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Re: Civiltà Ebraica
#541
Sono certo di non sapere
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Budapest blocca i fondi per il risarcimento alle vittime della Shoah

Il governo di Orban non si fida dell’agenzia internazionale no-profit che gestisce i soldi pubblici. Scoppia la polemica

di Stefano Giantin

BUDAPEST. Una nuova tempesta internazionale, con nubi gonfie di polemiche e velate accuse di antisemitismo, si è addensata sopra i cieli di Budapest. Causa della perturbazione, una mossa del governo di Viktor Orban. Mossa che potrebbe portarlo in rotta di collisione con le organizzazioni ebraiche.

Tutto nasce da un comunicato, pubblicato lunedì sul sito del governo ungherese e firmato dal ministero della Pubblica Amministrazione e della Giustizia. L’annuncio: «Lo Stato reclama i fondi per i risarcimenti illegittimamente usati dalla Claims Conference». Spiegazione. Si tratta di 21 milioni di dollari che l’Ungheria ha stanziato nel 2007 a favore degli ebrei ungheresi sopravvissuti alla Shoah, da ripartire in patria attraverso un fondo nazionale (Mazsok) e via Claims Conference tra gli scampati residenti all’estero. Claims Conference (Cjmcag) che è un’influente e storica organizzazione no-profit. Attraverso la «restituzione delle proprietà ebraiche confiscate» durante l’Olocausto e l’erogazione di «denaro alle vittime ebree delle persecuzioni», cerca di garantire «giustizia» ai superstiti allo sterminio, spiega il suo sito web. Somme provenienti anche dall’Ungheria. Che ora Budapest rivuole, almeno in parte. Perché? La Cjmcag non avrebbe «finora fornito un regolare rapporto sull’uso dei fondi per gli indennizzi che lo Stato ungherese ha destinato ai superstiti all’Olocausto», spiega la nota. E ancora: «In base alle relazioni trasmesse finora» dall’istituzione Usa, «è impossibile identificare le persone» che ne sono state le beneficiarie, «le ragioni della loro ammissibilità» e «l’autenticità dei dati».

L’unica cosa certa, accusa Budapest, è che la «distribuzione è avvenuta su basi lontane dai principi di uguaglianza», una «discriminazione» che va a «detrimento dei sopravvissuti che vivono in Ungheria». Ma ora arriverà il “redde rationem”. Il governo magiaro ha assicurato che inizierà le procedure per riavere indietro «con gli interessi» i fondi non debitamente giustificati, 8,4 milioni di dollari. E che ha congelato l’invio alla Cjmcag della tranche 2011. Accuse respinte al mittente dalla Claims Conference. Si tratta solo di «tattiche disoneste» e «spregevoli» che priveranno le vittime ungheresi della Shoah dell’«assistenza di cui hanno disperatamente bisogno», ha spiegato all’agenzia di stampa JTA il numero due dell’organizzazione, Gregory Schneider. È la prima volta, ha rincarato, «che uno Stato rinuncia a pagare». Infine, l’assicurazione di aver inviato a Budapest «un rapporto di 400 pagine», indicante i nomi dei beneficiari e una dettagliata nota spese. Parole che hanno provocato ieri la collera, che non appare ingiustificata, di Budapest. Il governo magiaro «respinge le accuse» della Claims Conference e «chiede all’organizzazione di evitare dichiarazioni fuorvianti» che hanno generato «paura fra i sopravvissuti all’Olocausto». L’unico «ostacolo», ha ribadito Budapest, è la «mancanza di un rapporto sui fondi» e la «carenza di trasparenza». Erogare altro denaro alla Cjmcag, conclude il governo, «sarebbe illegale». Ed è nell’interesse dell’Ungheria, malgrado la disputa, che «i sopravvissuti ricevano nel più breve tempo possibile i fondi che spettano loro». Parole che fanno capire che la vicenda non è chiusa. Che quella sugli anziani emigranti magiari scampati alla Shoah è una battaglia che è solo all’inizio.

di Stefano Giantin

BDUDAPEST. Una nuova tempesta internazionale, con nubi gonfie di polemiche e velate accuse di antisemitismo, si è addensata sopra i cieli di Budapest. Causa della perturbazione, una mossa del governo di Viktor Orban. Mossa che potrebbe portarlo in rotta di collisione con le organizzazioni ebraiche.

