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   Crollo Torri WTC
  Domande a Danilo Coppe

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  •  sick-boy
      sick-boy
Re: Domande a Danilo Coppe
#301
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 18/10/2006
Da Leith
Messaggi: 2710
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Detto questo, va ricordato che oggi esiste la tecnologia per simulare ciò che è realmente accaduto, senza che sia necessario ricostruire le torri...

naaaaaaa, il NIST dice che è poco interessante.

Attivissimo dice che costa troppi soldi.

Che ce frega!
Inviato il: 7/1/2008 23:49
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  •  gobbo
      gobbo
Re: Domande a Danilo Coppe
#302
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 19/9/2005
Da Neverland
Messaggi: 1347
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Sick-boy ha scritto:
Citazione:

Detto questo, va ricordato che oggi esiste la tecnologia per simulare ciò che è realmente accaduto, senza che sia necessario ricostruire le torri...

naaaaaaa, il NIST dice che è poco interessante.

Attivissimo dice che costa troppi soldi.

Che ce frega!




Alla tua

il gobbo
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I LINK.VOGLIO VEDERE I LINK,PLEASE.
Inviato il: 7/1/2008 23:54
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  •  blackbart
      blackbart
Re: Domande a Danilo Coppe
#303
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 13/10/2007
Da
Messaggi: 1224
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Citazione:
Detto questo, va ricordato che oggi esiste la tecnologia per simulare ciò che è realmente accaduto, senza che sia necessario ricostruire le torri...


Le simulazioni si basano su modelli sperimentati/sperimentabili ma un fenomeno simile non s'è mai visto. Infatti, solo per quanto riguarda l'avvio del crollo, abbiamo due versioni ufficiali perfettamente speculari e basate su "simulazioni" incredibili (per esempio le 10 stufe a metro quadro alimentate a workstations per riuscire a "liquefare" i solai..)
Inviato il: 8/1/2008 0:17
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  •  edo
      edo
Re: Domande a Danilo Coppe
#304
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 9/2/2006
Da casa
Messaggi: 4529
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Citazione:

blackbart ha scritto:
Citazione:
Detto questo, va ricordato che oggi esiste la tecnologia per simulare ciò che è realmente accaduto, senza che sia necessario ricostruire le torri...


Le simulazioni si basano su modelli sperimentati/sperimentabili ma un fenomeno simile non s'è mai visto. Infatti, solo per quanto riguarda l'avvio del crollo, abbiamo due versioni ufficiali perfettamente speculari e basate su "simulazioni" incredibili (per esempio le 10 stufe a metro quadro alimentate a workstations per riuscire a "liquefare" i solai..)


la citazione completa l'ho fatta leggere ad un esperto che non l'ha ritenuta minimamente realistica; per chi volesse leggerla, è questa:

Immagino tu sappia di cosa stiamo parlando, cioé di gruppi statici di continuità di mainframe.
Ti ricordo che nel crollo delle TT sono andati distrutti complessivamente una cifra prossima a 300 mainframe, ciascuno dotatao di sistemi statici di continuità e da sistemi dinamici (generatori comandati da inverter).
Lo scopo del sistema di continuità statico é di garantire l'alimentazione per un tempo stimato mediamente nell'ordine di 1 ora, in modo da garantire la partenza dei generatori dinamici.

Comunemente questi gruppi statici sono composti da celle al piombo, da 2 Volt ciascuna, collegate in serie a garantire tensioni di alimentazione di 380-400 Volt.
I dati che ti fornisco sono specifici di un costruttore, il cui ufficio tecnico ho contattato prima di fare le affermazioni che ho fatto.

In particolare, ti segnalo che i modelli più
comunemente utilizzati nel periodo del settembre 2001 erano disponibili con pesi da da 8 a 111 Kg, sempre per una tensione di 2 Volt, con correnti di corto circuito comprese, rispettivamente, fra 3.940 Ampere e 13.237 Ampere - ripeto, per chiarezza, da quasi quattromila a oltre tredicimila Ampere.

Io non so quali siano le tue conoscenze di elettrotecnica, ma con queste intensità di corrente ti assicuro che fondi non solo l'acciaio.

