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  •  a_mensa
      a_mensa
dove andiamo ?
#1
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 12/6/2009
Da roncello (mi)
Messaggi: 3180
Offline
Dove sono finiti i soldi.
Crisi, non crisi, stiamo uscendo, no siamo solo a metà strada, ecc….
L’unica cosa certa è una gran confusione soprattutto dopo l’annuncio di una crescita del 5,7% del pil americano nell’ultimo trimestre 2009.
Partendo dal dato di fatto, che la crisi è scoppiata perché asset cartacei (come ho già illustrato in altri post, ogni credito dato a fronte di titoli esecutivi, creano liquidità ), assunti addirittura a capitali di garanzia, hanno perso ogni appeal e quindi la caratteristica di liquidità, nel momento in cui si sono dimostrati di valore incerto (e questo grazie allo scoppio della bolla dei subprime), oltre all’esagerazione di leve finanziarie enormi (fanny & freddy) o della speculazione su CDS andati a riscossione (AIG), cerco qui di capire le minime prospettive future, considerando le azioni correttive adottate da governi e banche centrali.
Le banche centrali si sono trovate di fronte a banche commerciali senza fondi perché piene di asset non più “liquidi” ovvero, dato che di valore incerto, non più vendibili senza enormi svalutazioni del valore degli stessi.
Per cui la soluzione è stata quella di dare denaro (inventato dal nulla) in cambio di tali asset, tanto quanto basta per verificare con l’andata in scadenza dei crediti sottostanti, il loro valore effettivo (cioè verificare quanta parte di essi venivano rimborsati e quanti no).
Questo denaro non ha costituito un aumento di liquidità, in quanto ha semplicemente SOSTITUITO una liquidità preesistente.
Il tesoro (lo stato) da parte sua ha invece nazionalizzato praticamente chi (fanny & freddy) si era esposto con leve finanziarie inverosimili e si è ritrovato con masse di credito in default (subprime). Tali perdite normalmente vengono ripianate attingendo al “capitale di garanzia”, in questo caso praticamente inesistente a fronte della mole di crediti inesigibili.
Tale ripianamento è stato fatto a costo immediato praticamente nullo, in quanto il tesoro ha solo consolidato la sua garanzia. Ovvero ha garantito con la propria capacità finanziaria i crediti ancora in essere, come a dire: “andate avanti tranquilli che alle eventuali perdite provvedo io”.
Quindi anche questo intervento non ha praticamente immesso liquidità sul mercato.
Salvataggi a fronte di CDS. Il CDS è una assicurazione che contro un premio interviene a fronte di un evento.
Se l’evento non accade, il premio è un guadagno netto, se invece accade, quanto deve sborsare è un multiplo del premio stesso. Se statisticamente accadono più eventi di quanto statisticamente previsti, si ricorre per prima cosa al capitale proprio , poi si fallisce,a meno che qualcuno sborsi il necessario. (in questo caso è stato il tesoro).
Essendo questa liquidità fornita a fronte di asset che avevano azzerato il loro valore, non vi è di nuovo stata immissione di liquidità nel mercato.
L’unica liquidità effettivamente immessa nel mercato è quella usata per il salvataggio di aziende che sarebbero fallite altrimenti, liquidità usata per pagare i loro debiti.
Ma contemporaneamente, per reperire i fondi necessari, lo stato ha innalzato il proprio debito, finanziandolo con buoni del tesoro, venduti sul mercato.
Parte di essi sono stati acquistati dall’estero, parte dalle banche stesse, per immetterli nel proprio capitale di garanzia. Ma togliendo dalla circolazione liquidità allora circolante, limitando crediti con la scusa dell’inaffidabilità, ma soprattutto perché non più richiesti (molte persone hanno deciso di iniziare a risparmiare, comprando MENO delle proprie disponibilità, invertendo quindi una tendenza in atto precedentemente).
Il risultato di tali azioni pertanto è il seguente:
Stati molto più indebitati.
Liquidità difficilmente controllabile e gestibile.
Come ho già illustrato in altri post, il controllo della liquidità avviene o limitandone la concessione (a patto che vi sia richiesta), o con il tasso di interesse la cui diminuzione aumenta l’interesse a chiedere prestiti, mentre un suo aumento li rende più difficili.
Ora, con una richiesta scarsa dovuta al fatto che chi ha garanzie da offrire, preferisce risparmiare e cercare di saldare i debiti pregressi, mentre chi chiederebbe finanziamenti non ha garanzie da offrire, quindi non gli vengono concessi, e tassi praticamente nulli, la possibilità di manovra delle banche centrali è praticamente nulla.
Manovrare sui tassi , cioè alzarli, vorrebbe dire far fallire gli stati, vista la loro massa enorme di indebitamento, quindi si preferisce lasciar mano libera alle banche commerciali, e far finta che i tassi praticamente nulli attuali delle banche centrali esprimano il loro vero significato, mentre le banche commerciali vi aggiungono degli spread enormi.
Prendono cioè denaro dalla banca centrale a meno dell1% e lo imprestano a quei pochi che ne chiedono al 4, 5, 6% se non più.
Inoltre le banche intervengono pure sul mercato dei titoli di stato, impiegandovi il denaro negato ai mercati, e quindi abbassando l’interesse dei titoli stessi.
Fino a quando può durare questa sottospecie di equilibrio ?
La disoccupazione, il calo di investimenti, ecc… sta minando la resistenza sociale alla crisi stessa.
Persino gli americani, sempre stati convinti che le crisi si risolvessero in fretta, stanno cominciando a dubitare che questa volta funzioni così.
Per sostenere i livelli minimi di sussistenza, per cercare di aiutare aziende in crisi ed evitare quindi ulteriori sensibili aumenti di disoccupazione, gli stati dovranno evitare di ridurre gli “stimoli”, provvedere con un minimo a chi ha perso il lavoro, e tutto ciò con entrate in tasse decrescenti e debito già andato alle stelle per le ragioni sopraesposte.
Qualsiasi ragione di aumenti massicci delle materie prime (es. il petrolio, visto che la ricerca di nuove fonti è bloccata dalla caduta del prezzo, ma la cina sta aumentando velocissimamente la sua richiesta) potrebbe esacerbare gli scontri sociali, visto anche che l’unico sbocco possibile, ovvero ricerca e sfruttamento di fonti energetiche alternative, è bloccato dalle lobby petrolifere che hanno visto cadere i loro utili, avendo una capacità produttiva sottoutilizzata (per ora), dicevo, lo sbocco ecologico non è stato implementato in maniera massiva.
Pensare di riassorbire la mano d’opera eccedente, riportando i consumi dei vecchi prodotti ai livelli pre-crisi, è una illusione che si dovrebbe abbandonare subito, ma non avendo la politica i mezzi per offrire qualcosa di alternativo, continua a baloccarsi inutilmente sopra, alimentando speranze completamente irrealistiche, almeno nel breve periodo.
E se la mano d’opera non viene riassorbita, pagare il debito pubblico, e soprattutto rilanciare i consumi , sarà una pura illusione.
In definitiva:
salvo eventi che facciano ripartire i costi energetici, o simili, la situazione dovrebbe stagnare per un certo tempo (anni), con il grande rischio, che un qualsiasi evento che faccia ripartire la corsa dei prezzi, troverà le banche centrali prive di mezzi di contrasto.
Auguri !!!
_________________
non vorrei mai appartenere ad un club che avesse me come socio.
Inviato il: 30/1/2010 10:38
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