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   Salute & Ambiente
  una vita da malato

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Autore Discussione
  •  padegre
      padegre
una vita da malato
#1
Mi sento vacillare
Iscritto il: 28/11/2007
Da
Messaggi: 496
Offline
- una vita da malato -

Faccio qualche osservazione all’articolo di sabato 22 maggio di Massimo Fini su “Il fatto quotidiano”, in cui parla della lunghezza della vita e mette giustamente sotto accusa gli accanimenti terapeutici che allungano statisticamente la vita, ma la sua qualità è inaccettabile e inutile, come la solitudine dei vecchi senza ruolo e senza famiglia, che oggi sono i relitti della “civiltà industriale”, mentre nella civiltà contadina erano i saggi.
Manca nell’analisi, che l’autore sintetizza: “morire prima, morire tutti”, l’individuazione delle cause all’origine del fenomeno, fra cui la principale è il ruolo della medicina, che si è trasformata, da presidio che curava la malattia, ad apparato in sinergia con l’industria farmaceutica che allunga la vita, purchè tu dipenda dai farmaci e dall’apparato sanitario privato e pubblico.
Non molti anni fa la scoperta della penicillina e degli antibiotici interrompeva per sempre la millenaria “selezione naturale”, che selezionava i più forti ed aveva mantenuto il mondo con un numero di abitanti sostenibile.
In Italia all’inizio del 1900 la popolazione era di 30 milioni di abitanti ed in meno di un secolo è raddoppiata, e se dovessimo sfamarci con quello che produciamo saremmo alla fame.

Le organizzazioni sanitarie oggi si chiamano aziende, sono le principali divoratrici di soldi pubblici, gli interessi delle multinazionali farmaceutiche sono globali e giganteschi, la loro materia prima, da creare ad ogni costo, sono i “malati”, veri e presunti, che devono consumare a vita pillole, diagnostica, controlli, che non devono essere guariti, ma mantenuti volutamente nella situazione di “farmacodipendenti”, a tutto vantaggio delle industrie farmaceutiche, aiutate in questo da medici di base a libro paga.
Oggi c’è una pillola pronta per ogni malessere, anche psichico, e sappiamo con certezza che questo metodo, soprattutto se usato con i giovani, abitua anche mentalmente a dipendere dalla chimica ed espone più facilmente all’uso di droghe.
Si creano così i farmacodipendenti a vita e l’abuso di queste sostanze porta, presto o tardi a danneggiare altri organi, facendo sfregare le mani di chi gestisce questo grande affare.

Naturalmente, a fronte di questo enorme disegno criminoso del “liberismo sanitario”, la mano pubblica, statale, che avrebbe l’interesse opposto, ossia ridurre la spesa sanitaria, non fa nulla, anche se si sa benissimo che la prevenzione e l’educazione alimentare e sanitaria, in tutte le scuole (altro che ore di religione!), negli anni avrebbero una grande efficacia.
E siamo alle solite, se in politica arrivano mascalzoni e nessuno con un piano sanitario in cui i presidi non si chiamino aziende, ma organismi di prevenzione e cura, con l’obiettivo di guarire le persone e soprattutto non farle ammalare per stili di vita e alimentazione, nulla potrà cambiare.
Come in un teorema, si dimostra che il capitalismo per i suoi profitti non ha mai scrupoli, e ci ha ridotti al rango di farmacodipendenti, spacciandoci per un successo sociale l’allungamento della vita, anche se è diventata una eterna malattia, con connessi accanimenti terapeutici che, a costi giganteschi, fanno statistica, a gloria eterna di chi ci allunga la vita.
Caro Fini, è questo il SISTEMA da combattere, ma chi tocca questi fili spesso muore.
paolo de gregorio
23.5.10
Inviato il: 23/5/2010 14:19
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Re: una vita da malato
#2
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 25/6/2004
Da
Messaggi: 3996
Offline
che avrebbe l’interesse opposto, ossia ridurre la spesa sanitaria

Dopo aver ridotto le spese militari, ed aumentato quelle per l'istruzione, ho indovinato?
Inviato il: 26/5/2010 15:39
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