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Indice del forum Luogocomune
   Politica Interna & Estera
  Le strategie militari di Israele

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  •  Dorian
      Dorian
Le strategie militari di Israele
#1
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 23/1/2007
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Esercito Israeliano apre inchiesta su impiego “Scudi umani”
16 marzo 2007

I vertici dell’esercito israeliano hanno ordinato un’inchiesta per far luce sulla fondatezza delle accuse secondo cui i militari si sono serviti di civili palestinesi come “scudi umani” durante un’operazione eseguita due settimane fa a Nablus, in Cisgiordania.

Secondo il centro di informazione per i diritti umani nei territori occupati, B’Tselem, in almeno due circostanze i militari ebraici si sono serviti di civili palestinesi.
In un caso una bambina di 11 anni sarebbe stata costretta a precederli durante un’irruzione in un’abitazione, dove i soldati pensavano si nascondesse un estremista.
Durante un’azione analoga i militari hanno costretto un giovane a fare da battistrada.


IDF to probe ‘human shield’ charges
16 marzo 2007

The Criminal Investigations Division of the Israeli military police are opening an investigation into charges that Israeli soldiers used Palestinian civilians as human shields during an operation in Nablus two weeks ago.

The inquiry was launched upon the orders of IDF Judge Advocate General Brig.-Gen. Avi Mandelblit.

Palestinians residents of Nablus in the West Bank claimed that during an IDF raid in the city, soldiers illegally threatened civilians at gunpoint. Israel's Supreme Court has ruled out use of Palestinian civilians in military operations, and specifically banned taking Palestinian civilians on arrest raids.

On February 25, the Associated Press filmed a video in which a Palestinian man is shown accompanying heavily armed soldiers as they conduct house-to-house arrest sweeps.


Ma ora spunta anche un video!

Israele, ragazzi come scudi umani
14 aprile 2007

Le immagini dell'esercito che utilizza i giovani davanti ad una camionetta. La denuncia del quotidiano Yediot Aharonot. Sul caso è stata aperta un'inchiesta
Inviato il: 14/4/2007 21:47
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Re: Le strategie militari di Israele
#2
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 17/5/2006
Da Arkadia-spazio profondo
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Antisemita!
Inviato il: 14/4/2007 22:14
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  •  Dorian
      Dorian
Re: Le strategie militari di Israele
#3
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 23/1/2007
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Antisemita!

Cristiano rinato!
Inviato il: 14/4/2007 22:41
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Re: Le strategie militari di Israele
#4
Mi sento vacillare
Iscritto il: 2/8/2006
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Israele era consapevole dell'illegalità degli insediamenti dei coloni

Un rapporto segreto interno prova che il governo israeliano in carica nel 1967 era consapevole che l'occupazione dei territori palestinesi, dopo la guerra dei Sei Giorni, contravveniva le norme del diritto internazionale. Theodor Meron, autore di quel parere in qualita' di consigliere giuridico del ministro degli Esteri israeliano, ha dichiarato al giornale britannico 'The Independent' che "anche oggi" avrebbe espresso "la stessa opinione".

[...]proprio mentre Israele celebra il quarantesimo anniversario di quella guerra.

[...] Levi Eskhol, non ne tenne conto e via via autorizzo' la costruzione di insediamenti nella Cigiordania occupata: oggi sono almeno 240.000 i coloni che vi abitano.
_________________
Inviato il: 26/5/2007 12:04
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Re: Le strategie militari di Israele
#5
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 25/6/2004
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"Tu odia! Peché tuto mondo odia? Non zo peché! Zono fati miei..."

Non tema la scodella: il cassetto non è ancora vuoto.
Inviato il: 27/5/2007 11:14
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Re: Le strategie militari di Israele
#6
So tutto
Iscritto il: 9/6/2007
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UN SOLO POPOLO E UN SOLO STATO
DIFFERENZE TRA ANTISIONISMO, ANTISEMITISMO ED “ANTISCEMITISMO”

