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  •  Finnicella
      Finnicella
Re: HIV e AIDS
#31
So tutto
Iscritto il: 22/10/2005
Da
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Opsss...ecco il link per leggere questa teoria:

http://www.biaids.it/sezResource/Pages/infezione/Koch.asp
Inviato il: 23/10/2005 21:44
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  •  vulcan
      vulcan
Re: HIV e AIDS
#32
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 29/1/2005
Da Sardigna
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1

Ho letto più o meno tutto quello che è stato scritto su questo forum e gli interrogativi posti riguardo HIV e AIDS …a dir la verità più che un medico sarebbe determinante un biologo, anche perchè il medico utilizza dei dati che gli vengono posti a disposizione e li utilizza ai fini pratici.

Dare una risposta a tutti i quesiti che sono posti e darli in termini strettamente scientifici citando fonti e spiegando studi appropriati in tutto il mondo non risolverebbe comunque un vostro “problema” di fondo rappresentato cioè dall’idea/dubbio di partenza che alcuni dati scientifici possano essere alterati volutamente ed in primis … ne conseguirebbe peraltro che a questa “alterazione”, tutta la comunità scientifica mondiale si sia allineata.

< “ Si, ma infatti esistono i dissidenti scientifici “> replicherebbe qualcuno del forum ..padama? Uto?

Ma di questo in realtà non vi è granchè da scandalizzarsi…né questo dimostra in alcun modo un ipotetico “falso scientifico” semmai evidenzia che all’interno del mondo scientifico stesso esistono variabili non perfettamente allineate o impostazioni concettuali diverse che si sviluppano in modo critico e spesso aspro… e che gli stessi scienziati non sono immuni a beccarsi un bel granchio.
Nella storia della scienza medica e non, abbiamo infatti assistito più volte alla formulazione di teorie e controteorie fino al consolidamento definitivo di alcune verità.
La stessa teoria della relatività di Einstein fu letteralmente combattuta concettualmente dai fisici “ortodossi”..

Vulcan
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"Indaga le parole a partire dalle cose e non le cose a partire dalle parole." Misone
Inviato il: 24/10/2005 1:55
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  •  vulcan
      vulcan
Re: HIV e AIDS
#33
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 29/1/2005
Da Sardigna
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2

Spesso ( purtroppo), le verità specie in medicina sono anche “temporanee”, poiché esse dipendono strettamente dal supporto di altre scienze come quelle biologiche e cosi via. Chi avrebbe mai detto ad esempio che l’ulcera gastroduodenale potesse essere anche una malattia infettiva fino ad un decennio orsono?(L’Helicobacter pilory come agente scatenante di una serie di reazioni che conducono poi alla lesione della mucosa.) Terapia= antiulcera + una bella mazzata di antibiotici!

Non penso a questo punto che qualcuno ( le case farmaceutiche o qualche scienziato furbetto ) si sia divertito ad “inziffare” nello stomaco del primo malcapitato un bel batterio … per poter produrre poi protocolli e farmaci su misura… o meglio lo potrei anche pensare , ma quella situazione è stata poi ripetuta miliardi di volte in tutto il mondo da operatori l’uno sconosciuto all’altro in un sistema di rilevamento standardizzato.

Tornando all’HIV.. darei una prima risposta “scientifica finalizzata a ridimensionare una “diffidenza/dubbio di fondo”.

Citazione:
-nuovo ordine mondiale ( di paolo69) ….risposta a molte delle tue domande.


Citazione:
- (qualcun altro) da quando in qua il virus ha una azione selettiva verso prostitute omosessuali etc


Il virus HIV come per tutti gli agenti infettivi è a trasmissione sessuale ..può esservi un contagio possibile dopo un contato sessuale ..secondo voi dovrebbe anche colpire i bambini dell’asilo comunque?

La sifilide è una infezione a tramissione sessuale .. come l’herpes genitalis , i conditomi acuminati, l’ulcera molle,la malattia di Nicola Favre etc. … tutti questi agenti infettivi chi altro dovrebbero colpire se non coloro che praticano sesso, casualmente con un portatore sano dell’agente o un infetto o un malato?

L’ipotesi che il virus HIV sia una invenzione a tavolino per sterminare in modo selettivo le “minoranze deboli” mi appare piuttosto remota!

Anche un medico di Pronto soccorso (eterosessuale) maldestro può infettarsi .. con la manipolazione di sangue o anche beccarsi un HCV (virus dell’epatite)… oppure due tossicodipendenti con scambio di siringhe possono trasmettersi L’HIV – L’HCV- L’HBS- virus E – Delta- virus F , se poi se fanno sesso a a letto ( o anche se lo fanno in piedi ) si può associare alla festa ..il virus dei conditomi acuminati, L’herpes Virus etc. (poveracci!)

Ma non è che qualcuno sta tentando si liquidare tutti i tossicodipendenti?


Azz che fatica.

vulcan

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"Indaga le parole a partire dalle cose e non le cose a partire dalle parole." Misone
Inviato il: 24/10/2005 2:01
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  •  vulcan
      vulcan
Re: HIV e AIDS
#34
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 29/1/2005
Da Sardigna
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3

Citazione:
(padma) I test (Elisa, WB, ecc..) venno a "beccare" effettivamente la presenza del retrovirus HIV o attestano una condizione particolare (a livello anticorpale) del sistema immunitario del paziente?


Le domande poste sono legittime .. tuttavia vi è da precisare che la risposta è ovvia per un biologo o un medico .. meno ovvia e piena di possibili ricadute che alimentano la “diffidenza” per un non addetto ai lavori.

Si individuano gli anticorpi .. l’isolamento dell’agente infettivo non è la pratica fondamentale di laboratorio per fare la diagnostica delle patologie infettive. La diagnosi è indiretta, guidata attraverso la identificazione del materiale di reazione specifico per quell’agente (anticorpi) + l’anamnesi (storia clinica) + il quadro clinico!

Una grandissima quantità della diagnostica delle malattie infettive passa attraverso questi due parametri.

Citazione:
1) I vari Test HIV possono essere definiti Completamente inefficaci visto che non mettono in evidenza la presenza del virus in toto nella sua forma attiva cioe' tutto intero, incazzato nero e in attiva riproduzione ma soalmente di "pezzi" di esso. In parole povere, il sistema immunitario riconosce il virus come un qualcosa di estraneo e lo fa a pezzi e sono propio questi pezzi che vengono messi in evidenza dai provvidenziali test. Probabilmente il test HIV potrebbe dare risultati positivi anche su di me, ma cio' starebbe solo ad indicare che il mio sistema immunitario e' venuto in passato a contatto con l'innocuo virus e lo ha neutralizzato.