Tutto nasce da un comunicato, pubblicato lunedì sul sito del governo ungherese e firmato dal ministero della Pubblica Amministrazione e della Giustizia. L’annuncio: «Lo Stato reclama i fondi per i risarcimenti illegittimamente usati dalla Claims Conference». Spiegazione. Si tratta di 21 milioni di dollari che l’Ungheria ha stanziato nel 2007 a favore degli ebrei ungheresi sopravvissuti alla Shoah, da ripartire in patria attraverso un fondo nazionale (Mazsok) e via Claims Conference tra gli scampati residenti all’estero. Claims Conference (Cjmcag) che è un’influente e storica organizzazione no-profit. Attraverso la «restituzione delle proprietà ebraiche confiscate» durante l’Olocausto e l’erogazione di «denaro alle vittime ebree delle persecuzioni», cerca di garantire «giustizia» ai superstiti allo sterminio, spiega il suo sito web. Somme provenienti anche dall’Ungheria. Che ora Budapest rivuole, almeno in parte. Perché? La Cjmcag non avrebbe «finora fornito un regolare rapporto sull’uso dei fondi per gli indennizzi che lo Stato ungherese ha destinato ai superstiti all’Olocausto», spiega la nota. E ancora: «In base alle relazioni trasmesse finora» dall’istituzione Usa, «è impossibile identificare le persone» che ne sono state le beneficiarie, «le ragioni della loro ammissibilità» e «l’autenticità dei dati».

L’unica cosa certa, accusa Budapest, è che la «distribuzione è avvenuta su basi lontane dai principi di uguaglianza», una «discriminazione» che va a «detrimento dei sopravvissuti che vivono in Ungheria». Ma ora arriverà il “redde rationem”. Il governo magiaro ha assicurato che inizierà le procedure per riavere indietro «con gli interessi» i fondi non debitamente giustificati, 8,4 milioni di dollari. E che ha congelato l’invio alla Cjmcag della tranche 2011. Accuse respinte al mittente dalla Claims Conference. Si tratta solo di «tattiche disoneste» e «spregevoli» che priveranno le vittime ungheresi della Shoah dell’«assistenza di cui hanno disperatamente bisogno», ha spiegato all’agenzia di stampa JTA il numero due dell’organizzazione, Gregory Schneider. È la prima volta, ha rincarato, «che uno Stato rinuncia a pagare». Infine, l’assicurazione di aver inviato a Budapest «un rapporto di 400 pagine», indicante i nomi dei beneficiari e una dettagliata nota spese. Parole che hanno provocato ieri la collera, che non appare ingiustificata, di Budapest. Il governo magiaro «respinge le accuse» della Claims Conference e «chiede all’organizzazione di evitare dichiarazioni fuorvianti» che hanno generato «paura fra i sopravvissuti all’Olocausto». L’unico «ostacolo», ha ribadito Budapest, è la «mancanza di un rapporto sui fondi» e la «carenza di trasparenza». Erogare altro denaro alla Cjmcag, conclude il governo, «sarebbe illegale». Ed è nell’interesse dell’Ungheria, malgrado la disputa, che «i sopravvissuti ricevano nel più breve tempo possibile i fondi che spettano loro». Parole che fanno capire che la vicenda non è chiusa. Che quella sugli anziani emigranti magiari scampati alla Shoah è una battaglia che è solo all’inizio.

FONTE:
http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2012/09/01/news/budapest-blocca-i-fondi-per-il-risarcimento-alle-vittime-della-shoah-1.5620161
Inviato il: 4/9/2012 3:50
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Re: Civiltà Ebraica
#542
Sono certo di non sapere
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AVERE LA FACCIA UGUALE AL CULO: UN ESEMPIO


La beffa oltre il danno: propaganda sionista equipara israeliani occupanti con palestinesi scacciati
Evidenza - 31/8/2012

Nazareth – Pal.info. Il ministro per gli Affari esteri israeliano Danny Ayalon ha lanciato di recente una nuova campagna di propaganda per oscurare il diritto dei profughi palestinesi, in particolare quello al ritorno. Ne ha dato notizia il quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth mercoledì 29 agosto.

La campagna ha l’obiettivo di equiparare i rifugiati palestinesi che sono stati scacciati dal loro Paese, e gli ebrei che sono stati portati nei Territori palestinesi con l’incoraggiamento dell’Agenzia ebraica e dei governi israeliani.

“Sono un rifugiato” è il titolo della campagna lanciata dal ministro martedì 28 agosto, che invita gli israeliani nati in Paesi arabi a caricare video di testimonianze che raccontino “la storia della loro deportazione da quei Paesi”.

Il ministro degli Esteri chiede agli ebrei arabi e alle loro famiglie di postare video-testimonianze su una pagina Facebook che sarà lanciata in arabo, ebraico e inglese.

La campagna ha l’obiettivo di promuovere il riconoscimento e la compensazione per i “rifugiati ebrei” e le loro famiglie e sollevare la questione a livello internazionale.

