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  Civiltà Ebraica

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Re: Civiltà Ebraica
#571
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dreams, are my reality....


il mondo non è ancora pronto per libertari che dicono "assolutamente no"

per fortuna
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Inviato il: 22/12/2012 15:24
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Re: Civiltà Ebraica
#572
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Da Sabina
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Citazione:

gronda85 ha scritto:
dreams, are my reality....


il mondo non è ancora pronto per libertari che dicono "assolutamente no"

per fortuna

Mica l'ho capita.
Mi spieghi?
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Chuang Tzu
Inviato il: 22/12/2012 15:39
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Re: Civiltà Ebraica
#573
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In effetti la questione "sui fini e i mezzi" non è così banale...

Se per esempio il fine fosse deporre un dittatore*, allora insorgere dal punto di vista armato(mezzo) sarebbe così errato?

Ma poi esiste solo la via armata per deporre il dittatore, oppure è possibile applicarne altre altrettanto efficaci, ma non violente?

Si potrebbero fare altri esempi, ma meglio evitare di complicare le cose...

Pace alla mente
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Ezra Pound
Inviato il: 22/12/2012 15:40
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Re: Civiltà Ebraica
#574
Sono certo di non sapere
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Da Sabina
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Citazione:

Merio ha scritto:
In effetti la questione "sui fini e i mezzi" non è così banale...

Se per esempio il fine fosse deporre un dittatore*, allora insorgere dal punto di vista armato(mezzo) sarebbe così errato?

Ma poi esiste solo la via armata per deporre il dittatore, oppure è possibile applicarne altre altrettanto efficaci, ma non violente?

Si potrebbero fare altri esempi, ma meglio evitare di complicare le cose...

Pace alla mente

La questione del dittatore non esiste, come non esiste la democrazia.
Esistono ingiustize, quelle si.
La via é nota ed é infallibile. Ghandi l'ha già realizzato. Si é, si sono, liberati dagli inglesi. Mica bruscolini. Una potenza coloniale a livello mondiale cacciata da un enorme paese da cui rubavano risorse enormi. Funziona e non c'é bisogno di nessun spargimento di sangue. Nel contesto di questo forum, però, c'é bisogno della partecipazione anche a livello internazionale. I palestinesi da soli non ce la possono fare perché non é come nell'India di Ghandi. Loro sono in prigione anche fisicamente, territorialmente. Inoltre la Palestina non é mai esistita come stato il che complica ulteriormente le cose.
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Chuang Tzu
Inviato il: 22/12/2012 15:48
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Re: Civiltà Ebraica
#575
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Gaza: l’italiana Rosa Schiano, 2 pescatori arrestati, 3 famiglie non sanno più come vivere


Posted by Antimo Merolla on 26, dic, 2012 in Estero, Featured | 0 comments







Due pescatori sono stati arrestati nelle acque di Gaza, domenica 23 dicembre 2012, e la loro barca è stata confiscata.




I fratelli Mohammed Ahmed Zidan, 31 anni, e Ahmed Zidan Zidan, 26 anni, entrambi del campo rifugiati di Shati camp stavano pescando a circa 5 miglia dalla costa quando una nave della Marina militare israeliana ha fermato la loro piccola imbarcazione.

Mohammed ci racconta che erano partiti dal porto di Gaza city verso le 5.00 del mattino. Verso le 15.30 sono stati intercettati dall’esercito israeliano.

“Non potevamo scappare – racconta Mohammed – perché il motore della nostra barca è solo di 10 cavalli”.

La nave della marina militare israeliana ha iniziato a muoversi in modo circolare attorno alla loro barca creando così onde.

“Ho gridato loro che eravamo all’interno delle 6 miglia”, continua a raccontare Mohammed.

Tuttavia i soldati israeliani non si sono fermati, ed il capitano della nave israeliana, in ebraico e con linguaggio del corpo, ha ordinato ai 2 pescatori di togliersi i vestiti e di tuffarsi in acqua.

“La nave israeliana era a circa 70 metri da noi, il capitano ci ha ordinato di tuffarci in acqua, ma l’acqua era molto fredda”, continua Mohammed. Quando la nave militare israeliana si è avvicinata, Mohammed si è tuffato ed i soldati hanno lanciato in acqua un salvagente.

Una volta saliti a bordo della nave militare israeliana, i due pescatori sono stati ammanettati ed incappucciati. Dopo circa 45 minuti sono arrivati al porto di Ashdod in Israele.

“Non sapevo nulla della mia barca – racconta Mohammed – mio cugino poi mi ha detto di aver visto due piccole imbarcazioni israeliane prenderla e trascinarla verso Ashdod”.

Nel porto di Ashdod i due pescatori sono stati smanettati e sbendati e sono stati portati in una piccola stanza, successivamente è stato fatto loro un controllo medico, per verificare temperatura e pressione del sangue.

Un soldato ha chiesto a Mohammed il numero della carta d’identità, ma Mohammed non lo ha fornito, il soldato allora gli ha chiesto il numero di cellulare, dicendo che l’avrebbero contattato per restituirgli la barca, Mohammed allora gli ha dato il numero di cellulare di suo padre.

Un’ ora dopo i soldati hanno ammanettato i due pescatori alle mani ed ai piedi, li hanno nuovamente incappucciati, e li hanno trasportati ad Erez, dove i due pescatori sono stati sottoposti ad interrogatorio.

Durante questi “interrogatori”, gli investigatori israeliani usano estorcere ai pescatori informazioni su Gaza e persone di Gaza. Raccogliere informazioni è lo scopo degli interrogatori israeliani e il motivo principale per cui i pescatori vengono arrestati.

I due pescatori sono stati interrogati singolarmente, ma sono state fatte loro le stesse domande.

Gli investigatori israeliani hanno mostrato loro due mappe, informazioni su persone della famiglia e fotografie di abitazioni. Mohammed ha risposto loro che non conosceva le abitazioni mostrate, anche perché le foto sono state scattate da aerei in volo.

Poi i pescatori sono stati rilasciati verso le 22.30 di sera.

“Ad ogni barca confiscata, almeno 2-3 famiglie rimangono senza mezzi necessari per vivere”, ci dice Zacaria, volontario nell’ Union of Agricultural Work Committees.

Queste famiglie non sanno più come sfamare i loro figli.

L’intera famiglia Zidan è composta da 20 persone, tre famiglie, quella del padre Ahmed (60 anni), e quelle dei due figli pescatori Mohammed e di Zidan incluso i bambini.

Quattro persone della famiglia sono pescatori.

La vita di tutti dipendeva da quella piccola barca.

Era l’unica barca con cui potevano lavorare.

L’assurdità sta ora nel fatto che i soldati israeliani, una volta confiscata l’imbarcazione dei pescatori, chiedono ai pescatori di pagare il prezzo del posto barca nel porto di Ashdod.

In pratica, i soldati israeliani confiscano la barca, la portano al porto di Ashdod in Israele, e per rilasciarla richiedono il pagamento del posto barca nel porto di Ahdod. Tale prezzo supera il costo della barca.

I pescatori non possono affrontare una simile spesa.

Inoltre, quando Israele rilascia le barche, le rilascia senza motore.

Mohammed racconta anche che 6 mesi fa i soldati della Marina israeliana hanno preso le loro reti in mare.

