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   Salute & Ambiente
  che cos'è il cancro?

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  •  danaos
      danaos
che cos'è il cancro?
#1
Ho qualche dubbio
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“Nessun uomo, neanche sotto tortura, può dire esattamente cos’è un tumore” (J. Ewing).

Le origini del cancro sono, si dice, complesse e multifattoriali, ovvero non possono essere ridotte ad un’unica spiegazione. Spesso gli studiosi si concentrano però su ciò che conoscono meglio. Un genetista allora tenderà ad attribuire la causa del cancro a fattori ereditari, un epidemiologo cercherà le origini della malattia nelle variabili ambientali e comportamentali (amianto, fumo o… funghi), un biologo molecolare si concentrerà sui meccanismi di replicazione della cellula e su ciò che può andare storto nel corso del processo, ecc. Chi ha ragione? Qual è la vera causa del cancro? Ovviamente hanno ragione tutti, e nessuno. Ciascuno di questi fattori contribuisce a spiegare la malattia, ma non è sufficiente. Il cancro non è una malattia semplice.

La scienza però non può accontentarsi di dire che le cose sono complicate (anche quando è vero). Tale affermazione costituisce in fondo un’ammissione di ignoranza, che può anche essere salutare, purché non ci si arrenda e si vada in cerca di un punto di vista migliore. La missione dello scienziato infatti consiste anche nel ricondurre ad unità la molteplicità dei fenomeni, inserendoli in quadro concettuale coerente che aiuti a comprenderli meglio. La confusione descritta sopra riguardo alla natura del cancro significa probabilmente che occorre uno sforzo interdisciplinare per superare la visuale limitata delle varie specializzazioni scientifiche, nel tentativo di trovare una sintesi che, anche qualora non fosse in grado di semplificare la materia, fornisse almeno una spiegazione della sua complessità.

Un tale punto di vista potrebbe essere offerto da un recente sviluppo della scienza medica, che va sotto il nome di “medicina evoluzionista” o anche “medicina darwiniana”, l’applicazione della moderna teoria dell’evoluzione alla comprensione dei concetti di salute e malattia. Il fondatore di tale approccio può essere considerato George Williams, che già negli anni Cinquanta fornì una brillante spiegazione della ragione evolutiva che sta dietro al fenomeno della senescenza, mentre il “manifesto” di questo nuovo paradigma è il libro Perché ci ammaliamo, scritto a quattro mani dallo stesso Williams insieme a Randolph Ness (uno di quei rari libri che uniscono all’interesse dell’argomento una grande piacevolezza di lettura, cosa forse paradossale visto il tema).

La medicina evolutiva può fornire il punto di vista inclusivo che cerchiamo, in quanto non studia la malattia e i suoi meccanismi in sé, troppo da vicino, e non cerca una spiegazione che vada bene solo per gli individui malati, e non per quelli sani. Cerca piuttosto una spiegazione generale del perché gli esseri umani sono vulnerabili alle malattie, e di come questo possa rientrare nello schema della teoria dell’evoluzione, con la specificazione che il perché del medico evoluzionista non è proprio lo stesso perché dell’anatomo-patologo, ma è di tipo finalistico; non cerca solo la “causa”, ma cerca la “ragione”. Si può dire che “razionalizza” la malattia, togliendole quell’alone di incomprensibile fatalità, e così facendo demistificandola.

Quello che un medico considera semplicemente un “difetto” del normale funzionamento di un corpo sano, allora, sotto gli occhi dell’evoluzionista può assumere le sembianze di una “difesa” del corpo da altri pericoli, sviluppata nel corso della sua storia evolutiva (come è il caso della febbre), oppure di un necessario “compromesso di design” (il mal di schiena deriva dalla scelta dei nostri antenati di camminare in posizione eretta, sottoponendo la colonna vertebrale alla pressione esercitata dalla forza di gravità), oppure il risultato di un meccanismo utile nel nostro passato di cacciatori-raccoglitori e diventato nocivo nel contesto della odierna civiltà industriale (come può essere il caso dell’obesità), o anche il risultato di una corsa agli armamenti nel contesto di una lotta accanita fra le nostre difese immunitarie, sempre più sofisticate, e agenti patogeni che trovano nuovi modi di aggirarle (le infezioni).

Naturalmente l’interesse dei ricercatori impegnati in questa disciplina si è rivolto subito anche alla “malattia” per eccellenza, la più elusiva e tragica fra tutte: il tumore. Una monografia sull'argomento è ad esempio stata pubblicata da Mel Greaves, col titolo Cancer. The Evolutionary Legacy (il primo capitolo è disponibile su Amazon). Che senso ha il cancro, dal punto di vista della nostra eredità biologica? Nella loro diversità, l’unica caratteristica comune a tutti i tumori consiste nell’espansione territoriale di un clone cellulare mutante. Perché avviene questo? Perché le cellule “impazziscono” e distruggono il corpo che le ospita? Una prima spiegazione risiede nella natura stessa della cellula.

Il sogno di ogni cellula – come disse François Jacob – è diventare due cellule. Infatti le cellule fanno questo normalmente: si riproducono e si propagano, colonizzando l’ambiente in cui vivono. Si può dire che è la loro stessa ragione di vita, scritta in milioni di anni di storia evolutiva: le cellule che oggi vivono sono le discendenti delle cellule che in passato hanno svolto al meglio questo compito, e proprio a questo si deve la loro sopravvivenza. Negli organismi pluricellulari, però, la loro propensione a riprodursi è in qualche modo limitata e frenata per il bene dell’organismo ospite, e indirettamente per il bene del patrimonio genetico della stessa cellula (altrimenti non si sarebbe raggiunto un tale accordo): in altre parole le nostre cellule epatiche o cerebrali delegano alle cellule dell’apparato riproduttivo (spermatozoi e ovuli) il compito di diffondere nel mondo il loro prezioso Dna, sacrificandosi in nome dell’interesse comune.

