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   Scienze Economiche
  Liberismo, pubblicità e libertà

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Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#52
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 3/4/2005
Da Atene
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A che moltitudine ecc... ti riferisci? Quando e dove sarebbe "arrivata"?!

Mi prendi in giro? La moltitudine che si fa circuire dalla pubblicità cattiva, te ne sei dimenticato?
La stessa che, come ricorda Fiammifero, si autodistrugge con la droga pur sapendo benissimo – in teoria, appunto – cosa la droga sia.

La stessa moltitudine che s'è tracannata d'un fiato la versione ufficiale sull'11 settembre, ad esempio, e che ancora ne è prigioniera.
Tutta gente con lauree e diplomi... (aiutino)

Tutta gente che ha imparato a ripetere come pappagalli, ad esempio, la versione ufficiale su Pearl Harbor letta sui libri di scuola, perché così gli è stato chiesto di fare. (aiutino #2)

Tutta gente che ha passato buona parte della sua vita a ripetere come pappagalli ciò che gli veniva chiesto di ripetere per ottenere approvazione. (aiutino #3)

Allora:

da dove arriva questa moltitudine di bambini scemi troppo cresciuti ma convinti allo stesso tempo di essere adulti?
Inviato il: 17/7/2006 13:40
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  •  fiammifero
      fiammifero
Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#51
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 28/2/2005
Da ROMA
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Da pubblicità progresso

Citazione:
da dove arriva questa moltitudine di bambini scemi troppo cresciuti ma convinti allo stesso tempo di essere adulti?


_________________
Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
Inviato il: 17/7/2006 13:29
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  •  franco8
      franco8
Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#50
Dubito ormai di tutto
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Citazione:
Non sono io a dire, nemmeno troppo implicitamente, che la censura in alcuni casi è necessaria.

Va bene Ma chi è che lo dice o lo ha detto?

Citazione:

"Ma il fatto è che, statisticamente, la pubblicità ha il suo effetto... E' matematico."
Ah sì? Vediamo i dati.

Parli seriamente?

Citazione:

da dove arriva questa moltitudine di bambini scemi troppo cresciuti ma convinti allo stesso tempo di essere adulti?

A che moltitudine ecc... ti riferisci? Quando e dove sarebbe "arrivata"?!
(Evidentemente non ci capiamo)
_________________
.... ....io non mi definisco affatto volentieri ateo, non più di quanto io sia a-MickeyMouse.
..
(detto, fatto)
Inviato il: 17/7/2006 13:21
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Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#49
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 3/4/2005
Da Atene
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( ci sono numerosissime scelte nel nostro quotidiano, influenzate da motivazioni che sono tuttaltro che razionali o con un unico scopo...)

Parla per te.

Non credo affatto che sia unicamente una questione di "scemenza". (Così come, ad esempio non è "scemo" chi segue le mode)
Non mi pare affatto che il problema, ricordando anche tutto quello che è stato detto, si sposti.
Quello a cui fa riferimento tu (della nostra razionalità e consapevolezza), è un aspetto, ma non riduce tutto a quello.


Ah no? E come mai tu ed io, dalla pubblicità del SUV non ci siamo fatti fregare?

Ma il fatto è che, statisticamente, la pubblicità ha il suo effetto... E' matematico.

Ah sì? Vediamo i dati.

Fai bene a puntualizarlo. Ma stai estremizzando....

Io? Non sono io a proporre l'annientamento della pubblicità, proposta questa evidentemente pacata e moderata.
Non sono io a dire, nemmeno troppo implicitamente, che la censura in alcuni casi è necessaria.

E, visto che la risposta alla mia domanda ancora latita, insisto:

da dove arriva questa moltitudine di bambini scemi troppo cresciuti ma convinti allo stesso tempo di essere adulti?
Inviato il: 17/7/2006 13:13
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Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#48
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 3/4/2005
Da Atene
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all'epoca la pubblicità influiva sul PIL?

Il PIL non esiste oggi, figurati allora!

chi ha iniziato a speculare sull'ignoranza della gente?

Il primo che se n'è accorto.

tutto è mercificabile?

Ovviamente sì.