“Hanno imposto il limite di 6 miglia ora, ma non ci hanno dato la libertà, continuano ad arrestarci”, afferma Mohammed. “Vorrei chiedere alle istituzioni internazionali di agire per fermare questi attacchi. Sei miglia equivalgono a 3 miglia per i pescatori, chiedo che fermino questi attacchi. Siamo 20 persone e non sappiamo più come vivere”.

La famiglia Zidan sta affrontando il momento più difficile ora, perché vivono già in condizioni di povertà, ora non hanno più nulla con cui poter vivere.

Cinque giorni prima, il 17 dicembre 2012, altri due pescatori erano stati arrestati e la loro barca era stata confiscata. I due pescatori sono Mos’ad Abdul Razeq Baker, 38 anni, e suo nipote Mohammed Tareq Abdul Razeq Baker, 20 anni, che stavano pescando a circa 7 miglia nautiche dalla costa. I soldati avevano sparato e Mos’ad era rimasto gravemente ferito da un proiettile alla gamba sinistra ed è stato trasportato al Barzilai Medical Center in Ashkelon, in Israele, mentre suo nipote è stato arrestato ed interrogato. La loro barca, no. 12935 è stata confiscata. Il mio report sull’attacco qui: http://ilblogdioliva.blogspot.co.il/2012/12/un-pescatore-palestinese-ferito-dalla.html

Gli accordi per il cessate il fuoco del 21 novembre 2012 hanno stabilito che le forze militari israeliane devono “astenersi dal colpire i residenti nelle aree lungo il confine” e “cessare le ostilità nella Striscia di Gaza, via terra, via mare e via aria, compreso le incursioni e le uccisioni mirate.” Inoltre le autorità israeliane avevano dichiarato che i pescatori palestinesi avrebbero potuto raggiungere le 6 miglia dalla costa (mentre prima della guerra ai pescatori era concesso arrivare solo a 3 mgilia).

Tuttavia attacchi militari israeliani via terra e via mare si sono susseguiti a partire dal giorno successivo al cessate il fuoco, ed aerei militari israeliani hanno sorvolato costantemente il cielo della Striscia di Gaza.



Fonte: http://italian.irib.ir/notizie/palestina-news/item/118600-gaza-l-italiana-rosa-schiano,-2-pescatori-arrestati,-3-famiglie-non-sanno-pi%C3%B9-come-vivere
Inviato il: 27/12/2012 7:50
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Re: Civiltà Ebraica
#576
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Gli etiopi israeliani subiscono una diversa genitorialità “programmata”
lino bottaro26 dicembre 2012DOMINIO E POTERE



La rivelazione che Israele sterilizza le donne etiopi si aggiunge ad una vergognosa storia di violenze contro donne e comunità senza potere

Di Efrat Yardai, 12 dicembre 2012[1]

È difficile a credersi, ma in Israele, nel 2012, le donne etiopi sono costrette a subire iniezioni del contraccettivo Depo Provera[2]. Questa iniezione non è un mezzo di contraccezione di comune prescrizione. È considerato come ultima risorsa e di solito viene dato a donne ricoverate in ospedale psichiatrico o che sono disabili mentali.

Questo non è il primo né il solo caso in cui lo stato ha interferito nella vita di persone che hanno limitati mezzi di resistenza. E, come in altri casi, il sistema che ha attuato questa politica è estremamente raffinato, così è difficile trovare una persona specifica come responsabile o un ordine firmato e scritto. Ma l’inchiesta filmata, condotta con il ricercatore Sava Reuven, ha scoperto che più di 40 donne hanno ricevuto l’iniezione.

La storia del Depo Provera è scandalosa. Secondo un rapporto[3] dell’associazione “Isha L’Isha”, le iniezioni vennero somministrate a donne tra il 1967 e il 1978 nell’ambito di un esperimento che ebbe luogo nello stato americano della Georgia su 13.000 donne in povertà, metà delle quali erano nere. Molte di loro non sapevano che le iniezioni facevano parte di un esperimento condotto sui loro corpi. Durante l’esperimento, alcune donne si ammalarono e qualcuna addirittura morì. Vi sono molti esempi, in tutto il mondo, degli sforzi per ridurre il tasso di natalità presso le popolazioni svantaggiate che non hanno risorse e capacità per resistere. Durante gli anni ’60, gli Stati Uniti erano preoccupati per l’aumento della popolazione di Portorico. Nel 1965, venne riferito che il 34% delle mamme di Portorico tra i 20 e i 49 anni di età erano state sterilizzate.

Le iniezioni somministrate alle donne etiopi sono parte integrante del complessivo atteggiamento israeliano verso questo gruppo di immigrati. Durante gli anni ’80 e ’90, migliaia di ebrei etiopi passarono mesi o anni nei campi di transito dell’Etiopia e del Sudan. Centinaia morirono in viaggio verso Israele semplicemente perché un paese ritenuto un porto sicuro per gli ebrei aveva deciso che non era il momento giusto: non potevano essere assorbiti tutti insieme o non erano abbastanza ebrei – chi ha mai sentito di ebrei neri?

Negli odierni campi di transito, i futuri immigrati entrano in un orripilante groviglio burocratico, che addossa loro l’onere di provare di essere degni di entrare in Israele. Come in passato, quelli che arrivano qui non escono facilmente dalla morsa delle istituzioni statali. Continuano a ricevere un “trattamento” in centri di assorbimento, dove i bambini vengono mandati in collegi religiosi e coinvolti in speciali programmi di istruzione, mentre i genitori stazionano nei ghetti e le donne continuano a ricevere iniezioni. Ci viene detto che non c’è scelta. Le politiche repressive, razziste e paternalistiche continuano incontrastate – politiche ritenute nel migliore interesse degli immigrati: per il loro bene.

Questa politica di totale controllo sulle loro vite, che inizia mentre si trovano ancora in Etiopia, è specifica per gli immigrati di quel paese, e non permette loro di ambientarsi in Israele. Utilizzando la scusa che hanno bisogno di essere preparati a vivere in un paese moderno, viene loro fatto il lavaggio del cervello in modo da rimanere dipendenti dalle istituzioni statali deputate all’assorbimento.

L’American Jewish Joint Distribution Committee[4] ha dichiarato che le affermazioni fatte dalle donne nel corso dell’inchiesta erano assurde. Tutto ciò mi ricorda qualche altra donna che diceva assurdità, come le mamme dei bambini yemeniti rapiti, o le donne marocchine che subirono il “trattamento” del ringworm[5]. A tutt’oggi, le loro parole vengono liquidate come assurdità. Se cercassero di sterilizzarmi o di portarmi via i figli, penso che anch’io direi assurdità

--------------------------------------------------------------------------------


[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://www.haaretz.com/opinion/israel-s-ethiopians-suffer-different-planned-parenthood.premium-1.484110 . Un grazie per la segnalazione dell’articolo al mio amico Facebook Norman Finkelstein.


