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  Salò 2011

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  •  METAL4EVER
      METAL4EVER
Salò 2011
#1
Mi sento vacillare
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Questo è un montaggio amatoriale di vari video che ho trovato su youtube. Ho unito spezzoni di interviste riguardanti Pier Paolo Pasolini e Paolo Barnard con il famoso film "Salò" dello stesso Pasolini. Ne è uscito un collage compatto che riguarda noi,la nostra società e il Potere...spero vi piaccia.

Inviato il: 9/10/2011 10:54
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  •  METAL4EVER
      METAL4EVER
Re: Salò 2011
#2
Mi sento vacillare
Iscritto il: 8/1/2009
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Inviato il: 9/10/2011 10:57
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  •  benitoche
      benitoche
Re: Salò 2011
#3
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 30/9/2006
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Ottimo lavoro METAL4EVER

Riguardo Barnard è tutto giusto tranne le conclusioni
Si contraddice,non puoi dire che gli operai sono destinati a scomparire in Korea manca l'illuminazione perchè sono tutti robot e subito dopo come soluzione dire lavoro e salario di dignità per tutti

sostenuto da un programma governativo di piena occupazione allucinante in collaborazione col settore privato

Come puoi pretendere che il privato scenda a compromessi?
Barnard ancora deve comprendere che cosa è il mercato del lavoro

Dopo il superamento della schiavitú,la tappa che resta da superare è che nessun lavoro umano possa essere merce.
Questo il punto saliente che il nuovo cristianesimo risolverà.
La Triarticolazione dell’ordinamento sociale stacca la merce dalla forza lavoro;quindi in avvenire gli uomini compreranno e venderanno solo merce,solo prodotti esteriori,solo quanto è separato dall’uomo,e l’uomo lavorerà per il suo prossimo per amore fraterno.…
La via per arrivare a tale meta sarà magari lunga,ma nulla all’infuori di questo,e questo soltanto,potrà risolvere il problema sociale.


Rudolf Steiner, Esigenze sociali dei tempi nuovi,
Ed. Antroposofica, Milano 1971, p. 293.

Questa affermazione sottintende due cose che in questa periodo sembrano utopiche:
che si lavori volentieri per gli altri e che si percepisca un contributo economico indipendentemente dal lavoro svolto.

Ovvero:volontariato e reddito di fratellanza.
Il principio veterotestamentario del lavoro come dovere-sofferenza evolveva cristianamente trasfigurandosi sotto forma di amore-donazione

Oggi il lavoratore viene “pagato” per la propria prestazione lavorativa,ma si tratta di un processo fittizio.
Ciò che accade in realtà è che l’imprenditore acquista letteralmente dai suoi operai la merce che poi rivende.
Di fatto l’acquista fino all’ultimo centesimo,ma lo fa sfruttando una posizione privilegiata,poiché essi sono costretti a“vendere”le merci che
producono portandole in un solo mercato,il suo.

Il guadagno dell’imprenditore deriva poi dalla sua capacità di rivendere le merci acquistate dagli operai ad un prezzo superiore,sfruttando la congiuntura e il suo fiuto commerciale.
È questo“mercato del lavoro”,in cui la prestazione lavorativa viene mercificata al pari delle qualità spirituali degli esseri umani che vi partecipano,ad essere fonte per loro di sofferenza e disagio,ed essi non possono non sentirsi lesi nella propria dignità umana per essere costretti, per vivere,a vendere la propria forza lavoro per generare un profitto che alla fine intraprende strade che si perdono nell’acefalo mondo economico-finanziario fatto di borse,derivati e speculazione.

Un uomo non può essere pagato per la prestazione lavorativa che fornisce,e il suo sostentamento deve provenire da tutt’altra fonte che non attraverso il salario.Che sia cosí,ce ne possiamo rendere conto solo che si rifletta su questa domanda:«Grazie a cosa vive l’uomo?».
Potrebbe sembrare paradossale,ma la risposta non è il denaro,non si vive infatti di denaro.
Se fossimo trasferiti immediatamente su di un’isola deserta,del denaro non ce ne faremmo nulla,sopravvivrebbe solo chi ha le capacità di procacciarsi il cibo,vestirsi,crearsi un riparo,curarsi ecc.