Inviato il: 17/7/2006 13:07
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  •  franco8
      franco8
Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#47
Dubito ormai di tutto
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banditCitazione:

come mai la nostra scelta individuale (che vogliamo ritenere valida e razionale) diventa un "fenomeno" e quindi non e' piu' una scelta valida e razionale, e diventa aberrazione.

...
Non credo che possiamo ritenere in modo assoluto che le nostre scelte sempre valide e razionali
( ci sono numerosissime scelte nel nostro quotidiano, influenzate da motivazioni che sono tuttaltro che razionali o con un unico scopo...)
D'altra parte, se le scelte di tutti fossero sempre e comunque valide, razionali e non inflenzabili da altri fattori e messaggi... non si spenderebbe nemmeno tanti soldi in pubblicità.

Scelte razionali? E allora le marche, i nomi, le confezioni dei prodotti... quale funzione hanno?
Hanno forse solo e unicamente basi "razionale" dal punto di vista dell'uso e dell'utilità?

Paxtibi
Citazione:

Ma quale problema? Mi sembri un po' confuso.

Si parlava di consumismo è dell'influsso della pubblicità...
Ovvero, per spiegarti meglio, ricordandoti quello che tu hai scritto:
Citazione:

il problema dove sta: nella pubblicità, nelle tette, o nelle capacità razionali del consumatore?

...l'importante, quindi, è essere d'accordo che il problema c'è.
(potevi intendere "il problema di cui parlavi") E' più chiaro così?

Citazione:

Il problema quindi si sposta: da dove arriva questa moltitudine di bambini scemi troppo cresciuti ma convinti allo stesso tempo di essere adulti?
Prova a rispondere a questo.

Mi sembrava di averti risposto.
Non credo affatto che sia unicamente una questione di "scemenza". (Così come, ad esempio non è "scemo" chi segue le mode)
Non mi pare affatto che il problema, ricordando anche tutto quello che è stato detto, si sposti.
Quello a cui fa riferimento tu (della nostra razionalità e consapevolezza), è un aspetto, ma non riduce tutto a quello.

Citazione:

A cui è impossibile resistere? Credo di no. La maggior parte della pubblicità può manipolare al massimo un povero cerebroleso, te lo assicuro...

Lo so.
Ma il fatto è che, statisticamente, la pubblicità ha il suo effetto... E' matematico.
Fai una certa campagna (spot, cartelloni, o altro..) .. avrai l'effetto... Non sarà prevedibile in modo esatto e preciso, ma in termini approssimativi e probabilistici..

Citazione:

Per inciso: eliminare la pubblicità, teniamolo a mente, è una forma di censura. Eliminarla perché gli uomini non se ne sanno difendere è una fesseria. A questo punto tanto vale stroncare il pollice opponibile ai bambini nella culla, visto che è grazie a lui che riusciamo a costruire tutti gli oggetti con cui ci facciamo del male.

Fai bene a puntualizarlo. Ma stai estremizzando....
_________________
.... ....io non mi definisco affatto volentieri ateo, non più di quanto io sia a-MickeyMouse.
..
(detto, fatto)
Inviato il: 17/7/2006 13:03
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  •  fiammifero
      fiammifero
Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#46
Sono certo di non sapere
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questa è un'insegna di una Lupanara Romana,poi
L’adorazione della croce, delle immagini e delle reliquie fu adottata ufficialmente nel 788,poi Le Indulgenze (con le quali si rimetteva la punizione per i peccati) vennero concesse per la prima volta nell’anno 850 da Papa Leone IV a coloro che salivano la «Scala Santa» sulle loro ginocchia. Le vendita di esse iniziò nell’anno 1190 e continuò fino all’epoca della Riforma 850 e 1190.

Domanda: all'epoca la pubblicità influiva sul PIL?
Domanda: chi ha iniziato a speculare sull'ignoranza della gente?
Domanda: tutto è mercificabile?

Per il momento basta così
_________________
Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
Inviato il: 17/7/2006 12:41
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Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#45
Sono certo di non sapere
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Pax, non so se ti sei gia' fatto un giro nei thread degli articoli di qualche gg fa, sui medicinali al supermercato e sulla riforma bersani...credo che li troveresti interessanti

Ci sto arrivando, ci sto arrivando... è dura leggersi tutto dopo due settimane d'assenza.
Non so se mi reggerà lo stomaco, però.

