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  sui Protocolli dei Savi di Sion (articolo straordinario)

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sui Protocolli dei Savi di Sion (articolo straordinario)
#1
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 17/10/2011
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PARTE I



I falsi Protocolli


Poche volte il titolo di un libro è stato associato ad un aggettivo come in questo caso, infatti è raro leggere la frase I Protocolli dei Savi di Sion senza la presenza del qualificativo «falsi». E, in generale, questo testo ha diviso lettori e commentatori in due partiti, coloro che sostengono i Protocolli essere un falso calunnioso, e coloro che sostengono che i protocolli affermono il vero anche se sono falsi.


Se andiamo a ricercare i motivi per cui si formulano questi giudizi, leggiamo delle ragioni esposte con molto clamore, quali: «perché calunniano il popolo ebraico», «perché sono stati usati per fomentare l’antisemitismo», «perché il curatore della prima edizione si è contraddetto riguardo alla loro origine», «perché sono copiati da un testo precedente», «perché una sentenza di un tribunale svizzero lo ha decretato», «perché il Times lo ha dimostrato in una serie di articoli del 1921» e «perché un’inchiesta del governo russo lo appurò quasi in contemporanea alla prima pubblicazione»


A parte l’ultimo argomento, che merita molto rispetto, tutte le altre ragioni sono inconsistenti.Dire che un testo è falso in quanto calunniatorio è una petizione di principio (utilizzo della tesi da dimostrare come argomento dimostrativo), se infatti affermassero il vero non costituirebbero calunnia. Dire che un testo è falso perché ha prodotto esiti riprovevoli è unnon sequitur. Quanto alla contraddizione sulla data in cui il testo sarebbe stato prodotto, non è significativa, infatti trattandosi, secondo il curatore, di appunti trafugati, le date fornite da Nilus sarebbero state pure supposizioni. La sentenza del tribunale svizzero, ricusata in appello, si avvalse di testimonianze inattendibili della sola accusa (la difesa non fu neppure ascoltata) e fu chiaramente irregolare. Più interessante invece è la similitudine dei Protocolli con il testo di Maurice Joly, che costituisce anche la prova essenziale delle «dimostrazioni» del Times. Apprendiamo improvvisamente che se un testo ne riprende parzialmente un altro è falso. Perbacco, allora quasi tutta la matematica che si studia è falsa, perché si ritrovano gli stessi teoremi in testi precedenti, e così pure la storia! Anche in questo caso si è data per scontata una parte del ragionamento: cioè che il plagio riscontrato attesta la falsità se si tratta di opere di fantasia, il che era appunto l’assunto da dimostrare.


Un commentatore arriva a dichiarare: «Si è potuto dimostrare – qualunquecosa si pensi del loro contenuto e della loro stessa origine – che si tratta, dalpunto di vista materiale, di un falso costruito copiando quasi letteralmenteun pamphlet antibonapartista dell’avvocato francese Maurice Joly» (Massimo Introvigne) Facciamo notare al noto studioso di religioni, che applicando il suo ragionamento, ad esempio, al Vangelo secondo San Marco, potremmo egualmente dire che, «indipendentemente da quello che si puòpensare del suo contenuto, è falso, in quanto copiato quasi letteralmentedalla predicazione di un certo Simone di Galilea, un facinoroso che assalì asciabolate il servo del sommo sacerdote».


Per contro va detto che anche le ragioni dei sostenitori della veridicità dei Protocolli (il commento di Julius Evola spostò l’attenzione dei lettori dal problema della verità a quello della veridicità del testo) sono estremamente labili. Che buona parte dei piani descritti nel testo si siano realizzati, non significa che sia avvenuto a causa di un complotto, ma potrebbe essere il frutto di casualità storiche, derive sociali, concorso di molti attori e non di una regia unificata. Se i detrattori dei Protocolli indicano per vie indiziarie il nome di qualche possibile mistificatore, i sostenitori devono accontentarsi della generica «serva» di un capo massone. In entrambi i casi personaggi mai individuati, il cui ruolo non è mai stato accertato. Al punto che uno storico serio come Carlo Mattogno (che propende per la tesi del testo artefatto) plaude al saggio di De Michelis che respinge «l’ipotesi – in sé plausibile, mamai dimostrata – della compilazione (dei Protocolli) a Parigi, attorno al1897, a cura di P.I.Račkovskij e con lui della sezione estera dell’Oxrana».



Cosa si deve intendere per «falso»


I Protocolli sarebbero un programma per la conquista e la gestione del potere mondiale. Come si può decidere se un programma sia vero o falso? Senza le dichiarazioni d’intenti degli autori è semplicemente impossibile. Infatti un programma potrebbe corrispondere autenticamente alla volontà e al pensiero dell’ideatore ma poi fallire miseramente senza lasciare tracce nella realtà. Viceversa potrebbero realizzarsi gli scenari descritti nel programma, ma in virtù di altri attori e con motivazioni differenti da quelli originari. Neppure la ripresa di testi precedenti può qualificare l’autenticità di un programma, perché potrebbe trattarsi semplicemente di idee condivise, che il pianificatore fa proprie. Pertanto il punto essenziale per determinare la falsità dei Protocolli, consiste proprio nel dimostrare che non si tratta di un programma. Dimostrazioni positive di questo genere sono impossibili, ma proveremo a tracciare due scenari opposti, valutandone la coerenza e la plausibilità.



Prima ipotesi: i Protocolli sono falsi


La tesi classica a riguardo dei Protocolli li definisce come opera di calunnia contro il popolo ebraico. Se questo è il cadavere, l’arma del delitto consiste neiDialoghi all’inferno tra Machiavelli e Montesquieu libello satirico contro Napoleone III da cui sono ripresi e talvolta quasi trascritti numerosi passaggi. Il movente sarebbe l’ostilità del governo zarista verso gli ebrei, che avrebbe fomentato sentimenti antisemiti, sfogatisi nei pogrom.



Il cadavere


A differenza del testo di Joly, che si presenta come un trattatello politico in forma di discussione puramente teorica (tanto che il lettore dei nostri giorni stenterebbe a riconoscervi una satira), i Protocolli fanno una serie di affermazioni sulla realtà, quasi fossero appunti sullo stato di avanzamento dei lavori. Il «noi» narrante almeno in tre circostanze parla del presente (la stesura del testo definitivo e pubblicato dei Protocolli, va situata tra il 1899 e il 1905) e lo fa riguardo alle ricchezze, alla stampa e al successo di alcune linee di pensiero. Il primo controllo preliminare che è doveroso fare, riguarda dunque queste affermazioni, che si possono ben giudicare o vere o false.


- Il monopolio delle ricchezze: all’inizio del 1900 la predominanza della famiglia Rothschild all’interno delle Banche Centrali si è già affermata. Molti dei più grandi banchieri internazionali sono ebrei che, effettivamente, grazie all’uso delle ricchezze che amministrano, cambieranno la storia degli anni successivi. Bene lo avrebbero appreso la Russia, devastata dalla rivoluzione bolscevica finanziata da Jacob Schiff, e la Germania, trasformata dall’avvento del nazismo finanziato dai Warburg. Ancora pochi anni e gli Stati Uniti capitoleranno con il Federal Reserve act (1913). A questo riguardo i Protocollidicono il vero.


- Il discorso sulla stampa non è meno clamoroso. Vale la pena di riportare alcuni passi del testo originale: «... siamo riusciti a controllare la società deigentili ad un punto tale che essa vede gli affari mondiali attraverso le lenticolorate con le quali le copriamo gli occhi» ed «esiste già nel giornalismofrancese tutto un sistema di intese massoniche... ». Proprio la situazione russa di quell’epoca, in relazione all’opinione pubblica, testimonia la triste verità della prima affermazione.



In occasione del pogrom di Kichinev (1903), in realtà una serie di scontri avvenuti in occasione della concomitanza tra la Pasqua ortodossa e quella ebraica, la stampa inventò orrori e sevizie ai danni delle vittime ebree (vi furono anche vittime cristiane, ma di esse nessuno si diede mai pena), che non erano mai avvenuti. Vi furono ripetuti tentativi (poi falliti) di accusare elementi dell’esercito, attribuendo loro la responsabilità dell’accaduto. Ma il fatto in assoluto più grave fu che, durante l’istruttoria del processo, un ignoto fece pervenire a un corrispondente inglese a Pietroburgo il testo di una lettera attribuita al ministro dell’interno Plehve, che dava istruzioni al governatore della Bessarabia (il distretto di Kichinev) affinché le forze dell’ordine chiudessero un occhio su eventuali persecuzioni antiebraiche. Nonostante non vi fosse uno straccio di prova non sull’autenticità, ma neppure sull’esistenza di tale lettera, proveniente da fonte anonima, immediatamente il Times la pubblicò. Il testo fu ripreso dalla maggioranza dei giornali occidentali suscitando un’ondata di sdegno antirusso e antizarista. La lettera ovviamente era una pura invenzione calunniosa, ma questo non salvò il ministro Plehve dall’odio montante contro di lui, che culminò nel suo omicidio, perpetrato con un’azione terroristica (è molto significativo che da questo episodio di falso conclamato, si deduca il movente antisemita della falsificazione dei Protocolli). Parallelamente all’enfasi strumentale e calunniosa con cui furono proclamati al mondo gli eventi di Kichinev, a Gomel avvenivano altri disordini che si configurarono come un pogrom antirusso da parte degli ebrei. Inutile dire che la stampa diede ben poca risonanza a questi fatti. Il doppiopesismo che conferma questa «lentedeformante» operata dalla stampa sulla realtà, ebbe poi una spettacolare conferma tra il 1911 e i 1913.



In Russia teneva banco l’affare Beyliss, un ebreo accusato di omicidio rituale nei confronti di un dodicenne. Tutta la stampa internazionale esercitò una pressione formidabile e concorde contro gli inquirenti e a favore dell’imputato. La sentenza scagionò Beyliss correttamente, per insufficienza di prove che lui fosse l’autore materiale del crimine, mentre la stampa si dava a un tripudio di festeggiamenti come se fosse stata sventata l’ingiuria antiebraica (in realtà i fatti sono che il ragazzo fu svuotato del suo sangue tramite quarantasette punture nei vasi sanguigni e negli organi principali mentre era in posizione eretta e il tutto fu perpetrato in concomitanza con l’inizio della Pasqua ebraica e con la costruzione di una nuova sinagoga). Quasi contemporaneamente, negli Stati Uniti, un altro ebreo di nome Leo Frank, subì un processo per stupro e omicidio di una ragazza. Anche egli fu giudicato (e condannato a differenza di Beyliss) in base a indizi molto incerti. Mentre attendeva il ricorso in cassazione, una folla armata lo strappò di prigione e lo linciò. Tuttavia la stampa non gettò nessun tipo di accusa antisemita sull’Amministrazione americana e il fatto non fece neppure clamore.



Riguardo al secondo punto della stampa, ovvero che in Francia esisteva già un cartello massonico dominante nel campo dell’informazione, possiamo offrire una dimostrazione indiretta. Nel 1904 emerse infatti l’affare Bidegain, un infiltrato nella massoneria che riferiva alla curia parigina. Costui collaborò col Grand’Oriente nella schedatura degli ufficiali dell’esercito, passando poi i «pizzini» (le «fiches») al ministro della Guerra André del governo del massone Emile Combes. Le informazioni concernevano la condotta religiosa dei militari e riportavano giudizi quali «clericanaglia», «spirito gesuitico» o informazioni come «va a Messa» e «ha partecipato alla prima Comunionedella figlia» e decretavano la fine della carriera di questi soldati credenti. Grazie alle prove raccolte da Bidegain lo scandalo giunse in parlamento e contribuì alla caduta del governo Combes nel 1905. Se dunque una selezione massonica di questo tipo esisteva per l’esercito, quanto più doveva valere per un’attività nevralgica come la stampa!



Del resto in Russia, dove non si erano ancora insediati regimi rivoluzionari, la preminenza ebraica nel campo dell’informazione era già schiacciante. Lo dimostra il famoso aneddoto del deputato Purichkevic che additò la tribuna stampa del neonato parlamento chiamandola zona di residenza (nome che assumevano quei territori che potevano essere abitati dagli ebrei, secondo le vecchie leggi zariste) facendo scoppiare in una fragorosa risata tanto la maggioranza quanto l’opposizione: i giornalisti infatti erano quasi tutti ebrei. E che non fosse un caso lo dimostra il fatto che in quello stesso 1905 alKolokol (il giornale dei parroci) fu negata la rappresentanza nella tribuna stampa della Duma, grazie a una serie di prevaricazioni lobbistiche. Anche se una vera dimostrazione dell’assunto comporterebbe l’esame di un materiale sterminato, gli esempi qui riportati illustrano che il giornalismo internazionale, all’epoca dei Protocolli, si comportava sulle questioni sensibili in modo compatto, sincrono e illogico, il che deve lasciar supporre che gli orientamenti di opinione rispondessero ad una regia esterna. Ed è anche vero che tra gli operatori del settore, soprattutto nei ruoli direttivi, si nota un affollamento di ebrei che non può essere casuale. Giovanni Preziosi segnala l’agenzia Reuter e i gruppi Mosse ed Ullstein in Germania, il Times (che pubblicò gli articoli sui «falsi» Protocolli) e altri giornali in Inghilterra, ilPetit Parisien (il giornale più venduto) in Francia, della Russia si è detto. Anche a questo riguardo, quindi, si può tranquillamente concludere che iProtocolli non mentono.



- «Notate il successo di Darwin, di Marx e di Nietzche, che fu interamentepreparato da noi». Queste sarebbero le tre linee di pensiero sponsorizzate dai Savi di Sion. Che Marx, ebreo e massone, ricevesse sostegno dai suoi pari è cosa scontata. Che il suo successo fosse stato preparato lo si può notare da alcuni particolari: il primo movimento comunista nacque dalla «Lega deigiusti» un movimento illuminatico (fondato niente meno che da Mazzini) che era finito sotto la direzione ebraica. Joseph Moll, a quell'epoca leader della «lega» commissionò a Marx la redazione del Manifesto, che non fu altro che una parafrasi del programma di Weisshaupt, e la pubblicazione fu finanziata da un terzetto americano composto da Horace Greely e Clinton Roosevelt, membri della «Loggia Columbia» di New York e da un certo Lafite, a sua volta affiliato ad alcune sette segrete. I movimenti comunisti, al motto di «proletari di tutto il mondo unitevi», in realtà furono sempre riuniti sotto la direzione di personaggi che tanto proletari non erano, ma piuttosto – e qui sta il trucco – cripto-intellettuali giudei o massoni, come dimostrò clamorosamente la rivoluzione bolscevica.