“Circa 856mila ebrei arabi sono stati espulsi o hanno lasciato le loro case senza un soldo e sono arrivati in Israele come rifugiati”, ha dichiarato Ayalon, aggiungendo che la storia della loro “espulsione” non ha mai ottenuto il riconoscimento della comunità internazionale o dei governi israeliani.
Inviato il: 4/9/2012 3:53
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Re: Civiltà Ebraica
#543
Sono certo di non sapere
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Arafat avvelenato col plutonio?
http://www.repubblica.it/esteri/2012/09/05/news/morte_arafat-41985354/?ref=HREC2-3

Ma si sa, il terrorista è Assad.
Anche oggi, il fogliaccio sionista per eccellenza ossia Repubblica, preme sull'accelleratore propagandistico con la solita "strage di bambini", attendibile come le fosse comuni di Gheddafi.
_________________
"Siam del popolo le invitte schiere c'hanno sul bavero le fiamme nere ci muove un impeto che è sacro e forte morte alla morte morte al dolor. Non vogliamo più assassini non vogliamo più briganti come un dì gridiamo: avanti!" Arditi del Popolo 1921
Inviato il: 5/9/2012 15:20
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Re: Civiltà Ebraica
#544
Sono certo di non sapere
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Inviato il: 30/10/2012 14:00
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Re: Civiltà Ebraica
#545
Sono certo di non sapere
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Inviato il: 23/11/2012 18:29
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Re: Civiltà Ebraica
#546
Sono certo di non sapere
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Un giorno memorabile: la Palestina è uno Stato
Evidenza - 30/11/2012
Pchr. In questo giorno memorabile, il Centro palestinese per i Diritti Umani (Pchr) ribadisce il suo sostegno alle aspirazioni palestinesi di ottenere uno Stato.

L’ammissione della Palestina, come stato osservatore non membro alle Nazioni Unite, è un passo importante nella lotta del popolo palestinese per ottenere il diritto all’autodeterminazione e la sovranità sul proprio territorio nazionale. La leadership palestinese ha presentato la richiesta di diventare uno Stato non membro, dopo l’ostruzionismo politico praticato dagli Usa, che ha impedito il riconoscimento della Palestina come uno Stato membro del Consiglio di sicurezza dell’Onu.

Per decenni, l’assenza dello stato di diritto internazionale ha rappresentato il più grande ostacolo all’affermazione del diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione. Anni di occupazione e colonizzazione sono passati nonostante numerose risoluzioni adottate dal Consiglio di sicurezza e dall’Assemblea Generale dell’Onu, risoluzioni che imponevano il ritiro delle forze israeliane, lo smantellamento degli insediamenti, la fine della politica di annessione di Gerusalemme Est e la revoca dell’assedio imposto sulla Striscia di Gaza. Alla luce di questi fatti sul terreno, la Palestina resterà uno Stato virtuale. Tuttavia, il nuovo status rappresenterebbe un passo in avanti per la Palestina, sia politicamente che giuridicamente.

Oltre all’indipendenza, l’aver ottenuto il nuovo status è un passo fondamentale nella lotta per la giustizia e l’attribuzione di responsabilità per le violazioni israeliane del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani, che sono state commesse nel territorio palestinese nel corso di decenni di occupazione. Questo successo permetterà allo Stato della Palestina e ai suoi cittadini di accedere alla Corte penale e alle altre sedi giuridiche internazionali.

Tuttavia, nel tentativo di privare le vittime palestinesi della giustizia e riaffermare Israele, come Stato al di sopra della legge, diversi paesi hanno esercitato forti pressioni sulla leadership palestinese, persuadendola dal rivolgersi alla giurisdizione internazionale, in cambio di un voto favorevole all’Onu. Questi tentativi di privare i cittadini palestinesi di accedere alla Corte penale internazionale rappresentano un grave esempio di come agli interessi politici venga data la priorità rispetto alla giustizia e allo stato di diritto. E’ inaccettabile, negare al popolo palestinese il diritto di accedere alla giustizia, in cambio di un riconoscimento come Stato non membro osservatore alle Nazioni Unite. Il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese è stato da tempo riconosciuto dall’Onu, e la richiesta di ottenere il nuovo status rappresenta un legittimo sforzo per realizzare questo diritto.

Il popolo della Striscia di Gaza è appena uscito da un’altra offensiva militare israeliana che ha provocato più di 167 morti, tra cui 14 donne e 35 bambini. Più di un migliaio di feriti, di cui un scioccante 97% rappresentato da civili. Questa ultima operazione militare, con i suoi attacchi indiscriminati e sproporzionati, non ha sorpreso il popolo di Gaza. Il fatto che questa aggressione sia potuta accadere è una conseguenza diretta della impunità di cui gode Israele da decenni e che le permette di commettere crimini di guerra e violazioni del diritto umanitario. Durante questi anni di impunità, il popolo palestinese è stato sottoposto a sfollamenti di massa, espropriazioni, isolamento totale e numerose offensive militari su larga scala, caratterizzate da attacchi sistematici contro i civili, le loro proprietà e le infrastrutture pubbliche.

In questo contesto, il Pchr ribadisce il suo sostegno al ricorso per ottenere il riconoscimento dello Stato palestinese, e rinnova la sua richiesta di concedere alla Palestina la possibilità di accedere alla Corte penale internazionale, come ultima istanza per ottenere giustizia e perseguire i colpevoli.



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Inviato il: 30/11/2012 22:43
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Re: Civiltà Ebraica
#547
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Israele estende gli insediamenti dopo il riconoscimento della Palestina all’Onu
Evidenza - 1/12/2012
Gerusalemme – Reuters/Ma’an. Israele progetta di costruire 3.000 nuove case per i suoi coloni nei territori occupati della Cisgiordania e a Gerusalemme Est nonostante il voto dell’Onu che implicitamente riconosce lo Stato palestinese, hanno riferito venerdì i media israeliani.