[2] http://www.tempi.it/africa-oms-diffonde-anticoncezionale-che-aumenta-pericolosit-dellaids


[3] http://www.isha.org.il/upload/File/%D7%93%D7%A4%D7%95%20%D7%90%D7%A0%D7%92%D7%9C%D7%99%D7%AA.pdf


[4] L’organizzazione ebraica di “assistenza umanitaria” più importante del mondo: http://www.jdc.org/



[5] http://www.erichufschmid.net/TFC/RingwormTreatment-I.htm


Articolo di Andrea Carancini – Fonte: http://andreacarancini.blogspot.it
Inviato il: 27/12/2012 8:17
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Re: Civiltà Ebraica
#577
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Provate a sostituire i termini israele con Siria (o affini) e vedete un po che effetto può fare il giornalismo zerbino:


MEDIO ORIENTE, TEL AVIV NON CONFERMA IL BLITZ MILITARE

Raid isreaeliano in Siria. Damasco denuncia:
«Colpito un centro di ricerche scientifiche»


Cacciabombardieri in azione oltre il confine siriano: non accadeva da 5 anni. Due morti e cinque feriti
Un raid aereo israeliano in Siria, il primo da cinque anni a questa parte, rischia di aggravare la situazione in Medio Oriente. Diverse fonti diplomatiche e di apparati di sicurezza hanno confermato l'avvenuto bombardamento. L'obbiettivo, in un primo momento, era stato indicato in un convoglio che dalla Siria trasportava armamenti verso il Libano, probabilmente una partita di missili anti-aerei di fabbricazione russa, gli SA-7 destinati a'Hezbollah. Ma successivamente il regime siriano ha smentito questa versione denunciando che i jet israeliani hanno bombardato un centro di ricerche militari localizzato a Jamraya poco a nord di Damasco. E ha lanciato un appello a tutti i musulmani ad «difendere il regime di Bashar Assad contro l'aggressione sionista. I jet israeliani hanno violato il nostro spazio aereo all'alba di oggi e hanno effettuato un attacco diretto contro un centro di ricerche scientifiche per testare il nostro livello di difesa e resistenza», ha dichiarato in un comunicato il comandante dell'esercito siriano secondo l'agenzia Sana.

VITTIME - Nessuna conferma del raid da Tel Aviv. Secondo i siriani i caccia israeliani sarebbero entrati nello spazio aereo siriano passando a nord del Monte Hermon (in arabo Jabal el-Sheikh, localizzato al confine tra Libano e Siria) volando a bassa quota per non essere intercettati dai radar. Nell'attacco, ha aggiunto l'agenzia ufficiale Sana, citando sempre lo stato maggiore delle forze armate, sarebbero rimasti uccisi due tecnici ed altri 5 sono rimasti feriti.
Redazione Online30 gennaio 2013 (modifica il 31 gennaio 2013)



Si può dire che Olimpio è un giornalista di mmmerda?
giudicate voi:



ancora una volta il sistema difensivo di damasco ha fallito
Raid antisiriano, messaggio di Israele all'Iran
Il blitz può essere interpretato come un avvertimento ad Hezbollah e a Teheran suo grande alleato

WASHINGTON - Alcune considerazioni sul raid israeliano contro la Siria.

EPISODIO ISOLATO? - Primo: l'attacco resterà un episodio isolato o sara' seguito da altri? E' possibile che Gerusalemme ci riprovi per neutralizzare installazioni strategiche e convogli che trasportano sistemi d'arma importanti (gas, missili). I ribelli jihadisti potrebbero entrarne in possesso. Oppure Damasco per sdebitarsi con l'Hezbollah per l'aiuto nella repressione "dona" del materiale bellico sensibile. Israele, per parare la minaccia, puo' usare tanto l'aviazione che le forze speciali.

VIOLAZIONE - Secondo: era gia' emerso con l'incursione israeliana nel 2007 con la quale venne distrutto un presunto centro di ricerche nucleare siriano: i caccia di Israele sono in grado di violare lo scudo siriano. Non li hanno visti allora, non li avrebbero visti questa volta. Interessante sapere cosa hanno combinato i tecnici russi che assistono la rete missilistica di Assad.


STRATEGIA - Terzo: l'attacco si inserisce in una strategia piu' ampia. In ottobre gli israeliani hanno colpito una fabbrica di armi in Sudan sospettata di inviare armi ad Hamas. Un'incursione preceduta da altre, sempre con il ricorso a caccia e droni armati. La reazione diplomatica e' stata nulla.

MESSAGGIO - Quarto: un messaggio a Teheran, l'unico vero alleato di Assad e un avversario determinato nei suoi sforzi nucleari.

Guido Olimpio31 gennaio 2013 | 8:40
Inviato il: 31/1/2013 13:59
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Re: Civiltà Ebraica
#578
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Razzismo: Israele accoglie ebrei d’Etiopia solo dopo averli “resi sterili”, conferma da parte delle autorità


TEL AVIV (IRIB) – Una fonte anonima del governo israeliano ha confermato ciò che era affiorato nei mesi scorsi da diverse investigazioni indipendenti: le donne ebree etiopi vengono rese sterili dopo l’arrivo nei territori controllati da Israele.


Secondo la fonte anonima del governo sionista, citata dal sito francese Mediapart e da Haaretz, un numero imprecisato di donne etiopi di religione ebraica, “accolte” nello stato d’Israele secondo la “Legge del ritorno” varata nel 1950, sarebbero state rese sterili con un anticontraccettivo di lunga durata: il Depo-Provera.

Oltre quaranta ebree etiopi avevano raccontato ai giornalisti di “Vacuum” come – mentre attendevano il trasferimento dai “campi di transito” in Etiopia – erano state avvicinate da assistenti sanitari israeliani; questi le avevano poi riunite in quelli che Haaretz definisce “family planning workshops”, dove erano state costrette a farsi iniettare il contraccettivo.

“Ci dissero ‘se non lo fate non potrete andare in Israele e non sarete neppure ammesse nel Joint (L’American Jewish Joint Distribution Committee, un programma internazionale di asssistenza sociale al popolo ebraico, Ndr), non avrete assistenza sanitaria’. Avevamo paura… Non avevamo scelta. Senza di loro e senza il loro aiuto non avremmo potuto lasciare il campo. Quindi accettammo l’iniezione. Solo la loro autorizzazione ci avrebbe permesso di partire”.

È la drammatica testimonianza di una donna etiope, Emawayish, che insieme ad altre decine di connazionali ha lasciato il paese di origine nel 2005.

Il tasso delle nascite, nella comunità etiope d’Israele si è ridotto del 20 percento in 10 anni.

Jonathan Cook, del The National, ricorda come negli ultimi anni siano venuti alla luce numerosi episodi di razzismo ai danni della minoranza etiope, il che aiuta a capire il contesto in cui sono state operate le sterilizzazioni di massa.

“Nel 2006 si è finalmente ammesso che, per anni e anni, tutte le loro [degli etiopi, Ndr] donazioni di sangue sono state rifiutate per paura che potessero essere contaminate da chissà quali malattie. Esistono anche denunce continue di ragazzi etiopi respinti da questa o quell’altra scuola, oppure obbligati a frequentare classi separate. A novembre, un’indagine condotta sulle professioni più comuni ha mostrato come il 53% dei datori di lavoro preferisca non assumere gli etiopi”.

I cittadini di origine etiope, in Israele, sono più di 120mila. L’ebraicità di questi “ebrei neri” è costantemente messa in discussione dalle frange più ortodosse della popolazione. Con il risultato paradossale di assistere a casi del genere, dove la parola “razzismo” non rende l’idea di quanto in là possa spingersi il “sionismo”.

Fonte: IRIB
Inviato il: 31/1/2013 22:45
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Re: Civiltà Ebraica
#579
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Tribunale israeliano condanna otto bambini palestinesi per lancio sassi, reclusioni dagli 11 ai 18 mesi


RAMALLAH (IRIB) - Il Tribunale di Ofer a ovest di Ramallah, ha emesso ieri le condanne nei confronti di otto bambini della città di Beit Ummar, a nord di Hebron, lo riferisce Mohammed Awad, il portavoce del Comitato popolare nel villaggio di Beit Ummar.