Altro elemento importante, da non sottovalutare per le potenzialità distruttive, durante il ciclo di scarica rapida si ha liberazione di idrogeno, liberazione che diventa imponente durante un corto circuito o scarica rapida dell'accumulatore per malfunzionamento. La presenza di idrogeno, gas molto infiammabile, in combinazione con l'ossigeno, origina la cosiddetta miscela tonante, che esplode con grande boato generando acqua.

ho parlato di possibilità di presenza di accumulatori solo per dare un'ipotesi realistica per la colata di materiale incandescente dalla Torre, quindi, in particolare, non ha niente a che vedere il crollo e la fusione di travi di acciaio.
Le batterie non dovevano necessariamente restare intatte, anzi, così avremmo anche la presenza di acido solforico a complicare il quadro.
Io ho semplicemente ipotizzato la presenza di metallo fuso (non meglio caratterizzato), che poteva derivare da questa eventualità.
Non vedo quindi cosa abbia a che vedere con questo il tuo intervento, Fabrizio70, dove ipotizzi condizioni al contorno che io non ho mai citato e che non sono quelle reali.
Per quanto mi riguarda, é sufficiente il crollo di una struttura reticolare del floor sopra un cabinet di batterie stazionarie, oppure un corto generato dall'acqua piovuta dai piani sovrastanti.
Non sarei così sicuro che i sistemi di taglio automatici potessero garantire la sicurezza dell'impianto in quelle condizioni e, comunque, rame, ferro, piombo e quanto altro poteva fondere, per quanto mi riguarda, é sufficiente per prospettare la possibilità di una spiegazione per la colata incandescente.

Sia chiaro che non ho mai sostenuto che fosse stato fuso un "blocco X di acciaio".


L'autore delle brillanti deduzioni di cui sopra non ha sviluppato questo discorso nel suo sito, proponendo una sua interessante ipotesi riguardo alle pozze di metallo fuso riscontrate alla base delle torri. Il nostro perito ha infatti scoperto che con l'uso della fiamma ossiacetilenica puoi fondere l'acciao! (incredibbbile! ).
Non ho notizie sulla sua nomination al premio nobel...
Inviato il: 8/1/2008 9:48
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  •  LoneWolf58
      LoneWolf58
Re: Domande a Danilo Coppe
#305
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 12/11/2005
Da Padova
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Citazione:
Io non so quali siano le tue conoscenze di elettrotecnica, ma con queste intensità di corrente ti assicuro che fondi non solo l'acciaio.
Prima di riuscire a fondere l'acciaio solo con quell'intensità di corrente credo che si fondano tutti i tralicci dell'alta tensione
Comunque la teoria è interessante e sicuramente più realistica di quest'altra...
Esperimenti (mi raccomando non fatelo in casa)...
_________________
La storia, come un'idiota, meccanicamente si ripete. (Paul Morand)
Il problema, però, è che ci sono degli idioti che continuano a credere che la storia non si ripeta. (LoneWolf58)
Inviato il: 8/1/2008 10:02
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Re: Domande a Danilo Coppe
#306
Mi sento vacillare
Iscritto il: 6/10/2007
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Grazie, ammetto di non aver considerato tutto nella mia correzione ai calcoli...

Per quanto riguarda la struttura, il NIST ritiene che i bulloni e i pezzi che connettono i trusses dei solai alle colonne d'acciaio perimetrali e a quelle del core, sono molto ma molto più forti di queste ultime 2 strutture. Non per niente trascinano le colonne perimetrali verso l'interno perché i trusses sono deformati.

Colonne perimetrali che sono pezzi che formano una rete che ben difficilmente cede tutta allo stesso livello, con conseguente inizio del crollo in verticale...

Volevo inoltre ricordare che se vi buttate su un'auto dal 40° piano, in piedi, vi spappolate le gambe, mica rimanete integri e polverizzate l'auto...

Per questo il fatto che la struttura non è compatta deve necessariamente essere considerato anche per quanto riguarda il pezzo superiore.

Giusto?

E poi volevo sapere cosa c'è che non va con l'esempio dei bicchieri da spumante...

EDIT: se buttate sulla macchina un pezzo di piombo del vostro stesso peso la sfondante ma non la polverizzate. Come vedete, la resistenza di entrambi i pezzi c'entra eccome!
_________________
Ogni affermazione oggettiva deve avere un riscontro non obiettabile, altrimenti è una menzogna.
Un'affermazione soggettiva non ha alcun valore se argomenta menzogne.
A. R.
Inviato il: 8/1/2008 10:43
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  •  justforfun
      justforfun
Re: Domande a Danilo Coppe
#307
Ho qualche dubbio
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Blackbart

Citazione:

Anche il "tuo modello" mi lascia perplesso: inoltre non mi sono chiare alcune tue "scritture" che, forse a causa della formattazione o di un tuo errore, appaiono dimensionalmente scorrette.
Si tratta forse di subdoli trucchi per cambiare le carte in tavola?


