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   Generico 11 settembre
  Il Clan Bin Laden

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  •  Gigi66
      Gigi66
Il Clan Bin Laden
#1
So tutto
Iscritto il: 4/1/2009
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Salve a tutti.

Sono nuovo del forum, ma da tempo leggo gli articoli del sito relativi alla sezione dell'11 settembre e ne condivido le tesi.

Con questo post, voglio dare un mio contributo al dibattito.

Ho finito da poco di leggere il libro “Il Clan Bin Laden” di Steve Coll (titolo originale The Bin Ladens”: un resoconto dettagliatissimo sulla saga della famiglia Bin Laden a partire dal patriarca Mohamed di origine yemenita che agli inizi del 1900 arriva in Arabia Saudita, fino alle attività della maggior parte dei suoi 54 figli!
Non voglio fare qui la recensione del libro, ma confesso che dalle note di copertina mi aspettavo un racconto che dimostrasse le implicazioni della famiglia, diventata una delle più potenti d’Arabia Saudita con interessi economici in tutto il mondo, con l’America e con i Bush in particolare.
Purtroppo è invece un’estenuante racconto delle attività, più economiche che politiche, dei vari componenti, con solo marginali parti riguardanti Osama e le sue attività e la tenue reazione di discredito della famiglia nei sui confronti, diventato lo “sceicco del terrore”.. Il pregio però è quello di raccontare una storia riportando esclusivamente “fatti” documentati da una serie impressionante di fonti e dati ufficiali (ci sono quasi 80 pagine di note e bibliografia).

Proprio da questo resoconto, mi hanno colpite però alcune dettagli che voglio porre alla vostra attenzione e che secondo me vanno a suffragare ancora di più le tesi dell'Inganno Globale.

Il Governo Americano sapeva.
1- La Cia già molti anni prima del 2001 aveva allestito un’unità per localizzare Osama (come ancor prima l’aveva costituita l’FBI), da pag. 445 si riporta che Osama il 1 novembre 1996 compra un telefono satellitare Inmarsat e il governo americano tramite l’NSA intercettava le sue chiamate dall’inizio del 1997 all’autunno del 1998, indirizzate si dice, <<a pubblicisti lontani, collaboratori finanziari, leader di cellule terroristiche … e a sua madre>>. Questo permise alla CIA di <<delineare la prima mappa globale affidabile della rete di al-Qaida>> (Fonte Michael Scheuer a quel tempo a capo della task force suddetta).
2- A pag. 480 si riporta l’interrogatorio a Khalid Sheikh Mohammed, pakistano, zio di Ramzi Yousef che pilotava il primo attacco alle torri. Racconta che furono lui e il nipote già nei primi anni novanta ad avere l’idea di dirottare gli aerei e usarli come armi. <<Suo nipote fu poi arrestato in Pakistan da una squadra di cui facevano parte agenti infiltrati della CIA e dell’FBI. Solo successivamente Mohammed incontrò Osama per discutere di una proposta che avrebbe avuto una risonanza spettacolare>> Nel loro piano piloti kamikaze dovevano usare 12 aerei su obiettivi su entrambe le coste, con un volo in cui lo stesso Khalid invece doveva atterrare su un aeroporto americano, uccidere tutti i passeggeri e chiamare i media per rilasciare dichiarazioni contro la politica americana. Il progetto, che tra l’altro faceva diventare star lui e non Osama, non fu subito accettato da Bin Laden, che solo verso la fine del 1998 o inizio 1999 richiamò Khalid per discutere di un piano più semplice e un team più limitato e che lui avrebbe procurato il denaro necessario.
3- A pag 507, a proposito delle indagini del governo americano dopo l’11 settembre tese ad indagare sulle attività negli Stati Uniti dei membri della famiglia Bin Laden, e sulla loro presenza nei giorni precedenti, si dice: <<La sera stessa dell’11 settembre, per esempio, agenti federali dell’ufficio di Boston si presentavano al condominio dove Abdullah (fratello di Osama) e il fratellastro Mohamed possedevano appartamenti, attivando una sorveglianza che durò diverse settimane>>.