Il denaro è dunque solo uno strumento di potere per costringere altri uomini affinché lavorino per noi,trasformando in merce le loro attitudini e capacità.

In un contesto economico "sano"l’imprenditore non trattiene per sé il profitto prodotto dall’azienda,il profitto non è suo,egli fornisce all’impresa le sue capacità esattamente come tutte le altre figure professionali coinvolte nella produzione.
Egli riceve la quota-parte stabilita per la sua prestazione allo stesso modo che i suoi collaboratori ricevono la propria.

I guadagni dell'azienda servono per la Spesa dello Stato,Reddito di cittadinanza compreso

Fonte :archetipo
_________________
la religione è indispensabile
soltanto a un’umanità rescissa dal mondo divino-spirituale.
Inviato il: 9/10/2011 15:01
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Re: Salò 2011
#4
Mi sento vacillare
Iscritto il: 23/10/2008
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benitoche ha scritto:

In un contesto economico "sano"l’imprenditore non trattiene per sé il profitto prodotto dall’azienda,il profitto non è suo,egli fornisce all’impresa le sue capacità esattamente come tutte le altre figure professionali coinvolte nella produzione.
Egli riceve la quota-parte stabilita per la sua prestazione allo stesso modo che i suoi collaboratori ricevono la propria.

I guadagni dell'azienda servono per la Spesa dello Stato,Reddito di cittadinanza compreso


Ciao benitoche,
in un contesto di mercato si ritiene che il profitto rappresenti la quota-parte di guadagno giusta per l'imprenditore, dal momento che comincia investendo in proprio capitale e tempo assumendosi il rischio di perdere tutto.
Se l'imprenditore non potesse trattenere il profitto, non esisterebbero più imprenditori, ma solo funzionari.
Senza l'incentivo del profitto, nessuno rischierebbe in proprio per generare guadagni destinati unicamente alla spesa dello Stato, reddito di cittadinanza compreso.
Non esisterebbero più gli investimenti privati in ricerca e sviluppo, dal momento che i benefici non potrebbero essere trattenuti.
Non esisterebbero più... un sacco di cose e di atteggiamenti positivi per tutti.
No profitti = no incentivi = meno efficienza = meno competitività = meno guadagno = meno tasse a beneficio della comunità. Con tanti saluti al reddito di cittadinanza!

Accadrebbe come quando l'Unione Sovietica annunciò la nazionalizzazione e le requisizioni forzate di prodotti agricoli: la maggior parte degli allevatori ammazzò il proprio bestiame per mangiarselo o nasconderlo, sapendo che l'avrebbero comunque perduto, concorrendo in modo decisivo alla generazione delle carestie che hanno provocato milioni di morti. Questo perché gli avevano tolto ogni incentivo a continuare l'allevamento nel migliore dei modi.
_________________
It's better to regret something you did than something you didn't do.
Inviato il: 9/10/2011 15:30
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  •  METAL4EVER
      METAL4EVER
Re: Salò 2011
#5
Mi sento vacillare
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benitoche ha scritto:
Ottimo lavoro METAL4EVER

Riguardo Barnard è tutto giusto tranne le conclusioni
Si contraddice,non puoi dire che gli operai sono destinati a scomparire in Korea manca l'illuminazione perchè sono tutti robot e subito dopo come soluzione dire lavoro e salario di dignità per tutti

sostenuto da un programma governativo di piena occupazione allucinante in collaborazione col settore privato

Come puoi pretendere che il privato scenda a compromessi?
Barnard ancora deve comprendere che cosa è il mercato del lavoro

Dopo il superamento della schiavitú,la tappa che resta da superare è che nessun lavoro umano possa essere merce.
Questo il punto saliente che il nuovo cristianesimo risolverà.
La Triarticolazione dell’ordinamento sociale stacca la merce dalla forza lavoro;quindi in avvenire gli uomini compreranno e venderanno solo merce,solo prodotti esteriori,solo quanto è separato dall’uomo,e l’uomo lavorerà per il suo prossimo per amore fraterno.…
La via per arrivare a tale meta sarà magari lunga,ma nulla all’infuori di questo,e questo soltanto,potrà risolvere il problema sociale.