Per quanto riguarda Darwin il discorso è meno immediato, ma altrettanto evidente. Senza entrare nel merito del valore scientifico della sua teoria, basti dire che essa conobbe una diffusione capillare assolutamente sproporzionata alla portata delle nuove presumibili conoscenze, nonché fu divulgata e insegnata nelle scuole, in un senso che oltrepassava ampiamente le reali affermazioni di Darwin. Tra i suoi sostenitori spiccano delle figure caratteristiche. In primo luogo Thomas Henry Huxley (nonno dei due iniziati occultisti e mondialisti Julian e Aldous) talmente acceso nella sua propaganda evoluzionista da essere soprannominato «il mastino di Darwin». Alfiere del materialismo fu anche uno dei padri del moderno agnosticismo. Nemico della religione e dell’origine divina dell’uomo, si preoccupò piuttosto della dignità degli animali, che, con involontaria ironia talmudica, elevò al rango di «fratelli minori». Altro sponsor del successo darwiniano fu Herbert Spencer, filosofo positivista che confinava il conoscibile al campo strettamente materiale, relegando così le dottrine religiose nella sfera dell’irrazionale. Applicò largamente la teoria evolutiva ad altre discipline che non la biologia, rivelando così quelle potenzialità di questa dottrina che la facevano essere tanto cara ai nemici della retta ragione e della cristianità. In particolare, oltre che al principio filosofico materialista, la riferì all’educazione e alla politica, riportando la prima a una sorta di naturalismo alla Rousseau e inaugurando nella seconda il «darwinismo sociale» (una versione ancora più spietata dell’homo homini lupus hobbesiano). Per coronare tanto materialismo, il Kybalion, caposaldo letterario della filosofia ermetica, cita lo Spencer, dipingendolo come la reincarnazione di Eraclito! A favore di Darwin e dei suoi sostenitori giocò un ruolo decisivo la stampa, controllata da chi sappiamo, che enfatizzò sempre le ragioni favorevoli al darwinismo e trascurò quelle contrarie. Le maggiori riprove di tale atteggiamento del giornalismo, apparvero più tardi, quando ogni ritrovamento dei presunti “anelli mancanti” fu celebrato con fanfare trionfali, mentre le scoperte delle falsificazioni dei reperti passarono in sordina, per essere tosto dimenticate.



Infine Nietzche, che conobbe il suo massimo successo sotto il regime nazista, aveva già penetrato la cultura precedente, anche se non piace ricordarlo. Vi sono tre elementi del pensiero nietzchano particolarmente funzionali all’ideologia dei Protocolli: la morte di Dio, il superuomo, e il superamento della morale. Queste tre radici si erano fuse nelle teorie razziste ed eugenetiche che tenevano banco alla fine dell’Ottocento. Giova ricordare che il fondatore del Ku Klux Klan fu Albert Pike, già «gran sovrano ecommendatore del supremo consiglio dei 33» e che il bollettino del B’nai B’rith (seppure parecchi anni più tardi, nel 1923) affermava che «il Ku KluxKlan può diventare uno strumento di progresso e di beneficenza... » rivelando così una disdicevole comunanza di vedute. Ma fu soprattutto in California all’inizio del ‘900 che si formò il concetto di una razza superiore nordica bianca, da selezionare e preservare con ogni mezzo. Nel 1902, ad opera del presidente della Stanford university, David Starr Jordan, appariva l’epistola razziale «Il sangue della nazione», manifesto programmatico dell’eugenetica, che sosteneva l’ereditarietà delle qualità umane. Queste idee sarebbero rimaste confinate in qualche oscuro laboratorio, se i finanziamenti della Fondazione Carnegie, della Fondazione Rockfeller e della Harriman Railroad Fortune non le avessero portate alla ribalta, conducendo i progetti alla fase attuativa. Così, nel 1909, lo Stato della California approvava le leggi eugenetiche, grazie a cui decine di migliaia di persone furono sterilizzate, internate in colonie o impedite al matrimonio, perché giudicate inadatte a contribuire alla procreazione di una razza sufficientemente elevata. Secondo le teorie di Popenoe, che prevedevano la selezione «eugenecida», molti malati mentali finirono abusivamente nelle camere a gas o furono vittime di altre terapie mortali ed eutanasia passiva. Nel 1927 la sentenza della Suprema Corte di Giustizia americana, promulgata da Oliver Wendel Holmes e ratificata dal giudice Brandeis, autorizzava i programmi eugenetici a livello federale. Dal canto suo, la Fondazione Rockfeller finanziava massicciamente gli studi e le applicazioni sulla razza in Germania, elevando i dottori Rudin e Verschuer (il cui assistente era Mengele) a guru dell’eugenetica.



Per chi ha dimestichezza con i nomi testè citati, risulta facile concludere che anche nel caso di Nietzche, oltre che di Marx e Darwin, i Protocolli dichiarano una sostanziale verità. Se ci si attiene a quanto il testo afferma in modo comprovabile (escludendo quindi i propositi) siamo costretti a rilevare che il «cadavere» è vivo e vegeto e i Protocolli non si possono tacciare di falso. Naturalmente è troppo poco per formulare un giudizio conclusivo, anche solo su questo primo punto, perché è soprattutto dall’insieme degli elementi (oggetto-strumento-movente) che riusciremo a intravedere un panorama sufficientemente ampio e chiaro.



L’arma del delitto


Se si paragonano i Dialoghi all’inferno tra Montesquieu e Machiavelli aiProtocolli con l’unico intento di registrare le concordanze, se ne trovano indubbiamente molte, talune quasi letterali. Le più spettacolari e importanti sono le seguenti:


- Il popolo potrebbe camminare tranquillo sotto la guida delle parrocchie.


- Minacciati dalla rovina i popoli ricorreranno al despotismo come salvezza (occorrerà circa un secolo).


- Dovere di governare per trattenere le forze irrazionali che distruggono la società.


- La conflittualità sociale distrugge i corpi intermedi e pone i singoli in stato di dipendenza dal tiranno.


- Le persone indipendenti verranno messe all’indice.


- Complotti false flag per introdurre misure di rigore e limitazioni della libertà.


- Gli uomini di disordine saranno reclutati nelle società segrete; con l’avvento della tirannia queste saranno soppresse ad eccezione di un unica società infiltrata e controllata dal governo. Gli agenti dei servizi di intelligence saranno affiliati.


- Cultura del sospetto e delazione generalizzata.


- Numerosissima guardia in borghese del tiranno.


- Controllo statale della scuola e dell’università, gli studi privilegino la storia recente.


- Controllo della stampa tramite reati d’opinione, responsabilità penale di autori ed editori, limitazioni, permessi e tasse.


- Infiltrazione del potere nella stampa, tramite la sovvenzione di giornali di tendenze apparentemente opposte, critici sulle sciocchezze e filogovernativi nella sostanza. Caos d’opinioni per confondere il pubblico. Influenza decisiva nelle province. Abolizione della cronaca nera.


- Controllo dei magistrati tramite la rotazione frequente (prepensionamenti).


- Albo statale degli avvocati


- Equiparazione dei reati politici ai reati comuni.


- Necessità di ingenti risorse finanziarie per sostenere un imponente apparato amministrativo.


- Descrizione dei bilanci negligenti dello Stato.


- Far pagare le tasse ai ricchi.


- La tirannia procurerà la piena occupazione.


- Utilizzo dei circenses per sviare la passione del popolo dalle questioni importanti.


- Piani del despota imperscrutabili dal popolo e dall’amministrazione.



Abbiamo menzionato le concordanze più importanti secondo il criterio che costituiscano delle idee-chiave oppure che appaiano nei due testi con parole molto simili. Ve ne sono anche altre, soprattutto nella sfera dei tecnicismi giuridici. Però non si può omettere di registrare le differenze che intercorrono tra i due libri, cioè le idee di una certa importanza presenti nell’uno e assenti nell’altro. Ad esempio in Joly abbiamo:



- Esaltazione del tiranno tramite simboli patriottici. L’architettura e le conquiste belliche sono gloria della nazione.


- Guerra esterna per una pace interna.


- Fuori della politica grande tolleranza, libertà filosofica e religiosa.


- Controllo del clero tramite la chiesa patriottica.


- Selezione pre-elettorale dei candidati. Legge elettorale (collegi uninominali, circoscrizioni, etc.).


- Preminenza dell’esecutivo sul parlamento.


- Discussione del problema della stampa estera.


Tali questioni e altre concernenti il sistema giudiziario (su cui Joly si dilunga alquanto) non hanno riscontro nei Protocolli.


Viceversa i Savi anziani trattano di:


- Principii gnostici, filosofia del potere, volontà di stabilire un’aristocrazia plutocratica.



- Ricchezza strumento del potere: l’oro serve a influenzare, selezionare e determinare l’educazione, la cultura, gli stati d’animo e persino le teorie scientifiche.



- Ordine dal caos, metodo problema-reazione-soluzione.



- Uso della finanza per attaccare la classe intellettuale del nemico. Cicli di espansione e restrizione del credito per creare povertà. Virtualizzazione dell’economia.



- Materialismo e sete di guadagno su base speculativa sono strumenti per cancellare l’idea di Dio dalla mente dei cristiani.



- Manipolazione del linguaggio (politically correct).



- Rieducare le nazioni secondo i principii voluti, passando per una fase di destrutturazione (diseducazione tramite falsi principii). Per assicurarsi questo scopo è necessario distruggere la famiglia col suo valore educativo.



- Demolire la capacità di ragionamento astratto.



- Agenzie di stampa centralizzate, che raccolgono e distribuiscono le notizie.



- Uso della povertà (quindi – mancanza di - panem et circenses) per il controllo delle masse.



- Utilizzo dell’assassinio mirato e dell’arresto extragiudiziale.



Di tutte queste cose (e non sono né poche né di importanza trascurabile) neiDialoghi di Montesquieu e Machiavelli non vi è traccia. Già queste differenze potrebbero indurre delle riflessioni su quanto un testo dipenda dall’altro, ma vi è di più.


Infatti tra i Dialoghi e i Protocolli esistono delle vere e proprie divergenze, argomenti su cui si pronunciano in modo diametralmente opposto. Ne segnaliamo quattro che concorrono a separare fortemente il significato dei due libri.


1 - Il tiranno di Joly ha come fine ultimo la sua ambizione personale, tutta la sua opera è riferita a se stesso. Al contrario il re di Israele è sottoposto al giudizio dei Savi e deve lavorare per «la causa» che si realizza tramite piani a lungo termine.


2 - La filosofia di Joly è relativista: «Nell’amministrazione dello Stato per laverità non ci sarà posto», dunque si governa per governare e si utilizzano le leve ideologiche disponibili. Di tutt’altro stampo è l’intendimento deiProtocolli, che separano nettamente principii e idee veri da quelli falsi. E arrivano a proclamare che «la nostra potenza sarà organizzatrice dell’ordinein cui consiste la felicità dei popoli», dichiarazione che presuppone un piano ideale oggettivo, fortemente creduto.


3 - La questione religiosa. Al riguardo di questo argomento di primaria importanza, la distanza tra i Dialoghi e i Protocolli è incolmabile. Joly si limita a proporre un controllo del clero affine a quello praticato dalla Rivoluzione Francese e a suggerire di aiutare il Papato in cambio di un riconoscimento della legittimità del proprio potere. Insomma, per lui il problema della religione è perfettamente risolto, allorquando essa si presti ad essere instrumentum regni. Di tutt’altro avviso sono i Savi anziani: «Dobbiamo cancellare persino l’idea di Dio dalle menti dei cristiani» e «Quando saremo signori della terra non ammetteremo altra religione che lanostra...». Essi esprimono idee molto chiare su chi siano gli amici e chi i nemici: «la Russia (in quanto autocrazia a base religiosa, nda) è la nostraunica nemica pericolosa, se non teniamo conto della Santa Sede» e sanno bene come affrontarli: «Distruggeremo tutte le professioni di fede a costo diprodurre (temporaneamente) degli atei» e poi, dopo aver provocato un assalto rivoluzionario contro il Vaticano ed essersi atteggiati a suoi salvatori: «Così penetreremo fino al cuore di tale corte e nessuno potrà piùscacciarcene finché non avremo distrutto la potenza papale». La lotta sarà senza quartiere: «I nostri filosofi mostreranno gli svantaggi delle religionicristiane, ma nessuno potrà mai giudicare la nostra...» e il successo sarà suggellato dal fatto che «Il re di Israele diventerà il vero papa dell’universo,il Patriarca della Chiesa Internazionale». Come si vede, nei Protocolli la questione religiosa è di importanza centrale.


4 - Il programma finanziario. Joly dipinge un sistema di denaro-debito molto simile a quello in uso nell’Europa odierna, mentre gli anziani di Sionutilizzano un denaro senza interesse, commisurato alla densità demografica, e con un governo politico dell’economia. Nei Dialoghi, Machiavelli prospetta numerosi trucchi, manipolazioni dei dati e propaganda sullo stato delle finanze, mentre i Protocolli promuovono una soluzione effettiva del problema. Joly fa un elogio del debito pubblico e i Protocolli rispondono: «L’indebitamento degli Stati dei gentili è una prova che hanno un cervellopuramente animale», «Il principe chiederà prestiti» dice Machiavelli e iSavi dispongono l’annullamento del mercato dei titoli pubblici; si consoliderà il debito, cioè non potendo restituire il capitale si corrisponderà una rendita al creditore; di rimando i Protocolli spiegano che il debito pubblico non fa che aggravare le tasse di un interesse, lo si ripaga molte volte lungo gli anni e, alla fine, resta un debito. Per ripagare i debiti il principe ricorrerà a tasse e privatizzazioni, gli anziani a tasse e statalizzazioni, col governo azionista e creditore in molteplici imprese. Nei «vi saranno enormi istituti di credito,apparentemente per sostenere l’industria, in realtà per sostenere le rendite», nei Protocolli le Borse saranno chiuse, sostituite da organismi governativi che controlleranno l’economia reale. Gli anziani di Sion in conclusione commentano: «Le relazioni dei nostri esperti finanziari li hanno ingannati (i governi dei gentili, nda) e sono persino riusciti a presentare la questione deiprestiti sotto una buona luce», dando così, definitivamente, dell’imbecille allo Joly.



Alla fine di questa panoramica, in cui abbiamo preferito le sintesi riassuntive dei concetti all’affastellamento di citazioni che avrebbero moltiplicato inutilmente le pagine, bisogna concludere che per la quantità, ma soprattutto per il peso qualitativo di argomenti dichiarati esplicitamente essenziali nel testo, possiamo valutare la distanza tra i due scritti. E per la presenza di un nucleo originale fondante la filosofia dei Protocolli, che arriva persino a scontrarsi frontalmente con la politica dei Dialoghi, risulta errato dire che quest’ultimo testo sia stato usato per confezionare un falso. Tutt’al più si potrà dire che i Dialoghi sono stati usati per creare un originale. Stando alla tesi dell’accusa, l’arma del delitto è spuntata.



