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   UFO e alieni
  Corrado Malanga

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      Marzo
Re: Corrado Malanga
#331
Ho qualche dubbio
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Ti cito un passo del libro Genesi di Corrado Malanga che penso contenga la risposta alla tua domanda:

La coscienza esiste da sempre perchè è eterna ma un giorno essa si sveglia e si accende. Prende, in quell'istante, coscienza di sè (di esssere, di esistere) ma non sa come è fatta (è coscienza, ma non conoscenza di sè). Per sapere com'è fatta deve specchiarsi in uno specchio ma tale specchio ancora non esiste. Dunque la coscienza crea tale specchio, che poi è la rappresentazione dell'universo virtuale, per guardarsi. A questo punto decide di sapere, conoscersi. Deve toccarsi, si potrebbe dire. In questo momento, la coscienza emana con un atto di volotà il desiderio di fare esperienza, e decide di farla senza limitazioni.
_________________
In un mondo in cui le guerre sono chiamate missioni di pace, i mercenari sono diventati contractors, i partigiani diventano terroristi, gli onnivori mangiatori di carogne, io sono fiera di essere una"complottista".

Fiammifero
Inviato il: 19/9/2015 22:16
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Re: Corrado Malanga
#332
Sono certo di non sapere
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Da Sabina
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Citazione:

Marzo ha scritto:
Ti cito un passo del libro Genesi di Corrado Malanga che penso contenga la risposta alla tua domanda:

La coscienza esiste da sempre perchè è eterna ma un giorno essa si sveglia e si accende. Prende, in quell'istante, coscienza di sè (di esssere, di esistere) ma non sa come è fatta (è coscienza, ma non conoscenza di sè). Per sapere com'è fatta deve specchiarsi in uno specchio ma tale specchio ancora non esiste. Dunque la coscienza crea tale specchio, che poi è la rappresentazione dell'universo virtuale, per guardarsi. A questo punto decide di sapere, conoscersi. Deve toccarsi, si potrebbe dire. In questo momento, la coscienza emana con un atto di volotà il desiderio di fare esperienza, e decide di farla senza limitazioni.

Conosco questo passaggio e non vedo come potrebbe spiegare la contraddizione che ho rilevato, anzi è proprio in questa teoria che c'è l'illogicità.
Mi sorge il dubbio che tu non abbia capito bene quale sia la contraddizione.
Se l'hai capita, puoi spiegare in che modo questo testo spiegherebbe la contraddizione?

Ripeto: una entità reale per interagire in un qualsiasi modo con un qualsiasi mondo, necessita che questo mondo abbia almeno un qualcosa di reale, altrimenti ogni interazione è impossibile.

Tra l'altro ho trovato quella che sembra un altra contraddizione.
Non so che significato dia Malanga alla parola "coscienza", ma se è quello comune non è possibile che una coscienza sia addormentata e che "un giorno si svegli".
Se una coscienza dorme, semplicemente non esiste.
Casomai è un altra entità che svegliandosi prende coscienza.
Ma forse Malanga con "coscienza" intende qualcos'altro.
Sai spiegare questa apparente contraddizione?
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Chuang Tzu
Inviato il: 20/9/2015 7:04
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      alroc
Re: Corrado Malanga
#333
Mi sento vacillare
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Per comprendere cosa sia la Coscienza devi annullare il dualismo della mente.

Reale/non reale è un concetto duale.

La creazione è "immaginata" dal creatore mediante un'operazione duale, ma il creatore/coscienza non è duale, corrisponde allo zero=tutto/nulla.

La creazione è emanazione della Coscienza tramite l'azione del dividere in due 0:2=0.

Questa banalissima divisione dimostra che, se la creazione è il risultato della coscienza che si divide, il suo risultato sarà sempre zero, dove per zero si intende l'annullamento del duale (nel nostro caso reale/non reale).

La coscienza si sta dividendo all'interno della sua creazione fino a quando non avrà raggiunto il limite massimo di divisioni possibili o semplicemente sufficienti a fargli capire cosa sia il concetto di divisione.

Come in una reazione a catena, la coscienza espande la sua divisione dall'originario due, aumentando la sua entropia. Ogni divisione per zero darà sempre zero, cioè la coscienza. Sarà tuttavia lo sperimentare la divisione/creazione la vera scommessa!


Per quanto si divida, la coscienza equivarrà sempre a 0.

Lo zero non si deve intendere come nulla, ma tutto/nulla. Per quanto dividerai lo zero (coscienza) esso darà sempre l'annullamento del duale come risultato finale.

Ora, tutta questa divisione/creazione è virtuale. È un atto compiuto dalla coscienza, al pari di un calcolo matematico fatto a mente. Questo processo di divisione è la nostra creazione/divisione, ma non è reale, non più di quanto lo sia una cosa immaginata. È semplicemente un atto attraverso il quale la coscienza ha scelto di osservare.

La creazione è un atto della coscienza, per essere reale dovrebbe essere immanente, mentre in realtà è frutto di un atto compiuto dalla coscienza.

La creazione NON ha in sé il proprio principio e fine, essa è stata creata, ESSA È UN ATTO, quello del dividere.
Inviato il: 25/9/2015 16:23
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Re: Corrado Malanga
#334
Mi sento vacillare
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Dall'ultimo articolo di Corrado Malanga: "Matrice di punti di luce"

"Il movimento e la matrice
Ma se non esiste la possibilità di muoversi in un universo non locale, come è possibile che noi si percepisca il movimento, per esempio, del nostro corpo?
In realtà, in questa visione olografica dell'universo, tutta la matrice di fotoni, sarebbe ferma in un unico blocco di fotoni fatto a forma di fotone ed ogni singolo fotone di questo blocco sarebbe un'informazione, un pixel che si può illuminare o può rimanere spento su di uno schermo tridimensionale, che costruirebbe le immagini tridimensionali del nostro stesso corpo.
Noi dunque non ci muoveremo affatto dentro questa matrice di punti di luce: Sarebbe invece la nostra informazione a muoversi, spegnendo i fotoni che sono dietro di noi ed accendendo i fotoni che sono posti davanti a noi, dando così origine all'idea del movimento, né più né meno di come potremmo osservare una scritta fatta di LED luminosi che si accendono e si spengono in rapida successione, dando la falsa idea che la scritta si stia muovendo."
Inviato il: 25/9/2015 16:29
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Re: Corrado Malanga
#335
Sono certo di non sapere
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Da Sabina
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@Marzo

Non mi dici niente?


@alroc

Eilà, chi si rivede

Abbi pazienza, ma di queste cose ne abbiamo parlato per eoni e sai benissimo come la penso.

Al contrario, nemmeno tu hai mai risposto alla contraddizione che ho rilevato, e non l'hai fatto nemmeno questa volta (adesso ce n'è pure un altra ).

A me intressa poco parlare delle teorie di Malanga e sai bene il perché,
Ma visto che siamo qui lo ribadisco: Malanga non dice assolutamente nulla di nuovo, ripesca da varie tradizioni filosofiche e spirituali antichissime e lo fa malamente, cercando di forzare in maniera illogica tali concetti nella sua personale visione.

Che poi personale non è, visto che la base della sua visione è quella luciferina.
La sua è solo una delle tante varianti di questa visione in salsa moderna e per me non riveste nessun interesse.
Roba vecchia detta male ed illogica.

Non capisco tutto questo interesse se proprio alla base ci sono delle incongruenze assurde.

Citazione:

alroc ha scritto:
Per comprendere cosa sia la Coscienza devi annullare il dualismo della mente.

Reale/non reale è un concetto duale.

La creazione è "immaginata" dal creatore mediante un'operazione duale, ma il creatore/coscienza non è duale, corrisponde allo zero=tutto/nulla.