Questi dati secondo me dimostrano che il governo americano conosceva da tempo al-Qaida, ne aveva una mappa dettagliata di appartenenti e cellule, e che, se anche dopo il 1998 Osama non ha più usato il telefono satellitare, un servizio segreto che si rispetti non può lasciarsi “sfuggire” dal controllo le attività di così tanti terroristi. Il fatto stesso che gli ideatori della così detta “operazione aerei”, come veniva chiamata tra la cerchia di Osama, ne parlassero da anni e addirittura uno di essi era stato arrestato in Pakistan da agenti americani infiltrati, non fanno altro che suffragare la tesi che gli americani non potevano non sapere. Ricordo anche che l’operazione è stata portata a compimento nell’arco di alcuni anni. Curioso è poi il fatto che la sera stessa dell’attentato alcuni parenti della famiglia Bin Laden fossero già messi sotto sorveglianza.

Distruzione superiore alle attese di Osama
Tutto il libro presenta le grandiose, anche se talvolta controverse, attività di costruttori della famiglia Bin Laden in tutta l’Arabia Saudita, diventata famosa nel mondo arabo come i costruttori di moschee nelle città sante della Mecca e Medina sotto mandato della famiglia reale saudita, con cui ha stretto un rapporto fortissimo. Osama Bin Laden, nonostante il suo esilio dalla famiglia, ha dato prova anche lui delle sue attività di imprenditore (anche se le sue maggiori capacità si sono rivelate negli anni quelle di collettore di fondi per il jihad mondiale) soprattutto nella sua fase iniziale di esilio per aggraziarsi le simpatie dei talebani, per i quali ha costruito diverse infrastrutture.
A pag. 503, l’autore riporta un incontro, raccontato a sua volta da un altro libro, di un saudita erudito e studioso di religione Ali al-Gandhi, che ebbe udienza da Osama verso la fine del 2001. Osama spiegò come l’operazione degli aerei avesse superato perfino le sue aspettative, facendo riferimenti personali alla sua competenza in ingegneria civile e demolizioni <<Calcolavamo che i piani colpiti sarebbero stati tre o quattro. Ero il più ottimista di tutti grazie alla mia esperienza sul campo. Pensavo che le fiamme sprigionate dalla combustione del carburante avrebbero fuso le struttura metallica dell’edificio, facendolo crollare nel punto dell’impatto dell’aereo, insieme ai piani superiori. È tutto quello in cui speravo>>. Osama disse che quando vide “collassare” entrambe le torri ne fu sorpreso e compiaciuto.

Fin troppo facili i commenti in riferimento alle tesi della “demolizione controllata”: nemmeno Osama Bin Laden, esperto in demolizioni, si aspettava quello che è accaduto, addirittura in modo speculare ad entrambe le torri, per non parlare della terza.
Anche qui, il crollo delle torri è stato “facilitato” da chi “sapeva” cosa stava per accadere al World Trade Center?
Inviato il: 4/1/2009 0:39
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  •  ahmbar
      ahmbar
Re: Il Clan Bin Laden
#2
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 25/3/2007
Da Milano
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Innanzitutto benvenuto Gigi66

Mi trovo in profondo disaccordo su alcune tesi che riporti (non ho letto il libro, mi fido di cio' che scrivi), in particolare l'ultima sul "governo che non poteva non sapere"

1) A tutt'oggi non esite un solo rapporto ufficiale che leghi Bin Laden all'11/9, l'unico riferimento conosciuto e' il famoso video in cui il nostro "sceicco del terrore" si dichiara soddisfatto dell'attentato, ed in cui dichiara che " i protagonisti non sapevano sino al giorno prima cosa avrebbero dovuto fare"
Ovviamente, come sempre accade appena si "gratta" la superficie delle dichiarazioni ufficiali, abbiamo un altro video in cui uno degli attentatori fa' il proprio testamento, affermando di sapere cosa gli sarebbe stato richiesto da li' ad un anno...
Chi mente? Uno contraddice l'altro

2) A tutt'oggi non esiste una sola prova dei passaggi finanziari che legherebbero Bin Laden agli attentati

3) Numerosi "attentatori" erano domiciliati a fianco ad agenti della Cia e dell'Fbi

4) Almeno 7 kamikaze sono ancora vivi, e non c'entrano nulla con l'11/9
Malgrado questo, sono ancora indicati come fra i responsabili sul sito dell'Fbi

Mi fermo, ma ci sarebbero altri aspetti da considerare
A mio parere il libro e' solo disinformazione, che cerca di far apparire i neocons solo come "persone al corrente dei fatti", e non quello che sono effettivamente :gli ideatori, i pianificatori ed esecutori dell'attentato.