Il movente


Non c’è dubbio che questo sia il punto più debole di tutta la tesi accusatoria. Il primo argomento che va smontato, per amore della verità e della giustizia, è la credenza che l’amministrazione zarista fosse antisemita e volesse fomentare le persecuzioni. Nel primo volume di Due secoli insieme Solgenitsin compie un lavoro certosino di ricostruzione di tutta la legislazione russa sugli ebrei, da Caterina I fino alla rivoluzione, e mostra come non furono mai adottati provvedimenti malevoli nei loro confronti, mentre furono intrapresi molteplici sforzi per togliere il popolo ebraico dal suo isolamento e integrarlo nella cultura russa. Soprattutto furono offerte agli ebrei ghiotte occasioni di coltivare terra di proprietà, con finanziamenti a fondo perduto e disponibilità di fattorie, attrezzi, sementi e bestiame, opportunità mai colte e sempre malamente sciupate in guisa di una vacanza pagata prima di (ri)darsi alla vita nomade.



Per quanto riguarda l’istruzione superiore, le leggi dell’impero russo, attente alle minoranze, avevano prodotto una situazione che addirittura favoriva nettamente gli ebrei rispetto ai russi (e per tutto ringraziamento gli studenti universitari ebrei divennero in massa rivoluzionari o sovversivi anti zaristi). Con l’avvento del periodo rivoluzionario di fine ‘800 la «questione ebraica» fu strumentalizzata dagli anarchici e dai comunisti per disporre di un pretesto sempre valido in nome del quale attaccare il potere costituito. Del resto le fila dei rivoluzionari si ingrossarono grazie alla presenza ebraica, che partecipò a tutti i tipi di impresa antagonista, dal sindacato (costituirono il Bund, potente sindacato ebraico) fino ai gruppi terroristi, in cui militarono, purtroppo, con successo. Abbiamo già visto che all’inizio del ‘900 l’amministrazione zarista fu ripetutamente calunniata dalla stampa, sia nazionale che internazionale, che la accusava di non prevenire e reprimere i pogrom antiebraici.



In realtà i provvedimenti delle forze dell’ordine e della magistratura furono sempre solerti e imparziali. Fece eccezione il pogrom di Kiev del 1905, in cui le provocazioni contro i simboli zaristi sacri al popolo furono davvero estreme, con devastazione della Duma, dell’università, spari contro la Polizia e dileggi ai cristiani. L’esercito rimase per quasi due giorni in uno stato catalettico, mentre in città si produceva ogni genere di disordine, per via della catena di assenze e dimissioni tra gli alti gradi, che si erano prodotte in concomitanza della concessione del regime costituzionale da parte dell’Imperatore. Tuttavia, per quanto i danni materiali ai negozi e ai palazzi degli ebrei fossero ingenti, la conta finale delle vittime è di 47 morti, di cui 12 ebrei e 35 cristiani e 205 feriti un terzo ebrei e due terzi cristiani. Anche in questo caso, sarebbe più corretto parlare di scontro di fazioni, piuttosto che di persecuzione.



Fatta questa doverosa premessa, gli argomenti risolutivi, che smontano il movente del falso antisemita sono due. Il primo è che nel 1895, monsignor Pranaitis (che fu anche perito al processo Beyliss) aveva tradotto una vasta selezione dei responsi talmudici anticristiani. Quale bisogno c’era dunque di creare un falso, quando esisteva un testo autentico che forniva ottime garanzie nel suscitare il risentimento antiebraico?



Frasi quali: «Non bisogna porre bestie nelle stalle dei cristiani, essendoquesti sospetti di coito coi bruti», oppure «Gli averi del cristiano sono comeil deserto: il primo che arriva se ne appropria» avrebbero prodotto l’effetto di un ferro rovente. Né sarebbe stato accolto meglio il detto: «Dio li creò informa di uomini in onore di Israele, poiché i cristiani non furono creati adaltro fine se non a quello di servire i giudei giorno e notte né mai deve loroesser data requie che cessino da simile servizio. Sconviene al figlio del re(l’israelita) che lo servano bestie in quanto tali, ma è conveniente che loservano bestie in forma umana». E lo stesso presunto falsificatore, non si sarebbe dato pena di citare nessun passo del Talmud, pur avendolo a disposizione su di un piatto d’argento?!



Il secondo argomento incompatibile con la tesi del falso calunniatorio è l’identificazione della vittima. Premesso che i Protocolli rivendicano chiaramente la realizzazione dei loro piani delittuosi ad opera di una ristretta cerchia esoterica, dichiarazione di per sé poco adatta a vituperare il buon nome di un popolo, ma poi, è degli ebrei che si parla? Il «noi» narrante si identifica con il «sangue di Sion» e con i «figli di Israele», espressioni usate e abusate a proposito e sproposito in moltissimi contesti. Ad esempio Elisabetta I chiamava l’Inghilterra «il mio Israele», la Massoneria e molte altre confraternite adottano nomi e simbologie israelitiche. Mai si nomina il Messia. In una sola occasione si nomina Mosè: «Le nuove generazionisaranno istruite nella dottrina di Mosè, che ci impose di mettere tutte lenazioni sotto i nostri piedi», ma poche righe oltre, a proposito di tale dottrina viene detto: «... il suo vero significato sarà noto solo ai nostri, chenon si arrischieranno a svelarne i misteri». La dottrina di Mosè, i dieci comandamenti, è esposta nei primi libri della Bibbia, accessibile a tutti e scritta a lettere talmente chiare che la leggono i ciechi e la ascoltano i sordi, di quali misteri si parla? E poi: «I massoni gentili saranno esiliati fuoridall’Europa, perché qui avremo il centro del nostro governo»: ma come, gli ebrei ogni anno ripetono «L’anno prossimo a Gerusalemme» e invece questi Savi vogliono porre in Europa la loro capitale? Ancora: «L’antisemitismo èutile per mantenere l’ordine tra i nostri fratelli minori» e chi sarebbero i fratelli minori degli ebrei? Di certo i Protocolli non fanno riferimento alle teorie di Thomas Henry Huxley!



E il testo è firmato dai «rappresentanti di Sion del 33° grado» (sic!). Se iProtocolli avessero voluto diffamare qualcuno, avrebbero dovuto necessariamente avere l'accortezza di descriverlo meglio.



Prima sentenza


Se si considerano i Protocolli un falso, è un falso che dice delle scomode verità sul presente e che, progettando il futuro, riprende alcune teorie di un oscuro avvocato parigino, per poi contraddirlo su vari argomenti basilari e completare l’opera inserendo una serie di idee filosofiche originali. Tali idee non solo giustificano le applicazioni giuridiche dello Joly, ma ne generano altre che Joly non aveva contemplato. E il falsificatore avrebbe fatto questo per suscitare risentimento contro gli ebrei, che descrive oltretutto in modo labile e confuso, pur essendoci a disposizione un testo autentico che lo avrebbe fatto altrettanto bene. Pertanto la tesi del falso antisemita è da escludersi completamente.



Resta comunque assai difficile da sostenere la tesi del falso calunniatorio in toto, in quanto non si comprende neppure bene chi sia l’oggetto della calunnia.



Tuttavia restano forti sospetti che si tratti di un «falso» a causa delle scopiazzature dai Dialoghi e a causa dell’indagine commissionata da Stolypin, uomo di acclarata onestà intellettuale. Falso come, falso perché? Finora abbiamo visto che cosa i Protocolli non sono. Da qui in poi cercheremo di scoprire cosa possano essere.



(Fine della prima parte)



Nicolas Burbaki -

http://it.wikipedia.org/wiki/Nicolas_Bourbaki


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PARTE II


Alternative al concetto di falsificazione

Il partito più esteso degli oppositori al falso, è quello che considera il testo veridico, seguendo la scuola di Julius Evola ed Henry Ford. Costoro hanno creduto all’esistenza di un complotto ebraico, svelato dai Protocolli, indipendentemente da come questo testo sia stato composto. Il guaio di questa ipotesi è che, tanto più si vedono realizzare i programmi del libro, tanto meno risulta accettabile la tesi di un testo artefatto che dica la verità. Come avrebbe potuto un analista del primo Novecento predire gli sviluppi futuri di un secolo di storia? Non sarebbe bastato un genio, ci sarebbe voluto un profeta! A questo punto è meglio considerare il testo autentico, come fanno ad esempio gli evangelici americani, che sostengono essere i Protocolli il programma degli Illuminati, prodotto per «scrittura automatica» (una forma di spiritismo ben conosciuta, praticata ad esempio dalla moglie del poeta Yeats). William Paine Carr, su questa stessa linea, si spinge a ipotizzare che i Protocolli fossero il programma di conquista del mondo, emerso dalla riunione del 1773 a casa Rothschild. Queste ipotesi hanno il pregio di attribuire la filosofia del libro al gruppo che effettivamente la professa (gli Illuminati), ma restano supposizioni non solo non suffragate da prove, ma nemmeno inquadrate in uno straccio di ricostruzione.


L’articolo di Mattogno

Un importante passo avanti nell'interpretazione dei Protocolli è stato compiuto da Carlo Mattogno con il suo articolo: «I falsi ‘falsi Protocolli’ scopoe significato de ‘I Protocolli dei Savi anziani di Sion’» (facilmente rintracciabile su internet), che ha l’indubbio merito di interpretare il testo non «indipendentemente dal suo contenuto», ma proprio a partire da esso. In estrema sintesi, lo storico sostiene che i Savi del testo indicherebbero i liberali e tutti i nemici della monarchia assoluta, mentre i gentili rappresenterebbero le monarchie di diritto divino. Quando i Savi dicono «abbiamo fatto» o «faremo», l’autore dei Protocolli critica le conseguenze presenti e future del liberalesimo. Tuttavia i ruoli si confondono quando il testo fa l’apologia dell’autocrazia, sia dei«gentili» che del «re di Israele», perché in quei frangenti esprime la risposta e l’auspicio dell’aristocrazia di fronte agli attacchi liberali. In pratica l’autore dei Protocolli sarebbe un intellettuale aristocratico (quale ad esempio il Conte Malynski, nda) che compone un libello di filosofia politica, allo scopo di produrre un memoriale o lettera aperta con cui mettere in guardia lo Zar dai pericoli del liberalesimo e dalle derive sovversive repubblicane. Questa ipotesi è una delle più convincenti e ha l’indubbio merito di accordarsi sia con l’inchiesta di Stolypin, che aveva decretato la natura «falsa» del testo, sia con l’atteggiamento di Nicola II, che ordinò di ritirare il libro dal commercio perché, disse, «una buona causa non può essere difesa con mezzi sporchi». Ora questo Zar, persona mite e che fece ampie concessioni liberali al nuovo regime costituzionale, non avrebbe mai considerato l’antisemitismo «una buona causa», mentre tale avrebbe considerato l’espressione lealista di sostegno alla monarchia.

Tuttavia anche la tesi di Mattogno fatica a spiegare i Protocolli nella loro completezza. Riguardo alla figura imperiale, il fatto che lo Zar sia soggetto alla tutela e al giudizio dei Savi (in questo caso gli aristocratici) ne sminuirebbe il diritto divino. La figura dell’Imperatore dovrebbe essere adorata dal popolo con una fede patriarcale, ideale a cui però non crederebbe neanche l’autore dei Protocolli che esprime la necessità che «un terzo dellapopolazione controlli gli altri due terzi» (facendo la spia). L’autocrazia russa sarebbe l’unico nemico pericoloso per il liberalismo, «oltre alla Santa Sede»: qui, come nei propositi di distruggere il Vaticano si nota un grande assente: la chiesa ortodossa, che non viene mai citata, mentre il Papato sarebbe fatto oggetto di un odio speciale da parte dei liberali. Inoltre nel capitolo XXII, laddove si sta già descrivendo il regno di Israele (cioè l’autocrazia restaurata) si afferma che il possesso della più grande potenza attuale, l’oro, dimostra che «il nostro regno è voluto da Dio». Già appare molto poco russo-imperiale questo fondamento del regno sulla ricchezza (al più calvinista), ma poche righe oltre, con coerenza tutta massonica, i Savi attestano: «Una potenzavera non si piega ad alcun diritto, neanche a quello di Dio» principio totalmente incompatibile con colui che era titolato «per Grazia di Dio,Imperatore e Autocrate di tutte le Russie».

Anche il proposito di abolire i classici e la storia antica, che sembra situarsi già nella fase di sforzo utopistico per il regno perfetto, è tipico di un potere «nuovo» e non tradizionale. Ma soprattutto è l’insistenza e l’accuratezza con cui viene ribadito il programma religioso che dà da pensare. Nel capitolo XVII i Protocolli spiegano che «finché non avremo compiuto la rieducazione della gioventù per mezzo di nuove religioni temporanee, per condurla alla nostra, non attaccheremo apertamente le chiese esistenti, ma le combatteremo con la critica». Indicare il re di Israele come futuro «Patriarca della Chiesa Internazionale» suggerisce il tipo di queste religioni temporanee, colorate di sincretismo new age. Inoltre la necessità di passaggi intermedi mostra la lontananza abissale tra la religione tradizionale e quella sovversiva, che non è strumento, ma fine del governo universale: «Quando saremo signori della terra, non ammetteremo altra religione che la nostra» (capitolo XIV, vedere anche le espressioni millenariste del capitolo XXIII). E poi, sempre nel capitolo XIV, si parla dell’ateismo come una tappa intermedia tra la religione classica e quella ventura, il che significa che la nuova religione è più distante da quella tradizionale che non l’ateismo stesso. No, i Protocollinon sono un trattato di filosofia politica, purtroppo, sono un manuale di guerra religiosa, di una religione infera.


Seconda ipotesi: i Protocolli sono veri

Proveremo dunque a ricostruire uno scenario coerente con l’autenticità deiProtocolli. Il cadavere consisterebbe nel fatto che è realmente un programma degli Illuminati. L’arma del delitto dovrebbe spiegare il metodo della sua redazione, tenendo conto delle coincidenze con i Dialoghi all’inferno traMontesquieu e Machiavelli. Infine il movente, dovrebbe chiarire perché mai una setta segreta terrebbe appunti scritti di un suo programma segreto.


Il cadavere

Innanzitutto occorre chiarire che, quando parliamo degli Illuminati, non ci riferiamo semplicemente agli Illuminati di Baviera, che fu un’insorgenza storica degli Illuminati, ma non l’unica e soprattutto non l’ultima. Chiamiamo Illuminati coloro che (spesso nominandosi essi stessi Illuminati) costituiscono le sette segrete caratterizzate dai seguenti elementi.

Religione: Un sistema sincretico di riti delle religioni antiche, in cui sono presenti il culto di Mitra e i misteri iniziatici eleusini.

Teologia: Il nucleo centrale della teologia illuminatica è la gnosi spuria, che si spinge fino al manicheismo (Lucifero sarebbe il dio buono, Adonai, il Dio dei cristiani, quello cattivo).