Ma si tratta pur sempre di un accordo precario fra l’ospite e le sue cellule, che può essere infranto in qualsiasi momento. Quando questo avviene, arriva il cancro. Dato lo smisurato numero di cellule di cui il nostro corpo è composto (che hanno anche il compito di differenziarsi e specializzarsi in vari tipi di organo), e data la natura della cellula che, ricordiamo ancora una volta, è quella di riprodursi, c’è da stupirsi che questo non avvenga più spesso, non che ogni tanto avvenga (e non è un caso che i tumori avvengano più spesso nei tessuti, come la pelle, a più alto ricambio cellulare). Un’eredità biologica di milioni di anni non si cancella d’un tratto.

Può valere la pena sottolineare questo fatto perché su Internet circolano ad esempio le teorie di un certo Bruce Lipton (un punto a chi indovina quale editore pubblica in Italia le sue opere), il quale si lascia andare ad affermazioni bizzarre quali:

Citazione:
Darwin aveva torto. La scienza di oggi ignora le teorie darwiniane basate sulle nozioni di lotta e competizione, anche se potrebbero volerci anni prima che questo fatto arrivi sui libri di testo. La cooperazione e la comunità sono in realtà i principi fondamentali dell’evoluzione, oltre che della biologia cellulare. Il corpo umano rappresenta lo sforzo cooperativo di una comunità di cinquantamila miliardi di cellule. Una comunità, per definizione, è un’organizzazione di individui impegnati a sostenere una visione comune.

intervista a lipton

Non c’è bisogno che spieghi perché questa è una cazzata, vero? Se fate fatica a concepirlo provate a pensare alle comunità di uomini, e chiedetevi se va sempre tutto bene al loro interno, e se gli interessi comuni hanno sempre la meglio sugli egoismi individuali. E una volta compreso che questa è una cazzata, e che la cooperazione e l’unità di intenti sono più l’eccezione che la norma in qualsiasi ambito, siamo anche un po’ più vicini a comprendere il cancro.

Ma cos’è, nello specifico, che può essere in grado di spezzare questa mirabile “visione comune”, e di infrangere le regole della comunità cellulare? Uno dei fattori più banali è la vecchiaia. Grazie ai progressi della scienza medica oggi la maggior parte delle persone è in grado di estendere il suo ciclo di vita ben oltre il tempo utile per riprodursi. Ebbene, proprio il successo della medicina nello sconfiggere quelle che erano una volta le cause di morte più comuni (quali le infezioni), ha decretato l’aumento spettacolare dell’incidenza del cancro negli ultimi decenni. Più persone sopravvivono alla tubercolosi, più persone avranno la possibilità di ammalarsi di cancro in futuro (quindi è vero, come spesso si dice, che la medicina è una delle cause prime della malattia, ma in un senso abbastanza diverso da quello normalmente inteso).

Dal punto di vista dell’evoluzione, per quanto sgradevole sia dirlo, un individuo sterile è un individuo inutile. Così come inutile diventa per le cellule che cooperano ai fini della sua sopravvivenza. Più invecchiamo, minori sono le nostre probabilità di riprodurci, e minore diventa la pressione evolutiva sulle nostre cellule affinché preservino la nostra salute a loro potenziale danno. E maggiori quindi diventano le probabilità che qualche cellula decida di “mettersi in proprio” e di espandersi oltre il territorio assegnatogli (non è una strategia molto saggia, visto che spesso comporta la morte dell’ospite, ma la cellula non ha comunque niente da perdere).

Qualcosa di simile può spiegare anche il fatto che certi tumori, come quelli al seno, sembrino avere a che fare proprio col ciclo riproduttivo: il tumore al seno è più comune fra le donne che non hanno avuto figli, ed è meno comune in quei luoghi dove lo svezzamento avviene più tardi. Già nel XVII secolo era stata notata dall’epidemiologo italiano Bernardo Ramazzini, in una pionieristica opera sulle malattie legate alle condizioni di lavoro in cinquanta mestieri diversi (De morbis artificum diatriba), una notevole incidenza di questo particolare tipo di malattia nei conventi femminili. La causa prossimale in questo caso è probabilmente un eccessivo livello di stimolazione ormonale (che viene bloccata dalla gravidanza), ma la ragione per cui l’evoluzione non ha approntato le necessarie difese contro questo pericolo è che non ce n’era motivo.

Più in generale, alcuni tumori sembrano rientrare nello schema del “compromesso di design”, aggravato dal cambiamento delle abitudini alimentari e dello stile di vita: ad esempio i popoli che si sono allontanati dall’Africa hanno perso la pigmentazione della pelle, forse per compensare la minore esposizione al sole e una dieta povera di vitamina D (la cui produzione è legata all’abbronzatura) ma il prezzo che hanno pagato è un maggior rischio di melanoma, che è sua volta aggravato da abitudini tipicamente moderne, come quella di arrostirsi su una spiaggia per diverse ore al giorno.

Il consumo di cibi cotti o di sostanze ricche di grassi saturi è quanto di più lontano dalla dieta dei nostri antenati paleolitici, ricca invece di anti-ossidanti, ed è spesso associato ad uno stile di vita sedentario. Tutte queste cose sono dimostrabilmente correlate a svariati tipi di tumore: alla prostata, al colon, al pancreas, ed ancora al seno. Fra i tumori associati ad un cambiamento nello stile di vita il caso più evidente è quello del tumore ai polmoni, praticamente inesistente fra gli Europei prima che cominciassero a inalare i residui di combustione del tabacco. In tutti questi casi abbiamo una molteplicità di cause prossimali del tumore, ma un’unica ragione: il fatto che l’organismo non ha avuto ancora il tempo di sviluppare le necessarie difese contro le nuove sostanze e i veleni introdotti nel corpo (unito al fatto che oggi la maggior parte delle persone, almeno in Occidente, vive abbastanza a lungo da doversene preoccupare).