Sostenere che 19 arabi armati di taglierino siano stati in grado di impallare la difesa americana per quasi due ore, senza che persone dall'interno ai massimi livelli (gli unici che sapevano esattamente come mandare in tilt il sistema, conoscendo tutte le procedure che si sarebbero attivate) ne fossero quantomeno complici, e' offendere l'intelligenza

Ciao
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FAQ 11 settembre 2001
Inviato il: 4/1/2009 5:56
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  •  Gigi66
      Gigi66
Re: Il Clan Bin Laden
#3
So tutto
Iscritto il: 4/1/2009
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Ciao ahmbar

Il concetto che volevo riportare nel mio post, non è molto dissimile dal tuo ragionamento che punta su un coinvolgimento totale del Governo Usa. Io credo che apparati decisionali americani abbiano usato i servizi segreti e l’FBI per “cavalcare” le idee e le azioni di al-Qaida. È chiaro che nel momento dell’attuazione, siano intervenuti pesantemente per consentire tutto quello che è accaduto e che, come dici bene tu non poteva essere attuato da 19 sprovveduti armati di taglierino, e che ad esempio la storia della “cecità” dei sistemi sorveglianza aerea dimostra questo “aiuto” frutto certo di un’attenta pianificazione.

Ma sostenere che Bin Laden non centra niente è un’altra cosa.

Lo stesso libro che ho citato, io giudico annacquato, ma ha il pregio di riportare fatti e non teorie.

Ne ho tratto questi dati perché sono interessanti contro chi crede che non esista nessun complotto di nessun genere.

Come esempio di chiarezza, posso citare che nella prima parte si dimostra che su Osama non c’è nessuna prova concreta e ufficiale di quanto asserito da sempre dai mass-media: e cioè che il gruppo dei suoi guerriglieri era al soldo degli americani ai tempi della lotta contro i sovietici in Afghanistan, ma che addirittura l’amministrazione Reagan rifiutò una fornitura di missili Stinger ai piccoli gruppi di volontari stranieri che combattevano nel paese (come quello di Osama), a favore invece di una fornitura diretta ai volontari musulmani afghani. La stessa CIA finanziava direttamente Haqqani che è un capo storico dei mujaheddin con cui Osama era certo venuto in contatto, ma questo non dimostra il legame diretto America-Bin Laden, a differenza invece di prove sostanziali su un appoggio della famiglia reale e dei servizi segreti dell’Arabia Saudita ai guerriglieri afghani tramite Osama.

Tu dici che non esistono prove dei passaggi finanziari tra Osama e gli attentatori: vero.