Il sito di notizie Ynet ha scritto che la decisione era stata approvata giovedì dal Consiglio interno del primo ministro Benjamin Netanyahu, composto da nove membri, quando l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha trasferito i palestinesi da “entità” a “Stato osservatore non membro ” – una risoluzione a cui si erano opposti Israele e Washington.

Il sito di notizie Haaretz riporta un articolo simile, che descrive le nuove case come parte di un ‘”ondata di costruzione” pianificata da Israele, che considera tutta Gerusalemme sua capitale indivisibile e vuole mantenere fasce di insediamenti in Cisgiordania con qualsiasi eventuale trattato di pace con i palestinesi.

I funzionari israeliani non hanno rilasciato commenti immediati alla notizia. Il consiglio interno di Netanyahu si incontra spesso in segreto per decidere sulle misure che vengono poi presentate per l’approvazione formale.

Un funzionario del dipartimento di stato americano a Washington ha criticato la decisione: “Ribadiamo la nostra opposizione di lunga data agli insediamenti e la costruzione a Gerusalemme Est”, ha detto al New York Times. “Crediamo che questo sia controproducente e renda più difficile riprendere i negoziati diretti e raggiungere il risultato dei due stati”.

L’assemblea generale delle 193 nazioni che fanno parte dell’ONU ha approvato a grande maggioranza il riconoscimento di fatto dello Stato sovrano della Palestina dopo che il presidente Mahmoud Abbas li ha esortati ad emettere quello che ha definito il “certificato di nascita”.

L’Associazione per i Diritti civili in Israele ha affermato che se lo Stato palestinese raggiunge ora la Corte penale internazionale “la questione degli insediamenti israeliani potrebbe diventare una questione di diritto penale internazionale”.

“Questo potrebbe potenzialmente aprire la porta al perseguimento delle responsabilità israeliane nella creazione o nell’ampliamento degli insediamenti”, ha detto ACRI in un briefing sulla richiesta dell’ONU.

Secondo il diritto internazionale, trasferire popoli in un territorio occupato è considerato un crimine di guerra.

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Inviato il: 3/12/2012 19:21
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Re: Civiltà Ebraica
#548
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Israele rifiuta la richiesta di chiarimenti avanzata dall’ONU sul suo programma nucleare
Evidenza - 6/12/2012
Press Tv. Tel Aviv si è rifiutata sia di aderire al trattato di Non-proliferazione (Npt) sia di accogliere le richieste delle Nazioni Unite finalizzate all’ispezione delle installazioni nucleari israeliane da parte di una commissione internazionale.

Il governo israeliano ha ferocemente respinto la delibera ONU, etichettandola come “un artificio privo di senso” ed affermando che in ragione di essa il mondo ha perso in credibilità in riferimento ad Israele.

La rabbiosa reazione israeliana è giunta dopo che l’Assemblea Genereale dell’ONU aveva invitato Tel Aviv a mettere a disposizione le proprie installazioni nucleari per l’ispezione da parte di una commissione internazionale. Nella stessa sede, le Nazioni Unite avevano anche caldamente auspicato l’adesione di Israele al trattato di Non-proliferazione “senza ulteriori indugi”.

La risoluzione è stata approvata dall’Assemblea grazie ai 174 voti a favore, in opposizione ai soli 6 contrari ed ai 6 astenuti. La delibera sollecita Tel Aviv a permettere l’ispezione dei propri impianti atomici ad una commissione dell’International Atomic Energy Agency (IAEA).

Solamente Stati Uniti, Israele, Canada, Isole Marshall e Micronesia hanno votato contro un provvedimento che mette ancor più in evidenza le preoccupazioni internazionali circa le sospette attività israeliane in ambito nucleare.

Lo sprone dell’ONU è giunto poco dopo che gli Stati Uniti avevano deciso di annullare una conferenza in cui si sarebbe discusso circa il programma di eliminazione delle testate nucleari del Medio Oriente.

E’ stato riportato che la decisione di Washington è dovuta al fatto che se le conferenza si fosse tenuta, avrebbe visto finire inevitabilmente sotto accusa l’alleato israeliano, unico detentore di armi atomiche della regione.

Il 23 novembre gli Stati Uniti hanno annunciato che la conferenza, la quale avrebbe dovuto avere luogo in dicembre a Helsinki, non si sarebbe tenuta in ragione delle particolari condizioni in cui si trova attualmente l’area mediorientale.

Israele, unica nazione a possedere armi atomiche nella regione, dispone di un numero di testate compreso tra le 200 e le 400 unità.

Il governo israeliano ha sempre rifiutato di aderire agli accordi internazionali sull’energia atomica (Npt in particolar modo) e si oppone a che commissioni internazionali ispezionino i suoi impianti.