I piccoli Ayesh e Bilal Awad sono stati condannati a 18 mesi di carcere e al pagamento di 4mila shekel, Ahmed e Sami Abu, Abu Maria e Mohab a 14 mesi e una multa di 4000 shekel, mentre il Tribunale ha condannato la durata effettiva di undici mesi Khalil Abu Maria e la multa a suo carico pari a 5mila shekel. Tutti i bambini sono stati condannati al carcere, con l’accusa di aver lanciato pietre contro veicoli militari israeliani.
Inviato il: 4/2/2013 15:55
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Re: Civiltà Ebraica
#580
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Paul Eisen: un ebreo solidamente revisionista
Redazione2 febbraio 2013DOMINIO E POTERE


Paul Eisen: un ebreo solidamente revisionista http://andreacarancini.blogspot.it/
[1] http://pauleisen.blogspot.it/2012/12/how-i-became-holocaust-denier-by-paul.html
Dalla nostra corrispondente Bocage ricevo e traduco:
Come il suo amico, il musicista jazz Gilad Atzmon, Paul Eisen, ebreo israeliano, vive in Inghilterra. Nonostante il suo ruolo di direttore per l’Inghilterra del movimento “Deir Yassin Remembered” (Ricordo del massacro dei palestinesi del villaggio di Deir Yassin) è stato a lungo considerato come un uomo rispettabile fino al giorno in cui … nel 2005 ha aperto gli occhi sul revisionismo e ha pubblicato un testo intitolato “The Holocaust Wars” (Le guerre dell’Olocausto): in esso, vi prendeva le difese del revisionista tedesco-canadese Ernst Zundel, all’epoca incarcerato, e presentava in modo obbiettivo gli argomenti dei revisionisti. Gli anglofoni troveranno una lunga confessione molto toccante di quest’uomo intitolata “My Life as a Holocaust Denier” (La mia vita di negazionista), del 2008, al seguente indirizzo:

http://www.righteousjews.org/article27a.html#ref12

Paul Eisen è stato fatto oggetto di interminabili persecuzioni ma non ha mai ritrattato. Per lui, i revisionisti fanno parte “delle persone più coraggiose del pianeta” …
Il 5 dicembre 2012, scriveva sul suo blog un articolo avente per titolo “Why I Call Myself a Holocaust Denier” (Perché mi definisco un negazionista) che terminava con queste parole (traduzione MOLTO rapida)[1]:
Gli studiosi e i ricercatori revisionisti dell’Olocausto sono studiosi coscienziosi e competenti dei fatti storici, e per loro il termine “negazionisti dell’Olocausto” è solo un insulto per additarli all’esecrazione, come il termine “strega” nel Medioevo. Ma per me, “negazionista dell’Olocausto” è un’etichetta che accetto. Questo non perché non pensi che agli ebrei non sia accaduto nulla di cattivo nelle mani dei nazionalsocialisti – per quello che vale la vera storia della brutale pulizia etnica mi commuove molto di più di qualunque “Olocausto” – e certamente non è perché pensi che violenze del genere siano giuste e appropriate. No, io nego l’Olocausto perché – nel modo in cui si è costituita, ed è stata sfruttata e attuata – la narrazione dell’Olocausto è un dio falso e offensivo, e voglio mettere tra essa e me la maggiore distanza possibile.

[1] http://pauleisen.blogspot.it/2012/12/how-i-became-holocaust-denier-by-paul.html
Inviato il: 4/2/2013 15:59
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Tutte le colpe dell'eurofinanza

Le cose interessanti si vedono dal post 11 in poi...
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Re: Civiltà Ebraica
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Citazione:
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Tutte le colpe dell'eurofinanza

Le cose interessanti si vedono dal post 11 in poi...

Sono sempre piu' convinto che, nell'Europa libera, la figura di Hitler sara' bendetta. Ne' e' convinto anche questo storico ebreo revisionista, che e' diventato ufficialmente il mio idolo

Inviato il: 6/2/2013 22:12
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Re: Civiltà Ebraica
#583
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Temo ci siano troppi bias per potersi pronunciare su Hitler... forse tra mezzo secolo ne riparleremo con più calma... sempre se parlare di revisionismo storico non sarà diventato uno psicoreato...

E già oggi ci siamo molto vicini...

cmq se ti leggi "Le conversazioni con Dio" di Neale Donald Walsch scoprirai che Hitler è in paradiso!!

Davvero bella quella trilogia...
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@Merio
Il filosofo esoterista cileno Miguel Serrano dichiara che Hitler e' un (ultimo) avatara atto a concretizzare l'esperimento wotanico - Wotan, dio della guerra germanico - per perdere sul piano materiale, ma vincere, a lungo andare, su quello spirituale. Un po' come sempre succede ai profeti...
Persino Jung parlo', prima della guerra, di Hitler come espressione dell'inconscio collettivo ariano. Si espresse proprio cosi', in maniera razzista, diremmo noi oggi. Dopo la guerra tutte queste considerazioni vennero fatte sparire e lo stesso Jung non ne parlo' piu'. Doveva pur vivere...
L'enorme mole di propaganda, sia di quantita' e qualita', anti-nazionalsocialista non e' certo casuale...
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Re: Civiltà Ebraica
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Ariano da parte di zio?
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Manfred
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Re: Civiltà Ebraica
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Una discussione sulla mentalità ebraica:

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Re: Civiltà Ebraica
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Interessante intervista....

Intervista...
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Re: Civiltà Ebraica
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LA "GUERRA CIVILE" ARRIVA IN ISRAELE: GLI EBREI HAREDI AFFRONTANO LO STATO SIONISTA DI ISRAELE
Postato il Mercoledì, 27 febbraio @ 01:31:45 CST di davide

DI JAMES PETRAS
Global Research

Israele sta per entrare in una profonda crisi interna: un confronto faccia a faccia Ebreo-contro-Ebreo, avrà effetti importanti sia nei rapporti con i palestinesi, che con gli altri vicini arabi. Il conflitto è sorto tra uno stato sionista, altamente militarizzato e Haredi, un movimento religioso, su una serie di questioni, tra cui le recenti proposte del Primo Ministro israeliano Netanyahu per mettere fine all'esonero dall'arruolamento nelle forze armate coloniali di Israele, per i giovani religiosi di Haradi.



Haredim e lo Stato sionista coloniale

Già prima della forzatura (che fondò) lo stato di Israele, gli haredim erano contrari al sionismo. Oggi la stragrande maggioranza degli haredim in Israele restano fermamente contrari allo stato sionista per motivi religiosi, etici e politici. I precettori religiosi degli Haredi insegnano che il popolo ebraico è tenuto a rispettare tre giuramenti:

non insediarsi in Israele con la forza o la violenza,
non per fare guerra con altre nazioni e
non agire come se le altre nazioni del mondo stessero perseguitando Israele.
Gli Haredim si sono opposti alla violenta pulizia etnica su oltre 850 mila palestinesi, fatta da Israele per stabilirsi nell'attuale Stato di Israele e continuano ad opporsi ai coloni israeliani che occupano con violenza le terre dei palestinesi. A differenza di altre sette cosiddette 'ultra-ortodosse', che sostengono il colonialismo sionista e benedicono l'esercito israeliano, gli haredim sostengono che il militarismo corrompe lo spirito e che i sionisti hanno trasformato gli ebrei da retti seguaci della Torah in rabbiosi sostenitori di uno stato militarista etnocentrico. Per gli haredim, 'il culto dello Stato', quando sventola una bandiera israeliana nel tempio, è un sacrilegio che si può paragonare a quando gli ebrei rinnegarono il loro Dio per adorare il vitello d'oro e furono condannati da Mosè.

