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Indice del forum Luogocomune
   Sardegna
  Sardi, un popolo disunito

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  •  frankad
      frankad
Sardi, un popolo disunito
#1
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 10/10/2005
Da ICHNOS
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C’è un principale motivo, a mio avviso purtroppo inconfutabile, che ha permesso il degrado sociale, politico, culturale inteso come attaccamento alle proprie origini, economico e soprattutto giovanile che, tra altre problematiche, affoga la Sardegna. “Locos, pocos y desunidos” dissero gli spagnoli di noi. Pochi, pazzi e disuniti. Ed è quello che siamo. Siamo un popolo totalmente disunito. I cagliaritani non ne vogliono sapere dei sassaresi, quelli di Sorso con quelli di Sennori hanno diatribe di antica data, gli oristanesi e quelli di cabras non si sopportano e l’elenco potrebbe andare avanti per molto.

Certamente siamo stati vittime di soprusi storici di ogni genere ed in questo caso ritengo che, se dovessimo cercare un evento significativo, indicherei questo:

L'Editto delle Chiudende

Il Piemonte emanò l'Editto sopra le Chiudende, che autorizzava la chiusura, con siepi o muri, dei terreni sui quali i privati avevano qualche diritto. Si cercò così di stimolare la formazione di una classe di piccoli e medi proprietari terrieri in grado di migliorare i sistemi produttivi.
Tuttavia le operazioni di chiusura avvennero in modo affrettato e spesso illegale, a danno dei piccoli contadini che non avevano i mezzi per costruire siepi o muri di divisione e dovettero subire quindi gli abusi dei proprietari più grossi. Anche i pastori furono danneggiati da questo sistema di chiusure poiché videro notevolmente limitati gli spazi aperti e destinati al pascolo. Si tenga conto del fatto che solo una ristretta cerchia di alto livello sociale era capace di leggere, pertanto la stragrande maggioranza del popolo non era a conoscenza dei contenuti dell 'Editto

Credo che questo articolo riassuma la situazione che ne scaturì:

Articolo a cura di Rita Bomboi

L'EDITTO SOPRA LE CHIUDENDE

Il paesaggio agrario della Sardegna, come le altre regioni d'Europa, presenta i segni della storia dell'uomo passata e recente. Sas tancas e sos crujos, cioè i campi recintati con muri a secco o con siepi, che caratterizzano ancora la campagna sarda, sono il risultato di alcuni provvedimenti legislativi che determinarono fra il 1820 e il 1839 la fine del sistema comunitario delle terre, l'uso cioè gratuito delle terre indivise.

Con "L'Editto sopra le chiudende" (1820 1823) e l'abolizione del feudalesimo (1836 1839) nello spirito del legislatore si doveva favorire il progresso sociale della campagna, ma di fatto questi provvedimenti determinarono il passaggio della proprietà agraria ai ricchi possidenti con l'esclusione delle masse rurali.

L'Editto sopra le chiudende stabiliva che i singoli proprietari avrebbero potuto liberamente recintare con muri, siepi o fossi i terreni di loro proprietà(1). Anche i terreni soggetti a servitù di pascolo comune, fontana o abbeveratoio vennero soggetti a questo provvedimento, dietro autorizzazione del Prefetto, il quale avrebbe agito dopo aver sentito il parere delle comunità interessate. Simili disposizioni vennero stabilite anche per i terreni comunali che potevano essere chiusi e divisi in eguali porzioni fra diverse famiglie.

In alcune province le chiusure procedettero rapidamente: i ricchi che ottennero le autorizzazioni chiusero con lunghi muri a secco sas tancas utilizzando, ove mancanti, pietre di nuraghi crollati; i piccoli proprietari restarono spesso esclusi da queste disposizioni per le difficoltà a reperire fondi per la realizzazione delle chiusure.

Il provvedimento che avrebbe dovuto disciplinare i rapporti fra ricchi e poveri, fra agricoltori e pastori, fra comuni e privati e derimere le controversie alimentò soprattutto nelle zone più interne dell'isola rancori e conflitti. Nel nuorese nel 1832 i pastori si organizzarono in "squadriglie armate" e distrussero le recinzioni (2). Questi tumulti determinarono l'inizio della prima sollevazione contro le chiudende. Le rivolte dilagarono nelle Barbagie e a nord del Logudoro dove vennero represse con numerose condanne, di cui due a morte.

