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  •  Homero
      Homero
Re: DJANGO
#31
Mi sento vacillare
Iscritto il: 5/4/2007
Da
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Ciao Calvero, che piacere discutere di Cinema con te!

Questa è la mia opinione sul film: http://fattorecinematografico.blogspot.it/2013/01/django-unchained-la-recensione.html
Inviato il: 22/1/2013 12:07
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  •  Calvero
      Calvero
Re: DJANGO
#32
Sono certo di non sapere
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Da Fleed / Umon
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Citazione:


Se faccio vedere la pietà di Michelangelo a un aborigeno della nuova guinea, piacerà anche a lui senza spiegazioni, mentre le "opere" di Warhol, vanno spiegate, cosa che secondo il mio parere le esclude dal concetto di arte.


Questo è un concetto interessante. Può essere però ingannevole. Magari lo approfondiremo.

Citazione:

Ho introdotto il concetto di soggettività per dire che SECONDO ME, Whedon è più bravo di Tarantino, ha fatto vagonate di cose che a me son piaciute tutte, passando dal citato Serenity (e la sottovalutatissima serie "firefly") ai fumetti


Ghilga secondo me continui a fare confusione. Provo a spiegare. Mi spiace debba essere io a dirti come i RE siano nudi. Ma questo sporco lavoro qualcuno dovrà pur farlo

Wehdon e Tarantino sono la stessa cosa. Il problema sono i dettami e le apparenze che se non osservate attraverso il velo dei contesti, sembrano mondi differenti. Sembrano. Se si parla di cinema bisogna farsi due coglioni così quando lo si cerca di analizzare.

Avengers altri non è che Kill Bill ... e, per soprammercato, Kill Bill è venuto anche prima.

Kill Bill è una storia di super eroi - fondamentalmente anarchici - che devono ritrovare loro stessi. Che sia l'alienazione di un THOR che scende "nobilmente" da mondi lontani, che sia la rabbia ancestrale di un HULK (che altri non è che l'impersonificazione concettuale della frustrazione di "UN giorno di Ordinaria follia" [falling Down] di Schumacher con Douglas) ... comunque stiamo parlando della ribellione che gioca su piani ancestrali nei confronti della mediocrità e della genuflessione ai mondi storti che non appagano gli uomini integri; bensì omologano. I super eroi sono dei fottuti razzisti, lo si dovrebbe comprendere una buona volta. Se pur in accezione nobile. Se in Kill Bill hanno i limiti umani, comunque sono ELEVATI attraverso il potere delle abilità (comunque è magia), poco conta che ammazzano quelli della loro specie, comunque è sempre una lotta tra GANG ... la Vita: - è sempre una lotta tra GANG mentre le pecore stanno a guardare, macellate o tosate

..AVENGERS oltre al concetto di supereroi riuniti, se pur sono politicamente corretti, si detestano e comunque hanno ognuno quella che per loro è la loro idea di mondo nobile.

In Kill Bill il percorso della vendetta della NATURA (attenzione e non è quello personale di Beatrix/Sposa come si crede) è proprio in metafora del mondo che ha il suo costante richiamo alle forze ancestrali della "Giungla" (cosa per altro sottolineata nelle parole conclusive di Kill Bill Vol.2) ...

... e proprio come in Kill Bill, parossisticamente anche in Avengers la violenza è in tal modo sublimata e giocata attraverso il Potere di Armi che trascendono i limiti umani stessi. Comunque è il fumetto della tragicomica esistenza umana. Così come in Kill Bill è la KATANA a rappresentare il "Dio" in noi, in AVENGERS c'è il Martello di THOR, il TESSERACT e lo Spirito di HULK

.. infatti, pochi lo hanno compreso, lo SPIRITO di HULK irretisce e affascina proprio Mister Stark/Iron-man e sono amici .. e perché? ... perché gli opposti si attirano; perché ancestralmente vogliono la COMUNIONE...

... in realtà SONO i due emisferi dello stesso "cervello" che lottano nell'ANIMA umana. in realtà Stark soffre di non essere geneticamente un super-eroe ed è per questo che AMA Hulk e detesta Capitan America essendo quest'ultimo - in realtà - un immeritevole toccato dalla fortuna del dono degli "Déi", rilasciato da un Ebreo ...

.. e, tornando a KILL BILL Vol 2, infatti il discorso prima dell'epilogo nella stanza 101 (che è la stessa dove ORWELL fa torturare Winston dal Grande Fratello in 1984) tra Bill e Uma Thurman ("Vendicatrice/Avengers") è proprio quello dei mondo SUI Super Eroi .. e del loro reale e INGRATO compito. Bill spiega magistralmente le linee concettuali di quello che par excellence (che poi è una metafora GIUDEA ma questo è un discorso troooppo lungo), dicevo di quello che è il super eroe massimo: SUPERMAN ... e come lo fa?

... lo fa spiegando alla traditrice (sposa della cultura) dell'Ordine "Sacro" (così come Thor viene irretito dal fratellastro di tornare a considerare gli umani per quello che sono: dei patetici mediocri che amano le catene) che in realtà il Costume di Superman è quello degli abiti borghesi in Giacca e Cravatta, cioè il cretino CLARK KANT: quello è il costume di Superman! non quello col mantello, quella è la sua natura. Il costume di Superman è l'elemento Clark Kent .. cioè l'imbecille umano: il GOYIM.

E così come paradossalmente sarà la NATURA e l'amore a vincere --->rappresentata dall'UTERO di Uma Thurman<--- che la comanda al di là dell'Ordine Sacro a cui si era Iniziata; così i super-eroi non possono fare a meno di vivere i conflitti delle loro Nobili Abilità e dei DONI che li posseggono con quanto l'amore terreno guida gli uomini. Thor con Natalie Portman, Stark con Pepper ...

