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   Esperienze & Riflessioni
  5 punti per una riflessione sul giornalismo

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  •  pseudoTale
      pseudoTale
5 punti per una riflessione sul giornalismo
#1
Mi sento vacillare
Iscritto il: 25/5/2006
Da
Messaggi: 451
Offline
1.
In Italia i principali quotidiani hanno aree culturali di riferimento.
“Repubblica” è di centro-sinistra, “Libero” è di centro-destra.
“Repubblica” e “Libero” sono la morte di una certa idea di giornalismo: quella che trovava cosa buona e giusta che i fatti fossero separati dalle opinioni.

2.
Ultimamente è opinione sostanzialmente diffusa e condivisa che i magistrati in servizio dovrebbero astenersi dall’esprimere (o tradire) orientamenti e valutazioni politiche.
Chi maneggia il Diritto dev’essere assolutamente imparziale.
E chi maneggia l’informazione?
Quando e perché è stata superata l’idea che un giornalista DEBBA essere super-partes?

3.
Vittorio Feltri, così come Eugenio Scalfari, più che giornalisti sono Opinion Leader.
Essi rappresentano con ottima corrispondenza la sensibilità di una certa area culturale.
In questo senso i quotidiani che hanno fondato o che dirigono agiscono a tutti gli effetti più come dispensatori di opinioni e di chiavi di interpretazione della notizia che di notizie nude e crude.

4.
In questo mutato scenario il quotidiano appare né più né meno come un prodotto di consumo destinato ad un target di riferimento.
“Libero” – così come “Repubblica” – sanno perfettamente a chi devono vendere e come devono parlare (e titolare) per farsi riconoscere dai loro acquirenti.
In questo senso i quotidiani di oggi – un po’ come Vodafone – sono “tutto intorno a te”, cioè pensati e calibrati intorno alle aspettative del consumatore.
A questo punto che spazio resta all’obiettività?
In altri termini: oggigiorno un quotidiano “schierato” potrebbe permettersi il lusso di pubblicare uno scoop oggettivamente dannoso alla rappresentanza politica della propria area culturale di riferimento?
Vien di pensare che poiché oggi il “patto di fiducia” tra un quotidiano e il suo lettore si fonda più sul comune sentire che non sul vecchio ed obsoleto culto dell’imparzialità, un direttore avveduto si guarderebbe bene dall’insistere eccessivamente su un tasto che, a lungo andare, potrebbe incrinare la sintonia col proprio “lettore-editore”. E quindi le vendite del proprio prodotto.

5.
C’è chi dice: la libertà di stampa esiste ancora.
Sono i giornalisti che non esistono più.
Oppure è semplicemente cambiato il modo di concepire il giornalismo?
E in questo caso… il fenomeno è irreversibile?
Inviato il: 5/6/2006 16:46
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  •  fiammifero
      fiammifero
Re: 5 punti per una riflessione sul giornalismo
#2
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 28/2/2005
Da ROMA
Messaggi: 5691
Offline
Sarò breve: libertà di stampa ,libero pensiero e giornalismo puro non è mai esistito!
Basta vedere di quanti e quali finanziamenti godono.
_________________
Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
Inviato il: 5/6/2006 18:16
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  •  ivan
      ivan
Re: 5 punti per una riflessione sul giornalismo
#3
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 22/7/2004
Da Bronx
Messaggi: 11520
Offline
Questo strano modo di fare giornalismo in Italia è stato descritto ne "Il cuore oscuro dell'Italia " di Jones Tobias .

E' chiaro ed evidente che la libera informazione in Italia, da molto tempo, la si fa altrove che non nei giornali a tiratura nazioanle o tanto meno nelle tv a diffusionE nazionale.

Decenni di lottizzazione politica in ogni ambito possibile ed immaginabile avranno pur avuto delle velenose conseguenze.

Ma i tempi cambiano, le cose si evolvono e enso che Internet permetta oggi di superare i limiti di questo modo di concepire l'informazione che ci rende soltanto ridicoli in tempi di globalizzazione.

Morale: per avere informazioni attendibili usiamo il PC e il modem.

Pedalare con Google e affini, come diceva un utente su questo sito.