La diagnostica di molte malattie infettive ma anche di molte malattie internistiche e non ultime le patologie chirurgiche è solo probabilistica. Conosco talmente bene e pratico assiduamente questa regola concettuale che nonostante a volte faccia una diagnosi , l’attimo successivo la rimetto in discussione!
Che dire per esempio di un soggetto con un quadro tipico di appendicite acuta …a sinistra e non a destra?
Il chirurgo è costretto ad aprire e trova una appendice intestinale “anomala” proprio a sinistra!

oppure,che dire dell’innalzamento ematico delle transaminasi (SGOT GPT) .. che fanno pensare ad una epatite in corso? Mentre quel soggetto invece frequenta 6 giorni su sette la palestra. ( le transamnasi provengono anche dal muscolo striato)


I test di laboratorio avvicinano la diagnosi in un modello teorico che si muove tra falsi positivi e falsi negativi!.
I test HIV rispondono esattamente in quanto a parametri generali a tutti i test a disposizione in medicina di laboratorio !
Specificità e sensibilità cioè, rappresentano la rete all’interno della quale si muove la diagnostica di laboratorio al cui aiuto deve giungere anche il quadro clinico !

Specificità e test altamente Specifico = se il test risulta positivo, questa positività è sicuramente correlabile a quello specifico agente e non ad una agente simile … tanto più la correlazione si avvicina al 100%, tanto più il test è specifico. (Peccato che questa specificità non cresca sempre di pari passo con la sensibilità ed ecco saltar fuori i falsi negativi ) …

Sensibilità e test altamente sensibile = Se il test subisce una alterazione è sensibile .. tanto più questa alterazione è facile da ottenersi tanto più i test è sensibile. ( peccato che la sensibilità non cresca di pari passo con la specifità.. ed ecco dunque saltar fuori i falsi positivi! )

Le cose stanno semplicemente cosi anche per l’HIV .. ecco perché due test a disposizione (che vanno fatti entrambi!)

Spero di aver dato un contributo! Certo che per rispondere a tutto ci vorrebbero altri 10 post

ciao a tutti
vulcan
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Inviato il: 24/10/2005 2:10
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  •  UTO
      UTO
Re: HIV e AIDS
#35
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 10/10/2005
Da Finalmente a CASA
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Vulcan:
Citazione:
Dare una risposta a tutti i quesiti che sono posti e darli in termini strettamente scientifici citando fonti e spiegando studi appropriati in tutto il mondo non risolverebbe comunque un vostro “problema” di fondo rappresentato cioè dall’idea/dubbio di partenza che alcuni dati scientifici possano essere alterati volutamente....

Purtroppo qui non si tratta di dare una risposta ad un "nostro problema" quanto di dare una "dovuta" e plausibile spiegazione scientifica a piu' di 3 milioni di persone che fino ad oggi sono morte di AIDS e a circa 40 milioni di individui che risultano positivi ai "probabilistici" test HIV.
Una questione di punti di vista....

Citazione:
Ma di questo in realtà non vi è granchè da scandalizzarsi...Nella storia della scienza medica e non, abbiamo infatti assistito più volte alla formulazione di teorie e controteorie fino al consolidamento definitivo di alcune verità.

Se non ci dobbiamo scandalizzare di fronte alle varie teorie scientifiche che sono costate la vita a decine di migliaia di persone (vedi SMON, scorbuto, pellagra..) perche' scandalizzarsi quando ne muoiono milioni...

Citazione:
Il virus HIV come per tutti gli agenti infettivi è a trasmissione sessuale ..può esservi un contagio possibile dopo un contato sessuale ..

Mi chiedo allora come mai 9 su 10 malati di AIDS sono maschi e il 95% appartiene alle solite categorie di rischio: omosessuali e eroinomani in primis....(HIV/AIDS Surveillance Report, 5 (1993), 1-33) problemi coniugali? un calo del desiderio? o forse il virus colpisce solo gli onanisti professionisti?

Citazione:
Si individuano gli anticorpi .. l’isolamento dell’agente infettivo non è la pratica fondamentale di laboratorio per fare la diagnostica delle patologie infettive. La diagnosi è indiretta, guidata attraverso la identificazione del materiale di reazione specifico per quell’agente (anticorpi) + l’anamnesi (storia clinica) + il quadro clinico!

Siamo daccordo. L'isolamento dell'agente infettivo e la verifica degli altri postulati di Koch deoveva essere stata fatta prima del 1984 quando Gallo annuncio' la scoperta dell'"AIDS virus" senza neanche degnarsi di fare uno straccio di pubblicazione scientifica che pari scienziati revisori avrebbero dovuto valutare nel merito.
E' la valutazione del caso clinico che mi lascia un po' perplesso: perche' se ho il sarcoma di Kaposi e nessuna traccia del virus HIV ho semplicemente il sarcoma di Kaposi mentre se ho il sarcoma di Kaposi e tracce di virus HIV (rilevato indirettamente) la diagnosi e' AIDS? E come mai la definizione di AIDS viene sempre modificata al rialzo includendo sempre piu' "indicatori clinici" (ad oggi basta diagnosticare una su circa una trentina di patologie + test HIV positivo per essere malato di AIDS) ? Non ci saranno mica dei motivi statistici alla base di tutto cio'?
Essendo un po' maligni e complottisti, verrebbe da pensare che in questo modo si da la falsa illusione che l'AIDS si stia diffondendo quando invece si sono semplicemente cambiati i parametri per defiire la patologia....

Forse ci siamo semplicemente posti in buona fede e per 20 anni le domande sbagliate o forse......

mbUTO
------------------------------------------------------------------------------------
La spiegazione piu' semplice e' sempre quella piu' plausibile....
Inviato il: 24/10/2005 5:12
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Re: HIV e AIDS
#36
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 13/10/2004
Da Sud Europa
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Salud y libertad,

sto seguendo il dibattito e sto leggendo con attenzione i contributi proposti.
Tenendo anche conto delle precisazioni di Vulcan, mi hanno però impressionato i dati riferiti ai test Elisa e WB:

La diagnosi d'infezione da HIV viene fatta sulla base dei risultati d'un test di screening (Elisa) e d'un test di conferma (Western Blot, WB) che rivelerebbero la presenza di anticorpi specifici. Vi sono anche altri test, meno diffusi e quasi tutti considerati “meno affidabili” […]

In Russia, la concordanza tra test Elisa e test di conferma (WB) è risultata minima. Stando ad informazioni pubblicate sull'autorevole rivista medica inglese The Lancet, nel 1990, in Russia vennero fatti 20,2 milioni di test ELISA, di cui 20.000 risultarono positivi, ma solo 112 vennero confermati con il WB; nel 1991, su 30 milioni di test ELISA, ben 30.000 risultarono positivi, ma di questi solo 66 risultarono confermati dal Western Blot cioè soltanto 1 ogni 455.