1) Cfr. L. DEL PIANO, La Sardegna nell'Ottocento, Chiarella, Sassari 1984, pp. 87 ss.
2) Cfr. P. SANNA, La Sardegna sabauda, in AA. VV. Storia della Sardegna, a cura di
M. BRIGAGLIA, Soter, Sassari 1995, p. 232.



L'Editto delle Chiudende" potrebbe essere stato uno degli scatenanti della nostra divisone, gia storicamente presente in precedenza.
Adesso, chiedo a chiunque voglia partecipare al Forum, di aiutarci assieme ed effettuare una ricerca congiunta che faccia scaturire opinioni ed idee su un fattore fondamentale per la nostra Isola: come possiamo riunirci? Perchè noi e solo noi possiamo essere artefici del nostro destino, ma solo se cambierà il nostro atteggiamento con la nostra stessa gente. In caso contrario, continueremo ad essere ostaggi nella nostra casa, come da troppo tempo succede.

Franco
Inviato il: 28/11/2005 20:30
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  •  grazia
      grazia
Re: Sardi, un popolo disunito
#2
Mi sento vacillare
Iscritto il: 5/1/2005
Da
Messaggi: 337
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L'Editto sopra le Chiudende. Sì ne avevo sentito parlare ma non ho mai approfondito. Lo farò sicuramente ora. Ma ciò che mi lascia perplessa è il veder considerato anche questo episodio come uno dei fattori "scatenanti" della nostra "disunione". A fronte di molti paesi che sono in continua contrapposizione ve ne sono però altri che sono invece molto uniti, molto legati.
Io non credo molto a questa disunione "viscerale" Franco. Sicuramente non vi è compattezza. Ma voglio aprire la mente per capire e sentire il parere di altri più esperti......

Interessante forum!
ciao, grazia.

Inviato il: 28/11/2005 23:14
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  •  promax
      promax
Re: Sardi, un popolo disunito
#3
So tutto
Iscritto il: 6/9/2005
Da
Messaggi: 8
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E' vero, la condizione di disunione del nostro popolo può essere imputata anche all'editto delle chiudende che nel IX secolo che creò inevitabilmente "Meres" e "Teraccos".

Fino al 1820 eisteva un uso comunitario del territorio con una regolamentazione della proprietà fatta di rispetto e sostentamento reciproco.
Liquidare le attività economiche autonome, disgregare le comunità e rompere l'equilibrio sociale, sono tra i principali obbiettivi della colonizzazione per schiavizzare e rendere servili le popolazioni. Ciò che è avvenuto in sardegna in quegli anni si incastra perfettamente in quella logica spietata di conquista.
Costringere i pastori barbaricini a rinunciare ai propri ordinamenti comunitari è stato sempre l'assillo delle dominazioni straniere. Queste, infatti, non potevano non vedere nell'esistenza di una comunità autonoma rigorosamente fedele alle proprie leggi, una sfida permanente alla loro presenza, un esempio di indipendenza capace di contagiare altri grupi sociali, una organizzazione periolosamente forte, turbolenta, aggressiva, in grado di contrastare loro il possesso della terra e specialmente delle pianure. Il fatto poi che il carattere e i modi di fare delle poplazioni interne dell'isola non fossero raffinate come quelle del resto d'europa, hanno permesso di mascherare l'opera di colonizzazione dell nostra terra come una civilizzazione di polazioni barbariche.
Creare la proprieta privata e mettere gli uni contro gli altri i pastori è stato il modo migliore per disintegrare l'armonia che fino al 1820 vigeva tra le nostre popolazioni.
Tutto questo ha poi portato ad una progressiva differenziazione psicologica delle persone in base al loro luogo di appartenenza come FRANKAD ha giustamente rimarcato.

A mio avviso un ruolo fondamentale lo devono giocare i network locali. In una società come la nostra dove è vero solo quello che appare in televisione, si deve lavorare affinche le nostre televisioni portino alto il valore dl popolo sardo evidenziando le nostre differenze rispetto al resto della nazione, ovviamente senza scadere in pura propaganda razzista.