.. ed infatti, paradossalmente, l'unico coerente è HULK, perché la sua rabbia trascende gli inganni dei dettami culturali e dei retaggi aristocratici.

Tornando ai paragoni che fai, ti sbagli. Perché? ... perché non si può parlare di mostri sacri in questo senso, poiché anche Wedhon è subordinato ad un'Arte già solidificatasi nel Tempo (fin dagli antichi Greci) e dove anche lui, come Tarantino, RUBA a piene mani.

Il discorso invece che fai sulla Poliedricità di Whedon, nun c'azzecca na fava. Tu stai parlando del personaggio, non del Regista e dei risultati che ottiene film per Film. Ben altro il discorso.

Detto questo, tu confondi i Maestri del Cinema con chi GIOCA col cinema. Che non è poco, per carità, lo sapessero fare anche gli altri.. magari.

Sia Tarantino che Whedon .. per dirne qualcuna, sono seppelliti soltanto da Monicelli, non c'è bisogno di arrivare a Kubrick; sparirebbero in un "PUFF!!" soltanto dalla veria GENIALITA' di un BUSTER KEATON ... sarebbero annullati dalla Regia MAGISTRALE di Chaplin nelle Slapsticks e attenzione ho detto Slapstiks; basterebbe solo una scoreggia di MAGNOLIA di Paul Thomas Anderson per mandarli tutti e due nello spazio profondo...

.. ma il punto non è, capiamoci, denigrare la loro grande capacità di cinefili, ma saper cogliere la differenza tra chi FA cinema e chi GIOCA col Cinema. Questo è un distinguo, una PERLA che pochi sanno cogliere, definire e approfondire, e di cui non leggerai in altri posti: conservala
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Misti mi morr Z - 283 - Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno
Inviato il: 22/1/2013 13:20
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  •  Manfred
      Manfred
Re: DJANGO
#33
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 3/11/2009
Da Osnabrück
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Esagerando si può dire che il 90% di un film western sono le gambe e la camminata dei protagonisti, questo non è stato capito ne da Sergio Leone ne dalla quasi totalità dei registi "moderni". Nemmeno Marlon Brando aveva le gambe e la camminata da western infatti ha recitato in pochissimi. A conferma di quanto detto :"Mezzogiorno di fuoco" è inimmaginabile senza le chilometriche gambe di Gary Cooper e la sua camminata.

Calvero

Questo ti è sfuggito o lo consideri una cazzata a cui non vale la pena rispondere?

ciao
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Manfred
Inviato il: 22/1/2013 13:37
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  •  Calvero
      Calvero
Re: DJANGO
#34
Sono certo di non sapere
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Da Fleed / Umon
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Citazione:

Manfred ha scritto:
Esagerando si può dire che il 90% di un film western sono le gambe e la camminata dei protagonisti, questo non è stato capito ne da Sergio Leone ne dalla quasi totalità dei registi "moderni". Nemmeno Marlon Brando aveva le gambe e la camminata da western infatti ha recitato in pochissimi. A conferma di quanto detto :"Mezzogiorno di fuoco" è inimmaginabile senza le chilometriche gambe di Gary Cooper e la sua camminata.

Calvero

Questo ti è sfuggito o lo consideri una cazzata a cui non vale la pena rispondere?

ciao


Scusa Manfred, avevo già preparato la risposta, poi sono uscito e ti ho perso per strada.

NON è assolutamente una cazzata. Anzi, poi per i Western!

Ti rispondo subito. Quel che dici è vero, e va approfondito.

Per quanto riguarda Leone, questa mancanza non trascende a inficiare la sua autorevolezza, in quanto Leone tiene costante una prospettiva fanciullesca del WEST ... per diversi aspetti mitologica, che non è Epica. L'epicità è legata appunto alla drammaticità indi ai giochi dell'animo umano. Infatti la sessualità per Leone è un pretesto. E la camminata di un uomo è legata alla virilità. Clint Eastwood la possedeva, ma era in secondo piano. In primo c'erano appunto gli sguardi. Cioè la ricercatezza di una fanciullezza perduta. Rivendicata attraverso le vendette.

Se parliamo di camminata è indiscutibile quella di Wayne e di Burt Lancaster ... un altro personaggio che la possedeva indiscutibilmente era Yul Brynner, peccato che non era all'altezza di gestirla e spesso e volentieri la rendeva ridicola.

Se per TRUFFAUT le gambe delle donne misurano il mondo, allora quelle degli uomini nel West misurano la Vita.
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Inviato il: 22/1/2013 13:55
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  •  Calvero
      Calvero
Re: DJANGO
#35
Sono certo di non sapere
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Da Fleed / Umon
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Citazione:

Gracias del contributo

Estrapolo

- ... una società basata su codici d'onore piuttosto che dalla Legge, vista sempre come qualcosa di negativo..

..se parli di società dovresti sottolineare l'intenzione di denunciarne le disfunzioni dissacrandone l'illusione, la sua società (quella ipotetica di Tarantino) non esiste, è in relazione, subordinata; stonata e stridente rispetto alla vigente; un intento rivoluzionario dei suoi personaggi sempre individuale, senza Meta in realtà, al limite catalizzatore, spesso inconsapevole, mai ideologico.

Poi dici negativo; negativo sì, inteso come processo svilente.
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Misti mi morr Z - 283 - Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno
Inviato il: 22/1/2013 15:19
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  •  hrabal
      hrabal
Re: DJANGO
#36
Ho qualche dubbio
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Da dublino
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Ciao Clavero, condivido buona parte della tua recensione di Django (e molto interessante anche la tua analisi di kill bill) anche se a me il film mi sembra riuscito... Non credo sia solo un gioco, seppur di alto livello.