Negli Stati Uniti, su un totale di 1.200.000 militari di leva sottoposti al test Elisa 12.000 risultarono positivi, ma alla fine dei 3 controlli previsti, ne vennero confermati meno di 1/6 (1.920). Quale risultato ci sarebbe stato, si domanda la Eleopulos, se i controlli, invece di 3, fossero stati 2 o 5 e il loro ordine di esecuzione (Elisa e WB) diverso?


( articolo )


Ora, i dati parlano chiaro, questi test sono a dir poco discutibili, senza contare che come ricorda UTO la definizione di AIDS viene sempre modificata al rialzo includendo sempre piu' "indicatori clinici" (ad oggi basta diagnosticare una su circa una trentina di patologie + test HIV positivo per essere malato di AIDS).



Mi pare che i lati oscuri che emergono addentrandosi nella questione sono sempre più numerosi; continuerò a seguire il dibattito.


Blessed be
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-o- Ama e fa' ciò che vuoi -o-
Inviato il: 24/10/2005 11:53
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  •  Paolo69
      Paolo69
Re: HIV e AIDS
#37
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 1/7/2004
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vulcan
Citazione:
Il virus HIV come per tutti gli agenti infettivi è a trasmissione sessuale ..può esservi un contagio possibile dopo un contato sessuale ..


in effetti il virus viene trasmesso tramite il sangue , questo è certo , non sono altrettanto certo che possa essere trasmesso tramite liquido seminale.
Le analisi se non erro vengono fatte sul sangue e non dicono se il virus è presente o meno , ma solo se , in base a certi valori del sangue , se ne presume la presenza. Perchè? E' cos' difficile isolare il virus? e allora come si fa ad essere certi della sua presenza?
Perchè si parla di una malattia trasmissibile sessualmente?
Le altre malattie infettive seguono le stesse dinamiche?
Molto è stato detto sull'aids , ma non credo tutto.
ci sono molte malattie che si trasmettono col sangue , cosa differenzia l'aids dalle altre?
un dato di fatto è che negli anni 80 , quando usci' il virus , sembrava che l'umanità dovesse essere afflitta da una selezione quasi apocalittica.
Nienete di tutto questo è successo.
Solo in africa l'aids ha fatto e fa stragi , nel resto del mondo il fenomeno è ababstanza sotto controllo , sicuramente lo è in italia , dov e, nonostante le pressioni del vaticano per vieare l'uso del preservativo non si è mai avuta la tanto temuta diffusione dell'aids.
a legere il fenomeno col senno di poi sembrerebbe che in molti ci hanno 'giocato' con l'aids , molte notizie date per vere si sono poi rilevate infondate , e ad oggi ancora non si è riusciti a sistetizzare un vaccino per il virus , cosa molto anomala nella storia dei virus.
Di solito il problema stà nell'isolare il virus , non nel produrre un vaccino valido , perchè nel caso dell'hiv cosi' non è stato?
sembra quasi di avere a che fare con un virus che colpisce solo i cattivi , strano no? i drogati , i gay , le prostitute , eppure in africa non mi risulta ci siano molti gay o drogati o prostitute , come si spiega allora la diffusione in qul continente?
Sembra quasi un vaccino cattolico , insomma , al vaticano fà sicuramente comodo che esista , magari lle frange estremiste cattoliche americane non sono del tutto estranee
capisco che l'ipotesi puo' far sorridere , ma io non la escluderei del tutto.
Inviato il: 24/10/2005 11:54
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  •  Finnicella
      Finnicella
Re: HIV e AIDS
#38
So tutto
Iscritto il: 22/10/2005
Da
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Caro Paolo vorrei dirti che ho letto un pò di cose sulla faccenda dell'isolamento del retrovirus dell'Hiv e a quanto pare il virus è stato isolato...leggi il link che ho lasciato ieri nel blog....

Una domanda ieri avevo posto a tutti voi e mi avrebbe fatto piacere una opinione in merito.
Come mai se l'aids è considerata una pandemia tanto pericolosa, incontrollabile e subdola...che può potenzialmente metter e a repentaglio la vita di tutti, lo Stato non obbliga tutti i cittadini a fare il test dell'HIV????

Perchè il test è facoltativo??

Inviato il: 24/10/2005 16:07
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  •  padma
      padma
Re: HIV e AIDS
#39
Mi sento vacillare
Iscritto il: 30/3/2005
Da torino
Messaggi: 416
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Ciao a tutti.
Sono contento che il forum abbia destato una così interessante discussione.
Ho parlato a lungo dell'argomento con un mio amico biotecnologo e medico, esperto di malattie infettive che lavora tutti i giorni con malati di AIDS. Vi metto al corrente delle cose che (spero) di aver messo a fuoco.

1)Il retrovirus HIV è stato isolato (niente di nuovo)

2)In Italia viene fatto, per diagnosticare la sieropositività, dapprima il test ELISA, reiterato più volte, poi il WB. Così facendo (in accordo col teorema di Bayes), si dovrebbero eliminare (vedi ridurre drasticamente) i falsi positivi.

3)Ad un sieropositivo viene iniziata a monitorare la concentrazione di linfociti T nel sangue (livello "normale" 800 per microlitro). NON vengono iniziate terapie farmacologiche.

4)Quando il livello scende sotto i 200 Linfociti/microlitro possono iniziare a manifestarsi alcune patologie "opportunistiche" ed hanno inizio le terapie antiretrovirali, più gli inibitori della proteasi, ecc..

5)Nella maggioranza dei sieropositivi HA LUOGO la diminuzione spontanea della concentrazione dei linfociti T, senza terapie farmacologiche in corso (c'è da dire che il sieropositivo non cambia la sua vita in questo periodo, se teneva comportamenti a rischio o immunodepressivi in genere non li muta)

6)Le terapie in genere aumentano la speranza di vita del paziente.

A quanto ho capito c'è da dire però che:

1)Non si può parlare di epidemia di AIDS nei paesi ricchi.

2)Esistono sindromi immunodepressive in pazienti non sieropositivi.

3)Esistono sieropositivi (da anni ed anni) nei quali non avviene una diminuzione dei linfociti T e continuano a vivere benissimo.

4)In Africa si può parlare di epidemia, ma non sempre viene effettuato il test per mancanza di fondi e ci si limita a diagnosticarlo dai sintomi.

5)Sempre in Africa è dimostrato che l'infezione malarica può dare risultati positivi al test HIV..