Non capisco proprio perché tutta questa sfiducia negli altri. Non ho alcuna voglia di fare "subdoli trucchi" o "cambiare le carte in tavola". Ho cercato di essere il più trasparente possibile pubblicando tutti i passaggi del mio calcolo e tutti i risultati parziali. L'ho fatto anche perché così chiunque può avere la possiiblità di correggere eventuali errori (che credo e spero di non aver fatto, naturalmente). Eppure mi sento rispondere con queste frasi, e francamente non capisco perché.

Finora però il tuo comportamento mi è parso tra i più corretti che ho incontrato qui su Luogocomune, e questo mi lascia perplesso. Davvero non capisco questo atteggiamento che porta a prefigurare malafede in maniera "preventiva", come se bisognasse aspettarsela sempre e da ogni parte. E lo capisco ancora meno perché non riesco a capire cosa devo fare per "rassicurare" le persone con cui parlo.

Tornando al discorso, se ho fatto degli errori, indicameli pure (spiegandomeli, naturalmente). E' a questo che serve condividere le cose, confrontarsi e spiegare ogni passaggio. (se invece di errori non ne trovi, fammelo sapere lo stesso, che non mi piace rimanere nel dubbio).

Citazione:

Magari tornerò io stesso sul modello di Jim Hoffman, opportunamente esteso, per commentarne i risultati (che in effetti ho già prodotto e verificato) ma non lo farò di sicuro in questo thread.


Nel caso, ti leggerò con interesse.

------------------------

Blackbart

Citazione:
per esempio le 10 stufe a metro quadro alimentate a workstations per riuscire a "liquefare" i solai..)


Non riesco ancora a capire dov'è che è scritto che qualsiasi parte della struttra si sarebbe liquefatta. Questa ipotesi non fa parte di nessuno degli studi né dei modelli di crollo proposti a spiegazione del fenomeno.

-------------------------

Ciaolo

Citazione:
Grazie, ammetto di non aver considerato tutto nella mia correzione ai calcoli...

Per quanto riguarda la struttura, il NIST ritiene che i bulloni e i pezzi che connettono i trusses dei solai alle colonne d'acciaio perimetrali e a quelle del core, sono molto ma molto più forti di queste ultime 2 strutture. Non per niente trascinano le colonne perimetrali verso l'interno perché i trusses sono deformati.

Colonne perimetrali che sono pezzi che formano una rete che ben difficilmente cede tutta allo stesso livello, con conseguente inizio del crollo in verticale...


Eppure è quello che si vede nei filmati. Al momento del crollo le colonne perimetrali vengono trascinate all'interno della torre, e l'effetto è quello della parete esterna che si piega verso l'interno. E qualcosa le deve trascinare. E le colonne erano già piegate verso l'interno prima del momento del collasso della struttura.

http://it.youtube.com/watch?v=bdPQipfBo4s

Citazione:

Volevo inoltre ricordare che se vi buttate su un'auto dal 40° piano, in piedi, vi spappolate le gambe, mica rimanete integri e polverizzate l'auto...

Per questo il fatto che la struttura non è compatta deve necessariamente essere considerato anche per quanto riguarda il pezzo superiore.

Giusto?



Certo. Come pure è vero che anche l'auto non è che la prende bene. Il tetto si sfonda. (e anche la scocca si piega e deforma).

Citazione:

EDIT: se buttate sulla macchina un pezzo di piombo del vostro stesso peso la sfondante ma non la polverizzate. Come vedete, la resistenza di entrambi i pezzi c'entra eccome!


Certo, infatti si sfonda. E se getti la massa di piombo sul tetto dall'altezza giusta, oltre al tetto, tutta la struttura cederà fino a che il fondo dell'auto non toccherà per terra dopo che tutta la scocca si sarà piegata. L'auto non avrà retto l'urto.