Rudolf Steiner, Esigenze sociali dei tempi nuovi,
Ed. Antroposofica, Milano 1971, p. 293.

Questa affermazione sottintende due cose che in questa periodo sembrano utopiche:
che si lavori volentieri per gli altri e che si percepisca un contributo economico indipendentemente dal lavoro svolto.

Ovvero:volontariato e reddito di fratellanza.
Il principio veterotestamentario del lavoro come dovere-sofferenza evolveva cristianamente trasfigurandosi sotto forma di amore-donazione
Oggi il lavoratore viene “pagato” per la propria prestazione lavorativa,ma si tratta di un processo fittizio.
Ciò che accade in realtà è che l’imprenditore acquista letteralmente dai suoi operai la merce che poi rivende.
Di fatto l’acquista fino all’ultimo centesimo,ma lo fa sfruttando una posizione privilegiata,poiché essi sono costretti a“vendere”le merci che
producono portandole in un solo mercato,il suo.

Il guadagno dell’imprenditore deriva poi dalla sua capacità di rivendere le merci acquistate dagli operai ad un prezzo superiore,sfruttando la congiuntura e il suo fiuto commerciale.
È questo“mercato del lavoro”,in cui la prestazione lavorativa viene mercificata al pari delle qualità spirituali degli esseri umani che vi partecipano,ad essere fonte per loro di sofferenza e disagio,ed essi non possono non sentirsi lesi nella propria dignità umana per essere costretti, per vivere,a vendere la propria forza lavoro per generare un profitto che alla fine intraprende strade che si perdono nell’acefalo mondo economico-finanziario fatto di borse,derivati e speculazione.

Un uomo non può essere pagato per la prestazione lavorativa che fornisce,e il suo sostentamento deve provenire da tutt’altra fonte che non attraverso il salario.Che sia cosí,ce ne possiamo rendere conto solo che si rifletta su questa domanda:«Grazie a cosa vive l’uomo?».
Potrebbe sembrare paradossale,ma la risposta non è il denaro,non si vive infatti di denaro.
Se fossimo trasferiti immediatamente su di un’isola deserta,del denaro non ce ne faremmo nulla,sopravvivrebbe solo chi ha le capacità di procacciarsi il cibo,vestirsi,crearsi un riparo,curarsi ecc.

Il denaro è dunque solo uno strumento di potere per costringere altri uomini affinché lavorino per noi,trasformando in merce le loro attitudini e capacità.

In un contesto economico "sano"l’imprenditore non trattiene per sé il profitto prodotto dall’azienda,il profitto non è suo,egli fornisce all’impresa le sue capacità esattamente come tutte le altre figure professionali coinvolte nella produzione.
Egli riceve la quota-parte stabilita per la sua prestazione allo stesso modo che i suoi collaboratori ricevono la propria.

I guadagni dell'azienda servono per la Spesa dello Stato,Reddito di cittadinanza compreso

Fonte :archetipo




Guarda adesso non ho il tempo di leggere tutta l'analisi che hai postato....ma condivido i tuoi dubbi sulla soluzione che da Barnard.
ti risponderò poi meglio appena potrò..
Inviato il: 9/10/2011 19:33
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  •  METAL4EVER
      METAL4EVER
Re: Salò 2011
#6
Mi sento vacillare
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Si contraddice,non puoi dire che gli operai sono destinati a scomparire in Korea manca l'illuminazione perchè sono tutti robot e subito dopo come soluzione dire lavoro e salario di dignità per tutti

sostenuto da un programma governativo di piena occupazione allucinante in collaborazione col settore privato
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Beh io non ci vedo una contraddizione ma solamente una soluzione semi-utopica,che non sarà mai attuabile...l'unica soluzione che vedo paradossalmente è una trasformazione, che può sembrare più utopica del Comunismo(quello vero), della società in un sistema molto più simile a Star Trek.

Si lavora per la società umana e non per un'azienda,uno stato o qualcos'altro. A quel punto non avrebbe senso inquinare perchè senza alcuna multinazionale interessata al monopolio dei beni,allo sfruttamento delle risorse...si punterebbe esclusivamente a quelle soluzioni ecologiche che non comportano compromessi come la schiavitù del 3o mondo.