Da profano non sputo sulla medicina ufficiale ma qualcosa fa acqua... Ogni teoria ha un limite, una soglia di confidenza. In questo caso la soglia di confidenza è molto bassa, e qualcuno continua a guadagnarci su...
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The assumption that what currently exists must necessarily exist is the acid that corrodes all visionary thinking.
M.Bookchin
Inviato il: 25/10/2005 14:57
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  •  vulcan
      vulcan
Re: HIV e AIDS
#40
Dubito ormai di tutto
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Citazione:
Purtroppo qui non si tratta di dare una risposta ad un "nostro problema" quanto di dare una "dovuta" e plausibile spiegazione scientifica a piu' di 3 milioni di persone che fino ad oggi sono morte di AIDS e a circa 40 milioni di individui che risultano positivi ai "probabilistici" test HIV



1.
Insisto, le spiegazioni scientifiche della morte di più di 3 milioni di persone esistono e come .. se uno se le vuole leggere, in centinaia di studi su questo argomento, di “letteratura scientifica” in tutto il mondo ovviamente, e non certo di materiale d’opinione…..e che spaziano dalla epidemiologia alla diagnostica , dalla virologia alla clinica e cosi via .

Che i linfociti CD4 (per citare uno dei mille aspetti ) possano poi essere il bersaglio del virus e come questo virus agisca nel dettaglio e come da questo si arriva all’AIDS conclamato è sicuramente materia tecnica, difficilmente abbordabile da persone lontane dalla comprensione della materia scientifica in questione che non sanno neanche cosa sia un linfocita se non per averlo letto su “focus” e non materia di opinione, ma aggiungo, anche da molti addetti ai lavori come i medici stessi che devono poi “fidarsi” di cio che i biologi vanno studiando e delle loro conclusioni in una sorta di cordata finalizzata all’applicazione pratica.

La sensazione è che non siano i pazienti affetti da HIV a volersi convincere del loro problema bensi altre persone che preludono al discorso con un dubbio di fondo sulla validità di questi stessi studi..ponendo poi l’acccento su lacune anche sicuramente esistenti ma che appaiono integrate nei limiti stessi della biologia e della medicina.
Il concetto cosi come in citazione ……
“ai probabilistici test HIV”
evidenzia di fatto questo pregiudizio di fondo, come se si volesse sostenere che alla diagnosi di AIDS gli operatori sanitari vi giungano in un semplificato tentativo del tipo, testa o croce.

ciao
vulcan
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Inviato il: 25/10/2005 16:30
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  •  vulcan
      vulcan
Re: HIV e AIDS
#41
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 29/1/2005
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2.

Il probabilismo in Medicina

La medicina è una scienza pratica , prassi al servizio dell’essere umano , ed in questo obiettivo essa è organizzata in un “sapere“ finalizzato, essa in prima istanza non è né scienza né sapere in senso assoluto.
Il medico tende ad individuare la “giusta diagnosi” ed il “giusto rimedio” dopo che le diverse scienze gli hanno fornito leggi generali, meccanismi e regole.

Essa costruisce dentro questo spazio la sua metodologia di lavoro ponendosi nuovi obiettivi e sempre nuovi schemi entro cui operare. L’applicazione di questa metodologia che affonda la sua esistenza nelle diverse discipline scientifiche non sempre dà i risultati sperati e non sempre riesce a far chiarezza in tutte le zone d’ombra, ponendo in risalto i limiti intrinseci della scienza che “oggettiva e misura”, nell’AIDS come in mille altre patologie esistenti.

In questo modo si comprende come un semplice test di laboratorio non sia in grado di “fare” di una persona un malato di AIDS .. fino a quando quella conoscenza biomedica o quella strumentazione tecnologica non vengano calate in un particolare contesto clinico che tenga conto di “mille“ altri variabili all’interno delle quali solo il cervello umano è capace di districarsi!

Il considerevole numero di test di laboratorio a disposizione in tutti i settori della medicina crea una eccessiva fiducia su questi mezzi per una soluzione dei problemi clinici e diagnostici, compreso la problematica dell’AIDS.

Essi presentano per loro natura una condizione di fallacia intrinseca dipendente dalla esecuzione del test e dagli stessi strumenti a disposizione. Per questo specifico motivo, la stessa diagnostica dell’AIDS non può scaturire da un semplice test di laboratorio se questo non è inserito negli schemi metodologici che conducono alla diagnosi , che in medicina per definizione , non è certa bensi (mi ripeto) “probabile”.

Tutto questo si intende per probabilismo nelle scienze mediche e non il “testa o croce”

vulcan

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Inviato il: 25/10/2005 16:32
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  •  vulcan
      vulcan
Re: HIV e AIDS
#42
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 29/1/2005
Da Sardigna
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3.
La diagnosi di laboratorio e non da infezione da HIV

Il virus HIv fù isolato nel 1983-84 da un paziente affetto da linfoadenopatia cronica ottenendosi la dimostrazione che esso era la causa della sindrome da immunodeficienza aquisita.

L’uso combinato del test ELISA (1985) insieme ai livelli di CD4 e del quadro clinico associato, hanno dato la possibilità di valutare lo stato di immunosoprressione aquisita e di rivelare un’ampio spettro di patologie associate all’HIV , malattie opportunistiche capaci di radicarsi in presenza di uno stato di immunosoppressione .Dalla infezione asintomatica all’AIDS conclamato.
Prima della identificazione dell’HIV la diagnosi di AIDS era posta esclusivamente su base clinica.

Gli anticorpi anti HIV compaiono in circolo dalle 4 alle 8 settimane successive alla infezione. Questi anticorpi possono essere identificati dal test ELISA altamente sensibile (99,5%) ma poco specifico.. Ogni soggetto sospettato di essere stato infettato ( con test ELISA positivo) deve perciò essere sottoposto a test di laboratorio ancor più specifici. Il test Western Blot è il test utilizzato in seconda battuta.

Esso è capace di discriminare i diversi anticorpi di risposta agli antigeni HIV in base al diverso peso molecolare rispetto ad altri tipi di anticorpi.
Un soggetto positivo o dubbio all’ELISA ma negativo al W.B. è un soggetto falso positivo. La positività al W. B. , definita come reazione specifica ai tre maggiori prodotti genici dell’HIV è dimostrazione conclusiva di infezione da HIV.

I tutti i casi in cui il W.B. non soddisfa i criteri di positività o negatività (casi dubbi), viene “tentata” la diagnosi mediante PCR ( Polymerase chain reaction) capace di determinarte la viremia plasmatica valutare la cinetica di replicazione virale e le modificazioni nel tempo. Di fatto la valutazione della viremia plasmatica rappresenta la metodica più appropriata per identificare il virus , predire la progressione cinetica e clinica , monitorare la terapia.
Ulteriore metodica è la identificazione dell’antigene P24 evidenziabile fino al 50% di soggetti infetti.

