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   Religioni & Spiritualità
  teorie su Gesù

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  •  sitchinite
      sitchinite
teorie su Gesù
#1
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 3/6/2007
Da Roma - Pomezia
Messaggi: 3270
Offline
Una interessante pagina che lista e descrive tutte le teorie sul pesonaggio Gesù con i links ai relativi libri.

http://www.angelfire.com/rings/blminnersanctum/jesus.html
Inviato il: 28/11/2009 0:33
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  •  sick-boy
      sick-boy
Re: teorie su Gesù
#2
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 18/10/2006
Da Leith
Messaggi: 2710
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Mi son fatto una ricerchina anch' io di questi tempi. Con le minime fonti che abbiamo a diposizione (le migliori sono proprio i vangeli canonici) lo spazio per le speculazioni su Gesù è pressoché infinito MA allo stesso tempo i riscontri probatori di queste tenderanno sempre allo zero (e vale anche per i vangeli in linea di massima, se si esclude un'evoluzione storica coerente - cosa non da poco)
Inviato il: 28/11/2009 0:52
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  •  Red_Knight
      Red_Knight
Re: teorie su Gesù
#3
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 31/10/2005
Da
Messaggi: 3121
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Un aiutone in queste cose è dato dal buon senso interpretativo. La filologia riesce a stabilire un sacco di cose con buoni margini di certezza, ma su cose come queste chissà perché finisce sempre che o non si può dire niente al riguardo o si lascia sempre spazio alle teorie più strampalate.

Io personalmente sono ottimista e faccio affidamento sui rotoli di Qumran per sapere, un giorno, la verità o quasi.

EDIT: quel link è pessimo.
Inviato il: 28/11/2009 2:45
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  •  benitoche
      benitoche
Re: teorie su Gesù
#4
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 30/9/2006
Da
Messaggi: 1941
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A proposito di teorie vi vorrei proporre quella dei due bambini gesù

Possiamo iniziare dicendo che esistevano due coppie entrambe di nome Giuseppe e Maria (nomi molto comuni anche in quell'epoca)

La coppia del bambino del vangelo di Luca risiedeva a Nazaret (Luca 2,39); la coppia del bambino del vangelo di Matteo ci andò ad abitare al ritorno dall'Egitto (Matteo3,22).

Il bambino di Luca nacque nella stalla di un albergo e fu visitato dai pastori(Luca2,6), mentre il bambino dell'altra coppia nacque a distanza di alcuni giorni dal primo in una casa e fu visitato dai magi(Matteo2, 11).

La strage degli innocenti avvenne qualche anno dopo la fuga in Egitto,altrimenti che scopo ci sarebbe stato uccidere tutti i bambini dall'età di due anni in giù? (Matteo2, 16) Bastava uccidere tutti i neonati. Per questo Giovanni scampo all'eccidio: era lontano.
_________________
la religione è indispensabile
soltanto a un’umanità rescissa dal mondo divino-spirituale.
Inviato il: 28/11/2009 10:29
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  •  redna
      redna
Re: teorie su Gesù
#5
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 4/4/2007
Da
Messaggi: 8095
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autorimosso
_________________
C’è al mondo una sola cosa peggiore del far parlare di sé: il non far parlare di se (Oscar Wilde)
Inviato il: 28/11/2009 23:59
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  •  Floh
      Floh
Re: teorie su Gesù
#6
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 13/12/2009
Da Milano
Messaggi: 1056
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Credo che questo testo di Luigi Cascioli, assieme ai primi 40 minuti del documentario "Zeitgeist", siano più che abbastanza per instillare qualche fondato dubbio sull'esistenza storica di Gesù (se questo non si fosse già instillato grazie alla semplice assurdità della sua figura).

Lettera-denuncia dello storico Cascioli ai ministri della Chiesa

ROMA – “In seguito alla mancata risposta da parte dei tre ministri della Chiesa, don Enrico Righi, cardinale Biffi e il vescovo Carraro, alle mie ripetute richieste con lettere aperte, pubblicate anche da giornali a diffusione nazionale, di una testimonianza confermante l’esistenza storica di Cristo, ho preso la decisione di essere io a portare a loro le prove della sua non esistenza…” Comincia con questa frase a firma di Luigi Cascioli il documento-saggio-lettera-aperta (sotto riportato) dello studioso e storico, autore dello straordinario libro-denuncia “La favola di Cristo” Inconfutabile dimostrazione della non esistenza di Gesù. Ricordiamo che Cascioli il 13.09.2002 ha sporto querela contro il parroco don Righi, quale rappresentante dei ministri della Chiesa, per abuso di credulità popolare e sostituzione di persona. La prossima udienza è prevista a fine aprile presso il Tribunale di Viterbo, nella quale i giornalisti, gli storici e gli interessati sono invitati a partecipare. www.LuigiCascioli.it


Le prime due prove della non esistenza storica di Gesù Cristo
di Luigi Cascioli

In seguito alla mancata risposta da parte dei tre ministri della Chiesa, don Enrico Righi, cardinale Biffi e il vescovo Carraro, alle mie ripetute richieste (vedi “PROCESSO” su www.luigicascioli.it/1querela_ita.php ) con lettere aperte, pubblicate anche da giornali a diffusione nazionale, di una testimonianza confermante l’esistenza storica di Cristo, ho preso la decisione di essere io a portare a loro le prove della sua non esistenza anche se, per escluderlo dalla storia, sarebbe più che sufficiente il solo fatto che nessun documento contemporaneo parla di lui.

Riassunto telegrafico della situazione politico-religiosa della Palestina sotto l’occupazione romana:

Nel -63 Pompeo, istallatosi a Damasco dopo la conquista della Siria, decise, prima di rientrare a Roma, di dare un ordine sociale e politico a tutti i possedimenti dell’Asia compresa la Palestina che è era stata annessa all’Impero in qualità di protettorato. In Palestina c’era un conflitto tra i due fratelli Aristobulo II e Ircano II che si contendevano il trono di Gerusalemme quali appartenenti alla casta degli della stirpe degli Asmonei sedicente discendente della stirpe di David. Pompeo, eletto arbitro della contesa, ritenendo Aristobulo II non affidabile per certe sue amicizie pericolose per Roma, decise in favore di Ircano II. I sostenitori di Aristobulo II organizzarono una rivolta armata contro Ircano II. Pompeo pose termine ai disordini entrando in Palestina con le sue legioni.
I partigiani di Aristobulo II furono sconfitti, Gerusalemme occupata, i legionari entrarono nel Tempio con conseguente profanazione del Sancta Sanctorum che generò in tutti gli ebrei un odio feroce contro i romani. Pompeo, riconfermato Ircano II al trono di Gerusalemme, ma sotto la sorveglianza di un controllore di sua fiducia nella persona di un certo Antipatro, nella certezza di aver ristabilito in maniera definitiva l’ordine, partì per Roma lasciando una sola legione a Gerusalemme. Alla morte di Aristobulo II, i suoi successori riprendono la lotta armata contro Ircano II.
È in questa rivendicazione che appare la figura di un certo Ezechia nella parte di capo del movimento armato contro Ircano II e i romani suoi sostenitori. (vedi Favola di Cristo pag. 87). Gabinio, proconsole di Siria (55-57 a.C.) intervenne con le legioni e dopo duri scontri riuscì a riportare l’ordine. Giulio Cesare, succeduto a Pompeo, riconfermò Ircano II al trono di Gerusalemme ma con sempre accanto Antipatro nella sua carica di controllore (47 a.C.). Antipatro ha un figlio di nome Erode il quale, per realizzare l’ambizione di prendere lui il posto degli Asmonei sul trono di Gerusalemme, si schiera al fianco dei Romani nella lotta di repressione contro i rivoltosi di Ezechia. Morto Ezechia in uno scontro armato contro una pattuglia comandata dallo stesso Erode (44 a.C.), il suo posto di pretendente al trono di Gerusalemme viene preso da suo figlio Giuda, detto il Galileo nel significato che aveva questo appellativo di “rivoluzionario” perché era in Galilea che si trovava la più importante organizzazione rivoluzionaria. Ircano II, intanto, venne fatto prigioniero nella guerra che la Palestina stava conducendo contro i Parti.
Approfittando della cattura di Ircano II, Erode s’istallò sul trono di Gerusalemme facendosi eleggere dai Romani re della Palestina. (-40). Rientrato Ircano II dalla prigionia, Erode fece uccidere lui e tutti i suoi discendenti degli Asmonei che avrebbero potuto contestargli il regno, compresa sua moglie... e i due figli che aveva avuto da lei. È da questi eccidi che fu costruita quella strage degli innocenti riportata dai vangeli, che in realtà non è mai esistita.
Erode muore nel 4 a.C. lasciando una successione complicata tra i suoi quattro figli. Alla morte di Erode, Giuda il Galileo, figlio di Ezechia, quale Asmoneo pretendente al trono di Gerusalemme, con un esercito formato da esseno-zeloti, attacca la legione romana di stanza a Gerusalemme generando una vera e propria guerra che termina dopo ben tre interventi da parte di Quintilio Varo, proconsole in Siria. La repressione da parte dei romani è feroce; la crocifissione di duemila rivoltosi genera un aumento di odio verso i Romani da parte degli ebrei.
Cesare Augusto, subentrato a Giulio Cesare, per rendere più controllabile la Palestina la divide in quattro tetrarchie affidandone ciascuna ad uno dei quattro figli di Erode. La più importante, quella della Giudea con capitale Gerusalemme, l’affida ad Archelao quale primogenito. Questa conferma da parte di Roma a mantenere i discendenti di Erode al comando della Palestina, genera nuove rivolte da parte dei rivoltosi guidati da Giuda il Galileo.
Cesare Augusto, stanco dei continui disordini causati da tutte queste lotte di successione, decide di occupare militarmente la Palestina passandola da protettorato, quale era, a provincia dell’Impero Romano e toglie dal trono di Gerusalemme ogni pretendente di razza ebraica per sostituirlo con un procuratore romano a cui accorda ogni autorità, compresa quella di emettere condanne a morte (6 d.C.).
Come conseguenza del passaggio da protettorato a provincia, la Palestina viene sottoposta ad un censimento a fini fiscali che genera un fermento generale del quale ne approfitta Giuda il Galileo per organizzare un’ulteriore rivoluzione contro i romani, rivoluzione alla quale partecipa tutto il mondo ebraico di religione biblica in una maniera particolarmente sentita perché oltre al sentimento di ribellione contro l’imposizione delle tasse che sarebbe derivata dal censimento, esso vedeva nella sostituzione di Archelao con un procuratore romano al trono di Gerusalemme quell’avvenimento che avrebbe annunciato l’imminente avvento del Messia secondo quanto aveva predetto il profeta Giacobbe: « Il tempo dell’attesa si compirà quando lo scettro di Davide passerà nelle mani di uno straniero».
La partecipazione del popolo fu così massiccia e sentita da trasformare la rivolta in una vera e propria guerra che durò oltre due anni mettendo spesso in difficoltà le legioni romane venute dalla Siria. Morto Giuda il Galileo in questa guerra, il suo posto nelle rivendicazioni al trono di Gerusalemme fu preso dal primogenito Giovanni e dagli altri suoi sei figli Simone, Giacomo il Maggiore, Giuda (non l’Iscariote), Giacomo il Minore, Giuseppe e, l’ultimo, Menahem, che morirà nella guerra giudaica del 66-70 dopo essere stato acclamato dagli esseno-zeloti, durante l’assedio di Gerusalemme da parte delle legioni romane, re dei Giudei.

Fatta questa breve ricapitolazione per far comprendere quale importanza ebbero i discendenti della casta degli Asmonei nelle rivoluzioni messianiche, passiamo ora ad analizzare, attraverso una documentazione storica, questa squadra di combattenti Jahvisti, formata dai figli di Giuda il Galileo, per trarre da essa quelle che sono le prime due prove della non esistenza storica di Gesù Cristo.

Prova numero uno.

Secondo una prassi già seguita dai Maccabei nella loro rivolta contro gli Ellenisti (167 a.C.), i guerriglieri del movimento rivoluzionario messianico continuarono ad usare gli appellativi per quell’anonimato di cui hanno bisogno tutti i partigiani di questo mondo di proteggere se stessi nella loro latitanza e le proprie famiglie dalle ritorsioni che potrebbero subire dalle polizie nemiche, quali loro parenti.
Come i cinque figli del loro antenato Mattatia (Giovanni, Simone, Giuda, Eleazzaro e Gionata che furono chiamati rispettivamente Gaddi, Tassi, Maccabeo, Auaran e Affus - I Mc. 2- 2), anche i figli di Giuda il Galileo, autonominatisi Boanerghes, cioè figli della vendetta, adottarono dei soprannomi personali oltre a quelli che gli furono attribuiti in forma generica, quali quelli Qanana e Zelota, che rispettivamente significano “rivoluzionario” (il primo in aramaico, il secondo in greco), e quello di “Galileo”, che veniva dato ai guerriglieri del nord perché era in Galilea che si accentrava una forte componente rivoluzionaria, come risulta da antichi documenti aramaici, greci e latini (Novum Testamentum Graece et Latine).
Ritenendo troppo lungo soffermarmi a parlare di tutti e sette i fratelli in questa lettera aperta, tratterò soltanto di quelli che mi sono direttamente coinvolti in quella che sarà la prima prova che porterò per dimostrare la non esistenza storica di Gesù detto il Cristo, cioè Simone che ebbe gli appellativi di Barjona, che in aramaico significa latitante, e Kefas (pietra), che gli fu dato nel significato allegorico di roccia per la sua corporatura muscolosa e massiccia, e Giacomo il Maggiore il cui nome viene associato nei documenti a quello di Boanerghe.
La banda dei Boanerghes (figli della vendetta), operò come tutte le altre bande esseno-zelote, sul territorio palestinese per coinvolgere la popolazione, come era avvenuto nella rivolta del censimento, in quella che doveva essere a rivoluzione finale che, liberando la Palestina dall’occupazione romana, avrebbe rimesso sul trono di Gerusalemme un discendente della stirpe di Davide.
Partendo dalla regione della Golanite, cioè dai confini della Siria, attraverso la Galilea e la Samaria, era in Giudea, con la conquista di Gerusalemme, che doveva concludersi quel programma esseno-zelota che prevedeva la vittoria del bene contro il male, il trionfo definitivo degli angeli della luce, sugli angeli delle tenebre; i primi rappresentati da loro, sostenitori del monoteismo biblico, i secondi raffigurati dai seguaci delle divinità pagane.
I Boanerghes non erano altro che una delle tante bande, di cui ci parlano gli storici contemporanei, che, approfittando del malcontento popolare generato dalle ingiustizie sociali, praticavano il proselitismo di massa aizzando, in nome di una morale comunista, i diseredati contro le classi privilegiate e contro le istituzioni della Stato, e terrorizzando coloro che si rifiutavano di collaborare: «Se queste bande di Galilei non ricevevano quanto chiedevano, incendiavano le case di coloro che si rifiutavano e poi li uccidevano con le famiglie». (Filone).
«Distribuiti in squadre, saccheggiavano le case dei signori che poi uccidevano, e davano alle fiamme i villaggi sì che tutta la Giudea fu piena delle loro gesta efferate». (Giuseppe Flavio- Guerra Giud.).