Se invece la massa la getterai su una delle sospensioni (sempre dall'altezza giusta), probabilmente vedrai i triangoli delle sospensioni staccarsi dal telaio, "aprendo" la sospensione. In più potresti veder cedere pneumatici cerchi, bulloni dei cerchi, dischi e pinze freno, saltare via parti come i semiassi, le barre di torsione, le plastiche e i rivestimenti.

Tutto piegato, distorto e assolutamente non in grado di reggere l'impatto.

La macchina ti sembra intatta, ma non regge più nemmeno il suo stesso peso, che è il minimo di quello per la quale era stata progettata.

Hai ragione nel dire che la resistenza di entrambe le parti conta, ma anche nel caso che hai fatto tu la struttura cede. E un'auto non è un palazzo, è molto meno estrema e, in proporzione, più resistente (passatemi questo paragone)dato che mantiene la sua struttura anche quando è in movimento.
Inviato il: 8/1/2008 16:52
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  •  Cleaner
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Re: Domande a Danilo Coppe
#308
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Se può essere utile:

Come son cadute le torri.
Disponibile il DVD per acquisto o visione integrale gratuita
9/11: Blueprint for Truth The Architecture of destruction di Richard Gage
Dovrebbe durare circa 2 ore ed è chiaramente in lingua originale.
Buona visione.

Saluti
Inviato il: 8/1/2008 17:05
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Re: Domande a Danilo Coppe
#309
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Giusto.

Quindi l'altezza da cui lancio me stesso per ottenere lo stesso risultato sarà maggiore, minore o uguale a quella del tuo esempio?

Quello che volevo far capire è che il blocco superiore della torre deve danneggiarsi molto di più di quello inferiore, e invece resta praticamente intatto (durante il crollo).

Capito che cosa voglio dire? Il blocco superiore non è un blocco compatto come quello di piombo dell'esempio della macchina.

ps. qualche commento sull'esempio dei bicchieri?
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A. R.
Inviato il: 8/1/2008 17:11
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  •  justforfun
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Re: Domande a Danilo Coppe
#310
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Citazione:
Giusto.

Quindi l'altezza da cui lancio me stesso per ottenere lo stesso risultato sarà maggiore, minore o uguale a quella del tuo esempio?


Non ha alcuna importanza, data la differenza che c'è fra un corpo umano e un'automobile da una parte e la struttura della torre dall'altra. Paragonarle oltre quello che è stato già fatto è inutile. (anzi, personalmente aveva poco senso già prima. Però almeno abbiamo individuato qualche analogia e qualche differenza).

Citazione:


Quello che volevo far capire è che il blocco superiore della torre deve danneggiarsi molto di più di quello inferiore, e invece resta praticamente intatto (durante il crollo).

Capito che cosa voglio dire? Il blocco superiore non è un blocco compatto come quello di piombo dell'esempio della macchina.


No. Il blocco superiore e il blocco inferiore erano poco diversi quanto a resistenza strutturale. Dopodiché non si sa esattamente cosa ne sia stato con precisione del blocco superiore. Se si sia disgregato ( e come e in quanto tempo) o abbia continuato integro (poco probabile) o si sia sbriciolato durante la caduta e in quali modalità, né si sa quanta massa abbia aggiunto a quella già presente durante il crollo e quanta invece non abbia partecipato allo schiacciamento perché proiettato in altre direzioni.

Ci sono troppe variabili.

Ancora una volta comunque il comportamento dei due tronconi di torre in quel momento dipende in gran parte dal tipo e dalla tenuta dei vincoli che legavano insieme i vari componenti della struttura. Ma i calcoli si fanno improbi per tutti. Ci vorrebbero conoscenze e potenze di calcolo che io certamente non ho. E un sacco di tempo.
Inviato il: 8/1/2008 18:08
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Re: Domande a Danilo Coppe
#311
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Ok. Siamo dunque arrivati alla stessa conclusione, ci vogliono i calcoli.

(Peccato che non ci hanno pensato gli organi ufficiali)

Eppure sul crollo stesso c'è qualcosa che mi sfugge... nei calcoli che avevi postato ogni piano cede in un tempo pari a 0, bisognerebbe aggiungere qualcosa, anche perché basta un decimo di secondo a piano per rallentare il tutto di una decina di secondi...