La creazione è emanazione della Coscienza tramite l'azione del dividere in due 0:2=0.

Questa banalissima divisione dimostra che, se la creazione è il risultato della coscienza che si divide, il suo risultato sarà sempre zero, dove per zero si intende l'annullamento del duale (nel nostro caso reale/non reale).

La coscienza si sta dividendo all'interno della sua creazione fino a quando non avrà raggiunto il limite massimo di divisioni possibili o semplicemente sufficienti a fargli capire cosa sia il concetto di divisione.

Come in una reazione a catena, la coscienza espande la sua divisione dall'originario due, aumentando la sua entropia. Ogni divisione per zero darà sempre zero, cioè la coscienza. Sarà tuttavia lo sperimentare la divisione/creazione la vera scommessa!

Per quanto si divida, la coscienza equivarrà sempre a 0.

Lo zero non si deve intendere come nulla, ma tutto/nulla. Per quanto dividerai lo zero (coscienza) esso darà sempre l'annullamento del duale come risultato finale.

Veramente non capisco perché continui a spigare a me queste cose, eppure sai che conosco assai bene le antichissime fiolosofie orientali da dove tutto questo è copiato,
Sostituisci "coscenza" con Dio o con Tao ed ecco fatto.

Questa cosa te l'ho detta non so più quante volte ma tu continui come se non te ne avessi mai parlato.

boh...

Citazione:
Ora, tutta questa divisione/creazione è virtuale. È un atto compiuto dalla coscienza, al pari di un calcolo matematico fatto a mente. Questo processo di divisione è la nostra creazione/divisione, ma non è reale, non più di quanto lo sia una cosa immaginata. È semplicemente un atto attraverso il quale la coscienza ha scelto di osservare.

E siccome secondo Malanga, e tutto il luciferismo con lui, "coscienza" siamo noi, noi siamo Dio.

E che non sia reale è solo una ipotesi che, come ho evidenziato e se si vuole anche affermare che l'esperienza del mondo olografico è reale, non sta in piedi.

C'è una contraddizione macroscopica e non la si può ignorare.

Questo significa che Malanga non ragiona lucidamente e logicamente.

Invece nelle antiche filosofie orientali la logica c'è, ma serve un creatore ed un mondo reale.

Peccato che così il giochino di "io sono Dio creatore del mondo" non funziona più

Vogliamo essere logici e coerenti o vogliamo credere alle favole che più ci piacciono?

Citazione:
La creazione è un atto della coscienza, per essere reale dovrebbe essere immanente, mentre in realtà è frutto di un atto compiuto dalla coscienza.

Non ne esci alroc, se il mondo non è reale, nessuna entità reale può farne una esperienza reale.

E' semplice logica.

Citazione:
La creazione NON ha in sé il proprio principio e fine, essa è stata creata, ESSA È UN ATTO, quello del dividere.

Taoismo, solo per fare un esempio.

C'è davvero bisogno di fare una pappardella in salsa moderna che non solo non aggiunge nulla, ma che ha in sé delle contraddizioni proprio alla base?

Che senso ha?

Nessuno, se non quello del divulgare la visione luciferina.

Io non ne vedo altri.
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Chuang Tzu
Inviato il: 25/9/2015 22:01
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Re: Corrado Malanga
#336
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Citazione:
se il mondo non è reale, nessuna entità reale può farne una esperienza reale.


Il mondo è il risultato di una divisione, è il risultato di un atto compiuto dalla coscienza, non una realtà in sè. Il mondo si origina da una divisione e questa cosa la dicono tutti i miti cosmogonici.

Tale divisione è frattalica e speculare.

È frattalica perchè si può osservare la struttura che sta dietro la forma nelle cose: conchiglie, piante, foglie, cavoli, coste, fiumi, etc.


È anche speculare e lo si nota quando si osserva il riflesso delle cose.

Ogni essere umano tutti i giorni, senza averne consapevolezza, guarda il proprio sè diviso e speculare guardandosi allo specchio.

La luce, sottoforma di fotoni, rimanda l'immagine speculare al suo osservatore.

Ciò che lui identifica come la copia di se stesso è in realtà un doppio "finto", in quanto l'immagine non è una copia esatta di se stesso, ma opposta.

Anche questo è spiegato dal mito.

Il mito di narciso, se riletto senza lasciarsi fuorviare dal significato narcisista che ha preso nel tempo, è una perfetta spiegazione della specularità/divisione.

Ci illudiamo di questa realtà, ma è soltanto una proiezione di una separazione iniziale.

Il mondo è creato da chi osserva, è reale l'osservazione di quel mondo creato, non il mondo in sè perchè esso non esiste "al di fuori" dell'osservatore.

L'osservatore crea il mondo ad ogni "passo" che compie nella virtualità. La sua parte di coscienza illuminera i fotoni che gli serviranno per creare l'immediato "passo" successivo. In realtà l'osservatore non si muove, ha l'illusione di muoversi, ma in effetti sta solo osservando in una determinata direzione e, per il solo fatto di osservare, quella porzione si illuminerà dei fotoni che gli serviranno per creare la cosa osservata.

Siamo immersi in un infinito mare di fotoni che si illuminano in base a ciò che creiamo.

Qui entra in gioco il potere delle credenze, per cui in base a ciò che crediamo essere la realtà, illumineremo i fotoni che ce la fanno creare così come siamo abituati a immaginarla.
Inviato il: 26/9/2015 0:56
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Re: Corrado Malanga
#337
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alroc

Ma tu capisci quello che scrivo?

Io ti dico che Malanga ha copiato dalle antiche tradizioni orientali e che c'è una contraddizione alla base della sua teoria.

E tu, come se nulla fosse, riparti con l'esposizione della sua teoria (che io conosco a grandi linee e quello che scrivi non aggiunge praticamente nulla a quello che già so) senza rispondere sulla questione che ho sollevato.

Ti prego di risparmiarmi gli spiegoni sulle teorie Malanga, non mi interessano, almeno non in questa fase.

Mi interessa vedere se qualcuno è in grado di spiegare la contraddizione che sta alla base della teoria di Malanga e finora nessuno è stato in grado di farlo.
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Chuang Tzu
Inviato il: 26/9/2015 4:54
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Re: Corrado Malanga
#338
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L'atto dello specchiarsi è una dimostrazione dell'indivisibilità della coscienza. Chi si guarda allo specchio cerca di vedere se stesso, di osservarsi, ma non avrà mai la possibilità di farlo davvero perchè ciò che vedrà non sarà una copia esatta ma la sua forma speculare.

La Coscienza si è divisa per guardarsi, ma non può realmente farlo perchè essa non è divisibile. La Coscienza corrisponde allo zero, ma se dividiamo zero per due, otteniamo sempre zero. Questo vuol dire che per quanto essa cerchi di dividersi in tutte le parti possibili, il risultato darà sempre zero. L'unico modo che ha per dividersi è quello di separarsi specularmente, in modo da avere l'illusione di farlo.

Quando mettiamo due esseri umani uno di fronte all'altro, la percezione sarà falsata dalla non corrispondenza di ciò che è la destra e ciò che è la sinistra, si potrà provare a metterli di spalle (schiena contro schiena o uno dietro l'atro), ma anche in quel caso non ci sarà corrispondenza tra davanti e dietro.
L'essere umano ha una forma che non gli consente di guardare a 360°, può percepire in una direzione alla volta. Ogni sua percezione avrà sempre un lato opposto a dove guarda che sarà "cieco". Se guarda avanti sarà cieco sul dietro, se guarda a destra sarà cieco alla sua sinistra e così via.
La sua osservazione sarà "monca" nel lato opposto alla sua osservazione.
I fotoni dietro l'osservatore si spegneranno ogni qualvolta lui spingerà la sua attenzione in una direzione differente.