Ma è talmente vero che sempre alcune pagine del libro si dilungano sul dimostrare che l’America non sa praticamente niente sulle reali capacità finanziarie di Osama Bin Laden dopo che è stato liquidato (dal punto di vista finanziario) e ripudiato dalla famiglia.
Le diverse task force americane create appositamente prima e dopo l’11 settembre con il solo scopo di individuarne l’ammontare hanno fallito in modo “imbarazzante”, intralciandosi a vicenda.
Da pag. 463 si dice che un resoconto della Defense Intelligence Agency dell’ottobre 1995 (ben prima dell’attentato già si indagava sulle sue attività di finanziatore del jihad internazionale!), <<includeva, senza alcun commento, un documento che assestava la fortuna di Osama in 150 milioni>>. Il 17 novembre 1998, la CIA fece circolare un rapporto in cui stimava in 300 milioni di dollari l’eredità di Osama avuta dalla famiglia dopo la morte del padre, ma <<questo calcolo, però, non risultava da prove inconfutabili, come lo stesso rapporto ammetteva con onestà…>>.
Sempre nell’autunno del 1998 il National Security Coucil organizzò una seduta su al-Qaida, fu nominato un altro gruppo di lavoro (UBL Finances Sub Group) con rappresentanti di un po’ tutte le agenzie governative. Furono esaminati i rapporti già esistenti: <<Le risposte che ricevette dalla CIA furono poco esaustive, l’FBI invece sembrava possedere poche informazioni sicure, ma i suoi rappresentanti non potevano o non volevano condividerle con la Casa Bianca>>
In altre pagine si riportano altri rapporti con altri dati; alla fine questo gruppo riuscì ad avere dei dati ufficiali ma parziali da alcuni rappresentanti della famiglia, su una sua liquidazione totale di 27 milioni di dollari corrisposti non in un'unica volta ma nel corso degli anni. Ma gli inquirenti si lamentarono di molti dati oscuri su finanziamenti dovuti a sue partecipazioni non chiare in diverse società, ma a cui la famiglia, protetta dai regnanti sauditi, si era dimostrata reticente.
Ancora nell’aprile 2001, dietro richiesta della Casa Bianca, la CIA rispondeva: <<Non siamo in grado di valutare con sicurezza il valore del suo patrimonio all’attivo; non conosciamo il livello di sostegno economico proveniente dalla sua famiglia e da altri donatori che simpatizzano per la sua causa>>.
Ma alcuni analisti hanno stimato che solo per rimanere nelle simpatie dei talebani Osama abbia dovuto procurare 20 milioni di dollari all’anno per i campi di addestramento, armi, stipendi, sovvenzioni alle famiglie dei volontari, mentre gli investigatori americani stimano in 10 milioni i dollari impiegati in attività fuori dell’Afghanistan. Al tutto va aggiunto il badget per i progetti edili ed imprenditoriali per aggraziarsi il mullà Omar.

Come vedi, se l’America non è in grado neanche di stimare il patrimonio dell’uomo più ricercato e indagato di questi ultimi 10-15 anni, come puoi pretendere che escano delle ricevute a nome Osama che pagano i corsi di volo degli attentatori e via dicendo….?
C’è da chiedersi invece, perché in tanti all’interno della’amministrazione e delle agenzie remano gli uni contro gli altri? Chi c’è che regge le fila di tutto questo? Chi ha interesse che Osama sia ancora lì in circolazione tra Afghanistan e Pakistan, o magari chissà dove?

Tu dici che c’è solo un’intervista rivendicativa di Osama, ma io ho letto nel libro numerose sue frasi in riferimento diretto all’attentato, in maggioranza tratte dal libro a cura di Bruce Lawrence “Messages to the world: The Statements of Osama Bin Laden” (ed. italiana “Messaggi al mondo: la prima analisi delle dichiarazioni di Osama Bin Laden”, ed. Fandango) che non ho letto ma che non credo si riferisca ad una sola intervista. Tra l’altro nel libro, da pag. 500, viene riportato un discreto resoconto dell'intervista-discussione che Osama ha dato il 20 ottobre 2001 ad un giornalista di Al Jazeera (non so se è questa quella a cui ti riferisci), ma di certo dalle sue affermazioni si evince che non è solo soddisfatto che “qualcuno”, magari dietro il suo sostegno morale, abbia organizzato il tutto, ma piuttosto è orgoglioso di quanto realizzato. In riferimento all’uccisione di innocenti fatta dal giornalista, Osama dice: <<non abbiamo agito per uccidere bambini, infatti abbiamo colpito il principale centro di potere militare del mondo, il Pentagono, dove lavorano 64.000 dipendenti….>> “E il World Trade Center?”, insiste il giornalista? << …lì le uniche persone attaccate e uccise facevano parte del potere finanziario, Non erano certo una comitiva scolastica....>> (no comment!!)

Che poi gli attentatori armati di semplice taglierino siano stati “usati” un po’ da tutti, da Osama Bin Laden, come dagli apparati deviati americani, beh questo a me pare abbastanza evidente!
Inviato il: 4/1/2009 17:46
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  •  ahmbar
      ahmbar
Re: Il Clan Bin Laden
#4
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 25/3/2007
Da Milano
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Vedi Gigi io mi sono fatto un'idea in questi anni, che potrebbe ovviamente essere sbagliata, ma che ritengo suffragata da tante piccole/grandi prove.