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Inviato il: 6/12/2012 17:35
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Re: Civiltà Ebraica
#549
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Mi chiedo... Israele non ne vuol sapere di rivelare informazioni circa il suo programma nucleare... però pretende che l'Iran debba stare zitto e muto subendo tutte gli embarghi di questo mondo perché ha dei progetti nucleari che minaccerebbero la sua sicurezza nazionale...
davanti a questa contraddizione cosa risponderanno mai le Fiamme Nirenstein di questo mondo??

E noi Italiani che accogliamo sul nostro suolo ben 107 basi U.S.A?
E ospitiamo le loro armi nucleari, cucendoci un bel bersaglio addosso in un'eventuale guerra atomica?

qualcosa non torna...

Pace allo Stivale
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Inviato il: 6/12/2012 18:42
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Re: Civiltà Ebraica
#550
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Citazione:
davanti a questa contraddizione cosa risponderanno mai le Fiamme Nirenstein di questo mondo??


Che si stanno difendendo!
Inviato il: 6/12/2012 19:15
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Re: Civiltà Ebraica
#551
Sono certo di non sapere
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Citazione:
Che si stanno difendendo!


E si... specie contro i palestinesi... loro sono una gravissima minaccia... grazie ai loro famosi sassi di adamantio rappresentano un nemico mortale per gli Israeliani e i loro mezzi di "sicurezza" tipo carri armati mentre le navi d'assalto sempre di sicurezza corrono gravi rischi ad affrontare i famosi pescherecci atomici palestinesi... è in gioco la sicurezza nazionale...

le Fiamme Nirenstein di questo mondo probabilmente nuclearizzerebbero una buona parte del Medio Oriente giusto per precauzione... non si sa mai...

Ah, che mondo...
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Inviato il: 6/12/2012 21:11
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Re: Civiltà Ebraica
#552
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Fai questo esperimento:
visualizza l'immagine di un energumeno che picchia un ragazzino e giudica l'azione.

ora visualizza la stessa immagine, ma l'energumeno è coperto da una bandiera israeliana. giudica nuovamente l'azione.

Se hai notato, tra i due giudizi la più piccola sfumatura di differenza, significa che la propaganda israeliana sta agendo con efficacia (e quindi inconsciamente) anche su di te.

Ho suggerito ad alcuni attivisti palestinesi di far cucire la stella gialla sugli abiti dei palestinesi di gaza e cisgiordania, per due motivi:
- se esiste un ceppo ebraico, quelli sono i palestinesi (basta leggersi "l'invenzione del popolo ebraico" per capirlo in maniera inequivocabile... editore rizzoli);
- è l'unico modo per aprire uno spiraglio nella coscienza di chi viene mandato a premere il grilletto su esseri umani, in quella zona del mondo.
Inviato il: 7/12/2012 9:28
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Re: Civiltà Ebraica
#553
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Hai ragione... oppure dovremmo tutti portare una fascia nera al braccio dovunque andiamo e quando qualcuno ci chiede perché la indossiamo iniziamo ad offrire una serie di fonti ed informazioni... magari si potrebbe proprio esordire con la tua frase:

Citazione:
visualizza l'immagine di un energumeno che picchia un ragazzino e giudica l'azione.
ora visualizza la stessa immagine, ma l'energumeno è coperto da una bandiera israeliana. giudica nuovamente l'azione.


Però mi sembrava che stessero aumentando il numero di israeliani che rifiutano di fare servizio di leva... anche se ce ne vorrebbe per svuotare l' IDF... cmq sarebbe un segno, le coscienze ci sono basta smuoverle...

Per me sarebbe importante che si approfondisse la questione in modo importante... ad esempio spiegando che il termine semitico non si riferisce ai soli ebrei... oppure che il sionismo non rappresenta tutto il popolo israeliano e via discorrendo, ma ho come la netta sensazione che non sia così semplice...
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Re: Civiltà Ebraica
#554
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Re: Civiltà Ebraica
#555
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L’ex ministro israeliano Shulamit Aloni ha ammesso:

“L’antisemitismo è un trucco. Lo usiamo sempre.”

http://www.youtube.com/watch?v=qHZi_9oUNhM&list=UUxxnTrlXYHaOOVoEOsqaHuA&index=1
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Re: Civiltà Ebraica
#556
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Per questa gente la vita é una gara. Se nel correrla schiacci qualcuno... stica.
Non lo nascondono nemmeno più. Tutto quello che facciamo é giustificato. Perchè? Ma perché lo dico io no?....
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Re: Civiltà Ebraica
#557
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Penso sia una questione facile e complessa allo stesso tempo...
tutto sta' nel saper rispondere alla domanda:

i fini giustificano i mezzi?

A seconda della risposta si aprono delle vie piuttosto che delle altre...

Poi ovviamente bisogna prendere il sistema studiato(rapporto Israele-Palestinesi) e cercare il risolvere l'equazione associata... questo comporterà ore e ore di studio e tonnellate di materiale da vagliare...