Con affetto

Promax
Inviato il: 29/11/2005 8:16
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  •  vulcan
      vulcan
Re: Sardi, un popolo disunito
#4
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 29/1/2005
Da Sardigna
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1.
L’editto delle chiudende rappresenta semplicemente un episodio della storia sarda “recente” e non certo la chiave di volta per confutare il ragionamento di”Sardi, pochi e divisi”.

A mio avviso questo è a dir poco semplicistico, è come dire che siccome pinco ha il mal di pancia vuol dire che ha sicuramente l’appendicite acuta!

Lo stato di “divisione” come citato da Frankad è soltanto uno dei “termometro” per definire i limiti ed insieme la ricchezza della Sardegna ; un unico territorio ma tante diversità.
Queste rappresentano la differenziazione ereditata all’interno del popolo e della civiltà Sarda.
Inviato il: 29/11/2005 10:02
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  •  vulcan
      vulcan
Re: Sardi, un popolo disunito
#5
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 29/1/2005
Da Sardigna
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2.
Quello Sardo è un popolo ancora in evoluzione che non ha ancora raggiunto lo stato di plateau,(molto antico per la sua origine ma ancora giovane nel suo complesso) che sta nel tempo rendendo sempre più omogenea l’affiancamento storico delle diverse provenienze delle sue genti e delle sue culture.

E per spiegare la diversità ( definita disunione), è impossibile non tener in debito conto i tre eventi fondamentali nel popolamento di questa terra...

...l’ondata neolitica, l’ondata dei popoli che diedero origine alla civiltà nuragica , l’ondata delle genti Shardana ed infine tutte le successive ondate di invasioni che ebbero l’effetto di lasciare qualcosa e distruggere qualcosa..

...allontanando nel tempo, come un elastico che si allunga sempre più, la possibilità di consolidazione delle culture e della loro commistione in una composizione non dico possibilmente omogenea ma almeno il meno possibile eterogenea.
Inviato il: 29/11/2005 10:04
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  •  vulcan
      vulcan
Re: Sardi, un popolo disunito
#6
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 29/1/2005
Da Sardigna
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3.
Le caratteristiche di diversità (la disunione di Frankad), ha equivalenti solo in aree territoriali che sono i veri continenti; Europa, Asia , Americhe.

Aree dove la dilatazione del tempo e la migrazione massiccia di popoli che si alternano ha determinato una differenziazione massiccia dei popoli sia in termini di cultura che modello sociale (non certo gli inglesi sono simili agli italiani o i giapponesi agli indiani)

La Sardegna di fatto è stata un microcontinente, un “esperimento” spontaneo della storia, all’interno del quale in miniatura si sono riprodotti gli eventi delle grande piattaforme continentali. Ciò è stato reso possibile dal perpetuo isolamento geografico di questa terra rispetto al vero continente europeo.

Inviato il: 29/11/2005 10:05
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  •  vulcan
      vulcan
Re: Sardi, un popolo disunito
#7
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 29/1/2005
Da Sardigna
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4.

I diversi apporti dei popoli che vi sono giunti, prima in tempi lontani, poi in tempi più “recenti” non hanno determinato un processo di stratificazione, (uno sopra/dentro l’altro) cosi che le attuali genti rappresentino il risultato della somma di quelle sottostanti, in modo tale da riprodurre una popolazione omogenea o il meno possibile eterogenea. ( cosi che possiamo “apparire” uniti).

Questi diversi apporti al contrario, si sono semplicemente affiancati( e solo i parte mescolati) cosi che il risultato, è la possibilità di differenziare nettamente ad un esame attento i diversi filoni che sono giunti fino al tempo presente, non dico integri ma sufficientemente distinti.

I popoli dell’area costiera ( anticamente i Shardana).. probabile insediamento fenicio.

Un nocciolo duro, quello della barbagia e dei barbiricini, diretti discendenti dei nuragici.. i cosiddetti Sardi pelliti delle guerre puniche. a loro volta mescolati in parte con gli abitatori più antichi di questa terra , i neolitici.