La coltura diretta del virus HIV dal plasma o da cellule mononucleate è una tecnica ulteriormente utilizzate in molti laboratori di ricerca, richiede oltre un mese di osservazione e passaggi biochimici complessi. Tale tecnica non risulta essere a portata dei laboratori convenzionali.

I dati di laboratorio vanno integrati con i dati anamnestici e criteri clinici in un puro atto medico capace di identificare con sufficiente certezza un infetto da HIV o un malato di AIDS.

vulcan
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      vulcan
Re: HIV e AIDS
#43
Dubito ormai di tutto
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4.
Distribuzione delle malattie

Le differente distribuzione di patologie in gruppi etnici diversi , bianchi o di colore, maschi o femmine , omosessuali e non , eterosessuali maschi bianchi o di colore, asiatici o europei è cosi via dicendo …
in medicina sono ascrivibili a ; condizioni socioeconomiche ,livello culturale, abitudini di vita, livello economico,fattori di rischio, fattori genetici.

Tutti questi dati e riferimenti epidemiologici non spiegano comunque e sempre la variabilità di questa distribuzione in termini di morbilità e mortalità.

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      vulcan
Re: HIV e AIDS
#44
Dubito ormai di tutto
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Da Sardigna
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5.
sarcoma di Kaposi.

La relazione tra il Sarcoma di Kaposi ed il virus HIV non è stata chiarita precisamente.
Non basta un sarcoma di Kaposi per fare una malato di AIDS .. che deve corrispondere ad ulteriori dati clinico anamestici.
Nei soggetti infetti da HIV questa patologia è particolarmente aggressiva
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Inviato il: 25/10/2005 16:40
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  •  hi-speed
      hi-speed
Re: HIV e AIDS
#45
Sono certo di non sapere
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Sto cercando una rivista medica (non la trovo più!!) dove si parlava dei tantissimi casi di articoli pubblicati su riviste internazionali usando dati falsi o falsificando i risultati (in particolar modo negli Stati Uniti).
Sottolineo che si trattava di una rivista medica di pneumologia non un sito di "disinformazione".
Intanto se volete leggere questo articolo
http://www.disinformazione.info/studiscientifici.htm
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Inviato il: 25/10/2005 18:04
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Re: HIV e AIDS
#46
Ho qualche dubbio
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Vulcan:

Citazione:
Che i linfociti CD4 (per citare uno dei mille aspetti ) possano poi essere il bersaglio del virus e come questo virus agisca nel dettaglio e come da questo si arriva all’AIDS conclamato è sicuramente materia tecnica difficilmente abbordabile...anche da molti addetti ai lavori come i medici stessi che devono poi “fidarsi” di cio' che i biologi vanno studiando e delle loro conclusioni in una sorta di cordata finalizzata all’applicazione pratica.


Ho paura che il problema sia propio qui, nel fidarsi ciecamente invece di valutare criticamente quelle che non sono delle verita' scientifiche assolute ma solo il tassello di un puzzle multidisciplinare che dovrebbe richiedere l'impegno, la partecipazione attiva, critica e propositiva dei vari esponenti delle scienze biomediche tecnologiche e farmaceutiche insieme.

Il punto non e' tanto se i test siano statisticamente affidabili o meno e nessuno vuole mettere in discussione il ruolo del medico nel diagnosticare una malattia seguendo le linee guida che gli vengono fornite, il punto e'...ma siamo propio sicuri che, dopo 20 anni e piu' di altrettanti approcci terapeutici seguiti, il virus HIV sia il vero responsabile di quello che poi i vari medici in buona fede si trovano a dover diagnosticare?

Forse stiamo ragionando al contrario....
Credo sarabbe piu' utile andare ad indagare a monte e poi chiedersi se, nel caso in cui questo virus fosse innocuo, sarebbe possibile spiegare in altro modo il quadro clinico dei vari malati di AIDS.

Partiamo dall'inizio:
Citazione:
Il virus HIv fù isolato nel 1983-84 da un paziente affetto da linfoadenopatia cronica ottenendosi la dimostrazione che esso era la causa della sindrome da immunodeficienza aquisita.


Potresti fornirmi, per favore, il riferimento bibliografico?

mbUTO
Inviato il: 25/10/2005 18:11
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Re: HIV e AIDS
#47
Ho qualche dubbio
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Ciao Padmna, bentornato..
Interessante contributo:

Citazione:

3)Ad un sieropositivo viene iniziata a monitorare la concentrazione di linfociti T nel sangue (livello "normale" 800 per microlitro). NON vengono iniziate terapie farmacologiche.
4)Quando il livello scende sotto i 200 Linfociti/microlitro possono iniziare a manifestarsi alcune patologie "opportunistiche" ed hanno inizio le terapie antiretrovirali, più gli inibitori della proteasi, ecc..
5)Nella maggioranza dei sieropositivi HA LUOGO la diminuzione spontanea della concentrazione dei linfociti T, senza terapie farmacologiche in corso (c'è da dire che il sieropositivo non cambia la sua vita in questo periodo, se teneva comportamenti a rischio o immunodepressivi in genere non li muta)


Mi chiedo se sia possibile fare un quadro generale ovvero collegare questa dimminuzione spontanea di linfociti T nei vari casi (occidentali) con il mantenimento dei comportamenti a rischio per alcuni e con la presenza di una qualsiasi sindrome immunosoppressiva per gli altri lasciando fuori il virus HIV e le teorie di Hamer.

mbUTO
Inviato il: 25/10/2005 20:06
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      vulcan
Re: HIV e AIDS
#48
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- AIDS in New York State. New York department of healt. 1991

- Anderson et al use of beta 2 microglobulin level and CD4 Limphocyte count to predate development of aquyred immundeficency syndrome , in person of With immunodeficiency virus infection. Arh intern Med 150:73, 1990

- Weiss Ra : How does HIV cause AIDS ? Science 260:1273. 1993

- Weniger BG et al : the epidemiology of HIV infection and AIDS in Thailand. 1991

- Daveu RT , HC Lane : laboratory methods in the dianosis and prognosis of infection with human immunodeficiency virus type 1. 12:912. 1990

- Schawartz et al: human immunodeficiency virus test. Evaluation performance and use. Jama 269:2991, 1988

- Chin J. : Global estimates of HIV infection and cases. 1991

- Center for disease control.: National Seroprevalense Suveys, summary of results. Data for seroprevalence activities through.1989.DHHS publication.