“In illo tempore”, cioè nello stesso periodo messianico, apprendiamo dai Testi Sacri che un’altra squadra percorse la Palestina del tutto uguale a quella dei Boanerghes, sia nei nomo dei componenti che nell’applicazione del programma seguito per conquistare le masse, cioè quel programma che veniva eseguito dagli attivisti nazir esseno-zeloti promettendo alle classi umili l’eredità della terra e la conquista dei cieli se li avessero seguiti nel loro precetti, e terrorizzando coloro che gli si opponevano.

Una combinazione di eventi e di persone che si potrebbe pure attribuire al caso, come qualche credente mi ha fatto osservare, se non ci fossero ulteriori considerazioni che ci confermano che in realtà una delle due deve essere esclusa dalla storia. Quale? Quella formata dai figli di Giuda il Galileo, confermata dai documenti storici, oppure l’altra sostenuta dai Testi Sacri?

Le figure di Simone e Giacomo ci vengono presentate da Giuseppe Flavio che così ci parla di essi: «Sotto l’amministrazione del procuratore Tiberio Alessandro (44-46), si verificarono disordini che portarono alla cattura di due figli di Giuda il Galileo: si chiamavano Simone e Giacomo, e furono entrambi crocifissi; questi era il Giuda che, come ho spiegato sopra, aveva aizzato il popolo alla rivolta contro i Romani, mentre Quirino faceva il censimento in Giudea». (Giuseppe Flavio -Ant. Giud.-XX, 102 - Classici UTET).

Se il Simone e Giacomo dei quali ci parla la storia risultano essere due figli di Giuda il Galileo crocefissi nel 44 sotto il procuratore Tiberio Alessandro con l’accusa di essere dei rivoluzionari, chi sono il Simone e il Giacomo dei Testi Sacri?
I vangeli ce li presentano come due pescatori che Gesù incontrò mentre passeggiava lungo la riva del lago di Tiberiade mentre gettavano le reti. Seguendo quell’ispirazione divina che si trova alla base di ogni affermazione testamentaria, Gesù si rivolse a loro invitandoli a seguirlo sulla promessa che li avrebbe resi “pescatori di uomini”, ed essi, senza porsi domande, lo seguono per diventare, così, suoi discepoli. (Mt. 4,18).
Dopo essere stato dichiarato “figlio di Giona”, Simone fu prescelto da Gesù come la “pietra” sulla quale egli avrebbe edificato la sua Chiesa: «Beato te, figlio di Giona, gli disse Gesù, tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa». (Mt. 16,17).
Giacomo ricevette da Gesù, l’appellativo di Boanerghe: «Gesù diede a Giacomo l’appellativo di Boanerghe».(Mc. 3,17).
Simone difese Gesù al Getsemani, dove, stando al vangelo, era andato con gli apostoli a pregare, tagliando con un colpo di spada l’orecchio ad una guardia del Tempio di nome Malco: «Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori e colpì il servo del Sommo Sacerdote e gli tagliò l’orecchio». (Gv. 18,10).
La biografia evangelica di Simone e Giacomo, termina con l’incitamento che Gesù gli rivolge, prima di risalire in cielo, di “andare in tutto il mondo e predicare il vangelo”. (Mc. 16,15).

La figura di Simone la ritroviamo negli Atti degli Apostoli nel ruolo di capo che guida la prima comunità cristiana di Gerusalemme e la istruisce fino a quando non viene catturato insieme a Giacomo per volere di Erode Agrippa (41-44) con l’ordine che vengano entrambi giustiziati. Ma, per un miracolo divino, mentre Giacomo fu ucciso di spada, Simone si salvò perché un angelo lo liberò dalle catene e lo fece fuggire aprendogli la porta della prigione: «In quel tempo il re Erode Agrippa (41-44) cominciò a perseguitare alcuni membri della Chiesa e fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni. Vedendo che questo era gradito ai Giudei, decise di arrestare anche Pietro il quale però non venne ucciso perché mentre era in prigione in attesa dell’esecuzione, un angelo lo liberò dalle catene, gli aprì la porta del carcere e lo fece fuggire». (At.12- 1 e segg.).
È così, con questa fuga dalla prigione, che finisce la biografia di Simone secondo le Sacre Scritture; tutto il resto che riguarda la sua venuta a Roma e la nomina a primo Papa è stato aggiunto dai Padri della Chiesa.
Per ciò che riguarda la sua morte nessun documento testamentario ne parla. Essa è stata costruita nel IV secolo quando la Chiesa lo dichiarò primo Papa per dare il primato a Roma sul cristianesimo. Prima di quella che viene oggi riconosciuta come vera, nella quale ci viene presentato nel coraggio di un Papa eroe che affronta la crocifissione sorridendo dopo aver assistito impavido al supplizio di sua moglie, e nell’umiltà di un discepolo che chiede di essere crocefisso con la testa all’ingiù perché non si ritiene degno di morire nella stessa posizione di Cristo, a Simone furono attribuite altre due morti. In una si diceva che era morto come un pusillanime che era andato al patibolo piangente e tirato con forza, e in un’altra si diceva che era stato crocefisso per volere di Nerone perché in una sfida di magia aveva provocato la morte di Simone il Mago facendolo cadere, con le sue preghiere, dall’alto mentre volava.
Tre morti differenti ma tutte aventi un preciso significato. La prima che gli fu data in relazione al mago Simone, doveva dimostrare la superiorità dello Spirito Santo su ogni forma di magia, la seconda, quella che affronta piangente, doveva confermare il suo carattere pusillanime che lo aveva portato a rinnegare tre volte Gesù, e la terza, quella definitiva che viene sostenuta dalla Chiesa, fu costruita per confermare la forte personalità di colui su cui Cristo aveva costruito la sua Chiesa. Il fatto della testa all’ingiù fu escogitato dai padri della Chiesa per evitare che un secondo crocefisso potesse creare dei problemi nella catechesi cristiana.

Simone e Giacomo di Giuseppe Flavio sono gli stessi dei quali parlano i Testi Sacri?

A chi potrebbe obbiettare che il Simone e il Giacomo riportati da Giuseppe e dai documenti scritti in aramaico e greco (obiezione che sono stati capaci di pormi i più accaniti sostenitori delle verità evangeliche), non sono gli stessi di cui parlano i testi sacri, perché nulla ci vieta di ammettere che possano essere esistite contemporaneamente due coppie di persone che avevano lo stesso nome, noi porteremo ulteriori prove che, tratte dalle falsificazioni che furono operate dai Santi Padri della Chiesa (Ireneo, Epifanio, Girolamo ecc.), elimineranno nella maniera più inconfutabile ogni possibilità di scappatoia anche in coloro che persistono nel più irriducibile irrazionalismo della fede. Esaminiamo gli appellativi che vengono attribuiti a Simone e Giacomo secondo gli antichi documenti:

Barjona: Il Barjona dato al Simone dei Boanerghes, dal significato originario di “latitante”, che ritroviamo trasformato in “figlio di Giona” nei Testi Sacri non è che il risultato di una manipolazione operata sulla parola nella traduzione dall’aramaico in greco. Sapendo che in aramaico “bar” significa figlio, i Padri della Chiesa ricavarono “figlio di Giona” separando “bar” da “Jona” con l’accortezza di scrivere bar in lettera minuscola come un nome comune e Jona in lettera maiuscola per farlo diventare nome proprio di persona: Simone Barjiona = Simone bar Jona = Simone figlio di Jona. (Da Novum Testamentum Graece et Latine pag. 54, 17).
Che questa trasformazione sia una il risultato di una voluta falsificazione e non di un errore di traduzione ci viene confermato da tre motivi:

a) La parola aramaica “bar”, non può trovare nessuna giustificazione in una traduzione scritta tutta in greco se non in un’intenzionalità tesa al raggiungimento di uno scopo.
b) Il nome proprio Jona, non esistendo in aramaico, esclude ogni possibilità di attribuire una figliolanza a qualcuno che non può avere questo nome.
c) La parola in “bar”, nel significato di figlio, si trova sul testo greco soltanto davanti a “Giona” mentre in tutti gli altri casi viene giustamente tradotta con “fios”.

