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  Aborto...ma dov'è la ragione?

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  •  Red_Knight
      Red_Knight
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#265
Sono certo di non sapere
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@Carmine

Era solo un esempio, per farti capire che il giudizio etico non implica necessariamente conseguenze pratiche e viceversa.

Tornando all'esempio dell'obbligatorietà del soccorso: lì il conflitto è in linea di massima tra una vita in pericolo e dieci minuti del tuo tempo. Praticamente non c'è un conflitto.

Nel caso dell'aborto, il conflitto è tra gli interessi della madre e il nascituro. Il problema è la natura del nascituro: a torto o a ragione, c'è chi considera che il nascituro non sia una persona, e quindi la risoluzione del conflitto in quel caso può andare anche a favore della madre.

Chi ha ragione? Comprenderei la veemenza dei tuoi discorsi, ma è controproducente per la tua stessa causa (ammesso che te ne freghi qualcosa e non sia qui solo per fare casino). Sfortunatamente, fra uomini si può invocare l'universale sentimento di empatia (per quanto blando presente in tutti) e dare per scontate certe cose e considerare malato chi non ha la stessa sensibilità*, ma nei confronti del nascituro non c'è nulla di universale, o non saremmo qui a parlarne.

Quindi occorre discuterne, che ti piaccia o no. Altrimenti, se io fossi in te, non mi prenderei nemmeno la briga di parlare con quelli che reputerei dei "mostri".

*è una semplificazione che potrei contraddire in molti altri post, ma in questo contesto funziona.
Inviato il: 2/11/2010 16:08
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  •  Pispax
      Pispax
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#266
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 19/3/2009
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Citazione:

mangog ha scritto:
Citazione:

Pispax ha scritto:
Discussione da bestie due: il Diritto.

Sopprimere una vita è una cosa grossa. Su questo siamo d'accordo tutti.
Se io uccido una persona commetto un reato e vengo duramente punito per questo.
Ma devo uccidere una persona.

Domanda: il feto è oggettivamente e indiscutibilmente una persona?
Risposta: NO.

Il problema sta proprio in quei due avverbi, "oggettivamente" e "indiscutibilmente".
Un feto può essere una persona fin dal momento del concepimento, oppure può non esserlo. Oppure può non esserlo fino a un certo momento e diventarlo a tutti gli effetti da un certo momento in poi.
Oppure può non esserlo fino a un certo momento, e da un certo momento in poi diventare una QUASI persona, per poi diventare una persona a tutti gli effetti al momento della nascita.(1)

Su questa roba non esiste una risposta univoca. Ognuno risponde a modo suo.
Dipende esclusivamente dalle nostre credenze e dai nostri valori.



Dunque per Pispax possono coeesistere contemporaneamente due verità. Ottimo ognuno potrà avere la sua verità personale.

a) uccidere un bambino di 3 mesi nel grembo di una mamma non è un omicidio

b) Uccidere un bambino di 3 mesi nel grembo di una mamma è un omicidio

Dunque dobbiamo tirare in ballo la coscienza come escamotage per non incappare in quel dilemma ( anche se nessuna coscienza può sostanziare razionalmente a favore del punto - a - ).. bene bene.. vediamo dove si andrà a parare con la coscienza.. Si comincia dalla biologia ? Si arriverà all'anima ?


Mangog, vedo che non perdi occasione per distinguerti.
Quella roba dei 25 cm di cazzo a quanto pare ti sembrava troppo poco.

Ti rifaccio il discorso usando parole più semplici: quando qualcuno sarà in grado di stabilire che un embrione è un bambino a tutti gli effetti - oppure che non lo è - questi ragionamenti non avranno più alcun senso.
A quel punto c'è una certezza e tutti quanti dovranno adeguarsi.

Fino a quando questo non non succede, la tua opinione vale la mia. O anche quella di chiunque altro, se è per questo.
La coscienza non è un escamotage: è l'unica cosa che si può prendere come misura morale nel caso manchino le certezze.

Se tu e tua moglie credete che un embrione sia un bambino a tutti gli effetti, vi comporterete coerentemente e non abortirete. Se altre sue persone invece pensano che un feto sia un bambino solo dopo la nascita, mentre prima è solo una sorta di escrescenza cellulare, si comporteranno coerentemente con le LORO credenze e i loro valori e abortiranno. Anzi, vivranno il limite dei 90 giorni come una inutile cazzata.

Visto che su questa cosa non ci sono certezze - lo ripeto, al momento che ci saranno questi ragionamenti saranno privi di senso - c'è una sola cosa sensata da fare: tu non puoi impedire a loro di abortire, e loro non possono imporre a tua moglie di abortire.





Citazione:
Citazione:

La cosa non ha nessuna implicazione di carattere sociale. Rientra in un ambito particolare, quello del Bene e del Male visti in ambito soggettivo.
Detta in altre parole, è un problema di COSCIENZA.


Appunto come la pena di morte. Per alcuni, secondo coscienza, è lecita e per alcuni no.. pendendo come dei babbei dal proprio codice civile magari.
Ma con l'aborto l'escamotage è subdolo.. si arriva a considerare il bambino come un gruppo di cellule da estirpare, come se fossero geneticamente uguali a quelle della madre.

Una società che non sia ben salda su valori non negoziabili come il diritto alla nascita per tutti i bambini concepiti ha in sè il germe della disgregazione.



Visto che non ci sono certezze, che il feto NON sia solo un gruppo di cellule da estirpare è solo una tua opinione.
Anche il fantomatico "diritto alla nascita" è una roba che esiste solo nella tua testa.

La rispetto: ma voglio anche che venga rispettata la mia, nel caso sia diversa dalla tua.
Perché di sicuro io non ho certezze, ma altrettanto di sicuro non le hai neanche tu.


La pena di morte è un discorso diverso dall'aborto. Nel primo caso hai l'assoluta certezza che stai mettendo a morte un essere umano, per quanto orribili siano stati i suoi crimini.
Nel secondo caso questa certezza non c'è.

Paragone sciocchino: nel parco nazionale dell'Uccellina è vietatissimo danneggiare gli alberi.
Passeggiando tu schiacci una ghianda, e la distruggi. Eppure era già al suolo, e se solo trovava 20 cm. di terra avrebbe attecchito bene.

Hai danneggiato un albero o no?
Bella domanda.




Citazione:
Citazione:


Prima in Italia l'aborto era un reato. Era un reato perché il Vaticano diceva che abortire era Male, e tutti dovevano adeguarsi.(2)
La legge sull'aborto ha portato il discorso sul piano della coscienza individuale.
Non ti impone di abortire, e non ti impone di non farlo: lascia decidere a te.


Pispax ogni occasione è buona per tirare in ballo il Vaticano ?


Mangog, ma hai così tanto la coda di paglia?

Ti ricordo che fino a poco tempo fa il cattolicesimo era la RELIGIONE DI STATO.
L'Italia non è mai stata una teocrazia, ma di sicuro per lunghissimo tempo è stata uno Stato confessionale.
E sia il codice penale che quello civile ricalcavano INTENZIONALMENTE i valori morali del cattolicesimo.