Il mito di Narciso spiega questo.
Narciso si specchia e non riesce a distogliere lo sguardo, si illude di osservare il vero Se, ma in realtà guarda una imago ingannevole. Si "tuffa" nel sembiante che crede essere se stesso e si immerge completamente nella virtualità di quella copia, dimenticando che è un artificio. Immergendosi in quella illusione accetta di fingere che quello sia il suo Io, in realtà è solo un alter ego.
Inviato il: 26/9/2015 7:45
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Re: Corrado Malanga
#339
Ho qualche dubbio
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@Invisibile

Non ti dico niente perchè abbiamo 2 consapevolezze diverse. Non c'è una migliore o peggiore (duale), semplicemente diverse. Ciao.
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Re: Corrado Malanga
#340
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Citazione:

Marzo ha scritto:
@Invisibile

Non ti dico niente perchè abbiamo 2 consapevolezze diverse. Non c'è una migliore o peggiore (duale), semplicemente diverse. Ciao.

Io invece dico che non si tratta di "consapevolezze diverse", ma di incapacità a spiegare una palese contraddizione che sta alla base della teoria di Malanga, contraddizione che fa capire come la sua teoria non stia in piedi e come sia la scusa intellettuale (per cui abbiamo anche la disonestà intellettuale) per propagandare la visione luciferina.

Quindi nessuno è in grado ancora di spiegare questa cosa assurda.

Questo è semplicemente avere fede in un dogma.

Ciao
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Chuang Tzu
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Re: Corrado Malanga
#341
Sono certo di non sapere
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Citazione:

alroc ha scritto:
L'atto dello specchiarsi è una dimostrazione dell'indivisibilità della coscienza. Chi si guarda allo specchio cerca di vedere se stesso, di osservarsi, ma non avrà mai la possibilità di farlo davvero perchè ciò che vedrà non sarà una copia esatta ma la sua forma speculare.

La Coscienza si è divisa per guardarsi, ma non può realmente farlo perchè essa non è divisibile. La Coscienza corrisponde allo zero, ma se dividiamo zero per due, otteniamo sempre zero. Questo vuol dire che per quanto essa cerchi di dividersi in tutte le parti possibili, il risultato darà sempre zero. L'unico modo che ha per dividersi è quello di separarsi specularmente, in modo da avere l'illusione di farlo.

Quando mettiamo due esseri umani uno di fronte all'altro, la percezione sarà falsata dalla non corrispondenza di ciò che è la destra e ciò che è la sinistra, si potrà provare a metterli di spalle (schiena contro schiena o uno dietro l'atro), ma anche in quel caso non ci sarà corrispondenza tra davanti e dietro.
L'essere umano ha una forma che non gli consente di guardare a 360°, può percepire in una direzione alla volta. Ogni sua percezione avrà sempre un lato opposto a dove guarda che sarà "cieco". Se guarda avanti sarà cieco sul dietro, se guarda a destra sarà cieco alla sua sinistra e così via.
La sua osservazione sarà "monca" nel lato opposto alla sua osservazione.
I fotoni dietro l'osservatore si spegneranno ogni qualvolta lui spingerà la sua attenzione in una direzione differente.

Il mito di Narciso spiega questo.
Narciso si specchia e non riesce a distogliere lo sguardo, si illude di osservare il vero Se, ma in realtà guarda una imago ingannevole. Si "tuffa" nel sembiante che crede essere se stesso e si immerge completamente nella virtualità di quella copia, dimenticando che è un artificio. Immergendosi in quella illusione accetta di fingere che quello sia il suo Io, in realtà è solo un alter ego.

Ti sei incantata arloc?

Ma leggi quello che scrivo o mi usi solo come un trampolino per ulteriori spiegoni che non rispondono alla mia osservazione?

No perché di sti spiegoni malanghiani ne avrei un po' piene le palline sai?

Inoltre, ma perché mi fai ripetere cento volte la stessa cosa... TUTTO QUESTO E' COPIATO DA ANTICHE FILOSOFIE ORIENTALI CHE IO CONOSCO BENISSIMO.

Quindi leggere sta roba non solo per me è cosa straconosiuta, ma è anche molto penoso visto che è una brutta copia degli originali.

Ma la cosa più importante è che tutto questo non spiega in nessun modo la illogicità presente alla base della teoria di Malanga.

Prometto che se riparti con uno di questi spiegoni non lo leggerò nemmeno. E' quanto? un anno che giri attorno a questa cosa senza rispondere nel merito della mia obiezione?
E basta dai.

Ti leggerò e risponderò solo se spieghi la contraddizione, non sono interessato ad altro per il momento.
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Chuang Tzu
Inviato il: 26/9/2015 14:34
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Re: Corrado Malanga
#342
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@invisibile

ho già risposto.

Il mondo per essere reale dovrebbe essere immanente cioè esisistente in sè.

Questo mondo invece è stato creato.

Questo mondo è il risultato di un atto compiuto, non è una cosa esistente in sè che esiste in modo autonomo, esso è "scaturito da" non esiste "di per sè", esiste in quanto prodotto da qualcun altro.

Per il solo fatto di essere scaturito da altro, questo mondo non è reale. Solo il creatore è reale, egli è da sempre (anche se il "da sempre" non esiste in quanto non c'è il tempo).

Questo mondo è "immaginato" dal creatore, al pari di un mondo che ogni essere umano può concepire o sognare nella sua mente. È vero il sogno di un creatore? No. È vera invece la consapevolezza del creatore che osserva questo suo sogno.

Più semplice di così non riesco a spiegarlo.

E comunque questo nostro dialogo è una palese dimostrazione che non possiamo comunicare bene. Quindi non aggiungo altro.

Stammi bene.
Buona vita.
Inviato il: 27/9/2015 8:34
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Re: Corrado Malanga
#343
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alroc

Ciao alroc.

Citazione:
Questo mondo è "immaginato" dal creatore, al pari di un mondo che ogni essere umano può concepire o sognare nella sua mente.
È vero il sogno di un creatore? No.
È vera invece la consapevolezza del creatore che osserva questo suo sogno.


Ottimo.

Il punto del contendere, con me almeno, è che tu credi di essere stata tu a creare il mondo che osservi.

Il problema è che tu credi che sia stato ognuno di noi a crearlo, quindi credi nella relatività della Verità, (ognuno osserva il mondo che ha personalmente creato) e credi che noi siamo Dio.

Il realtà, il sogno di quel Creatore, è diventato reale, solo grazie alla nostra collaborazione.

Quel sogno malefico di quel Creatore, quello del mondo materiale, dell'Architetto, si è realizzato grazie a noi.

Perchè noi, non siamo quel Creatore.

Noi siamo coloro che osservano il suo sogno, che si immedesimano in quel sogno e, nel farlo, ci dimentichiamo di noi.

Le teorie di Malanga, ne avevamo già discusso a lungo, attingono a piene mani dalla Tradizione, lui ci piazza in mezzo gli extraterrestri, (che non servono a nulla) e cerca di creare una dottrina coerente usando termini moderni come "ologramma", punti di luce ai led e similari.

Il risultato a cui arriva, è funzionale al disegno in atto ormai da decenni, con la NEW Age e con il NEW World.

Tutti siamo UNO, gli extraterrestri ci dominano da dietro le quinte, noi siamo DIO.

Queste sono le basi della "NEW Religion mondialista".

Se già non le conosci, studia le teorie gnostiche, vecchie di millenni.

Anche lì si parla di mondi Superiori, sel Sè ignaro di sè stesso e molti altri punti che Malanga ripropone in chiave moderna.

Un bel restyling, ma la sostanza non muta, perchè la realtà è possibile definirla con ogni termine tu voglia, tranne che con il termine virtuale.