Discendenti più o meno diretti dei neolitici Sardi dovrebbero trovarsi nel campidano , tra le genti di S. Giusta, Riola Sardo e Cabras.. probabilmente Frankad ha questa antica origine oppure potrebbe trattarsi di un incrocio tra un neolitico e un Shardana.. (la terza ondata ).
Inviato il: 29/11/2005 10:06
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  •  vulcan
      vulcan
Re: Sardi, un popolo disunito
#8
Dubito ormai di tutto
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5.
A questo primordiale nucleo , che rappresenta per cosi dire il “nocciolo duro” della civiltà dei sardi, si sono ulteriormente affiancati e mescolati in modo variegato.. civiltà, culture e popoli di diversa provenienza, dai Cartaginesi ai Romani, dai Bizantini ai vandali, dagli iberici agli Italici.

L’effetto è semplicemente quello della storia; diversità e differenziazione che necessita ancora di un lungo processo di affiancamento/mescolamento, già realizzati in altre parti del mondo o mai avvenuto in altre.

E noi, si sa, nella storia siamo sempre stati più “indietro” degli altri rispetto a tempi e modi.

vulcan
Inviato il: 29/11/2005 10:07
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  •  vulcan
      vulcan
Re: Sardi, un popolo disunito
#9
Dubito ormai di tutto
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Citazione:
affinche le nostre televisioni portino alto il valore dl popolo sardo evidenziando le nostre differenze rispetto al resto della nazione


Promax...

chissà se appartiene al filone neolitico, oppure a quello nuragico oppure a quelllo dei Shardana..

Oppure potrebbe trattarsi di un incrocio consolidatoe ben stratificato come un sandwich.

Magari già rappresenta il nuovo cittadino Sardo;
fortemente adeso al cuore barbaricino e contemporaneamente aperto alle nuove culture come i Shardana.

chissà!

ciao promax
Inviato il: 29/11/2005 10:17
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  •  frankad
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Re: Sardi, un popolo disunito
#10
Dubito ormai di tutto
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Solo a titolo di intermezzo e con lo scopo di dare una mia opinione, ritengo che se in tutti i casi, a prescindere dai come e dai perchè, noi sardi siamo consapevoli del fatto che nel nostro popolo, PER RAGIONI STORICHE o NO, vi siano delle divisioni causate da qualsiasi cosa, dicisioni che menomano l'unità del nostro popolo e gli impediscono di rivendicare unito i propri diritti ed altro, il nostro scopo deve essere quello di capirne le radici. Vulcan è come sempre un maestro nella scelta dei documenti ,ma ce la mettanno tutta anche da altre parti. Però tutto ciò deve avere un senso, che non è altro se non il messaggio del post di apertura: parlarci per capirci ,per risolvere e per unire.
Detto questo, un abbraccio a tutti

Forza Paris
Inviato il: 29/11/2005 10:22
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  •  frankad
      frankad
Re: Sardi, un popolo disunito
#11
Dubito ormai di tutto
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Da ICHNOS
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Vulcan

prima di addentrarci nei meandri storici, sicuramente vitali per comprendere il perchè ma non altrettanto per suggerirgi OGGI una soluzione, ricordiamoci di situazioni che anche assieme abbiamo commentato. Le radici sono diverse, come del resto lo sono in una marea di zone d'Europa dove poi si sono venuti a creare insediameti, popoli e nazioni, tremendamente divise fra loro per le stesse motivazioni (Spagna docet: miriade di gruppi etnici diversi, estremizzati dai baschi ed in un'altra maniera dai cartalani).

Ho bisogno di farti una domanda: tu credi che il tempo abbia "cementato", anche se abbastanza nascosto, uno "zoccolo" di popolo, il nostro, sul quale si potrebbe CAMBIANDO ALCUNE COSE, costruire anche una futura Nazione, oppure questo milione e mezzo circa di persone non siano altro che il derivato esatto delle radici storiche, pertanto nessuno è riuscito a confluire in un'identità sarda se non proveniente da una determinata radice storica, per l'appunto?
Un abbraccio

Franco

Inviato il: 29/11/2005 10:31
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  •  frankad
      frankad
Re: Sardi, un popolo disunito
#12
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 10/10/2005
Da ICHNOS
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Citazione:

vulcan ha scritto:
1.