Mistica: Nient’altro che l’evocazione, l’interrogazione e l’adorazione di satana. La morale è un permissivismo totale utilitaristico, per cui l’unico vincolo consiste nel perseguire gli obiettivi della setta, anche se si scorge una predilezione per i metodi brutali, legati al concetto gnostico di «salvezzaattraverso il peccato». Nel programma illuminatico, la realizzazione di un governo mondiale è considerata una tappa fondamentale per stabilire il «nuovo ordine», di vita, di pensiero, di culto. Seguendo i dettami del «Baphomet» (che reca scritte sulle braccia le due parole) la strategia di lungo periodo è quella del «solve et coagula», cioè frantumare e atomizzare l’ordine tradizionale (di religione, di idee, di culture e di imperi o Stati) per poi ricoagularli nell’ordine nuovo (di religione, idee, culture e super-Stati, fino all’impero mondiale conclusivo). La sintesi di questa strategia è espressa anche nel detto «ordine dal caos».

A livello tattico, quindi per l’operatività nel medio-breve periodo, gliIlluminati adottano il procedimento a piccoli passi (tanti piccoli cambiamenti apparentemente slegati, che in realtà convergono ad un unico obiettivo) e il metodo obiettivo-problema-soluzione (cioè di creare un problema, la cui soluzione possa consistere in un provvedimento, che coincide con l’obiettivo desiderato). Ebbene, il primo capitolo dei Protocolli, nelle sue dichiarazioni di principio, ricalca esattamente l’identikid appena esposto. La natura umana viene descritta come intrinsecamente e irrediabilmente corrotta e il male è l’unico mezzo per raggiungere il bene: questi sono principii gnostici da manuale. Conseguentemente politica e morale non hanno nulla in comune e il diritto risiede nella forza (notiamo di sfuggita che Leo Strauss, il maestro dei neocon, è un filosofo protocolliano!). La forza dell’oro, viene individuata come quella più adatta a sostituire lo Stato di diritto, per scalzare il quale si fomenterà la barbarie nella folla: i Savi inaugurano nel primo capitolo l’intento di giungere al proprio ordine attraverso il caos, e continueranno a ribadire questo concetto in tutto il libro, insieme a quelli analoghi del «solve et coagula» e del metodo problema-obiettivo-soluzione; quasi non c’è capitolo in cui questi concetti non vengano ricordati. Un’applicazione particolarmente significativo del «solve etcoagula» viene illustrata parlando dell’uso strumentale dei principii liberali «libertà, eguaglianza, fraternità», propugnati per sostituire l’aristocrazia cristiana (sorta su base morale, intellettuale e meritocratica) con un’aristocrazia plutocratica (che è quella che osserviamo oggi imporre i propri diktat alla politica).

Nel secondo capitolo, i Protocolli chiariscono bene che il possesso delle ricchezze non è fine a se stesso, ma è un mezzo per giungere al governo, che si vuole universale. Altro compito delle ricchezze è quello di finanziare e monopolizzare i mezzi di comunicazione, in modo da influenzare la cultura, la visione del mondo e gli stati d’animo. Nel terzo capitolo, i Savi anziani rivendicano, come proprio successo, la Rivoluzione Francese. Inoltre preannunciano la grande crisi finale, che indurrà la plebe a invocare il loro governo mondiale. L’identificazione dei Savi con gli Illuminati risulta già perfetta in questi primi tre capitoli, i programmi di Weisshaupt (compresa la preparazione della Rivoluzione Francese trattata al congresso di Wilhelmsbad) e quelli esposti nel carteggio Pike-Mazzini risuonano dettagliatamente specificati. La strumentalità delle sette segrete per il controllo delle democrazie (che sarebbero solo una fase di transizione tra l’impero cristiano e quello degli Illuminati) è enunciata nel capitolo IV, la promozione della guerra mondiale nel capitolo VII. L’antisemitismo per controllare i «fratelli minori» diventa chiaro leggendo il termine «fratelli» in chiave massonica.

L’esoterismo dei Savi, dichiarato fino all’estremo nel capitolo XIII («ilprogresso, come qualunque altro falso concetto, serve a nascondere laverità, affinché non sia palese ad altri che a noi») spiega perfettamente i «misteri» della «dottrina di Mosè». Quando nel capitolo XV i Savi decretano che «all’avvento del nostro regno sarà stabilita la pena di morte per irivoluzionari e per le società segrete» esprimono la dialettica rivoluzionaria sempre utilizzata dai «burattinai»: circondarsi di utili idioti fino alla presa del potere e, qui giunti, per prima cosa eliminarli, sopprimendo con essi l’ala moderata del cambiamento. Lo si vide nella Rivoluzione Francese, in cui i giacobini eliminarono i girondini, in quella russa in cui i bolscevichi eliminarono i menscevichi e in quella nazista, dove le SS eliminarono le SA. Questo stile di condotta, utilizzato per selezionare l’elemento più radicale della sovversione, non si limiterà alla sfera politica, ma investirà il piano culturale e religioso: «Un’organizzazione come la nostra distruggerà tutte leidee con cui abbiamo contaminato la vita dei gentili» (capitoloXVII) proprio come prescriveva il Pike, che si proponeva di «schiacciare e conquistare altempo stesso» sia i cristiani che gli atei, per assoggettarli alla «pura dottrinadi Lucifero». E l’espressione del capitolo XXIII «Pregate Iddio eprosternatevi a colui che porta il segno della predestinazione del mondo», si può ben immaginare quale dio inviti a pregare, affinché regni il predestinato, che, non essendo il Cristo, (nei Protocolli né si nega il Cristo, né si attende altro Messia) è certamente una figura anticristica. Infine l’imperscrutabilità degli obiettivi del futuro imperatore mondiale, che però deve realizzare i piani dei Savi, lascia intendere la sottomissione ai superiori incogniti, che, nella vera realizzazione del progetto, sono ultraumani, ovvero dei demoni (del resto programmi con una durata di parecchie vite umane, come appare daiProtocolli, non possono avere altro senso che quello religioso e il mandante ultimo deve avere a disposizione molto più tempo di quello di cui normalmente si usufruisce sulla terra).

A proposito della natura satanica di questi programmi, non può sfuggire una tipica nota stilistica: il tono pomposo, truce e superbo dell’esposizione e il contorto barocchismo dei progetti. La dottrina gnostica prevede una catena di dei in progressiva degenerazione, per spiegare come l’ultimo, il demiurgo, sia pervertito e per giustificare come tutto sia il contrario di quello che sembra (satana al posto di Dio, il male al posto del bene e il peccato al posto della virtù) ma il buon senso più elementare ci dice che le cose più semplici (che sono le più importanti) sono proprio quello che sembrano. Allo stesso modo l’idea che un popolo vessato, perseguitato e stremato, invochi di essere governato dai suoi aguzzini stride col buon senso: possibile che a nessuno sia venuto in mente che il popolo seviziato, alla prima occasione, si darebbe al linciaggio degli oppressori? Ecco, c’è una continuità di tono e di contenuto in queste eresie e in questi programmi nefasti, che lasciano supporre un’unica origine. Proprio come, nel campo opposto, si può notare una perfetta continuità di stile e di parlata nelle rivelazioni attribuite alla Madonna, indipendentemente dalle epoche in cui sono state profferite e dalla lingua, età, o cultura dei veggenti.

Una discussione che si impone, nell’identificazione del cadavere, è se iProtocolli rappresentino o meno anche una cospirazione ebraica. Non solo perché si parla di Israele e sangue di Sion (con i grossi limiti esposti nella prima parte di questo articolo), ma, soprattutto, perché le idee dei Savi sembrano coerenti col Talmud. In effetti certi principii sembrano convergere: nei Protocolli si accenna più di una volta ai rivali intelligenti e alle personalità autonome, spiegando come vadano isolati, emarginati e tolti di mezzo e il Talmud recita: «Il migliore dei cristiani, uccidilo». Oppure i Protocollipropugnano la distruzione delle altre religioni, anche al costo di creare atei e il Talmud replica: «Non è lecito inviare doni al cristiano nel giorno festivo senon sia ben noto che s’inviano ad uno di loro il quale non crede né serve gliidoli (cioè è ateo)» il che significa che l’ateo è tollerabile, il cristiano no. I Savi si ripromettono di eliminare i monarchi gentili, loro concorrenti pericolosi e il Talmud: «Di certo la nostra prigionia durerà, fino a quando non sianodistrutti sulla terra i capi dei popoli cristiani». E infine, quanto all’odio speciale che i Protocolli riservano alla Roma papale, il Talmud concorda: «Quando Roma sarà devastata, allora sarà la redenzione degli Israeliti». Infine parecchi esponenti dell’alta finanza, chiaramente implicati nei circoli esoterici, vantano ascendenze ebraiche.

A questo punto sarebbe opportuno osservare la questione con il giusto distacco: se vi è una certa concordanza tra i Protocolli e il Talmud, perché concludere affrettatamente che i Protocolli sono ebraici? E perché non potrebbe essere invece il Talmud satanico? Riflessi condizionati, sopravvalutazione dell’ebraismo?

Una serie di ottimi articoli di Maurizio Blondet sono comparsi su questo sito proprio in questo periodo, illustrando i contenuti più importanti della tradizione scritta del rabbinismo. A quelli si rimanda per le citazioni e di quelli utilizziamo semplicemente le conclusioni: il Talmud, in modo più o meno sfacciato, nega tutti e dieci i comandamenti. Si chiede, di grazia, cosa altro dovrebbe dire per meritarsi l’accusa di avere un’origine maligna? È vero, molti famosi illuminati si dicono ebrei (in realtà di razza bianca caucasica), ma non vi è forse una spiegazione naturale? Le profezie dicevano che il Tempio non sarebbe caduto fino all’arrivo del Messia e, proprio per questo motivo, durante l’assedio di Gerusalemme da parte di Tito, si barricarono nel Tempio, tentando una resistenza che andava oltre ogni ogni logica umana. La presa e distruzione del Tempio (che Tito voleva conservare in quanto meraviglia architettonica e invece andò distrutto per una complessa rete di «casualità» provvidenti) provocò un terremoto spirituale nei giudei sopravvissuti: essi pensavano che il Messia dovesse ancora venire e quindi conclusero che le profezie erano false e il loro Dio cattivo e ingannatore. Ed ecco che le dottrine gnostiche, che già serpeggiavano tra i fermenti ereticali dell’ebraismo post babilonese, divennero improvvisamente attuali e convincenti. Se, a questo punto, proviamo per un attimo a fare lo sforzo intellettuale di metterci nei panni del diavolo, non possiamo non vedere quale magnifica occasione fosse: il popolo, eletto da Dio per portare la salvezza, cadeva nelle sue reti! Come non favorirlo al massimo nella sua controchiesa, per farne il suo popolo eletto, come non gongolare per essersi appropriato di uno strumento di Dio! E quale soddisfazione nell’illudere gli ebrei che lui avrebbe realizzato i loro sogni (in realtà strumentalizzandoli per i propri progetti) facendo loro credere di disporre di una nuova incommensurabile Potenza, quando invece ne divenivano schiavi!

Il programma Pike-Mazzini prevede che il sionismo politico debba combattere l’Islam, affinché entrambi si distruggano a vicenda, quindi il privilegio ebraico sarebbe temporaneo, per poi essere sacrificato nel pentolone della rivoluzione satanica. Anche la Russia sovietica, che costituisce un bell’esempio di realizzazione parziale dei Protocolli, vide gli ebrei prendere il potere e porsi in cima a tutte le gerarchie, politiche, militari, culturali. Per vent’anni, dal 1917 al 1937, mentre i russi facevano la coda per il pane, gli ebrei venivano abbondantemente approvvigionati; mentre i preti ortodossi erano fucilati, le chiese abbattute o sconsacrate e a scuola si istituiva l’ora settimanale di ateismo, né un rabbino né una sinagoga venivano toccati e le più odiose istituzioni repressive, come la Ceka, venivano monopolizzate da ebrei gongolanti. Ma dal 1937 avvenne l’inopinabile: una loro creatura, Stalin, mutò repentinamente politica e iniziò a epurare tutti quegli uffici amministrativi composti di soli ebrei, cominciò a sfavorirli e a perseguitarli silenziosamente, fino al punto di ucciderne gratuitamente 800.000 nei lager nazisti «liberati». Ecco la remunerazione di satana! Dice la scrittura: «Il salario del peccato è la morte», certamente quella spirituale, ma tante volte anche quella materiale.

Quindi la nostra risposta al quesito se i Protocolli ritraggano una cospirazione anche ebraica, è che la componente ebraica esiste, ma con caratteristiche accidentali e strumentali, a fronte di un satanismo efficiente e sostanziale. Un’ultima nota sul linguaggio e i simboli ebraizzanti deiProtocolli. Gli ambienti esoterici utilizzano costantemente dei linguaggi velati, in cui le parole designano altro da ciò che significano. Ricordiamo l’esempio dell’abbé Roca, che usava i termini cristiani ma, ai suoi complici, dichiarava: «Il mio Cristo non è quello del Vaticano» e sosteneva che il cristianesimo puro è il socialismo, anzi che il socialismo delle sette segrete è il «cristianesimo esoterico» (genere di linguaggio di cui ai giorni nostri è maestro, ad esempio, un Cacciari). Allo stesso modo i Protocolli si comportano con i termini ebraici, senza neppure curarsi troppo di renderli verosimili, dato che si tratta di un testo destinato agli iniziati.


L’arma del delitto

Per spiegare la presenza nei Protocolli di tanti elementi comuni con il libello dello Joly, occorre che i Dialoghi siano serviti come materiale preparatorio per i Protocolli, oppure che i due testi abbiano attinto ad una fonte comune. Noi propendiamo per entrambe le soluzioni contemporaneamente.

Giovanni Preziosi allude al fatto che lo Joly fosse mezzo ebreo (cosa che non sembra affatto vera) e massone e con lui altri commentatori. Tuttavia nessuno ha mai specificato un possibile nesso tra la storia personale dell’avvocato parigino e il fatto che i Dialoghi attingessero a una fonte di conscenze occulte. È quanto invece cercheremo di fare adesso, basandoci sugli indizi disponibili.

Nato nel 1829, interruppe gli studi, lavorando per sette anni come addetto alla segreteria in un ministero della capitale. Ripresi gli studi si laureò nel 1860 e per quattro anni esercitò l’avvocatura, facendo la conoscenza, in tribunale, di importanti personalità, come Favre (con cui fece una certa amicizia) e Grevy. Nel 1864, proprio a causa della pubblicazione dei Dialoghiall’inferno tra Montesquieu e Machiavelli fu arrestato, condannato a un anno e mezzo di prigione e radiato dall’ordine degli avvocati. Continuò a interessarsi di politica, scrivendo sui giornali e, dopo la caduta di Napoleone III tentò di partecipare alla vita pubblica, senza però riuscire ad entrare negli organi istituzionali. Arrestato nuovamente per il suo coinvolgimento nei moti insurrezionali del 31 ottobre 1870, fu spettatore critico della Comune, in quanto sostenitore della «repubblica conservatrice» da lui opposta alla «repubblica radicale». Continuò a lavorare come giornalista, polemista e autore, esprimendo una certa indipendenza di pensiero. In occasione delle elezioni del 1877 tappezzò Parigi di manifesti che elencavano le malefatte di Grevy, ma questi, rifiutando il collegio di Parigi andò a farsi eleggere nel Jura. L’anno seguente, il 17 luglio, il cadavere di Joly veniva ritrovato su una poltrona, con una pistola ai suoi piedi. Nonostante alcune perplessità, la polizia archiviò il caso come suicidio.