La realtà è dannatamente concreta, ed è anche difficile e dolorosa se collabori al sogno malato dell'Architetto.

Quel sogno che si dissolve quando scopri chi siamo veramente.

Tu ci sei vicina, interiormente, ma devi andare oltre Malanga e le sue conclusioni per scoprirlo.

Ciao
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Gesù Cristo è Verità. Io sono la Via, la Verità e la Vita.
Inviato il: 27/9/2015 13:19
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Re: Corrado Malanga
#344
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Le ricerche di Malanga non sono una pseudo religione, forse con il tempo qualcuno cercherà di nanipolarne il senso per un proprio scopo, per ingannare ulteriormente e confondere, ma in ogni caso la comprensione della teoria di Corrado non prevede alcun adepto.

È solo uno stato dell'essere.

Chi riesce ad annulare il dualismo riesce a comprendere globalmente.

Il sogno si dissolve quando capisci che sei tu a creare, sei tu ad osservare.

Non c'è potenza o inorgoglimento in questa consapevolezza, anzi si acquisisce la lucida percezione di quanto si sia responsabili di ogni proprio atto.

Stammi bene
Inviato il: 27/9/2015 14:30
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Re: Corrado Malanga
#345
Sono certo di non sapere
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Da Sabina
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Citazione:

alroc ha scritto:
@invisibile

ho già risposto.

Non è vero.

Hai di nuovo fatto uno spiegone.

Fare spiegoni non è rispondere, è fare spiegoni.

Citazione:

Il mondo per essere reale dovrebbe essere immanente cioè esisistente in sè.

E' la definizione di "realtà" che come sai, conosco molto bene.

Dimenticate tutte le discussioni chilonetriche cha abbiamo fatto?

Adesso TU vieni a dire a ME questa cosa?

Scusa alroc, ma questo mi fa morire dal ridere

Citazione:

Questo mondo invece è stato creato.

Questo mondo è il risultato di un atto compiuto, non è una cosa esistente in sè che esiste in modo autonomo, esso è "scaturito da" non esiste "di per sè", esiste in quanto prodotto da qualcun altro.

Per il solo fatto di essere scaturito da altro, questo mondo non è reale. Solo il creatore è reale, egli è da sempre (anche se il "da sempre" non esiste in quanto non c'è il tempo).

Questo mondo è "immaginato" dal creatore, al pari di un mondo che ogni essere umano può concepire o sognare nella sua mente. È vero il sogno di un creatore? No. È vera invece la consapevolezza del creatore che osserva questo suo sogno.

Più semplice di così non riesco a spiegarlo.

Questo ennesimo spiegone (vebbè spighino dai, questo è corto) non risolve la contraddizione, che non ripeto per la centesima volta.

Citazione:

E comunque questo nostro dialogo è una palese dimostrazione che non possiamo comunicare bene. Quindi non aggiungo altro.

Questo nostro non-dialogo è la dimostrazione che ti rifiuti di prendere atto della contraddizione e che ti rifiuti di comprendere le grandi implicazioni che ha.

Perché se una persona inventa una teoria che ha una contraddizione proprio nella sua base, o è disonesto intellettualmente o è scemo.

Guarda che a me non importa nulla che tu abbia fede in chi ti pare e piace.
Ma non posso accettare che tu mi venga a dire che hai risposto quando non è vero e che invece di risolvere la contraddizione mi scodelli spiegoni che non risolvono il problema.
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Re: Corrado Malanga
#346
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Invisibile, devi argomentare.

La realtà secondo la Treccani:"La qualità e la condizione di ciò che è reale, che esiste in sé e per sé o effettivamente e concretamente"

Come può un mondo "scaturito da un creatore" esistere in sè e per sè?

Un mondo creato dovrebbe avere un inizio, non può essere immanente, cioè che "ha in sé il proprio principio e fine".
Inviato il: 30/9/2015 13:33
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Re: Corrado Malanga
#347
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Citazione:

alroc ha scritto:
Invisibile, devi argomentare.

Ah ecco, io devo argomentare e tu invece puoi fare gli spiegoni

Citazione:
La realtà secondo la Treccani:"La qualità e la condizione di ciò che è reale, che esiste in sé e per sé o effettivamente e concretamente"

Si lo so, sono io che te lo feci notare a suo tempo eh.


Citazione:
Come può un mondo "scaturito da un creatore" esistere in sè e per sè?


Se è reale, esiste in sé e per sé.

Come può essere lo devi chiedere a Dio, riguardo all'universo, io per ora fin li non ci sono arrivato ma ho delle ipotesi su cui sto lavorando.

Invece a livello umano, visto che anche noi abbiamo il potere creativo, è molto semplice da spiegare e lo abbiamo davanti agli occhi tutti i giorni.

Io decido di creare un nuovo tipo di sistema per l'irrigazione delle margherite.
Ci penso, ci rifletto, lo immagino, cambio delle cose e cerco il modo più efficiente per fare in modo che io debba lavorare il meno possibile (sono molto pigro).
Poi lo costruisco e riesco a fare per la prima volta nella storia un sistema per l'irrigazione delle margherite di nuova concezione.

Ecco, ho creato qualcosa che adesso esiste in sé e per sé: basta andare a vederlo e chiunque può confermare che esiste realmente. Lo si può realizzare tutte le volte che si vuole, esiste, è reale e quindi esiste in sé e per sé.

L'unico modo per farlo diventare non-esistente, è distruggerlo e distruggere tutta la conoscenza che qualunque uomo può avere su di esso.

Vale per tutto, una nuova canzone, un nuovo modo per mettersi le scarpe, una nuova ricetta da cucina, un romanzo, una nuova pettinatura, un nuovo tipo di distribuire i carichi statici in un grattacelo....

Una volta creati, esistono in sé e per sé, quindi sono reali e la loro esistenza non è più direttamente dipendente dal loro creatore.

Citazione:
Un mondo creato dovrebbe avere un inizio, non può essere immanente, cioè che "ha in sé il proprio principio e fine".

Quindi?

Guarda che "esistere in sé e per sé", non significa per forza che debba essere anche immanente.

Attendo ancora la spiegazione della contraddizione nella teoria di Malanga.
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Re: Corrado Malanga
#348
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Se noi-coscienza-Dio siamo l'unica realtà, come è possibile fare esperienza di un mondo totalmente virtuale?

Perchè si è se si fa. Per essere occorre fare, e la coscienza per fare esperienza ha creato il duale (ovvero l'universo olografico).
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Re: Corrado Malanga
#349
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Citazione:

Marzo ha scritto:
Se noi-coscienza-Dio siamo l'unica realtà, come è possibile fare esperienza di un mondo totalmente virtuale?

Perchè si è se si fa. Per essere occorre fare, e la coscienza per fare esperienza ha creato il duale (ovvero l'universo olografico).

Non risolve la contraddizione.

Una entità reale, non può avere nessuna esperienza di un qualcosa di non-reale.
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Re: Corrado Malanga
#350
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Marzo ha scritto: Se noi-coscienza-Dio siamo l'unica realtà, come è possibile fare esperienza di un mondo totalmente virtuale? Perchè si è se si fa. Per essere occorre fare, e la coscienza per fare esperienza ha creato il duale (ovvero l'universo olografico). Non risolve la contraddizione. Una entità reale, non può avere nessuna esperienza di un qualcosa di non-reale.