Per sicurezza mi son tenuto leggero a colazione...
Inviato il: 17/7/2006 12:23
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  •  bandit
      bandit
Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#44
Dubito ormai di tutto
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"A questo punto tanto vale stroncare il pollice opponibile ai bambini nella culla, visto che è grazie a lui che riusciamo a costruire tutti gli oggetti con cui ci facciamo del male."
+++++++++
Pax, non so se ti sei gia' fatto un giro nei thread degli articoli di qualche gg fa, sui medicinali al supermercato e sulla riforma bersani...credo che li troveresti interessanti
Inviato il: 17/7/2006 12:19
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Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#43
Sono certo di non sapere
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Conveniamo, quindi, almeno sul fatto che il problema C'E' ...?

Ma quale problema? Mi sembri un po' confuso.

Quanta pubblicità c'è con basi razionali? Più o meno tutte tendono ad alludere e a far passare "messaggi" più o meno nascosti.... perché "funzionano"... Non credo possano fare diversamente... la pubblicità non è semplice "informazione sui prodotti", nei fatti, in certa misura, è "manipolazione"

A cui è impossibile resistere? Credo di no. La maggior parte della pubblicità può manipolare al massimo un povero cerebroleso, te lo assicuro io che ci ho lavorato per più tempo del nostro simpatico amico francese. Del resto, la quasi totalità degli stessi programmi televisivi, così come le edizioni su carta stampata, sono fatte per soddisfare i gusti di preadolescenti un po' storditi.

Il problema quindi si sposta: da dove arriva questa moltitudine di bambini scemi troppo cresciuti ma convinti allo stesso tempo di essere adulti?
Prova a rispondere a questo.

Per inciso: eliminare la pubblicità, teniamolo a mente, è una forma di censura. Eliminarla perché gli uomini non se ne sanno difendere è una fesseria. A questo punto tanto vale stroncare il pollice opponibile ai bambini nella culla, visto che è grazie a lui che riusciamo a costruire tutti gli oggetti con cui ci facciamo del male.

Inviato il: 17/7/2006 12:00
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  •  franco8
      franco8
Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#42
Dubito ormai di tutto
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Citazione:

..il problema dove sta: nella pubblicità, nelle tette, o nelle capacità razionali del consumatore?

Sì, ma non puoi ridurre tutto a quello...(a mancanza di capacità razionali) perché non vi è un'unica causa, ma sono elementi che si alimentano a vicenda.
Il problema sta nell'insieme degli elementi e non in uno solo.
(Per esempio: Quanta pubblicità c'è con basi razionali? Più o meno tutte tendono ad alludere e a far passare "messaggi" più o meno nascosti.... perché "funzionano"... Non credo possano fare diversamente... la pubblicità non è semplice "informazione sui prodotti", nei fatti, in certa misura, è "manipolazione")

Tuttavia, ripeto, credo che dovremmo partire da un osservazione dei fatti... (poi le nostre interpretazioni possono anche essere giustamente diverse...). Conveniamo, quindi, almeno sul fatto che il problema C'E' ...?
_________________
.... ....io non mi definisco affatto volentieri ateo, non più di quanto io sia a-MickeyMouse.
..
(detto, fatto)
Inviato il: 17/7/2006 11:47
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  •  bandit
      bandit
Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#41
Dubito ormai di tutto
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"mi sembrava ovvio che non parliamo del singolo, io o te che potremmo avere delle ragioni valide razionali, legittime per acquistare un SUV.
... Ma del fatto (o della tesi, se preferisci) che, complessivamente l'insieme dei SUV venduti, non corrispondono a reali, valide, razionali, esigenze e bisogni degli acquirenti...
ma da mode, bisogni indotti, bisogni psicologici sfruttati ad arte ecc ecc...
Non è aberrazione un SUV è, l'aberrazione la vedo nel "fenomeno SUV"...
(che fa parte del complesso dei fenomeni cui abbiamo acennato)"
++++++++++++
diventa allora critico capire quando e come mai la nostra scelta individuale (che vogliamo ritenere valida e razionale) diventa un "fenomeno" e quindi non e' piu' una scelta valida e razionale, e diventa aberrazione.
cosa e' mai il "fenomeno SUV", se non la somma di tutte le scelte di acquisto individuali ?
[tra l'altro il SUV e' uno dei prodotti meno pubblicizzati !]
detto questo, che con la pubblicita' si cerchi di creare bisogni, e' fuori discussione.
si tratta allora di capire se il destinatario del messaggio e' in grado o meno di difendersi, questo e' il punto. la mia risposta e' che lo e' nello stesso modo in cui e' in grado di difendersi da tutte le altre pressioni/influenze che incontra nella societa'.
salvo quelle imposte con l'autorita': verso quelle non basta piu' fare appello alla coscienza, bisogna ubbidire e basta.