Ok il film e' totalmente claustrofobico, il paesaggio e' un fondale, potrebbe essere di cartone e nulla cambierebbe (dogville), la narrazione e' sui primi piani e sulla sottile psicologia dei personaggi gestita mirabilmente. Forse Tarantino non sa gestire il rapporto con la natura e si rifugia sui suoi personaggi o forse e' una scelta piu' consapevole, non so dirlo, solo in un paio di scene mi sembra il paesaggio provi a prendere la scena, ma per pochi secondi e senza seguito...

Il racconto non parte come narrazione epica, lo schiavo e il cacciatore di taglie emergono dalla melma per doti morali, intelligenza e bravura, ma si muovono sempre nel mondo degli uomini.
In realta' i personaggi, e l'ambiente umano appartengono piu' ad un ambiente urbano degradato che alla mitologia del far west. La struttura del racconto, il muoversi sui binari sconnessi della legge per ricavarsi la loro piccola isola di liberta' in un mondo totalmente chiuso, rispondono piu' ai canoni della letteratura e dei film noir che a quelli dei grandi maestri cinema western.

Django e' un fil noir, nel senso moderno, perche' la claustrofobia, la chiusura degli spazi la totale e grottesca amoralita' del contesto e' totalmente moderna, Django e il dottor walz cavalcano sulle rovine di un umanita' gia' decaduta, non c'e' salvezza, non c'e' un deserto o un orizzonte verso cui rivolgersi al tramonto.

Nella scena in cui il dottore e django discutono delle 2 opzioni per riscattare brunilde, Django, non vede altera soluzione che rapirla, il dottore suggerisce di liberarla con un piccolo inteliggente inganno, si delineano i 2 epiloghi che corrispondono a 2 differenti mondi.
Il primo quello di django e' quello della disperazione piu' assoluta, il secondo quello dove ancora c'e' spazio per essere uomini.
Ma il contesto come ho detto era totalmente claustrofobico, e coerentemente il potere con il i suoi fidi servi non puo' piu' essere raggirato...

Dopo la mirabile scena della stretta di mano, il film cambia, e improvvisamente diventa epico, anche Django muore ma diventa eroe mitologico. La salvezza per tarantino non puo' che stare che in un paradossale trascendente onirco fumettisco,(un po' come la liberazione sognata, ma negata da Terry Gilliam, del protagonista di Brazil nell'ultima scena) e la violenza teatralizzata diventa un simbolo di liberta', estremo scatto di un umanita' Django da uomo diventa mito, e vive e vivra' oltre ogni frontiera.
In realta' non ci sono vie di uscita, e l'unica ragione che rimane agli sconfitti, Il dottor schultz e Django, e' quella di una scelta morale, ovvero di conficcare una pallottola nelle budella del potere.
Inviato il: 22/1/2013 23:52
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  •  Calvero
      Calvero
Re: DJANGO
#37
Sono certo di non sapere
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Da Fleed / Umon
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WOW Hrabal, che belle riflessioni. Veramente intelligenti.. alla tua

Voglio intervenire per capire se ci capiamo. E anche se uso con fermezza i termini, è implicito fortemente il - secondo me - sia chiaro.

Valida l'analogia con dogville, però a questo punto avrebbe dovuto osare di più ... gli manca proprio la stoffa .. c'è poco da fare .. c'è una sorta di schizofrenia a livello qualitativo, non combaciano i due mondi, adesso esagero; prova/pensa se le riprese western fossero state in stile manga e cartone animato come la storia di O-Ren (si chiamava così?) la piccola bambina Jappo-Americana nella sequenza di Kill Bill ...


Citazione:
Il racconto non parte come narrazione epica, lo schiavo e il cacciatore di taglie emergono dalla melma per doti morali, intelligenza e bravura, ma si muovono sempre nel mondo degli uomini.
In realta' i personaggi, e l'ambiente umano appartengono piu' ad un ambiente urbano degradato che alla mitologia del far west. La struttura del racconto, il muoversi sui binari sconnessi della legge per ricavarsi la loro piccola isola di liberta' in un mondo totalmente chiuso, rispondono piu' ai canoni della letteratura e dei film noir che a quelli dei grandi maestri cinema western.


Vero. Ma pensa alla parte in cui DJANGO viene messo in gabbia e c'è la sequenza dove Tarantino fa la parte del carceriere. Sembra di stare ne - La casa nella Prateria. Naaaaa non ci siamo ... prova/pensa alla scena iniziale di Notte illuminata da quale luce? di lato?? .. ... e proprio perché ha mirato al dramma e magari al Noir che doveva rimanere con le inquadrature ferme intorno al fuoco, per dirne una. Invece introduce una scena in movimento che è pacchiana. Cioè quello che dici è vero, ed è presente nello spirito della loro vicenda come hai ben spiegato, ma va a perdersi in scelte visive dannatamente sottotono rispetto ai giochi psicologici e alle scene in interni. Questa ritengo essere la prova che Tarantino è un cantastorie ma non fa cinema, lo manipola .. e lì dove i personaggi riempiono lo schermo con la loro forza e le loro storie, proprio lì nascondono la sua debolezza di regista nel saper inquadrare il mondo che ci circonda. Tarantino ama i personaggi ma non sa essere dolce e intelligente col mondo reale. Capiscimi, lui sa cos'è il romanticismo. Infatti ad esempio, è carica d'amore la sequenza dell'incontro con la moglie e l'emozione che il tedesco stesso prova per loro, così come è carica d'amore la sequenza degli sms in Death Proof ...per dirne un altra.

Citazione:
Nella scena in cui il dottore e django discutono delle 2 opzioni per riscattare brunilde, Django, non vede altera soluzione che rapirla, il dottore suggerisce di liberarla con un piccolo inteliggente inganno, si delineano i 2 epiloghi che corrispondono a 2 differenti mondi.
Il primo quello di django e' quello della disperazione piu' assoluta, il secondo quello dove ancora c'e' spazio per essere uomini.
Ma il contesto come ho detto era totalmente claustrofobico, e coerentemente il potere con il i suoi fidi servi non puo' piu' essere raggirato...