Gli elementi decisivi della vita di Joly sono dunque: il periodo forense in cui dimostrò talento e la capacità di intuire le conseguenze degli atti legislativi (capacità che esternò pubblicando due opuscoli di commento al decreto del 1860 con cui Napoleone III modificava la costituzione del 1852 introducendo degli elementi liberali). Il secondo fatto caratteristico risiede nell’arresto e la condanna, piuttosto pesante se si considera che aveva già pubblicato un libello Cesar che aveva un aspetto ben più satirico dei Dialoghi. Questi ultimi, infatti, sono scritti in forma di discussione politica puramente teorica e, per quanto si possano cogliere dei riferimenti al secondo impero, non si nota in essi una virulenza polemica, quanto piuttosto la passione speculativa. Il terzo elemento notevole è la polemica con Grevy e il quarto è il suicidio.

La possibile ricostruzione che spiegherebbe la parentela tra i Dialoghi e iProtocolli è la seguente.

L’acume di Joly viene notato negli ambienti del tribunale da qualche dignitario massonico impegnato nello studio dei programmi di controllo del potere. L’avvocato dunque viene avvicinato (probabilmente dal massone Jules Favre) e invitato a una collaborazione sotto forma di studio legislativo riservato, con l’obbligo di discrezione. Le forme della cooptazione massonica prevedono uno svelamento parziale e progressivo delle attività e dei fini della setta (nonché dell’identità degli appartenenti) per cui si può immaginare che se Joly aderì, lo fece con l’affiliazione minima, sotto la specie più innocua di «aiuto reciproco per la carriera» e «preparazione giuridica per un futurodemocratico». Naturalmente i testi su cui lavora non sono quelli completi, che enunciano gli autentici principii e obiettivi degli Illuminati, ma sono un programma mitigato, «ad usum Delphini», che il direttivo di loggia utilizza per definire e analizzare i metodi applicativi del vero progetto. Un esempio recente di questo genere di «programmi esterni» lo si è conosciuto con il programma «rinascita democratica» della loggia P2, quasi innocuo secondo l’ottica rivoluzionaria, ma utile a radunarvi attorno un gran numero di personalità influenti, cominciando a indirizzarle nella direzione voluta.

A Joly il gioco piace e ci prende gusto: quando, nei Dialoghi, Machiavelli, propone il metodo del prepensionamento forzato e conseguente rotazione dei magistrati per minarne l’indipendenza, esordisce così: «Ma io credo di aver trovato un espediente alquanto ingegnoso, molto semplice, in apparenza meramente regolamentare... ». Con questa auto incensazione di Machiavelli, Joly rivela il compiacimento per una buona pensata, che rivendica con orgoglio. Forse avanza anche di qualche grado in quello che per lui può essere il divertente gioco massonico. Poi, nel 1864, l’alzata d’ingegno: pubblica i Dialoghi, magari per far sfoggio di bravurismo, magari per polemica col regime imperiale, forse per questi motivi e in più perché «A volte qualcuno ha voglia di raccontare semplicemente la verità. Accade, specie se si sa una verità orribile: viene una voglia pazza. Allora si scrive un romanzo» (Maurizio Blondet, Gli Adelphi della dissoluzione). Un romanzo, o un trattatello a sfondo satirico. Il carattere di Joly è indipendente e indisciplinato, a volte impetuoso, ricorda da vicino il Mozart che pubblica ilFlauto magico (che al compositore salisburghese costò molto caro). Ed ecco che arriva la reprimenda: prigione e carriera stroncata.

I dubbi sulla sproporzione della pena sono legittimi: nel testo non si percepisce virulenza contro il regime imperiale, anzi, a ben considerarlo, si presta meglio a condannare le false democrazie, che, dichiarando di rappresentare il popolo, attuano un agenda totalitaria decisa in sede extraistituzionale. (Per certi versi i Dialoghi sono un buon ritratto dell’Unione Europea).

Non solo, ma Joly aveva già pubblicato Cesar in cui la finalità satirica antiimperiale era molto più scoperta. Il libro era stato ritirato dal commercio, ma l’autore non aveva avuto nessuna conseguenza. Anche sotto questo aspetto sorge spontaneo un parallelismo con l’attualità: Dominique Strauss-Kahn, vive una vita da libertino, talmente immerso nel vizio da dichiarare (dopo lo scandalo) di essere «malato di sesso». Quindi per cinquant'anni combina chissà quali porcate, ma solo ed esclusivamente dopo essersi lasciato sfuggire in una conferenza che il dollaro non è più adatto come moneta di riferimento per gli scambi internazionali, allora arrivano l’arresto e la fine della carriera al Fondo Monetario. Si può ben credere che tanto Strauss-Kahn quanto Joly abbiano subito una punizione massonica. Dato il carattere dell’avvocato, è facile dedurre che, lungi dal rientrare nei ranghi e sottomettersi, entrasse in polemica con la loggia, pensando ingenuamente di poter condurre una sua battaglia privata. Dopo la caduta di Napoleone III, tentò di ottenere un posto nel governo di «Difesa nazionale», ma ne fu rigorosamente estromesso. Durante i moti del 31 ottobre 1870 fu accusato di gravi ingiurie al suo ex amico Favre (ora ministro degli Esteri, che offrì la resa al «fratello» Bismark) e, addirittura, di aver sparato un colpo di pistola contro
Inviato il: 21/4/2012 12:33
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  •  sitchinite
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Re: sui Protocolli dei Savi di Sion (articolo straordinario)
#2
Sono certo di non sapere
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splendido post e splendido esame della materia...

leggendo la parte riguardante la stampa mi sono tornate in mente alcune cose:

- nel 1908 la Associazione della Stampa Italiana era presieduta dal politico e pubblicista Salvatore Barzilai, di genealogia ebraica, massone iniziato alla loggia Universo

- Paul Reuter, fondatore della Reuters news agency, era ebreo tedesco
Inviato il: 21/4/2012 17:06
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  •  Maksi
      Maksi
Re: sui Protocolli dei Savi di Sion (articolo straordinario)
#3
Dubito ormai di tutto
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Grazie Sitchinite. Intanto attendo la seconda parte.
Ritengo l'articolo importante perche' non giudica, ma espone e poi ragiona. Ormai bisogna sdoganare i Protocolli e portarli alla ribalta storica. Ironicamente questo non succede proprio per la loto veridicita'. Ma almeno sappiamo dove cercare il Vero Potere (non quello di Barnard)
Inviato il: 21/4/2012 22:03
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Re: sui Protocolli dei Savi di Sion (articolo straordinario)
#4
Sono certo di non sapere
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Citazione:
- Controllo statale della scuola e dell’università, gli studi privilegino la storia recente.


Questo o è un refuso o è una stronzata.

L'ho scritto così per non essere politically correct
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Inviato il: 21/4/2012 22:29
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Re: sui Protocolli dei Savi di Sion (articolo straordinario)
#5
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Scusa, Sertes, ma in che senso? Intendi dire che l'apparato statale si tiene fuori dal controllo accademico, oppure che lo studio della storia prediliga le antiche civilta'?
Non so come considerare la Storia recente. Se si rifersice agli ultimi 60 anni, forse ha ragione tu, ma indubbiamente c'e' molta concentrazione sugli avvenimenti che vanno dalla Rivoluzione Francese alla seconda guerra mondiale... quest ultima, poi, diviene un capitolo a parte. Chissa perche'...
Inviato il: 21/4/2012 23:02
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Re: sui Protocolli dei Savi di Sion (articolo straordinario)
#6
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Re: sui Protocolli dei Savi di Sion (articolo straordinario)
#7
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Citazione:

Maksi ha scritto:
Scusa, Sertes, ma in che senso? Intendi dire che l'apparato statale si tiene fuori dal controllo accademico, oppure che lo studio della storia prediliga le antiche civilta'?
Non so come considerare la Storia recente. Se si rifersice agli ultimi 60 anni, forse ha ragione tu, ma indubbiamente c'e' molta concentrazione sugli avvenimenti che vanno dalla Rivoluzione Francese alla seconda guerra mondiale... quest ultima, poi, diviene un capitolo a parte. Chissa perche'...


Sì, mi riferivo proprio al fatto che la storia predilige le antiche civiltà e puntualmente non tratta NULLA degli ultimi 60 anni. Questo quando andavo a scuola io, magari adesso è cambiato e non si fanno più greci e romani ma si parla di jfk e della perestroika... ma non credo.
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Inviato il: 22/4/2012 9:32
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Re: sui Protocolli dei Savi di Sion (articolo straordinario)
#8
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No, non e' cambiato granche'. Certo, si parla parecchio di Romani, Egizi... ma lo si fa superficilamente, cercando di non capire niente, solo di evidenziare (per loro) i fatti piu' importanti... una cronistoria, insomma, e niente di piu'. Lo fanno anche per eliminare i sospetti di una continuita' storica del Potere.
Con la storiografia della Rivoluzione Francese diventa tutto piu' ideologico ed evidenziato per meglio intraprendera un discorso filosofico desiderato: la modernita'.
Sulla storia degli ultimi 60 anni sorvolano, perche' non e' nemmeno storia, ma cronaca recente. Approfondire gli avvenimenti dopo la seconda guerra mondiale, significa alterare la percezione dello status quo... ed e' proprio quello che il controllore statale NON vuole. Ma ci siamo noi "complottisti", appunto per questo
Inviato il: 22/4/2012 10:57
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  •  sitchinite
      sitchinite
Re: sui Protocolli dei Savi di Sion (articolo straordinario)
#9
Sono certo di non sapere
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Devo essere cresciuto io in strane scuole allora, perchè quando ero alle elementari nel sussidiario non si andava oltre gli egizi (ai quali erano dediate 3 - dico 3 - pagine) ma si parlava abbondantemente (oltre 10 pagine) della seconda guerra mondiale...

alle medie, la professoressa di storia arrivata alla storia contemporanea ha parlato quasi esclusivamente di seconda gerra mondiale (la prima la dovetti studiare per conto mio, fino alla 2a superiore non ne sapevo niente!) e di guerra fredda, della 'grande rivolta popolare' del 'rivoluzionario' Ernesto Guevara, del rovesciamento del 'tiranno' Videla (avvenimenti di 5 o 6 anni prima) e nel 'laboratorio storico' ci faceva ascoltare e commentare le canzoni dei cantautori italiani ... quasi quasi andava in estasi nel farci ascoltare 'Compagni del venire' di Lolli... e che dire delle 'splendide' sessioni di lettura e commento del 'Diario' di Anne Frank con addirittura esercizio annesso: 'scrivete la vostra lettera ad anna frank'.
Inviato il: 22/4/2012 13:41
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  •  edo
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Re: sui Protocolli dei Savi di Sion (articolo straordinario)
#10
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Citazione:
con addirittura esercizio annesso: 'scrivete la vostra lettera ad anna frank'


Con la biro?
Inviato il: 22/4/2012 14:54
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  •  Maksi
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Re: sui Protocolli dei Savi di Sion (articolo straordinario)
#11
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Grazie alla battuta di Edo, posto il link di un articolo che evidenzia per bene le incogruenze di questo Diario, cosi' tanto usato per testimoniare la feroce persecuzione nazista.

L'articolo e' stato scritto da Robert Faurisson (ricordiamo che e' incarcerato in Francia per reato d'opinione) pubblicato in Vérité historique ou vérité politique?, edito da Serge Thion, Parigi, La Vieille Taupe, 1980, p. 213-285.

L'articolo comprende:
Capitolo I

Una critica interna del manoscritto: il testo stesso de Il diario di Anna Frank (in olandese) riporta una quantità inspiegabile di fatti inverosimili o inconcepibili (sezioni 4-12).

Capitolo II

Uno studio dei locali dell’edifico ad Amsterdam: e impossibilità fisiche da una parte e le spiegazioni inventate dal padre di Anna Frank dall’altra compromettono gravemente la posizione di quest’ultimo (sezioni 13-17 e l’appendice n°1 della documentazione fotografica).

Capitolo III

L’intervista al testimone principale: il signor Otto Frank. Quest’intervista si è rivelata insopportabile per il padre di Anna Frank (sezioni 18-47).

Capitolo IV

Un esame bibliografico: silenzi curiosi e rivelazioni curiose (sezioni 48-55).

Capitolo V

Il ritorno ad Amsterdam per una nuova inchiesta: l’audizione dei testimoni si rivela sfavorevole al signor Otto Frank; la probabile verità (sezioni 56-63).

Capitolo VI

Chi ha “denunciato” e chi ha arrestato i Frank: perché il signor Frank ha voluto assicurare loro l’anonimato? (sezioni 64-71 e l’appendice n°2 marcata “Confidenziale”).

Capitolo VII

Un confronto tra i testi in olandese e in tedesco: il signor Otto Frank, nel tentativo di strafare, si è smascherato, firmando così un falso letterario (sezioni 72-103).
Inviato il: 22/4/2012 21:35
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  •  Maksi
      Maksi
Re: sui Protocolli dei Savi di Sion (articolo straordinario)
#12
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La PARTE II dell'articolo e' stata aggiunta al post #1.
Inviato il: 22/4/2012 22:53
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Re: sui Protocolli dei Savi di Sion (articolo straordinario)
#13
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Citazione:
Devo essere cresciuto io in strane scuole allora, perchè quando ero alle elementari nel sussidiario non si andava oltre gli egizi (ai quali erano dediate 3 - dico 3 - pagine) ma si parlava abbondantemente (oltre 10 pagine) della seconda guerra mondiale...

Quella non era la scuola elementare, era il bar dove vendevano anche il latte di capra alla spina, dietro casa tua. Dopo la cura a base di psicofarmaci il tuo passato e' un po' contaminato dalle allucinazioni. Non ti preoccupare, e' successo SOLO a te.

Da ricodare che questo figuro e' il medesimo che in homepage ha sostenuto che Massimo Mazzucco sia un MENTITORE e che scriva quel che scrive in malafede per vendere DVD. Questo non lo esime dall'usare la pagine PAGATE da Massimo Mazzucco per spammare con la sua opera demente. Si, esistono persone cosi' infami.
Ora si nasconde nei forum, l'imbrattatore, e tiene il basso profilo che compete agli esseri striscianti.
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Inviato il: 23/4/2012 2:30
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Re: sui Protocolli dei Savi di Sion (articolo straordinario)
#14
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Il secondo argomento incompatibile con la tesi del falso calunniatorio è l’identificazione della vittima. Premesso che i Protocolli rivendicano chiaramente la realizzazione dei loro piani delittuosi ad opera di una ristretta cerchia esoterica, dichiarazione di per sé poco adatta a vituperare il buon nome di un popolo, ma poi, è degli ebrei che si parla? Il «noi» narrante si identifica con il «sangue di Sion» e con i «figli di Israele», espressioni usate e abusate a proposito e sproposito in moltissimi contesti.