La maggior parte degli haredim boicottano le elezioni, organizzano le proprie scuole (yeshiva), incoraggiano gli studenti ad approfondire i loro studi religiosi, sottolineano i valori della comunità e della famiglia (del tipo profondamente patriarcale), con parecchi figli e respingono fortemente gli sforzi dello stato sionista che vuole arruolare i giovani di haredi nel suo esercito di occupazione coloniale, la cosiddetta Forza di Difesa Israeliana (sic) -IDF. Tutti i principali partiti politici sionisti e il regime coloniale al governo si sono uniti per demonizzare gli haredim, sostenendo che si vogliono sottrarre alle loro responsabilità militari patriottiche. Con tutti i mezzi di comunicazione di massa e con discorsi pubblici, i politici sionisti e tutto il governo di Israele incitano all'odio contro gli haredim: Uno studio condotto nel 2006, ha dimostrato che più di un terzo degli ebrei israeliani identifica gli haredim come il gruppo più impopolare di Israele.

Gli haredim, d'altra parte, hanno motivo per aver paura e per opporsi allo stato secolare, militarista e sionista e ai politici: Dicono che, dopo la Seconda Guerra Mondiale nei campi di reinsediamento per i bambini ebrei rifugiati a Teheran, controllati dai sionisti, l'Agenzia Ebraica abbia opposto una ideologia sionista e militarista contro le religioni, per strappare i bambini haredim alle loro radici spirituali. Secondo un rapporto degli haredim, molti giovani religiosi ebrei che venivano dalla Polonia, per lo più i sopravvissuti all'Olocausto e alla Russia Sovietica, sono stati sottoposti a "inimmaginabile crudeltà mentali e fisiche con un solo obiettivo in mente: "sradicare il giudaismo". Per come vanno le cose in Israele oggi e per come si sfrutta una forma corrotta di giudaismo per servire il militarismo coloniale, gli haredim hanno tutte le ragioni per credere che l'arruolamento dei loro figli e delle loro figlie produrrà anche crudeli, sistematici e sionisti lavaggi del cervello per assicurarsi di plasmare degli efficaci (brutali) soldati di occupazione.


Gli haredim contro i valori dello stato di Israele

Gli haredim credono ferventemente e praticano il biblico insegnamento: "Siate fecondi e moltiplicatevi". Hanno famiglie numerose e l'età media tra gli haredim è di 16 anni. Il loro messaggio di pace ai sionisti militaristi potrebbe essere riassunto così: "Fate i bambini, non le bombe". Alcuni leader haredim si sono incontrati con funzionari palestinesi e iraniani e, in linea con la loro dottrina religiosa, hanno dichiarato il loro sostegno ad una soluzione pacifica dei conflitti e hanno denunciato un atteggiamento militare aggressivo di Israele.

Gli haredim sono intensamente religiosi e dedicano il loro tempo a discussioni e dibattiti sulle letture dei grandi maestri di religione: Il messaggio che inviano ai sionisti è : Leggete di più i “trattati etici di Maimonide" piuttosto che ascoltare gli sproloqui bellicosi e grondanti di sangue di Netanyahu.
Gli Haredim vivono e studiano in gran parte entro i ristretti confini della loro comunità e insistono a mandare i loro figli nelle yeshivah, per studiare i libri sacri, piuttosto che in Cisgiordania ad uccidere palestinesi. Vogliono che i loro figli a servano Dio - non l'IDF. Cercano la verità nella Torah, non nelle conquiste fatte con dottrine di guerra preventiva abbracciate dai più autorevoli militaristi israeliani e da sionisti accademici che vivono all'estero.

L’attenzione degli haredim per costruirsi una vita migliore all'interno della loro comunità li porta a rigettare tutti gli sforzi dello Stato sionista per invogliarli a seguire quei violenti, sedicenti " coloni ebrei", che vanno in Cisgiordania ad occupare con ferocia le terre, per "fare la loro parte nella società (sic) ". L’ introverso stile di vita degli Haredi è visto come una giusta alternativa al rozzo militarismo, al riciclaggio di denaro, alla speculazione finanziaria, alla tratta di organi umani e a truffe immobiliari a cui si prestano le elite israeliane, insieme a comunità di sionisti che vivono all'estero, con cui riescono a procurarsi diversi miliardi di dollari come contributi dal Tesoro degli Stati Uniti.

Gli Haredim credono, con evidenza esemplare, che l’arruolamento dei loro giovani nell'esercito coloniale israeliano potrebbe distruggere i loro valori morali, se i loro figli fossero costretti a molestare e ispezionare le donne arabe ai posti di blocco, a rompere le gambe ai bambini palestinesi tirando sassi, a difendersi senza rispetto per nessuna legge, come fanno i "coloni ebrei", a dipingere graffiti osceni nelle moschee e nelle chiese e af attaccare i bambini arabi mentre vanno a scuola ... per non parlare degli effetti negativi che produce quella che gli ebrei israeliani laici chiamano "educazione moderna", piena di menzogne storiche sulle origini di Israele, e di insegnamenti scientifici su alte tecnologie con cui fare la guerra, e le dottrine economiche "avanzate" che inneggiano al sacro ruolo del libero mercato, che spiegano che il tasso di povertà del 60% tra gli haredim è "auto-indotto".

Gli haredim chiedono che l'élite ebraica israeliana smetta di chiedere di arruolare i loro giovani e di discriminarli nel lavoro, tanto da triplicare il tasso di disoccupazione (tra gli haredim).


La 'guerra civile' che verrà: Lo Stato sionista contro il haredim

Il leader eletto, Yair Lapid, del partito Atid, recentemente formatosi, è stato definito un "centrista" dal New York Times, e un 'moderato' dagli ideologi di punta della "lobby" sionista degli Stati Uniti, ha messo tra i punti di forza della sua piattaforma politica la fine di qualsiasi esenzione per gli Haredi dall’obbligo del servizio militare nelle colonie . Yair Lapid, per riuscire ad entrare in un nuovo governo di coalizione con Netanyahu, ha lanciato un feroce attacco agli haredim e nel suo accordo per entrare a far parte della macchina da guerra di Netanyahu, ha incluso una netta contrapposizione alla leadership haredi.

Yair Lapid raccoglie i rancori secolari della classe dei giovani rampanti di Israele che si lamentano amaramente di doversi arruolare e in questo modo ritardare le loro opportunità per arricchirsi, mentre ai poveri, ai semi-analfabeti "neri" (termine dispregiativo che indica l'abbigliamento degli haredim) è concesso dedicarsi ai loro studi "senza valore" della Torah. Lapid, con la stessa logica perversa che ha anche Netanyahu, afferma che "Il 10% della popolazione non può minacciare il 90% con una guerra civile", (Financial Times, 2/14/13).