A mio parere Al qaeda, cosi' come ci e' stata venduta, non esiste
In tutti gli attentati attribuiti alla fantomatica organizzazione sono implicati i servizi segreti, locali e non.
Addirittura abbiamo le prove, per Oklahoma (1995?), della fornitura dell'esplosivo da parte dello stesso capo dell'Fbi ai terroristi, filmato e registrato mentre porta materialmente l'esplosivo al capo della cellula

Per gli attentati di Madrid e Londra i presunti "terroristi membri di Al qaeda" sono stati tutti rilasciati nel massimo silenzio, con Londra con una incredibile coincidenza che dovrebbe far riflettere chiunque non abbia le "pigne" al posto del cervello : nelle stesse stazioni poi coinvolte dagli attentati era in corso una esercitazione antiterrorismo...nelle stesse stazioni, ti rendi conto?
Sono poi state passate sotto silenzio le testimonianze di chi ha visto le esplosioni provenire da sotto le carrozze, esattamente come per il 9/11 sono state ignorate le testimonianze di esplosioni alla base delle 3 torri

Che al mondo esistano pazzi disposti al martirio e' indubbio, specie quando vengono indottrinati per motivi religiosi o disposti a tutto per vendetta a causa di comportamenti degni delle SS a cui sono sottoposti da anni, come a Gaza in questi giorni, ma che Bin Laden abbia creato una organizzazione mondiale di fanatici simili, in tutte le parti del mondo, vorrei vedere piu' delle parole dette da chi e' stato colto piu' volte a mentire, vorrei leggere rendiconti finanziari, prove di transazioni economiche, di forniture logistiche e militari...
Non mi basta leggere questo
Ma alcuni analisti hanno stimato che solo per rimanere nelle simpatie dei talebani Osama abbia dovuto procurare 20 milioni di dollari all’anno per i campi di addestramento, armi, stipendi, sovvenzioni alle famiglie dei volontari, mentre gli investigatori americani stimano in 10 milioni i dollari impiegati in attività fuori dell’Afghanistan. Al tutto va aggiunto il badget per i progetti edili ed imprenditoriali per aggraziarsi il mullà Omar.
Al giorno d'oggi puoi sapere tutto, ma proprio tutto, se davvero lo cerchi

Considero questi scritti, come gia' detto, disinformazione per cercare di attribuire una credibilita' alle tesi dei neocons, niente di piu'

L'unica cosa di cui siamo certi e' che la famiglia Bin Laden e' da decenni in affari con la famiglia Bush, e che la Halliburton del vice Cheney ha fatto affari d'oro grazie alla "guerra al terrore", cosi' come gli amici con il gasdotto in Afghanistan od i "contractors" sia li' che in Iraq.
Tutto il resto, per me ovviamente, e' fuffa per il popolino
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FAQ 11 settembre 2001
Inviato il: 4/1/2009 20:30
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  •  edo
      edo
Re: Il Clan Bin Laden
#5
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 9/2/2006
Da casa
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Approfitto della situazione per sollecitare un'ulteriore analisi alla luce di quanto tristemente accade in queste ore a Gaza.
Non mi risulta che sia stato diramato nessun messaggio del "genio del male" in questa occasione. Ipotesi del tutto logicamente prevedibile, vista la situazione.
Dal mio punto di vista questo accade perchè oggi un "suo" messaggio non avrebbe la valenza che ha sempre avuto, e cioè spaventare. Anzi, avrebbe la capacità di far arrabbiare le genti islamiche contro la strategia nazista di Israele che non ha bisogno certamente anche di quest'ulteriore ondata di rabbia.
Un motivo logico in più per dedurne che l'immaginario collettivo "binladen" è G E S T I T O, certamente non da lui, che nella peggiore delle ipotesi è in qualche ospedale a farsi la dialisi, nella migliore è al pascolo sulle verdi praterie di manitou.
Inviato il: 4/1/2009 21:53
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  •  Gigi66
      Gigi66
Re: Il Clan Bin Laden
#6
So tutto
Iscritto il: 4/1/2009
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Ciao Edo, anche io credo che il mito Bin Laden sia GESTITO, ma far finta che non esista per niente è diverso.