Citazione:
Ma tira in ballo le tue arogmentazioni per dimostrare la differenza tra un bambino a 2 mesi e 29 giorni ed un bambino a 3 mesi ed un giorno ancora entrambi in grembo della mamma.
Ti appelli al codice civile e penale anche tu?

Razionalmente ( E' deleterio appellarsi alla coscienza se si discute con persone favorevoli al diritto di abortire ) non è dimostrabile considerare l'aborto come un non omicidio. A meno chè Pispax non riesca a dimostrare che il bambino di 2 mesi e 29 giorni è una cosa diversa, PERCIO' NON UNA PERSONA, dal bambino di 3 mesi ed un giorno ( magari lo stesso bambino ).


Non è neppure razionalmente dimostrabile il considerarlo un omicidio, se è per questo.
Appunto.

Il limite dei 90 giorni è un limite assolutamente arbitrario, e nasce proprio dal fatto che alcuni elementi si Stato confessionale continuiamo a portarceli dietro.
Per esempio in Francia il limite è a 180 giorni.

Attenzione a questi discorsi: dire che il limite è arbitrario NON SIGNIFICA necessariamente dire che allora l'embrione è già un bambino e quindi non si può abortire MAI.
Per esempio in molti sostengono che siccome il limite dei 90 giorni è arbitrario, allora si dovrebbe poter abortire fino al giorno prima delle doglie.

Curioso notare come le basi logiche della loro argomentazione siano le stesse della tua.






Citazione:
La donna si autoconvince che non sta uccidendo nessuno proprio perchè lo fa in tempo, come il soldato ingegnere che non uccide "nessuno" perchè preme solamente un bottone a distanza e non vede nè sangue nè sofferenza.


Sbagliato.
Se la donna abortisce, significa che E' GIA' CONVINTA che non sta uccidendo nessuno.

E tu non hai alcun modo di dimostrarle che LEI si sta sbagliando. Così come nessuno ha modo di dimostrare che stai sbagliando TU.

Visto che in queste cose non c'è alcuna certezza, ognuno sceglie per sé.
Secondo la PROPRIA coscienza.
Inviato il: 2/11/2010 16:38
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#267
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Citazione:

Calvero ha scritto:
Citazione:


Scusa, ma allora delle due l'una: o tu hai già avuto qualche gravidanza, oppure stai latrando a sproposito.

Quale delle due?


Cos'è che ti sfugge?

Nessuna delle due. Chi NON SA, non ha possibilità di imporre scelte, ma di rispettare CHI SA.

Io non sto imponendo niente. Quindi il tuo - ma allora delle due l'una - è una domanda che non mi può riguardare.

Infatti io NON sto dicendo che a differenza di te io saprei. Io NON so.

Io sto dicendo che né io, né te sappiamo cosa sia essere madri, quindi la loro scelta noi non possiamo condannarla con la sicumera che in molti, con prepotenza, stanno mostrando.

L'uomo non può avere il potere di condannare una cosa che non può comprendere.

Paradossale? ma neanche di striscio. E' la natura.


Forse A TE sfugge una cosa: i gesti di OGNI ESSERE UMANO (uomo o donna che siano) vengono SEMPRE valutati, giudicati ed eventualmente condannati da tutti, senza dover necessariamente appartenere a una categoria specifica.

Un padre che picchia un figlio viene condannato da tutti: uomini e donne, senza distinzione e senza obbligo di appartenenza a un genus specifico.

Un gesto contrario all'etica e alla morale comune diviene fondamento ANCHE legale quando si trasforma in legge e questo senza che venga richiesto un'appartenenza a uno specifico "gruppo".

Un omicida viene valutato e condannato da chiunque: uomo o donna.

OGNI GESTO che abbia rilevanza penale viene sempre preso in considerazione dalla totalità della società e si traduce in previsione normativa.

Ora, per cortesia, spiegami perché cavolo un aborto debba essere una sorta di "riserva" per la quale viene sancito un "divieto di accesso agli estranei" e in cui solo una donna possa validamente adottare una decisione che (forse!!!! NON CERTAMENTE, MA FORSE) comporta la morte di un individuo.

Non ha senso, Calvero!

Non ha alcun senso!

E' come se, per valutare un parricida, io pretendessi che a valutare il mio gesto siano altri parricidi, perché "soltanto loro sanno cosa si prova e cosa si passa". Gli altri tacciano e vadano a cuccia.

Ma che cavolo di discorso è?????

Peraltro, come ho tentato di mettere in luce più e più volte, se la madre scegliesse di non abortire e il bimbo nascesse, ne conseguono OBBLIGHI A VITA anche per il padre.

Dunque, perché trascurare del tutto la sua figura e la sua volontà???

Se, alla faccia di ogni logica e di ogni considerazione, tu comunque volessi ritenere che l'aborto è qualcosa che un uomo non possa comprendere, perché escluso dalla diretta esperienza, allora sii coerente con te stesso e taci!

Uso il TUO concetto, Calvero, non perché io lo condivida, ma perché tu stesso ne senta la follia sulla tua "pelle": Hai mai avuto una gestazione? No? Allora taci e va' a cuccia!
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Inviato il: 2/11/2010 17:20
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#268
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effeviemme ha scritto:

Che il maschio si arroghi il diritto di imporre la prosecuzione della gravidanza è un orientamento emerso in più post.


Si tratta di fare una legge, caro effeviemme, nient'altro.

Come tutte le leggi, non potrà MAI esser fatta SOLO da uomini o da donne, ma dalla società nel suo insieme.

Non ha senso spacchettarla.

Citazione:

Ma indipendentemente dal fatto che l'embrione sia o no "vivo", rimango convinto che l'ultima scelta tocchi alla gravida.


Scusa, ma mi spieghi perché?

Sol perché l'uomo non ha gravidanze?

Francamente mi sembra illogico. Totalmente illogico.

Non s'è mai sentito di alcuna "riserva" in favore di alcun gruppo sociale, in nessun altro caso in cui si debba normare un argomento di vita e morte.

Perché qui si?

Senza contare che il padre viene preso in considerazione SEMPRE perché paghi gli alimenti al figlio, ma MAI se si tratta di decidere se farlo nascere o no.

Come se la paternità non generasse alcuna emozione.

Come se diventar padre fosse meno "nobile" che diventare madre.

Come se si potesse negare il diritto a un padre di veder nascere il proprio figlio e pretendere anche che TACCIA!

Chi sei, tu? Il padre? Allora taci e va' a cuccia.

Questa ti sembra una cosa che abbia un senso?

Citazione:

Se a "VIVO" vuoi far coincidere il concetto di "persona", a questo punto credo che dipenda dalle cognizioni di ciascuno di noi, che comporta almeno tre miliardi di possibili convinzioni differenti; quale potrà essere la convinzione "giusta"?
Se desideriamo che le "nostre" convinzioni (quelle di una persona a caso) vengano condivise ed accettate, l'unica strada potrà essere quella dell'esempio, che chi apprezzerà seguirà, ma non la strada dell'imposizione.
Sempre IMHO, naturalmente.

ciao
fvm


E non lo so.

