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   Guerre e Terrorismo
  La svolta di Israele (??)

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  •  Enoch
      Enoch
La svolta di Israele (??)
#1
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 14/1/2006
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Messaggi: 91
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La svolta di Israele (storia di una guerra)

Sto cercando di capire che cosa vi sia dietro questa eclatante svolta politica israeliana (forse il fatto più evidente degli ultimi mesi). Da trent'anni gelosi custodi insieme agli Usa della propria auto-sicurezza divengono, in pochi giorni, paladini dell'intervento Onu (leggi europeo): solo una guerra persa, e persa malamente? Oppure qualcosa di più, e di più profondo, che giustifica l'entusiasmo e la determinazione di Prodi e D'Alema nel proporre un nuovo ruolo dell'Europa nella macro-crisi mediorentale?

La tesi a cui arrivo è semplice: gli israeliani, dopo l'ennesima scottatura, stanno definitivamente mollando i neocon, sia quelli di Washington (Cheney in primis) che quelli interni. L'ultimo Sharon era già del resto su questa linea divergente. Ora lo sono i ministri di Olmert che vanno a Roma a tessere lodi a Prodi e D'Alema e dall'altro lato occhieggiano con la Siria di Assad. E non definiscono più gli Ezbollah come terroristi. Anzi, vogliono Ezbollah come un partito libanese esclusivamente politico. "Hezbollah non dovrà essere più una forza militare ma un soggetto della vita politica libanese" dichiarava ieri a Roma il ministro degli esteri israeliano Tzipi Livni. Toni decisamente diversi dal passato.

Se confrontiamo queste posizioni politiche odierne con quelle di soli venti giorni fa notiamo l'abissale differenza, l'ampiezza della svolta.

Un altra domanda che mi sono posto, da vecchio osservatore (su questo blog) di vicende irachene: ma è proprio possibile che dei generali Usa sani di mente, che hanno 150mila uomini inguaiati in mezzo a una guerra civile, che reimpartiano suicidi o depressi gravi a vagonate (aree), abbiano voluto puntare tutto su una guerra proprio contro queli sciiti (hezbollah, iraniani, poi irakeni) che oggi costuitiscono, a Baghad, di fatto la maggiore componente sociale non aggressiva (contro gli Usa) di quel paese martoriato, e da cui gi americani non sanno come uscirne?

Fare guerra agli Hezbollah, e poi agli iraniani, per poi trovarsi con un Irak in esplosione totale? Sciiti (70% della popolazione) coalizzati con sunniti contro gli Usa? Mah, qualcosa non mi torna.

Per tentare di rispondere a queste due domande faccio leva su due buone fonti: una di sinistra Usa e una di destra (israeliana). Se due fonti di provenienza, cultura, posizione politica diversissime coincidono, quantomeno in parte, il quadro che ne traspare diventa di solito piuttosto interessante.

Seymour Hersh ha davvero poco a che vedere con Debka File. Il primo è un giornalista investigativo di Washington, con buone fonti dentro l'amministrazione e l'apparato militare Usa. Il secondo è un sito israeliano che da anni fornisce analisi e informazioni provenienti (secondo il sito stesso) dai servizi di sicurezza israeliani.

Ho messo in sequenza, integralmente, qui le analisi di ambedue. In un certo senso Hersh dipinge il primo atto (preparatorio e concettuale) della guerra. E Debka File il secondo (il fallimento dell'intera operazione).

Hersh ci racconta della presentazione in primavera, da parte dei militari neocon israeliani, del progetto di guerra preventiva sugli Hezbollah e sul Libano. Shock and awe, pesanti bombardamenti aerei per demolire la missilistica Hezbollah e insieme indurre le popolazioni civili, sotto il martello aereo israeliano, alla supposta liberatrice rivolta contro il partito-esercito Hezbollah, giudicato dalle popolazioni libanesi stesse, autentico e ultimo responsabile dei bombardamenti . L'assenso viene prontamente ottenuto da parte del vicepresidente Usa Cheney e del suo entourage Neocon Usa, intenzionati a sbarazzarsi di questa forza armata sciita, strettamente connessa all'Iran e alla Siria, che con i suoi missili minaccia Israele.

In caso di attacco aereo su vasta scala all'Iran, e ai suoi siti nucleari, la spina Hezbollah sarebbe troppo grossa e pungente, argomenta il partito di Cheney. Immediatamente dopo le bombe su Teheran questi lancerebbero su Tel Aviv. E siccome loro stanno nel frattempo preparando l'attacco aereo sull'Iran, il progetto bellico israeliano torna perfettamente a fagiolo.

Big Idea. Eliminare Hezbollah, forse persino associare la superba forza aerea israeliana nel grande attacco. Soprattutto perchè Cheney ha trovato sul suo cammino un piccolo problema imprevisto. Il Pentagono, e forse lo stesso Rumsfeld (ministro della Difesa e quindi responsabile politico del Pentagono stesso) non gli rispondono più come un tempo. Lui gli ha chiesto la disponibilità di armi nucleari per far fuori gli scavatissimi bunker iraniani ma loro, i generali, si sono opposti con estrema decisione. E Rumsfeld, dopo tre anni di disastro irakeno, non sembra più quello dei bei tempi. Non vuole la guerra aperta contro gli sciiti, sa che sarebbe ulteriore fonte di bare a stelle e strisce in quell'Irak ingestibile.

