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di Massimo Mazzucco
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   Scienze Economiche
  La Teoria dei giochi

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  •  Ashoka
      Ashoka
La Teoria dei giochi
#1
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 11/7/2005
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Leggendo del premio nobel a Schelling ed Aumann non ho potuto che ripensare a quando, per la prima volta, mi furono presentati il cosiddetto “Dilemma del prigioniero” e la sua elegante soluzione che ponevano le basi della cosiddetta “Teoria dei giochi”. Eccone una versione romanzata presa per comodità da Wikipedia :

*********

A San Vittore vengono imprigionati due noti criminali della mala milanese, Gin e Fizz, d'ora in poi G e F, accusati di aver effettuato una rapina a mano armata al Bar Sport, portandosi via l'amata e indifesa sbrisolona. Non ci sono prove dirette, perché i due indossavano delle maschere, quindi si decide di farli confessare. Ognuno dei due viene chiuso in una cella diversa in modo che non possa comunicare con il complice. A ognuno vengono esposte le regole di questo gioco.
a) potrà confessare l'accaduto (fare la "SPIA"), oppure non confessare, ("OMERTÀ").
b) se solo uno dei due "SPIA", l'altro viene condannato a sette anni e lui rilasciato.
c) se entrambi fanno "SPIA", entrambi verranno condannati a sei anni.
d) se entrambi fanno "OMERTÀ", entrambi verranno condannati ad un anno.

Questo gioco puo' essere descritto con la seguente bimatrice
SPIA OMERTÀ
SPIA (6,6) (0,7)
OMERTÀ (7,0) (1,1)

Facendo il minimax e il maximin si scopre che il punto di equilibrio è, controintuitivamente, (SPIA, SPIA), questo perché lo scopo di G e di F è minimizzare la propria permanenza in carcere, ma non potendo sapere se anche il compare terrà il silenzio la scelta più conveniente è quella di fare la spia. Questa situazione di equilibrio risponde all'"Equilibrio di Nash", uno dei teoremi più importanti della teoria dei giochi, enunciato dal matematico statunitense John Forbes Nash.

Il dilemma del prigioniero ha causato interesse come esempio di gioco in cui l'assioma di razionalità pare apparentemente fallire, prescrivendo un'azione che procura più danno ad entrambi i contendenti della scelta alternativa (OMERTÀ, OMERTÀ).

*********

La soluzione appare subito ovvia, per certi versi elegante e sconvolgente! L’affermazione di Adam Smith per cui gli individui, nel perseguire il loro interesse individuale, conducono al bene comune e’ dimostrata come falsa, inequivocabilmente. Perfetto.

Ma ci sono alcuni ma

Senza infatti considerare la realta’ sociale presentata dall’esempio in se’ (l’incarcerazione dei due in assenza di prove) possono essere individuati alcuni punti fondamentali:

- L’individuo alla prima occasione cerchera’ SEMPRE di fregare il suo prossimo (legata specialmente ai derivati del dilemma del prigioniero)


- Vi e’ necessita dell’intervento esterno per ottenere la soluzione ottima per la collettivita’ (in questo caso i due “giocatori”)

- L’individuo non tiene in considerazione le scelte degli altri (le analizza, una per una ma non riesce ad arrivare alla semplice conclusione che se un comportamento e’ ottimale per lui lo sara’ anche per gli altri)

Ce ne sono sicuramente delle altre ma mi premeva evidenziare queste tre e soprattutto l’ultima.

Immaginiamo infatti di essere Gin e di trascorrere la notte pensando a quale decisione prendere il mattino seguente: confessare e tradire il compagno Fizz oppure tenere duro. La logica sopra esposta non ammette dubbi: confessare. Ma proprio mentre crediamo di aver trovato la decisione ottimale per noi sentiamo che c’e’ qualcosa che non quadra.. qualcosa che ci frulla.. una sensazione strana... una domanda...

Ma se noi abbiamo fatto questo ragionamento perche’ non avrebbe dovuto farlo anche Fizz?