L'antisemitismo non è uno scherzo e non si può liquidare certamente con alcune freddure tanto stupide quanto inappropriate sull’ “antiscemitismo”, che non suscitano alcuna ilarità se non quella di qualche pennuto affetto da aviaria. Quando parlo di "antisemitismo" mi riferisco sia all'antisemitismo storico, convenzionalmente inteso, ovvero il comune, classico razzismo contro gli Ebrei, vittime dell'Olocausto compiuto dai nazisti, sia all'antisemitismo odierno commesso contro il popolo palestinese, anch'esso appartenente alla stirpe "semitica", anch'esso vittima di una politica di persecuzione e di aggressione imperialista, di atti sistematicamente ostili e terroristici, di veri e propri eccidi di massa, di cui ben conosciamo i responsabili. Il razzismo vero e proprio, il peggior "antisemitismo", non semplicemente ideologico, ma brutalmente politico-militare, è quello messo in pratica da coloro che rappresentano i veri criminali, assassini e terroristi, vale a dire il regime sionista di Israele e i suoi soci anglo-americani. Altrimenti, come si potrebbe definire la politica di persecuzione e sterminio portata avanti negli ultimi decenni dallo Stato di Israele con l'appoggio, più o meno tacito, degli USA, contro popolazioni inermi e non militarizzate che vivono nella striscia di Gaza? Rammento che una risoluzione dell'ONU, la 1544 del 19 maggio 2004, ha condannato le violenze israeliane in quella regione, chiedendone l'immediata cessazione. Ma, come tantissime altre risoluzioni delle Nazioni Unite, anche questa è stata disattesa e violata da Israele, che è il vero "Stato canaglia" del Medio Oriente. Ricordo che Israele possiede da decenni la bomba atomica, ma nessuno si è mai azzardato a condannarla o criticarla per questo, mentre si cerca di strumentalizzare in modo assolutamente pretestuoso la semplice volontà del regime iraniano (un regime indubbiamente tirannico ed oppressivo, che io non approvo affatto) di dotarsi di armi nucleari, così come hanno fatto in passato gli USA (che sono stati gli unici ad usare armi atomiche contro popolazioni civili, in Giappone, nell'agosto del 1945), l'ex URSS, la Gran Bretagna, la Francia, l'India e il Pakistan. Ricordo che il Mossad (il famigerato servizio segreto israeliano) era al corrente in netto anticipo del piano che prevedeva l’attentato dell'11 settembre 2001. Non a caso, in quegli edifici non si trovava nessun cittadino ebreo, in quanto pare che si fossero tutti messi in "malattia" proprio quel giorno! Non è strano che nell'elenco delle tremila vittime circa, sepolte sotto le Torri Gemelle non figuri alcun nome ebraico? (Inoltre, detto per inciso, le Twin Towers vennero abbattute in seguito all'impatto dei due aerei o, piuttosto, crollarono per effetto di un'implosione innescata volontariamente? Non sono soltanto io a chiederlo, ma lo ipotizzano da tempo anche numerosi esperti di ingegneria edile, e non solo.)
Se con l’orribile accusa di "difensore di criminali" si intende infamare chiunque si schieri a fianco delle popolazioni palestinesi, assolutamente inermi e non militarizzate, che vivono nella striscia di Gaza e sono massacrate senza pietà dalle truppe israeliane, ebbene sì, ammetto che quella definizione si adatta al sottoscritto. Così come mi ritengo uno strenuo difensore della causa e delle ragioni del popolo ebraico quando questo è stato ed è oggetto di razzismo, così come quando fu vittima dell'Olocausto, degli eccidi di massa nelle camere a gas, nei lager nazisti durante il secondo conflitto mondiale. Tale chiosa mi serve per spiegare ulteriormente la mia posizione in materia di "antisemitismo". Sarebbe tuttavia assurdo e complicato se cominciassimo a risalire indietro nel tempo, sino agli albori dello Stato di Israele, o addirittura più indietro, sino alla nascita e alla costituzione del movimento sionista internazionale. Un movimento che è stato (ed è tuttora) propugnatore irriducibile della causa ebraica più oltranzista, ed ha fatto ricorso anche a metodi, attività e pratiche terroristiche, che ancora oggi sono una prerogativa e una costante della politica di Israele e del sionismo internazionale. Dunque, mi limiterò (per il momento) a formulare una precisa, elementare, ma agghiacciante domanda: come mai chi difende a spada tratta lo Stato di Israele contro i suoi nemici e si adopera in tutte le maniere per denunciare ogni accenno di antisemitismo, non reagisce allo stesso modo, non si indigna minimamente, non si commuove neppure a compassione di fronte alle violenze, ai patimenti e alle sopraffazioni sofferte per lunghi decenni dal popolo palestinese, a causa di uno Stato il cui popolo ha vissuto per secoli le medesime ostilità e persecuzioni, in tutto il mondo, ma