Francamente non lo so.

Per quanto mi riguarda, io sono personalmente favorevole all'aborto per via del fatto che ho una idea molto meccanicistica della vita.

Ma se mi sbagliassi?

Non lo so, caro effeviemme..... non ho una risposta predefinita su cosa sia giusto o ingiusto.
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Inviato il: 2/11/2010 17:32
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#269
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florizel ha scritto:
Notturno

Citazione:
Ma davvero state dicendo che dell'aborto possono occuparsi solo le donne perché solo loro possono abortire???


Vedo che nemmeno i garbati commenti e le buone maniere di Astro ti distolgono dal fare interventi idioti che estremizzano opportunisticamente le opinioni altrui. Senza tali estremizzazioni, infatti, come faresti a ribadire le tue ESTREME convinzioni?

Non rimane che dirti di ANDARE a RILEGGERTI TUTTI gli interventi ed appurare se si stava dicendo la stessa cosa che A FORZA vuoi dare ad intendere TE.

Citazione:
E' OVVIO che il punto di vista delle donne in questo caso sia FONDAMENTALE e che vada riconosciuto ogni rispetto in questo.


Non solo in QUESTO caso, ma in qualsiasi altro che coinvolga il genere femminile IN PRIMIS ed in cui ha un ruolo DIRETTO.
E non pare che qui sia stato accolto il parere delle donne come la testimonianza preziosa di chi gioie e dolori se li vive direttamente sulla sua pelle. E quando non se li vive, è palese che abbia determinate ed ovvie inclinazioni a comprendere meglio degli uomini.

Non ci vuole una laurea per capire questo. Il resto è arroganza.

Citazione:
Il caso della donna uccisa alla metro di Roma? Senza umiltà e delicatezza?


Vedo che fare il provocatore ti diverte, e sei fortunato perché passa pure inosservato: dopo due messaggi vergognosi che hai lasciato in quel thread, e che nessuno ha filato, torni qui col coraggio di definire umili i tuoi commenti?
Notturno, vai a prendere in giro gli idioti.


Florizel, i tuoi interventi rifulgono sempre per la loro levatura.

E' come se tu avessi paura che gli altri non vengano sufficientemente offesi.

Che dirti, rispetto la tua vacuità di concetti e mi dichiaro orgoglioso di non piacerti.

Altro non meriti.
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Inviato il: 2/11/2010 17:40
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#270
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Citazione:

Calvero ha scritto:
io sono uno di quelli che: - DEVE essere l'uomo a portare i pantaloni. Punto.


Credo che questa frase vinca il Premio Maschilista dell'Anno.

Strano che sia sfuggita ai più...
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Inviato il: 2/11/2010 17:51
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#271
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Calvero ha scritto:
Poi le analogie di mio nonno sono il massimo. ...sfato subito il gioco dialettico, anche se in buona fede, di Notturno, ecco la semplice risposta:

I ladri, al limite, sanno cosa significa essere ladri; gli uomini non sanno cos'è una gravidanza.

Chi giudica il ladro, anche se non lo è, ha comunque la possibilità di esserlo a sua volta: di comprendere cioè pienamente quell'atto. Rientra comunque in una "natura" condivisibile e pienamente comprensibile sia razionalmente, sia materialmente, sia psicologicamente....

...smontata la tesi/analogia di Notturno in un nano/secondo.


Complimenti vivissimi.

Quindi, in applicazione del tuo principio, soltanto degli uomini potranno capire, valutare e giudicare degli stupratori, dico bene?

Infatti una donna non potrà MAI essere uno stupratore che ingravida un'altra donna.

I miei più vivi complimenti, Calvero.

Hai perfettamente smontato la mia teoria.

Ma anche tre quarti di vivere civile.

Se non di più.....
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Inviato il: 2/11/2010 17:55
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#272
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Citazione:

redna ha scritto:

quello che ha più senso sarebbe di prendere il fautore della gravidanza indesiderata e di castrarlo sul posto.


Su questo mi dichiaro molto d'accordo con Redna.

Su certe cose mi sento alquanto "fascista".

Poche, per fortuna......
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Inviato il: 2/11/2010 17:59
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  •  florizel
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#273
Sono certo di non sapere
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Notturno

Citazione:
Come se diventar padre fosse meno "nobile" che diventare madre.


Red si chiedeva com'è che anche scrivendo e leggendo opinioni tra le più svariate, si potesse restare tanto imbecilli.

Dal momento che le questioni vengono ancora affrontate sulla base della logica del PIU' e del MENO, e quasi mai del "semplicemente diverso"(senza che questo implichi superiorità o inferiorità), mi pongo le stesse domande di Red anch'io.


E' come pretendere che una donna capisca le innumerevoli sfumature di sofferenza che una paternità mancata può generare.
Con tutto l'immenso carico di DIVERSITA' di emozioni, progettualità, amore, legame e percezioni che esistono tra paternità e maternità.

E, si badi bene, il rapporto tra un padre ed i suoi figli NON è nemmeno fisicamente vissuto quanto quello che vivono le donne.

Citazione:
i tuoi interventi rifulgono sempre per la loro levatura.


I tuoi rifulgono per l'opportunismo, Notturno.
Piatto ricco, mi ci ficco, vero?

Pensa alla tua prostata, e come disse il saggio: vai a cagare sulle ortiche.
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"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando Libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi". Vittorio Arrigoni
Inviato il: 2/11/2010 18:02
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  •  Makk
      Makk
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#274
Mi sento vacillare
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Citazione:
Notturno ha scritto:Citazione:
Calvero ha scritto:
io sono uno di quelli che: - DEVE essere l'uomo a portare i pantaloni. Punto.

Credo che questa frase vinca il Premio Maschilista dell'Anno.
Strano che sia sfuggita ai più...

Non è sfuggita (almeno a me). E' soltanto che, pur essendo deliberatamente e provocatoriamente maschilista, è tutt'altro che in lizza fra le peggiori cagate maschiliste che si sono viste in questo topic (let go l'intero anno).
E la funzione della sua uscita è di sbattere sul piatto una presa di posizione nonché un'assunzione di responsabilità rispetto al problema di essere maschio e desiderare di capire qualcosa della tematica in oggetto ma tenendo conto di quello che può essere il pensiero di una donna.

Sta dicendo: sono maschio e ho difficoltà a formarmi una posizione chiara e netta. Tuttavia, per quanto maschilista possa io essere, so di non essere dalla vostra parte.


Quanto a me ribadisco la posizione precedente che hai estrapolato dal contesto:
Citazione:
Le donne sanno benissimo che il maschio medio non può apportare alcun contributo a una discussione di questo tipo. In realtà esso non sa proprio di che si parla. Sa solo che gli viene sottratto il controllo sulla generazione. Come sempre, chi ha il potere non lo vuole mollare e troverà 100.000 arzigogoli per giustificarsi.

