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   Recensioni Cinema
  Midnight in Paris - amore e tempo

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  •  Calvero
      Calvero
Midnight in Paris - amore e tempo
#1
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 4/6/2007
Da Fleed / Umon
Messaggi: 13165
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Si combatte realmente soltanto per due cose. La verità e la fuga. A implodere e ad esplodere nel cuore degli uomini è soltanto questo. Il resto è abitudine, spettacolo, bugia. Questo il mio pensiero sulla vita.
________________


Woody Allen inizia questa pellicola con i suoi soliti sotterfugi, quelli che a chi è smaliziato non possono sfuggire, oramai. In buonissima parte sono un estimatore del suo cinema (e anche del suo sguardo sul mondo) e proprio lì dove lui ha saputo innovare il linguaggio dei personaggi in celluloide, proprio lì si accomoda troppo spesso sui meccanismi che ha saputo affinare fino al momento, come in questo caso, che gli stessi passano il punto di non ritorno e diventano scorciatoie, sotterfugi.

I personaggi di un cineasta, intesi come concetto, si ripetono, si sà. E tanto più un film è d'Autore, tanto più si rischia di ritrovarli fotocopiati nelle sceneggiature. Vecchia storia. E anche affascinante a volte, ci mancherebbe. D'altronde è Arte.

Poi le luci si spengono. Inizia la favola.

Il gioco, il coraggio, il dilemma : - cos'è quella cosa che "annulla" e mette al suo posto il tempo? qual'è quell'alchimia, quell'atto coraggioso, per quanto semplice, che ci unisce e ci rende eterni? cosa deve vivere il nostro pensiero, cosa deve incontrare la nostra mano per rivelarci il senso di tutto?

Più che di personaggi veri e propri in sé, creati di volta in volta dai suoi Copioni, per il buon Woody si tratta più che altro di incastrare psicologicamente i protagonisti nelle collaudate dinamiche del suo "YIN e YANG" filosofico. Per pochi Registi il Cinema è veramente un "mero" MEZZO come per Woody Allen:

- e cosa di meglio allora ? ... se non un discorso filosofico esistenziale (nel senso nobile del termine) che si dipana, che sboccia, che si schiude attraverso i contrasti e la storie d'amore di un uomo. Di una donna.

Ma siamo felici. Il FILM merita.
Questi sotterfugi soliti di Allen, si sublimano in una tavolozza di bell'epoque come rugiada al sole, per andare a dipingere un atmosfera che di lì a poco comincerà a toccare il respiro poetico del film, portandoci, piano e in maniera leggiadra, in una favola delicata. Ma se delicato è il modo in cui si entra in una storia ai confini della realtà, non certo delicata è la lezione filosofica che l'autore ha deciso di mettere sulla bilancia dell'esistenza; di come essa è percepita tra le pagine del Tempo; di come essa viene mortificata attraverso la frustrazione in cui vogliamo osservarci NOI medesimi, nel Presente, come fossimo a tutti gli effetti un errore vivente, se pur mascherato in mille modi diversi e infantilismi vari. Così invece di attraversare le nostre possibilità, costi quel che costi, con coraggio; sfruttare i nostri potenziali; ci arrendiamo al gioco nostalgico che più è affine e comodo ai nostri sensi, alle nostre passioni, alle nostre arti. Una scusa. A volte fatale. L'autoinganno per antonomasia:- vivere una vita dentro un'altra vita...

.. e se per il nostro protagonista è la possibilità di vedere manifestarsi (e visitare) epoche che furono, con i loro protagonisti più eccelsi che lui essendo uno scrittore, ama (da Fitzgerald, a Picasso, a Hemingway, e molti altri...); personaggi che hanno segnato la nostra storia ma anche i nostri sogni, leggendo delle loro gesta, delle loro idee, delle loro poesie, cercando in qualche modo di raggiungerli e forse in qualche modo troppo vivi in noi ... sono certo che anche per ognuno di noi c'è un'utopia fuori posto ad attenderci (e, attenzione, non sono i sogni), utopia che è fatta della stessa immateriale sostanza del tempo: suadente come una Sirena. Pericolosa, come una Sirena.