Bello

Citazione:
Dopo la mirabile scena della stretta di mano, il film cambia, e improvvisamente diventa epico, anche Django muore ma diventa eroe mitologico. La salvezza per tarantino non puo' che stare che in un paradossale trascendente onirco fumettisco,(un po' come la liberazione sognata, ma negata da Terry Gilliam, del protagonista di Brazil nell'ultima scena) e la violenza teatralizzata diventa un simbolo di liberta', estremo scatto di un umanita' Django da uomo diventa mito, e vive e vivra' oltre ogni frontiera.
In realta' non ci sono vie di uscita, e l'unica ragione che rimane agli sconfitti, Il dottor schultz e Django, e' quella di una scelta morale, ovvero di conficcare una pallottola nelle budella del potere.




... e infatti la frase che libera la coscienza a SHULTZ "mi spiace non ho saputo resistere" per poi fare quello che sappiamo (non voglio spoilerare) .. è magnifica e dolcissima, paradossalmente. Proprio quella che è la catarsi e una rassegnazione al mondo che non accetta più, per Shultz, diviene anche l'elemento che costringe tutto ad essere rimesso in discussione e far saltare quanto fin lì si erano sudati.
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Inviato il: 23/1/2013 1:01
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  •  Homero
      Homero
Re: DJANGO
#38
Mi sento vacillare
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La "dolcezza" di Tarantino è elemento spesso sottovalutato, perché la teatralità della violenza prende il sopravvento nell'immaginario collettivo, ma, ad esempio, quanta "dolcezza" e umanità c'è nella scena in cui Beatrix uccide Bill? (sembra paradossale, ma non lo è).

Sulla scena con Tarantino carceriere sono d'accordo, davvero pessima...la colpa credo risieda nel fatto che Tarantino è un pessimo attore (davvero poco credibile nella parte di un "duro") e nei "tempi" di recitazione che si creano tra lui e Foxx, completamente sfasati e resi ancora peggiori dal doppiaggio...

p.s. quando il regista salta in aria? a me ha ricordato stessa identica scena in "Tropic Thunder" (solo che lì il regista era NEL film, qui è il regista DEL film...solito giochino tarantiniano)
Inviato il: 23/1/2013 10:03
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  •  hrabal
      hrabal
Re: DJANGO
#39
Ho qualche dubbio
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Da dublino
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Citazione:
Valida l'analogia con dogville, però a questo punto avrebbe dovuto osare di più ... gli manca proprio la stoffa .. c'è poco da fare .. c'è una sorta di schizofrenia a livello qualitativo, non combaciano i due mondi, adesso esagero; prova/pensa se le riprese western fossero state in stile manga e cartone animato come la storia di O-Ren (si chiamava così?) la piccola bambina Jappo-Americana nella sequenza di Kill Bill ...


Ok non osa, non va oltre la convenzione scenografica, non crea immagini e scenari che abbiano una relazione con i personaggi, i personaggi e la storia sono irrelati al contesto naturale... e' mancato di stile, lui come regista, ma dal punto di vista del film... ovvero del risultato, secondo me il tutto funziona, non e' perfetto ma funziona, ha dei buchi, cadute di tono, ma la relazione tra immagini e storia trova una sua ragione nei primi piani e nel quel senso di chiusura che comunque riesce a trasmettere... non dico che non avrebbe potuto far meglio, siciuro si poteva ma il tono delle immagini non e' comunque in contraddizione con il tono della storia, sono in armonia. In questo senso di che il film e' riuscito, non dico che e' un capolavoro, ma semplicemente che e' riuscito.... magari qualche scena e alcuni personaggi/attori, quelli si che sono piccole gemme incastonate in un blocco disomogeno di travertino...

Citazione:
Vero. Ma pensa alla parte in cui DJANGO viene messo in gabbia e c'è la sequenza dove Tarantino fa la parte del carceriere. Sembra di stare ne - La casa nella Prateria. Naaaaa non ci siamo ... prova/pensa alla scena iniziale di Notte illuminata da quale luce? di lato?? .. ... e proprio perché ha mirato al dramma e magari al Noir che doveva rimanere con le inquadrature ferme intorno al fuoco, per dirne una. Invece introduce una scena in movimento che è pacchiana. Cioè quello che dici è vero, ed è presente nello spirito della loro vicenda come hai ben spiegato, ma va a perdersi in scelte visive dannatamente sottotono rispetto ai giochi psicologici e alle scene in interni. Questa ritengo essere la prova che Tarantino è un cantastorie ma non fa cinema, lo manipola .. e lì dove i personaggi riempiono lo schermo con la loro forza e le loro storie, proprio lì nascondono la sua debolezza di regista nel saper inquadrare il mondo che ci circonda. Tarantino ama i personaggi ma non sa essere dolce e intelligente col mondo reale. Capiscimi, lui sa cos'è il romanticismo. Infatti ad esempio, è carica d'amore la sequenza dell'incontro con la moglie e l'emozione che il tedesco stesso prova per loro, così come è carica d'amore la sequenza degli sms in Death Proof ...per dirne un altra.


Concordo, si hai ragione Tarantino e' un cantastorie,e come ogni cantastorire, narra vicende umane, e ama le sue storie e i suoi personaggi, ma racconta storie di oggi, e oggi quello che chiamiamo mondo reale lui non lo vede piu', non puo' amarlo, forse non sospetta neanche che esista piu', tu parlavi di meta-percezione in un tuo intervento, in qualche modo credo che lui veda il mondo reale proprio in questo modo... attraveso i filtri dei suoi piccoli miti personali... Non so se il risultato e' cinema, mna e' sicuro qualcosa che mi piace, e a volte mi piace molto.