E bene, oltre a mandare affanculo sempre pezzi di mmerda in forma di uomini che propugnano il razzismo, tenere BEN PRESENTE questo passo dell'articolo iniziale del 3D.

I Savi di Sion hanno ben poco a che vedere con gli ebrei. In questo rispetto il documento e' sicuramente un falso, un falso nella percezione e nel depistamento che e' stato effettuato al fine di diminuirne il possibie impatto e usare una intera religione (e stirpe) come paravento e vittima.

Naturalmente i razzisti sono subito pronti a fare l'elenco di chi e' ebreo e di chi non lo e', per dimostrare le loro follie, e facendo cio' nascondono i nomi dei veri Savi di Sion, che si perpetuano dal 1727.
Nomi facilmente reperibili, basta andare all'elenco del Comitato dei Trecento
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Inviato il: 23/4/2012 2:43
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  •  Calvero
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Re: sui Protocolli dei Savi di Sion (articolo straordinario)
#15
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Citazione:
«Notate il successo di Darwin, di Marx e di Nietzche, che fu interamentepreparato da noi».


Un approfondimento, o le prove, o gli indizi anche. Il successo di Nietzsche fu l'unica cosa che non poteva essere preparato. Bensì sfruttato, altro discorso.

Citazione:
Infine Nietzche, che conobbe il suo massimo successo sotto il regime nazista,


Ma anche un bel - sto cazzo - bisogna mettercelo magari. Che Nietzsche fu con successo magnificamente manipolato dall'intellighenzia Nazista, sì. Il suo massimo successo fu raggiunto in seguito, intanto. Oltretutto quando si comprese (anche dai meno ferrati) che il suo pensiero, col nazismo, aveva nulla a che spartire.

Citazione:
Per chi ha dimestichezza con i nomi testè citati, risulta facile concludere che anche nel caso di Nietzche...


Benissimo, io ho dimestichezza. Quale sarebbe la sostanziale verità ... (?)

Citazione:
Vi sono tre elementi del pensiero nietzchano particolarmente funzionali all’ideologia dei Protocolli: la morte di Dio, il superuomo, e il superamento della morale.


Questa così intesa, può essere considerata un osservazione valida. Ma manca nel complesso l'onestà intellettuale di dare forma e sostanza all'insieme del ragionamento. La verità dice che i tre "elementi" qui elencati NON hanno, in sé, nulla di condivisibile con i protocolli di Sion. Quindi stiamo parlando di quello che si è voluto far credere che questi TRE "elementi" rappresentassero, ed è ancora un altro discorso. In aggiunta, quando si aggiunge soltanto il pensiero dell'Eterno Ritorno nell'equazione (che è il vero magma in movimento del pensiero di Nietzsche) allora ecco che si annulla ogni logica di dominio e qualsiasi dominio si volesse considerare, non sarebbe applicabile.

La differenza fondamentale è che sia Marx che Darwin NON sono stati manipolati, bensì utilizzati e senza essere né travisati né, tantomeno, trasformati. A differenza del pensiero di Nietzsche.
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Inviato il: 23/4/2012 3:05
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Re: sui Protocolli dei Savi di Sion (articolo straordinario)
#16
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Citazione:
Ma anche un bel - sto cazzo - bisogna mettercelo magari. Che Nietzsche fu con successo magnificamente manipolato dall'intellighenzia Nazista

Il nazismo si attacco' a tutto quel che poteva attaccarsi per avere anche delle flebili giustificazioni ideologiche.

Esemplare e' la storia della mancata appropriazione di Stefan George da parte dei nazisti, mancata solo perche' alcuni vigilavano perche' il suo personaggio non fosse fagocitato dalla propaganda nazista, il piu' notabile di costoro essendo il non troppo popolare (perche' tuttora scomodo per molti versi della sua personalita' politica) Claus Schenk von Stauffenberg.

L'articolo, tranne alcuni passi condivisibili e' il solito ammasso di ovvieta' come se ne possono trovare a tonnellate in rete sull'argomento.

L'unica cosa abbastanza bilanciata e condivisibile scritta sull'argomento (dopo essermi dovuto sorbire tutta la merda razzista e dementofascista) e' tuttora questa, scritta parecchi anni fa dal solito Michael Baigent:

One of the most persuasive testimonials we found to the existence and activities of the Prieuré de Sion dated from the late nineteenth century. The testimonial in question is well known – but it is not recognized as a testimonial. On the contrary it has always been associated with more sinister things. It has played a notorious role in recent history and still tends to arouse such violent emotions, bitter antagonisms and gruesome memories that most writers are happy to dismiss it out of hand. To the extent that this testimonial has contributed significantly to human prejudice and suffering, such a reaction is perfectly understandable. But if the testimonial has been criminally misused, our researches convinced us that it has also been seriously misunderstood.

The role of Rasputin at the Court of Nicholas and Alexandra of Russia is more or less generally known. It is not generally known, however, that there were influential, even powerful esoteric enclaves at the Russian court long before Rasputin. During the 1890s and 1900 one such enclave formed itself around an individual known as Monsieur Philippe, and around his mentor, who made periodic visits to the imperial court at Petersburg. And Monsieur Philippe’s mentor was none other than the man called Papus (See Note) – the French esotericist associated with Jules Doinel (founder of the neo-Cathar church in the Languedoc), Péladan (who claimed to have discovered Jesus’s tomb) Emma Calvé (eminent opera singer and supposed lover of the Priest of Rennes le Chateau Béringer Saunière) and Claude Debussy (Composer and supposed Grand Master of the Prieuré de Sion). In a word the ‘French occult revival’ of the late nineteenth century had not only spread to Petersburg. Its representatives also enjoyed the privileged status of personal confidants to the czar and czarina.

However, the esoteric enclave of Papus and Monsieur Philippe was actively opposed by certain other powerful interests – the Grand Duchess Elizabeth, for example, who was intent on installing her own favourites in proximity to the imperial throne. One of the grand duchess’s favourites was a rather contemptible individual known to posterity under the pseudonym of Sergei Nilus. Sometime around 1903 Nilus presented a highly controversial document to the czar - a document that supposedly bore witness to a dangerous conspiracy. But if Nilus expected the czar’s gratitude for his disclosure, he must have been grievously disappointed. The czar declared the document to be an outrageous fabrication, and ordered all copies of it to be destroyed. And Nilus was banished from the court in disgrace.

Of course the document - or at any rate, a copy of it – survived. In 1903 it was serialised in a newspaper but failed to attract any interest. In 1905 it was published again – this time as an appendix to a book by a distinguished mystical philosopher, Vladimir Soloviov. At this point it began to attract attention. In the years that followed it became one of the single most infamous documents of the twentieth century.


The document in question was a tract, or, more strictly speaking, a purported social and political programme. It has appeared under a variety of differing titles, most common of which is the ‘Protocols of the Elders of Sion’. The Protocols allegedly issued from specifically Jewish sources. And for a great many anti-Semites at the time they were convincing proof of an ‘international Jewish conspiracy’. In 1919, for example, they were distributed to the troops of the White Russian Army - and these troops, during the next two years, massacred some 60000 Jews who were held responsible for the 1917 Revolution. By 1919 the Protocols were also being circulated by Alfred Rosenberg, later the chief racial theoretician and propagandist for the National Socialist Party in Germany. In Mein Kampf Hitler used the Protocols to fuel his own fanatical prejudices, and it is said to have believed unquestioningly in their authenticity. In England the Protocols were immediately accorded credence by the Morning Post. Even The Times, in 1921, took them seriously and only later admitted its error. Experts today concur - and rightly so, we concluded - that the Protocols, at least in their present form, are a vicious and insidious forgery. Nevertheless, they are still being circulated – in Latin America, in Spain, even in Britain - as anti-Semitic propaganda.

The Protocols propound in outline a blueprint for nothing less than total world domination. On first reading they would seem to be Machiavellian programme – kind of inter-office memo, so to speak. For a group of individuals determined to impose a New World Order, with themselves as supreme despots. The text advocates a many-tentacled hydra-headed conspiracy dedicated to disorder and anarchy, to toppling certain existing régimes, infiltrating Freemasonry and other such organizations, and eventually seizing absolute control of the Western World’s social, political and economic institutions explicitly that they ‘stage-managed’ whole peoples ‘according to a political plan which no one has so much as guessed at in the course of many centuries.

To a modern reader the Protocols might seem to have been devised by some fictitious organization like SPECTRE – James Bond’s adversary in Ian Fleming’s novels. When they were published, however, the Protocols were alleged to have been composed at an International Judaic Congress that convened in Basle in 1897. This allegation has long since been disproved. The earliest copies of the Protocols, for example, are known to have been originally written in French – and the 1897 Congress in Basle did not include a single French delegate. Moreover, a copy of the Protocols is known to have been in circulation as early as 1884 – a full thirteen years before the Basle conference met. The 1884 copy of the Protocols surfaced in the hands of a member of a Masonic lodge – the same lodge of which Papus (See note) was a member and subsequently Grand Master. Moreover, it was the same lodge that the tradition of Ormus had first appeared – the legendary Egyptian sage who amalgamated pagan and Christian mysteries and founded the Rose-Croix.


Modern scholars have established in fact that the Protocols, in their published form, are based at least in part on a satirical work written and printed in Geneva in 1864. The work was composed and printed as an attack on Napoleon III by a man named Maurice Joly, who was subsequently imprisoned. Joly is said to have been a member of the Rose-Croix order. Whether this is true or not, he was a friend of Victor Hugo, and Hugo, who shared Joly’s antipathy to Napoleon III, was a member of a Rose-Croix order.

It can thus be proved conclusively that the Protocols did not issue from the Judaic Congress at Basle in 1897. That being so, the obvious question is whence they did issue. Modern scholars have dismissed them as total forgery, a wholly spurious document concocted by anti-Semitic interests intent on discrediting Judaism. And yet the Protocols themselves argue strongly against such a conclusion. They contain, for example, a number of enigmatic references – references that are clearly not Judaic. But these references are so clearly not Judaic that they cannot plausibly have been fabricated by a forger either. No anti-Semitic forger with even a modicum of intelligence would possibly have concocted such references in order to discredit Judaism. For no one would have believed these references to be of Judaic origin.
Thus, for instance, the text of the Protocols ends with a single statement. ‘Signed by the representatives of Sion of the 33rd Degree.

Why would an anti-Semitic forger have made up such a statement? Why would he not have attempted to incriminate all Jews rather than just a few – the few who constitute ‘the representatives of Sion of 33rd Degree’? Why would he not declare that the document was signed by, say, the representatives of the International Judaic Congress? In fact, the ‘representatives of the Sion of the 33rd Degree’ would hardly refer to Judaism at all, or to any ‘international Jewish conspiracy’. If anything, it would seem to refer to something specifically Masonic. And the 33rd Degree in Freemasonry is that of the so-called ‘Ancient and Accepted Scottish Rite’ which emerges mysteriously out of French Freemasonry in the mid eighteenth century.

The Protocols contain other even more flagrant anomalies. The text speaks repeatedly, for example, of the advent of the ‘Masonic Kingdom’ and of a ‘King of the blood of Sion’. It asserts that the future king will be of the ‘dynastic roots of King David’. It affirms that the ‘King of the Jews will be the real Pope’ and ‘the patriarch of an international church’. And it concludes in a most cryptic fashion, ‘Certain members of the seed of David will prepare the kings and their heirs… Only the King and the three who stood sponsor for him will know what is coming’.


As an expression of Judaic thought, real or fabricated, such statements are blatantly absurd. Since Biblical times no king has figured in Judaic tradition, and the very principle of kingship has become utterly irrelevant. The concept of a king would have been meaningless to Jews of 1897 as it would to the Jews of today: no forger can have been in ignorance of this fact. Indeed the references quoted would appear to be more Christian than Judaic. For the last two millennia the only ‘King of the Jews’ has been Jesus himself - and Jesus, according to the Gospels, was of the ‘dynastic roots of David’. If one is fabricating a document and ascribing it to a ‘Jewish Conspiracy’, why include such patently Christian echoes.

Why speak of so specifically and uniquely Christian a concept as a pope? Why speak of an ‘international church’ rather than an international synagogue or an international temple? And why include the enigmatic allusion to ‘the King and the three who stood sponsor’? – which is less suggestive of Judaism and Christianity than it is of the secret societies of Johann Valentin Andrea and Charles Nodier? If the Protocols issued wholly from a propagandist’s anti-Semitic imagination, it is difficult to imagine a propagandist so inept, or so ignorant and uninformed.



On the basis of prolonged and systematic research, we reached the conclusions about the ‘Protocols of the elders of Sion’. They are as follows:

1. There was an original text on which the published version of the Protocols was based. This original text was not a forgery. On the contrary it was authentic. But it had nothing whatsoever to do with Judaism or an ‘International Jewish conspiracy’. It issued rather from some Masonic organization or Masonically oriented secret society which incorporated the ‘Sion’.

2. The original text on which the published version of the Protocols was based need not have been provocative or inflammatory in it language. But it may well have included a programme for gaining power, for infiltrating Freemasonry, for controlling social, political and economic institutions. Such a programme would have been perfectly in keeping with the secret societies of the Renaissance, as well as with the Compagne du Saint-Sacrement and the institutions of Andrea and Nodier.

3. The original text on which the published version of the Protocols was based fell into the hands of Sergei Nilus. Nilus did not at first intend it to discredit Judaism. On the contrary, he brought it to the czar with the intention of discrediting the esoteric enclave at the imperial court – the enclave of Papus, Monsieur Philippe and others who were members of the secret society in question. Before doing so, he almost certainly doctored the language, rendering it more venomous and inflammatory than it initially was. They had failed in their primary objective of compromising Papus and Monsieur Philippe. But they might still serve a secondary purpose - that of fostering anti-Semitism. Although Nilus’s chief targets had been Papus and Monsieur Philippe, he was hostile to Judaism as well

4. The published version of the Protocols is not, therefore, a totally fabricated text. It is rather a radically altered text. But despite the alterations certain vestiges of the original text can be discerned – as in a palimpsest, or as in passages in the Bible. These vestiges – which referred to king, a pope, an international church, and to Sion – probably meant little or nothing to Nilus. He certainly would not invented them himself. But if they were already there, he would have no reason, given his ignorance, to excise them. And while such vestiges might have been irrelevant to Judaism, they might have been extremely relevant to a secret society.
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Inviato il: 23/4/2012 3:22
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Re: sui Protocolli dei Savi di Sion (articolo straordinario)
#17
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Calvero ha scritto:


La differenza fondamentale è che sia Marx che Darwin NON sono stati manipolati, bensì utilizzati e senza essere né travisati né, tantomeno, trasformati. A differenza del pensiero di Nietzsche.