Inviato il: 5/6/2006 18:47
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  •  Cassandra
      Cassandra
Re: 5 punti per una riflessione sul giornalismo
#4
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 10/5/2006
Da
Messaggi: 1551
Offline
Appartenendo, seppur marginalmente, alla categoria negletta provo a mettere qualche idea.
1) Il giornalismo "super partes" non esiste. Non può esistere. Il giornalista è un umano e come tale ha le sue opinioni.
2) "Limitarsi a riferire i fatti", come si sente invocare spesso da più parti, non è compito del giornalista: è compito dell'agenzia. Il giornalista li racconta e li approfondisce, che è tutta un'altra cosa dal "riferire fatti".
3) A sunto dei due punti precedenti, ti fo un esempio. Un conto è dire "Manifestanti noglobal hanno dato fuoco ad un'antenna della Telecom, del valore di cento milioni". Altro è dire "Cittadini esasperati hanno dato fuoco ad un'antenna della Telecom, imputata di aver causato molti casi di leucemia tra i bambini del quartiere."
In entrambi i casi ho riferito un semplice fatto, ma con due interpretazioni molto diverse. La prima sarebbe "di destra", la seconda "di sinistra". Ma in entrambi i casi ho detto la verità, riportando fatti indiscutibilmente veri!!!
E' anche buon giornalismo? Lascio a te la risposta... io non so dartela. Una cosa è certa: un giornale che racconta solo "fatti super partes" non esiste, oppure è un giornalaccio che viene regalato nella metropolitana. Di una "stampa libera" come quella, non so proprio che farmene.
_________________
"Il buon senso c'era; ma se ne stava nascosto,
per paura del senso comune" (Alessandro Manzoni)
Inviato il: 5/6/2006 20:13
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  •  ivan
      ivan
Re: 5 punti per una riflessione sul giornalismo
#5
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 22/7/2004
Da Bronx
Messaggi: 11520
Offline
Il giornalista dovrebbe raccontare dei morti per leucemia causati dalle antenne ubiquitarie sul territorio nazionale.

Il giornalista dovrebbe raccontare di come morivano gli operai, padri di famiglia, esposti all'amianto o al cloruro di vinile.

Il giornalista dovrebbe raccontrare degli scempi ambienatli e culturali che viviamo ogni giorno.

Il giornalista dovrebbe fare domande, dovrebbe fare inchieste.

Il giornalista, in ultima analisi, dovrebbe raccontare i fatti per quello che sono, non usare i fatti per buttare fango su questo o su quello.

Non ci sono parole che possano bastare !!!


Inviato il: 5/6/2006 20:26
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  •  pseudoTale
      pseudoTale
Re: 5 punti per una riflessione sul giornalismo
#6
Mi sento vacillare
Iscritto il: 25/5/2006
Da
Messaggi: 451
Offline
ciao cassandra,

1) abbi pazienza. ma le "partes" rispetto alle quali il giornalista dovrebbe essere "super" sono - nel mio fior fior di ragionamento - delle raffazzonatissime aree culturali di riferimento.
è chiedere troppo che un giornalista si formi delle opinioni su questo o su quell'accadimento, a prescindere dalla sua appartenenza a questa o a quella "scuderia"?

2) oggi l'impressione (correggimi se sbaglio) è che il giornalista più che limitarsi a riferire i fatti, si limiti a riferire il dispaccio d'agenzia e poi si prodighi a innescarne o a disinnescarne il potenziale polemico, a seconda dell'area di riferimento.
non dovrebbe, più che farsi un'opinione lui, dare a chi lo legge gli strumenti per formarsela in proprio?

3) da quanto l'antenna era lì? perché era lì? come funziona? perché è stata accusata di aver provocato danni alla salute dei bambini? cosa dice la Telecom? cosa dicono i manifestanti facinorosi? cosa dicono gli abitanti del quartiere? cosa dicono gli esperti? investigare, ricostruire, verificare, domandare, confrontare, dire, fare, baciare lettera e testamento.
i fatti.
separati dalle opinioni.
né più né meno quello che fa tale Massimo Mazzucco quando affronta la questione 9/11.
(regola aurea: attenersi ai fatti!!!!)

vabbè, ma lui non è giornalista.

ah, ecco.

mettiamola giù così: sapresti individuare le differenze che intercorrono, oggigiorno in Italia, tra un pubblicitario e un giornalista?
a me sembra che entrambi lavorino per un cliente dato e per un fine ultimo che potrebbe riassumersi come segue:
far apparire il cliente il più figo del canestro e il competitor diretto un poveretto senza arte né parte.

solo che il pubblicitario lo fa alla luce del sole, dentro una cornice che dichiara esplicitamente chi paga e perché.
il giornalista lo fa in nome della libertà di stampa e dell'obiettività.
chi paga e perché lo devi scoprire da te...

ebbene: tra i due, chi butteresti giù dalla torre?

ps
faccio il pubblicitario

Inviato il: 5/6/2006 21:28
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