Non sarebbe un sistema fondato sulla crescita economica ma sulla crescita dell'uomo.

la scienza sarebbe vera scienza,il progresso sarebbe vero progresso...

Il problema è che in star trek,la vera modernità arriva dopo crisi economiche e guerre atomiche... chissà se pure noi saremmo costretti a passare su miliardi di cadaveri prima che ne esca una società più giusta,volta prima di tutto alla scoperta del cosmo,all'esplorazione di nuovi mondi e nuove civiltà??
Inviato il: 10/10/2011 9:08
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  •  benitoche
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Re: Salò 2011
#7
Dubito ormai di tutto
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Ciao funky1
Gli imprenditori non possono ignorare la richiesta, certamente confusa ma per questo non meno pressante, del nuovo. Richiesta a cui deve seguire almeno un abbozzo, una speranza, di qualcosa di piú incisivo, di piú chiaro, di piú onesto, altrimenti le delusioni continue, i drammi quotidiani, l'incertezza del futuro, spingeranno molti verso scelte confuse, contraddittorie, forse anche verso atti violenti.

Una distinzione è dovuta fra i grossi imprenditori oramai dediti ad accaparrarsi i servizi,acqua,autostrade,energia,(vedi De Benedetti o Benetton)e chi invece combatte ogni giorno per far quadrare i conti;i primi hanno accumulato ricchezza sopratutto grazie agli aiuti statali o a favori del governo(vedi privatizzazioni Prodi),ed oggi questi ladri della ricchezza Italiana hanno anche il coraggio di sbeffeggiare un popolo che li ha resi cosi potenti,i secondi sono invece la vera anima creativa della nostra nazione

Parliamo dei secondi,dei piccoli e medi imprenditori che ben volentieri avrebbero voluto far parte dell'elitè,è loro dovere morale reinvestire gli utili nel territorio,bisogna smetterla di investire i danari in borsa e favorire l'impero guerrafondaio,anche se oggi molte banche etiche sono scomparse è a loro che bisognerebbe destinare i surplus economici



Ed ora andiamo al nocciolo della questione
Se l'imprenditore non potesse trattenere il profitto, non esisterebbero più imprenditori, ma solo funzionari.

Chi lo dice?
Se amo accudire i cani lo farò sia se mi pagano sia come volontariato,se le mie capacità mi impongono un ruolo all'interno della società che ci ricavi capitali o meno Io lo porterò a termine,sono poi certo che nessuna persona assennata avrebbe difficoltà ad attribuire un compenso “elevato” ad un imprenditore che, grazie alle sue intuizioni, è in grado di gestire la produzione come nessun altro saprebbe fare

Una visione umanistica sarà fondamentale in futuro
Le soluzioni per l'Italia potrebbero essere queste(cito un post di questa mattina):