C'e' questo autore di crime story che Tarantino mi ha fatto scoprire citandolo in un intervista, Charles Willeford. Ha scritto una tetralogia intorno al sergente Hoke Mosley... decadentismo noir, grandissimo, ma l'umanita' e' un simulacro e il mondo un deserto di idiozia... Intendiamoci ho amato questi libri, non tanto con il cuore ma con la mente... poi sono andato a cercare, altri libri di questo stesso autore, i suoi primi libri risalgono agli anni 60 (gli altri erano degli anni 90)... e ho scoperto un altro scrittore, quanto cuore c'era in quelle storie, il mondo era ancora li, duro ma vivo, una forza espressiva impressionante e una passione per la vita ineguagliabile... Ora cosa pensare, con l'eta' il nostro Charles e' diventato un vecchio cinico senza piu' cuore o forse e' il mondo intorno a lui che ha perso questo cuore e quella sostanza che lo rendeva reale?

Se ti va leggiti Pick-uo girl (non ricordo il titolo italiano) si trovava in italiano nelle edizioni hobby & work, un piccolo meraviglioso romanzo, pieno, pieno di cuore e anima.

una bevuta metaforica alla tua salute Clavero, e magari un giorno mi piacerebbe anche condividere una pinta con te in quello che resta del mondo reale
Inviato il: 23/1/2013 15:44
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  •  Ghilgamesh
      Ghilgamesh
Re: DJANGO
#40
Sono certo di non sapere
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Da
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Calvero sono abbastanza d'accordo con te nel paragone kill bill/Avengers ... il problema, la cosa che a me ha dato parecchio fastidio, è stata la mossa commerciale di dividere in due il film.

Questa è una cosa che accetto dai Vanzina( non cagandoli) ma da Tarantino, mi è dispiaciuto parecchio.

Come mi è spiaciuto ( e per questo non credo lo vedrò) sentire di Jackson che ha diviso in tre lo Hobbit.

Hai ragione anche sulla poliedricità, mi sono espresso male, io apprezzo molto la genialità di riuscire a cambiare espressione artistica come mutande, è un qualcosa in più ... ma giustamente non basta.

Non ho invece capito la differenza che trovi tu fra chi fa cinema e chi ci gioca ... oltre al fatto che probabilmente oggi è molto difficile giocarci, visto che devi pur sempre vendere un prodotto.

Un Buster Keaton si divertiva, però erano altri tempi, oggi un Tarantino, forse, potrebbe giocare, ma devi prima diventare un mostro sacro... o rischi che il prossimo film te lo fai a casetta tua col super 8.


OT Del regista di Magnolia (a me è piaciuto molto, anche se, escludendo te, ero l'unico che conoscessi ad averlo aprpezzato ^__^) e the Master, devo vedere da una vita boogie night, merita? Che se mi dici che merita lo rimetto tra le priorità, insieme a broken saints.

Ciao a tutti
Inviato il: 23/1/2013 16:09
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  •  Calvero
      Calvero
Re: DJANGO
#41
Sono certo di non sapere
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Da Fleed / Umon
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Citazione:

Ghilgamesh ha scritto:
Calvero sono abbastanza d'accordo con te nel paragone kill bill/Avengers ... il problema, la cosa che a me ha dato parecchio fastidio, è stata la mossa commerciale di dividere in due il film.


Lascia che ti illumini Non solo sulla "questione Kill Bill".

Tarantino, e vale quasi per tutti, è subordinato alle Produzioni. Solo Kubrick e pochi altri avevano quasi carta bianca. Perché, non credere, anche a Kubrick probabilmente, se avesse presentato un film, quella volta, veramente troppo lungo ... gli avrebbero risposto all'incirca in questo modo: - attaccati al cazzo o taglialo in qualche punto, magari scegli tu dove, ma taglia.

Le mosse commerciali - bieche - a cui alludi tu, sono quelle in stile Harry Potter VII diviso in due parti (Per dire la prima che mi viene in mente). La parola magica è "dividere". Ti spiego:

- Il Plot di Kill Bill basa il suo concetto in toni filosofico/fumettistici (ora non ci interessa ragionare sulla bontà intrinseca) .. e non è un film diviso in due, una seconda parte, un seguito, ci siamo?; il concetto è precisamente espresso in quel termine che è chiamato --->Volume<--- (Uno e Due nello specifico), e cosa significa? .. significa, in soldoni, che si tratta di dare volontà filosofico/fumettische dai toni assolutamente divergenti in ordine ai due diversi Volumi. Ora non è il caso di scendere nella disamina che separa concettualmente le dinamiche dei due volumi. Quel che è da comprendere è la traccia emozionale messa in rappresentazione artistica del Movente legato alla vendetta e alla cosiddetta catarsi. Tutto questo pone un abisso di differenza tra quelle operazioni commerciali a cui ti riferisci e la scelta "costretta" per Kill Bill ...

.... e, poi, non solo. Tarantino non ha voluto distorcere questa scelta artistica spostando tra loro alla canonica distanza di Un ANNO i due volumi. E non ha sfruttato l'opportunità di generare il cosiddetto HIPE di rito e tanto in voga. Bensì, per forza maggiore, di mezzo ci sono stati solo i mesi utili alla distribuzione e al buon senso per non creare accavallamenti alla Distribuzione e sprecare le possibilità di un opera che "troppo vicina o troppo lontana" avrebbe ---> o nauseato ---> o perso di efficacia.

Se poi parliamo di "operazioni commerciali" in toni semplicistici, beh allora, grazie al cazzo, non c'è Film che non cerchi di "estorcerti" i soldi per il biglietto. Lo ha fatto egregiamente anche un Wedhon caricando e sfruttando a dovere il senso d'attesa che i FAN avevano per la serie FIREFLY .. il punto è che se la cosa è fatta con amore e dedizione, allora il compromesso lo possiamo accettare; però non cerchiamo di appioppare etiche e morali in maniera grossolana a quest'arte che è anche industria, piaccia o meno.

Citazione:

Come mi è spiaciuto ( e per questo non credo lo vedrò) sentire di Jackson che ha diviso in tre lo Hobbit.