Inviato il: 17/7/2006 11:31
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Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#40
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Citazione:
Per il pianeta tutta la storia dell'umanità non è che un fenomeno trascurabile.
Se con pianeta intendi invece la nostra civiltà, ovviamente no: questo "capitalismo", fortemente influenzato dagli interventi statali, ci porterà alla rovina. E questo è appunto lo scopo degli interventi statali.


gli interventi statali allargano il buco dell'ozono?

ma il liberismo senza lo stato, puff, diventa "buono"? l'industriale decide di non inquinare più, di non fare più cucire i palloni ai bimbetti indonesiani?

Citazione:
Il PIL è una stronzata.


perfetto

Citazione:
La pubblicità è alla base del consumismo esasperato?

L'ignoranza della gente è alla base del consumismo esasperato.


questa "mandria di caproni ignoranti per natura" con la pubblicità diventano meno scemi?
_________________
Inviato il: 17/7/2006 11:27
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Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#39
Sono certo di non sapere
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Non è aberrazione un SUV è, l'aberrazione la vedo nel "fenomeno SUV"...

Ovvero: l'aberrazione sta nelle teste dei compratori di SUV.

Ma se, come nel caso della pubblicità, al consumatore medio è sufficiente veder agitate due belle tette davanti al naso per sospendere ogni giudizio, il problema dove sta: nella pubblicità, nelle tette, o nelle capacità razionali del consumatore?
Inviato il: 17/7/2006 11:25
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  •  franco8
      franco8
Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#38
Dubito ormai di tutto
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Citazione:

...e se l'acquisto del SUV (di questo si stava parlando) sarebbe una aberrazione.

Scusa tu bandit.. Ma mi sembrava ovvio che non parliamo del singolo, io o te che potremmo avere delle ragioni valide razionali, legittime per acquistare un SUV.
... Ma del fatto (o della tesi, se preferisci) che, complessivamente l'insieme dei SUV venduti, non corrispondono a reali, valide, razionali, esigenze e bisogni degli acquirenti...
ma da mode, bisogni indotti, bisogni psicologici sfruttati ad arte ecc ecc...
Non è aberrazione un SUV è, l'aberrazione la vedo nel "fenomeno SUV"...
(che fa parte del complesso dei fenomeni cui abbiamo acennato)

(Vogliamo partire, almeno, dall'osservazione condivisa di certi fatti?)

_________________
.... ....io non mi definisco affatto volentieri ateo, non più di quanto io sia a-MickeyMouse.
..
(detto, fatto)
Inviato il: 17/7/2006 11:18
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  •  bandit
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Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#37
Dubito ormai di tutto
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"E con il suo libro dimostra di non aver perso il vizio, anzi..."
++++++++
LOL

"Pensi che questo tipo di capitalismo sia sostenibile per il pianeta?"
+++++
io penso che di problemi per il pianeta ve ne siano, ma:
- nell'attribuirne la causa direttamente ed esclusivamente al capitalismo si sbaglia.
quale sarebbe il sistema alternativo e quali sarebbero le sue "performance" ambientali ?
- noto che il piu' delle volte l'aspetto ambientale e' solo uno dei punti di attacco del capitalismo da parte dei suoi detrattori. ve ne sono molti altri, specie di carattere morale (la critica alla pubblicita' a mio avviso e' di questo tipo). allora mettendo tutto insieme si rischia di fare confusione.

lo sviluppo di una società può essere valutato solo in base alla crescita del P.I.L.?
+++++
sicuramente no.
difficile stabilire come misurarlo (lo sviluppo, il benessere) una volte per tutte, pero'.
ogni tanto qualcuno si mette a fare una ricerca e stila la classifica delle 20 capitali europee dove si vive meglio, o cose del genere. naturalmente usa tanti parametri, scelti in modo soggettivo. questo e' il punto: oguno ha la sua scala dei valori, non e' possibile averne una che vada bene per tutti. per questo la tendenza dovrebbe essere quella di lasciare massima liberta' all'individuo.