Praticamente, in un testo scritto tutto in greco, i traduttori (falsari) hanno inserito questa parola aramica bar che, guarda caso, sparisce poi nella versione latina dove “bar Jona” viene tradotto con “filius Jonae”. Tutto questo perché il Simone Barjona latitante in aramaico, passando per Simone bar Jona nella traduzione greca, perdendo ogni traccia del rivoluzionario, possa divenire il pescatore di anime “Simon filius Jonae” dei vangeli canonici. E come per Simone, altrettanto furono operate negli altri componenti la banda dei Boanerghes quelle manipolazioni necessarie perché gli appellativi rivoluzionari assumessero un significato pacifico, come Qananite, che in Aramaico significa rivoluzionario, che fu trasformato in Cananeo, cioè oriundo della città di Cana, e Galileo in abitante della regione della Galilea.
Kefas: L’appellativo Kefas (cefa), che nel significato di “pietra” fu dato a Simone per la sua massiccia corporatura, fu trasformato dai falsari in quel nome proprio di “Petrus” che, in senso traslato, sarà usato per indicare in lui la “pietra” su cui Gesù edificherà la sua Chiesa. «Beato te, Simone, figlio di Giona... tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa» (Mt. 16- 17 e segg.). Frase che se fosse stata espressa nel significato originale, avrebbe suonato: «Beato te, Simone, latitante, perché sarà su di te, forte come una roccia, che io edificherò la mia rivoluzione», quella rivoluzione che gli Asmonei, seguendo il programma esseno-zelota, stavano preparando contro i Romani per la liberazione della Palestina.

Boanerghe e Zelota: Questi due appellativi dati a Giacomo quale combattente Jahvista appartenente alla banda dei Boanerghes, confermati come sono dagli stessi vangeli canonici non hanno bisogno di ulteriori documentazioni e commenti per quanto la Chiesa cerchi di cambiarne il vero significato rivoluzionario dicendo che Zelota fu dato a Giacomo nel significa di “zelante nell’amore per Cristo” e Boanerghe perché era sua abitudine di parlare a voce alta come un tuono.
Ma per quanto i falsari abbiano cercato di far sparire ogni traccia rivoluzionaria nella trasformazione dei Bohenerges in pacifici discepoli di Gesù, tanti sono i passi rimasti nei vangeli che testimoniano la loro originale natura estremista, quale quello citato da Luca che “nell’autorizzazione che i discepoli chiedono a Gesù di incendiare un villaggio samaritano perché si era rifiutato di concedergli asilo (Lc. 9,51 e segg.) ci riporta a quanto gli storici del tempo scrissero di queste squadre estremiste esseno-zelote: «Se queste bande di Galilei non ricevevano quanto chiedevano, incendiavano le case di coloro che si rifiutavano e poi li uccidevano con le famiglie». (Filone).
«Distribuiti in squadre, saccheggiavano le case dei signori che poi uccidevano, e davano alle fiamme i villaggi si che tutta la Giudea fu piena delle loro gesta efferate». (Giuseppe Flavio- Guerra Giud.).
Alla domanda di come sia possibile che nei vangeli si trovino passi che possano testimoniare la vera natura zelota nella squadra di Gesù quando la Chiesa avrebbe avuto tutto l’interesse di nasconderli, la risposta la troviamo nel fatto che i quattro vangeli canonici, scritti tutti nella seconda metà del II secolo, furono totalmente ricopiati dal vangelo che i Battisti scrissero, nella seconda metà del I secolo, per costruire in Giovanni Battista la figura del predicatore spirituale e del rivoluzionario zelota secondo i canoni del movimento esseno-zelota che volevano un Messia dalla duplice figura, la figura del predicatore spirituale e la figura del guerriero davidico. Ma questo fa parte di un capitolo che sarà trattato a parte.

Dimostrato così che il Simone e il Giacomo dei Testi Sacri non sono altro che due figure immaginarie ricavate dal Simone e Giacomo che Flavio Giuseppe ci presenta come figli di Giuda il Galileo, tutto ciò che la Chiesa sostiene su di essi crolla miseramente. Come si può ancora credere che il Simone Pietro, figlio di Giona, sia potuto andare a Roma nel 62 ed esservi eletto primo Papa se è stato crocifisso nel 44 sotto Alessandro Tiberio con l’accusa di rivoluzionario? Come si può pretendere che tutta la storia della Chiesa possa reggersi ancora su una favoletta, quella favoletta dell’angelo che liberò Simone dalle catene?

Prova numero due dell’inesistenza storica di Gesù.

La seconda prova della non esistenza storica di Gesù ci sarà fornita, netta ed inconfutabile, mettendo in diretto confronto la figura del Messia dei Testi Sacri, detto il Nazareno, con il Messia della Storia, detto il Nazireo, entrambi pretendenti al trono di Gerusalemme in qualità di “re dei Giudei”.

Messia dei Testi Sacri.

Il Messia dei Testi Sacri, al quale la Chiesa ha dato il nome di Gesù, ci viene presentato secondo i seguenti dati anagrafici:

a) Paternità: figlio primogenito di Giuseppe.
b) Luogo di nascita: Betlemme, anche se Marco e Giovanni non ne fanno menzione nelle loro biografie cominciando il racconto della sua vita da quando aveva trent’anni.
c) Residenza: Nazaret, perché la città natale di suo padre Giuseppe, secondo il biografo Dottor Luca, perché ha dovuto rifuggircisi dal ritorno dall’Egitto dove si era rifugiato per sfuggire alla strage degli innocenti ordinata da Erode che voleva ucciderlo perché ritenuto suo concorrente al trono di Gerusalemme.
d) Professione: Rabbi.
e) Ha due appellativi, quello di Galileo perché Nazaret si trovava nella regione della Galilea, e quello di Nazareno che gli viene dalla città di Nazaret, considerata sua patria per adozione da Matteo e per discendenza atavica da Luca.
f) Inizia la sua missione di predicatore formando una squadra di dodici discepoli, dei quali alcuni sono suoi fratelli che si chiamano Simone Pietro, detto Cefa, figlio di Giona, Giacomo il Maggiore detto Boanerghe, Giuda detto Teudas (Taddeo), Giacomo il Minore detto Zelota... degli altri otto, essendo alquanto complicata la spiegazione dei nomi, ne parleremo in una prossima lettera aperta. Con questa squadra di discepoli, partendo dai confini della Siria (Mt.4,23), dopo un periodo di prediche di durata imprecisata (tre per i biografi Matteo e Marco, due per il biografo Dottor Luca e uno soltanto per il biografo Giovanni), percorre la Palestina predicando una morale del tutto identica a quella esseno-zelota, giunge a Gerusalemme perché è in questa città che, secondo i Testi Sacri, deve concludersi la sua missione di evangelizzatore. Prima di entrarvi, ne prevede la distruzione. (Mt.24,15).
g) Sotto le feste di Pasqua, dopo aver consumato una cena nella quale i discepoli vi partecipano armati di spade, viene arrestato nel Getsemani e crocefisso sotto l’accusa di aver commesso reati di natura religiosa e politica; religiosa, per essersi dichiarato figlio di Dio, e politica, per aver sostenuto di essere il re dei Giudei (reato gravissimo per i Romani), di aver tentato di sollevare il popolo e di avere impedito di pagare i tributi a Cesare ( Lc. 23 - 1,5).