Lo Hobbit è un Film di merda. Diviso o meno. Se avrò tempo, lo argomenterò a dovere.

Citazione:

Non ho invece capito la differenza che trovi tu fra chi fa cinema e chi ci gioca ... oltre al fatto che probabilmente oggi è molto difficile giocarci, visto che devi pur sempre vendere un prodotto.


Ti stai annodando, ma è normale se hai falsate le premesse all'inizio. Ma andiamo con ordine.

Citazione:

Un Buster Keaton si divertiva, però erano altri tempi, oggi un Tarantino, forse, potrebbe giocare, ma devi prima diventare un mostro sacro... o rischi che il prossimo film te lo fai a casetta tua col super 8.


Mi sa che sai poco di Keaton; Keaton era un fottuto Genio. Stava avanti talmente tanto, che probabilmente è avanti ancora adesso. A confronto Chaplin era un coglione. E se pensiamo a quanto una miriadi di registi siano dei coglioni in rapporto a Chaplin, allora sì che ci sarebbe da riflettere. Soltanto che Chaplin (come accade per molti mostri sacri) è sottovalutato in maniera idiota o, meglio, valutato male; gli stessi ammiratori in gran parte non hanno capito profondamente la grandezza artistica di un Chaplin. Ma saltiamo questa consapevolezza e andiamo ad un altro concetto. Tu continui a fare taaaanta confusione, la fai anche tra successo e abilità e/o quantomeno non riesci debitamente a scindere e a valutare bene i discorsi e i concetti; a metterli nell'ordine di idee corretto per discuterne.

La propaganda è quella che ti dice che "c'è un'arte di un tempo". Grasse risate.

Citazione:

OT Del regista di Magnolia (a me è piaciuto molto, anche se, escludendo te, ero l'unico che conoscessi ad averlo aprpezzato ^__^) e the Master, devo vedere da una vita boogie night, merita? Che se mi dici che merita lo rimetto tra le priorità, insieme a broken saints.


mi fa piacere ....

Or dunque:

... Boogie Night lo si potrebbe definire il Film più Tarantiniano di P.T. Anderson:

- ha un piano sequenza tra i più mirabili dopo quelli giocati da altri maestri (non quelli di Brian De Palma però, attenzione, quelli di De Palma sono citazionisti e auto-compiaciuti, più sperimentali, più votati a impressionare che a raccontare). L'unica prova decente, ho detto decente, di quel manichino di Mark Wahlberg che fa il protagonista; il film risente di una non completa padronanza del mezzo, ma mette in mostra la capacità di dirigere coralmente un gruppo di personaggi. Infatti è stato l'esercizio magico per Anderson e che gli ha potuto permettere il Capolavoro a seguire che è stato Magnolia. Boogie Night è un film intrigante, per l'epoca assolutamente coraggioso. INTELLIGENTE. Credo potrebbe piacerti e ti consiglio di vederlo prima di The Master ...

.. perché se per Jacky Brown sei uscito dal Cinema anzitempo, e questo la dice lunga, per The Master allora ... a confronto 2001 Odissea nello spazio è un film della Walt Disney
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Inviato il: 23/1/2013 18:52
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  •  Calvero
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Re: DJANGO
#42
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Citazione:
... ma racconta storie di oggi, e oggi quello che chiamiamo mondo reale lui non lo vede piu', non puo' amarlo, forse non sospetta neanche che esista piu', tu parlavi di meta-percezione in un tuo intervento, in qualche modo credo che lui veda il mondo reale proprio in questo modo... attraveso i filtri dei suoi piccoli miti personali... Non so se il risultato e' cinema, mna e' sicuro qualcosa che mi piace, e a volte mi piace molto.



Molto interessante. Molto. Non solo per ciò che concerne il Cinema .. ma anche in quell'ottica che ci dice di noi, del nostro osservare, del nostro sognare, le nostre fughe...
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Inviato il: 23/1/2013 19:44
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  •  Pyter
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Re: DJANGO
#43
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a proposito di ottica...





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Inviato il: 25/1/2013 15:53
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Re: DJANGO
#44
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... mi mancano i fottuti 15 fottuti EURO .. per andare a vederlo (bello lo spot delle scie chimiche intanto ) ...

.. Zemeckis (per me) è insopportabile. Ma questo film mi interessa perché dovrebbe aver messo in gioco un ribaltamento di prospettive sulla questione del politicamente corretto ...

BOH - MAH - NON SO - VABBE'
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Re: DJANGO
#45
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Pyter

che merde.... se non è propaganda questa....
Inviato il: 25/1/2013 19:07
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Re: DJANGO
#46
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domani

Citazione:

Calvero ha scritto:
Citazione:


non è che mischi arte e innovazione?


Ero in frequenza con la critica di Maksi. Ma potrebbe mai morire l'Arte??

Cazzo, ho appena tessuto le lodi di THE MASTER e altri apprezzamenti artistici comunque presenti in DJANGO


Comunque non saprei: arte, innovazione, avanguardia ... perché no? e perché sì?