Ed infatti la soluzione “classica” del dilemma del prigioniero non tiene assolutamente conto di cio’. Analizza quella che e’ la nostra risposta ottimale a ciascuna delle opzioni degli altri giocatori, individua una soluzione dominante, la sceglie e STOP. Ne’ piu’ ne’ meno di quanto fa un programma di scacchi per computer.

Ma la mente umana e’ diversa, non agisce in modo analitico e soprattutto si preoccupa di quelle che saranno le decisioni degli altri.

Nel nostro caso Gin e Fizz capiranno che, avendo entrambi le stesse alternative e le stesse informazioni e la stessa capacita’ di analisi non potranno che scegliere entrambi la stessa opzione. E quindi se le due alternative sono (Spia, Spia) o (Omerta’, Omerta’) preferiranno entrambi quest’ultima. Senza alcun bisogno di intervento esterno.
Allo stesso modo, contraendo accordi di collaborazione le parti in causa sono naturalmente incentivate a rispettarli, a non tradirsi, etc.

Torno ora al caro Schelling giusto per ricordare come il suo grande contributo alla teoria dei giochi con testi come “The strategy of conflict” (1960), nel quale si affermava che rompere i ponti dietro di sé può risultare la giusta strategia per sconfiggere il nemico, abbia, quantomeno, ispirato la “strategia del pazzo” basata sul continuo sorvolo degli spazi aerei vietnamiti e sovietici da parte di B52 americani carichi di bombe nucleari, avvallata da Richard Nixon, con il placet dello stesso Kissinger, con l’intento di costringere cosi’ i vietcong a sedersi al tavolo delle trattative. Strategia fallimentare e tuttora d’attualita’.

Ashoka
Inviato il: 5/12/2005 20:36
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Re: La Teoria dei giochi
#2
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 31/1/2005
Da Reggio Emilia
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Ogni tanto (o ogni spesso) gli Svedesi assegnatori di questo 'prestigioso' riconoscimento accademico (accademico?) prendono grossi granchi.

Uno di questi signori professori giocherelloni fa parte della ristretta cerchia di 'esperti' che nel Copenhagen Consensus hanno stilato la graduatoria delle priorità nel mondo. Cercare - prego - il topic con google e leggere tale elenco, da cui risulta che le diffuse preoccupazioni di cambiamento climatico globale (di cui al protocollo di Kyoto, che peraltro mi trova in disaccordo su più aspetti) sono panzane, a loro vedere. Un misero 16° posto in lista "bad project".

E bravi i nostri alti strateghi ludico-economo-milatar-quantaltro.

Evviva il Nobel!
_________________
Coraggio, il meglio è passato. (E. Flaiano)
Inviato il: 5/12/2005 21:15
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Re: La Teoria dei giochi
#3
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 3/4/2005
Da Atene
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Prendono granchi, Padrealdo? O seguono un copione prestabilito?
È casuale che ritirino fuori in questo momento l'insulso dilemma del prigioniero, mentre Cheney è indagato per la storia delle torture e lo stesso strumento della tortura criticato anche per la sua inefficacia?

Sono paranoico?

Inviato il: 5/12/2005 23:03
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  •  manolete
      manolete
Re: La Teoria dei giochi
#4
Mi sento vacillare
Iscritto il: 6/2/2005
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Salute/i a tutte/i.

Granchi?
Calamari giganti!

Ricordate il premio nobel per la pace a Kissinger?

... quasi come se avessero fatto il "mostro di Firenze" presidente dell'ordine dei ginecologi italiani...

Suerte,
manolete
Inviato il: 5/12/2005 23:24
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  •  Erebyte
      Erebyte
E' tutto un magna magna
#5
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 25/11/2005
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Il Nobel è sempre un enorme riconoscimento ... ma come al solito è al 50% politica !