Giovanni di Gamala secondo la documentazione storica.

a) Paternità: figlio primogenito di Giuda il Galileo.
b) Luogo di nascita: Gamala, sita nella regione della Golanite confinante con la Siria.
c) Residenza: Gamala, città degli Asmonei.
d) Quale discendente della stirpe di David, viene ricercato da Erode perché lo considera un suo rivale al trono di Gerusalemme.
e) Professione: Rabbi.
f) Ha due appellativi, quello di Galileo come suo padre Giuda, anche se di origine Golanite, perché appartenente al movimento rivoluzionario che ha sede in Galilea, e quello di Nazireo perché appartenente alla casta politico-religiosa dei Nazir alla quale il movimento rivoluzionario aveva affidato la propria propaganda secondo i canoni della morale esseno-zelota.
g) Inizia la sua missione di propagandista rivoluzionario costituendo una banda di guerriglieri, autonominatasi “Boanerghes” (figli della vendetta), della quale fanno parte i suoi sei fratelli, i cui nomi sono Simone Barjiona, detto Cefa, Giacomo il Maggiore, detto Boanerghe, Giuda, detto Teuda, Giacomo il Minore, detto Zelota, Giuseppe e Menahem. Con questa banda di guerriglieri, partendo dalla sua regione Golanite, che si trova ai confini della Siria, percorre la Palestina per concludere la sua missione in Giudea con la conquista di Gerusalemme.
e) Sotto le feste di Pasqua (era in questa ricorrenza che i rivoluzionari organizzavano le rivolte approfittando della confusione generata dal forte afflusso di pellegrini) viene catturato nel Getsemani e quindi crocifisso sotto l’accusa di promotore di una rivolta.

Confronto storico-geografico tra Nazaret e Gamala.

Come si vede dai due estratti sopra riportati, ci troviamo di fronte a due personaggi che, tolto qualche dato, come la paternità e la città da cui provengono, hanno tutto il resto in comune. Sono entrambi perseguitati da Erode perché vede in essi dei probabili rivali al trono di Gerusalemme quali discendenti della stirpe di Davide, sono tutti e due Rabbi, hanno lo stesso appellativo di “Galileo”, sono capi di due squadre composte da seguaci tra cui ci sono loro fratelli che hanno lo stesso nome, e iniziano, sia l’uno che l’altro, la loro missione dai confini della Siria per concluderla sotto le feste di Pasqua a Gerusalemme, dove vengono catturati nell’orto del Getsemani per essere crocefissi sotto l’accusa di rivoltosi.
Lasciando da parte le paternità che non possono essere discusse su un piano storico perché quella di Giuseppe, attribuita a Gesù dai Testi Sacri, non è altro che il risultato di un’immaginaria elaborazione biblica, passiamo ad esaminare l’altra differenza che possiamo affermare essere la sola che si oppone a fare dei due personaggi la stessa persona, cioè quella riguardante le due città che vengono indicate come loro patrie; la città di Nazaret che viene attribuita a Gesù dai vangeli e la città di Gamella che viene attribuita a Ezechia, nonno di Giovanni, da Giuseppe Flavio.

Nazaret.

Lasciando l’annosa discussione riguardo la sua esistenza al tempo di Gesù che da alcuni è negata perché nessun documento ne parla prima del IX secolo, mentre da altri viene riconosciuta sotto forma di un piccolo raggruppamento di capanne dai tetti di paglia, procediamo nella dimostrazione della seconda prova considerando Nazaret nella sua posizione geografica leggermente collinare distante circa trentacinque chilometri dal lago di Tiberiade.
Analizzando i vangeli non si può non restare sorpresi dal fatto che le descrizioni che essi fanno della patria di Gesù non hanno nulla a che vedere con la realtà.
Leggiamo insieme: «Terminate queste parabole, Gesù partì di là e venuto nella sua patria insegnava nella Sinagoga. La gente del suo paese, riconosciutolo, si mise a parlare di lui. Gesù, udito ciò che dicevano, partì di là su una barca, ma visto che la gente restava sulla spiaggia guarì i malati e moltiplicò i pani e i pesci. Congedata la folla, salì sul monte e si mise a pregare. Dal monte vide che sotto, nel lago di Tiberiade, la barca degli apostoli era messa in pericolo dalle onde generate dal vento che si era improvvisamente levato». (Mt. 13,2).
Se la patria di Gesù è Nazaret, come viene affermato dalla Chiesa, e Nazaret è una città situata su una zona leggermente collinare e lontana dal lago di Tiberiade trentacinque chilometri, vorrei che almeno uno dei tre (don Enrico Righi, il cardinale Biffi e il vescovo Carraro), ai quali mi sono rivolto perché mi dessero una prova, una soltanto, dell’esistenza storica di Gesù, mi spiegasse come possa esserci una riva, delle barche e un monte che si erge sul lago di Tiberiade.
Una vera contraddizione che non può trovare nessuna giustificazione, anche la più assurda, dal momento che la troviamo ripetutamente confermata da tutti gli evangelisti come risulta dai passi sotto riportati:

«Gesù si recò a Nazaret dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di Sabato nella sinagoga e si alzò a leggere... all’udire queste cose tutti furono pieni di sdegno; si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero al ciglio del monte sul quale la città era situata per gettarlo giù dal precipizio, ma egli, passando in mezzo a loro se ne andò». (Lc. 4- 14 e segg.).

«Quel giorno Gesù uscì di casa e, sedutosi in riva al mare (lago di Tiberiade), cominciò a raccogliersi intorno a lui tanta folla che dovette salire su una barca». (Mt. 13- 1,2).

«Sentendo ciò che diceva, una gran folla si recò da Gesù. Allora egli pregò i suoi discepoli che gli mettessero a disposizione una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero... salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che volle andassero da lui... Entrò in casa e si radunò intorno a lui molta folla, al punto che non poteva neppure prendere cibo. Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori lo mandarono a chiamare. Dopo aver spiegato chiaramente chi fossero realmente i suoi parenti, uscito di casa, Gesù si mise a insegnare di nuovo lungo il mare»...e come questi, tanti sono ancora i passi dei quattro evangelisti che, riferendosi alla città natale di Gesù, escludono nella maniera più evidente che Nazaret possa essere la sua patria almeno che non si voglia, e tutto è possibile alla fede, mettere barche in un paese che dista trentacinque chilometri dal lago di Tiberiade e trasformare un pagliaio in una montagna.

Gamala.