In tema di cose che sfuggono ti ho sottolineato "medio".
Elaboro: è evidente (ma ogni tanto giova ripeterlo) che "medio" e "normale" possono NON essere sinonimi. Dipende dal contesto.
Normale deriva da "norma". Quello che rispetta la norma, la specifica di costruzione o di progetto.
"Medio" è invece quello che statisticamente si posiziona nella parte panciuta di una campana di Gauss.
Se viviamo in tempi di merda, l'uomo medio sarà dello stesso materiale, e in quanto tale non rispetterà le specifiche che portano gli umani ad essere un mirabile prodotto della natura. Sarà dunque mediocre ma lontanissimo da "normale".

Exemple given:
1- Calvero è un maschio/uomo normale ed anche il suo "maschilismo" (un po' civettuolo in questa occasione) è accettabile, in virtù di una delle migliori caratteristiche (come da progetto) dell'essere umano: la sua curiosità genuina.
2- "medi" sono quelli che io sostengo non possano apportare contributi rilevanti a questa discussione, non per incapacità o per "diritto divino" delle donne ad essere le uniche ad esprimersi in materia (come a Pispax e a te è piaciuto equivocare ;) ), ma perché la loro mediocrità li rende interessati solo a una cosa (quella che è scritta nella parte delle mie parole che ti sei premurato di stralciare).
Inviato il: 2/11/2010 18:45
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#275
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Citazione:
Questo impone la logica,questo è stato per millenni

La donna non ha alcun diritto sul nascituro,solo doveri
Si può sopportare tutto,ma non un mondo dedito a sacrifici di infanti
Bisognerebbe fare un nuovo referendum per l'abolizione dell'aborto


Non posso credere di leggere cio'.
Sono senza parole (si fa per dire).
Puoi postare storielle sugli illuminati quanto vuoi (per far credere che sai di quel che parli) ma quello scrivi non e' logica tanto quanto io sono in disaccordo con cio' che dici. Sarebbe accettabile, un pensiero come il tuo, forse se fosse proveniente dal secolo scorso.

Ho gia' parlato dell'ipocrisia di questa posizione istituzionale (religiosa) che biasima l'aborto e mantiene la guerra come prerogativa accettabile nella governabilita' di un territorio o di una nazione.

C'e' tutto tranne la logica in quello che dici :
dal senso di colpa all'autocelebrazione ("quanto sono santo a difendere gli embrioni").

Puo' essere anche vero che chimicamente avviene un cambiamento ma non significa nulla a parte questo.
Il risultato che dai per scontato per una "donna" e' ridicolo al di fuor della concezione religiosa, quella oltre il quale non riesci ad affacciarti, a mio avviso.

Il concepimento ha un ruolo focale per il catto-cristianesimo e' non puo' perdere quella sacralita' attorno a cui ruota la figura del cristo e della madonna, figure centrali (soprattutto in un paese come questo di "mammoni non per scelta" ), ma soprattutto non si puo' accettare ne' la facolta' indiscutibile di auto determinazione delle donne, ne' l'espoprio della facolta' di vita o di morte dalle mani del divino (dimenticando che ogni giorno viene scippata scientemente ed in maniera sistematica ed a discapito di esseri pensanti e forniti di coscienza... di una esistenza reale, non virtuale).
E molti altri aspetti secondari... come il disagio e il senso di colpa rigirabile contro l'allineato in ogni istante. Ovviamente, previo alimentarlo con la propaganda... un po' come e' successo con il Nostro Carmine.

Sono un po' in ritardo.. pardon... mi scuso se il discorso sia gia' passato da cio' ch propongo in questo post.
*****
Detto cio', il mio era un post di incoraggiamento a superare le brutte esperienze del genere con la giusta autocritica ma propiettata al futuro non legata ad un passato di cui non e' dato avere certezze (di sicuro non le certezze scaturite da un rimorso artificialmente pompato e dogmatico ... quello "tutta gioia" per il potenziale nascituro mai arrivato ... ).
Questo "ragionare" (si fa per dire ... e' piu' un allineamento) e' masochismo puro. Se si analizzano i fatti senza intrusioni moralistico-religiose le conclusioni sono di gran lunga diverse da "ho peccato" ... o come dicono alcuni tra i piu' infelici post che abbia mai letto, "uccisione", "infanticidio"...
*****

Santro... e' strano che sia fondamentalmente d'accordo con le tue osservazioni ma differisca nelle conclusioni sull'interruzione di gravidanza... e' misterioso (forse ho frainteso... ).


mc
Inviato il: 2/11/2010 18:53
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#276
Mi sento vacillare
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@Flo

Sono quasi sicuro che scherzavi, ma just in case:
penale arriva dal latino poena -> greco poine -> sanscrito punya (ripulire-purificare)
pene da penis (= coda) ed è nella costellazione semantica di "pendere"
Inviato il: 2/11/2010 18:56
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#277
Dubito ormai di tutto
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florizel ha scritto:
Notturno

Pensa alla tua prostata, e come disse il saggio: vai a cagare sulle ortiche.


Mi stai stancando, Florence.

Forse questo linguaggio dovresti riservarlo ai tuoi pari, non su questo forum.
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#278
Dubito ormai di tutto
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Makk ha scritto:
Citazione:
Notturno ha scritto:Citazione:
Calvero ha scritto:
io sono uno di quelli che: - DEVE essere l'uomo a portare i pantaloni. Punto.

Credo che questa frase vinca il Premio Maschilista dell'Anno.
Strano che sia sfuggita ai più...

Non è sfuggita (almeno a me). E' soltanto che, pur essendo deliberatamente e provocatoriamente maschilista, è tutt'altro che in lizza fra le peggiori cagate maschiliste che si sono viste in questo topic (let go l'intero anno).
E la funzione della sua uscita è di sbattere sul piatto una presa di posizione nonché un'assunzione di responsabilità rispetto al problema di essere maschio e desiderare di capire qualcosa della tematica in oggetto ma tenendo conto di quello che può essere il pensiero di una donna.

Sta dicendo: sono maschio e ho difficoltà a formarmi una posizione chiara e netta. Tuttavia, per quanto maschilista possa io essere, so di non essere dalla vostra parte.


Quanto a me ribadisco la posizione precedente che hai estrapolato dal contesto:
Citazione:
Le donne sanno benissimo che il maschio medio non può apportare alcun contributo a una discussione di questo tipo. In realtà esso non sa proprio di che si parla. Sa solo che gli viene sottratto il controllo sulla generazione. Come sempre, chi ha il potere non lo vuole mollare e troverà 100.000 arzigogoli per giustificarsi.

In tema di cose che sfuggono ti ho sottolineato "medio".
Elaboro: è evidente (ma ogni tanto giova ripeterlo) che "medio" e "normale" possono NON essere sinonimi. Dipende dal contesto.
Normale deriva da "norma". Quello che rispetta la norma, la specifica di costruzione o di progetto.
"Medio" è invece quello che statisticamente si posiziona nella parte panciuta di una campana di Gauss.
Se viviamo in tempi di merda, l'uomo medio sarà dello stesso materiale, e in quanto tale non rispetterà le specifiche che portano gli umani ad essere un mirabile prodotto della natura. Sarà dunque mediocre ma lontanissimo da "normale".