V.
L’editto delle chiudende rappresenta semplicemente un episodio della storia sarda “recente” e non certo la chiave di volta per confutare il ragionamento di”Sardi, pochi e divisi”.

F.
E' giusto ed è un solo esempio che ho deciso di proporre perchè la sua "violenza" sul popolo ha un'impatto immediato.

V.
A mio avviso questo è a dir poco semplicistico, è come dire che siccome pinco ha il mal di pancia vuol dire che ha sicuramente l’appendicite acuta!

F.
Beata la tua splendida deformazione professionale!! Si, ma io credo che a volte gli esempi semplici aiutano ad aprire porte complesse.

V.
Lo stato di “divisione” come citato da Frankad è soltanto uno dei “termometro” per definire i limiti ed insieme la ricchezza della Sardegna ; un unico territorio ma tante diversità.

F.
Siamo d'accordo in tanti. Sarai d'accordo che è un problema grosso ed in quanto tale io ho proposto un dibattito, appunto. Perchè ci dovrebbe interessare...il futuro, o no? Oppure metterci l'aima in pace, se qualcuno lo crede.

V.
Queste rappresentano la differenziazione ereditata all’interno del popolo e della civiltà Sarda.

F.
E rapprenta l'ostacolo maggiore alle rivendicazioni di un intero popolo. Proprio la sua stessa divisione.
Inviato il: 29/11/2005 11:42
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  •  promax
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Re: Sardi, un popolo disunito
#13
So tutto
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Vulcan,

Io sono molto giovane, probabilmente (per sentito dire) ho la metà dei tuoi anni, per cui significa che nella migliore delle ipotesi ho la metà della tua esperienza e la metà dei tuoi saperi. Non conosco la storia se non a grandi linee, pertanto non ho armi con cui difendermi in quel terreno, ma di sicuro ti posso dire che la Sardità che porto dentro mi basta per discutere di qualsiasi argomento che riguarda la nostra amata terra.
La vita mi ha portato a viaggiare, vivere fuori per qualche tempo e conoscere culture profondamente diverse, il mio stesso sangue è Sardo solo per 3/4 (mio nonno paterno veniva dal Molise) per cui la mia Sardità nasce da una pura e autonoma constatazione dovuta dall'esperienza personale.

Le invasioni di civiltà diverse si sono susseguite in molte parti della terra, ma questo fa parte della storia, a mio avviso non dobbiamo cercare a tutti i costi una giustificazione alla nostra divisione, ma trovare il modo di tirar fuori ai Sardi l'orgoglio e la consapevolezza di appartenere ad una terra libera.
Ormai i flussi di conquistatori stranieri sono finiti da tempo, permangono solo quelli capitalistici per usurpare le nostre richezze, per cui chi risiede, vive e lavora nella nostra isola deve essere considerato SARDO a prescindere da quale mescolanza di razze discende. Bisogna trovare il modo di spiegare alla nostra gente chi siamo, cosa possiamo fare e far capire che la Sardegna non può essere regolamentata da leggi calate forzatamente dall'alto e che ci accostano a quel popolo di caproni che sono gli italiani.
Questo, attualmente, lo possiamo ottenere solo andado a conquistare i mezzi di comunicazione di massa.

Proposta: assalto sincronizzato e conquista di tutti i princiali ripetitori regionali!

Saluti

Promax
Inviato il: 29/11/2005 14:23
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  •  frankad
      frankad
Re: Sardi, un popolo disunito
#14
Dubito ormai di tutto
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Sergio,

la mia intenzionalità "insita" nell'introdorre l'argomento dell'"Editto delle chiudende" era anche quella di riuscire ad accendere un dibattito. Questo dibattito poteva "sparare" da tutte le parti. Basta che sparasse.

Detto questo, la storia della nostra Terra è complessa e piena di situazioni a volte difficili da comprendere, con gli occchi di chi guarda adesso.