Ancora una volta, il boia (Lapid) accusa la vittima (haredim) della violenza che sta per commettere. Yesh Atid, il partito centrista (sic) di Lapid, si è alleato con Naftali, il partito neo-fascista “ della casa ebraica” di Bennett (che spinge per l'annessione di tutta la Palestina e l'espulsione dei non ebrei) per cancellare l’esenzione della coscrizione militare per Haredi. Insieme hanno il potere di veto sul prossimo governo. Questo attacco militarista rabbiosamente laico ha suscitato una grande opposizione tra gli altri partiti sionisti-religiosi che, con l'occasione, si sono avvicinati: sia il Partito Shas (sefardita haredim) che la United Torah Judaism hanno preso le difese del haredim.

Si stanno tracciando linee che vanno molto oltre un confronto tra gli haredim e uno stato sionista.


Il vero significato del conflitto haredim-sionisti

L'ostilità degli haredim per la laicità dello Stato sionista è in parte basata nella sua opposizione alla coscrizione militare, rimettendo così in discussione il sistema militarista israeliano, in generale e, in particolare, la sua politica di occupazione coloniale e di aggressione regionale.

Mentre alcuni haredim possono opporsi all’obbligo militare per motivi religiosi e chiedere di essere esentati unicamente per la loro giovane età, oggettivamente, questo può mettere in discussione il comportamento degli israeliani che violano i diritti dei palestinesi e il loro intero sistema di apartheid.
Parlando di valori spirituali, negano la legittimità dell'idea di uno stato ebraico di polizia, basato sulla forza, sulla violenza, sulla tortura e sulla scomparsa dei prigionieri politici. Il loro mettere in discussione l’aspetto istituzionale che sostene la supremazia ebraica e l’dea di Israele, patria del popolo eletto, dà un colpo potente ai principi ideologici di tutte le attività d'oltremare che si configurano nel potere sionista.

La loro animosità per la confusione tra sciovinismo ebraico con i rituali religiosi e la deificazione tribale dello Stato di Israele si contrappone al loro abbraccio ai Dieci Comandamenti di Mosè.

Gli haredim studiano l'insegnamento dell’insigne filosofo giudaico Maimonide e aborriscono quegli strateghi militaristi sionisti come Walzer, Dershowitz, Kagan, Feith, Netanyahu, ecc . che predicano le dottrine coloniali della"guerra giusta".

Rappresentando il 10% della popolazione israeliana ed una percentuale di gran lunga maggiore di giovani in età militare, gli haredim possono limitare considerevolmente il campo di applicazione delle future guerre sioniste. Se riusciranno a bloccare l’obbligo di coscrizione, potrebbero fornire un contributo duraturo per rendere il mondo in generale, e il Medio Oriente in particolare, un luogo più sicuro e più pacifico in cui vivere.

Di fronte alla prospettiva che in futuro si potrà perdere la "carne da macello" che serve le sue imprese coloniali, con i loro attacchi forsennati agli haredim, l’elite israelo-sionista ha spinto la maggior parte degli ebrei israeliani a demonizzarli come 'retrogradi', analfabeti, scrocconi dando la colpa al loro programma religioso per la forte natalità, per la povertà al 60% e per la alta disoccupazione. La macchina da guerra di Israele ha bisogno di nuove reclute per mantenere la sua missione imperiale di un Grande Israele.

I dati demografici - con famiglie con più di cinque figli- indicano che gli haredim potrebbero raddoppiare la percentuale della popolazione israeliana nel corso dei prossimi due decenni. Di fronte a 'fatti sul terreno e nella culla', l'imperativo espansionista coloniale sta spingendo tutti i principali partiti sionisti a togliere le esenzioni agli Haredi. Come risposta i leader Haredi minacciano di cominciare una massiccia disobbedienza civile, se i sionisti imporranno l’arruolamento, vedendo giustamente nella coscrizione dei loro giovani un assalto ai loro valori più profondamente spirituali e familiari che servirà da leva per scardinare la tradizionale solidarietà e le relazioni sociali della comunità.

Gli haredim condividono una condizione comune con la popolazione araba di Israele: Entrambe le comunità devono fronteggiare crescenti vessazioni della polizia, discriminazioni, persecuzioni religiose e aumento del livello di povertà. Una alleanza haredim-araba metterebbe insieme il 30% della popolazione per fronteggiare un nemico comune, militarista, secolare e plutocratico. Sul piano soggettivo sembra una cosa inverosimile ma sono in atto processi storici, oggettivi e strutturali, che stanno avvicinando sempre più i due gruppi.

E’ una delle grandi ironie della storia che i movimenti secolari e antimperialisti del mondo moderno debbano trovare i loro alleati più compatibili proprio nel movimento più tradizionale e più profondamente religioso di Israele.

James Petras
Fonte: http://www.globalresearch.ca
Link: http://www.globalresearch.ca/israels-coming-civil-war-the-haredi-jews-versus-secular-zionist-militarism/5323834
24.02.2013

Traduzione per www.ComeDonChisciotte.org a cura di BOSQUE PRIMARIO
Inviato il: 27/2/2013 14:20
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Re: Civiltà Ebraica
#589
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Re: Civiltà Ebraica
#590
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“Eravamo al pub a guardare Galles-Inghilterra!”. Non c’è solo l’impegno politico nella vita di Roger Waters, ma sicuramente dal 2006 – l’anno in cui cancellò un concerto a Tel Aviv rispondendo all’appello ( http://electronicintifada.net/content/open-letter-pink-floyds-roger-waters/506 ) di varie ong palestinesi – la causa palestinese gli sta a cuore. Così il 16 marzo, dopo una pausa sportiva in un bar di Bruxelles, ha raggiunto gli altri membri della giuria del Tribunale Russell sulla Palestina ( http://www.russelltribunalonpalestine.com/en/ ) (Russell Tribunal on Palestine – RToP) per l’inaugurazione della sessione finale.

Ispirato al Tribunale internazionale sui crimini di guerra commessi in Vietnam, creato da Bertrand Russell e Jean-Paul Sartre nel 1966, l’RToP è nato nel 2009. Per quattro anni ha indagato sulla responsabilità di stati terzi e organizzazioni internazionali nei crimini commessi da Israele contro il popolo palestinese. Testimoni ed esperti sono intervenuti nel corso delle sessioni ( http://www.russelltribunalonpalestine.com/en/sessions ) organizzate a Londra, Barcellona, Città del Capo e New York. Questo weekend, a Bruxelles, la giuria ha presentato le sue conclusioni ( http://www.russelltribunalonpalestine.com/en/sessions/final-session/short-findings-of-the-final-session ) , giuridicamente fondate anche se non vincolanti. Per dirla con Waters, “il tribunale ha permesso di collegare il diritto internazionale alle vittime”, dimostrando che Israele viola una lunga serie di norme internazionali, anche grazie alla complicità di stati, aziende e organizzazioni.

“Chi critica le conclusioni del tribunale senza essere andato in Palestina, senza aver parlato con i palestinesi e aver visto come vivono, esprime solo pregiudizi”, avverte Waters. “Io esprimo un’opinione basata su un’esperienza, un’esperienza arrivata tardi, nel 2006, quando quelli della campagna Boycott, divestment and sanctions ( http://www.bdsmovement.net) mi hanno chiesto di riconsiderare l’idea di suonare a Tel Aviv. Essendo una persona ragionevolmente aperta e intelligente ho accettato”, aggiunge ridendo.

Cosa possiamo aspettarci dalla pubblicazione delle conclusioni del Tribunale Russell?

“Spero riescano ad abbattere il muro che separa da un lato le persone impegnate, persone capaci di riunirsi e di riflettere su questi temi (io per esempio non sono molto portato per le riunioni, ma ho imparato dagli altri membri della giuria), e dall’altro i grandi mezzi d’informazione, che pensano soprattutto a vendere dentifrici…”.