Exemple given:
1- Calvero è un maschio/uomo normale ed anche il suo "maschilismo" (un po' civettuolo in questa occasione) è accettabile, in virtù di una delle migliori caratteristiche (come da progetto) dell'essere umano: la sua curiosità genuina.
2- "medi" sono quelli che io sostengo non possano apportare contributi rilevanti a questa discussione, non per incapacità o per "diritto divino" delle donne ad essere le uniche ad esprimersi in materia (come a Pispax e a te è piaciuto equivocare ;) ), ma perché la loro mediocrità li rende interessati solo a una cosa (quella che è scritta nella parte delle mie parole che ti sei premurato di stralciare).


Quindi Calvero, per quanto maschilista, è "genuinamente curioso", mentre io e Pispax siamo uomini di merda perché non condividiamo la tua "tesi".

Capisco la tua posizione.

Davvero interessante e densa di contenuti di merito.

In buona sostanza il tuo intervento, sfrondato di intenti ingiuriosi, dice chiaramente..... nulla.

Grazie, Makk.
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#279
Dubito ormai di tutto
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Red_Knight ha scritto:
Citazione:
molte bestie abortiscono a raffica perchè non sanno resistere davanti ad un cazzo da 25 cm


Al di là di qualsiasi considerazione si possa avere sulla faccenda che stiamo trattando, frasi come queste danno davvero l'idea della pochezza di certi interlocutori.

Semplicemente disturbante.


Concordo assolutamente.
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#280
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Quindi Calvero, per quanto maschilista, è "genuinamente curioso", mentre io e Pispax siamo uomini di merda perché non condividiamo la tua "tesi".


Calvero non è maschilista, stavo rispondendo a Benitoche che aveva esasperato dei concetti e quindi ho messo in luce che vi sono sì delle differenze tra uomo e donna che riconosco, ma nonostante questo non si può imporle alla libertà altrui, soprattutto di una donna.

Siccome è una metafora che si presta a più indicazioni, preciso come la intendo.
Per l'uomo - portare i pantaloni, per quel che mi riguarda, significa che quando ha una compagna e una sua dolce metà deve essere pronto a essere cavaliere.. dall'aprirle la porta quando entra in un locale, a levarsi la giacca e darla alla sua compagna se ha freddo. Al sacrificarsi LUI se vi fosse l'esigenza di perdere la vita e lasciare alla moglie il compito di portare avanti la famiglia, che sia lui a sobbarcarsi i lavori pesanti e sia lui a proteggere - davanti a moglie e figli - la loro vita. Questo per me significa portare i pantaloni. Essere consci che i pantaloni sono metafora di spalle larghe, affinché la donna sia tutelata nella sua delicatissima figura di madre.


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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#281
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Forse A TE sfugge una cosa: i gesti di OGNI ESSERE UMANO (uomo o donna che siano) vengono SEMPRE valutati, giudicati ed eventualmente condannati da tutti, senza dover necessariamente appartenere a una categoria specifica.


.. e chi se ne frega.

Citazione:


Ora, per cortesia, spiegami perché cavolo un aborto debba essere una sorta di "riserva" per la quale viene sancito un "divieto di accesso agli estranei" e in cui solo una donna possa validamente adottare una decisione che (forse!!!! NON CERTAMENTE, MA FORSE) comporta la morte di un individuo.

Non ha senso, Calvero!


Ha senso eccome. La spiegazione l'ha già data una parte del discorso di Pispax (quello che ho quotato) e io anche.


Citazione:

Non ha alcun senso!


edit

...diciamo che ti piacerebbe che fosse diverso. Ma è la natura. La natura non ha senso. La natura non è bella, non è brutta. Può piacere oppure no. Non sono affari tuoi cosa una donna faccia del suo corpo, puoi criticarla, giudicarla, ma non hai elementi validi per condannarla (nei casi addietro ipotizzati). Tu non puoi sapere cosa sia nel profondo una gravidanza, quindi finiscila di cercare analogie che portino acqua al tuo mulino perché non ne troverai.

Citazione:

Uso il TUO concetto, Calvero, non perché io lo condivida, ma perché tu stesso ne senta la follia sulla tua "pelle": Hai mai avuto una gestazione? No? Allora taci e va' a cuccia!


Nessuna follia. Tu non puoi permetterti di condannare con imperativi categorici ciò che categoricamente non conosci.
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Inviato il: 2/11/2010 20:29
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#282
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Credo che questa frase vinca il Premio Maschilista dell'Anno.

Strano che sia sfuggita ai più...


Ho risposto a questa accusa, al post sopra.
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Inviato il: 2/11/2010 20:30
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#283
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Complimenti vivissimi.

Quindi, in applicazione del tuo principio, soltanto degli uomini potranno capire, valutare e giudicare degli stupratori, dico bene?


Non ne azzecchi una Notturno.
Tu non sei fatto per le analogie lascia perdere, seriamente.

Giudicare un reato penale in base a una violenza comprensibile da entrambe le sponde, non ha a che vedere col comprendere una cosa di cui la Natura non ti ha dotato. Che ti piaccia oppure no (evidentemente no) tu non sai cosa significa avere in grembo e in simbiosi con te un altro essere vivente, quindi non puoi sapere quale profondo e biologico avvenimento vivono le donne.

Citazione:

Infatti una donna non potrà MAI essere uno stupratore che ingravida un'altra donna.


Infatti un giudice donna può condannare uno stupratore in base a quello che il codice Penale stabilisce a priori. Può comprendere cosa una donna può aver vissuto in quegli istanti, e potrebbe avere esperienze di che cosa sia la violenza di un uomo che oltraggia una donna.

edit

Non è tutto. Questa tuo tentativo poteva finire con il ... hai ragione Calvero, l'analogia non ci stava .. ma insisti (che non significa che la devi pensare come me) e continui a fare figure barbine. Poiché questa tua ipotesi, in aggiunta, non rientra nemmeno nell'analogia di un - problema etico - che infatti non può esistere in questi termini. Il problema ETICO si pone proprio (riconosciuto a livello mondiale, e non da Calvero) proprio perché i confini non è possibile delinearli e inoltre .... qui la mia posizione: Tu uomo non sei nessuno per condannare in maniera categorica e mettere allo stesso livello di un omicida qualunque, una donna che viva simili esperienze di costrizione e gravidanza.

Non puoi comprendere (come ti ha spiegato Florizel e Astro) quali fattori entrano in gioco, quindi non puoi condannare. Da ignorante, come me, devi rispettare chi può scegliere della propria coscienza.

Il feto, come ho detto a quel cafone di Mangog, non è il FIGLIO. Altrimenti si chiamava figlio. E' inutile che porti avanti metafore e analogie che implicitamente parlano di ipotesi che si possono rapportare a quelli denominati - figli - .

Natura ha deciso che il tuo parere vale qualcosa, sì certo, ma è la tua condanna che non può avere valore.