Ho sottolineato come :


Diciamo che quello che del cinema è morto è l'atmosfera vivificante della sperimentazione, ma anche di autori che vogliono giocare che sono in via di estinzione. Poi la propaganda, e abbiamo la ciliegina sulla torta.




appunto
la propaganda ci mostra la morte dell' arte
la fine della sperimentazione è matematica
"le note sono sette"

forse...

ma magari è colpa mia..
"l' arte è morta" non te la perdonerò mai

viva l' amore per l' arte

ma anche per l' artigianato, quando si riesce a distinguerli


esempio del cazzo:
dick fosbury è arte
chi si allena una vita per fare 1,80 è un artigiano
ma non è arte una vita di sacrifici?

mica te lo voglio spiegare, ma a volte mi piace ricordare quanto siano utili i non genii

potrei aver fatto confusione, ma mi sembra strano
non sono il tipo
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Inviato il: 27/1/2013 23:25
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Re: DJANGO
#47
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quasi dimenticavo..

ot libera tutti?
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Inviato il: 27/1/2013 23:26
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Re: DJANGO
#48
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Citazione:

Maksi ha scritto:

Ma e' anche piu' facile che diventino delle vaccate megagalattiche... come lo stesso Dexter insegna... Scusa , ma per me, la serie, poteva benissimo chiudersi dopo la prima stagione. E' diventata un successo e hanno dovuto allungarla alla caxxo di cane. Quando si inizia una serie, secondo me, bisogna evere le idee chiare dall'inizio alla fine, anche se incombe sempre lo spetro della cancellazione.


quoto prima di dormire

anche se avrei detto cazzo invece di caxxo
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  •  Calvero
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Re: DJANGO
#49
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Citazione:


ma magari è colpa mia..
"l' arte è morta" non te la perdonerò mai



Mi piace la gente che non perdona

Citazione:

dick fosbury è arte
chi si allena una vita per fare 1,80 è un artigiano
ma non è arte una vita di sacrifici?


No, è amore e abbandono [tanto per rimanere in tema ultimamente] ... se poi invece vuoi insistere su questo modello, allora per l'amor di Dio, la Vita stessa è arte, anche questo commento. Più il mio che il tuo

Citazione:

mica te lo voglio spiegare, ma a volte mi piace ricordare quanto siano utili i non genii


Non so, forse non ti ho capito, comunque l'utilità già dice che stai facendo confusione: hai intuito bene .. sì, hai fatto confusione, ma non te lo voglio spiegare

Citazione:
non sono il tipo


no, sei il prototipo
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  •  dr_julius
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Re: DJANGO
#50
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Citazione:

Calvero ha scritto:

Viaggio nella Luna: - Sì .. carico di estro, inventiva, magia;

La corazzata Potemkin: - No .. al limite soltanto per assaporare antropologicamente un percorso dell'uomo chinato all'ideale;

Nosferatu: ce l'ho .. quello di Marnau intendi? ... infatti ho apprezzato quello di Coppola che ne è l'emanazione spirituale; pensa, stavo per farci un Topic la settimana scorsa, l'avrei titolato "L'ultimo Film" (ora non sto a spiegare perché);

I Dieci Comandamenti: NO .. mi sono sempre stati sul cazzo.

Metropolis: Sì .. MAGNIFICO .. ho l'edizione speciale in DVD, insieme ad altri amori, è vicino ad una custodia originale LP 33 GIRI del 1973 di LED ZEPPELIN III - che viene direttamente dall'Australia.


Hai risposto come io avrei risposto e confesso che avrei usato quasi al 100% le stesse parole. Solo da poco ho scoperto quanto fosse importante la moglie: http://it.wikipedia.org/wiki/Thea_von_Harbou
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Re: DJANGO
#51
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Non so come dirti, comunque per me Metropolis è magnifico. L'avesse fatto anche il suo farmacista o Hitler in persona ...

... sotto il profilo dell'onestà intellettuale, del concetto di paternità insomma, possiamo aprirci anche un bel discorso, e credo anche che la lista sia lunga. Basti vedere Hitchcock quanto era debitore della moglie.
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Inviato il: 28/1/2013 12:47
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  •  nasamod
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Re: DJANGO
#52
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Visto un paio di giorni fa...e volevo darvi le mie impressioni...a tiepido :)

Tra i vari elementi che possiamo trovare volevo soffermarmi su...la rappresentazione del potere

il potere attuale, criminale e disumano
il potere che si mostra sorridente e gigionesco ma all'occorrenza mostra la sua natura spietata e violenta
il modo brutale in cui tratta i suoi sudditi, soprattutto quando disattendono le aspettative, la cui vita vale zero
il modo in cui il suddito cerca di entrare nelle grazie del potere, vendendo la sua anima e quella dei suoi fratelli
il potere che usa la vita altrui per il suo divertimento, per i suoi giochi...e quando non vuoi più gareggiare, la tua carriera finisce...in bocca ai cani...

poi vabbé...alla fine il centro del potere salta in aria...ma quella è un'altra storia!!! :D
Inviato il: 1/2/2013 12:44
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  •  gronda85
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Re: DJANGO
#53
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avendo stato lo scrivente quanto sopra già, mi sembra di esprimermi in maniera assolutamente(piuttostoché) bene

detto questo, e visto il film, finalmente un film(non considero deathproof) di taranti
no che non mié piaciuto
concordo col frusciante di yutube
un film in quanto tale non lo sbaglia
ma l'western* lo ha toppato
i suoi migliori rimangono i primi 3
due capolavori e mezzo, almeno fino ad ora(mi riservo di poter cambiare idea cuando cazzo mi pare)
da quel punto in poi noto un calo di intensità e di profondità





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Inviato il: 9/2/2013 20:40
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  •  gronda85
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Re: DJANGO
#54
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Citazione:

Calvero ha scritto:

Citazione:

dick fosbury è arte
chi si allena una vita per fare 1,80 è un artigiano
ma non è arte una vita di sacrifici?