Rispondimi in modo imparziale: il tempo del cedimento di ogni piano deve essere calcolato? (Non si tratta di pancake, è che ci sono comunque tutti i piani che si sfondano)
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A. R.
Inviato il: 8/1/2008 19:12
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Re: Domande a Danilo Coppe
#312
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Citazione:
Ok. Siamo dunque arrivati alla stessa conclusione, ci vogliono i calcoli.

(Peccato che non ci hanno pensato gli organi ufficiali)

Eppure sul crollo stesso c'è qualcosa che mi sfugge... nei calcoli che avevi postato ogni piano cede in un tempo pari a 0, bisognerebbe aggiungere qualcosa, anche perché basta un decimo di secondo a piano per rallentare il tutto di una decina di secondi...

Rispondimi in modo imparziale: il tempo del cedimento di ogni piano deve essere calcolato? (Non si tratta di pancake, è che ci sono comunque tutti i piani che si sfondano)


Sinceramente non te lo so dire. Quando mi sono dedicato a questi calcoli l'ho fatto perché partivo da un modello ben preciso, quello proposto da Max Piano, che è distante dalla realtà in quanto molto semplificato. Io mi sono limitato a rimanere in questo piano "di studio", e a rifare i calcoli di Max Piano.

Da questa risposta comunque dipende proprio la risposta alla domanda che feci diverse pagine fa, cioè se c'è chi afferma che il tempo di crollo è troppo veloce, allora ci deve essere uno studio che abbia portato a queste conclusioni. E a me piacerebbe vederlo, perché anche se non ho le capacità di dimostrare che la velocità di crollo è corretta, non credo che il crollo dovesse per forza essere più lento di così, e mi piace capire e indagare.

Per quanto riguarda la tua domanda è ovvio che SE la massa in caduta avesse dovuto necessariamente incontrare quelle resistenze che ipotizzi, allora si potrebbe pensare che il crollo è stato troppo veloce. Ma finora nessuno ha dimostrato che questa resistenza ci dovesse essere per forza.

Ad esempio, il NIST afferma proprio che questa resistenza non c'era più, e che il tutto è venuto giù "praticamente" in caduta libera, e che niente è stato in grado di "fermarlo o anche solo rallentarlo" e tutta la storia della tremendous energy. E' questo che ci sta dicendo il NIST, cioè che la struttura inferiore non ha potuto offrire praticamente alcuna resistenza al crollo.

Pensandoci bene, tra l'altro, la cosa ha senso, perché la struttura della torre reggeva il carico se il carico era distribuito sulle colonne del core e del perimetro in una certa maniera e in certe quantità. L'arrivo a velocità di una massa che chissà come si è appoggiata sulla parte ancora intatta... La butto lì: magari la massa si è appoggiata prima da un lato piuttosto che dall'altro e ha distrutto le colonne ancora intere da quel lato, indebolendo tutta la struttura, e quando poi, pochi centesimi di secondo dopo, la massa è arrivata anche dall'altra parte l'effetto è stato lo stesso, oppure la massa si è appoggiata non sulle colonne sottostanti ma su uno dei solai e lo ha sfondato di peso, separando le colonne del core da quelle del perimetro rendendole isolate e impossibilitate a reggere il carico, e a quel punto la massa in caduta era al piano di sotto prima ancora che le colonne perimetrali ormai isolate di quello di sopra avessero finito di cedere, e le masse interessate sarebbero state ancora di più a favore del pezzo impattante (e a lungo termine magari è per questo che si sono create le guglie che si vedono nei filmati) Sono solo ipotesi mie, naturalmente, ma sono quanto meno plausibili, e per questo credo che il crollo sia spontaneo e non provocato.

Tuttavia qui ho sentito dire che qualcuno aveva detto che la torre doveva crollare in più tempo. Allora dato che a me piace capire bene le cose e non credo a questa cosa ho chiesto se qualcuno poteva spiegarmi il perché o linkarmi uno studio a questo proposito, e così è nato il discorso sul modello di Max Piano, che ho potuto analizzare perché è estremamente semplificato. Dopo averlo analizzato peò posso dire che non spiega la cosa, e rimango con il dubbio e la curiosità di sapere se questo studio esiste o no, perché nel secondo caso la storia del crollo troppo veloce potrei anche archiviarla come falsa e trarre le conseguenze della cosa.
Inviato il: 8/1/2008 19:53
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  •  Cleaner
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Re: Domande a Danilo Coppe
#313
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Citazione:

justforfun ha scritto:

Ci sono troppe variabili.