Citazione:

I miei più vivi complimenti, Calvero.

Hai perfettamente smontato la mia teoria.


Esatto... ti consiglio di non ritentare
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#284
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Per l'uomo - portare i pantaloni, per quel che mi riguarda, significa che quando ha una compagna e una sua dolce metà deve essere pronto a essere cavaliere.. dall'aprirle la porta quando entra in un locale, a levarsi la giacca e darla alla sua compagna se ha freddo. Al sacrificarsi LUI se vi fosse l'esigenza di perdere la vita e lasciare alla moglie il compito di portare avanti la famiglia, che sia lui a sobbarcarsi i lavori pesanti e sia lui a proteggere - davanti a moglie e figli - la loro vita. Questo per me significa portare i pantaloni. Essere consci che i pantaloni sono metafora di spalle larghe, affinché la donna sia tutelata nella sua delicatissima figura di madre.


Non so se è maschilista ma è di sicuro molto ottocentesco... raccapricciante!
Inviato il: 2/11/2010 20:48
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#285
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Non è sfuggita (almeno a me). E' soltanto che, pur essendo deliberatamente e provocatoriamente maschilista, è tutt'altro che in lizza fra le peggiori cagate maschiliste che si sono viste in questo topic (let go l'intero anno).
E la funzione della sua uscita è di sbattere sul piatto una presa di posizione nonché un'assunzione di responsabilità rispetto al problema di essere maschio e desiderare di capire qualcosa della tematica in oggetto ma tenendo conto di quello che può essere il pensiero di una donna.



Ho approfondito e ho risposto a questa tua valutazione, nel post 280
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#286
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Non so se è maschilista ma è di sicuro molto ottocentesco... raccapricciante!


... più bello è stato vedere come si sono accaniti per prendere al volo questa mia considerazione - purtroppo ho commesso un errore (sorry) a non approfondire, poiché ero concentrato con le esasperazioni di Benitoche.

Credo che non ci sia niente di più bello e maschile che usare i "pantaloni" per prendersi carico di tutelare la figura di una madre e/o moglie/compagna.

Nel momento che dico .. - donna questo è un lavoro da uomini! - oggigiorno potresti essere denunciato . Ma ringraziando il cielo, per me, ho un Padre MASCHIO e una Madre FEMMINA. Pieni di differenze ma ognuno innamorato della natura che è stata loro donata. Sin da bambino la figura paterna è sempre stata più perentoria e decisionale, poi crescendo si comprende come questa sia solo una facciata di cortesia - dovuta a un immenso lavoro di cooperazione e amore.
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#287
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
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Attendo pazientemente che i tempi portino le sventure annunziate dai più,solo allora le persone serie riceveranno nuovamente il rispetto dovuto,oggi sono altri i parametri di valutazione,mi sta bene,preferisco essere l'ultimo dei coglioni,che il primo dei venduti
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#289
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Calvero ha scritto:
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Complimenti vivissimi.

Quindi, in applicazione del tuo principio, soltanto degli uomini potranno capire, valutare e giudicare degli stupratori, dico bene?


Giudicare un reato penale in base a una violenza comprensibile da entrambe le sponde, non ha a che vedere col comprendere una cosa di cui la Natura non ti ha dotato. Che ti piaccia oppure no (evidentemente no) tu non sai cosa significa avere in grembo e in simbiosi con te un altro essere vivente, quindi non puoi sapere quale profondo e biologico avvenimento vivono le donne.


Guarda che sei strabiliante.... dico davvero. E' come se a volte ti scattasse un "click" e cominciassi a straparlare.

Fino a questo momento TU stesso hai detto che del codice penale non te ne frega niente. Ora, invece, tutto il discorso, da etico/morale, lo sposti sul piano dell'ordinamento giuridico.

Fantastico.

"giudicare un reato penale" è solo UNA delle questioni e, guarda caso, c'è sia nel caso dell'aborto che in quello dello stupratore (fatte le debite differenze).

Ad esempio, se una donna abortisce dopo una certa data dal concepimento, commette reato.

In applicazione del tuo principio, quella legge doveva e poteva essere scritta solo da donne, in quanto "coscienti di quello che significa avere in grembo e in simbiosi con sé un altro essere vivente".

Invece non funziona così, Calvero.

Questa è l'ennesima dimostrazione che tu in materia di diritto hai idee vaghe, si, ma in compenso, confuse.

Le leggi non le fanno coloro che sanno "cosa si prova" a commettere un'azione eventualmente un reato), ma coloro che devono codificare un sentire comune di un popolo in ordine a un'azione.

La tua pretesa di riservare alle donne una competenza decisionale ed etica in ordine all'aborto è infondata e infantile.

Perché se tu applicassi lo stesso principio ad ogni altro caso di cui farne valutazioni etico o giuridiche ti troveresti nella merda: dovresti lasciare che a giudicare siano proprio coloro che hanno commesso o che possono commettere quell'azione.

A me sembra folle.

A te no? Beh, pensaci con calma.
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Citazione:

Infatti una donna non potrà MAI essere uno stupratore che ingravida un'altra donna.


Infatti un giudice donna può condannare uno stupratore in base a quello che il codice Penale stabilisce a priori. Può comprendere cosa una donna può aver vissuto in quegli istanti, e potrebbe avere esperienze di che cosa sia la violenza di un uomo che oltraggia una donna.


Sbagliato.

Profondamente sbagliato.

Fino a questo momento tu hai detto che per valutare l'aborto bisogna considerare quel che prova CHI LO COMMETTE (la donna).

Ora, invece, *CAPRIOLA*: per giudicare lo stupro bisogna guardare a quel che prova CHI LO SUBISCE (la donna).

Ma non capisci cosa sei costretto ad argomentare pur di difendere una posizione assurda?

E tutto questo senza dimenticare che prima parlavi di valutazioni etiche e ora, invece, ti concentri sull'aspetto giuridico (e tu sai bene che non concidono sempre, vero?).

Il problema dell'aborto è quello di contemperare due interessi contrapposti (ma in realtà ne dovrebbe tenere in conto TRE):
quello della madre e quello del figlio.

Pispax sostiene che non c'è la certezza che il feto sia "oggettivamente e incontrovertibilmente" un essere umano e ne fa discendere le sue conseguenze.

Io credo che questa sia la posizione più ragionevole possibile, al momento.

Nessuno sa se quell'esserino sia un uomo o no, quindi è difficile ipotizzare un reato (questo escludendo le posizioni "fideistiche" dei cattolici, che aborro).

Da una parte, dunque, avremo il diritto della madre a condurre la propria vita secondo le sue inclinazioni e a evitare le conseguenze di una violenza e di una gravidanza non voluta e dall'altra un "essere potenziale", ma non sicuramente attuale.

Queste due posizioni vanno contemperate e si è scelto un compromesso: fino a una certa data si può abortire, dopo no.

E' un compromesso basato sulla NON conoscenza.

Sulla mancanza di certezza SE il feto sia un essere umano e DA QUANDO cominci ad esserlo.