"La pubblicità è alla base del consumismo esasperato?"
++++++++
la pubblicita' e' un modo di comunicare da parte del venditore, togli quella e ci sono tutti gli altri (tra cui ad esempio la raccomandazione del negoziante, che in assenza di pubblicita' acquista un grande potere).
la pubblicita' ha sicuramente una sua efficacia (anche se molti la sopravvalutano), ma credo che finche' siamo liberi di scegliere (dico senza costrizioni fisiche / legali), ognuno usa la propria coscienza.
quindi per rispondere: no, perche' credo che "alla base del consumismo esasperato" ci sia l'uomo, con le sue consapevolezze e le sue debolezze in un dato momento storico.
Inviato il: 17/7/2006 11:14
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Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#36
Sono certo di non sapere
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alcune domande per imparare.

Ti rispondo anch'io:

Pensi che questo tipo di capitalismo sia sostenibile per il pianeta?

Per il pianeta tutta la storia dell'umanità non è che un fenomeno trascurabile.
Se con pianeta intendi invece la nostra civiltà, ovviamente no: questo "capitalismo", fortemente influenzato dagli interventi statali, ci porterà alla rovina. E questo è appunto lo scopo degli interventi statali.

lo sviluppo di una società può essere valutato solo in base alla crescita del P.I.L.?

Il PIL è una stronzata.

La pubblicità è alla base del consumismo esasperato?

L'ignoranza della gente è alla base del consumismo esasperato.
Inviato il: 17/7/2006 11:06
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Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#35
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Citazione:
"si vive meglio perché posso scegliere cosa mangiare"
++++++++++
ma non siamo mica tutti condizionati ? cosa mangiare, lo scelgono "loro", no ?


hai ragione la contraddizione è evidente, un'altra contraddizione della nostra società.

alcune domande per imparare. Pensi che questo tipo di capitalismo sia sostenibile per il pianeta? lo sviluppo di una società può essere valutato solo in base alla crescita del P.I.L.? La pubblicità è alla base del consumismo esasperato?
_________________
Inviato il: 17/7/2006 10:50
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Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#34
Sono certo di non sapere
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Io sono quello che vivende tutta quella merda.

E con il suo libro dimostra di non aver perso il vizio, anzi...

Inviato il: 17/7/2006 10:35
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  •  bandit
      bandit
Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#33
Dubito ormai di tutto
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"si vive meglio perché posso scegliere cosa mangiare"
++++++++++
ma non siamo mica tutti condizionati ? cosa mangiare, lo scelgono "loro", no ?

"La critica di M.A.R.C.U.S.E. riguarda invece l'intero sistema pubblicitario, considerato la chiave di volta dell'ideologia consumistica (di stampo liberale o socialista che sia)"
+++++++
...chiave che vogliono usare come grimaldello per arrivare alla denuncia del capitalismo.
lo dice l'articolo, non ho inventato nulla...
Inviato il: 17/7/2006 10:13
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Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#32
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Citazione:
tanto per capire la matrice..
Citazione:
devono proprio stare molto sulle palle da certe parti..


“La critica di M.A.R.C.U.S.E. riguarda invece l'intero sistema pubblicitario, considerato la chiave di volta dell'ideologia consumistica (di stampo liberale o socialista che sia).”