Ancora una volta comunque il comportamento dei due tronconi di torre in quel momento dipende in gran parte dal tipo e dalla tenuta dei vincoli che legavano insieme i vari componenti della struttura. Ma i calcoli si fanno improbi per tutti. Ci vorrebbero conoscenze e potenze di calcolo che io certamente non ho. E un sacco di tempo.


Forse qualcuno ce l'ha queste conoscenze ed ha avuto il tempo di mettere insieme qualcosa
Citazione:

Cleaner ha scritto:
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Un architetto può andar bene?

Altri commenti?

Saluti
Inviato il: 8/1/2008 20:32
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  •  justforfun
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Re: Domande a Danilo Coppe
#314
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sì, credo di sì. Non avevo visto il tuo messaggio di prima. Appena ho un po' di tempo me lo guardo. Grazie.
Inviato il: 8/1/2008 20:54
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  •  erik
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Re: Domande a Danilo Coppe
#315
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Per semplice cusiosità, qualcuno è in grado di dirmi cosa dovrebbe mostrare questa animazione o su che modello è basta?

physical simulation of the WTC collapse
Inviato il: 8/1/2008 21:40
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Re: Domande a Danilo Coppe
#316
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Abbiamo discusso del nulla più assoluto.

Dopo l'11 settembre vi chiedereste perché mai uno squilibrato mentale che vuole demolire un palazzo, dopo aver fatto saltare in alria l'ultimo piano, fa saltare in aria anche gli altri?

Se il tetto di quel palazzo avesse causato ciò che è successo l'11 settembre secondo il NIST, non ci sarebbe il bisogno di demolire anche gli altri piani, no?

E invece sì, sapete perché? se il tetto cade sul primo piano intatto, esso riceve una forza enorme dal palazzo sottostante, che potrebbe danneggiarlo, e sicuramente lo ferma. Questa forza si chiama reazione vincolare e viene sprigionata dal palazzo sottostante in quanto il tetto produrrà una certa forza su di esso e per il principio ripetuto allo sfinimento nel thread, ci sarà una forza uguale e contraria.

Ma di che palazzo sto parlando?

DI QUESTO!

edit:
Ho scoperto anche perché quei calcoli sono altamente fuorvianti.
Essi partono dal presupposto che il blocco superiore che cade in caduta libera per un tot per poi impattare sul piano integro e il piano stesso siano due blocchi isolati sui quali applicare le leggi dell'urto anelastico. Ciò non può essere fatto perché il blocco del singolo piano, non solo è legato ad altri 90 piani, ma essi sono anche a terra, quindi ciò significa che la terra stessa, attraverso il palazzo, eserciterà una forza di reazione normale.

Andiamo con ordine: 10 settembre 2001: la torre nord è stabile ed esercita il suo peso sulla terra, che a sua volta esercita la reazione normale sull'edificio che può stare tranquillo e non sprofondare (eliminamo il concetto di fondamenta x un esempio semplice).
11 settembre: impatto dell'aereo
il piano impattato (mettiamo che sia uno, e se sono di più hanno le stesse colonne tranciate) supporta la forza peso del moncone superiore attraverso le sole colonne rimaste (che non sono insufficienti).
11 set.: inizio del crollo
le colonne del piano impattato dopo essersi piegate cedono, il moncone superiore cade sul primo piano intatto, imprimendogli una forza peso inferiore a quella che il piano ha sempre sostenuto, quindi il piano del moncone a contatto con questo si danneggerà in maniera grave, portando sicuramente allo schiacciamento del piano stesso, le cui colonne cederanno e porterà il moncone senza un piano a cedere nuovamente.

Ora si può dire " i crolli susseguono fino ad un totale equilibrio ".

Anche se una dinamica molto più "verosimile" sarebbe stata la progressiva inclinazione del moncone, seguita dal cedimento di alcune "maglie" di colonne perimetrali con conseguente caduta in strada del moncone superiore.

Dimenticavo! tutto questo SOLO se ci fossero stati incendi capaci di indebolire l'acciaio di TUTTE LE COLONNE DI UN PIANO (o tutti i piani che hanno avuto colonne distrutte).

Se tali incendi ci sono stati, è stato dimostrato, non ricordo da chi che non possano essere imputati ne al cherosene, ne ai materiali presenti nelle torri.
_________________
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A. R.
Inviato il: 11/2/2008 11:51
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