Ma al di là di tutto questo, la ragione principale e più profonda del cancro è quella stessa per cui noi, organismi pluricellulari complessi, esistiamo: senza le mutazioni genetiche delle cellule e senza errori di replicazione non avremmo il cancro, ma non avremmo neanche l’evoluzione. Noi, con tutta la nostra complessità, siamo il prodotto di errori di clonazione da parte delle cellule delle specie che ci hanno preceduto. Cellule che hanno il compito difficilissimo di moltiplicarsi e differenziarsi, a partire da un unico clone, specializzandosi in vari tipi di tessuto e organi dall’aspetto e dalle funzioni completamente diverse, il che comporta uno straordinario lavoro da parte di delicati e numerosi meccanismi regolatori del Dna. Non è un caso, anche stavolta, che la fascia d’età più colpita dopo gli anziani sia quella dell’infanzia, ovvero la fase dello sviluppo e della crescita. Il che significa anche che il cancro è un’eredità triste, talvolta insopportabile, ma purtroppo anche ineliminabile, nonostante tutti i progressi che la scienza medica può ancora compiere. Il cancro esiste perché esistiamo noi, perché esistono le cellule staminali da cui hanno origine gli organi del nostro corpo.

Non è molto consolante. Capire il cancro da un punto di vista evoluzionistico non è di grande aiuto per chi è malato, soprattutto quando le notizie non sono molto buone. Ma capire perché le cose vanno male, e perché sono complicate, può evitare di cercare altrove soluzioni semplicistiche, promettenti proprio (e solo) per la loro più diretta comunicabilità (“il cancro è un conflitto emotivo irrisolto, dipende tutto dal tuo stato d’animo”). I dottori sono esperti in medicina, non necessariamente in scienze della comunicazione. I pazienti che si rivolgono a loro possono fare fatica a comprendere quel che dicono, e ciò che sta dietro alle statistiche e ai dati snocciolati. È faticoso perché il cancro non rientra nel concetto paradigmatico di malattia, che ha una singola causa ed un singolo rimedio (“hai mal di testa? prendi l’aspirina e ti passa”). Ma nonostante sia faticoso e poco gratificante, il percorso della scienza è l’unico che valga davvero la pena di compiere, perché almeno onesto: un vero dottore non promette ciò che non può mantenere.
Inviato il: 27/4/2009 20:47
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  •  Al2012
      Al2012
Re: che cos'è il cancro?
#2
Dubito ormai di tutto
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@ Danaos

<< (…) Non c’è bisogno che spieghi perché questa è una cazzata, vero? (...)>>

Se tu fossi così gentile di spiegarmi perché è una cazzata te ne sarei molto grato !!


<< (…) Se fate fatica a concepirlo provate a pensare alle comunità di uomini, e chiedetevi se va sempre tutto bene al loro interno, e se gli interessi comuni hanno sempre la meglio sugli egoismi individuali. E una volta compreso che questa è una cazzata, e che la cooperazione e l’unità di intenti sono più l’eccezione che la norma in qualsiasi ambito, siamo anche un po’ più vicini a comprendere il cancro. (…)>>

Questa si che è una cazzata !!!

Immagino che tu sia biologo cellulare e che tu possa provare che il tuo collega B. Lipton ha detto delle cazzate, magari con qualche link utile ad un profano come per comprendere meglio il perché di questa tua affermazione.

Ho comprato il DVD la mente è più forte dei geni del biologo cellulare B. Lipton, che ho trovato molto chiaro e semplice da comprendere anche per un non addetto ai lavori, ma sono certo che anche tu saprai essere altrettanto convincente e chiaro nel spiegarmi le varie cazzate dette in questo DVD, che è disponibile in rete e che tutti possono vedere e giudicare …..

Ti ringrazio in anticipo per il chiarimenti che sicuramente saprai darmi ……
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“Capire … significa trasformare quello che è"
Inviato il: 27/4/2009 21:58
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  •  danaos
      danaos
Re: che cos'è il cancro?
#3
Ho qualche dubbio
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Aspetta, mi sono dimenticato di mettere in risalto una frase:

Citazione:
Una comunità, per definizione, è un’organizzazione di individui impegnati a sostenere una visione comune.


Questa è una cazzata. Chiaro, se definisci quello che ti fa piacere in modo da escludere a priori certi eventi, puoi dimostrare quello che vuoi.

Citazione:
Immagino che tu sia biologo cellulare


No

Citazione:
e che tu possa provare che il tuo collega B. Lipton ha detto delle cazzate, magari con qualche link utile ad un profano come per comprendere meglio il perché di questa tua affermazione.


http://www.ibs.it/code/9788804393184/dawkins-richard/gene-egoista

Citazione:
Ho comprato il DVD la mente è più forte dei geni del biologo cellulare B. Lipton, che ho trovato molto chiaro e semplice da comprendere anche per un non addetto ai lavori


Buon per te, ma Dawkins secondo me è meglio. Diciamo che è preferibile avere almeno due punti di vista.
Inviato il: 27/4/2009 22:55
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  •  Al2012
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Re: che cos'è il cancro?
#4
Dubito ormai di tutto
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Ma perché ti limiti a dire “che è una cazzata” e non provi a spiegare il perché ???

Non ti preoccupare io non sono certo un genio e neanche un grande scrittore.
Sono curioso e cerco di capire, conosco più o meno i miei limiti, ed anche per questo che il più delle volte mi appoggio ad articoli scritti da persone più qualificate che spesso utilizzo per indicare il mio pensiero utilizzando il sistema del copia/incolla.

Io non dico che Dawkins dice delle cazzate, anche se sapessi cosa dice e tu non mi hai aiutato molto a capire il suo pensiero, comunque vedo se trovo qualche notizia in merito …..

Al tuo consiglio di lettura rispondo così:
http://www.ibs.it/code/9788817126809/capra-fritjof/rete-della-vita

I punti di vista sono sicuramente più di due …….
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Inviato il: 27/4/2009 23:32
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  •  danaos
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Re: che cos'è il cancro?
#5
Ho qualche dubbio
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Citazione:
I punti di vista sono sicuramente più di due …….