No, è amore e abbandono [tanto per rimanere in tema ultimamente] ... se poi invece vuoi insistere su questo modello, allora per l'amor di Dio, la Vita stessa è arte, anche questo commento. Più il mio che il tuo

vieni a me (a parte che il mio commento è più bello)
distinguere tra arte e artigianato
l' arte non si può limitare ai soli veri grandi artisti
altrimenti butti via il 90% e forse più di quello che l' uomo ha creato
va da sé che l' atigiano deve essere un vero artigiano...estro, cuore, passione...
per questo può solo morire l' immagine di ciò che LORO vogliono farci passare come arte
per come conosciamo noi l' universo, possono morire gli innovatori, i genii
ma l' arte non può morire
è quasi una contraddizione
come può l'uomo smettere di creare ciò che apprezza?
ok

chiaro?


questo mi è piaciuto

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  •  Calvero
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Re: DJANGO
#55
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Per quel che possono valere gli Oscar

L'oscar che ha preso Tarantino è l'unico che meritava il film, certo, sono contento sia andato anche al Co-protagonista (Waltz) .. ma Philip Seymour Hoffman lo meritava di più

... ARGO non l'ho visto, quindi non so, e Daniel Day Lewis (per Lincoln) ha rotto un po il cazzo, sinceramente
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Re: DJANGO
#56
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@ Infosauro

Porto qui, dove è in Tema, la questione:


Citazione:

infosauro ha scritto:
Calvero, mi dici in che topic hai scritto la tua opinione su Quentin Tarantino? Sono curioso.


.. uuuhh guarda, fu un Topic abbastanza infelice e scritto anche alla cazzo di cane (da me) con flame compresi nel prezzo ... però anche se con delle riserve e delle ri-evoluzioni sul tema e ulteriori approfondimenti, rimango sempre della stessa idea di fondo (cioè positiva) e continuo a concludere che sia detrattori che sostenitori, nella stragrande maggioranza, sono fuorviati da Tarantino stesso (per usare un gioco di parole utile a darne degli indizi).
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Re: DJANGO
#57
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Citazione:

Calvero ha scritto:
[...]però anche se con delle riserve e delle ri-evoluzioni sul tema e ulteriori approfondimenti, rimango sempre della stessa idea di fondo (cioè positiva) e continuo a concludere che sia detrattori che sostenitori, nella stragrande maggioranza, sono fuorviati da Tarantino stesso (per usare un gioco di parole utile a darne degli indizi).

Ti dico cosa penso dei suoi film che ho visto: una serie di sbudellamenti truculenti con una musichetta carina in sottofondo contornati da dialoghi privi di senso. Per carità, se piace il genere, dicono che sia il migliore e anche io me li guardo quando posso, però se devo spendere soldi per andare a vederli ci penso 2 volte.
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"It's just a ride"
William Melvin "Bill" Hicks, l'ultimo degli hippy, il primo dei complottisti (a comparire in TV).
Inviato il: 5/7/2013 23:24
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Re: DJANGO
#58
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mi intrometto un attimo per dire la mia

premesso che il filo conduttore dei film di t. evidenziato da infosauro è lampante....


le iene: ottimo noir-film d' esordio notevole

pulp fiction: uno dei, a sconda dei gusti, pochi o tanti capolavori del cinema

jackie brown: bellissimo, abbastanza in culo ai due prcedenti

kill bill: gran bella pacchianata

grindhouse: mi fa cacare

inglorious basterds: ho un topic di musica da mandare avanti

django: non aggiunge e non toglie niente

episodio di four rooms: ma anche no
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Inviato il: 6/7/2013 5:01
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  •  yarebon
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Re: DJANGO
#59
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questa è la mia opinione sulla sua filmografia:

le iene: grandissimo esordio, godibile anche dopo tante visioni

pulp fiction: il film post-moderno per eccellenza, geniale nel ritmo e nei dialoghi in quel periodo assolutamente anomali, nel bene e nel male uno dei film più importanti degli ultimi decenni

Jackie Brown: Vista qualche scena ma tanti anni fa, mi manca.

kill bill: una tamarrata che ha diversi ottimi momenti, ma fortemente sopravvalutato, ma se il primo in se è carino (con qualche scena da antologia), il secondo da quel che ricordo è inutile e verboso.

grindhouse: il film più sincero di Tarantino, addirittura metalinguistico. Kurt Russel che ride alla cinepresa é un'immagine potente. Tarantino qui estremizza i suoi pregi e difetti, quasi come se volesse interrogarsi su ciò che ha fatto fin'ora, facendo un film fortemente di scazzo come si dice, ed anche per questo paradossalmente tra i suoi migliori. Questo film infatti è un crocevia, dopo di esso il cinema di Tarantino cambierà leggermente le carte in regola, acquistando anche una dimensione un pò più classica

inglorious bastard: visto solo una volta, dovrei rivederlo per avere un giudizio più chiaro, però ricordo che con kill bill e grindhouse persino molti suoi fan cominciavano a parlare di deja-vu e di una formula oramai stra-abusata e quindi intelligentemente Tarantino fa ancora il Tarantino ma rinnovandosi e cambiando. E' chiaro anche dall'ultima battuta del film che con questa pellicola Tarantino ha voluto creare il suo capolavoro definitivo. Ci è riuscito? No! Nell'immaginario collettivo entreranno le iene e pulp fiction e magari kill bill (giusto per l'azzeccata scelta della figura femminile vendicativa), però è un cinema potente, esaltante, magari non un capolavoro però ad averne di film del genere.

django: altro film riuscito, però qui le citazioni non funzionano, diventano quasi imbarazzanti e Tarantino più che in altri film qui sembra volersi autoglorificare, per non parlare della parte finale che sembra attaccata a forza ed allungata a dismisura. Un film che comunque per 2/3 funziona, anche se il citazionismo e alcune lungaggini fanno fare un forte passo indietro a Tarantino rispetto a inglorious bastard.
Inviato il: 6/7/2013 15:54
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  •  gronda85
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Re: DJANGO
#60
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quindi su g. non siamo in sintonia
concordo che sia un piccolo punto di svolta(mi verrebbe quasi da pensare a woody allen e match point)
ma il film mi sembra scarico, non so se rendo l' idea

ché poi io tifo tarantino
se hai fatto l' esordio col botto e poi ti sei assestato, non scè probblema
lo hanno fatto tutti i migliori
escluso, forse, i talk talk


edit:secondo me
il film
nel senso di film
più bello di t. è jackie brown
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Inviato il: 7/7/2013 4:17
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