” ritornerà, stimolato dal Parlamento europeo?

L'Ucraina occidentale arancione, custode (ufficiale) dell'Ucraina intera, è di nuovo al centro di una campagna che, dall'era Reagan - fase cruciale della demolizione della Russia operata a partire dal 1945 dagli Stati Uniti -, deve tutto o quasi a Washington, come la precedente doveva tutto al denaro tedesco. I suoi campioni impilano milioni di morti di una Ucraina orientale i cui emigrati non si sono mai uniti al coro della propaganda. La CIA ha giocato un ruolo da direttore d’orchestra, facendo assegnamento su: 1) degli “ucraini” antisemiti ed antibolscevici, collaborazionisti di primo piano sotto l'occupazione tedesca, emigrati, quando la Wehrmacht fu cacciata dall'Ucraina o dopo il maggio 1945, negli Stati Uniti, in Canada o in Germania occidentale; 2) certe università americane prestigiose tra cui Harvard e Stanford, sostituite poi dalle università “occidentali” (Europa orientale inclusa) premiate dai finanziamenti americani (nella totale mancanza dei fondi pubblici per la ricerca) con un grande numero di conferenze e di ordinativi editoriali sulla “carestia genocida in Ucraina”.

Il sostegno finanziario e politico americano ha generato la campagna “Holodomor” dei governanti ucraini - che nel 2008 hanno eretto ad eroe nazionale Stefan Bandera, “capo dell'organizzazione terroristica ucraina in Polonia” (11), falsamente “indipendentista” (non dal Reich), criminale di guerra emigrato nel 1945 nella zona sotto occupazione americana, organizzatore, dalla sua base di Monaco, di assassini di massa fino agli anni cinquanta nell'Ucraina ridivenuta sovietica (12). Privi di un tale sostegno, il frastuono cesserebbe o perderebbe ogni eco internazionale. Il “Parlamento europeo”, riconoscendo il 23 ottobre 2008 “l’Holodomor (carestia provocata artificialmente nel 1932-1933 in Ucraina) come un crimine spaventoso perpetrato contro il popolo ucraino e contro l'umanità”, rivela la sua stretta dipendenza agli Stati Uniti, padroni dell'Ucraina “indipendente”, in concorrenza con la Germania, che la grande stampa presenta come pervasa da un fervore filo-ucraino uguale a quello dell'attuale Polonia, erede dei “colonnelli” Josef Beck e sodali.

Bibliografia sommaria: legami ucraino-tedesco-vaticano-polacco-americani, Annie Lacroix-Riz, Le Vatican, rif. n. 7; Le Choix de la défaite : les élites françaises dans les années 1930, Paris, Armand Colin, 2006, rééd. 2007; De Munich à Vichy, l’assassinat de la 3e République, 1938-1940, même éditeur, 2008;
e soprattutto la sintesi di prossima uscita, presentata ai miei studenti nel 2004, «Ukraine 1933 mise à jour de 2008 », (« Sur la “famine génocidaire stalinienne” en Ukraine en 1933 : une campagne allemande, polonaise et vaticane », www.historiographie.info) che ha scatenato il furore dei sostenitori del "Holodomor".

Bibliografia

Douglas Tottle, Fraud, Famine and Fascism. The Ukrainian Genocide Myth from Hitler to Harvard, Toronto, Progress Book, 1987, esaurito ma scaricabile: questo vecchio fotografo ha mostrato che le foto delle campagne ucraine del 1933-1935 e poi dell'era reaganiana (articoli, lavori, film) provenivano delle collezioni della carestia del 1921-1922, bilancio di 7 anni di guerra mondiale e poi di guerra civile e di potenze straniere, ed ha smantellato in modo molto argomentato le fonti scritte e fotografiche dell’opera maestra di Conquest (capitolo 7, ”Harvest of delusione” (raccolto di inganni ) e soprattutto p. 86-90);

Geoffrey Roberts, Stalin’s Wars: From World War to Cold War, 1939-1953. New Haven & London: Yale University Press, 2006, che stima a “35 000 quadri militari e di partito in Galizia orientale [sovietico] introduco 1945 e 1951” il bilancio dei massacri perpetrati dai banderisti, p. 325.

Note:

1 Rispettivamente, The years of Hunger, Soviet agriculture 1931-1933, New York, Palgrave Macmillan, 2004, et Harvest of Sorrow, New York, Oxford University Press, 1986, tradotti nel 1995 (ed il mio link, bibliografia sommaria),

2 Dispaccio 727 a Paul-Boncour, Berlino, 5 luglio 1933, Europa URSS 1918-1940, vol. 986, relazioni Germania-URSS, giugno 1933-maggio 1934, archivi del Quai d'Orsay (MAE).

3 http://www.ihtp.cnrs.fr/spip.php?article98 sul ruolo antisovietico ufficiale di questa fondazione strettamente legata al Dipartimento di Stato, riferimento del n. 1.

4 Alain Blum, Naître, vivre et mourir en URSS, 1917-1991, Paris, Plon, 1994, p. 96-99 e n. 61, p. 243.

5 http://zustrich.quebec-ukraine.com/news02_shmul.htm, traduzione ALR. Il polonofilo Davies, che ha ottenuto il suo dottorato a Cracovia, deve la sua notorietà alla minimizzazione della distruzione degli ebrei della Polonia, che lo ha contrapposto a parecchi storici americani (Lucy S. Davidowicz, Abraham Brumberg et Theodore Rabb).