Ok, questo secondo il tuo pensiero. Secondo me non c'è una contraddizione in tutto questo.
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Fiammifero
Inviato il: 30/9/2015 21:57
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Re: Corrado Malanga
#351
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Citazione:

Marzo ha scritto:
Marzo ha scritto: Se noi-coscienza-Dio siamo l'unica realtà, come è possibile fare esperienza di un mondo totalmente virtuale? Perchè si è se si fa. Per essere occorre fare, e la coscienza per fare esperienza ha creato il duale (ovvero l'universo olografico). Non risolve la contraddizione. Una entità reale, non può avere nessuna esperienza di un qualcosa di non-reale.

Ok, questo secondo il tuo pensiero. Secondo me non c'è una contraddizione in tutto questo.

No, non secondo me.

E' così perché quei termini sono in italiano ed hanno un significato preciso.

Realtà

Esperienza

Olografico (virtuale)

Se poi Malanga li usa con altri significati non lo so, ma in italiano è così.
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Inviato il: 30/9/2015 22:29
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Re: Corrado Malanga
#352
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Ho capito (forse) perchè non ci capiamo.

Citazione:
Guarda che "esistere in sé e per sé", non significa per forza che debba essere anche immanente.


Il problema consiste nel fatto che tu consideri la realtà da dentro essa. Se crei qualcosa in questa realtà, essa esiste in quanto ne fai esperienza ed altri confermamo la tua esperienza ( es.: impianto di irrigazione). Per te quella cosa è reale "in sè e per sè" in quanto creata e condivisa all'interno del mondo in cui ti trovi.

Ma se il mondo in cui ti trovi è il sogno di un creatore, può essere reale ciò che stai vivendo?

Un sogno in cui fai esperienza, condividendola con altri, non è una realtà in sè per sè, è un sogno condiviso. Tutto appare reale perchè hai la condivisione con altri di quello che vivi, ma se la realtà fosse davvero reale, non dovrebbero esistere per esempio le illusioni ottiche, i dejà vu, etc.

Queste percezioni "erronee" non dovrebbero esistere in una realtà reale, a meno che non ci sia una variabile che non si considera. Una variabile che ci dà la dimostrazione lampante di un mondo la cui conoscenza manca di coerenza. I due volti di profilo su uno sfondo nero dovrebbero dare sempre due volti, ma se continui a guardare sembrano un vaso nero, se continui a guardare vedrai nuovamente due volti e così all'infinito. Cos'è reale tra le due forme? Nulla.

Le nostre percezioni vengono decodificate dal cervello in base a ciò che crediamo sapere su ciò che stiamo osservando.
L'impianto di irrigazione sarà tale per chi sa cos'è, ma se giunge un uomo primitivo e osserva l'impianto potrà credere che sia una magia. Se poi gli si spiegherà per bene cosa sia in realtà, egli condividerà la conoscenza acquisita e il suo cervello codificherà sempre come "impianto" la cosa osservata.

Condividere informazioni determina una percezione uguale, ma questo implica davvero che una cosa sia reale? Oppure si crede reale solo per il fatto di condividere con altri informazioni sulla cosa osservata?

Chi ci governa sa bene che condividere le stesse informazioni significa rinforzare le credenze su ciò che è reale. Più persone decodificano in un certo modo, più forte diventa l'apparente coerenza di questa realtà.

Non è reale la realtà, ma sembra reale la concezione che abbiamo di essa in base alle informazioni che abbiamo imparato su di essa.
Inviato il: 30/9/2015 22:54
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Re: Corrado Malanga
#353
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Citazione:

alroc ha scritto:
Ho capito (forse) perchè non ci capiamo.

Citazione:
Guarda che "esistere in sé e per sé", non significa per forza che debba essere anche immanente.


Il problema consiste nel fatto che tu consideri la realtà da dentro essa.

E perché tu la considera da fuori?

Sei fuori dalla realtà, alroc?

Scusa la battuta, ma è significativa del tuo modo di ragionare, sbagliato

E lo sai cosa penso del tuo modo di ragionare, ricordi?

Io considero la realtà secondo la sua definizione: "cioò che esiste in sé e per sé, concretamente ed effettivamente".

Treccani.

Sei tu che la modifichi a seconda della parte di teoria che stai cercando di spiegare, senza riuscirci ovviamente.

Citazione:
Se crei qualcosa in questa realtà...

Ecco vedi?

Non esiste "questa o quella realtà", la realtà è UNA PER DEFINIZIONE.

Quindi se ora stai dando un significato diverso alla parola "realtà", prima devi dirmi che significato gli stai dando, altrimenti è normale che "non ci capiamo". Ti pare?

Citazione:
Se crei qualcosa in questa realtà, essa esiste in quanto ne fai esperienza ed altri confermamo la tua esperienza ( es.: impianto di irrigazione). Per te quella cosa è reale "in sè e per sè" in quanto creata e condivisa all'interno del mondo in cui ti trovi.

Che a quanto i risulta è l'unico mondo esistente, quello reale (appunto).

Ed ancora stai modificando il significato di "reale".

Una cosa non può in nessun modo "essere reale per me".

Una cosa o è reale o non lo è, lo dice la definizione stessa.

Citazione:
Ma se il mondo in cui ti trovi è il sogno di un creatore, può essere reale ciò che stai vivendo?

No. E' un sogno, e per cui appena il sogno finisce anche l'esperienza finisce, perché il sogno non esiste in sé e per sé, infatti esiste solo come sogno che non può essere esperienza reale.

Citazione:
Un sogno in cui fai esperienza, condividendola con altri, non è una realtà in sè per sè, è un sogno condiviso. Tutto appare reale perchè hai la condivisione con altri di quello che vivi, ma se la realtà fosse davvero reale, non dovrebbero esistere per esempio le illusioni ottiche, i dejà vu, etc.

MA scusa tanto eh, se lo scopo del sogno di coscienza-creatore-noi, è quello di fare esperienza REALE come hai detto mille volte, e che lo scopo di tutto questo è cambiare la propria consapevolezza e QUINDI compiere una trasformazione REALE (la coscienza che è reale cambia realmente), e visto che l'esperienza del sogno NON PUO' ESSERE REALE, come cavolo è possibile arrivare a questo?

Non è possibile perché è illogico.

Inoltre io non dico (e lo dico per la millesima volta eh, ricordi?) che TUTTO QUELLO CHE NOI PERCEPIAMO SIA REALE.

Ti ricordi che abbiamo versato fiumi di inchiostro su questa cosa? Ti ricordi Maya? L'illusione del mondo reale delle antichissime filosofie orientali e la differenza sostanziale che c'è con la teoria di Malanga?

Ma perché bisogna sempre tornare sulle stesse cose? E dai...

Citazione:
Queste percezioni "erronee" non dovrebbero esistere in una realtà reale, a meno che non ci sia una variabile che non si considera.

Io la considero e l'ho pure esposta tantissime volte. Ma se tu non consideri la visione dell'altro (me in questo caso), che discutiamo a fare?

Ricordi la mente ed il suo potere di creare illusioni? Ricordi la mente che ci domina e che ci fa vivere in una illusione? Mica invenzioni mie eh, scoperte di migliaia di anni fa.

Ma che fatica alroc...

Citazione:
Una variabile che ci dà la dimostrazione lampante di un mondo la cui conoscenza manca di coerenza. I due volti di profilo su uno sfondo nero dovrebbero dare sempre due volti, ma se continui a guardare sembrano un vaso nero, se continui a guardare vedrai nuovamente due volti e così all'infinito. Cos'è reale tra le due forme? Nulla.

MA che è? I due volti sono un disegno o sono due volti di persone?

MA come posso risponderti in modo ideale se parliamo di realtà?

Mischi le cose.

Citazione:
Le nostre percezioni vengono decodificate dal cervello in base a ciò che crediamo sapere su ciò che stiamo osservando.

Solo se una parte della mente è al comando di noi stessi.

Ci sono stati dell'essere in cui le percezioni non vengono distorte dalla mente.