Senz'altro, più ce n'è meglio è. Comunque non è che possa mettere link ad articoli scientifici che confutino quello che è semplicemente un dogma dell'intervistato, piazzato lì senza alcuna spiegazione. Si tratta di semplice buon senso. Bruce Lipton afferma (fra varie altre cose che mi fanno rizzare i capelli) che in qualsiasi comunità, di cellule o individui, la rivolta del singolo è impensabile. Perché dovrebbe essere così?
Inviato il: 28/4/2009 0:14
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  •  Al2012
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Re: che cos'è il cancro?
#6
Dubito ormai di tutto
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Dawkins: La fede è un firewall
http://libertalandia.blogspot.com/2007/04/dawkins-la-fede-un-firewall.html

Richard Dawkins, "L'illusione di Dio" (I parte)
http://cadavrexquis.typepad.com/cadavrexquis/2006/12/richard_dawkins.html

Non ho ancora approfondito, ma la prima impressione che posso farmi è che tu faccia confusione, tra la “spiritualità” e il credere in un dio creatore delle religioni.

Non c’è solo la visione evoluzionistica di Darwin o la visione creazionista delle religioni, ci sono anche altre visioni ed altri pensieri ……
Domande:
Perché da un ambiente primordiale unicellulare è emerso un mondo formato da sistemi pluricellulari se l’unica legge era quella di una competizione finalizzata a sopraffare gli altri??

Perché un gruppo di cellule staminali, che si sono clonate e che hanno lo stesso identico DNA con gli stessi identici geni ad un certo punto si trasformano e si specializzano diventanto altri tipi di cellule ??

edit: Prova a evidenziare il punto in merito a quello che dici su Lipton e forse io provo a dirti la mia o vuoi giocare al gatto e il topo ??
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Inviato il: 28/4/2009 0:18
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  •  danaos
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Re: che cos'è il cancro?
#7
Ho qualche dubbio
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Le idee di Dawkins sulla fede, condivisibili o meno, non c'entrano. C'entra la sua visione del gene (contrapposto all'individuo, o addirittura alla comunità di individui o specie) come unità di selezione, in concorrenza con gli altri geni. Il che vuol dire precisamente che quando una cellula mutante troverà il modo di riprodursi più delle altre, lo farà.

EDIT:
Citazione:
Perché da un ambiente primordiale unicellulare è emerso un mondo formato da sistemi pluricellulari se l’unica legge era quella di una competizione finalizzata a sopraffare gli altri??


Perché a volte il gioco di squadra funziona. Le cellule cooperano nella misura in cui ne vengono direttamente avvantaggiate. Quando il vantaggio non è più evidente l'alleanza può rompersi.
Inviato il: 28/4/2009 0:26
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  •  Al2012
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Re: che cos'è il cancro?
#8
Dubito ormai di tutto
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Il dna è formato da una sequenza di diversi geni o sono io che faccio confusione o sei tu ??
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Inviato il: 28/4/2009 0:37
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  •  danaos
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Re: che cos'è il cancro?
#9
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Sì, perché?
Inviato il: 28/4/2009 0:40
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  •  Al2012
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Re: che cos'è il cancro?
#10
Dubito ormai di tutto
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Si perchè cosa?
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Inviato il: 28/4/2009 0:46
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  •  danaos
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Re: che cos'è il cancro?
#11
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Sì, il dna è formato da una sequenza di diversi geni.
Inviato il: 28/4/2009 0:48
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  •  Al2012
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Re: che cos'è il cancro?
#12
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Conosci o mi sai indicare organismi viventi formati da un solo gene che possa giustificare la lotta tra geni ?
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  •  danaos
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Re: che cos'è il cancro?
#13
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Citazione:
Conosci o mi sai indicare organismi viventi formati da un solo gene che possa giustificare la lotta tra geni ?


No, ma per giustificare questo non c'è bisogno: il gene dei capelli degli occhi azzurri, ad esempio, può essere considerato in competizione col gene degli occhi neri, situato nello stesso punto della sequenza di Dna di un altro individuo. A questo livello, il benessere dell'individuo e quello del gene, generalmente coincidono. Ma anche in uno stesso individuo, il gene dell'amore filiale può entrare in conflitto col gene dell'istinto di sopravvivenza personale. A lungo andare vincerà il gene che è riuscito ad assicurarsi un maggior numero di discendenti.

EDIT: Mettiamola così: in una squadra di calcio generalmente i giocatori cooperano per far vincere la squadra, ma possono essere allo stesso tempo in competizione fra loro per non perdere il ruolo di titolare, o di beniamini dei tifosi. Il giocatore A, allora, potrebbe decidere di non passare il pallone al giocatore B, posizionato meglio, per cercare una prodezza più difficile ma che gli renderebbe maggiore gloria.
Inviato il: 28/4/2009 1:17
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  •  DrHouse
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Re: che cos'è il cancro?
#14
Dubito ormai di tutto
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Citazione:
Le origini del cancro sono, si dice, complesse e multifattoriali, ovvero non possono essere ridotte ad un’unica spiegazione. Spesso gli studiosi si concentrano però su ciò che conoscono meglio. Un genetista allora tenderà ad attribuire la causa del cancro a fattori ereditari, un epidemiologo cercherà le origini della malattia nelle variabili ambientali e comportamentali (amianto, fumo o… funghi), un biologo molecolare si concentrerà sui meccanismi di replicazione della cellula e su ciò che può andare storto nel corso del processo, ecc. Chi ha ragione? Qual è la vera causa del cancro? Ovviamente hanno ragione tutti, e nessuno. Ciascuno di questi fattori contribuisce a spiegare la malattia, ma non è sufficiente. Il cancro non è una malattia semplice.
Nel thread "Cancro: alla radice del problema" nella sezione news abbiamo fatto chiarezza sull'uso del termine "multifattorialità". Questa espressione non convince molti di noi. Dire che il cancro è una malattia complessa è dire una verità. Parlare di multifattorialità, invece, è più che altro un eufemismo per non dire "Non abbiamo ancora scoperto la causa del cancro perché al momento sono troppi i fattori che possono causare (ma non necessariamente causano) il cancro". Per usare le tue stesse parole, è una "ammissione di ignoranza". In realtà, pur nella molteplicità e complessità degli istotipi neoplastici, esistono almeno due elementi in comune a tutti i tipi di cancro: 1) la specifica diversità con cui tutte le cellule tumorali si riproducono rispetto alle cellule "normali" del tessuto di origine (vulcan ha scritto cose interessanti in proposito); 2) il fatto che il sistema immunitario ha in qualche modo "fallito il suo compito". È concettualmente sbagliato parlare di multifattorialità. Anche assumendo che i fattori siano molteplici, tanti quanti i possibili agenti patogeni che ogni giorno ci circondano, resta da spiegare perché poi ogni cancro, pur essendo diverso da ogni altro, segue però un pattern comune. Sottolineo: comune, non identico. Tanto è che usiamo il termine cancro (o tumore, neoplasia ecc.) per indicare una serie di fenomeni patologici evidentemente accomunati tra loro da un elemento in comune. Altrimenti, è probabile che useremmo termini diversi.