Non è che chi riceve il Nobel venga santificato !
_________________
Come Socrate vi dico che son sapiente perchè so di non sapere un ca*** *ehem* niente
Inviato il: 5/12/2005 23:31
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  •  ivan
      ivan
Teoria dei giochi.
#6
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 22/7/2004
Da Bronx
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La teoria dei giochi e altre teorie "scientifiche" nate negli Stati Uniti negli ultimi decenni, a mio parere soffrono di un problema di base: sono presentate come se fossero di per sè verità assolute, verità rivelate dagli dei a novelli Mosè nei nuovi monti Sinai che ritengono essere le Università Americane.
La realtà dei fatti è molto più complessa del semplice dilemma del prigioniero, dilemma che il popolo aveva già fatto suo da temnpi antichi sintetizzandolo nella ben nota frase "ognuno per se e Dio per tutti".
Il limite di queste teorie è che la morale non è presa in considerazione: la vita, fenomeno praticamente unico nell'universo conosciuto, non conta nulla; conta solo il pensiero primitivo di fregare tutti gli altri ad ogni costo.
I fenomeni naturali (sociali, economici, ambientali etc) sono molto più complessi, sono così complessi da sfociare a volte nel caos; non esiste una stategia migliore in assoluto: ogni cosa che avviene ha in se i germi delle contraddizioni che genererà, contraddizioni che possiamo far finta di non vedere, ma che invetabilmente qualcun altro pagherà; ma in mezzo a tanta complessità, mi ripeto, il pilastro fondamentale deve essere il rispetto della vita.
Per concludere: quando voglio capirci qualcosa di economia, di astronomia, di chimica o di informatica evito come la peste le pubblicazioni scientifiche nordamericane (o che comunque ad esse si riconducono ) perchè sono semplicemente paranoiche ed è peccato farsi spennare soldi per comprare merci avariate.
Il punto è avere gli anticorpi culturali per difendersi in queste circostanze.
Inviato il: 7/12/2005 17:18
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  •  Redazione
      Redazione
Re: Teoria dei giochi.
#7
Webmaster
Iscritto il: 8/3/2004
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MANOLETE: LA tua splendida battuta passa di diritto nella "voce del sito".
Inviato il: 7/12/2005 22:43
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  •  SirPaint
      SirPaint
Re: Teoria dei giochi.
#8
Mi sento vacillare
Iscritto il: 26/5/2005
Da Laputa
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Il vero leader delle teorie dei giochi militari è stato Robert MacManara, che valutava i dati statistici dei bombardiieri B29 su Tokio.

Tanti bombardieri = tanti morti,( Megadeaths) se i conti non tornano occorre capire il come ed il perchè.

I metodi matematici di ottimizzazione funzionano, specie se la macchina militar-industriale si mette a lavorare a tutta forza.

Pensoi che il secondo fattore sia decisivo per raggiungere l'obiettivo prefissato.

Anche MacNamara è passato, in tarda età, all'economia.

_________________
No Plane!
Inviato il: 7/12/2005 23:28
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  •  Ashoka
      Ashoka
Re: Teoria dei giochi.
#9
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 11/7/2005
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Citazione:
La realtà dei fatti è molto più complessa del semplice dilemma del prigioniero, dilemma che il popolo aveva già fatto suo da temnpi antichi sintetizzandolo nella ben nota frase "ognuno per se e Dio per tutti".


Poi Adam Smith aveva teorizzato che perseguendo ognuno il proprio benessere, attraverso il libero mercato (quello vero!), si sarebbe raggiunto il benessere della collettivita'.

Si era anche sparsa la falsa condizione che nella seconda meta' dell'800 e poi nel novecento il modello liberista laissez faire fosse effettivamente stato impiegato (a scuola insegnano cosi'!) e poi .. crack.. crisi del 29... etc.

Ma come.. il libero mercato aveva fallito? Come mai?

Ed ecco la teoria dei giochi.. MA si' certo.. come potevamo non averci pensato.. l'individuo egoista malvagio porta con le sue scelte la collettivita' allo sfacelo.. serve qualcuno che decida per noi tutti (aggiungo democraticamente!)