Se la patria di Gesù non è Nazaret, quale è allora questa città a cui si riferiscono i vangeli? La risposta ci viene da un passo della “Guerra Giudaica” nel quale Giuseppe Flavio ci parla di Ezechia, padre di Giuda il Galileo e nonno di Giovanni, pretendente al trono di Gerusalemme quale appartenente alla casta degli Asmonei discendente della stirpe di Davide:
«Ezechia era un Rabbi appartenente a famiglia altolocata della città di Gamala che era situata sulla sponda golanite del lago di Tiberiade. Questa città non si era sottomessa ai romani confidando nelle sue difese naturali. Da una montagna si protende infatti uno sperone dirupato il quale nel mezzo s’innalza in una gobba che dalla sommità declina con uguale pendio sia davanti che di dietro, tanto da somigliare al profilo di un cammello (gamlà); da questo trae il nome, anche se i paesani non rispettano l’esatta pronuncia del nome chiamandola Gamala. Sui fianchi e di fronte termina in burroni impraticabili mentre è un po' accessibile di dietro. Ma anche qui gli abitanti, scavando una fossa trasversale, avevano sbarrato il passaggio. Le case costruite sui pendii erano fittamente disposte l’una sopra l’altra: sembrava che la città fosse appesa e sempre sul punto di cadere dall’alto su se stessa. Affacciata a mezzogiorno, la sua sommità meridionale, elevandosi a smisurata altezza, formava la rocca della città, sotto di cui un dirupo privo di mura sprofondava in un profondissimo burrone».(Guerra Giud. IV -4,8).
Basta rileggere uno solo dei passi evangeli citati per renderci conto che la città di Gesù, corrispondendo esattamente alla descrizione di Giuseppe Flavio, non è assolutamente Nazaret ma Gamala.

Ma come è potuto accadere che gli evangelisti siano caduti in una simile incoerenza? La risposta è semplice: il capitolo riguardante la nascita di Gesù, nel quale viene dichiarata Nazaret come patria di Gesù, fu aggiunto in Matteo e in Marco quando i vangeli erano già stati scritti e pubblicati, cioè nel IV secolo allorché i Padri della Chiesa decisero di dare a Gesù una incarnazione attraverso una nascita terrena, incarnazione che fino ad allora era stata sostenuto essere avvenuta all’età di trent’anni, nel momento del battesimo ricevuto da Giovanni, per dichiarazione di Dio: «Questi è il mio figlio prediletto, che oggi ho generato».

Perché fu scelto proprio Nazaret, quel paese che al tempo di Gesù poteva essere tutt’al più rappresentato da un insignificante villaggio formato da quattro capanna dai tetti di paglia e non una città di maggiore importanza come Cafarnao, Sefforis o altre? Perché dovevano far sparire quell’appellativo di Nazireo che, significando “attivista del movimento rivoluzionario”, avrebbe compromesso la trasformazione di un combattente Boanerges, figlio della vedetta, in un predicatore di pace e di perdono. E, così, ancora una volta, come in tante altre trasformazioni fatte per nascondere la natura originaria zelota dei discepoli (vedi “quananite”, in nativo di Cana, “Ecariot” in nativo di Keriot, “Galileo” nativo della Galilea), ricorrendo all’espediente geografico, trasformarono “Nazireo” in “Nazareno” quale oriundo della città di Nazaret.
Trasformazione che, secondo gli esegeti, spinge ad un sorriso di compassione nella sua arrogante falsità se si considera che gli abitanti di Nazaret non si chiamano nazareni, ma “Nazaretani”.
Dunque, se la patria di Gesù non è Nazaret ma Gamala, chi altri, in realtà, egli ha potuto essere se non quel figlio di Giuda il Galileo che, quale primogenito di sette fratelli, morì crocifisso per restaurare il regno di David di cui lui, quale asmoneo, ne pretendeva il trono?

Queste sono le prime due prove che invio come risposta al silenzio della Chiesa alla mia richiesta di una prova sull’esistenza storica di Gesù, detto il Cristo, per la quale, se mi fosse fornita, sono pronto a ritirare subito la querela contro la Chiesa, nella persona di don Enrico Righi, per abuso di credulità popolare e sostituzione di persona. Ho detto le prime due perché altre ne seguiranno.

P.S. Risponderò ad eventuali obiezioni soltanto se mi verranno da una delle tre persone sopra nominate o da chi, prendendo il loro posto, si assuma tutta la responsabilità della Chiesa nella qualità di suo ministro. Ogni intromissione di terzi appartenenti al mondo laico, per quanto dotti e credenti possano dimostrarsi, sarà respinta.

Luigi Cascioli
www.LuigiCascioli.it

Questo testo è in regime di Copylef: la pubblicazione e riproduzione è libera e incoraggiata
purchè l’articolo sia riportato in versione integrale, con lo stesso titolo,
citando il nome dell’autore e riportando questa scritta.

Zitegeist

http://video.google.it/videoplay?docid=4684006660448941414#

Qual'è la vostra opinione a riguardo?

Ps: volevo inserire il video di zeitgeist direttamente nel post ma mi si è allargata la pagina, qulacuno sa dove ho sbagliato?
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Inviato il: 5/2/2010 23:35
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  •  Red_Knight
      Red_Knight
Re: teorie su Gesù
#7
Sono certo di non sapere
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Prima di tutto c'è da fare una constatazione.

Seguire questi ragionamenti è già difficilissimo di per sé. Lo stesso testo citato di Cascioli richiede di tenere a mente una mole non indifferente di nomi, date, luoghi e passaggi logici; leggendo più di una teoria su Gesù Cristo, vi posso assicurare che va in pappa il cervello, dal momento che la stessa informazione viene interpretata in molti modi diversi e fa parte di più ragionamenti, spesso tra loro contraddittori.

È quindi necessario fare un po' d'ordine, raccogliendo il maggior numero di informazioni condivise per avere delle certezze almeno relative.

Intanto la prima critica da rivolgere a Cascioli è che dà per scontata l'esistenza di Giovanni di Gamala, che stando a Wikipedia (per fare un esempio) è un'invenzione letteraria. In questo momento non mi ricordo più come viene giustificato questo presupposto (ho letto "La Favola di Cristo" qualche anno fa), ma mi pare che non venga giustificato affatto.

La seconda è che ignora quasi completamente le altre teorie; per esempio le ipotesi su Giovanni Battista e Simon Mago non vengono trattate nel suo libro, e invece meriterebbero di essere considerate piste più che promettenti.

La terza è che considera i Vangeli canonici come un'opera unica, e manca di farne notare le contraddizioni (e soprattutto quello che si può dedurre da quelle contraddizioni).

In definitiva, credo che abbia perfettamente ragione su Gamala (concorda con lui anche Donnini): la descrizione evangelica non può essere riferita a Nazareth, ammesso che esistesse, mentre Gamala ha molto più senso.

L'idea invece che le sfasature cronologiche e geografiche siano da attribuire all'ignoranza dei primi scrittori cristiani, a suo parere tutti romani e quindi ignoranti della toponomastica palestinese, che avrebbero voluto falsificare certi passaggi e avrebbero quindi commesso troppi errori nel farlo, è fantascienza.
Inviato il: 6/2/2010 1:07
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  •  kinbote
      kinbote
Re: teorie su Gesù
#8
Ho qualche dubbio
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Giovanni di Gamala è solo il nome inventato da Cascioli per il suo personaggio (il "vero Gesù"), di cui ignora il nome autentico. L'omonimia con il personaggio letterario (in un semi-sconosciuto romanzo inglese di fine Ottocento) è una coincidenza.

Comunque se anche Gesù fosse stato in realtà Giovanni di Gamala, allora esisteva...
Inviato il: 6/2/2010 2:36
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  •  Red_Knight
      Red_Knight
Re: teorie su Gesù
#9
Sono certo di non sapere
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Citazione:
Comunque se anche Gesù fosse stato in realtà Giovanni di Gamala, allora esisteva...


Esatto, il che è paradossale: nel maldestro tentativo di dimostrare l'inesistenza di Gesù, finisce con l'affermare che - sebbene con altro nome - esisteva, faceva di professione il Messiah e compiva pure i miracoli (sì, Cascioli afferma che avesse imparato a farli in India...). Un clamoroso autogoal.