- Ensoli B: Ciytochines and growtfactors in the pathogenesis of AIDS- associated Kaposi’s sarcoma. Immunol. Rev.127:147 .1992

- Karon JM: et al: projectionof the number of persons diagnosed with AIDS and the number of of immunosuppressed HIV –infeceted persons- United States. Morb Mort WKrep:41:11,1993

- McNeil: JG et all. Trend of HIV seroconversion among Young adults in the uS army 1985 to 1989 . Jama 265: 1709. 1991

- Moss AR et al. seropositivity for for HIV and developmentof AIDS or AIDS related conditions.296:745.1988

- Selik RM.et al:Hiv infection as leadingcause of death among Youngadults in US cities and states. Jama. 269:2991.1993

- Polk BF et al:predictors of the aquired immunodeficencysyndrome developing in a cohort of seropositive homosexual man: N Eng J Med316:61.1987

- Green VC:The molecular biology of human immunodeficiency virus type I infection. English J. Med. 324:308.1991

- Gayal HD et al: Prevvalence of the human immunodeficiency virus among university students. N. English J. Med 323:1538 .1990

- European collaboratyv study : children born to woman with HIV –I infection . natural History and risk of infection . lancet 337:253. 1991

- Gelderblom HR: assembly and morphology of HIV : potential effect of structure on viral function AIDS 5: 617. 1991
- Coombs RW: plasma viremia in human immunodeficiency infection virus infection. N Eng J. Med 321:1626. 1989

- Pantaleo G et al:HIV infection is active and progressive in lynphoid tissue during the ckinically latent stage of disease. Narure 362:355 .1993

- Rosemberg PS et al: population –besed monitoring of an urban HIV /AIDS epidemic. Magnitude and trend I the district of Colombia. JAMA. 268:495 .1992

- Padian NS e al: female-to male trasmision of humman immunodeficency virusinfection. JAMA 266:1664. 1991

- Beral V et al: Kaposi’s sarcoma among person with AIDS : a sexual transmitted infection? Lancet 2:123. 1990

- Clerici M et al: interleukin 2 production used to detect antigenic peptide recognition by helper lymphocytes from asymptomatic HIV serpositive individuals : Nature 339:383, 1989

- Walker BD et HIV et al: specific citotoxic T lymphocites in serpositive individuals. Lancet 1 :902, 1987


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Inviato il: 25/10/2005 23:19
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Re: HIV e AIDS
#49
Ho qualche dubbio
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Grazie per i riferimenti Vucan.
Mi ci vorra' un po' di tempo ma vedro' se realmente contengono la dimostrazione che l'HIV e' la causa della sindrome da immunodeficienza acquisita.
Mi sembra pero' manchi quello del 1983-84 (periodo in cui Gallo fece il famoso annuncio) relativo alla individuazione del virus e alla dimostrazione della sua relazione con la patologia AIDS...... comunque capisco, anche Kery Mullis (premio Nobel per la PCR) ha avuto i suoi bei problemi per farselo indicare....

L'unica cosa che sono riuscito a scovare relativa a quel periodo e' un bel "Gallo et al. A pathogenic retrovirus (HTLV-III) linked to AIDS. The new england journal of medicine 1984, 311(20), 1292-1297."
Devo ancora legerlo, poi vi faccio sapere...

mbUTO
Inviato il: 26/10/2005 1:45
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  •  hi-speed
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Re: HIV e AIDS
#50
Sono certo di non sapere
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Per chi voleva partecipare alla conferenza del prof. Gallo :
per gravi motivi di salute il Prof. Robert Gallo è
impossibilitato a tenere la conferenza prevista per il giorno 27
ottobre presso la sala del Ridotto del Teatro Regio.
Con successivo avviso si comunicherà la nuova data.
Siamo spiacenti per il contrattempo.
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Inviato il: 26/10/2005 8:31
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  •  padma
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Re: HIV e AIDS
#51
Mi sento vacillare
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Vulcan, interssanti i tuoi post, come sempre..
Quello che continuo a chiedermi io, e su questo mi ripeto, è che la teoria "ufficiale" sull'AIDS è a dir poco lacunosa. Altrimenti non ci sarebbero tutti questi dissidenti, anche all'interno dello stesso ambiente medico.
I dubbi sorgono perché l'AIDS non si manifesta con sintomi particolari, ma attraverso patologie opportunistiche, perchè esistono casi di immunodepressione con tutta le patologie ma senza sieropositività (si può parlare di AIDS o no?), perchè ci sono sieropositivi da anni che non manifestano diminuzione significativa dei CD4 e conseguente AIDS. E, non ultimi, i dubbi sull'effettiva enorme diffusione dell'AIDS in Africa, viste le condizioni in cui viene diagnosticato e le condizioni di vita in generale..
Una piccola nota a parte poi sulle entrate che comporta per le case farmaceutiche, nonché dei vari truschini di Mr. Gallo & C...

Merita o no un approfondimento (come anche le teorie "alternative" sul cancro, o no?)???

Ciao e grazie
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The assumption that what currently exists must necessarily exist is the acid that corrodes all visionary thinking.
M.Bookchin
Inviato il: 26/10/2005 10:21
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  •  vulcan
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Re: HIV e AIDS
#52
Dubito ormai di tutto
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1.

Ciao Padma

Le tue domande sono calzanti e legittime .. ed il modo in cui si propongono lasciano adito a critiche “costruttive” ed obbligano ad una risposta.

PPoni il seguente quesito: I dubbi sorgono perché l'AIDS non si manifesta con sintomi particolari, ma attraverso patologie opportunistiche, perchè esistono casi di immunodepressione con tutta le patologie ma senza sieropositività (si può parlare di AIDS o no?)

Le immunodeficienze aquisite (AIDS da HIV ) o primitive che siano per definizione (le primitive sono quelle rare forme determinate da una carenza genica di determinate linee cellulari preposte alla difesa) inducono sintomi e malattia solo per insorgenza di infezioni oopportunistiche eneoplasie e soltanto in questo modo. Cosi come un diabetico che presenta una glicemia a 300 non avrà un ficco secco di sintomi …ed il vero diabete sarà invece le complicanze vascolari, cerebrali, renali, retiniche etc. .. a distanza d 20 30 anni ! E non certo la sua glicemia un poco mossa ..

L’assunto scientifico è che la immunosoppressione ( molto simile a quella di una cachessia neoplastica di un paziente semiterminale terminale) , determinando una abbassamento delle difese immunitarie determina uno squilibrio a favore di ospiti non desiderabili, che vanno dalle infezioni fungini alla broncopolmonite, dalle infezioni parassitarie ai linfomi di origine virale o alla TBC .. etc e forse allo stesso kaposi per presenza di una azione coovirale .. ( questa ultima è solo ipotesi di lavoro) Ma anche insorgenza spontanea di forme neoplastiche per degenerazione cellulare … dato il fatto che il nostro sist. Imm. opera di continuo in modo dinamico nel ridimensionare variazioni dallo standard cellulare e dalla invasione di agenti esterni aanche capaci di innescare una spinta tumorale.