In realtà, il principio di precauzione vorrebbe che in casi simili ci si astenesse del tutto dal recare danno a un essere che anche solo potenzialmente o probabilmente è umano.

Ma si è scelto di non seguire questa strada perché c'era L'ALTRO DIRITTO: quello della madre a condurre la propria vita nel migliore dei modi in cui LEI possa decidere di viverla.

Ed è un diritto reale, fondato ed esistente, che merita tutela.

Ecco perché si è scelto di non tutelare il feto (essere forse umano e potenzialmente umano).

Ora, chi deve prendere questa decisione?

La donna innanzitutto. E su questo ci son pochi dubbi.

Il problema è: SOLO la donna deve scegliere? SOLO la donna ha diritto di dire la sua?

Secondo me no.

In molti casi SI! E' ovvio che in caso di una violenza carnale sia la donna l'unica che debba decidere il da farsi, è LEI che ha subito il danno, è LEI che paga con la propria vita, è giusto, dunque, che decida lei (fatta sanva una piccola postilla che seguirà).

Ma non è sempre così.

In una coppia sposata, ad esempio, in cui la moglie resti incinta del marito, perché lasciare la scelta solo a lei?

Entrambi si prenderanno cura del figlio. Entrambi vivranno le conseguenze di una scelta. Beh, perché non si tiene in alcun conto il desiderio, la volontà, la posizione del padre?

Francamente mi sfugge il motivo.

Tutto questo fila. E' un ragionevole compromesso.

MA RESTA UN COMPROMESSO BASATO SULLA NON CONOSCENZA (postilla!)

Non sappiamo se quel feto sia un essere umano o no.

Sono le classiche difficoltà che si attraversano quando la conoscenza si espande, ma non a sufficienza.

Prima, molti secoli fa, si era vivi solo se si usciva dal ventre materno.

Ora non più: ci siamo spinti a scoprire che il feto, dopo un po' si succhia il pollice, sogna, si muove e sorride persino.

Non si può più pensare che in quella fase sia solo un mero agglomerato di cellule.

Ma non sappiamo fissare un confine preciso tra il "prima" e il "dopo".

Tra la NON VITA e la VITA.

Secondo me è perché la vita è una convenzione e null'altro.

Definiamo Vita ciò che fa certe cose: si muove, respira, pensa, agisce....

Quando ci avviciniamo ai confini quelle caratteristiche si sfumano e diventano imprecise e se ne coglie il continuo "divenire".

Ed è lì che cominciano i casini.

Quelli in cui ci troviamo noi.

Ed era per questo che sottolineavo la necessità di approfondire il concetto di Vita prima di parlare dell'aborto.

E' lo stesso iter che propongo quando si deve affrontare il problema dell'eutanasia, della donazione di organi: anche lì siamo davanti a un confine: quello finale, purtroppo.


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Non è tutto. Questa tuo tentativo poteva finire con il ... hai ragione Calvero, l'analogia non ci stava .. ma insisti (che non significa che la devi pensare come me) e continui a fare figure barbine. Poiché questa tua ipotesi, in aggiunta, non rientra nemmeno nell'analogia di un - problema etico - che infatti non può esistere in questi termini. Il problema ETICO si pone proprio (riconosciuto a livello mondiale, e non da Calvero) proprio perché i confini non è possibile delinearli e inoltre .... qui la mia posizione: Tu uomo non sei nessuno per condannare in maniera categorica e mettere allo stesso livello di un omicida qualunque, una donna che viva simili esperienze di costrizione e gravidanza.

Non puoi comprendere (come ti ha spiegato Florizel e Astro) quali fattori entrano in gioco, quindi non puoi condannare. Da ignorante, come me, devi rispettare chi può scegliere della propria coscienza.

Il feto, come ho detto a quel cafone di Mangog, non è il FIGLIO. Altrimenti si chiamava figlio. E' inutile che porti avanti metafore e analogie che implicitamente parlano di ipotesi che si possono rapportare a quelli denominati - figli - .

Natura ha deciso che il tuo parere vale qualcosa, sì certo, ma è la tua condanna che non può avere valore.

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I miei più vivi complimenti, Calvero.

Hai perfettamente smontato la mia teoria.


Esatto... ti consiglio di non ritentare


Capito, adesso, quanto ti sbagliavi?
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#290
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Red_Knight ha scritto:
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Per l'uomo - portare i pantaloni, per quel che mi riguarda, significa che quando ha una compagna e una sua dolce metà deve essere pronto a essere cavaliere.. dall'aprirle la porta quando entra in un locale, a levarsi la giacca e darla alla sua compagna se ha freddo. Al sacrificarsi LUI se vi fosse l'esigenza di perdere la vita e lasciare alla moglie il compito di portare avanti la famiglia, che sia lui a sobbarcarsi i lavori pesanti e sia lui a proteggere - davanti a moglie e figli - la loro vita. Questo per me significa portare i pantaloni. Essere consci che i pantaloni sono metafora di spalle larghe, affinché la donna sia tutelata nella sua delicatissima figura di madre.


Non so se è maschilista ma è di sicuro molto ottocentesco... raccapricciante!


Gia'..... mellifluo e raccapricciante.
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#291
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Calvero,quando si parla non l'ho si fà per compiacere
Si parla e si è disposti a difendere le propie idee,non perchè siano giuste in generale,ma perchè intimamente le si ritiene corrette
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benitoche,
sono qui a quotare tutto quello che hai scritto.
Fa dispiacere vedere in quanti, per paura di essere considerati coglioni (proprio dai coglioni stessi), si sono venduti e l'onestà intellettuale per loro è solo un romanticismo di altri tempi.
Compiacere e discutere sono due cose ben distinte, è vero.
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C’è al mondo una sola cosa peggiore del far parlare di sé: il non far parlare di se (Oscar Wilde)
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#292
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Notturno ha scritto:
Quindi Calvero, per quanto maschilista, è "genuinamente curioso", mentre io e Pispax siamo uomini di merda perché non condividiamo la tua "tesi".

Non ci hai la stoffa per le sintesi.
Calvero è in questo thread per capire e formarsi un'idea (aka "genuinamente curioso").
Tu no.
La "mia tesi" è che gente come te non è qui per capire. Ma per fare altro. Questo rende i tuoi/loro interventi disperatamenti disutili.

Il punto non è essere o meno "maschilisti". Si può essere maschilisti[*] e avere desiderio di dialogare. Nel qual caso l'essere dialoganti prevale sull'essere maschilisti.

Oppure si può venire qui collo scopo di sfogare il proprio maschilismo, e quindi non essere nulla più che maschilisti, ovvero essere "il nulla", dal punto di vista dell'apporto a una discussione che per default impatta sull'essere donna. E' come essere daltonici e voler pontificare sulle nuances dei colori.

Quanto all'essere "omm'emmerda" o meno, ognuno si sente toccato come meglio crede (e merita):
ti senti mediocre e ti riconosci nella descrizione che ho fatto?
Sei un poveraccio terrorizzato perché questi nostri tempi tendono a sottrarre al maschietto il controllo sul grembo materno, come invece era in passato?
Allora sei libero di sentirti uomo di merda. Ma sono problemi tuoi.