6 “Memorie condivise dei genocidi e crimini contro l'umanità”, “comferenza internazionale” del “Collectif Reconnaissance”, 28-29 aprile 2006, ENS Lione, ecc. (documentazione Internet inesauribile).

7 Le Vatican, l'Europe et le Reich de la Première Guerre mondiale à la Guerre froide (1914-1955), Paris, Armand Colin, 1996, ried. 2007, p. 414-417, et infra.

8 Quando fu contestato il mio lavoro sulla fabbricazione e la consegna al Reich di Zyklon B “francese” (della fabbrica di Villers-Saint-Sépulcre), dalla società mista Ugine-Degesch, Industriels et banquiers français sous l’Occupation : la collaboration économique avec le Reich et Vichy [Industriali e banchieri francesi sotto l'occupazione: la collaborazione economica con il Reich e Vichy], Paris, Armand Colin, 1999, indice.

9 E che la loro prosa ha regolarmente segnalato durante la campagna 2005-2006..

10 tra le organizzazioni sollecitate non firmatarie, il PCF, la Lega dei Diritti dell'uomo, il MRAP, diverse associazioni ebraiche, il Comitato di vigilanza sull’uso pubblico della storia, l'Associazione dei Professori di storia e Geografia (APHG), ecc.

11 Dispaccio 30 di Léon Noël, ambasciatore a Varsavia, 15 gennaio 1936, SDN, vol. 2169, Polonia, dossier generale, febbraio-luglio 1936, MAE,.

12 Lacroix-risi, Vaticano, loc. cit., Tottle, cap. 9-10; Mark Aarons e John Loftus, Des nazis au Vatican, Paris, O. Orban, 1992, indice Bandera; Christopher Simpson, Blowback. America's recruitment of Nazis and its effects on the Cold War, New York, Weidenfeld & Nicolson, 1988, indice Bandera, ecc.
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"Siam del popolo le invitte schiere c'hanno sul bavero le fiamme nere ci muove un impeto che è sacro e forte morte alla morte morte al dolor. Non vogliamo più assassini non vogliamo più briganti come un dì gridiamo: avanti!" Arditi del Popolo 1921
Inviato il: 23/6/2015 12:55
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  •  horselover
      horselover
Re: LA STORIA CHE NON HO STUDIATO...
#13
Dubito ormai di tutto
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lo stalinismo ha fatto molte più vittime in russia che in ucraina (ed erano soprattutto comunisti)
Inviato il: 23/6/2015 21:04
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  •  toussaint
      toussaint
Re: LA STORIA CHE NON HO STUDIATO...
#14
Sono certo di non sapere
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Quoto horselover...
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Inviato il: 24/6/2015 15:45
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  •  toussaint
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Re: LA STORIA CHE NON HO STUDIATO...
#15
Sono certo di non sapere
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Dunque, l'holodomor fu una carestia che colpì sia l'Ucraina che la Russia, aggravata dall'opposizione dei proprietari terrieri alla collettivizzazione, che portò a veri e propri sabotaggi.
Certo, ci furono vendette nei confronti di chi fomentava questi sabotaggi e anche politiche di programmazione errate o insufficienti.
Ma "genocidio" indica la precisa volontà di non evitare o di favorire lo sterminio di un intero popolo o etnia.
Ed è singolare, allora, il diverso trattamento che balza agli occhi rispetto a un'altra grande carestia della storia d'Europa, la Great Famine che uccise un milione di irlandesi.
Il fatto è che in Irlanda la carestia non colpì il grano, di cui l'Irlanda era grande produttrice, bensì la patata e la patata era la merce (ovviamente da loro stessi coltivata) con cui i poveri mezzadri irlandesi venivano "pagati" dai latifondisti e padroni coloniali inglesi.
La patata fu attaccata da un parassita e così i mezzadri e le loro famiglie si trovarono a doversi nutrire di patate marce, mentre gli abbondanti raccolti di grano prendevano la via dell'Inghilterra per sfamare gli inglesi ed esportare le eccedenze in Europa e negli USA.
Ma avete mai sentito accusare gli inglesi di genocidio nei confronti degli irlandesi se non dagli irlandesi repubblicani?
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Inviato il: 24/6/2015 16:04
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Re: LA STORIA CHE NON HO STUDIATO...
#16
Mi sento vacillare
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Peonia, se veramente ti sta a cuore la questione stai bene attenta a non dare retta a tutto quello che ti viene detto, ché la propaganda non la fanno solo gli americani.

Citazione:

toussaint ha scritto:
Dunque, l'holodomor fu una carestia che colpì sia l'Ucraina che la Russia, aggravata dall'opposizione dei proprietari terrieri alla collettivizzazione, che portò a veri e propri sabotaggi.

Aggravata da una politica totalitaria e scriteriata che non ha tenuto minimamente in considerazione le possibili reazioni delle persone, così com'è successo in molti altri casi analoghi, ti potrebbe rispondere chi cerca di interpretare i fatti senza preconcetti ideologici.
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Inviato il: 24/6/2015 21:41
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  •  Nomit
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Re: LA STORIA CHE NON HO STUDIATO...
#17
Dubito ormai di tutto
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Citazione:

Aggravata da una politica totalitaria e scriteriata
Cioè? Cosa fecero?
Inviato il: 24/6/2015 22:17
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  •  peonia
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Re: LA STORIA CHE NON HO STUDIATO...
#18
Sono certo di non sapere
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Ripeto...è sempre più difficile capire ragioni e/o torti..la cosa evidente è che l'Umanità è stata spesso, se non sempre, dis-umana....
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