Questo è il quadro dell’AIDS conclamato, in fase avanzata, ma rappresenta esclusivamente l’aisberg di tutta una serie di gradazioni fino al paziente completamente asintomatico.

Le infezioni opportunistiche rappresentano di fatto uno squilibrio difensivo in difetto nei confronti di “ mille “ agenti con cui noi veniamo costantemente in contatto e con cui conviviamo! Basti pensare solo al bacillo tubercolare con cui la stragrande maggioranza della popolazione ha un contatto … ma solo pochissimi sviluppano la malattia. Immagina un paziente in stato di immunosopressione come per esempio in una leucemia dove i globuli bianchi crollano radicalmente sotto i mille ..è infezione certa!

Lo stato immunodeficienza insorge costantemente nei pazienti neoplastici in un determinato momento del loro percorso di mallatia.. anche questa è una sindrome di immunodeficienza “aquisita”.

Ma una sindrome da immunodeficienza “X” non fa un malato di AIDS se prima non ne sia identificato con certezza il virus .. e considerato responsabile di una serie di eventi a cascata che colpiscono il sistema immunitario.
Quindi non si puo’ assolutamente parlare di AIDS in pazienti con immunodeficienza in cui non ci sia anche una diagnosi laboratoristica della presenza dell’HIV.
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Inviato il: 26/10/2005 17:31
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Re: HIV e AIDS
#53
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2.

Padma tu dici : perchè ci sono sieropositivi da anni che non manifestano diminuzione significativa dei CD4 e conseguente AIDS.

Riguardo a questo quesito neanche io sono in grado di darti una risposta ….. si tratta comunque di una minoranza di soggetti che verosimilmente presentano nel sistema immunitario ( un sistema dinamico e non statico) meccanismi tutt’ora sconosciuti .. ed in quanto al sistema immunitario nonostante si parli e straparli , questo è uno dei settori della medicina dove vige la massima “ignoranza”.. Basti pensare ad esempio a tutte la malattie autoimmuni di cui non si è ancora praticamente capito un c***o!
Ecco perché spiegato anche la levata di scudi anche nei confronti di vaccini indiscriminati!! …

Sappiamo soltanto che prima di determinarsi una azione lesiva sul sist. imm. Il periodo di incubazione puo’ essere molto lungo.. la persona è portatore del virus ma non è malato! Qualcuno non ha mai sviluppato la malattia !

Dal contagio … ( un virus raggiunge ad esempio la via ematica ) .. puo’ seguire ma non sempre , l’infezione ( la replicazione del virus sul vivente) … all’infezione segue la malattia ( ma non sempre) .. prima in un un modesto insieme di sintomi (sindrome) , fino alla presenza di una sindrome complessa rappresentata da un crollo del sistema immunitario .. ed in questa fase conclamata possiamo trovare di tutto!

La terapia viene instaurata nella fase di infezione dove si puo’ studiare l’entità della replicazione virale in modo diretto, ed indiretto attraverso il controllo dei CD4. Questo studio di entità della replicazione virale è buon predittore evolutivo.


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Re: HIV e AIDS
#54
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3.

padma : E, non ultimi, i dubbi sull'effettiva enorme diffusione dell'AIDS in Africa, viste le condizioni in cui viene diagnosticato e le condizioni di vita in generale..


Questo virus doveva essere endemico in Africa come un tempo da noi erano molte malattie .. e tra queste la TBC.
L’HIV dovrebbe essere la causa piu’ frequente di malattia da AIDS nel mondo mentre L’HIV2 sarebbe stato isolato la prima volta in Africa Occidentale nel 1986, ed era originariamente confinato in quella regione.

Tuttavia la letteratura scientifica sostiene che già allora diversi casi erano stati segnalati in Europa Sud America ,Canada.. e USA. . HIV2 è geneticamente correlabile nella sequenza nucleotidica a SIV dei mangabes neri (forse un tipo si scimmie?) , mentre HIV1 sarebbe più affine al SIV dello dello scimpanzé ed isolato nel 1990.

Cosa sia successo francamente non si capisce .. tuttavia una riflessione è d’obbligo se si pensa che la trasmissione sessuale è la forma di contagio prevalente.. a chi non piace ?

Ma non è che qualcuno si è s****o una scimpanzé?!!
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Re: HIV e AIDS
#55
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4
il dubbio di Padma :
Merita o no un approfondimento (come anche le teorie "alternative" sul cancro, o no?)???

Di sicuro si … io personalmente penso però che le incongruenze riscontrate non siano imputabili a cattiva fede (dissidenza) bensi a diatribe scientifiche , e che i punti oscuri , non siano frutto di lacune legate alla “cospirazone” bensi semplice ignoranza della medicina e delle scienze biologiche ..E magari anche in parte dovute a persone in ricerca di “primati”

Io comunque sono sempre all’erta!!

ciao
sergio
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Re: HIV e AIDS
#56
Dubito ormai di tutto
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Ciao Vulcan.

Mi interessa, se possibile, un tuo parere sull'articolo a continuazione:

AIDS e HIV

" ..Sappiamo che errare è umano, ma l'ipotesi Hiv-Aids è un errore macroscopico. Lo dico forte e chiaro per mettere in guardia la gente.."

Kary B. Mullis
Premio Nobel per la Chimica nel 1993 per aver scoperto
la PCR (Polymerase Chain Reaction) reazione a catena della polimerase
________________________________________