Citazione:
Capisco la tua posizione.

Ovviamente no. Nessuna sorpresa. Non sei qui per capire. Hai altri obbiettivi. E lo dimostri ad ogni intervento.



[*] questo non implica che Calvero sia o meno maschilista (secondo la mia opinione lo è, ma il suo esserlo, oltre a non essere particolarmente grave in sé, è Off-Topic).
Si è auto-tacciato di maschilismo per amor di discussione. Una roba del tipo "ok, lo sono, e adesso andiamo avanti".
Inviato il: 3/11/2010 15:11
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  •  Makk
      Makk
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#293
Mi sento vacillare
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Citazione:

Calvero ha scritto:Citazione:

La funzione della sua uscita è di sbattere sul piatto una presa di posizione nonché un'assunzione di responsabilità rispetto al problema di essere maschio e desiderare di capire qualcosa della tematica in oggetto ma tenendo conto di quello che può essere il pensiero di una donna.

Ho approfondito e ho risposto a questa tua valutazione, nel post 280

Dici?
Nel post 280 hai solo riaffermato una visione ottocentesca (come dice Red). Che a me non dispiace, sono abbastanza ottocentesco anch'io. Ma 'sti cazzi.

La mia valutazione su di te non era davvero il fulcro del mio intervento. Lo era il fatto che un maschilista può essere un buon partner dialogico o una solennissima piattola per una donna. Dipende da come si pone. E che tu ti poni in posizione di ascolto. Ergo i maschilisti del terzo tipo non cercassero di usarti come dimostrazione che sei in malafede (parla tanto ed è più chauvinista di "noi").

Il motivo per cui questo e la quasi totalità di topic sull'aborto sono una perdita di tempo è che dietro alle chiacchere c'è un sostanziale sentimento di irrilevanza della donna.
Irrilevante come essere umano, intendo.
Perché invece come vaso procreatore la donna è una dolorosa conditio sine qua non, e quindi la si tiene in alta considerazione: ma lo si fa nello stesso modo in cui si ha grande cura verso un macchinario costoso e delicato, al punto di "santificarlo"... pensa a un impianto Hi-Fi da svariati kiloeuri e ai maniaci audiofili che, dato il loro entusiasmo per l'elettronica audio, presumono di essere automaticamente anche dei grandi conoscitori di musica.
Confondere questo rispetto per la funzione della donna col rispetto per la totalità del suo essere è un classico. Cercare di non ricadere in questo errore è uno sforzo e richiede di sorvegliarsi.
Ma certo c'è chi questo problema se lo pone e chi non sa neanche che esiste.
Difficile intraprendere un viaggio di conoscenza (+ semplicemente "una discussione proficua") con chi parte senza neanche porsi questa domanda di fondo.
Inviato il: 3/11/2010 15:56
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  •  Calvero
      Calvero
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#294
Sono certo di non sapere
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Citazione:


Nel post 280 hai solo riaffermato una visione ottocentesca (come dice Red). Che a me non dispiace, sono abbastanza ottocentesco anch'io. Ma 'sti cazzi.



edit

..a riprova della mia buona fede, già ti scrissi che il tuo primo intervento fu per me illuminante, ma forse non avevi compreso e/o non fui capace di farmi comprendere.

A questo punto, poiché sinceramente non so cosa possa significare maschilismo (se non nella sua accezione negativa, lì ci vuole poco)... ... dimmi tu se da quel che asserisco, sono maschilista (non è neanche lontanamente una provocazione):

... di quella visione denominata - ottocentesca - discende in conseguenza quello che una compagna gradirebbe di detto "comportamento" ( ma io non me lo impongo, a me vien naturale). Ma attenzione, io ho parlato di compagna; di moglie; di una tua metà insomma ... per me non deve essere un comportamento a prescindere. Così come per un mio Amico farei molto, e per Mangog non lo farei. Ciò non toglie che esista - un chiamiamolo "galateo" col prossimo e a prescindere; e anche questo dovrebbe venire naturale ai maschietti: come dovrebbe venire naturale alzarsi per lasciare il posto ad una persona anziana sull'autobus. Credo che nei cosiddetti "tempi andati", oltre ad una "spocchiosa forma di ossequi ipocriti", vi fosse anche quel contatto umano percepito dal naturale senso delle cose ora generalmente perduto, e c'era non per galateo .. ma perché l'alienazione delle persone non era certo quella odierna.


Da ciò rilevo che il mio essere "maschilista" pone la sua visione nella piena totalità di quello che un maschio dovrebbe essere, ma per essere tale non deve riferirsi ad una autorità, ma DEVE guadagnarsi un percorso di autorevolezza che è tutt'altra storia. Autoritari (gli stronzi) si nasce; autorevoli si diventa. Ciò indica che una donna - una compagna - che non è stupida e percepisce nel suo uomo modi all'apparenza patriarcali e di comando... in realtà LEI è lì e costruisce insieme a LUI ciò che natura vuole... cioè uno "scudo cooperativo" che nasce dall'esigenza che una realtà esterna e potenzialmente "nemica", sanno, li circonda. Se questo significa essere "maschilisti" e "portare i pantaloni" allora questo intendevo.

Detto questo, non credo siamo andati tanto Of Topic per poter comprendere che attingere a questo Spirito nei confronti della nostra esistenza, significa profondamente avere l'umiltà (oltre alla curiosità che hai individuato) di sapere o cercare di comprendere CHI e COSA siamo. Ed è da questo principio innato che appunto come dici tu .... e lo ribadiamo:

Citazione:


Perché invece come vaso procreatore la donna è una dolorosa conditio sine qua non, e quindi la si tiene in alta considerazione: ma lo si fa nello stesso modo in cui si ha grande cura verso un macchinario costoso e delicato, al punto di "santificarlo"... pensa a un impianto Hi-Fi da svariati kiloeuri e ai maniaci audiofili che, dato il loro entusiasmo per l'elettronica audio, presumono di essere automaticamente anche dei grandi conoscitori di musica.


.. per me è inaccettabile! Come uomo sarei un perdente se fondamentalmente, come detto, la mistificherei con una incubatrice o una macchinetta del caffé. Preferirei donare il mio sperma a una banca del seme per tutta la vita, se avessi una simile consapevolezza. MI schifano utenti come Mangog e Carmine, mi sanno di persone di plastica. Per me la donna è magia perché proprio come la Natura è selvaggia e dolce allo stesso tempo, non ha paradigmi che discendono dall'alto; da una morale; o da una ideologia; essa vive profondamente di sé.
Ed avendo sul collo una testa pensante e un libero arbitrio incontrovertibilmente SUO, bisogna avere l'umiltà di comprendere che NON sappiamo. E soprattutto come nelle ipotesi efferate discusse, proprio lì non abbiamo il lusso di poterla condannare e tanto meno creare una Legge che prevalichi questa NATURA.
_________________
Misti mi morr Z - 283 - Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno
Inviato il: 3/11/2010 16:43
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