Ad avere il tempo, un bel saggio sarebbe il culmine del lavoro... una specie di documento da girare a qualche altro curioso, che non vuole fermarsi alle verità di cartone...
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Re: Civiltà Ebraica
#558
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Da Sabina
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Citazione:


i fini giustificano i mezzi?


Assolutamente no.

I fini di chi?
Chi decide se un fine é giusto?
Lo stesso che si prefigge l'obbiettivo?
Io ho ragione perché lo dico io?

Gli ebrei hanno diritto alla terra di Palestina perché lo dicono loro.
Anzi vanno più in là; é Dio in persona che lo ha detto.
Siamo sempre al "perché lo dico io".
E' un ragionamento infantile e ci sarebbe da riderci sopra se non fossa stato versato tanto sangue.
La cosa assurda é che i più ortodossi tra gli ebrei sostengono che la terra promessa va intesa in senso spirituale, e che il sionismo offende la volontà di Dio.
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Re: Civiltà Ebraica
#559
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Hai ragione Invisibile... anche per me i fini non giustificano i mezzi... eppure esistono certe persone che ritengono i loro sistemi etici superiori a quelli degli altri e pertanto si sentono investiti della sacra missione di applicarli... a qualunque costo...

Citazione:
E' un ragionamento infantile e ci sarebbe da riderci sopra se non fossa stato versato tanto sangue


Esatto, è un ragionamento infantile... dal nostro punto di vista... eppure un intero stato è stato costruito su di esso... ma che dico stato, un intero impero... che poggia le sue fondamenta su dubbie verità e migliaia di scheletri di innocenti...

Questo pensiero di superiorità è diventato il feticcio dei sionisti, una specie di "Dio" a cui devono tutto il loro potere... se il dubbio si insinuasse, anche solo il più piccolo... sarebbe una catastrofe... per questo devono continuare a sacrificare persone innocenti, corrompere e minacciare... questa è la natura del loro "Dio" e non possono sottrarvisi...

Citazione:
La cosa assurda é che i più ortodossi tra gli ebrei sostengono che la terra promessa va intesa in senso spirituale, e che il sionismo offende la volontà di Dio.


Che poi è una conseguenza a mio avviso logica... anche se da quanto ho appreso da Barnard in realtà volevano fondare Israele in altri posti e la Palestina era l'ultima tra le varie opzioni... nel senso che mi sembra quasi ovvio e molto più evoluto immaginare la propria nazione come avente sede dovunque e allo stesso tempo da nessuna parte... o meglio ancora nel cuore e nella mente di coloro che pensano di esserne cittadini...

Insomma alla fine della fiera siamo(sono) ancora troppo legati al concetto di stato, quando di stati non ne esiste manco uno... esistono le singole persone... quelle sì che sono reali... ma i Leviatani no, quelli ci sono solo nelle nostre menti...

Pace ai nostri cuori
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Re: Civiltà Ebraica
#560
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Citazione:

Merio ha scritto:
Hai ragione Invisibile... anche per me i fini non giustificano i mezzi... eppure esistono certe persone che ritengono i loro sistemi etici superiori a quelli degli altri...

E' solo paura. E debolezza.
Per vivere (non intendo "sopravvivere" ma proprio vivere) ci vuole coraggio, fiducia e una certa forza d'animo. Oltre a tante altre cose tipo umiltà...
Citazione:

Questo pensiero di superiorità è diventato il feticcio dei sionisti, una specie di "Dio" a cui devono tutto il loro potere... se il dubbio si insinuasse, anche solo il più piccolo... sarebbe una catastrofe... per questo devono continuare a sacrificare persone innocenti, corrompere e minacciare... questa è la natura del loro "Dio" e non possono sottrarvisi...

Assolutamente.
Se solo trovassimo il modo di mostrargli che il loro potere é solo un'illusione...
Come neve al sole.
Per quanto riguarda la "scelta" di dove andare dei sionisti credo che sia il classico "due piccioni con una fava". "Noi" vi diamo una terra dove fare il vostro stato e "voi" ci garantite di rompere le palle ad aeternum a dei nostri "concorrenti". Anzi i piccioni sono tre: c'è anche quello di realizzare un avamposto per la conquista di quella parte del mondo.
Citazione:

Insomma alla fine della fiera siamo(sono) ancora troppo legati al concetto di stato, quando di stati non ne esiste manco uno... esistono le singole persone... quelle sì che sono reali... ma i Leviatani no, quelli ci sono solo nelle nostre menti...

Pace ai nostri cuori

E' buffo che parli di questo. Ieri sera ero a cena con amici; parlavamo del possesso e il mio vicino di sedia mi ha raccontato che un suo vecchio amico, di quando studiava negli usa, é diventato astronauta ed é andato in orbita con lo shuttle. Questo astronauta raccontava che oltre al desiderio che aveva di tornare lassù, per quanto bella era stata l'esperienza, quello che l'aveva colpito fortemente, al primo affacciarsi dall'oblò, era vedere la terra senza i confini. Lui guardava e i confini proprio non c'erano. E' buffo ma significativo: é chiaro che lui sapeva che non li avrebbe visti ma vedere con i propri occhi l'assenza dei confini l'aveva molto colpito. In questo ci vedo quanto profonda in noi é stata imposta l'illusione. Anche nelle cose apparentemente più semplici...
Pace anche a te.
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Inviato il: 19/12/2012 22:29
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Re: Civiltà Ebraica
#561
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L’Onu riconosce alla Palestina lo status di osservatore. “Guardate! Quel territorio era vostro”.