Citazione:
Più persone sopravvivono alla tubercolosi, più persone avranno la possibilità di ammalarsi di cancro in futuro
Non ho letto i testi cui fai riferimento, quindi mi riservo di approfondire e, evidentemente, anche di cambiare idea. Partendo da quanto hai affermato nel tuo post, però, mi permetto di avere grossi dubbi su questa teoria. In sostanza, ci stai dicendo che il cancro si è manifestato maggiormente nell'ultimo secolo in quanto è aumentata la vita media degli individui. Se gli individui morissero prima, ad esempio di tubercolosi o di tifo, il cancro sarebbe probabilmente una malattia relativamente rara. Fin qui, si può essere d'accordo. Resta il fatto che mi sembra un po' arduo affermare che il cancro sia una forma di selezione della specie. Gli individui in età avanzata, in quanto incapaci di riprodursi, sarebbero inutili alla specie, quindi più soggetti ad ammalarsi di cancro. Qui le cose non tornano più: o l'esempio della tubercolosi è improprio o (come penso io) è proprio la teoria che non sta in piedi. La tubercolosi, la polmonite, il tifo e molte altre malattie epidemiche che un tempo falcidiavano la popolazione colpivano indistintamente individui di tutte le età. Anzi, nel caso specifico della TBC, i più colpiti erano proprio i bambini e gli adolescenti (alcuni microbatteri della TBC di solito non infettano soggetti adulti sani), ossia individui in età riproduttiva o potenzialmente capaci di riprodurre. Viceversa, statisticamente il cancro colpisce per lo più sopra i 40-50 anni, età nella quale la capacità riproduttiva dell'essere umano è già stata ampiamente superata. Pertanto, se la teoria della selezione naturale è accettabile nel caso della TBC (i più forti sopravvivono e potranno procreare individui forti e sani, i più deboli non resistono e vengono eliminati), il discorso non vale per il cancro. Il cancro è solo una delle tante malattie alle quali un organismo non più giovane e forte può andare incontro. Se guardi le statistiche, anzi, di solito appare al secondo o al terzo posto come causa di morte dopo le malattie cardiovascolari. Se la mettiamo così, allora anche l'infarto è una forma di selezione della specie. A me sembra, in realtà, che la teoria non regga proprio. Rimane valida l'affermazione che, se un individuo supera le malattie che colpiscono tipicamente l'infanzia e l'adolescenza, allora si espone fatalmente al rischio di cancro, in quanto questa malattia colpisce tipicamente soggetti non più giovani. E fin qui va bene, anche se, senza offesa, è un po' come scoprire l'acqua calda. Ma anche così non mi sembra che questa teoria porti novità sostanziali. L'idea che il cancro sia una forma di selezione naturale della specie non sta proprio in piedi. Prova ne è che l'oncogenetica afferma esattamente il contrario: molti tumori sembrano anzi associati a fattori di rischio ereditari. Viene da chiedersi allora: perché la specie consente a individui che portano in sé un fattore di rischio genetico così alto di riprodursi? Perché non li elimina prima che facciano danni (mi si perdoni l'apparente cinismo, d'altra parte il cinismo è in qualche modo insito nella teoria darwiniana stessa, quindi sto solo cercando di confutarla usando la sua stessa linea di pensiero)? Perché li elimina solo quando ormai sono per lo più anziani e non più in età riproduttiva? È evidente che c'è qualcosa in questa teoria che proprio non torna.

Citazione:
Non c’è bisogno che spieghi perché questa è una cazzata, vero? Se fate fatica a concepirlo provate a pensare alle comunità di uomini, e chiedetevi se va sempre tutto bene al loro interno, e se gli interessi comuni hanno sempre la meglio sugli egoismi individuali. E una volta compreso che questa è una cazzata, e che la cooperazione e l’unità di intenti sono più l’eccezione che la norma in qualsiasi ambito, siamo anche un po’ più vicini a comprendere il cancro.
Beh, temo invece che forse un piccolo sforzo per spiegarcelo dovresti farlo, visto che non per tutti è una cazzata. Aggiungo (come umile e semplice consiglio, visto che sei nuovo di questo forum), che sarebbe opportuno chiamare cazzate solamente quelle teorie o affermazioni che si possono confutare sulla base di dati certi e inoppugnabili. Siccome usi una semplice teoria per confutare un'altra teoria, forse sarebbe più opportuno usare le parole con maggiore prudenza. Resta, ripeto, un semplice consiglio.

In realtà, la teoria di Lipton è confermata non solo dalla realtà, ma dalla storia. La comunità ha sempre avuto il sopravvento sul singolo. I gruppi forti prevalgono sempre sui gruppi deboli. In natura come in politica. Ciò che permette la sopravvivenza di una specie è, guarda caso, proprio la capacità di organizzarsi in gruppo, in comunità. L'unione fa la forza. I gruppi forti sono i gruppi più coesi al proprio interno. Poi, è ovvio che anche all'interno di ogni comunità esista sempre una competizione. Ed è altrettanto ovvio che l'equilibrio all'interno di una comunità sia sempre precario e a rischio, in quanto ogni membro vive a sua volta un conflitto tra istinto centrifugo (istinto di affermazione individuale, volontà di superare gli altri membri) e istinto centripeto (tendenza a rifugiarsi nella comunità come entità più forte capace di garantirgli una maggiore protezione dai pericoli esterni). La comunità corregge automaticamente e continuamente gli squilibri al proprio interno, esattamente come fa il nostro organismo. Ma non è eterna, né immutabile. Fintanto che l'istinto comunitario prevale nei singoli membri, la comunità sopravvive; nel momento in cui prevalgono invece gli istinti di competizione dei singoli, la comunità si indebilisce o si rompe. Si noti: si rompe, ma non muore. Non diversamente da un legame chimico, che si spezza ma dà immediatamente vita a un altro legame chimico, così anche da una comunità che muore prendono vita immediatamente altre comunità, magari più piccole, magari intrinsecamente più forti. La comunità esiste, è un fattore sociologico, storico, biologico chiaramente identificabile. Il fatto che la comunità non sia un'entità stabile e immobile, bensì un'entità dinamica in continua evoluzione e alla continua ricerca dell'equilibrio, nulla toglie al fatto che la comunità non solo esista, ma sia addirittura un elemento fondamentale per la sopravvivenza e il predominio di determinate specie su altre, di determinati gruppi su altri ecc.