Non proprio...
c' é ancora gente che parla di evoluzione dell' uomo citando Darwin quando egli stesso nei suoi scritti dichiarò che le sue teorie mal si adattavano all' evoluzione umana.
Inviato il: 23/4/2012 7:57
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Re: sui Protocolli dei Savi di Sion (articolo straordinario)
#18
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Citazione:
Non proprio c' é ancora gente che parla di evoluzione dell' uomo citando Darwin quando egli stesso nei suoi scritti dichiarò che le sue teorie mal si adattavano all' evoluzione umana.

E tu che stracazzo ne sai, pitecantropo? Cita esattamente dove l'avrebbe scritto.

Ah, non dimentichiamo il copiaincollla, se non la gente non sa che infame tu sia:

Da ricordare che questo figuro e' il medesimo che in homepage ha sostenuto che Massimo Mazzucco sia un MENTITORE e che scriva quel che scrive in malafede per vendere DVD. Questo non lo esime dall'usare la pagine PAGATE da Massimo Mazzucco per spammare con la sua opera demente. Si, esistono persone cosi' infami.
Ora si nasconde nei forum, l'imbrattatore, e tiene il basso profilo che compete agli esseri striscianti.


E non cambiare argomento: si sta parlando dei protocolli, quelli che grazie a razzisti come te sono serviti a perseguitare gente innocente, e tu, che appartieni alla stessa fibra morale cerchi di ripetere stancamente la stessa operazione. Ho una notizia buona (per il resto dell'umanita'): stavolta il perseguitato sarai tu. Ricordalo quando sarai nei campi di concentramento.
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Inviato il: 23/4/2012 8:21
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Re: sui Protocolli dei Savi di Sion (articolo straordinario)
#19
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In linea teorica io sarei considerato razzista, perche' concepisco differenze tra diverse razze o ceppi genetici della specie umana. Un nero non e' uguale ad un bianco, questi non lo e' con un asiatico, come un pellerossa si differenzia in maniera sostanziale da altri. Non considero solo i tratti somatici o biologici, ma proprio spirituali e l'approccio mentale.

E quindi? Vorrei forse abbatterli tutti? Ho piu' rispetto di un nero che vive in una tribu' nel centro Africa, che di un hooligan inglese. Gli unici che non considero diversi, sono proprio gli ebrei, a differenza di alcuni di loro che si conisderano "eletti". E' l'ideologia che va fermata, mica un popolo. Per abbattere i nazismo mica dovevi sterminare l'intero popolo tedesco, perche' piu' simboleggiava la razza ariana. Che l'elite ebraica sia ariana e' anche vero, ma il problema e' la base talmudica dal quale proviene la forma ideologica di dominio. E' appunto l'ebraismo il problema e bisogna iniziare a considerarlo come tale. D'accordo, il Talmud probabilmente e' nato in una fase sucessiva, promulgato da qualche casta sacerdotale in particolare, ma se l'ebraismo non si discosta da questo, rimane sempre il centro del problema (ci sono diverse comunita' ebraiche ortodosse contro Israele e il sionismo, ma sono una minoranza... e poi rinnegano lo STATO d'Israele, non l'ideologia suprematista in se... almeno non tutti).

I Protocolli ricalcano in maniera strutturale e metodologica il pensiero talmudico. Questo pensiero ne usufruisce un'elite in particolare, sostenuta dagli "eletti", non solo per ragioni razziste, ma suprematiste. "Agiamo per volere di Dio", quanti psicopatici hanno dichiarato questo, come giustificazione per ammazzare quelli che volevano? Il problema e' proprio che ci credono.

@Calvero
Il filosofo ufficiale del nazismo era un certo Alfred Rosenberg... altro che Nietzsche. Un nazista ebreo (ma non semita) cos'e'? Un sionista ariano. Il sionismo non e' altro che il ripristino della razza ariana come capostipite della genia ebraica, dato che la discendenza davidica viene considerata di origini ariane. Ecco perche' vogliono cacciare e sterminare gli arabi (semiti) da quelle terre.

Nietzsche, poi, era forse un razzista, ma sicuramente non suprematista. E' stato usato, certamente. Qualcuno dice che sia stato anche controllato mentalmente. La sua "pazzia" e' alquanto sospetta.

Rimane il fatto che i Protocolli siano piu' vicini alla struttura metodologica del Potere. Io la penso cosi'.
Inviato il: 23/4/2012 12:27
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Re: sui Protocolli dei Savi di Sion (articolo straordinario)
#20
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Citazione:
Nietzsche, poi, era forse un razzista, ma sicuramente non suprematista. E' stato usato, certamente. Qualcuno dice che sia stato anche controllato mentalmente. La sua "pazzia" e' alquanto sospetta.


Ti dico che non sapevo neanche se intervenire, ma ho dovuto. Perché quando si lasciano in giro dei semini che possono mettere in moto processi di mistificazione, allora bisogna combatterli. Le affermazioni che ho attaccato andavano messe all'angolo in quanto sono fuorvianti e tendenziose: si trattava di dare una ridimensionata a dei concetti presi alla cazzo di cane; ma anche di tagliare le gambe a delle stronzate oceaniche, come quella sul "successo". Infine ho tracciato una sostanziale e importantissima differenza concettuale che identifica cosa significa sfruttare "filosofie", filosofie e teorie. In quanto al Pensatore dell'Eterno Ritorno, ho già imparato la lezione e non è e non sarà il caso di aprire qui un capitolo o una parentesi.

Citazione:
Il filosofo ufficiale del nazismo era un certo Alfred Rosenberg... altro che Nietzsche.


L'accendiamo? sì, possiamo accenderla. Ci sta. Per l'amor di Dio. Ma si tenga presente che il Nazismo nasce da pressioni antecedenti a Rosenberg e non per un processo chiamiamolo di "causa/effetto"... in questo caso più che mai, la storia non va osservata in senso orizzontale ma verticale. A parte che il popolo tedesco, e il tedesco in sé, sarà sempre un potenziale nazista: il suo "spirito del tempo", il suo Zeitgeist vive nella sua * [antropologicamente] tendenza ad impersonare il Mito. E poi bisognerebbe comprendere già da dove attingeva e vivificava la società Thule i suoi propositi. Allora sarebbe ancora più interessante.

* L'opera di standardizzazione e omologazione culturale sul fronte europeo sta comunque annichilendo anche queste chiamiamole "energie"
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Inviato il: 23/4/2012 13:00
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Re: sui Protocolli dei Savi di Sion (articolo straordinario)
#21
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E' sempre interessante discutere con dei Mostri Sacri come Calvero. Non avete idea cosa abbia significato per me questo sito ed in particolare il suo forum... ma vabbe', lasciamo la nostalgia.

Su Nietzsche potremmo apprire interi siti. E' stato il primo vero critico del pensiero occidentale e cristiano. Al Potere questo serviva e l'hanno inglobato nella metodologia dialettica, tanto cara a concetti esoterici dello smantellimento e ricostruzione (solve e coagula), che delineano il rapporto fra la societa' e il Potere - detto anche paradigma. Nietzsche e' stato utile fino a qui. Il suo pensiero del Ritorno e' stato fatto cadere con la sua pazzia, secondo me provocata proprio con l'intenzione per farlo uscire di scena. Non era piu' utile, anzi, poteva diventare pericoloso. Per Darwin questo non serviva, perche' aveva un mentore dietro di lui di nome Thomas Huxley. Marx poi voleva solo abbattere le religioni - il cristianesimo in particolare -, come logico, per il satanista quale era.
Citazione:
A parte che il popolo tedesco, e il tedesco in sé, sarà sempre un potenziale nazista: il suo "spirito del tempo", il suo Zeitgeist vive nella sua * [antropologicamente] tendenza ad impersonare il Mito.

Secondo me, non vale solo per i tedeschi, ma proprio per tutti gli ariani (bianchi). Io stesso gia' da piccolo subivo una fascinazione (fasci-nazi.. vabbe', me le cerco ) verso il nazismo, anche se ne avevo il terrore; ma sta di fatto che trasmetteva qualcosa di veramente profondo. Il nazismo, di per se, ha risvegliato certi torpori spirituali, attraverso simboli archetipali: come la svastika - un simbolo di origini ariane - o ricreare un alone mitologico, trasportato nella realta' sociale. Il nazismo e' stato un catalizzatore di tale "risveglio" e non solo in Germania. Se fosse solo questo non sarebbe nulla di male, ma ha dato origine ad un'ideologia suprematista e questo si ricollega al pensiero talmudista. La schiera di societa' segrete, che erano dietro il nazionalsocialismo, erano quelle dietro gli stessi Protocolli... almeno in un punto intermedio della questione.
Inviato il: 23/4/2012 15:15
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Re: sui Protocolli dei Savi di Sion (articolo straordinario)
#22
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Citazione:
Il suo pensiero del Ritorno e' stato fatto cadere con la sua pazzia, secondo me provocata proprio con l'intenzione per farlo uscire di scena..


.. potrei crederci e l'ho elaborata anche io come tesi, ma è lungi dal poter essere argomentata in maniera costruttiva. Sono propenso a un altra tesi, ma anche questa è lungi dal poter essere costruttiva qui e ora. Per il pensiero dell'Eterno Ritorno, il problema non è mai un problema, essendo questo "pensiero" davanti a noi. Non ci è nemmeno a fianco per adesso. Quest'epoca, la nostra contemporanea, più che storicizzare il proprio pensiero, sta ancora vivendo con il baricentro spostato, la nostra epoca non vive nemmeno il suo tempo, lo subisce.

Si può (in parte) spiegare anche il tuo passaggio [sul nazismo] quando dici che ne subivi il fascino (nulla di male): si tratta di una data sensibilità (in questo caso la tua) che prende atto della menzogna che va per la maggiore ove i costrutti creano valori contro-natura. Ed è in questi momenti che, avvicinati da un potenziale vivificato da un originaria Forza e da concetti in risonanza col nostro spirito, si comprende meglio quanto i valori cruciali della nostra società sono una pagliacciata e questo può illudere che dall'altra parte del "fiume" risieda la risposta a tutto. Ma in realtà si è attratti NON per dei meriti validi a prescindere, ma per i demeriti della società di massa. Si chiamano "amori per delusione". Ubriacature.

Tornando un attimo al discorso su una pazzia provocata, innanzitutto, bisogna ridimensionare le conoscenze moderne, le cui "visioni" ufficiali sono ancora ferme alla monumentale biografia di Janz che hanno perpetuato molti errori e alimentato mistificazioni dell'epoca; soprattutto è un opera che non indaga il filosofo/uomo. Detta biografia è in realtà un opera "ottusa". Il discorso è infinito anche per quel che concernerebbe le famose manipolazioni di Elisabeth o dei resoconti dal Manicomio ... anche lì si è attaccata la sorella oltre misura, ma pochi sanno che in realtà molto si deve alla sorella se oggi possiamo sapere quel che sappiamo. La cosa di cui sono certo è che in ogni caso non si è mai trattato di Lue .. o malattie venerea che dir si voglia, né tantomeno di scritti influenzati dalla malattia che lo colpì. Un giorno, chissà, ne parleremo.

Citazione:
Secondo me, non vale solo per i tedeschi, ma proprio per tutti gli ariani (bianchi).


Secondo me la risposta, qui, è più semplice di quel che si crede. Il popolo tedesco non è quello francese. Neanche quello italiano. Se non nelle eccezioni. Lo stesso Fascismo in Italia, se pur "scimmiottato" inizialmente da "Hitler", era qualcosa di maccheronico a confronto. La nostra indole, non è lo - Zeitgeist - germanico. A voglia a cantare l'Aida.
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Inviato il: 23/4/2012 23:39
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Re: sui Protocolli dei Savi di Sion (articolo straordinario)
#23
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Citazione:
non vale solo per i tedeschi, ma proprio per tutti gli ariani (bianchi).

Hei, Sveglia!!!!!

Gli "Ariani" esistono solo nella accezione di "seguaci di Ario". E' incredibile come mi tocchi ancora leggere pattume simile nel XXI secolo...
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Inviato il: 24/4/2012 8:32
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#24
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PikeCitazione:
Hei, Sveglia!!!!! Gli "Ariani" esistono solo nella accezione di "seguaci di Ario". E' incredibile come mi tocchi ancora leggere pattume simile nel XXI secolo...

In realta' il dibattito accademico sugli ariani (i seguaci dell'arianesimo sono definiti arii) era molto in voga prima dell'avvento del nazismo. Si parlava persino di Atlantide, ma erano altri tempi...
Il nazismo fece della ricerca accademica un punto focale della sua dottrina esoterica (questo e' il punto in comune con la teosofia, dove la razza ariana oroginaria e' ben compresa). Sappiamo delle spedizioni in Tibet delle SS, dove si presume che la razza ariana originaria abbia propagato concetti spirituali, poi chiamati induismo, dal quale deriva il buddismo ecv. La Svastika e' un simbolo molto importante e presente non solo in India (Mappa sulla diffusione della svastika in Europa - Yale Study). Gli ariani vengono considerati come i discendenti degli atlantidei, che poi portarono, nel bene e nel male, la civilta' ad intere popolazioni. In India, per esempio, il sistema delle caste e' stato instaurato da loro, per preservare la purezza di sangue. Ma anche gli stessi scirtti antichi indu' parlano di questa casta elitari con tratti somatici ben diversi (sembravano piu' dei irlandesi piu' alti ), dalla popolazione locale.
Va ricordato che questi studi nazisti non erano riferiti alla propaganda di regime, ma erano diretti dall'apparato accademico-scientifico. Quinid, non era per "farsi belli" al pubblico il vero scopo di tale ricerca, ma proprio per ricreare un concetto storico e filosofico e persino spirituale completamente nuovo... o meglio: un ritorno alle origine. Ovviamente lo stesso Hitler non pensava che i tedeschi fossero gli ariani perduti del Tibet, ma che le popolazini nord-europee meglio rapresentassero l'antico ceppo ariano, che bisognava riportarlo alla propria purezza. Insomma, gli Europei erano i discendeti di sangue degli ariani, oggi chiamata razza caucasica. Per i nazisti gli ebrei erano i corruttori di tale razza, sia biologicamente che sopratutto spiritualmente e bisognava cacciarli dall'Europa, eliminando il loro dominio finanziario ecv. Se poi vediamo che l'elite ebraica e di origine ariane, bhe, allora diventa tutto molto perverso...

Insomma, se vogliamo capire un po di piu' di storia, sopratutto antica - oggi occultata e depositata in cricoli ristretti ed esoterici - e meglio seguire gli studi nazisti, perche' sono piu' veritieri di molti altri odierni. Io, almeno, la penso cosi'... Ma attenzione! Questo non significa seguire dottrine naziste o teosofiche, che io stesso ritengo distorte ed anche, per certi versi, sataniche (il Cristo e' probabilmnete l'espressione piu' alta proprio della spiritualita' ariana), ma solo riapropriarsi della storia.