Il gioco in celluloide è bello, è magico, come magistrale è la sequenza al tavolino di un Caffè Parigino del tempo che fu', dove il protagonista seduto con, tra gli altri, anche il Maestro LUIS BUNUEL, candidamente rivela che lui, sì, viene dal futuro. Ma ai Maestri presenti al Caffè e inconsapevoli (tra cui anche Salvador Dalì) la cosa non li stupisce neanche un po': - "cosa ci sarebbe di strano?" - affermano serenamente. Allora il nostro scrittore esordisce: - " eh già, voi siete surrealisti ....". Geniale. Punto.

Come geniale è il ribaltamento che la storia mette in atto, dando allo scrittore la possibilità cruciale di rivedere in una sorta di specchio la stessa magia capitata a lui. E proprio un altro personaggio, inaspettatamente, così, colpisce, insegna e lacera l'ultima speranza di poter credere che la magia possa essere soltanto una cosa dolce, quando può anche portare in superficie le debolezze e quelle nostalgie che, per quanto importanti e passionali, sono un esame di coscienza non da poco.

Sarà comprensibile, allora, come queste debolezze possono farci perdere in un "tempo" non più nostro, al punto di trasformare i sogni stessi in negazione?

Ma se il sottaciuto, se il non detto, se il messaggio più profondo, quel che è tra le righe della storia raccontataci, quella caustica e fredda disamina dell'essere umano che non sa vivere il suo tempo e proprio in ragione della sua sensibilità, della sua intelligenza, della sua poesia, è senza sconti ...

... la superficie di questa commediola invece, i suoi sogni, il lato delicato di ogni favola in celluloide, quella sostanza immateriale che profuma di anima, che sa farsi amare anche ferendoci e sempre come bimbi a indicare le stelle, allora ci dice della forza. Del gioco. Del coraggio.

«Quando la mano di un uomo tocca la mano di una donna, entrambi toccano il cuore dell'eternità».

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Misti mi morr Z - 283 - Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno
Inviato il: 21/12/2011 2:26
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  •  Calvero
      Calvero
Re: Midnight in Paris - amore e tempo
#2
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 4/6/2007
Da Fleed / Umon
Messaggi: 13165
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grazie, Floh, per il consiglio
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Misti mi morr Z - 283 - Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno
Inviato il: 21/12/2011 2:31
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Re: Midnight in Paris - amore e tempo
#3
Mi sento vacillare
Iscritto il: 23/3/2010
Da
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Rigeneratosi con un paio di film nel suo nido a Manhattan, Woody Allen non è però rinsavito. Ritorna in Europa a girare storielle su sfondi da cartolina: cinema impalpabile convinto di nascere da grandi idee. Dopo la spocchia cine-letteraria londinese, dopo l'infausto blabla catalano, ora tocca alla luccicante Parigi, dove ogni newyorkese snobohemienne vorrebbe vivere, e già temiamo il peggio per l'imminente tappa romana di un cineasta spento che si ostina a girare un film all'anno in tournée. Owen Wilson, sceneggiatore di successo ma scrittore frustrato, si sgancia dalla fidanzata con futuri suoceri da Tea Party per bighellonare nella Parigi anni 20 (e poi della Belle Epoque) che si materializza per lui allo scoccare di ogni mezzanotte. Come in una leziosa lezioncina, incontriamo Hemingway, Scott Fitzgerald e signora, Toulouse Lautrec, Degas, Gauguin, Picasso, Dalí (Adrien Brody) e Gerty Stein (Kathy Bates). Il brillante ditino culturale alzato ci indica i profili di Modigliani, Cole Porter, Cocteau, Joyce, Rodin e quello di Buñuel alle prese con “L'angelo sterminatore”. Nel brioso tour didattico (con slanci nello shopping) sopra la torre Eiffel si alternano sole e pioggia. Finale fluviale riciclato: un po' da “Tutti dicono I love you”, un po' da “Gli Aristogatti”.
Inviato il: 21/12/2011 4:58
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  •  Calvero
      Calvero
Re: Midnight in Paris - amore e tempo
#4
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 4/6/2007
Da Fleed / Umon
Messaggi: 13165
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Ma anche no. E il "ma anche" non è a mo' di battutina, anzi, è essenziale a intersecare il senso di una precisa critica che esiste nella sua visione di insieme.