Se riteniamo che il dibattito debba essere attento ai fatti compresi tra l'inizio della fine della Civiltà Nuragica nel 1200 a.C. , i Shardana, i Popoli del Mare, e fin qui ci si incanta a leggerne la storia, saltando poi alle occupazioni ed invasioni dei Fenici nell'VIII a.C. e poi i cartaginesi , fino all'occupazione romana e dopo un'altro salto tra bizantini ed arabi, arriviamo alla suddivisione della Sardegna in Giudicati, sotto il protettorato di Pisa, alcuni, di Genova gli altri. Alla fine, se le diedero di santa ragione tra di loro.

Il Papa Bonifacio VIII si ruppe le scatole del fatto che Pisa e Genova se le dessero di santa ragione per "quell'isola" e la cedette al Re d'Aragona. Ecco gli spagnoli. Nel 1718 l'a nostra terra passa ai Savoia. Il periodo fu costellato da rivolte sanguinose e lotte contro l'occupazione. Perdonami l'edizione tipo "Bignami".......comunque siamo un popolo che è stato sempre in balia di attacchi, di angherie e soprusi. Ma non ci rendiamo conto che siamo qui e tutti assieme e potremo fare tanto uniti.

L'Editto delle chiudende, Sergio, ha purtroppo e comunque un peso storico tremendo, per noi. Fu un'imposizione di valori culturali che non ci appartenevano. Delimitare le proprietà fisicamente, imporre questo ad un popolo che riconosce le stesse proprietà senze necessità di muri, è di una violenza inaudita. E può lasciare dei segni.

La storia ci serve sempre per capire. Ma se io vengo chiamato e con odio a 20 anni "maurreddu" quando gioco a calcio a Macomer che dista 50 Km. da me, sono portato
a pensare oggi, nel 2005, che nelle famiglie di quelle persone vi sono ancora questi sentimenti, che certo di unione non sono. Quando sento "lassaddu ca cussu este unu campidanesu", mi chiedo cosa possa spingere a tanto. Sai che potremo continuare per molto tempo con cose del genere.

L'unica cosa che vorrei è che col tuo aiuto, con l'aiuto di chiunque ritenga di dover apportare idee, si cerchi di capire ce possiamo riuscire ad essere più uniti.
Io posso dirvi che confido nei giovani, non solo perchè sono padre di due ragazze di 20 e 18 anni. Penso che dovremmo parlare di più con loro e coinvolgerli nella storia e nelle tradizioni della Sardegna.

Nelle città o cittadine, in particolare, loro sono persi e non sanno nulla. Ma soprattutto credo che dovremo iniziare una grande lotta perchè la Storia della Sardegna venga inserita tra le materie delle scuole dell'obbligo.
Franco
Inviato il: 29/11/2005 16:00
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  •  vulcan
      vulcan
Re: Sardi, un popolo disunito
#15
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 29/1/2005
Da Sardigna
Messaggi: 2092
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Citazione:
Bisogna trovare il modo di spiegare alla nostra gente chi siamo


Promax..

il tuo discorso:

Musica per le mie orecchie.. grazie.
ciao
vulcan

..
quindi sei mescolato con un schardana!!


Inviato il: 29/11/2005 16:40
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  •  vulcan
      vulcan
Re: Sardi, un popolo disunito
#16
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 29/1/2005
Da Sardigna
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Ciao Frank..

io ho parlato di storia , anche perchè tu ne hai parlato..
e per spiegare ragionevolmente dal punto di vista storico il perchè della "disunione"..

L'unione è politica solo alla fine di un processo culturale che ci farà sentire Sardi.. tutti a 360 gradi dal mare ai monti.

Purtroppo c'è solo un sistema ; è quello di diffondere tra le generazioni più giovani delle nostre la sardità in tutti i suoi aspetti .. come contenuti, come emozioni e come cultura comune ed unitaria.
E' l'unica strada per giungere ad una consapevolezza collettiva di una appartenenza unica, anche nella diversità.

C'è un enorme buco generazionale che oimè va riempito .. e non sarà certo facile ..sono questi ultimi 50 anni di Italianizzazione forzata .. senza che nel medesimo tempo si sia fatta attenzione allo svuotamento di questi valori di sardità e che oggi, in tempo di globalizzazione , sono in grande pericolo.