Letta su spinoza. Una battuta più vera di qualunque realtà raccontata da quei buffoni di "giornalisti" del corriere della sera, per esempio.
Inviato il: 19/12/2012 22:55
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Re: Civiltà Ebraica
#562
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Citazione:
E' solo paura. E debolezza. Per vivere (non intendo "sopravvivere" ma proprio vivere) ci vuole coraggio, fiducia e una certa forza d'animo. Oltre a tante altre cose tipo umiltà...


Concordo e anzi penso che molti problemi potrebbero imputarsi a questo fatto... il problema dello scontro di sistemi etici è che ci sono le armi... ora questi sono solo strumenti, ma il fine è intrinseco nell'arma stessa, ovvero uccidere... grazie alle armi è possibile ovviare a quel fastidioso "problema" che è il confronto cogli altri...

E la soluzione non è combattere il fuoco con il fuoco, ma come se mi ricordo abbia detto Calvero, un totale cambio di paradigma alla base del rapporto tra uomini... il problema è che Israele inteso come forza militare può fare praticamente quello che vuole... ha il dominio di aria e mare... e indirettamente quello di terra, grazie all'assedio che compie da decine di anni...

In casi così atroci, il ricorso alle armi è l'ultima possibilità per non essere annientati...

la soluzione è un vero ed efficace boicottaggio globale dei prodotti di punta israeliani... ma questo dovrebbe avvenire(purtroppo) nelle addormentate nazioni occidentali, che sono tenute per le palle da una propaganda "elementare" eppure efficacissima che si fa valere a suon di milioni... e vince... o comunque lascia la gente addormentata... che poi è l'obbiettivo cardine fondamento di questo sistema corrotto che ci ha portato a rendere il mondo umano una specie di... orrore... l'orrore...
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Re: Civiltà Ebraica
#563
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Citazione:

il problema è che Israele inteso come forza militare può fare praticamente quello che vuole... ha il dominio di aria e mare... e indirettamente quello di terra, grazie all'assedio che compie da decine di anni...

Faccio solo notare che senza un "aiutino" israele non potrebbe permettersi la potenza militare che possiede. Immagina quanto costa solo coltivare una terra prevalentemente desertica... Da solo non sarebbe nemmeno nato.
Citazione:

In casi così atroci, il ricorso alle armi è l'ultima possibilità per non essere annientati...

la soluzione è un vero ed efficace boicottaggio globale dei prodotti di punta israeliani... ma questo dovrebbe avvenire(purtroppo) nelle addormentate nazioni occidentali, che sono tenute per le palle da una propaganda "elementare" eppure efficacissima che si fa valere a suon di milioni... e vince... o comunque lascia la gente addormentata... che poi è l'obbiettivo cardine fondamento di questo sistema corrotto che ci ha portato a rendere il mondo umano una specie di... orrore... l'orrore...

La soluzione (e non ti sto contraddicendo ma solo andando al nocciolo) é smettere di aiutare israele. In quelle terre puoi solo vivere di pastorizia e agricultura, come hanno fatto da sempre. Leva gli aiuti e il problema scompare.
Lo so... sembra facile...
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Re: Civiltà Ebraica
#564
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Purtroppo non ne so abbastanza, però in effetti l'operazione di creazione dello stato dev'essere stata piuttosto dispendiosa... certo è che ci sono state connivenze, ad esempio gli inglesi hanno facilitato di molto il processo migratorio di ritorno da cui è partito tutto... però il problema è che non si capisce dove finisca Israele e comincino le altre nazioni(U.S.A per citarne uno)...

Però sì, in linea di massima se venisse ignorato è probabile che si arrivi al redde rationem in poco tempo... il problema è che questi non lasciano che li si ignori per molto...
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Re: Civiltà Ebraica
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Citazione:

Merio ha scritto:
Purtroppo non ne so abbastanza, però in effetti l'operazione di creazione dello stato dev'essere stata piuttosto dispendiosa... certo è che ci sono state connivenze, ad esempio gli inglesi hanno facilitato di molto il processo migratorio di ritorno da cui è partito tutto... però il problema è che non si capisce dove finisca Israele e comincino le altre nazioni(U.S.A per citarne uno)...
Però sì, in linea di massima se venisse ignorato è probabile che si arrivi al redde rationem in poco tempo...