Citazione:
estraggo dall'articolo quella che sembra una palese contraddizione:

"Ora, le statistiche provano che i progressi della salute pubblica non sono legati in modo decisivo ai medicinali moderni, ma molto più al miglioramento delle condizioni di vita e specialmente dell'alimentazione"
+++
che gia' pare strano...ambiente moderno = good ? alimentazione moderna = good ?
e infatti poche righe piu' sotto si legge:

"...sono stati sistematicamente usati per giustificare le condizioni di vita moderne: condizioni che sono sempre più patogene!"


la contraddizione che rilevi è una contraddizione in seno alla nostra società: da un lato si vive meglio perché posso scegliere cosa mangiare e le condizioni igieniche sono migliorate, dall'altro si vive peggio perché "la civiltà industriale crea nuove malattie"...

poi la critica principale del paragrafo che hai citato è rivolta all'industria medica

Citazione:
Gli «spettacolari progressi» della tecnica medica non solo non hanno contribuito granché all'aumento della speranza di vita, ma hanno avuto effetti nefasti non voluti o previsti dai medici. Da un lato questi effetti, invece di spingere gli individui a prendere in mano la loro salute per costruire un modo di vivere più sano, hanno rinforzato l'idea che la salute è assicurata al meglio tramite il consumo quotidiano di cure prodigate da istanze specializzate. Dall'altro lato, sono stati sistematicamente usati per giustificare le condizioni di vita moderne: condizioni che sono sempre più patogene! Il cancro, causa di morte per 150.000 francesi ogni anno, è un'epidemia legata all'industria, più precisamente a quella chimica, che è anche alla base della farmacopea. Come scriveva Ivan Illich, "la civiltà industriale crea nuove malattie e il sistema medico stesso è ben lungi dall'essere sano: Una struttura sociale e politica distruttiva trova il suo alibi nel potere di appagare le proprie vittime con terapie che esse hanno imparato a desiderare. Il consumatore di cure diviene impotente a guarirsi o a guarire chi gli sta vicino".
_________________
Inviato il: 17/7/2006 10:05
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  •  edo
      edo
Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#31
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scrive Frédéric Beigbeder in un suo libro edito da Feltrinelli: "sono un pubblicitario: ebbene si, inquino l'universo. Io sono quello che vivende tutta quella merda. Quello che vi fa sognare cose che non avrete mai. Io vi drogo di novità, e il vantaggio della novità è che non resta mai nuova. C'è sempre una novità più nuova che fa invecchiare quella precedente.
Farvi sbavare è la mia missione. Nel mio mestiere nessuno desidera la vostra felicità, perchè la gente felice non consuma.

pensateci quando vi sentite combattuti tra desiderio e bisogno
Inviato il: 16/7/2006 20:15
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  •  bandit
      bandit
Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#30
Dubito ormai di tutto
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Sintesi dell'articolo: la pubblicita' e' infame e "Per arrivare a toccare questioni cruciali, la pubblicità non dev'essere contestata isolatamente, bensì usata come una interessante via d'accesso per arrivare a una critica radicale del capitalismo".

tanto per capire la matrice.

soluzioni non ne ho lette, salvo questa:
"preferire, quando è ancora possibile, il mercato al supermercato,
gli artigiani agli industriali, gli indipendenti alle catene e alle grandi case di produzione, il rigattiere e il mercato delle pulci agli asettici centri commerciali."

gli "asettici centri commerciali". devono proprio stare molto sulle palle da certe parti.

rinuncio per vari motivi a commentare, mi limito a notare che, finche' le soluzioni indicate si limitano ad una raccomandazione ad un certo tipo di comportamento, nulla da eccepire. oguno rimane libero e responsabile delle proprie azioni, e le motivazioni le conosce solo lui.

estraggo dall'articolo quella che sembra una palese contraddizione:

"Ora, le statistiche provano che i progressi della salute pubblica non sono legati in modo decisivo ai medicinali moderni, ma molto più al miglioramento delle condizioni di vita e specialmente dell'alimentazione"
+++
che gia' pare strano...ambiente moderno = good ? alimentazione moderna = good ?
e infatti poche righe piu' sotto si legge:

"...sono stati sistematicamente usati per giustificare le condizioni di vita moderne: condizioni che sono sempre più patogene!"
Inviato il: 16/7/2006 16:44
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Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#29
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Oggi su Come don Chisciotte:"miseria umana della pubblicità"
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Inviato il: 16/7/2006 14:46
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  •  bandit
      bandit
Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#28
Dubito ormai di tutto
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Ma non c'entra niente! (secondo me). Non vogliamo condannare nessuno nè dare giudizi morali...
Ma dare giudizi non equivale a condannare. Sono tollerante, ciò non toglie le abberrazioni sono abberrazioni...
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Franco8
allora ho capito male anche con te, sorry, ma allora spiega cortesemente cosa sarebbe una aberrazione, e se l'acquisto del SUV (di questo si stava parlando) sarebbe una aberrazione.
Inviato il: 14/7/2006 20:25
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  •  fiammifero
      fiammifero
Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#27
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 28/2/2005
Da ROMA
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tecniche di vendita e libertà:
fateci caso,quando andate al super mercato o al discount per acquistare solo due o tre cosette,come mai uscite sempre con un carrello pieno di cose?
Nessuno vi ha forzato a comprare,siete convinti di aver scelto in libertà ed invece no. Controllate dove sono messi i beni di prima necessità,quasi sempre nascoste e vicino alle casse,sugli scaffali ad altezza occhi troviamo invitanti offerte 3x2 poi magari sotto c'è un prodotto che costa di meno a parità di contenuto ma non in offerta (leggere sempre il prezzo al Kg. scritto in piccolo) e così dicendo per altri generi.
Naturalmente alla cassa c'è sempre un po' di fila perchè immancabilmente una è chiusa. Non è perchè manca il personale o perchè è rotta,ma la fila fà in modo di far acquistare tutti quei cioccolatini,batterie,cerotti,o minuterie esposte poco prima delle casse che erano anche negli appositi reparti.
Cosa voglio dire? che mille e uno sono i condizionamenti che il ns.cervello assorbe
che le strategie sono molte e ben camuffate,non tutto è riconducibile alla pubblicità anche se questa ha la parte del leone.
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Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
Inviato il: 14/7/2006 19:55
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Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#26
Mi sento vacillare
Iscritto il: 20/5/2006
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Cito qualche passo tratto da un interessantissimo opuscoletto, “l’economia della truffa”, di John Kenneth Galbraith (anche lui un keynesiano, dirà linucs...).


Citazione:
La progettazione e l’aggiornamento dei prodotti è uno dei principali processi economici, e nessun industriale realizza un prodotto nuovo o lo aggiorna senza coltivare la domanda corrispondente. Né trascura di cercare ogni modo per sostenere e incrementare la domanda dei vecchi prodotti. È così che entra in scena il mondo della pubblicità e della vendita, della televisione e della manipolazione del consumatore; e con esso il ridimensionamento della sua sovranità.

Nel mondo reale l’industria – dal singolo marchio all’intero settore della produzione di merci- influenza largamente i prezzi e la domanda, valendosi a questo fine di monopoli, oligopoli, progettazione e diversificazione dei prodotti, pubblicità e altre tecniche di vendita e commercializzazione. Questo è ammesso anche dalla dottrina economica ortodossa. Il riferimento al mercato come alternativa benevola al capitalismo è un’operazione cosmetica, fiacca e insipida, destinata a coprire una scomoda realtà: quella delle corporation, ovvero di un predominio della produzione capace di manipolare la domanda e, in sostanza, di controllarla. Una realtà di cui non si può parlare. Ora come ora, nelle discussioni e nell’insegnamento dell’economia, questa situazione è praticamente ignorata.
Lo stesso vale per l’idea di mercato che trasmettiamo ai giovani. Perché, come ho detto, è di questo che parlano anche leader politici prudenti e informati, i giornalisti addentro alle cose e la maggior parte degli studiosi. Nessuno domina il mercato, né i singoli né le imprese. Nessuna forma di supremazia economica è mai evocata (…)
Parlare di “mercato”, giova ripeterlo, è insulso e fuorviante, insufficiente e irrilevante.
È un tentativo di proteggersi dal ricordo, dagli aspetti sgradevoli del potere capitalista nonché dall’eredità concettuale di Marx ed Engels e dalla eccezionale abilità retorica dei loro eredi. Oggi si nega che singole imprese e singoli capitalisti detengano il potere economico (…) donde la truffa. (…) amici e beneficiari del sistema, quando hanno buon senso, preferiscono non attribuire l’autorità ultima alle corporation. Meglio il bonario, vacuo riferimento al mercato (…)