Per quanto riguarda poi più specificamente la teoria di Bruce Lipton, vale ricordare che il concetto di comunità si lega intrinsecamente al concetto di cervello come sede degli input regolativi che disciplinano il funzionamento del nostro organismo. È il cervello che coordina l'organizzazione e le funzioni dei nostri miliardi di cellule. La comunità è tale in quanto esiste il cervello come attività regolatrice gerarchicamente superiore. Lipton non dice che il cancro esiste perché uno lo pensa, anche se a una lettura disattenta potrebbe sembrare così. Dice che i fattori psicologici sono input al pari di tutti gli altri segnali fisici o materiali con cui interagiamo ogni giorno e che, al pari di questi ultimi, hanno evidentemente anch'essi un impatto sull'attività del nostro organismo, talvolta positivo, altre volte negativo. Significa semplicemente che il nostro cervello filtra gli input che vengono dall'esterno e cerca di rispondere loro ogni volta nel modo più adeguato cercando cioè di innescare quei meccanismi in grado di difendere il tessuto colpito e, con esso, l'intera comunità (senza, evidentemente, riuscirci sempre, ovvio). Ma su questo ci sarebbe da parlare a lungo e per ora mi fermo qui.
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E dopo 10 anni, siamo a discutere se il Volo 77 è arrivato proprio lungo questa linea, o piuttosto è arrivato due metri più a sinistra, o due metri più a destra? (Perle complottiste)
Inviato il: 30/4/2009 19:31
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  •  Redazione
      Redazione
Re: che cos'è il cancro?
#15
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DANAOS: Qual è lo scopo esatto di questo thread?'
Inviato il: 30/4/2009 20:32
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  •  danaos
      danaos
Re: che cos'è il cancro?
#16
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DrHouse: si può discutere di tutto, ma che l'aumento di casi di cancro sia in larga parte dovuto all'avanzamento dell'età media (ma non solo, vedi tabagismo) mi pare inoppugnabile. Questo per due motivi che mi pare di aver spiegato: uno è banale, ed è semplicemente il fatto statistico che il sopravvivere ad altre malattie ti rende un candidato più probabile per il tumore (se scoprissero la cura universale per le malattie cardiache avremmo, per lo stesso motivo, un aumento dei casi di cancro). L'altro motivo è che con l'avanzamento dell'età la pressione evolutiva contro il cancro (ma se è per questo anche contro altri mali) diventa sempre meno forte.

Citazione:
Viene da chiedersi allora: perché la specie consente a individui che portano in sé un fattore di rischio genetico così alto di riprodursi? Perché non li elimina prima che facciano danni (mi si perdoni l'apparente cinismo, d'altra parte il cinismo è in qualche modo insito nella teoria darwiniana stessa, quindi sto solo cercando di confutarla usando la sua stessa linea di pensiero)? Perché li elimina solo quando ormai sono per lo più anziani e non più in età riproduttiva? È evidente che c'è qualcosa in questa teoria che proprio non torna.


A me invece pare che ti sei già dato la risposta. Cos'è che non torna?

Redazione:Citazione:
Qual è lo scopo esatto di questo thread?'


Qual è lo scopo di questa domanda? c'era un thread in home che parlava del cancro, e siccome nella discussione vi erano vari spunti che coincidevano con le mie riflessioni, mi è parso utile postare questo contributo. Se poi ti interessa sapere come la penso su S* se vuoi te lo dico, ma non mi pare in topic.
Inviato il: 30/4/2009 22:17
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  •  dr_julius
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Re: che cos'è il cancro?
#17
Dubito ormai di tutto
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Citazione:
Redazione:Citazione: Qual è lo scopo esatto di questo thread?' Qual è lo scopo di questa domanda?


Un atteggiamento reciprocamente molto costruttivo.

Girare intorno al discorso del perché aumentano le morti per tumore è, a parer mio, poco concludente da un lato, e richiede conoscenze approfondite dei dati che si manneggiano dall'altro. Nel senso che di qualcosa si deve comunque morire (anche se io fino a prova contraria non sono mai morto in vita mia ) nelle statistiche c'è sempre una casella in cui classificare tutto. E dunque OGNI riduzione di altre cause di mortalità comporta necessariamente un aumento di mortalità per tumori. Inoltre c'è l'inquinamento e la qualità dei cibi che incidono secondo me moltissimo sia attivamente (cancerogenesi) sia indirettamente (per carenze di vitamine e antossidanti).... e sembra che in Italia di schifezze ne abbiamo mangiato molte.