Il cinema e le sue storielle tra "Aristogatti & Cenerentola" hanno tutto il motivo di esistere. E al di là di sospetti, non a caso ho usato il termine - commediola.

Che Allen (che conosco quasi come le mie tasche) si accomodi sugli allori (come sopra ho sottolineato) è uno tra altri dati di fatto. Nulla che detragga alle favole il loro valore: sono sempre vissute di vita propria, quando hanno sufficiente intelligenza a proporre riflessioni, allegorie, metafore e analisi sull'animo umano come sulla società. E a questo compito naturale, atavico, il film di Allen ha dato il suo ottimo contributo. L'idea geniale c'è - e la struttura semplicissima è proprio il suo merito. Di fare commediole leggere degne di questo nome non sono capaci tutti, tant'è vero che il ventennio nostro è impestato di cine-panettoni e parodie varie (nonché volgari) che vogliono essere inseriti/e nel genere "commediole", ma in realtà vanno inseriti/e nella categoria "merda per decerebrati".

Una cosa è un percorso artistico, una cosa è l'opera in sé. Pregi e difetti compresi. Non è scritto da nessuna parte che le favole debbano essere in cartone animato o in computer grafica, e questa pellicola è una favola che si sovrappone filosoficamente al senso di rivalsa di una "Cenerentola" in versione maschietto/scrittore ... con un indagine che mette in discussione lo spirito dell'uomo di fronte all'inganno che possono celare i MITI e le NOSTALGIE. Fantastico.

Il concetto che Allen vada a poggiarsi ciclicamente in una sorta di Tour Europeo filmico: - tanto è un operazione furba di Marketing, tanto è un operazione stilistica che tocca l'Arte delle nostre Città, con riverenza e amore profondo - portando il cinema stesso in un percorso che ci ricorda come le cartoline, anche nella loro stereotipata funzione, sono sempre e comunque un gesto magico d'amore.
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Misti mi morr Z - 283 - Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno
Inviato il: 21/12/2011 14:49
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  •  Floh
      Floh
Re: Midnight in Paris - amore e tempo
#5
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 13/12/2009
Da Milano
Messaggi: 1056
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Ho visto il thread solo ora, grazie a te Calvero per il commento al film, ci tenevo molto a leggerlo, siamo di fronte a un film che offre chiavi interpretative molto differenti.

(Peccato che su Mymovies anche in questo caso siano riusciti solo a battere a casaccio sulla tastiera)

Riporto qui di seguito ciò che ho scritto a proposito del film quando ne ho consigliato la visione nel thread "Film da vedere asolutamente?"

Premetto che non sono un fan di Woody Allen, anzi in generale lo detesto, specialemente quando parla di politica e sfalsa la storia (e' un sionista e Match Point e' pura propaganda) ma Midnight in Paris m'ha piacevolmente sorpreso.
L'atmosfera vellutata, grandiosa e romantica della vielle Paris ci culla per tutto il film grazie a una scenografia fine, attenta all'accostamento cromatico e al realismo di scena, unica pecca estetica (anche se rilevante) la fotografia, fin troppo statica (un po' di manierismo non sarebbe guastato).
I dialoghi sono ricercati nella forma e i personaggi sono costruiti molto attentamente.
Viene esposta a attraverso un espediente irrealista e fantastico (che ovviemente non svelo per non rovinarvi il film) una, a mio avviso forzata, analisi dei sogni utopici dell'uomo.
Owen Wilson, ben diretto, subisce durante il film un'evoluzione che lo porta a rivedere i suoi progetti iniziali per gettarsi, al termine della pellicola, in un rapporto affettivo vero, non superficiale, che lo soddisfi pienamente.
Estorce forzatamente qualche risata qua e' la.
Omaggio all'arte letteraria.

Voto
7,8
_________________
Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia (William Shakespeare, da Amleto)
Inviato il: 25/12/2011 16:41
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