Oggi è la Cina a impensierire gli imprenditori, che si dannano per far quadrare i conti di fabbriche e fabbrichette, un giorno floride e ora allo stremo. Si domandano perché non riescono a tenere il passo con i mercati d’Oltralpe e soprattutto d’Oriente per i propri pneumatici o profilati in rame, per le calzature o le tegole d’ardesia. Si sentono ingannati e tentano di sfuggire con altrettanti inganni, impiantando fantomatiche sedi centrali in paradisi fiscali, o aprendo filiali dove la manodopera è a costi inferiori. Se invece si cercasse di realizzare una vera diversificazione nelle linee produttive, puntando sulle doti endemiche del popolo italiano e le risorse incomparabili del territorio, si potrebbe tener testa a russi, indiani e cinesi, le vere forze economiche emergenti, essendo quella statunitense malata da lungo tempo e prossima al collasso, anche se rimedia alle proprie occulte carenze con guerre e strategie finanziarie aggressive e punitive, vedi Argentina. Se è vero che occorre affrontare le emergenze su terreni congeniali ed esaltando le proprie qualità creative ed espressive, gli italiani dovrebbero riciclarsi sfruttando le inimitabili caratteristiche del proprio territorio e del corredo artistico, approntando un nuovo tipo di economia incentrata su questi fattori. E quindi migliorare e qualificare al massimo aree archeologiche e musei, da attrezzare in maniera moderna e funzionale; agriturismo genuino, non gestito da improvvisati e rapaci operatori; ricettività alberghiera che recuperi il nobile e umano tratto dell’ospitalità italiana; spettacoli teatrali al chiuso e all’aperto, come opera, danza e drammaturgia, riportati agli splendori della nostra migliore tradizione coreutica, scenografica e della commedia dell’arte, escludendo volgarità e mancanza di professionalità. Basta con le fonderie, le raffinerie e i poli siderurgici, che hanno deturpato lo scenario incomparabile di questo Paese, e nuova vita all’agricoltura impostata su basi selettive e non intensive (biologica, o meglio biodinamica), con relativa reclamizzazione e diffusione dei prodotti naturali derivati, che confluirebbero nella ristorazione e nella gastronomia, restaurando quella tipicità offuscata dall’odierno appiattimento dei fast food o dall’inconsistenza della nouvelle cuisine. Ecco allora che cinesi, russi e indiani – i quali, disponendo di ampie risorse umane a basso costo e di abbondanza di materie prime, riusciranno in breve ad arricchirsi con la fabbricazione e lo smercio di prodotti industriali su larga scala – verrebbero a spendere da noi il denaro guadagnato, attratti da ciò che di unico questo Paese può offrire.
_________________
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la religione è indispensabile
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Inviato il: 10/10/2011 12:00
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  •  METAL4EVER
      METAL4EVER
Re: Salò 2011
#8
Mi sento vacillare
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benitoche ha scritto:
Ciao funky1
Gli imprenditori non possono ignorare la richiesta, certamente confusa ma per questo non meno pressante, del nuovo. Richiesta a cui deve seguire almeno un abbozzo, una speranza, di qualcosa di piú incisivo, di piú chiaro, di piú onesto, altrimenti le delusioni continue, i drammi quotidiani, l'incertezza del futuro, spingeranno molti verso scelte confuse, contraddittorie, forse anche verso atti violenti.

Una distinzione è dovuta fra i grossi imprenditori oramai dediti ad accaparrarsi i servizi,acqua,autostrade,energia,(vedi De Benedetti o Benetton)e chi invece combatte ogni giorno per far quadrare i conti;i primi hanno accumulato ricchezza sopratutto grazie agli aiuti statali o a favori del governo(vedi privatizzazioni Prodi),ed oggi questi ladri della ricchezza Italiana hanno anche il coraggio di sbeffeggiare un popolo che li ha resi cosi potenti,i secondi sono invece la vera anima creativa della nostra nazione

Parliamo dei secondi,dei piccoli e medi imprenditori che ben volentieri avrebbero voluto far parte dell'elitè,è loro dovere morale reinvestire gli utili nel territorio,bisogna smetterla di investire i danari in borsa e favorire l'impero guerrafondaio,anche se oggi molte banche etiche sono scomparse è a loro che bisognerebbe destinare i surplus economici

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Ed ora andiamo al nocciolo della questione
Se l'imprenditore non potesse trattenere il profitto, non esisterebbero più imprenditori, ma solo funzionari.

Chi lo dice?
Se amo accudire i cani lo farò sia se mi pagano sia come volontariato,se le mie capacità mi impongono un ruolo all'interno della società che ci ricavi capitali o meno Io lo porterò a termine,sono poi certo che nessuna persona assennata avrebbe difficoltà ad attribuire un compenso “elevato” ad un imprenditore che, grazie alle sue intuizioni, è in grado di gestire la produzione come nessun altro saprebbe fare

Una visione umanistica sarà fondamentale in futuro
Le soluzioni per l'Italia potrebbero essere queste(cito un post di questa mattina):