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Inviato il: 30/4/2009 22:52
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  •  DrHouse
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Re: che cos'è il cancro?
#18
Dubito ormai di tutto
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Citazione:
DrHouse: si può discutere di tutto, ma che l'aumento di casi di cancro sia in larga parte dovuto all'avanzamento dell'età media (ma non solo, vedi tabagismo) mi pare inoppugnabile.
Ma mi pare che su questo punto ti ho dato pienamente ragione. Forse mi sono espresso male io o tu non hai letto attentamente quello che ho scritto. Certo che è inoppugnabile. Essendo il cancro una malattia che colpisce prevalentemente dopo i 40 anni e, statisticamente, in particolare sopra i 50, è naturale che, con l'aumento dell'età media, siano aumentati anche i casi di cancro. Se uno muore a 15 anni di tubercolosi o per un'altra causa, è ovvio che ha anche poche probabilità di ammalarsi di cancro a 65 (perdona l'ironia, ma in questo caso è proprio inevitabile). Fin qui il tuo discorso non fa una piega. Direi anzi che è pacifico. Quello che non mi torna affatto, invece, è considerare il cancro una forma di selezione della specie come cerchi di sostenere tu o, più precisamente, sostiene la medicina evolutiva cui fai riferimento. Non vedo correlazioni tra il cancro e il principio darwiniano di selezione della specie (i più forti sopravvivono, i più deboli soccombono), né tra il cancro e la riproduzione. L'invecchiamento comporta fatalmente una consunzione dei tessuti corporei e dei processi organici, con un conseguente indebolimento generale del nostro sistema immunitario. Allo stesso modo in cui un'auto vecchia ha più probabilità di schiantare e di lasciarti a piedi di una nuova. È ovvio quindi che, più passano gli anni, più un soggetto è esposto al rischio di cancro, infarto, Alzheimer, Parkinson e via dicendo. E con ciò? Che c'entra Darwin? C'entra, se mai, che l'essere umano non è eterno o, come ha detto giustamente dr_julius, che prima o poi di qualcosa si deve pur morire. Al contrario di quello che sostieni tu, oggi si tende invece a pensare che molti tumori siano proprio ereditari, ossia che la predisposizione ad essi sia legata a fattori che si trasmettono da una generazione a un'altra. Se fosse vera la tua teoria, gli individui portatori di queste deficienze genetiche (chiamiamole così, tanto per capirci) dovrebbero soccombere prima o durante l'età riproduttiva, proprio per selezionare la specie e liberarla dai soggetti meno forti. Invece, succede proprio il contrario: il cancro colpisce prevalentemente dopo che un individuo ha già superato l'età riproduttiva e, eventualmente, trasmesso anche determinati fattori genetici. Dunque, non capisco proprio come si possa sostenere che il cancro è una forma di selezione della specie. Ad ogni modo, la mia è solo un'opinione personale. Non pretendo di convincerti, ovvio.

Il thread può benissimo continuare all'infinito. Ma, per quanto mi riguarda, devi prima riuscire a convincermi dell'assunto iniziale. Per il momento continuo a ribadire che questa teoria non sta in piedi.
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Inviato il: 1/5/2009 0:12
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  •  DrHouse
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Re: che cos'è il cancro?
#19
Dubito ormai di tutto
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Citazione:

dr_julius ha scritto:
Citazione:
Inoltre c'è l'inquinamento e la qualità dei cibi che incidono secondo me moltissimo sia attivamente (cancerogenesi) sia indirettamente (per carenze di vitamine e antossidanti).... e sembra che in Italia di schifezze ne abbiamo mangiato molte.

Perfettamente d'accordo. Aggiungerei alla lista anche l'abuso di farmaci e radiazioni inutili. Notare il corsivo: non ho detto l'uso, ma l'abuso. Sebbene sia difficile dimostrarlo con dati statistici, sono convinto che anche la prescrizione e l'uso scriteriato di medicinali produca alla lunga un sostanziale indebolimento del sistema immunitario del soggetto (o per effetto diretto o comunque per assuefazione) e, in ultima analisi, una conseguente minore capacità di autodifesa dalle malattie. Con questo, non voglio dire che l'abuso di farmaci sia la causa del cancro. Ma, considerato che ormai va di moda parlare di multifattorialità, mi sia concesso di aggiungere alla lista della lavandaia anche una piccola voce, forse non del tutto trascurabile. Voce che, guarda caso, ogni anno fa sorridere qualcuno garantendo fatturati di svariati miliardi.
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Inviato il: 1/5/2009 0:30
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  •  danaos
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Re: che cos'è il cancro?
#20
Ho qualche dubbio
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Citazione:
Dunque, non capisco proprio come si possa sostenere che il cancro è una forma di selezione della specie.


Difatti il cancro NON è una forma di selezione della specie, e non è quello che ho sostenuto.
Il punto è che se il tumore si manifestasse prevalentemente in età giovanile allora sparirebbe presto dalla circolazione, perché i portatori di quei geni non arriverebbero a riprodursi e trasmetterli alla progenie. Proprio perché invece arriva in età avanzata, non c'è nessun motivo per cui la natura dovrebbe selezionarli negativamente.
La selezione naturale in questo caso ha solo un ruolo negativo: non spiega il motivo per cui il cancro (riproduzione incontrollata delle cellule) c'è. Spiega il motivo per cui, una volta assodato che riprodursi per le cellule è una cosa abbastanza normale, non è stato eliminato (mancanza di una ragione valida).
Inviato il: 1/5/2009 0:42
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  •  Al2012
      Al2012
Re: che cos'è il cancro?
#21
Dubito ormai di tutto
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@ DrHouse

Hai pienamente ragione quando affermi “che su questo ci sarebbe da parlare a lungo”, anche perché il discorso coinvolge molte discipline che solo apparentemente sembrano separate …..

In merito a quanto hai detto sul cervello vorrei fare una precisazione in merito alla presunta centralità di questo organo sicuramente fondamentale:

Per quanto mi risulta la materia grigia che è racchiusa nel nostro cranio non è l’unica sede in cui risiede quello che noi comunemente chiamiamo “cervello”, perché in realtà (correggimi se sbaglio) esiste un cervello anche nello stomaco, ma non finisce qui anche il cuoreha un cervello

Fatta questa precisazione lancio alcuni link in merito ad interviste fatte a Lipton :

EPIGENETICA: conversazione con Bruce Lipton
http://www.macroedizioni.it/approfondimenti/_epigenetica_lipton.php

IL GENOMA E LA CRIPTONITE
A spasso per il Campo con Bruce Lipton
a cura di Meryl Ann Butler (intervista)
http://www.scienzaeconoscenza.it/scienza/lipton_biologia_credenze.htm

NUOVE SCIENZE E SCIAMANESIMO
http://www.scienzaeconoscenza.it/articolo/nuove-scienze-e-sciamanesimo.php

°°°°°°°°°°°°°

quello che segue vorrebbe dimostrare quanto sia complesso e ancora sconosciuto l’intreccio che regola la nostra esistenza………..