Riporto un ultimo stralcio del libro (e poi giuro basta!) in cui Osama Bin Laden, a pag. 482, firma l’attentato contro l’incrociatore Cole (17 marinai uccisi, più 30 feriti e due kamikaze): <<Le confesserò una cosa. Abbiamo colpito la Cole perché volevamo una reazione dagli Stati Uniti. Se reagiscono, invaderanno l’Afghanistan, ed è proprio quello che vogliamo, perché allora inizieremo la guerra santa contro gli americani, proprio come abbiamo fatto contro i russi>>.

Ma comunque torno a ribadire che il senso del mio intervento, era per un contributo CONTRO chi crede che l’11 settembre sia tutta farina del sacco di al-Qaida e gli stralci del libro, tratti da documenti più o meno ufficiali sono, secondo me, a suffragarlo.


Vorrei dire una cosa su Gaza, ma più in generale sulla situazione in Palestina.

Questa estate ho fatto un viaggio organizzato in Giordania, in cui le guide locali che ci accompagnavano oltre a guidarci nelle bellezze del paese, ci hanno dato la possibilità di ascoltare la “questione palestinese” dal punto di vista arabo e non israelo-occidentale come siamo abituati ad ascoltarla ogni giorno sui notiziari nazionali.
In particolare una guida giordana era di origine palestinese, come una grande percentuale dei cittadini con nazionalità giordana (questo paese cuscinetto è stato uno dei pochi, se non l’unico tra i paesi arabi a riconoscere questo ai profughi palestinesi, alla faccia della fratellanza pan-araba, ma questa è un’altra storia…) e aveva avuto i genitori cacciati dalla Palestina dagli israeliani durante la guerra dei sei giorni. Naturalmente lasciando lì tutto, casa, terra e affetti.

Al di là di come loro raccontano l’occupazione israeliana e la guerra, sono i fatti collaterali che fanno capire anche come la storia sia diversa da quella che sentiamo ogni giorno.
Un solo esempio. Siamo abituati ad esaltazioni sulla capacità israeliana di far fruttare l’aspra e desertica terra palestinese, di estrarre l’acqua là dove non c’era, ma chi visita il fiume Giordano (ora confine tra Israele e Giordania) si stupisce che quel “fossato” che scorre in una valle desertica che si vede oggi sia il vero fiume, come è successo a noi, e non un normale fiume che consentiva di avere una rigogliosa coltivazione mediterranea lungo tutta la valle.
E sono le guide a spiegarcene il motivo: durante la guerra dei sei giorni Israele ha costruito le dighe a monte della valle, deviando la maggior parte del corso dell’acqua sui suoi territori (occupati) e lasciando “assetata” l’intera valle. Una desolazione agghiacciante.

Ma la cosa tragica che mi colpito dal racconto di queste guide giordane-palestinesi, ma di tutti quelli che ne parlavano, è che nonostante fossero gente “normale”, laureata, non certo terrorista, erano assolutamente pessimisti sul fatto che la situazione possa un domani in qualche modo risolversi.
Per loro non c’era NESSUNA alternativa: Israele deve restituire almeno tutti i territori conquistati prima della guerra dei sei giorni.

Ripeto, se dei tranquilli arabi non direttamente coinvolti nel conflitto sono talmente pessimisti, e drastici e vista la situazione di stallo perenne, mi fa pensare che un qualsiasi accordo “vero” difficilmente si raggiungerà mai.

Per accordo vero intendo una situazione in cui entrambe le parti (o meglio ognuna delle molteplici parti in causa) sia disposta a fare e rispettare concessioni in cambio di qualcosa.
Inviato il: 6/1/2009 16:53
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  •  edo
      edo
Re: Il Clan Bin Laden
#7
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 9/2/2006
Da casa
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-Attentato all USS COLE nell'ottobre del 2000
-Ricovero del buon Bin a Dubai, con sostegno psicologico della CIA, nell'agosto del 2001.
QUI
Se vuoi convincerti che bin laden sia ciò che gli "olimpio" raccontano che sia, non ti rimane che leggere anche il libretto scritto da olimpio su al quaida.
Buona lettura.
Inviato il: 6/1/2009 19:03
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