Purtroppo è anche colpa nostra..e di molti politici Sardi e traditori pantofolai che hanno preferito il potere di salotto ..nei pressi di Roma ... rinunciando alle rivendicazioni del loro popolo pur di conservare il prestigio..le poltrone ed il benessere.

E alcuni di questi , oggi se ne vengono fuori ad ostentare sardità e sardismo ... ma costoro .. da Pisanu a Cossiga .. dove diavolo erano quando la sardegna era fatta a pezzi!!

E io sono uno incazzato!





Inviato il: 30/11/2005 0:23
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  •  frankad
      frankad
Re: Sardi, un popolo disunito
#17
Dubito ormai di tutto
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Da ICHNOS
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Questo è il punto Sergio, l'ottica di sardi incazzati, di padri sardi incazzati, lo sappiamo bene noi.
La storia, antica e soprattutto recente, ci mostrano situazioni. Io osservo dal mio punto di vista anarchico con grande disprezzo e vedo che i "sardi che contano" da qualche decennio ad oggi "secondo le regole del sistema" sono quelli che tu hai nominati o quelli come loro: cioè chi non ha mai combattuto per la propria terra e si è allineato alle posizioni del governo centrale diventandone un servo fedele.
Il governo centrale ha sempre capito bene queste cose, alla faccia loro, ed ha sempre agito di coseguenza. Prova ad esaminare questa situazione attuale: Sardegna + servitù miltari = Pisanu (ministro dell'interno) + Cicu (sottosegretario alla difesa). Cioè, i sardi che "contano" nell'ottica di questo sistema sono stati "messi" in posti repressivi, di controllo, di alcuna utilità programmatica.
Ne vediamo qualcuno in settori economici, ambientali, sociali o simili? Neppure uno.
Non posso, da anarchico, dibattere su questi giochi, per me sono parte integrante della porcheria che ruota intorno a concetti abusati, stravolti e gonfiati ad hoc quali democrazia o similari.

Ma noi sardi, iniziando da dove hai rimarcato tu, le nostre scuole, i nostri figli, i nostri amici confusi, devono cercare un'unità tra conterranei.
Secondo me potrà esistere un movente il quale, se ben usato, potrà fare da collante. Uno sviluppo economico durevole e sostenibile, che ci coinvolga tutti e che valorizzi la nostra Terra. Utopia?
A volte è meglio sognare che aprire gli occhi per guardare.
Un abraccio

Franco
Inviato il: 30/11/2005 9:46
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  •  frankad
      frankad
Re: Sardi, un popolo disunito
#18
Dubito ormai di tutto
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Queste frasi sono di un ragazzo sardo, Alberto Sanna, nato a Nuoro 24 anni fa. Forse ci daranno qualche spunto di riflessione:

La Sardegna non è una Regione geografica è uno Stato d' animo.

Quando chiediamo: "Sei stato in Sardegna?"
Spesso ci rispondono: "Si ! bella la Sardegna!"
Se poi stiamo ad ascoltare il nostro interlocutore, cosa emerge di solito?
Niente.
Le solite inutili e stereotipate: spiaggia , mare, è cara..
Raro che ci rispondano che ci sono stati per lavoro, per studiare o per apprezzare lo stile di vita.
L'idea dell'isola è sempre quella di un' oggetto senza una sua identità. Esiste per tre mesi l'anno e poi torna terra di frontiera.
Spesso può sembrare che la gente di Sardegna aspetti solo l'arrivo dell'estate successiva,
come se per noi il continentale(i non sardi) siano tutto: amico e nemico, padrone e servo.
L' identità della Sardegna e dei sardi è troppo spesso legata al turismo pensando alla Costa Smeralda.
Il vuoto del "bella Sardegna" del turista che non ha avuto la curiosità e più spesso non gli è stata data la possibilità di scoprire il cuore e l'anima dell' isola.
Ma se un sardo chiede ad un'altro sardo chi sei? Cos'è la Sardegna?
Difficile rispondere.
Il sardo si richiama spesso alla lealtà: al fatto quindi di essere vero e sincero.
La Sardegna? Spesso le risposte sono molto simili a quelle dei turisti, altre volte quasi non c'è risposta se non qualche riferimento alla lingua.
Delle volte sembra quasi che il sardo stia iniziando ad odiare la sua terra, perchè non gli offre opportunità e l'insularità è tradotta solo come prigione.
L' amarezza del "bella Sardegna" di tanti sardi costretti ad emigrare lontano o vivere sull'isola soffrendo la mancanza di lavoro e l'impossibilità di realizzarci pienamente il proprio percorso di vita.
L'isola è considerata in tutte le ricerche e statistiche economiche una terra depressa e povera.
Sembra quasi che niente e nulla si muova, che tutto sia fermo
immobile..
Ascolti la tv, leggi i giornali e rimani un pò stupito che la gente sia così..
Addormentata.
Non facciamo altro dalla mattina alla sera che aspettare il sussidio, di vedere sorgere
dal nulla e su intervento superiore un industria, una base militare.. due basi militari: meglio??