Prima ero abbastanza convinto - per quanto si possa essere convinti riguardo queste cose - della tesi mitista, adesso meno. In ogni caso, non è Cascioli la lettura ideale, anche se fornisce molti spunti interessanti (per esempio sulla questione Nazareth/Gamala e sulla natura della crocifissione).
Inviato il: 6/2/2010 3:09
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  •  Floh
      Floh
Re: teorie su Gesù
#10
Dubito ormai di tutto
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Kinbote dice:

Comunque se anche Gesù fosse stato in realtà Giovanni di Gamala, allora esisteva...


Esisteva una persona che non eveva per nulla gli attributi divini e buoni che la chiesa e i vangeli gli hanno attribuito.
E' come prendere la figura di G. W. Bush e farlo passare per un messiah buono e giusto di origine divina, si tratta di contraffazione!
Che poi Bush sia esistito veramente è certo, ma non il messiah per cui lo vorrebbero fa passare.
Di che autogol parli dunque?
--------------------------------------------------------------------

Per quanto riguarda le analogie spiegate in Zeitgeist con moltissime altre divinità precedenti?
non vi sembra una coincidenza un pochino ambigua?
Ossia il frutto di una figura di grande impatto ricalcata su altre che hanno avuto successo in precedenza?

Ps:
Un blog in cui sono elencate tutte le analogie:
http://laveritasullareligionecristiana.blogspot.com/2009/04/gesu-le-analogie.html
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Inviato il: 6/2/2010 11:26
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  •  sitchinite
      sitchinite
Re: teorie su Gesù
#11
Sono certo di non sapere
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Citazione:

Floh ha scritto:

Per quanto riguarda le analogie spiegate in Zeitgeist con moltissime altre divinità precedenti?
non vi sembra una coincidenza un pochino ambigua?
Ossia il frutto di una figura di grande impatto ricalcata su altre che hanno avuto successo in precedenza?

Ps:
Un blog in cui sono elencate tutte le analogie:
http://laveritasullareligionecristiana.blogspot.com/2009/04/gesu-le-analogie.html


gran parte diquelle analogie son fasulle, rielaborate, o non significanti.
Alcune contengono veri e propri errori.

edit:

(minuto 15.15) si afferma che dopo essere stato tradito da Typhon, Horus venne crocifisso, sepolto per 3 giorni, e poi resuscitò. Tutto ciò è fasullo, infatti Typhon era uno dei nomi di Set. Non esiste nessun brano che parli della crocifissione di Horus, al contrario esiste un brano dell 1800 a.C. che parla di una sua morte dovuta a uno scorpione. Sua madre Isis allora si rivolse al dio Ra, progenitore di Osiride, che venne a prendere Horus con la sua ‘camera celeste’ e lo riportò in vita.

Di Krishna si dice che era figlio della vergine Devaki. Grande errore
infatti Devaki non era una vergine, e Krishna era il suo ottavo figlio. La
sua nascita non era stata preannunciata da una stella ma da una profezia.
L’ unico testo che parla di Devaki come ‘vergine e madre’ è uno scritto di
E.Shurè del 1941 in cui tra l’ altro non cita nessuna fonte per questa sua
attribuzione. Riguardo alla datazione, il sito vedanta.it riporta:
“La nascita di Krishna avvenne nel giorno di Ashtami sotto la stella
‘Rohini’. Questo giorno viene festeggiato con un festival conosciuto come
‘Sri Krishna Jayanti’. Il giorno della celebrazione può cadere in due diversi giorni, in quanto la stella ‘Rohini’ e ‘Ashtami’ possono non verificarsi in uno stesso giorno.
Comunque la celebrazione cade sempre fra Agosto e Settembre
del calendario cristiano.”
Krishna inoltre non morì crocifisso ma colpito da una freccia al calcagno,
che, come nella storia di Achille, era l’ unico suo punto vulnerabile.

Nel caso di Dioniso la cosa è ancora più eclatante perché non esiste
nessuna attribuzione della data del 25 dicembre. Inoltre sua madre Semele
non era affatto vergine, e Dioniso era figlio illegittimo di Zeus. Il
culto di Dioniso poi non ha niente in comune con quello degli altri
personaggi, e tantomeno con quello di Gesù. Il culto principale di Dioniso
infatti prevedeva lo sparagmós e l’homophagía, cioè lo smembramento di una bestia che veniva divorata cruda.

la nascita di Mithra avvenne da una roccia colpita da un
fulmine. Questa roccia sembrava divenire quasi liquida e d’ un tratto
prese sembianze umane. Divenne un ragazzo con un capello frigio, aveva un
coltello e una torcia. Al vederlo i pastori presenti gridarono ‘Abbiamo
assistito alla nascita del Signore Mithra dalla roccia’.

riguardo alle similitudini con Horus:

Figurano all’ inizio alcune frasi generiche come ‘i racconti su Horus’
paragonato con ‘i racconti su Gesù’, una similitudine che non ha granchè senso; poi abbiamo frasi come “Ra il padre di Iu il Su, o figlio di Dio, con il falco o la colomba come simbolo dello spirito santo” paragonato con “Dio padre di Gesù con la colomba come simbolo dello spirito santo”. Qui Ra è considerato padre di Iu-Su (che dovrebbe essere Horus in base a non si sa cosa) quindi equivalente a Dio, padre di Gesù, ma allo stesso tempo ‘Figlio di Dio’. Come fa Ra ad essere padre e quindi Dio e allo stesso tempo figlio di Dio?
Una frase sotto riporta “La trinità di Atum (Osiride) il padre, Horus, il
figlio, e Ra lo spirito”, paragonati a Dio, a Gesù e allo spirito santo. Ma
nella frase vista poco fa era Ra il padre… ora lo diventa Osiride. Inoltre l’
attribuzione di Ra come ‘lo spirito’ non si capisce da dove venga… Ra era
progenitore di Osiride.
Una frase sottostante cita “La prima venuta di Horus come figlio della
vergine, la seconda come figlio di Ra, il padre” paragonato con “Il primo Gesù come figlio della vergine, il secondo come figlio del padre”. Qui Ra diventa di nuovo ‘il padre’.
Una chicca tra le ‘similitudini’ è : “Le due madri di Horus bambino: Isis e
Nefti – che erano sorelle” paragonato con “Le due madri di Gesù bambino – che erano sorelle”. Ora, sfido chiunque a trovare riferimenti a Nefti come madre di Horus e di una sorella di Maria considerata madre di Gesù. Nefti è moglie di Seth e madre di Anubi, avuto con l’ inganno da suo fratello Osiride.
Altra similitudine sballata o riadattata: “Iside colta in adulterio con Sut
da Horus” paragonata alla generica ‘adultera’ di cui si parla nel vangelo. Una
forzatura bella e buona perché, visti i precedenti concetti (anche se sbagliati) Isis non sarebbe dovuta essere paragonata a una qualsiasi donna adultera, ma alla madre di Gesù (inquanto madre di Horus, paragonato a Gesù). E ovviamente non vi è traccia di Gesù che scopra sua madre in adulterio.

Riguardo a Giuseppe:

.Si parla di una nascita miracolosa di Giuseppe, della quale non troviamo
traccia.
· Si dice che Giuseppe aveva 12 fratelli e Gesù 12 discepoli; invece Giuseppe
era il penultimo dei 12 figli di Giacobbe, quindi aveva 11 fratelli.
· Fu venduto per 20 monete, e Gesù per 30. Qui sorvoleremmo ma a parte il numero di monete diverso bisogna notare che Giuseppe fu venduto perché gli altri fratelli volevano ucciderlo per gelosia ma Ruben il primogenito si oppose. Gesù fu venduto per motivi completamente diversi.
· Entrambi furono venduti da un personaggio che si chiama Giuda. E qui niente da dire se non che il nome Giuda era il più diffuso all’ epoca assieme,
appunto, a Giuseppe (Yussuf).
· Viene detto che Giuseppe iniziò a ‘lavorare’ (senza spiegare in che modo) a 30 anni e così anche Gesù iniziò a predicare a 30 anni. Ho consultato 3
bibbie diverse e non c’ è riferimento in Genesi 37-50, che trattano della
vita di Giuseppe, a una età di 30 anni alla quale possa aver ‘lavorato’ in
qualunque maniera.

etc etc
Inviato il: 6/2/2010 13:34
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  •  Red_Knight
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Re: teorie su Gesù
#12
Sono certo di non sapere
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@Floh

Citazione:
Di che autogol parli dunque?