Et voila'

Ashoka

P.S. Pax, Linucs, Santa, etc., grazie di avermi fatto perdere ogni briciolo di fiducia nel futuro
Inviato il: 7/12/2005 23:29
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Re: Teoria dei giochi.
#10
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 3/4/2005
Da Atene
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Citazione:
Pax, Linucs, Santa, etc., grazie di avermi fatto perdere ogni briciolo di fiducia nel futuro


Di niente, dovere.



Per chiudere con il dilemma del prigioniero, lo vorrei proporre "personalizzato":

Mettiamo due iscritti a luogocomune al posto dei prigionieri e vediamo che succede...
Tradiranno?

Inviato il: 7/12/2005 23:59
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  •  Ashoka
      Ashoka
Re: Teoria dei giochi.
#11
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 11/7/2005
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Citazione:
Mettiamo due iscritti a luogocomune al posto dei prigionieri e vediamo che succede... Tradiranno?


Guarda che quel gioco e' fatto x 2 luogocomunesi. Non solo non tradiscono ed in mancanza di prove non possono essere accusati del reato.. ma sono previste pure le pene lievi x oltraggio a pubblico ufficiale per non averne riconosciuto l'autorita', aver tentato di mostrare la verita' sull'11 settembre.. etc.

Ashoka

P.S. Sfido chiunque a provare ad usare tecniche d'interrogatorio x cercare di far confessare Linucs di qualcosa....(temo per la sua salute mentale..)
Inviato il: 8/12/2005 0:41
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  •  manolete
      manolete
Re: Teoria dei giochi.
#12
Mi sento vacillare
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Citazione:
MANOLETE: LA tua splendida battuta passa di diritto nella "voce del sito".


Salute/i Massimo,

scusa ma ho visto solo ora questo tuo post.

Sono lusingato, ma ad onor del vero è stata una variante su una battuta di Benigni di una ventina di anni fa:

"... fare Gava Ministro dell'Interno è come fare il mostro di Firenze presidente dell'ordine dei ginecologi italiani!..." (questo è più o meno l'originale, che ebbi la fortuna di sentire dal vivo).

Visto che siamo in tema: se uno volesse leggersi le "voci dal sito" ha qualche altra possibilità oltre che premere fino all'ignoranza F5? Non c'è una pagina che magari le raccoglie tutte?

Suerte Massimo,
manolete
Inviato il: 11/12/2005 12:11
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  •  manolete
      manolete
Re: Teoria dei giochi.
#13
Mi sento vacillare
Iscritto il: 6/2/2005
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Citazione:
Per chiudere con il dilemma del prigioniero, lo vorrei proporre "personalizzato":

Mettiamo due iscritti a luogocomune al posto dei prigionieri e vediamo che succede...
Tradiranno?


Salute/i Pax,

questa, lasciamelo dire, è una vera "carognata"

Della serie: come aiutare i logocomensi a tenere i piedi per terra...

Dato che ho la presunzione che questo sito sia un fedele specchio della realtà che ci circonda (magari talvolta con scorci e visioni un po' temperate...), mi sentirei di risponderti "dipende chi sono quei due".
Magari se fossimo tu ed io, potrei aggiungere: "Pax so che non mi tradirà, ma non sono così sicuro per quanto riguarda me stesso".

Suerte,
manolete
Inviato il: 11/12/2005 12:19
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Re: Teoria dei giochi.
#14
Sono certo di non sapere
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Torno ora al caro Schelling giusto per ricordare come il suo grande contributo alla teoria dei giochi con testi come “The strategy of conflict” (1960), nel quale si affermava che rompere i ponti dietro di sé può risultare la giusta strategia per sconfiggere il nemico, abbia, quantomeno, ispirato la “strategia del pazzo” basata sul continuo sorvolo degli spazi aerei vietnamiti e sovietici da parte di B52 americani carichi di bombe nucleari, avvallata da Richard Nixon, con il placet dello stesso Kissinger, con l’intento di costringere cosi’ i vietcong a sedersi al tavolo delle trattative. Strategia fallimentare e tuttora d’attualita’.