soprattutto durante la seconda guerra mondiale? La "diaspora" del popolo palesinese non merita lo stesso rispetto e la stessa considerazione che riconosciamo (giustamente) alla "diaspora" del popolo ebraico? Il genocidio del popolo palestinese non merita la stessa condanna, la stessa risposta e risoluzione, adottate rispetto all'Olocausto contro gli Ebrei? Nel contempo mi preoccupo di far presente che non sono affatto antisemita. Non sono antisemita in quanto non disprezzo, non perseguito, non insulto alcun popolo di origine semitica, sia che si tratti del popolo ebraico che di quello arabo, dato che non ho alcuna ragione personale, o di altra natura, per farlo. Invece, confesso di essere antisionista, nella misura in cui condanno con fermezza la politica di aggressione e di espansionismo economico-militare perseguita negli anni da Israele ai danni delle popolazioni palestinesi, sempre più confinate ed incalzate nella striscia di Gaza, costrette a subire quotidianamente stragi, persecuzioni e violenze d’ogni tipo da parte di truppe ostili ed occupanti.
Ho letto qualcosa a proposito di uno dei più grandi uomini della storia non solo ebraica ma universale, un vero ebreo socialista, laico ed antisionista: Martin Mordechai Buber. Il quale sosteneva che lo Stato di Israele, ancora lungi dalla sua nascita, non avrebbe dovuto assumere un'identità di tipo etnico-confessionale. Quest'uomo, dotato di buon senso, pensava alla costituzione di un'unico Stato che riunisse tutti i semiti presenti in Palestina. Invece, altri “padri fondatori” della nazione israeliana, di diversa estrazione politico-ideologica, hanno voluto ed imposto la formazione di uno Stato su basi etnico-religiose, strutturato in senso esclusivista e razzista. Tra i nomi dei leader sionisti che hanno contribuito alla creazione dello Stato israeliano come si configura oggi, è inevitabile citare: Davide Ben Gurion, capo dell'Hagamah, l'Agenzia ebraica sionista; Shamir e Begin, capo dell'Irgun, nonché la famigerata Banda Stern, descritte dai Britannici (e non dal sottoscritto) come vere e proprie organizzazioni terroristiche. In senso opposto si muoveva Martin Buber. Questi è ritenuto uno dei padri spirituali della patria e della nazione israeliana, un pò come il nostro Giuseppe Mazzini (scusate il paragone, forse un pò azzardato). E' stato uno dei più importanti filosofi del secolo scorso. Era di orientamento esistenzialista e socialista, ma dissentiva profondamente nei confronti dell'ideologia sionista. Martin Mordechai Buber era esattamente di nazionalità austriaca e di origine ebraica. Aderì inizialmente al movimento sionista internazionale, ma se ne distaccò molto presto, non appena si rese conto della vera natura di quel movimento, per aderire ad una filosofia di ispirazione esistenzialistica e socialista, e abbracciare la causa della convivenza pacifica tra i popoli in Palestina. Infatti, egli sosteneva che lo Stato di Israele, che si sarebbe formato nel 1948, non dovesse reggersi su un fondamento etnico-confessionale (come poi è accaduto), tanto meno di tipo oltranzista. Basti pensare ai vari gruppuscoli estremistici di destra e alle diverse formazioni politico-religiose integraliste, ben rappresentate nel Parlamento israeliano. Oppure si pensi solo al Likud, un partito di orientamento ultraconservatore, che costituisce la principale forza politico-istituzionale del paese, insieme al partito socialista. Per contro, Martin Buber pensava alla creazione di un unico Stato che riunisse tutti i popoli semiti in Palestina, Ebrei ed Arabi musulmani, per metterli in condizione di convivere pacificamente e di condividere, con pari dignità e pari diritti, le responsabilità della direzione e dell'organizzazione politica, economica e sociale di uno Stato non confessionale, ma laico e inter-religioso. Altro che "due popoli e due Stati": un solo popolo ed un solo Stato! Questa era la geniale, ambiziosa ma non utopica, in qualche modo "profetica" visione di Martin Buber. Invece, Ben Gurion, Begin, Shamir ed altri leader sionisti, moderati o estremisti che fossero, hanno pensato e partecipato alla creazione di Israele così come esso si struttura oggi: uno Stato ebraico di natura etnico-confessionale, con aspirazioni imperialistiche accentuate e prepotenti, ossia con una decisa predisposizione all'aggressività ed all'espansionismo verso l'esterno.