Conoscenza antichissime, plurimillenarie, delle tradizioni spirituali.

Credi che la Meditazione sia stata inventata da Malanga solo per scoprire il parassita alieno?

Per esempio, io pratico una meditazione che deriva da 2.500 anni di studi e ricerche, e funziona sai?

Citazione:
L'impianto di irrigazione sarà tale per chi sa cos'è, ma se giunge un uomo primitivo e osserva l'impianto potrà credere che sia una magia. Se poi gli si spiegherà per bene cosa sia in realtà, egli condividerà la conoscenza acquisita e il suo cervello codificherà sempre come "impianto" la cosa osservata.

Ma questo non cambia che il primitivo VEDE E RICONOSCE L'ESISTENZA REALE DI QUEL "COSO".

E' proprio questo che significa "reale", non la comprensione che se ne ha soggettivamente.

"Che esiste in sé e per sé" e cioè a prescindere dalla conoscenza o percezione soggettiva che se ne ha.

Citazione:
Condividere informazioni determina una percezione uguale, ma questo implica davvero che una cosa sia reale? Oppure si crede reale solo per il fatto di condividere con altri informazioni sulla cosa osservata?

Certo che no. Questo è solo un indizio che una data cosa sia reale.

Ma SICCOME dalla notte dei tempi l'acqua quando trova un vuoto sotto di sé, CADE SEMPRE, cioè è sempre stata osservata cadere e mai il contrario, noi, nonostante i nostri limiti di percezione soggettiva, possiamo RAGIONEVOLMENTE SUPPORRE che questa sia UNA REALTA'.

Citazione:
Chi ci governa sa bene che condividere le stesse informazioni significa rinforzare le credenze su ciò che è reale. Più persone decodificano in un certo modo, più forte diventa l'apparente coerenza di questa realtà.

Assolutamente vero ma non c'entra nulla con la questione presente.

Citazione:
Non è reale la realtà

Allora stai dicendo che la realtà non esiste.

Guarda che questa discussione l'abbiamo già fatta e non solo tra di noi.

Ricordi il sogno della farfalla di Chuag Tzu e cosa ho detto in proposito?

Vediamo se ti ricordi o se il mio è fiato sprecato, perché se è così ti saluto eh.

Citazione:
Non è reale la realtà, ma sembra reale la concezione che abbiamo di essa in base alle informazioni che abbiamo imparato su di essa.

E tu come lo sai che "sembra", alroc?

Non lo sai. CREDI che sia così.

Ricordi che anche di questo ne abbiamo parlato fino allo sfinimento?

No eh...

E poi, tu dici che "sembra reale la concezione che abbiamo di essa".

Se hai una tua personale concezione della realtà, non stai parlando della realtà.

La definizione alroc, tu non hai ancora compreso il significato della definizione della parola "realtà".

Essendo qualcosa che "esiste in sé e per sé", non è dipendente dalla percezioni soggettive.

Se non capisci questa cosa, non ci capiremo mai, perché tu modifichi il significato del termine a seconda di cosa stai spiegando.

Io no, per me è sempre quello.

Guarda che lo so che non è affatto facile e non lo è perché siamo cresciuti e siamo stati tutti educati nella menzogna e nell'illusione.

Rendersi veramente conto anche solo del significato della parola "realtà", per molti è uno shock, perché è un qualcosa che SE ESISTE (e io credo di si), ha delle implicazioni esistenziali ENORMI.
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Inviato il: 30/9/2015 23:41
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Re: Corrado Malanga
#354
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Citazione:
Essendo qualcosa che "esiste in sé e per sé", non è dipendente dalla percezioni soggettive.


Ed è qui il problema.

La realtà esiste indipendentenente dal soggetto che la osserva?

Come fa ad esistere in sè, se nessuno la osserva?

La realtà esiste in quanto osservata. Nessun osservatore = nessuna realtà.

Inoltre, la fisica quantistica ha stravolto il senso di cosa sia la realtà oggettiva: l'osservatore influenza il risultato.

Non possiamo sfinirci con discussioni che non portano da nessuna parte.

Io rispondo alla tua domanda, ma la risposta non ti giunge e la interpreti come contraddizione.
Questo è stato il mio ultimo tentativo.


Stammi bene
Inviato il: 2/10/2015 1:13
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Re: Corrado Malanga
#355
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alroc

Ho un deja-deja-deja-dejavu

Questa discussione l'abbiamo già fatta, più di una volta.
Ogni volta è leggermente diversa ma alla fine succede sempre la stessa cosa: tu mi metti il muso e dici che non mi parli più

In queste nostre discussioni, io ho già detto molte volte che questa problematica non è che la stiamo affrontando io e te per la prima volta nella storia dell'umanità, ma che esiste da molte migliaia di anni e che NESSUNO è mai riuscito ad arrivare ad una soluzione razionalmente conclusiva.

Citazione:

alroc ha scritto:

Non possiamo sfinirci con discussioni che non portano da nessuna parte.

L'ho detto prima io

Citazione:
Io rispondo alla tua domanda, ma la risposta non ti giunge e la interpreti come contraddizione.

Non è vero che io la interpreto. Tu parli italiano?
Io si e a quello rispondo.

Citazione:

alroc ha scritto:
Citazione:
Essendo qualcosa che "esiste in sé e per sé", non è dipendente dalla percezioni soggettive.


Ed è qui il problema.

La realtà esiste indipendentenente dal soggetto che la osserva?

Secondo la definizione comunemente accettata (bada bene a quello che ho scritto) si.

Lo dice la Treccani.

La Treccani (definizione comunemente accettata) sbaglia?
Assolutamente possibile, ma visto quanto sopra, questo non lo può sapere nessuno.
Un giorno qualcuno troverà il modo di provare inconfutabilmente qualcosa a riguardo?
Può essere anche questo, ma noi, al momento, non lo sappiamo.
Abbi pazienza che ri-arrivo al punto.

Citazione:
La realtà esiste in quanto osservata. Nessun osservatore = nessuna realtà.

Questa è una visione che a livello filosofico e metafisico io accetto e comprendo le implicazioni che ha a livello esistenziale e spirituale, rispetto all'esistenza.

Ma qui non stiamo discutendo a livello filosofico e metafisico, stiamo discutendo razionalmente.

Citazione:
Inoltre, la fisica quantistica ha stravolto il senso di cosa sia la realtà oggettiva: l'osservatore influenza il risultato.

Si, ma questo è applicabile a tutti i piani di esistenza allo stesso modo?

Anche questo non lo sappiamo.

Ed ecco il (solito) punto:

noi stiamo ragionando a livello razionale, ovvero ognuno di noi lo fa con la propria mente razionale.
Questo significa che ogni elemento che ognuno di noi prende in esame, lo avrà acquisito in modo soggettivo e per cui è possibile che ci siano delle differenze di percezione soggettiva.
Inoltre le nostre menti razionali sono anch'esse confinate nella loro soggettività nelle analisi degli elementi presi in esame.

Questa realtà è conosciuta da molti millenni ma la si dimentica spesso.
Il risultato di tale dimenticanza genera ragionamenti illogici e per cui non accettabili razionalmente.

Ogni percezione che venga analizzata dalla mente razionale, ed ogni analisi logica fatta dalla mente razionale, è sempre soggettiva e quindi, per quanto riguarda una supposta realtà oggettiva, la conclusione non potrà mai essere probante a livello oggettivo.

La meccanica quantistica ha provato che l'osservatore cambia la realtà (il fenomeno osservato), ma non ha provato che è l'osservatore che CREA la realtà.
Ha provato che contribuisce alla creazione della realtà. E' diverso.