Casualmente...

SUN TZU ON THE ART OF WAR

XI. THE NINE SITUATIONS
[...]
Li Ch`uan and Ho Shih say "because of the facility for retreating," and the other commentators give similar explanations. Tu Mu remarks: "When your army has crossed the border, you should burn your boats and bridges, in order to make it clear to everybody that you have no hankering after home."

...c'era proprio bisogno di Schelling...

===

Per concludere: quando voglio capirci qualcosa di economia, di astronomia, di chimica o di informatica evito come la peste le pubblicazioni scientifiche nordamericane (o che comunque ad esse si riconducono) perchè sono semplicemente paranoiche ed è peccato farsi spennare soldi per comprare merci avariate. Il punto è avere gli anticorpi culturali per difendersi in queste circostanze.

Quindi, in pratica, il pregiudizio paga?

===

Ma come.. il libero mercato aveva fallito? Come mai?

Fammi indovinare?
Inviato il: 11/12/2005 14:01
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Re: La Teoria dei giochi
#15
Mi sento vacillare
Iscritto il: 23/9/2005
Da vacu°u(m)
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Come ho detto in altre occasioni
la teoria dei giochi é una TEORIA
quindi pone le basi di niente: é una "intuizione" da verificare.

Ma viviamo tempi difficili e "le teorie" sembra debbano assumere
sempre più spazio nel vissuto quotidiano, come le famose "residenze provvisorie"
dei terremotati del Belice che
diventano con il tempo sempre meno "provvisorie" e sempre più "definitive"
per una sorta di perversa e malavitosa interazione di forze
che tendono alla sedimentazione (conviene di più in generale che le cose
permangano in uno "stagno puzzolente" malavitoso)

Questa teoria infatti, non é applicabile proprio nel contesto di riferimento
(gli ambienti malavitosi in generale) perché manca del punto di vista cardine:
il punto di vista malavitoso.

Chiunque abbia dimestichezza con la psico-patologia del malavitoso
può concordare su un fatto: l'ultima preoccupazione di un malavitoso (vero),
é quello di tradire o meno un possibile compagno.

Il malavitoso in procinto d'essere giudicato NON si preoccupa del compagno
o del fatto che si metta a "parlare", ma dei compagni che troverà in cella una volta in carcere
o in strada una volta fuori dal carcere. Un malavitoso "bruciato" é un malavitoso morto,
per il semplice fatto che la parola é l'unica e l'ultima garanzia che gli rimane da spendere.
Sette anni di carcere, non sono neanche lontanamente paragonabili a sette giorni
in una cella condivisa con chi ti considera "traditore".

La mafia é un esempio dell'efficacia di queste regole "alternative".

In altre parole queste teorie considerano solo la premesse e non "lo stato della persona"
la teoria dei giochi, e in particolare il dilemma del prigioniero, funziona
solo per "disperati", cioé persone che "non hanno niente da perdere" e che
(attenzione!!!) non sono malviventi, ma gente comune che "sente
d'essere obbligata a delinquere".
Confondere le due cose é un atto gravissimo, che corrisponde a tapparsi il naso
per non chiudere i rubinetti che stanno innondando di merda la nostra vita.

Questa teoria non ci dice niente sui "metodi" efficaci per malavitosi,
ma fornirebbe (se applicabile a un sottoinsieme consistente di situazioni malavitose)
un ottimo dato sull'indice di "disperazione", cioé di pantano sociale in cui siamo immersi.

Detto questo, rimango poi sorpreso di come venga applicata in modo più saggio
tale teoria in ambienti molto distanti come la ricerca biologica.
La teoria dei giochi infatti, fuori dal contesto malavitoso conferma sperimentalmente
e con vigore quanto ho appena sostenuto qui
ma conserva la capacità di
rendere in forma matematica i dati sperimentali. Cioé si conferma come modello
"sostenibile" (perdonate prendo a prestito tale termine da tutt'altro contesto)

E' infatti una frontiera della sperimentazione, l'osservazione di come i virus evolvano
"imbrogliando" (letteralmente "prendendo in giro se stessi") ma solo e soltanto
quando una ben determinata classe di virus oppone certi particolari comportamenti
a danno di un'altra classe di virus, più efficienti ma meno efficaci dei primi.