Oggi è la Cina a impensierire gli imprenditori, che si dannano per far quadrare i conti di fabbriche e fabbrichette, un giorno floride e ora allo stremo. Si domandano perché non riescono a tenere il passo con i mercati d’Oltralpe e soprattutto d’Oriente per i propri pneumatici o profilati in rame, per le calzature o le tegole d’ardesia. Si sentono ingannati e tentano di sfuggire con altrettanti inganni, impiantando fantomatiche sedi centrali in paradisi fiscali, o aprendo filiali dove la manodopera è a costi inferiori. Se invece si cercasse di realizzare una vera diversificazione nelle linee produttive, puntando sulle doti endemiche del popolo italiano e le risorse incomparabili del territorio, si potrebbe tener testa a russi, indiani e cinesi, le vere forze economiche emergenti, essendo quella statunitense malata da lungo tempo e prossima al collasso, anche se rimedia alle proprie occulte carenze con guerre e strategie finanziarie aggressive e punitive, vedi Argentina. Se è vero che occorre affrontare le emergenze su terreni congeniali ed esaltando le proprie qualità creative ed espressive, gli italiani dovrebbero riciclarsi sfruttando le inimitabili caratteristiche del proprio territorio e del corredo artistico, approntando un nuovo tipo di economia incentrata su questi fattori. E quindi migliorare e qualificare al massimo aree archeologiche e musei, da attrezzare in maniera moderna e funzionale; agriturismo genuino, non gestito da improvvisati e rapaci operatori; ricettività alberghiera che recuperi il nobile e umano tratto dell’ospitalità italiana; spettacoli teatrali al chiuso e all’aperto, come opera, danza e drammaturgia, riportati agli splendori della nostra migliore tradizione coreutica, scenografica e della commedia dell’arte, escludendo volgarità e mancanza di professionalità. Basta con le fonderie, le raffinerie e i poli siderurgici, che hanno deturpato lo scenario incomparabile di questo Paese, e nuova vita all’agricoltura impostata su basi selettive e non intensive (biologica, o meglio biodinamica), con relativa reclamizzazione e diffusione dei prodotti naturali derivati, che confluirebbero nella ristorazione e nella gastronomia, restaurando quella tipicità offuscata dall’odierno appiattimento dei fast food o dall’inconsistenza della nouvelle cuisine. Ecco allora che cinesi, russi e indiani – i quali, disponendo di ampie risorse umane a basso costo e di abbondanza di materie prime, riusciranno in breve ad arricchirsi con la fabbricazione e lo smercio di prodotti industriali su larga scala – verrebbero a spendere da noi il denaro guadagnato, attratti da ciò che di unico questo Paese può offrire.
_________________


Ma il problema è...se il mondo di oggi è regolato dall'idea che il bene ci cola dall'alto delle elite...quando riusciremo,e in che modo, a cambiare rotta e a ricreare le basi per una società più vicina alle possibilità che il pianeta ci offre??
Inviato il: 10/10/2011 17:03
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Re: Salò 2011
#9
Ho qualche dubbio
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METAL4EVER ha scritto:
Ma il problema è...se il mondo di oggi è regolato dall'idea che il bene ci cola dall'alto delle elite...quando riusciremo,e in che modo, a cambiare rotta e a ricreare le basi per una società più vicina alle possi
bilità che il pianeta ci offre??

In verità "dall'alto delle élite" non ci cola il bene ma "mangiare la merda e dire che è buona" come consigliava negli anni '70 Enzo Biagi a chi voleva diventare giornalista.

"... quando riusciremo, e in che modo, a cambiare rotta e a ricreare le basi per una società più vicina alle possibilità che il pianeta ci offre??"

Ci riusciremo, con il più semplice dei modi: quando, mio tramite, riconoscerete che il vero sommo bene per tutti, senza esclusione di chicchessia (carnefici e vittime), scende dal Cielo dallo Spirito di Cristo, che opera in me dal 25/10/1993.

Purtroppo, però, a questa realtà, non ci stanno, in primis, i credenti col Sommo Pontefice, poi gli atei, agnostici e scettici.
Tutti diventano come afferma Paolo Rossi Barnard:
Citazione:
Il dramma non è l'esistenza di Berlusconi o di Putin, del Fondo Monetario o di Wall Street. Il dramma non è che ci manca l'informazione, non è infatti che non sappiamo quanto brutali, corrotti, avidi essi siano.
Il dramma è che non sappiamo più spazzarli via. E siamo i primi nella Storia a essere così pavidi.