Restando in tema, voglio citare una frase che mi piace molto, per poi congedarmi. L'autore è sicuramente un ebreo, ma ignoto; tuttavia il senso del concetto è senza dubbio condivisibile da parte di tutte le persone dotate di buon senso. Ecco la frase: "Se tu scrivessi ebrei invece di israeliani, coinvolgeresti anche me che sono ebreo, ma non israeliano, e che sono antisionista". In questa felice affermazione è riassunta tutta la differenza semantica, politica e culturale tra i concetti di "antisemitismo" ed "antisionismo". Alcuni opinionisti “filoscemiti” e filosionisti di casa nostra asseriscono che Israele avrebbe fatto bene a violare le risoluzioni dell’ONU, compresa l'ultima in ordine di tempo, la 1544, al fine di proteggersi dai suoi nemici. Dunque costoro, come Israele, si auto-escludono dalle norme della legalità internazionale, dalla civile convivenza tra i popoli, per cui meritano solo parole di biasimo e disapprovazione.
Tornando alla questione dell’antisionismo, voglio ribadire la mia posizione nettamente contraria al sionismo come dottrina politica. Tuttavia, tale posizione non può essere confusa, se non in malafede, con l’antisemitismo, e tanto meno con il negazionismo. Bisogna ripudiare e condannare qualsiasi manifestazione razzista, contrastare ogni insorgenza nazi-fascista, rigettare tutte le idee e le opinioni che tendono a separare gli uomini e i popoli in “superiori” ed “inferiori”. Proprio per tali ragioni ritengo che l’assunzione del sionismo come base fondativa dello Stato di Israele abbia condotto a politiche persecutorie ed aggressive verso i popoli confinanti e soprattutto verso i legittimi abitanti della Palestina. Occorre proclamare con forza che lo Stato di Israele, fino a quando si definirà lo Stato Ebraico anziché uno Stato laico e non confessionale, sarà sempre uno Stato fondato sull’esclusione e sulla discriminazione religiosa e razziale. E’ necessario denunciare e riprovare le occupazioni e le aggressioni di Israele contro i popoli e i Paesi dell’area mediorientale, fino a quando lo Stato di Israele continuerà ad aggredire ed occupare territori altrui, violando le risoluzioni dell’ONU.
Infine, è molto importante saper distinguere tra ebrei ed israeliani, e parlare di “politiche aggressive di Israele e dell’esercito israeliano”, e non di Stato ebraico. Shalom!
Inviato il: 10/6/2007 18:02
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  •  vuk17
      vuk17
Re: Le strategie militari di Israele
#7
So tutto
Iscritto il: 24/5/2007
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storuicamente è molto importante il dibattito che seguì al caso eichmann, per conoscere alcune verità.
quello che è emrso da numerose testimonianze e documentazione, ricordo in particolare quello che hanno scritto hanna arendt, tom segev e ury avnery,senza citare il libro uscito recentemente di shlomo ben ami, è stato il tentativo riuscito,di ben gurion, di accreditare israele come luogo statale connesso ai crimini nazisti, legando la memoria storica dell'olocausto con israele.
i fatti emersi durante il processo, portarono a situazioni estremamente distruttive per israele come stato, fra cui il comportamento di numerose comunità ebraiche di collaborazione con i nazisti,la mancanza di tentativi da parte dell'organizzzione sionista in palestina, non ancora israele ma che già esercitava le funzioni di uno stato, di salvare quelli che erano nei campi, la rabbia degli israeliani di giovane generazione contro coloro che si erano lasciati morire senza ribellarsi nei campi, la straziante testimonianza della maggioranza degli ebrei sopravvissuti nell'essersi sentiti rifiiutare da quella che riconoscevano conme la loro vera terra, la germania o la francia o qulelo che fosse.
al riguardo non vanno scordate le drammatiche conseguenze che ebbe sulla politica interna israeliana la decisone di riconoscere la germania sempre da parte di ben gurion, per ottenere dalla stessa il maggior numero possiibile di aiuti economici e militari, con una ottima visone della realpolitik, che consentì ad israel edi avere aiuti economici importantissimi.
questo passato storico delle genti di israele è sempre poco dibattuto, in quanto da parte degli attuali goverannti si vuole consolidare il mito del sabra, della nazione invincibile, del'unità degli ebrei, accorpando in un'unico gruppo ebrei ed israeliani. e noi siamo caduri nell'errore,accoorpando gli ebrei in genere con la politica dei primi ministri israeliani, in una semplicistica soluzione che vede la non divisibilità fra sionismo ed ebraismo.
peccato che il concetto di sionismo, concetto politico, avesse avuto fra i suoi più fieri oppositori proprio i rabbini, all'inizio della sua storia.
grazie a tutti. vuk 17
Inviato il: 30/6/2007 10:55
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Re: Le strategie militari di Israele
#8
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 30/8/2006
Da Lemuria
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Dubbi sulla storia ebraica?
Fino a tre anni di reclusione