Forse questo è quello che pensano in tanti, sardi e non sardi.
Ma sotto questa terra che sembra stia dormendo, si nascondono, ma non troppo, realtà e iniziative Vive.
Sono scommesse di singoli, di istituzioni, di sindaci, di imprese di persone che ci credono.
Credono in un'idea e nella possibilità di poterla realizzare in Sardegna.

E' di un vescovo sardo del cinquecento di lingua spagnola la frase che più di ogni altra ha incastonato per secoli i sardi e la Sardegna in un' inaffidabile e superficiale icona negativa: pocos, locos y mal unidos.

Pocos: poca gente abita l'isola.
Locos: la gente è stupida .
Mal unidos: la gente è disunita

Sono passati cinque secoli e crediamo sia opportuno aggiornarci. E' tempo di cambiare icona .Quindi:

Pocos! locos y mal unidos?
Inviato il: 30/11/2005 19:36
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  •  vulcan
      vulcan
Re: Sardi, un popolo disunito
#19
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 29/1/2005
Da Sardigna
Messaggi: 2092
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Citazione:
La Sardegna non è una Regione geografica è uno Stato d' animo


Una volta vivevo in Sardegna…..vedevo i mari e le montagne..andavo e ritornavo..vedevo sentivo le sue genti…e con esse mi mescolavo.
Mi abbagliavo della sua bellezza e dei suoi misteri di terra antica e nascosta.

Ne respiravo la natura e i suoi profumi..Sentivo….

…come uno spettatore impersonale davanti a un bel film, scorrere la pellicola e i suoi rumori…

.. poi all’improvviso .. e non so per quale strano motivo …
mi sono scoperto a vivere la Sardegna, non più spettatore, bensi attore e personaggio, sentire questa terra come qualcosa che mi appartiene morbosamente .. una emozione sottile ..una specie di sentimento ..una specie di “innamoramento”.

La sensazione di potersi sentire a casa propria da nord a sud.
L’emozione di sentirsi parte integrante di un insieme all’interno del quale la “diversità”.. niente conta!

E adesso sento l’esigenza di fare qualcosa per la mia terra…non so ancora come ..
ma qualcosa sono sicuro che sarò capace di inventare.


Inviato il: 30/11/2005 22:27
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  •  frankad
      frankad
Re: Sardi, un popolo disunito
#20
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 10/10/2005
Da ICHNOS
Messaggi: 1921
Offline
Non vale far scendere giù le lacrime dalla mattina presto Sergio........

I colori, i profumi, la magia di antiche atmosfere e paesaggi incantati sono aspetti presenti nella nostra Terra. Nonostante anni di invasioni barbariche, dagli arabi agli americani, con i loro complici italiani e sardi, la natura è rimasta in linea di massima intatta e di una varietà e bellezza sconvolgente.

Dobbiamo capire che questa Terra è di tutti i sardi e che tutti hanno il dovere di difenderene le caratteristiche che ne fanno un "piccolo, meraviglioso, Continente".

Io, te ed altri sentiamo l'esigenza di fare qualcosa, ma siamo ancora in pochi. Per ridare la Sardegna ai Sardi, bisogna che molti di più prendano coscienza del fatto che: "bisogna fare qualcosa."
Inviato il: 1/12/2005 8:38
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