CalveroCitazione:
Secondo me la risposta, qui, è più semplice di quel che si crede. Il popolo tedesco non è quello francese. Neanche quello italiano. Se non nelle eccezioni. Lo stesso Fascismo in Italia, se pur "scimmiottato" inizialmente da "Hitler", era qualcosa di maccheronico a confronto. La nostra indole, non è lo - Zeitgeist - germanico. A voglia a cantare l'Aida.

Hai ragione. Ma vedi, sono popoli diversi culturalmente parlando (diverso approccio storico), come sono diversi i Sioux dagli Apache. Razzialmente parlando sono discendenti dallo stesso ceppo genetico. Che i tedeschi sono piu' predisposti per questo Mito e' probabile, proprio perche' culturalmente parlando sono piu' in grado di elaboralo. Biologicamente e spiritualmente parlando siamo ariani anche noi e non ce ne dobbiamo vergognare, come la propaganda da mezzo secolo ed oltre tenta di farlo, riuscendoci. Il vero razzismo e' quello fatto dall'elites verso tutti gli altri. I Protocolli dovrebbero insegnarci proprio questo...

Ciao.
Inviato il: 24/4/2012 11:27
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Re: sui Protocolli dei Savi di Sion (articolo straordinario)
#25
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Vedo che si dorme della grossa, altro che svegliarsi. Per tua norma e regola:
Citazione:
La Svastika e' un simbolo molto importante e presente non solo in India (Mappa sulla diffusione della svastika in Europa - Yale Study).

La svastica e' presente OVUNQUE!!!!
Non esiste popolazione in alcuna zona della Terra che non abbia o non stia ancora usando questo simbolo. I nazisti se ne appropriarono dal gia' da me citato George.

Citazione:
Gli ariani vengono considerati come i discendenti degli atlantidei,

Guarda che non e' proprio il caso di reitrodurre concetti demenziali ogni paio di settimane: abbiamo gia' dato (mazzate).

Citazione:
In India, per esempio, il sistema delle caste e' stato instaurato da loro

Puttanate. Il sistema delle caste e' lo stesso ovunque sia presente agricoltura e urbanizzazione. E' fondato sulla divisione in quattro settori di TUTTE le citta' fortificate su un crocicchio. Per capirne la meccanica si puo' vedere questo video di un divulgatore eccezionale..

Citazione:
sembravano piu' dei irlandesi piu' alti

Il fatto che questo sito si chiami luogocomune non vuol dire che sia obbligatorio esprimerli tutti, i luoghicomuni. Gli irlandesi non sembrano niente. In Irlanda sono tutti diversissimi fra di loro, ancor piu' che gli italiani.

Citazione:
gli Europei erano i discendeti di sangue degli ariani

Ariani che per inciso non sono mai esistiti che nella testa di alcuni ignoranti. L'arianismo e' un concetto linguistico, e farlo diventare razziale (o varietale, sarebbe meglio dire, che dall'estinzione dei Neanderhtal - non completa come si puo' appurare conoscendo alcuni partecipanti del forum - le razze umane sono ridotte a una) come dire che perche' tutti oggigiorno parlano inglese sono tutti discendenti dagli Angli, dai Sassoni e dai Normanni, anche in Cina.

Citazione:
oggi chiamata razza caucasica

Da quegli ignoranti razzisti (l'hanno insegnato loro ai nazi, il razzismo) degli statunitensi. Non esiste nessuna razza (varieta') caucasica. Il Caucaso e' una espressione geografica.

Citazione:
Se poi vediamo che l'elite ebraica e di origine ariane

Gli ebrei ashkenazi sono originari della pianura del basso Volga. Gli ariani non sono mai esistiti che nella testa di alcuni ideologi indiani d'accatto per ragioni strumentali al regime della casta dei bramini, senza alcuna evidenza storica, antropologica o di qualsiasi altra natura. Naturalmente tra accattoni ci si intende subito anche a distanza cosi' la cosa e' stata ripresa anche in Europa, ma per ragioni ugualmente strumentali: bisognava giustificare l'Impero Britannico.

Citazione:
se vogliamo capire un po di piu' di storia, sopratutto antica - oggi occultata e depositata in cricoli ristretti ed esoterici - e meglio seguire gli studi nazisti,

I nazisti erano perlopiu' dei salumieri ignoranti che seguivano altri salumieri americani ignoranti e si attaccavano a qualsiasi teoria, senza riguardo di quanto fosse demenziale o contraddittoria col resto dei loro vaneggiamenti, che potesse far pensare che ci fosse una filosofia nazista. La verita' purtroppo e' che non c'e' mai stata piu' di quanto non ci sia una filosofia ispiratrice del Trota.

Citazione:
il Cristo e' probabilmnete l'espressione piu' alta proprio della spiritualita' ariana



Peccato che fosse un ebreo, uno di quei tizi con naso adunco discendenti da Sem!

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#26
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Citazione:
La svastica e' presente OVUNQUE!!!! Non esiste popolazione in alcuna zona della Terra che non abbia o non stia ancora usando questo simbolo. I nazisti se ne appropriarono dal gia' da me citato George.

Certo, e' ovunque, ma a me interessano le origini.

Citazione:
Guarda che non e' proprio il caso di reitrodurre concetti demenziali ogni paio di settimane: abbiamo gia' dato (mazzate).

La "demenzialita"' e' un fatto soggetivo. Cento anni fa non sarebbe stato demenziale, oggi si. Forse era proprio questa l'intenzione dell'apparato accademico istituzinale odierno. Anche io pensavo a tutto cio' come pura follia, poi ho smesso di seguire il politicamente corretto. Ma forse sono solo un coglione io...che e' possibile


Citazione:
Da quegli ignoranti razzisti (l'hanno insegnato loro ai nazi, il razzismo) degli statunitensi. Non esiste nessuna razza (varieta') caucasica. Il Caucaso e' una espressione geografica.

Infatti non condivido qeusta formulazione. E' molto ingannevole.

Citazione:
Puttanate. Il sistema delle caste e' lo stesso ovunque sia presente agricoltura e urbanizzazione. E' fondato sulla divisione in quattro settori di TUTTE le citta' fortificate su un crocicchio. Per capirne la meccanica si puo' vedere questo video di un divulgatore eccezionale..

Forse. Gia' sapevo di queste ipotesi, pero' non mi convincono del tutto. Che ci posso fare. Come detto, potrei benissimo essere coglione io.


Citazione:
I nazisti erano perlopiu' dei salumieri ignoranti che seguivano altri salumieri americani ignoranti e si attaccavano a qualsiasi teoria, senza riguardo di quanto fosse demenziale o contraddittoria col resto dei loro vaneggiamenti, che potesse far pensare che ci fosse una filosofia nazista. La verita' purtroppo e' che non c'e' mai stata piu' di quanto non ci sia una filosofia ispiratrice del Trota.

Non condivido. Se erano questi cialtroni demenziale, come mai l'apparato tecnologico e scientifico post bellico (sia americani che Russi) derivi proprio da loro?
Credo che sia piu' facile etichettarli cosi'. Cosi' si rigetta tutto senza pensarci troppo. Penso che sia una conseguenza della propaganda, non capendo che le basi esoteriche del nazismo sono proprio quelle dell'elite dominante.

Citazione:
Gli ebrei ashkenazi sono originari della pianura del basso Volga. Gli ariani non sono mai esistiti che nella testa di alcuni ideologi indiani d'accatto per ragioni strumentali al regime della casta dei bramini, senza alcuna evidenza storica, antropologica o di qualsiasi altra natura. Naturalmente tra accattoni ci si intende subito anche a distanza cosi' la cosa e' stata ripresa anche in Europa, ma per ragioni ugualmente strumentali: bisognava giustificare l'Impero Britannico.

Non condivido. Non e' casuale l'affiatamento tra gli ebrei ashkeNAZI e gli anglo-sassoni (loro stessi si definiscono la 13° tribu' perduta d'Israele) nel programma sionista. Ma sono tutte e due razze ari...ups... bianche. E' perverso, in effetti, ma compatibile con l'idea estorica della disecnednza davidica ariana, dal quale lo stesso Cristo discende.
Non se crederci completamente a tutto cio', pero' in cerchi ristretti q questo credono... Almeno se si unisce i puntini.

Citazione:
Idee poche ma completamente confuse.

In tutto questo marasma complessissimo e' normale essere confusi. Vuole dire che si ragiona...
Ciao.
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Re: sui Protocolli dei Savi di Sion (articolo straordinario)
#27
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Maksi ha scritto:

non capendo che le basi esoteriche del nazismo sono proprio quelle dell'elite dominante.


Stesse radici.....

Citazione:


Gli ariani vengono considerati come i discendenti degli atlantidei,


....che misero in giro queste minchiate.
Inviato il: 24/4/2012 13:31
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Re: sui Protocolli dei Savi di Sion (articolo straordinario)
#28
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a me interessano le origini.

Il punto e' che quando qualcosa e' presente ovunque potrebbe anche non avere una origine geografica e comunque ogni ricerca in tal senso si rivelerebbe campata per aria.

Citazione:
Anche io pensavo a tutto cio' come pura follia, poi ho smesso di seguire il politicamente corretto.

Smettere di seguire il politicamente corretto e' cosa saggia e giusta, ma non per questo si deve buttare via il neonato con l'acqua sporca e seguire il contrario, senza riguardo per la sua scorrettezza logica.
Probabilmente sei solo in una fase di rigetto...

Citazione:
Gia' sapevo di queste ipotesi, pero' non mi convincono del tutto

Se una ipotesi fosse del tutto convincente si chiamerebbe fatto e non piu' ipotesi. La questione e' che delle ipotesi portate e' per ora la meno incredibile e piu' adattabile a molteplici esempi.

Citazione:
Se erano questi cialtroni demenziale, come mai l'apparato tecnologico e scientifico post bellico (sia americani che Russi) derivi proprio da loro?

Attento a non fare confusione fra nazista e tedesco: non erano la stessa cosa. La Germania dall'inizio del 1800 fu rapidamente all'avanguardia in moltissimi settori, specie le scienze teoriche. E' naturale che nonostante gli sforzi dei nazisti, che non erano c'erto l'elite intellettuale o scientifica, per mandare tutto all'aria, questo retaggio abbia prodotto dei frutti anche durante gli anni '30 e '40. Frutti che sono stati utilizzati anche dai vincitori della guerra.

Citazione:
Credo che sia piu' facile etichettarli cosi'. Cosi' si rigetta tutto senza pensarci troppo.

No, e' proprio che il nazismo e' stato un fenomeno culturalmente paragonabile alla Lega Nord. Pur con le pulsioni positive che poteva avere, come d'altronde le ebbe anche la Lega. L'unica differenza e' che il nazismo prese il potere e sembro' avere successo nell'affermare l'indentita' tedesca nel mondo, cosi' tutti quanti (o quasi) si unirono al partito per qualche anno, almeno fino a quando non capirono che non stava funzionando e li stava portando al disastro. Se ti capita leggi Secret Germany o l'altro omonimo libro di Baigent piu' circoscritto ad un particolare personaggio del circolo.

Citazione:
Non e' casuale l'affiatamento tra gli ebrei ashkeNAZI e gli anglo-sassoni

Che cazzo di pena imbarazzante questa storia degli ashke-nazi con il nazi sottolineato. Basta quello a inficiare qualsiasi ragionamento posteriore.

In ogni caso il nesso casuale non ha niente a che vedere con dubbi vaneggiamenti razziali ma tutto con alcune denominazioni protestanti. Ma leggerli i links mai eh?

Non partiro' ora per una spiegazione dettagliata che potrebbe essere il soggetto di un articolo, ma basterebbe invece di leggersi deliri vari di dementi assortiti, leggersi un buon libro sulla storia delle denominazioni e sette protestanti degli ultimi 200 anni. Non c'e' bisogno d'altro per capire il legame che hai colto.

Citazione:
Non se crederci completamente a tutto cio', pero' in cerchi ristretti q questo credono

Ci credono perche' sono Dispensazionalisti e non credono a quel che tu pensi che loro credano. Se abitassi in un paese di cultura anglosassone lo sapresti anche tu.
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E' dall'uso (mancato) del Congiuntivo, che li riconoscerete.
Inviato il: 24/4/2012 13:42
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Re: sui Protocolli dei Savi di Sion (articolo straordinario)
#29
Dubito ormai di tutto
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Da perugia
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Sono convinto che in questa discussione deragliata sulle origini dell'ideologia nazista(che ben venga, ci mancherebbe...) si stia perdendo di vista un elemento cruciale, ossia l'avversario dell'ideologia ariana.

Sempre taciuto in queste discussioni, ma anche (e soprattutto) dai mass-media che non osano introdurlo quale argomentazione a discarico per paura di svilire la "colpe" dell'ideologia ariana, è, credo, un dettaglio poco conosciuto e senz'altro assente nell'immaginario collettivo.

Parlo dell'ideologia opposta a quella della razza ariana, che introducendosi in Europa, da principio in Inghilterra, ha influenzato il dibattito intellettuale e la politica mondiale approdando in seguito, verso la fine del '800, negli Stati Uniti.

Il British Israelism, connesso al mito delle tribù perdute d'Israele, persegue la credenza nella discendenza del popolo inglese direttamente da Re Davide (1000 a. C. circa) ed è un'ideologia della razza in tutto e per tutto simile all'ideologia della razza ariana. Le due ideologie arrivarono inevitabilmente allo scontro intellettuale, oltre che politico per ovvie ragioni di deterrenza del primato ideologico...

da wiki:
http://en.wikipedia.org/wiki/British_Israelism

Ci furono vari movimenti "israelizzanti", anche in Germania, ma quelli che si distinsero furono senz'altro quello britannico e in minor misura quello francese.

Il fulcro, il principio fondante, è il mito delle tribù perdute d'Israele di cui Tudor Parfitt, nel suo libro "Le tribù perdute d'Israele", ne descrive la STORIA del MITO. Da questo mito sarebbero stati generati culti (come quello dei Mormoni) e movimenti (come i cristiano-sionisti)...
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“Se un ebreo ortodosso mi considera "immondo" o mi saluta per primo per non dover essere costretto a rispondere al mio saluto, la cosa non preoccupa più di tanto.” (John)
9/11 anomalies
Inviato il: 24/4/2012 13:52
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  •  PadijtLee
      PadijtLee
Re: sui Protocolli dei Savi di Sion (articolo straordinario)
#30
Mi sento vacillare
Iscritto il: 4/6/2010
Da
Messaggi: 447
Offline
Citazione:

Parlo dell'ideologia opposta a quella della razza ariana


La razza ariana non esiste. E' per l'appunto una ideologia. Quindi non ha opposti.
Inviato il: 24/4/2012 13:58
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