O a raccontare l’elezione del papa…

“Roba da pazzi, vero? Secondo me il cattolicesimo, come tutte le religioni, non dovrebbe proprio interessare ai mezzi d’informazione, ma è anche vero che sono un ateo convinto… Comunque, per quanto mi riguarda ho deciso di approfittare di questa sessione finale per scrivere una lettera aperta ai miei colleghi musicisti, chiedendo loro di prendere posizione sulla questione israelo-palestinese. Molti di loro, soprattutto negli Stati Uniti, hanno paura che schierandosi metterebbero in pericolo la loro carriera, o addirittura la loro vita! La verità è che vivono in un mondo neutro, asettico e al tempo stesso terrificante, in cui vagano come sonnambuli senza rendersi conto di quello che accade intorno a loro. Ecco perché hanno queste reazioni da matti”.

Quando uscirà la lettera?

“Appena il resto della giuria l’avrà approvata. In privato ho già scritto a vari colleghi negli Stati Uniti, senza molto successo…”.

Il boicottaggio culturale di Israele però sta dando i suoi frutti, come dimostra la sintesi sul 2012 pubblicata dalla Palestinian campaign for the academic & cultural boycott of Israel ( http://www.pacbi.org/etemplate.php?id=2094 ) . E i giovani che denunciano i crimini commessi da Israele sono sempre più numerosi, in Palestina, in Israele e nel resto del mondo.

“Sì, è vero, e questo è molto incoraggiante. C’è una nuova generazione che ha capito che il concetto di ‘noi e loro’ è sbagliato, e che siamo quello che siamo per un semplice caso della vita e della geografia. Ogni volta che vengo a conoscenza di un’iniziativa – un college o un’università statunitense che aderisce al boicottaggio, per esempio – scrivo a quei giovani: ‘La classe del ’68 vi rende onore!’”.

Il giorno dopo, leggendo la prima raccomandazione dell’RToP– “Il Tribunale Russell incoraggia il maggior numero possibile di persone ad andare in Palestina e a vedere con i propri occhi come vivono i palestinesi” – mi è tornato in mente il teaser di Movi(e)ng to Gaza ( http://moviengtogaza.indivia.net/progetto/ ) , un progetto collettivo che racconta la vita quotidiana a Gaza. A Roger Waters, Angela Davis e agli altri giurati del Tribunale Russell piacerebbe senz’altro.

Francesca Spinelli è giornalista e traduttrice. Vive a Bruxelles e collabora con Internazionale. Su Twitter: @ettaspin https://twitter.com/ettaspin
Fonte: http://www.internazionale.it
Inviato il: 21/3/2013 9:44
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Re: Civiltà Ebraica
#591
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Re: Civiltà Ebraica
#592
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Riposto qui che mi sembra più attinente:

David Duke about Carl Bernstein and Jewish Neocons
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Re: Civiltà Ebraica
#593
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Gli europei di calcio 2013 si giocano in un paese antisemita e fuori dall'europa, ma sembra che il mondo civilizzato sia così tanto civilizzato da non essere in grado di rendersene conto.

Una testimonianza calcistica:

Le prigioni di Mahmoud Sarsak: “Torturato per 3 anni da Israele senza motivo”
25 anni di vita, 3 in carcere senza motivo per estorcere una confessione su un reato che non aveva mai commesso: l'ex giovane promessa del calcio palestinese racconta la sua storia al fattoquotidiano.it. E accusa: "Israele non merita di ospitare gli Europei Under 21"
di Luca Pisapia | 16 giugno 2013
Commenti (78)Più informazioni su: Israele, Ken Loach, Londra, pista palestinese.

Share on oknotizieShare on printShare on emailMore Sharing Services82Mahmoud Sarsak è, anzi era una giovane promessa della nazionale di calcio palestinese. Il 22 luglio 2009 è stato arrestato e poi detenuto senza processo per tre anni nelle carceri israeliane, da cui è uscito solo l’anno scorso dopo un lungo sciopero della fame che ha debilitato alcuni suoi organi vitali. Sarsak due settimane fa era a Londra e durante il 37mo congresso Uefa ha consegnato al presidente Platini una richiesta formale affinché a Israele non fosse concesso di ospitare l’Europeo Under 21. Un appello cui ha fatto seguito quello promosso dall’arcivescovo sudafricano Desmond Tutu, dal regista britannico Ken Loach e altri, concordi nel ritenere “sconvolgente che la Uefa dimostri totale insensibilità nei confronti della palese e radicata discriminazione inflitta ai palestinesi da parte di Israele”. In quell’occasione, Mahmoud Sarsak ha deciso di raccontare a ilfattoquotidiano.it la sua storia e le ragioni della sua protesta.

Ci puoi raccontare esattamente cosa è successo quel giorno d’estate di quattro anni fa?
Stavo andando da Gaza alla Cisgiordania per una trasferta, e mentre attraversavo un check-point sono stato arrestato.Inizialmente sono stato detenuto per 45 giorni, prima di ritrovarmi in prigione per tre lunghi anni, in cui sono stato privato dei miei diritti e in cui sono stato considerato non un essere umano ma un numero. Mi hanno rinchiuso in una cella di due metri per due, in cui non riuscivo a distinguere il giorno dalla notte. Mi hanno anche legato in diversi modi, a volte con il ‘metodo della banana’: le mani legate alle gambe e il mio corpo ricurvo, di modo che per diversi giorni non potessi dormire. Oppure hanno cercato di sfiancarmi mettendomi in un’altra cella, sempre di due metri per due, che sembrava un freezer, dove la temperatura arrivava a -15 gradi. Tutto questo per ottenere una confessione di colpe che non ho mai commesso. Ancora oggi non so di cosa sia stato accusato.

Su cosa si basava l’accusa?
Mi hanno accusato di tantissime cose, ogni volta cercando da me una confessione diversa: che fossi membro della jihad, di Hamas o di Al Fatah. Sono stato accusato poi di essere un ‘combattente illegale’: uno status giuridico assolutamente non applicabile nei miei confronti, ma che ha permesso loro di tenermi in carcere per quanto volevano grazie al regime di ‘detenzione amministrativa’ (legge contraria alle convenzioni internazionali, per cui Israele detiene una persona sulla base di un semplice sospetto e senza prove, in quanto se fossero rivelati indizi o prodotte prove, si metterebbero in pericolo le forze armate israeliane che conducono le indagini ndr.)

Quando hai deciso di cominciare lo sciopero per la fame?
Quando ho capito che sarei rimasto detenuto ingiustamente per un tempo infinito, senza che ai miei avvocati fosse formalizzato alcun capo d’accusa e senza alcun processo. E dopo aver visto il mio amico Zakreea Isaa (calciatore del Betlemme, ndr.) soccombere al cancro con i carcerieri che l’avevano abbandonato a se stesso, rifiutandosi di fornirgli assistenza medica. Tutto questo mentre le organizzazioni sportive internazionali stavano a guardare, anche loro senza fare nulla. Non volevo che questo potesse succedere anche a me, che non avessi più la possibilità di vedere la mia famiglia e i miei cari. E’ stato allora che ho deciso di cominciare lo sciopero della fame. E’ stata un’esperienza terribile, una sofferenza impossibile da spiegare con le parole. Eppure, quando sono in gioco la tua libertà e la tua vita ti senti in grado di superare qualsiasi dolore, perché sai che la vita senza libertà non vale la pena di essere vissuta. E’ stato atroce, ho visto la morte da vicino più volte. Ma è tutto quello che riesco a dirti, a un anno di distanza è ancora troppo difficile oggi per me parlare di questa cosa.