E allora che succede? Secondo la narrazione di Hersch, profondo conoscitore dei retrobottega di Washington fin dai temi di Reagan e dello scandalo Iran-Contra (che gli valse il Pulitzer e il quasi impeachment di Reagan), Cheney e i suoi decidono di giocare tutto sul fedele alleato israeliano. Approfittano forse del vuoto politico seguito all'uscita di scena del morente Sharon. E danno luce verde all'attacco sul Libano previsto in settembre-ottobre. Unica incognita la forse connessa campagna di terra. Ma di questa i neocon non parlano mai, scommettono sicuri che il martellamento aereo della super-aviazione di Tel Aviv farà il lavoro, micidiale, pulito e veloce.

Succede però qualcosa che sia Hersh che Debka File mettono al centro delle proprie analisi. Gli Hezbollah precedono la pianificazione dell'attacco (fissato per settembre-ottobre, secondo Hersh), gli israeliani attaccano lo stesso, secondo il progetto aereo (neocon) concordato con Cheney,ma non riescono a produrre e raggiungere gli obbiettivi previsti. Nonostante un migliaio di vittime tra la popolazione civile libanese.

Gli Hezbollah si rivelano ben più organizzati del previsto, hanno una rete di postazioni profonde e ramificate, l'elettronica Ew Usa-israeliana non riesce a far impazzire le loro comunicazioni (Debka File riporta di una delegazione del Pentagono precipitatasi pochi giorni fa in Israele per indagare il problema). Evidentemente hanno avuto aiuti sostanziosi, probabilmente di tecnici e militari iraniani.

Deve entrare necessariamente in gioco l'esercito di terra. Olmert e il governo israeliano, secondo Debka File, ottengono luce verde da Bush, anche su questo piano, che però pone condizioni restrittive (niente attacchi su infrastrutture o su obbiettivi civili) tali da inficiare la capacità d'impatto dei carri israeliani. La guerra aerea senza risultato comincia a mettere in crisi la scommessa neocon. Genera incertezza e indecisione. Ne segue il disastro, le perdite, la tenuta della posizioni di Hezbollah, infine la rivolta dei militari israeliani e dei riservisti.

E infine la svolta politica. Constatato il disastro neocon l'esecutivo Olmert cambia linea. D'Alema e Prodi accennano a un ruolo europeo di pacificazione. Appoggiano con entusiasmo, indicando proprio nell'Italia il possibile protagonista.

Capace di riaprire tutti i canali diplomatici. In primo luogo con la Siria, dove il giovane presidente Asad per anni ha fatto offerte di dialogo agli Usa e Israele sempre rifiutate (si veda Hersh).

Improvvisamente, e con grande sorpresa dei conservatori israeliani, sull'onda del disastro e del nuovo europeismo di Tel Aviv, i ministri di Olmert decidono di riaprire proprio il canale diplomatico con Damasco. Se ne duole Debka File, che, abominio, aggiunge che costoro stanno porgendo un sacro ramoscello di pace ad Asad: le alture del Golan, conquistate nel 1967.

Ma la chiave è l'insuccesso militare di Israele? Non pare proprio. Ieri, 24 Agosto 2006, a pagina 3 sul Corriere della Sera, Yossi Beilin, leader della sinistra israeliana testualmente dice: non possiamo più contare sugli americani. che sono impegnati in altri problemi. Roma è l'unica che può riattivare tutti i canali, quelli che non esistono più o non sono più efficaci.

Tradotto dal politichese: gli americani ci hanno portato in un vicolo cieco, da cui loro stessi non sanno uscire. Noi ora preferiamo la strada europea della diplomazia e degli accordi, compreso un negoziato sulla capacità nucleare iraniana, da circoscrivere al civile.

Oggi in Israele pare in corso, oltre a una svolta politica, anche una sorta di Mani pulite interne. Vecchi dossier sessuali saltano fuori, altolocati politici e generali sono sotto accusa...la sensazione è quella di messaggi forti inviati direttamente agli esponenti della vecchia guardia neocon (quella del dente perdente).

La sensazione è quella di un cambiamento verso un'era svincolata dai Cheney, attenta a un contenimento (anche nucleare) ma a un ruolo degli sciiti, compresi Hezbollah derubricati dall'etichetta terrorista e rubricati a potenziale partito politco libanese, agganciata a un concerto diplomatico europeo, capaci di dialogare con un giovane Asad non fondamentalista, capace di muoversi a tutto campo.

Quindi: forza israeliani di buon senso! Tutti abbiamo preso le nostre batoste nelle nostre storie. Il punto è come si reagisce. Non seguire più la follia Neocon mi dà speranza e simpatia per voi. Anche se lo fate in modo occulto.

Ma chiaro, per chi sa leggere.

Riprendetevi la vostra indipendenza diplomatica, e non militare. La vera strada di soluzione. Aiutati da Roma e dall'Europa. E' il minimo che possiamo fare per Voi e per i Vostri concittadini arabi e vicini a Voi.


di Beppe Caravita - da Network Games

http://www.canisciolti.info/modules.php?name=Sections&op=viewarticle&artid=816
_________________
nessuno perde tempo a studiare la sua vita/
e non mi stupisce affatto il fatto che non l'hai capita/

aGoNiA_aka_tRaUmA
Inviato il: 28/8/2006 18:23
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  •  fiammifero
      fiammifero
Re: La svolta di Israele (??)
#2
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 28/2/2005
Da ROMA
Messaggi: 5691
Offline
Alle svolte non ci credo,al cambiamento di tattiche e strategie sì
Tipo QUESTO che dovrebbe far riflettere,visto che manca il Venezuela che stranamente fà accordi con Cina e Russia dove di neocon ebrei-americani scarseggiano
_________________
Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
Inviato il: 28/8/2006 19:11
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