Infatti se cerchi la particella trovi la particella e se cerchi l'onda trovi l'onda.
Ma nessuno sa se quell'onda o particella osservata esisteva prima, e continuerà ad esistere dopo l'osservazione e nessuno sa se mentre si osserva la particella anche l'onda esiste in una modalità che, con il metodo di osservazione utilizzato in quel momento, non è osservabile.

Tutto questo si spiega in modo molto semplice: siamo individui confinati soggettivamente nelle nostre percezioni a livello razionale, e quindi abbiamo dei limiti soggettivi di percezione e di conseguenza di analisi.

Tutto questo vale a livello razionale.
A livello spirituale, io credo che questo limite è superabile, ma questa è una mia credenza che non posso dimostrare alla tua mente (soggettività).
Ma questo è un altro discorso.

Quindi, SICCOME siamo confinati nelle nostre soggettività, l'unica risposta oggettiva è che non possiamo sapere.

Questo ci porta a chiarire come stanno le cose PER TUTTI NESSUNO ESCLUSO.

Ogni conclusione a cui un essere umano può arrivare sulla natura della realtà, è una credenza.

E questo, pardossamente ma razionalmente, è una realtà oggettiva

Tutto questo accade perché la mente razionale è limitata e qui i suoi limiti si palesano in modo inconfutabile.

Esempio:
Tu dici che la realtà non esiste se non è osservata.
Bene, prendiamo questa ipotesi e verifichiamola.

Io e te stiamo contrabbandando smeraldi dal Brasile al Messico
Voliamo su un piccolo aereo sopra l'amazzonia.
L'aereo cade in una remotissima zona della giungla e noi ci salviamo.
Ci mettiamo in cammino verso nord e ad un certo punto incontriamo una cascata e la osserviamo.

L'acqua di quella cascata che nessuno osserva mai, stava cadendo prima che noi arrivassimo li ad osservarla?
Continuerà a cadere dopo che noi ce ne saremo andati?

Questo nessuno lo sa e nessuno lo saprà mai.

I limiti della soggettività.

Noi possiamo credere o non credere che questo accadeva e che continuerà ad accadere, ma se non stai osservando in quel momento l'acqua che cade, non puoi saperlo.

Stai leggendo queste parole.
Esiste il tuo piede sinistro?

Non lo sai!

Hai portato la tua attenzione (osservazione) sul tuo piede sinistro.
In quel momento esistono queste parole che stavi leggendo?
Non lo sai e non lo puoi sapere.

QUINDI, ogni visione sulla realtà è una credenza.
La definizione della Treccani, dopo millenni di osservazioni e discussioni, è quella che crediamo sia la più appropriata, ma nach'essa è una credenza.
Personalmente, a causa della mia esperienza personale, io credo che sia corretta ma ne io ne nessuno potrà mai dimostrarlo, in quanto tutti limitati dalla nostra soggettività.

Tu credi alla teoria di Malanga, io no e non ci credo perché la mia analisi ha evidenziato una contraddizione logica, contraddizione a cui nessuno a mai risposto

Ne te ne Malanga ne nessuno, potrà mai dimostrare che il mondo è un ologramma e che tu sei Dio-coscienza-creatore, e quindi questa è una CREDENZA.

Vuoi avere questa credenza? E chi ti dice niente, la tua vale la mia, ma se mi vieni a dire che questa non è una credenza ma una "teoria unificante" (e per cui deve essere come minimo logica), poi io la esamino e guarda un po' è venuto fuori che è una cazzata.

Mi spiace alroc, ma questo è oggettivo, perché, se stiamo sul piano razionale, una entità reale non può avere esperienza reale di un mondo non-reale.
Fine.

Se invece mi dici che questa è una questione che non contempla la logica, allora le cose possono cambiare, ma a livello razionale e logico, è una cazzata.

Ciao
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Re: Corrado Malanga
#356
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@alroc

Mi permetto di consigliarti di fare attenzione a te stessa ed in particolare alla tua mente, perché sapendo quanto fortemente credi alla teoria di Malanga, è possibile che quello che segue potrebbe essere per te uno shock.

Malanga afferma che l'unica "cosa" esistente realmente è "Coscienza-noi-dio".

Questo significa che l'unica cosa reale è questa entità.

Malanga afferma che "ad un certo punto" questa entità si sveglia e che crea il mondo olografico etc.

Tu hai detto che:

"La realtà esiste in quanto osservata. Nessun osservatore = nessuna realtà."

Questo significa che l'entità coscienza-noi-dio non esiste.

Perché se la realtà è creata dall'osservatore e visto che prima di svegliarsi non esisteva nulla se non questa entità, nessuno poteva osservarla e quindi non esisteva.

Se non esisteva significa che non può nemmeno "svegliarsi", creare il mondo olografico etc.

Inoltre (e già, non è finita...), assumendo la tua ipotesi "la realtà esiste in quanto osservata, nessun osservatore = nessuna realtà", questo significa anche, nel caso noi ci trovassimo già nella condizione del mondo virtuale creato (stiamo ignorando la prima contraddizione esposta sopra), che l'entità coscienza-noi-dio non può esistere comunque in quanto in questo mondo virtuale non esiste nessuno che possa osservare l'entità stessa.

Se affermi che è un "sogno" di Coscienza e che è grazie a questo sogno che Coscienza osserva se stessa, stai dicendo che non è vero che "La realtà esiste in quanto osservata, nessun osservatore = nessuna realtà." perché affinché questa ipotesi regga, l'osservatore DEVE essere altro da sé e deve essere reale, invece il sogno non è reale e quindi questo non è possibile.

Tosta eh

Ciao
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Inviato il: 2/10/2015 9:24
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Re: Corrado Malanga
#357
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Non è tosta, Invisibile.

Il tuo ragionamento parte dal concetto duale della realtà.

La coscienza è pari allo zero. È il tutto/nulla. L'ho già detto nei miei "spiegoni".

Siamo immersi nell'illusione duale e dobbiamo superare quella per poterci capire.

Coscienza è zero, non divisibile, tutti i numeri diviso zero danno zero. Ma zero non è il "nulla" zero è l'annullamento del duale tutto/nulla. In questa realtà viviamo tutto dividendolo in opposti (+1 e -1).

L'osservatore "vede" dividendo.

L'osservatore non si è svegliato. Lo svegliarsi va inteso come divisione, come scelta, come libero arbitrio. Tale divisione non è da intendersi nel comune nostro senso delle cose, essa è virtuale, finta, perchè lo zero non si può veramente dividere come già detto. Lo zero è una identità che "trascende" il concetto duale. Lo zero NON è il concetto duale di "nulla" è il superamento di tale concetto.

La realtà comunemente intesa esiste perchè c'è chi la guarda, ma questa osservazione è sempre "cieca" nel lato opposto rispetto alla direzione dell'osservatore (altro famoso spiegone detto qualche post sopra).

Esiste dunque l'identità dell'osservatore in quanto coscienza. Ciò che l'osservatore guarda esiste in quanto osservato in quel momento. Il lato opposto non esisterà fino a quando l'osservatore non si "volterà" a guardarlo. Tutta questa osservazione però è fintamente dinamica, perchè in realtà non c'è alcun movimento.

Tutto parte da niente ed è niente (+1 e -1=0).

Superare l'illusione di questa virtualità è il primo passo per capirci, ma dovresti "immergerti" in questo stato di coscienza, non basta la logica.

Non ho interesse a convincerti. Il senso di quello che dico giunge a chi è nello stato adatto per accoglierlo.

Ciao
Inviato il: 2/10/2015 11:20
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Re: Corrado Malanga
#358
Sono certo di non sapere
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Da Sabina
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@alroc

Se invece di rispondere alle obiezioni che faccio, tu mi riscodelli un ennesimo spiegone, spiegone che non contiene NULLA che io già non abbia letto millemilavolte della "teoria di malanga", significa che non vuoi affrontare la questione. Semplice.