E’ del 25/01/2007 la notizia che afferma l’approvazione di un decreto legislativo che impone fino a tre anni di reclusione ad alcuni antisemiti.

Il decreto è stato varato in seguito alla riunione mondiale svoltasi in Iran lo scorso dicembre allo scopo di fare chiarezza sull’olocausto.

Io personalmente non sono razzista,ma non trovo giusto che di fronte ad un sistema di informazione pilotato,chi ha punti di vista,e spesso elementi da poter mettere in discussione,
ora è obbligato a tacere.

Cosa vuol dire questo?
Che io posso dare del negro ad un nero,del terrorista ad un mussulmano anziché ad un americano, del muso giallo ad un cinese,del terrone ad un individuo che è nato nel sud Italia;
ma non posso offendere in nessun modo alcun ebreo,e neanche supporre dubbi sulla sua storia culturale,che è indiscutibile,in quanto se la discuti finisci in galera,
mentre invece,puoi persino fare film che mettono in dubbio la religione cristiana,che è parte fondamentale della cultura italiana. (Che comunque non mi riguarda personalmente)

E poi,cosa eclatante,chi pratica la cabala ebraica è automaticamente razzista verso il resto del mondo,in quanto la cabala è scritturata sulla base del razzismo verso chiunque non è ebreo.

Dunque,per quale motivo lo stato italiano difende chi ci considera inferiori?
E lo difende proprio sul fatto che loro possono essere razzisti con noi,ma noi non possiamo esprimerci in ugual modo nei loro confronti!

Ma lo stato non dovrebbe tutelarci su un argomento che è in effetti umanitario e culturale?

Devo aggiungere che è assolutamente noto che le SS prelevavano cittadini europei e non solo ebrei,
allora perché non facciamo la legge antirazzista per chiunque,visto che l’intera Europa è stata vittima dell’olocausto?

Questo silenzio che viene imposto su tale argomento,mi ricorda un po’ il massone bhush,
che nell’immediato “dopo 11 settembre”,condannò alla reclusione chiunque accennasse il discorso del complotto in quel periodo.

Ora il complotto è agli occhi e studi di tutti….

Ad ognuno le sue conclusioni,
le mie,in base all’ultimo decreto legislativo non possono essere espresse;
e di conseguenza,fate attenzione alle vostre.
Inviato il: 30/6/2007 15:47
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  •  vuk17
      vuk17
Re: Le strategie militari di Israele
#9
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Iscritto il: 24/5/2007
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condivido la tesi di fondo della risposta, accertare le verità storiche non è un processo legislativo ma storico, anche perchè altrimenti le coscienze non si svegliano.
essere antisionisti, cioè presumo contro coloro legati a sion, ovverosia contro la dottrina ebraica in sè e per sè, non comprendo bene cosa voglia significare; essere contro la religione ebraica? contro le credenze? contro le tradizioni? e di quale attività poi parliamo, quella askhenazi o quella sefardi.
schierarsi contro una persona solo perchè appartiene ad un gruppo culturale mi sembra una deficenza (da deficio deficis) umana, ma non per questo penso che dovrebbe essere sanzionata penalmente.
sulla kaballah, mi permetto qualche dubbio; essa è di fatto l'interpretazione della torah attuata in forma matematica e riservata agli adepti solo perchè abbisogna di lunghissimi studi; solo sulla parola bereshit sono stati scritti volumi e costruite tesi. ma il sapore inizaitico della kabalalh è comune a molte altre religioni e non è che sia riservato solo agli ebrei; è che per comprenderla e studiarla bisogna avere la cultura ebraica ed eserre di religione ebarica, ove la conversione, seppur inusuale, è ammessa..
in quanto alle ss che prelevavano cittadini europei, c'è forse qualche piccola differenza.
menter gli ebrai erano deportati secondo un ben preciso programma , vds conferenza del wansee del 20 gennaio 1942, gli altri lo erano in quanto o considerati inferiori, vds rom ed altre nazionalità o impuri politicamente o pericolosi per al società vds comunisti ,omsessuali ed altro.
certo è che laddove vi erano persone decise, come in danimarca ove il re girava cona la stella di davide al braccio, le operazioni non furono semplici, come invece in francia ed altre nazioni caratterizzate da un secolare odio verso gli ebrei, quelli che appartenevano al re seondo le vecchie teorie monarchiche e ne erano di fatto i suoi schiavi e quindi privi di un valore specifico nella loro società. salute a tutti
vuk 17
Inviato il: 30/6/2007 16:10
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