Il vero dramma è che si ha, sostanzialmente, per DOGMA l'inesistenza di Dio, quando si è rivelato evidente nella mia umile persona, con decorrenza 01/01/2001.
Risultato: vivete in preda a una follìa collettiva mondiale, ridotti a pazzi governati da quattro delinquenti.
Eppure, attraverso di me, nello "Stato di diritto" Italiano, occorrono appena 6 mesi e l'intera condizione umana potrà passare a vivere dalla stalla alle stelle. Pertanto, non vale davvero la pena approfondire la conoscenza della mia persona?
Spero vogliate rispondere con argomentazioni serie, evitando qualunquismi e discorsi d'aria fritta. Grazie!
_________________
Unico IMBECILLE al mondo, per avere la Fede in Cristo senza il dubbio
Inviato il: 10/10/2011 19:50
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      METAL4EVER
Re: Salò 2011
#10
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Citazione:
In verità "dall'alto delle élite" non ci cola il bene ma "mangiare la merda e dire che è buona" come consigliava negli anni '70 Enzo Biagi a chi voleva diventare giornalista.


se siamo diventati pavidi...un motivo ci sarà caro mio...ed è proprio perché la merda che danno sembra cioccolata...

è come in matrix quando il pelatone che tradisce il gruppo di morpheus si mangia il bisteccone pur sapendo che è finto e dice "L'ignoranza è un bene". Il sistema dura e continuerà a durare perché manipola come nessun'altro sistema è mai riuscito prima(nel film tra l'altro Pasolini lo dice chiaramente)


Cmq, senza offesa, ma dal tono mi sembri un fondamentalista cristiano...spero di sbagliarmi ma se le posizioni degli altri le giudichi a priori come aria fritta,perchè contrarie al tuo credo, ci sarà poco da discutere...mi raccomando rispetta anche i credo e i non credo degli altri.

è un mio giudizio a priori e spero di sbagliarmi...
Inviato il: 10/10/2011 20:05
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Re: Salò 2011
#11
Ho qualche dubbio
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Citazione:

METAL4EVER ha scritto:

Cmq, senza offesa, ma dal tono mi sembri un fondamentalista cristiano...spero di sbagliarmi ma se le posizioni degli altri le giudichi a priori come aria fritta,perchè contrarie al tuo credo, ci sarà poco da discutere...mi raccomando rispetta anche i credo e i non credo degli altri.

è un mio giudizio a priori e spero di sbagliarmi...

Riguardo a "senza offesa", sappi che sono INOFFENDIBILE in quanto unico cittadino italiano GIUSTO esistente, decorrenza 25/10/1993.

Sembrarti poi "un fondamentalista cristiano", ti ribadisco che sono divenuto a-religioso dal Dicembre 2005, ma mi ritrovo in tutte le Religioni, particolarmente nella "Religione atea", in quanto, al di sopra del mio capo non ho alcun dio: io sono dio! E qual è il mio desiderio insopprimibile? Che tutti i miei simili vivano la breve vita terrena dell'aldiqua felici e appagati nella diversità, come vivo io, a prescindere dell'aldilà, tanto prima o poi tutti andremo e vedremo.
Pertanto, il tuo "spero di sbagliarmi" è certezza.

Non posso assolutamente giudicare i miei simili né a priori né a posteriori perché, dai FATTI degli ultimi 20 anni dei 73 che compirò il prossimo 23/01/2012, risultano Totalmente incapaci d'intendere e liberamente volere, come innocenti bambini da 1 a 9 anni, che non hanno la voglia di crescere.

Infine, a me, ESSERE "uomo/dio" non bisogna credere ma prendere atto di trovarmi sulla terra "Oltre l'uomo e oltre Dio".

Per favore, leggere la "Descrizione" al video, dove ogni connazionale è da me chiamato a precisa responsabilità, a partire dal filosofo Emanuele Severino, tra i massimi operatori del pensiero italiano, per finire alla mia diletta primogenita, sociologa Valeria, precaria in Roma dal 1995, la quale non mi accetta come padre, proprio come gli uomini non accettano come padre Dio.
Si potrà affermare: è dimostrato Dio! Perché riprodotto nella mia persona = a signor NESSUNO.
Cordiali saluti
_________________
Unico IMBECILLE al mondo, per avere la Fede in Cristo senza il dubbio
Inviato il: 13/10/2011 4:38
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