Citazione:
Il tuo ragionamento parte dal concetto duale della realtà.

No alroc. Io ho fatto tutta quella pappardella proprio per cercare di ragionare su basi condivise.
Secondo me farlo a partire dall'italiano è una buona idea. Che ne pensi?

Io parto dal concetto di realtà che è nel dizionario.

Ho già detto che se vuoi usare un altra definizione, devi spiegare quale sarebbe questa definizione.

Se è quella che la realtà esiste solo se osservata, allora abbiamo un altro problema perché Coscienza non esiste.

E' logica di base, non elucubrazioni difficilissime.

Non vuoi usare nemmeno la logica? Va bene ma allora la tua non è nemmeno più una teoria e nemmeno una ipotesi, è un DOGMA.

Citazione:
La coscienza è pari allo zero. È il tutto/nulla. L'ho già detto nei miei "spiegoni".

Siamo immersi nell'illusione duale e dobbiamo superare quella per poterci capire.

E tu che ne sai di dove e quando sono immerso io?

Tu decidi per tutti e poi, ovviamente, puoi dire quello che ti pare. Questo è dogmatismo.

Citazione:
L'osservatore "vede" dividendo.

Guarda che l'osservatore non esiste. L'hai detto tu.

Se realtà esiste solo se osservata, coscienza che è l'unica realtà non esiste.

Logica di base.

Non ti va bene? Ok, ma allora è un dogma.

Citazione:
L'osservatore non si è svegliato. Lo svegliarsi va inteso come divisione, come scelta, come libero arbitrio. Tale divisione non è da intendersi nel comune nostro senso delle cose, essa è virtuale, finta, perchè lo zero non si può veramente dividere come già detto. Lo zero è una identità che "trascende" il concetto duale. Lo zero NON è il concetto duale di "nulla" è il superamento di tale concetto.

Taoismo, buddismo, induismo, Zen eccetera.

Questo non cambia di una virgola l'illogicità di questa "teoria".

Citazione:
La realtà comunemente intesa esiste perchè c'è chi la guarda,

NO alroc. La realtà è quella della Treccani.
Se non ti sta bene significa che stai parlando di un altra cosa, non della realtà.

Italiano eh.

Citazione:
Esiste dunque l'identità dell'osservatore in quanto coscienza.

No alroc, non esiste a meno che tu non accetti la definzione della Treccani della realtà: ciò che esiste in sé e per sé.

E' logica di base.

Citazione:
Ciò che l'osservatore guarda esiste in quanto osservato in quel momento.

Già confutato millemila volte.
Se esiste è reale quindi il mondo non è virtuale.

Ancora logica e solo logica.

Citazione:
Superare l'illusione di questa virtualità è il primo passo per capirci, ma dovresti "immergerti" in questo stato di coscienza, non basta la logica.

Quello che tu chiami "questo stato di coscienza", io lo chiamo illusione autocreata da una credenza in un dogma".

Come la mettiamo?

Lo so, sono io che non posso capire se non accetto il dogma.

Citazione:
Non ho interesse a convincerti. Il senso di quello che dico giunge a chi è nello stato adatto per accoglierlo.

Appunto

Illuminata da Malanga, colui che inventa una cosa che non si può chiamare nemmeno "teoria", perché non sta in piedi nemmeno nei suoi postulati.

Nemmeno io voglio convincerti, ma mi piacerebbe che tu usassi la logica per verificare se sta roba funziona anche solo per via ipotetica.

E guarda un po' fa acqua da tutte le parti.

Quindi non è una teoria, è una credenza in un dogma, è uso la parola "dogma" per essere gentile, perché di fatto è una favoletta.

Vuoi crederci? E chi ti ferma. Credici.

Rimangono le varie incongruenze che ho rilevato e che nessuno ha saputo spiegare.

Ciao
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L'utile delle cose é in quello che non c'é
Chuang Tzu
Inviato il: 2/10/2015 20:54
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      alroc
Re: Corrado Malanga
#359
Mi sento vacillare
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Citazione:
NO alroc. La realtà è quella della Treccani.
Se non ti sta bene significa che stai parlando di un altra cosa, non della realtà.

Italiano eh.

Citazione:

Esiste dunque l'identità dell'osservatore in quanto coscienza.


No alroc, non esiste a meno che tu non accetti la definzione della Treccani della realtà: ciò che esiste in sé e per sé.


Ovviamente io sto parlando di un'interpretazione diversa da quella dei dizionari. Che teoria sarebbe altrimenti?

Citazione:
Guarda che l'osservatore non esiste. L'hai detto tu.


Dove avrei detto che l'osservatore non esiste?

Io ho detto che l'unica cosa reale è proprio l'osservatore in quanto coscienza, l'unica cosa reale, in quanto coscienza è la consapevolezza acquisita con l'esperienza. L'osservatore è nel virtuale proprio allo scopo di comprendere la sua scelta di dividersi.

La realtà esiste in quanto osservata.

Mi sembri poco lucido nei ragionamenti. In fondo dico sempre più o meno quattro cose.

In ogni caso buona vita.

Ciao
Inviato il: 3/10/2015 0:12
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Re: Corrado Malanga
#360
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 11/12/2012
Da Sabina
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Citazione:

alroc ha scritto:

Mi sembri poco lucido nei ragionamenti.

Posso sembrarti quello che ti pare, ma il fatto è che non rispondi alle incongruenze che ho evidenziato.

Citazione:
In fondo dico sempre più o meno quattro cose.


Appunto. Giri attorno ai problemi dicendo sempre le stesse cose senza risolvere le contraddizioni.

Citazione:

No alroc, non esiste a meno che tu non accetti la definzione della Treccani della realtà: ciò che esiste in sé e per sé.

Guarda che l'osservatore non esiste. L'hai detto tu.

Dove avrei detto che l'osservatore non esiste?

Io ho detto che l'unica cosa reale è proprio l'osservatore in quanto coscienza, l'unica cosa reale, in quanto coscienza è la consapevolezza acquisita con l'esperienza. L'osservatore è nel virtuale proprio allo scopo di comprendere la sua scelta di dividersi.

La realtà esiste in quanto osservata.

Se la realtà esiste in quanto osservata, e se coscienza-osservatore è l'unica cosa reale, chi osserva Coscienza?

Nessuno e quindi Coscienza non esiste.

Ecco perché l'hai detto tu.

Logica di base.

Come vedi sei tu che non ragioni lucidamente.

E queste cose le ho già dette.

O non capisci il problema o non vuoi vederlo.
Se è la prima chiedi pure, se è la seconda non so come aiutarti.

Citazione:
Io ho detto che l'unica cosa reale è proprio l'osservatore in quanto coscienza, l'unica cosa reale, in quanto coscienza è la consapevolezza acquisita con l'esperienza.

Guarda che recitando il rosario Malanghiano non si risolvono le contraddizioni

Non è possibile fare esperienza reale in un mondo non reale.
Per la milionesima volta eh.

Citazione:
L'osservatore è nel virtuale proprio allo scopo di comprendere la sua scelta di dividersi.

Come NEL virtuale?

Se è virtuale niente di reale può stare nel il virtuale.

Alroc, se io rilevo incongruenze di tip logico, devi usare termini precisi e che non possono generare malintesi, altrimenti quello che dici diventa incomprensibile.

Citazione:

La realtà esiste in quanto osservata.

Quindi Coscienza non esiste.

Se altro da Coscienza la osserva, esiste.

L'hai detto tu con la tua definizione di realtà.

La realtà esiste solo se osservata = Coscienza esiste solo se osservata.

Logica.
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Chuang Tzu
Inviato il: 3/10/2015 6:48
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