Insisto: parlare di mercato significa affermare che in economia l’ultima parola è di chi ha la facoltà di comprare o non comprare; ovvero, sia pure con qualche distinguo, è il consumatore a condurre il gioco. Le sue scelte definiscono la curva della domanda. Come le elezioni sanciscono il potere dell’elettore, così nella vita economica la curva della domanda sancisce il potere del consumatore. Purtroppo, entrambi i termini del paragone celano un non trascurabile risvolto truffaldino. Nel caso del voto come in quello dell’acquisto di beni e servizi, esso sta nel sorvolare sulla straordinariamente efficiente e generosamente sovvenzionata capacità di influenzare le facoltà di scelta dei cittadini. Soprattutto oggi nell’epoca della pubblicità e della moderna promozione commerciale. Una truffa tollerata, non per ultimo, dallo stesso insegnamento accademico.

È un dato di fatto che i media e i politici esercitino nelle campagne elettorali un’opera di persuasione sugli elettori. Grandi somme sono stanziate a questo scopo, tutt’altro che di nascosto. Ma è ai consumatori, non agli elettori, che si rivolgono le ancora più vaste, costose e sofisticate tecniche di persuasione legate alla gestione del mercato. Nemmeno l’abbinamento ai notiziari è trascurato, pur di conquistare il favore del potenziale acquirente. Le spese corrispondenti sono considerate normali, e contabilizzate come tali. Altrettanto normale è giudicato l’impiego dei migliori e più pagati talenti della musica popolare, del cinema e del teatro.
Artisti che una volta avrebbero cercato mecenati, scrittori che una volta avrebbero cercato lettori, menager che una volta si sarebbero occupati della produzione di merci, ora si dedicano alla modulazione delle risposte del mercato (…)

Galbraith, John K.
2004, L’economia della truffa, Milano, Rizzoli

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Inviato il: 14/7/2006 19:25
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  •  franco8
      franco8
Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#25
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 6/12/2005
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Citazione:

CVD: il perche' se lo comprano lo sai tu e sai anche stabilire se e' un perche' giusto o sbagliato. un vizio duro da perdere, a quanto pare...

Ma non c'entra niente! (secondo me). Non vogliamo condannare nessuno nè dare giudizi morali...
Ma dare giudizi non equivale a condannare. Sono tollerante, ciò non toglie le abberrazioni sono abberrazioni...
Se chiami "vizio" considerare le conseguenze delle azioni... fai pure.
Non si tratta di "giudicare" cosa è "giusto" e cosa "sbagliato" secondo categorie "morali" ma valutare per le effettive conseguenze delle azioni...
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.... ....io non mi definisco affatto volentieri ateo, non più di quanto io sia a-MickeyMouse.
..
(detto, fatto)
Inviato il: 13/7/2006 15:51
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  •  emi
      emi
Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#24
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 30/12/2005
Da la mia nuova casa
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Citazione:
Emi:ok, sorry, se parlavi solo per te ho capito male io.

bandit, io posso parlare sempre e solo per me qualunque cosa scriva, sarà sempre il mio personalissimo modo di vedere il mondo
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"Lascia accesa la luce, altrimenti non ci vedo mentre dormo!"
Inviato il: 13/7/2006 15:08
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  •  bandit
      bandit
Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#23
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 28/11/2005
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Franco8:
" "sulla neve" !? Andiamo, bandit!
Fai forse finta di non capire!?
Quanta gente si compra i SUV per andare sulla neve!?"
++++++++++++++
CVD: il perche' se lo comprano lo sai tu e sai anche stabilire se e' un perche' giusto o sbagliato. un vizio duro da perdere, a quanto pare...

Piero:
"Ciao bandit, per immaginare la totale scomparsa dai media classici non ci vuole una qualche leggiucola che la impedisca?"
+++++++++
col mondo come e' oggi direi di si' (domani chissa'), e io non lo auspico certo, era solo per dire che il sistema non collasserebbe.

Quello che vorrei fosse chiaro è che io non sono contro il mercato libero, dico semplicemente che il nostro non mi pare un mercato libero.
+++++++++
anche su questo sono d'accordo, ma per ragioni diverse dalla pubblicita'.

Emi:
ok, sorry, se parlavi solo per te ho capito male io.

Inviato il: 13/7/2006 14:56
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