Hai capito solo in parte cosa intendevo. Non si tratta solo della "invenzione" di israele ma soprattutto del suo "mantenimento" come vera potenza economica e militare. E' una questione matematica: se il mondo smette di sostenere israele, economicamente, militarmente, politicamente, non dura sei mesi. Scompare o é costretto a diventare un paese agricolo (poco) e di nomadi dediti alla pastorizia che poi é quello che é sempre stata la Palestina. Il territorio che oggi chiamano israele non permette di creare una società "moderna" e potente militarmente. Non ci sono proprio le risorse.
E' praticamente un territorio desertico e in un simile contesto territoriale non é possibile "inventarsi" una nazione con le caratteristiche che oggi ha. Si può fare solo con un ENORME aiuto dall'esterno che, ne deduco, esiste ed é molto più grande si quello che viene comunemente immaginato. E' matematica.
Citazione:

il problema è che questi non lasciano che li si ignori per molto...

Però é colpa "nostra".
Se un bambino fa i capricci é appurato che il miglior modo di educarlo, e allo stesso tempo fare in modo di evitare di diventare isterici, é ignorarlo. Se lui strilla di più tu lo ignori di più. Quando a finito le lacrime smette da solo. Ti odia? Problema suo. Gli passerà quando crescerà e se crescerà abbastanza ti sarà per sempre grato di averlo ignorato in quei frangenti.
Il problema é che l'umanità, nel suo insieme, é un bambino.

Disclamer:
Non nego assolutamente che gli ebrei abbiano subito maltrattamenti, emarginazione e persecuzioni da altri popoli; così come non nego i genocidi degli indios, degli indiani d'america, degli aborigeni, dei palestinesi.... la lista é lunga...
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Inviato il: 20/12/2012 15:32
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Re: Civiltà Ebraica
#566
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Si scusa, non avevo considerato il mantenimento... beh in effetti nn è proprio la valle di latte e miele che diceva la Bibbia, ma sai com'è...

Sulla wiki americana mi dice che

Citazione:
As of 2009, Israel relied on external imports for meeting most of its energy needs, spending an amount equivalent to over 5% of its GDP per year on imports of energy products.[47] The transportation sector relies mainly on gasoline and diesel fuel, while the majority of electricity production is generated using imported coal. The country possesses negligible reserves of crude oil but does have abundant domestic natural gas resources which were discovered in large quantities starting in 2009, after many decades of previously unsuccessful exploration.[8][48][49][50]


quindi basterebbe bloccare, o ridurre questo flusso per metterli nei casini... però sembra abbiano trovato del gas naturale... cmq il petrolio rimane fondamentale... e lo importano tutto...
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Inviato il: 20/12/2012 19:17
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Re: Civiltà Ebraica
#567
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Ma pensa solo a quanta acqua serve per una (solo una) città moderna costruita in un deserto e a quanto può costare. Prova ad immaginare a quanto costa il loro modernissimo esercito comprese le atomiche che ufficialmente non hanno. Gli esempi sono infiniti. Vivono di aiuti esterni. Per forza. La guerra infinita gli é necessaria come l'ossigeno altrimenti gli aiuti come minimo diminuirebbero. Io non sono un esperto ma secondo me se qualcuno ci si mette a fare i conti della serva si troverebbero delle belle sorprese... Altro che un po di gas. E' tutto artificiale. E' come un film.
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Inviato il: 20/12/2012 20:22
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Re: Civiltà Ebraica
#568
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Netanyahu: “Non mi importa quello che dice l’Onu sugli insediamenti”


Posted by Antimo Merolla on 22, dic, 2012 in Estero, Featured | 0 comments







Tel Aviv – Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che non gli importa nulla di quello che dicono le Nazioni Unite circa l’ampliamento degli insediamenti ebraici nei territori palestinesi.


L’ha detto al canale2 d’Israele. Netanyahu ha anche chiamato al-Quds(Gerusalemme) come la capitale di Israele aggiungendo che questa citta’ non “viene considerata un territorio occupato”. ”Il muro occidentale non e’ un territorio occupato, e non mi importa di quello che dice l’Onu”,ha precisato. Il 3 dicembre, Israele ha annunciato la costruzione di 1.600 nuove unita’ abitative ad est di al-Quds ( Gerusalemme Est), la terra che Israele ha occupato dopo la Guerra dei sei giorni del 1967, violando il diritto internazionale. Una realta’ confermata da Consiglio di Sicurezza dell’Onu, Corte di giustizia dell’Aia, Unione Europea, Amnesty International e Human Rights Watch.



Fonte: http://italian.irib.ir/notizie/palestina-news/item/118404-netanyahu-non-mi-importa-quello-che-dice-l-onu-sugli-insediamenti
Inviato il: 22/12/2012 12:49
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Re: Civiltà Ebraica
#569
Dubito ormai di tutto
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Citazione:

invisibile ha scritto:
Citazione:


i fini giustificano i mezzi?


Assolutamente no.



e chi decide se i mezzi vanno giustificati?
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non puoi vincere
non puoi pareggiare
non puoi nemmeno ritirarti
Inviato il: 22/12/2012 13:16
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Re: Civiltà Ebraica
#570
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...e il mondo continua ad avallare i capricci di questi bambini...
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Chuang Tzu
Inviato il: 22/12/2012 13:17
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