Adesso come ti senti?
Quando mi hanno rilasciato non sapevo se ridere o piangere. Da una parte ero contento di poter tornare dalla mia famiglia, che non vedevo da tre anni, e mi sentivo rinato. Dall’altra non potevo fare a meno di pensare a tutti gli amici ancora incarcerati e detenuti in condizioni disumane, privati di ogni diritto e deprivati pure del sole. Come Omar Abu Roweis e Mohammad Noofal, compagni della nazionale palestinese ancora in attesa di processo. Se personalmente cerco di essere felice per ogni giorno di libertà, e cerco di aiutare il mio popolo raccontando la mia storia, in realtà di salute non sto per niente bene. E poi ho paura, perché sento la pressione di Israele, mi sento seguito ogni passo che faccio e minacciato, ho veramente paura.

Hai detto che le organizzazioni sportive internazionali stavano a guardare. Come è possibile?
All’inizio sembravano non curarsi della mia situazione, o di quella dei miei compagni come Zakreea. Poi quando alcuni calciatori hanno pubblicato un appello per sostenermi (cui hanno aderito tra gli altri anche l’ex calciatore Eric Cantona il linguista Noam Chomsky, ndr) le acque hanno cominciato a muoversi, e anche la Uefa e la Fifa sono intervenute. Oggi posso dire che il mondo del calcio mi ha aiutato, e che anche io attraverso il calcio voglio fare qualcosa: regalare un sorriso sulla bocca di tutti quei bambini palestinesi che ancora soffrono le conseguenze delle continue occupazioni israeliane. E in futuro mi piacerebbe poi ricostruire lo stadio di Gaza che Israele ha distrutto durante l’ultima offensiva, così i bambini potranno tornare a giocarci.

Cosa pensi della decisione della Uefa di assegnare i Campionati Europei Under 21 a Israele?
Israele non merita di ospitare questi giochi (dello stesso avviso anche oltre 50 calciatori europei, tra cui Hazard e Kanoutè, che hanno lanciato un appello in tal senso lo scorso dicembre, ndr). Permettere loro di farlo è come approvare tutti i crimini che stanno commettendo: dall’invasione di Gaza ai bombardamenti sullo stadio dove sono morti diversi bambini che stavano giocando a calcio, fino alle torture e le uccisioni di numerosi giovani coinvolti nello sport o confronti di donne e bambini palestinesi in generale. E’ assolutamente sbagliato permettere a Israele di ospitare questi giochi.


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Re: Civiltà Ebraica
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http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/07/12/cisgiordania-arrestato-bambino-di-5-anni-dai-soldati-israeliani/239504/
Cisgiordania, arrestato bambino di 5 anni dai soldati israeliani



Un bambino palestinese di 5 anni, Wadi ‘Maswadeh, è stato arrestato il 9 luglio dall’esercito israeliano a Hebron (Cisgiordania) e trattenuto dai militari per due ore, dopo aver gettato un sasso. Come denuncia il gruppo umanitario israeliano B’Tselem, i soldati hanno minacciato il bimbo e suo padre, ammanettato e bendato quest’ultimo e poi hanno consegnato il bambino alla polizia palestinese. Il gravissimo episodio è stato immortalato in alcuni filmati pubblicati sul sito ufficiale di B’Tselem. Nel pomeriggio di tre giorni fa, intorno alle 15.30, Wadi è stato prelevato nei pressi della Tomba dei Patriarchi a Hebron, e portato via da un ufficiale e sette soldati israeliani. Nelle terribili immagini divulgate dall’associazione umanitaria si vede l’inutile tentativo di intervento dei residenti locali per fermare l’arresto, ma soprattutto il pianto disperato del bambino mentre viene accompagnato da un passante palestinese e viene caricato su una jeep che lo avrebbe portato a casa. Qui dopo qualche minuto è stato arrestato insieme al papà. Wadi e suo padre, Karam, sono stati portati alla base militare, dove sono stati trattenuti per mezz’ora. Poi, i soldati hanno ammanettato e bendato Karam e lo hanno accompagnato in un altro posto di blocco, sotto gli occhi dei passanti. Nel video si nota l’intervento di un tenente colonnello israeliano che ha duramente rimproverato i militari per aver arrestato Karam e Wadi in presenza delle telecamere. “Si sta danneggiando la nostra immagine pubblica” – ha lamentato il militare – “I detenuti vanno trattati bene quando ci sono le telecamere in giro“. Wadi e il padre sono stati liberati dopo l’arrivo di un ufficiale e di diversi poliziotti palestinesi di Gisella Ruccia
12 luglio 2013

Fonte: http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/07/12/cisgiordania-arrestato-bambino-di-5-anni-dai-soldati-israeliani/239504/
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Re: Civiltà Ebraica
#595
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Però... il ragazzo va dritto al punto... anche se magari potrebbe pure essere ironico...

...The Jews know we’re better than everyone else...

da cui quoto verso la fine dell'articolo:

Citazione:
Do you happen to have any Jewish role models or figures in the industry?

I don’t go into a place and think, “I’m Jewish. Who else is Jewish? I need to work with them.” Respect goes universally across all races, creeds, colors, religions, everything. The Jews know we’re better than everyone else. That’s all that matters.

That’s going to be the blow-up quote in the article.

(Laughs) It’s true. We’re the Chosen People. (Laughs) It’s a fact.


mah...
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Re: Civiltà Ebraica
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Citazione:
It’s true. We’re the Chosen People. (Laughs) It’s a fact.



Citazione:
ogni scarrafone è bello a mamma soja

Certo che riuscire ad estirpare la mente critica da un uomo da risultati sorprendenti.
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Re: Civiltà Ebraica
#597
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Inviato il: 8/11/2013 12:09
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Re: Civiltà Ebraica
#598
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Morte Arafat, Anp sospetta di Israele


(ANSA) - RAMALLAH, 8 NOV - "Noi sosteniamo che Israele è l'unico e il solo che deve essere sospettato della morte di Arafat". Lo ha detto Tawfiq al-Tirawi, capo dell'intelligence palestinese e membro della Commissione di inchiesta dell'Autorità nazionale palestinese sulla morte di Arafat in una conferenza stampa a Ramallah.
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Io non parlo come scrivo, io non scrivo come penso, io non penso come dovrei pensare, e così ogni cosa procede nella più profonda oscurità. Kepler
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Re: Civiltà Ebraica
#599
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Gli USA perdono il diritto di voto all'UNESCO

Oggi gli Stati Uniti hanno perso il diritto di voto presso l'UNESCO. La decisione è entrata in vigore automaticamente alla scadenza del periodo di due anni, trascorso dalla decisione di Washington di smettere di finanziare l'organizzazione. Con questa misura gli USA hanno dimostrato la loro contrarietà alla concessione dello status di membro dell'organizzazione alla Palestina. Il contributo finanziario degli Stati Uniti alle attività delle organizzazioni internazionali era di 80 milioni di dollari, cifra che rappresentava il 22% del bilancio dell'UNESCO.

Non mi sorprende, Usraele non vuole pace e giustizia.
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Inviato il: 9/11/2013 10:20
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Re: Civiltà Ebraica
#600
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