ENTANGLEMENT :
Intervista a Dean Radin. Bio-intreccio, ci sono novità all’orizzonte sulle interazioni mente materia.
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=8859

°°°°°°°°°°°°

Scusate la confusione che creo con i miei lanci di link, ma il mio è solo desiderio di condivisione di certe notizie che ho trovato ….

Con la speranza che possono dare spunti utili ad una riflessione …….

Scusate se sono andato troppo OT ….

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“Capire … significa trasformare quello che è"
Inviato il: 1/5/2009 0:52
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  •  DrHouse
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Re: che cos'è il cancro?
#22
Dubito ormai di tutto
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Citazione:

danaos ha scritto:
Citazione:
Difatti il cancro NON è una forma di selezione della specie, e non è quello che ho sostenuto.

Sì, ma allora non capisco che c'entri Darwin e la teoria della medicina evoluzionistica applicata al cancro su cui hai costruito il thread. Stabilito che il cancro non può essere considerato una forma di selezione della specie in termini darwiniani, l'utilità di questa teoria è praticamente uguale a zero. Ma forse sono solo io che continuo a non vederla.

Citazione:
Il punto è che se il tumore si manifestasse prevalentemente in età giovanile allora sparirebbe presto dalla circolazione, perché i portatori di quei geni non arriverebbero a riprodursi e trasmetterli alla progenie. Proprio perché invece arriva in età avanzata, non c'è nessun motivo per cui la natura dovrebbe selezionarli negativamente.
Di nuovo: sì, va bene, ma allora che c'entra Darwin?

Citazione:
La selezione naturale in questo caso ha solo un ruolo negativo: non spiega il motivo per cui il cancro (riproduzione incontrollata delle cellule) c'è. Spiega il motivo per cui, una volta assodato che riprodursi per le cellule è una cosa abbastanza normale, non è stato eliminato (mancanza di una ragione valida).
Sul fatto che il sogno di ogni cellula sia riprodursi in due cellule, ci sono pochi dubbi. Resta il fatto che una cosa è la riproduzione normale della cellula, ad esempio quella che serve per riparare i tessuti danneggiati, altra cosa la riproduzione incontrollata che dà origine al cancro e, in ultima analisi, annienta lo stesso organo ospitante. Siamo al punto di prima: bisogna spiegare che cosa avviene tra il prima e il dopo e, onestamente, non mi sembra che Darwin ci abbia aiutato particolarmente a chiarirlo.

Citazione:

Al2012:
Grazie per i link. Solo una curiosità: quanto tempo mi dai per rispondere? 2 mesi?
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Inviato il: 1/5/2009 1:08
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  •  Al2012
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Re: che cos'è il cancro?
#23
Dubito ormai di tutto
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Prendi tutto il tempo che vuoi !!!!



edit:

Come puoi vedere qui sono anni che parlo con Mr. Web !!!

“Il campo del punto zero”

pag. 3
QUI

Pag 4
QUI

In pratica più che un topic è una bacheca su cui ogni tanto appiccico link !!!

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“Capire … significa trasformare quello che è"
Inviato il: 1/5/2009 1:21
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  •  danaos
      danaos
Re: che cos'è il cancro?
#24
Ho qualche dubbio
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Citazione:
Sì, ma allora non capisco che c'entri Darwin e la teoria della medicina evoluzionistica applicata al cancro su cui hai costruito il thread. Stabilito che il cancro non può essere considerato una forma di selezione della specie in termini darwiniani, l'utilità di questa teoria è praticamente uguale a zero. Ma forse sono solo io che continuo a non vederla.


Il problema è che non c'entra nulla la selezione della specie, come sembri intenderla tu, con la teoria di Darwin (ma forse solo con le caricature che ne fa Lipton). La selezione naturale si disinteressa alle specie, non fa che selezionare individui (i geni, per esser ancora più precisi). Quelli che hanno maggiori possibilità di sopravvivere e riprodursi diffonderanno il loro patrimonio genetico, quelli meno "adatti" invece spariranno. La teoria quindi consente di prevedere cosa resta (anche come patrimonio ereditario "inerte", né vantaggioso né dannoso) e cosa invece viene spazzato via in quanto non adattativo.
In linea puramente teorica, poi, si potrebbe anche ipotizzare che i geni responsabili del tumore in vecchiaia conferiscano qualche vantaggio in gioventù.
Inviato il: 1/5/2009 11:28
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  •  Redazione
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Re: che cos'è il cancro?
#25
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DANAOS:Citazione:
REDAZIONE: Qual è lo scopo di questo thread?

DANAOS: Qual è lo scopo di questa domanda? c'era un thread in home che parlava del cancro, e siccome nella discussione vi erano vari spunti che coincidevano con le mie riflessioni, mi è parso utile postare questo contributo.
Guarda che non ti ho chiesto di GIUSTIFICARE l’apertura del thread, ti ho chiesto quale fosse il suo SCOPO. Volevo capire cosa intendessi dimostrare, visto che il tuo post iniziale non mi era chiaro.

Ma nel frattempo l'ho comunque capito. Grazie.
Inviato il: 1/5/2009 16:41
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  •  wireless
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Re: che cos'è il cancro?
#26
Ho qualche dubbio
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Virus contro il cancro

Una cellula geneticamente modificata sarebbe in grado di attaccare e distruggere solo le cellule malate senza intaccare quelle sane.
Un anticorpo capace di aprire la “serratura” (recettore) delle cellule dei tumori del seno e dell’ovaio che producono la proteina Her-2. E’ proprio questa molecola, che riveste in abbondanza le cellule cancerose in questione, a trasformale in bersaglio.

P.S.:purtroppo non sono un medico ma mi sembrava una notizia interessante,letta su Music Box canale 703 di Sky
Inviato il: 31/5/2009 19:14
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