"Autogoal" l'ho detto io Floh; intendevo dire che sostenere l'inesistenza di Gesù e poi paralre di un tizio che faceva i miracoli ed era considerato il Messiah "però aveva un nome diverso" è leggermente contraddittorio rispetto all'annuncio originale.

Riguardo le analogie, molte sono effetivamente false. Il 25 dicembre come data di nascita però è sicuramente un tentativo di "furto di identità", e anche l'aureola probabilmente è un "plagio" dai culti solari.
Nel 460 il papa si lamentava che i fedeli prima di entrare in Chiesa si inchinassero davanti al Sole. Il che è significativo.
Inviato il: 6/2/2010 16:34
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  •  kinbote
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Re: teorie su Gesù
#13
Ho qualche dubbio
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Cascioli non ha scritto un libro per sostenere che Gesù non camminava davvero sulle acque e non era in grado di moltiplicare i pani e pesci. Quello per un ateo è scontato. Ha scritto un libro per dimostrare che Gesù come personaggio storico non è mai esistito. Se la sua tesi si riduce a "in realtà era un agitatore politico che proveniva da una città che non era Nazareth", allora non c'è niente di davvero nuovo rispetto ai tanti studi storici compiuti su di lui, e molti dei quali fatti meglio.
Inviato il: 6/2/2010 17:48
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  •  Floh
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Re: teorie su Gesù
#14
Dubito ormai di tutto
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Kinbote

Di chi sono gli studi di cui parli?
L'argomento m'interssa molto, inquanto se Gesù fosse davvero esistito (cosa che per ora ritengo comunque mooooolto improbabile)...la mia posizione verso il cristianesimo cambierebbe parecchio econ ciò anche la mia visione del mondo (non è roba da poco).
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Inviato il: 6/2/2010 20:20
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  •  Red_Knight
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Re: teorie su Gesù
#15
Sono certo di non sapere
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@Floh

A favore della tesi mitista (come Cascioli, ma in maniera molto più prudente, seria, raffinata e perfino più gradevole da leggere) c'è David Donnini. Una parte consistente di materiale scritto da lui si trova liberamente su Intenet (cerco su Google).

Come ho già detto, fino a poco tempo fa ero piuttosto convinto della tesi mitista, per essere precisi consideravo Gesù un "collage" mitico di figure reali.

Una tesi che però adesso mi sembra più convincente è che un tizio di nome Gesù, e forse pure abbastanza corrispondente ai Vangeli sia esistito (anche se naturalmente completamente diverso da come viene dipinto oggi).
Ti consiglio "Il libro che Gesù non ti avrebbe mai fatto leggere" (titolo originale: "The Masks of Christ: Behind the Lies and Cover-ups About the Man Believed to Be God") di Lynn Picknett e Clive Prince. In questo libro si sostiene fondamentalmente la cancellazione di Giovanni Battista dalla Storia, e l'idea che Gesù fosse un suo seguace successivamente assurto alla guida di parte del movimento.

In generale non sono convinto di questo, ma è una buona lettura perché cita e riprende molte altre teorie, per cui indirettamente fornisce una soddisfacente panoramica di dati di fatto da cui poi ognuno può trarre le proprie conclusioni.

Studi seri, ma piuttosto ostici, ce ne sono comunque a bizzeffe e Google è abbastanza ricco.
Inviato il: 6/2/2010 20:51
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Re: teorie su Gesù
#16
Mi sento vacillare
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Da MMMMMMonza
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La cosa più scontata, comunque è che i seguaci di Gesù abbiano realizzato tutto quanto serviva per renderlo il Messia agli occhi della popolazione, realizzando quanto predetto dalle profezie (un esempio di ciò potrebbe essere l'ingresso a Gerusalemme su di un asino)...
E, tra le altre cose, la Strage degli Innocenti quanti neonati coinvolse?

Kolza
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http://kolza.blogspot.com
Inviato il: 7/2/2010 22:34
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  •  Red_Knight
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Re: teorie su Gesù
#17
Sono certo di non sapere
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Citazione:
E, tra le altre cose, la Strage degli Innocenti quanti neonati coinvolse?


Perché? Comunque non si tratta di un fatto storico.
Inviato il: 8/2/2010 2:34
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  •  bariona
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Re: teorie su Gesù
#18
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secondo me, per cercare di capirci qualcosa e per cercare di ragionare seriamente bisogna partire dai vangeli sinottici e, in un secondo momento spostare l'attenzione su altre fonti.
Partiamo dal presupposto che, cristo figlio di dio o meno, questi sono i testi che tutti riconoscono come "veri", ergo in questi testi possiamo trovare informazioni inoppugnabili dagli storici e dalla chiesa.
Se nella nostra analisi partiamo da questi tutto quello che emerge è sacrosanto e ineluttabile.
Ora leggendo attentamente i vangeli vi sono informazioni che fanno chiaramente luce su quello che cristo (esistente o meno non inetressa) e i suoi seguaci furono veramente.
Dai vangeli apprendiamo che le figure di spicco e più vicine al cristo erano incontrovertibilmente zeloti (e con questo termine si intende rivoluzionari violenti, i terorristi dell'epoca)
giacomo, giovanni, giuda, simone e pietro erano zeloti!!!!
cristo stesso è stato crocifisso (non mi interessa la verità storica ma il messaggio) tra due zeloti (i famosi latrones).
La crocifissione era destinata ai nemici politici di roma, non a chi professava un'idea religiosa, quello era materia degli ebrei e i romani mai sono entrati nel merito.
A seguito della presunta morte di gesù la guida spirituale è passata a giacomo il minore (fratello del cristo per alcuni, invece cugino per la chiesa cattolica) poi primo vescovo di gerusalemme.
Alla morte di quest'ultimo il comando è passato a quel simone il cananeo o zelota (nominatao così nei vangeli) fratello di giacomo il minore (ergo o fratello di cristo o cugino di primo grado).
Quindi vediamo che la figura degli zeloti (terroristi) è presente in tutta la storia del cosiddetto messia, sia in vita che dopo la sua (presunta) morte.
secondo me ragionando di questi temi bisognerebbe staccare la spina della religione e dell'emotività e analizzare quel poco di fonti storiche a nostra disposizione.
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"siamo pronti a mettere fine all'età della spensieratezza?" Jim Garrison
Inviato il: 8/2/2010 12:21
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Re: teorie su Gesù
#19
Sono certo di non sapere
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Citazione:
secondo me ragionando di questi temi bisognerebbe staccare la spina della religione e dell'emotività e analizzare quel poco di fonti storiche a nostra disposizione.

Ma anche no.
Voglio dire i cristiani vogliono dare valore a ricostruzioni, a dir poco, molto fantasiose, e motivare il proprio scetticismo su cose del genere equivale a dargli peso... dar peso a cose che non ne hanno e non ne potranno mai avere se non con un pesante e continuo indottrinamento sociale.

E' ora di Basta! ... diceva un vecchio comico sconosciuto dei miei tempi ...


mc
Inviato il: 8/2/2010 17:23
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