E' il caso della mafia inserita nei processi decisionali della redistribuzione del denaro pubblico.
Come possiamo notare da soli, nonostante tutti i processi per mafia in corso
la mafia vince (questo può dar molto fastisio e non fa comunque di me un mafioso,
ma i dati sono dati, non ci si può opporre con "opinioni").

Ciò che può permettere un ribaltamento della situazione a favore di ambienti sociali "sani"
é lo strapotere mafioso (se "i furbi" aumentano troppo, avviene concorrenza tra loro)
e quindi si passa da uno stato sociale malavitoso ma "tranquillo" a uno malavitoso
e brutale (si passa dai delitti "silenziosi" alla mafia bianca come oggi, ai delitti mafiosi
da mafia nera, come nei tempi bui delle guerre tra cosche nel napoletano)
fino a un "ristabilirsi" di una condizione malavitosa minore (si sfoltisce un po' la merda da sola),
o un cambio di regole radicale, tale per cui lo stesso sostentamento mafioso
cioé "l'interpretazione" libera di certe regole, venga meno.
In questo caso possiamo avere una specie di "ufficializzazione" della regola mafiosa
(come in Russia o in Israele, dove i servizi segreti collusi con la malavita si sono sostituiti
integralmente al governo centrale) che può portare anche a colflitti sanguinosi
ma brevi (come all'epoca del prefetto Mori, che assorbì la regola mafiosa "o con me,
o contro di me", dichiarando una guerra che possiamo considerare a tutti gli effetti "di mafia").

Se credete che ciò significhi "pessimismo", non avete capito niente di quello che ho scritto.
Se credere che ciò significi essere umani, siete pessimisti per natura.
Personalmente credo che ciò rappresenti solo quel lato della follia umana che non vuole
riconoscere i propri limiti, permettendo alle proprie paure interiori di dominare il mondo.

Il risultato unico di un unica sublimazione: la paura.

_________________
Ognuno parla di se stesso, sempre e comunque
Inviato il: 4/1/2006 14:46
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  •  fefochip
      fefochip
Re: La Teoria dei giochi
#16
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 27/11/2005
Da roma
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Non è detto che tutto il mondo e tutte le cose funzionino con la teoria dei giochi.
a me sembra però che il discorso dell'ambiente ad es. dei problemi ambientali dell'inquinamento eccetera eccetera
sia il fattore in comune tra i cosiddetti due litiganti nel caso dell'esempio i due prigionieri.

Ci sono comportamenti che sono economicamente più vantaggiosi per la singola persona, per la singola nazione ma questi stessi comportamenti
come sappiamo alla lunga non sono vantaggiosi per il mondo che ha un sistema più grande ma che racchiude tutte le singolarità

Insomma tornando all'esempio ognuno pensa al proprio orticello ,al proprio vantaggio
ma se si ferma qui commette un errore anche per il suo egoismo.
è questo credo voleva segnalare l'autore di questo gioco.
proprio il prendere in considerazione il fatto della stessa esigenza dell'altro cambia
il risultato della decisione
è ora che l'umanità capisca che è interesse stesso dell'umanità occuparsi degli altri,
e questo non per un messaggio evangelico o religioso non per un amore che trascende
Le questioni umane materiali ma semplicemente per un egoismo non miope.
credo sia questa la valenza all'importanza dell'esempio del prigioniero.
La dimostrazione teorica che i principi del libero mercato sono in fondo
un cattivo affare per l'umanità intera per la sua economia.

Temo infatti e purtroppo non sono il solo che l'umanità a breve pagherà caramente
questo suo modello economico ormai sorpassato e pernicioso.

_________________
più che "scoprirla" la verità si "capisce", inutile quindi insistere piu di tanto
Inviato il: 5/1/2006 17:09
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