Oggi il movimento del dissenso raccoglie oltre 700 firme tra virologi, infettivologi, epidemiologi ed altri specialisti di 23 nazioni tra cui 3 premi Nobel, tutti indignati dalla colossale mistificazione e speculazione imbastita intorno all'AIDS.
Sono passati oltre 12 anni da quando le autorità sanitarie hanno cominciato ad annunciare al mondo intero che l'umanità era minacciata da una nuova terribile peste, la cosiddetta "peste del 2000" che nell'arco di pochi anni avrebbe colpito decine e decine di milioni di persone continuando ad espandersi a macchia d'olio fino a diventare veramente il flagello del secolo che sta per finire e di quello che sta per cominciare.
Nonostante questi allarmi spaventosi, però, l'AIDS continua a restare una epidemia molto più piccola di quel che si vuol far credere, confinata in Occidente ad alcuni gruppi a rischio ben precisi; ed in Africa gonfiata da una definizione artificiosa, capace di riunire sotto il suo largo ombrello malattie antiche cambiandone il nome.
La teoria ufficiale non è tuttora in grado di spiegare in quale modo il virus HIV possa provocare le malattie che gli vengono imputate. Tale teoria descrive l'AIDS come una malattia infettiva provocata dal virus HIV che distrugge pian piano le cellule del sistema immunitario, lasciando l'organismo indifeso di fronte a malattie "opportunistiche". Il virus penetra nell'organismo di un dato soggetto attraverso un contatto con sangue o sperma infetto. Questa infezione virale provoca una reazione anticorpale inefficace, utile solo ad essere registrata con i cosiddetti test dell'AIDS (o anti-HIV). La sieropositività costituirebbe il segnale di una malattia subdola, progressiva, inesorabile nella gran parte dei casi.
Dunque AIDS è un termine calderone che raccoglie condizioni eterogenee e disparate. Si tratta di condizioni che vengono tra loro associate solo quando il risultato del test dell'AIDS è positivo. Se il risultato è negativo, le stesse malattie vengono chiamate con il loro vecchio nome.
1) Assenza di correlazione tra risultati del test e malattia:
Una peculiarità delle malattie infettive virali è che hanno una causa unica (il virus), e ovviamente non possono verificarsi in sua assenza. Così non c'è varicella senza il virus della varicella, non c'è morbillo senza il virus del morbillo e così via. La letteratura medica ha registrato migliaia di casi di AIDS sieronegativi (cioè presentavano i sintomi ma il test era negativo), e sieropositività (test positivo) in assenza di AIDS.
La reazione al test, evidentemente capricciosa, può legarsi alla salute come alla malattia, è spesso associata ad un aumento aspecifico delle immunoglobuline, il che si verifica in molte situazioni, come nel corso di malattie autoimmuni, di infezioni croniche, di malaria, di parassitosi, talvolta anche per motivi banali come una vaccinazione antinfluenzale.
2) L'AIDS non si comporta come una malattia infettiva contagiosa:
Nonostante l'allarmismo, l'AIDS è rimasto confinato a gruppi in cui sono presenti fattori di rischio ben precisi:
a) tossicodipendenti: (circa il 32% dei malati in USA e il 60% in Italia) si tratta di individui che oltre a subire gli effetti negativi dell'eroina, della cocaina, dell'alcool, delle anfetamine e di altre sostanze psicotrope, si alimentano in maniera scorretta ed insufficiente e sono colpiti in modo più o meno continuo da infezioni multiple. In queste condizioni di immunodepressione (molte droghe hanno effetto depressivo sul sistema immunitario). Anche i figli di madri tossicodipendenti ricevendo per via uterina tossine dalla madre possono presentare una sieropositività alla nascita.
b) omosessuali: (circa il 62% in USA e il 48% in Europa) il problema riguarda gli utilizzatori sistematici di droghe multiple, cocaina, extasy, alcool, nitriti assunti per via inalatoria a forti dosi (i nitriti sono sostanze molto reattive, causano immunodepressione, e vengono utilizzati per il loro effetto afrodisiaco e rilassante per la muscolatura sfinterica).
c) emofiliaci (circa l'1% in USA e il 3% in Europa). I carichi di proteine estranee sono essi stessi immunodepressivi sia in emofiliaci sieropositivi che sieronegativi.
3) Non esistono studi che dimostrino che l'AIDS è causato dall'HIV:
Kary Mullis Premio Nobel per la chimica nel 1993 per aver inventato la PCR (Reazione Polimerasica a Catena) interpellò svariati virologi ed epidemiologi su dove trovare il riferimento bibliografico che spiegasse come l'HIV provochi l'AIDS. Ma nessuno dei colleghi fu in grado di precisarlo.
4) La definizione della malattia:
Essa comprende un alto numero di malattie già conosciute, attualmente esse sono ben 29! Queste malattie non sono affatto associate sempre ad immunodeficienza, sono definite AIDS se associate ad un test positivo. Se una persona ha la tubercolosi e risulta sieropositiva allora "ha l'AIDS". Se invece ha la tubercolosi ed il test è negativo, allora ha "soltanto la tubercolosi"
5) Incubazione misteriosa:
Tutte le malattie infettive virali, salvo rare eccezioni, hanno una incubazione breve, di pochi giorni o settimane. L'incubazione del virus dell'AIDS è stata calcolata inizialmente attorno ai 18 mesi, per aumentare poi di anno in anno, fino a raggiungere nel 1992, i 10/14 anni. A questo super-virus viene attribuito di tutto. Di volta in volta può essere furbissimo, tanto da sfuggire ad ogni tentativo di controllo da parte dei ricercatori, o viceversa, completamente "scemo".
6) L'allarme prostitute:
Le prostitute non potevano non diventare le vittime designate delle campagne propagandistiche dei tutori della nostra salute fisica e morale. Sennonché, via via che passavano i mesi, si è visto che il tasso di sieropositività era estremamente basso tra le prostitute. Al 31 Marzo 1995, su 27.043 casi solo 22 riguardavano prostitute non tossicodipendenti (non dipende dalla maggior protezione, perché quelle stesse prostitute presentavano un alto tasso di infezioni sessuali).
7) La terapia con AZT:
Sintetizzato nel 1964 come farmaco antitumorale. Rimase inutilizzato per 20 anni, poiché si constatò sperimentalmente che i topi leucemici trattati morivano in numero maggiore di quelli non trattati. Ma perché questo farmaco così tossico, cancerogeno e privo di effetti benefici continua ad essere somministrato? La Wellcome (casa farmaceutica produttrice) ha venduto 0.9 tonnellate nel 1987, ed è passata a 44.7 tonnellate nel 1992. Il costo dell'AZT per malato è di circa 450.000 lire al mese. Il profitto lordo per la Wellcome nel 1993 è stato di 586 miliardi di lire l'anno.
Da tempo i settori più reazionari del mondo politico e religioso occidentale erano alla ricerca di pretesti scientifici cui ancorare le loro offensive puritane e restauratrici. Un primo tentativo fu compiuto alla fine degli anni '70, con una raffica di informazioni più o meno terroristiche sulle malattie veneree. Ma l'AIDS sembrò l'occasione d'oro. Qui si delineava una malattia non solo sessuale ma mortale e invulnerabile agli arsenali medici esistenti. Insomma una malattia inventata su misura per i sessuofobi di ogni stampo e di ogni paese.
Kary B. Mullis (Premio Nobel per la Chimica): Il mistero che circonda quel dannato virus è il frutto inevitabile di quei due miliardi di dollari che ci spendono sopra ogni anno. Se prendessimo un qualsiasi altro virus e spendessimo due miliardi di dollari ogni anno per studiarlo, state certi che anche quel virus produrrebbe misteri a bizzeffe.
Tratto da: "AIDS la grande truffa" di Luigi De Marchi e Franco Franchi
NEXUS NEW TIME edizione italiana n°5.

AZT

L’AZT, sostanza contenuta nello sperma delle aringhe.
Data la sua elevatissima tossicità è impiegato come base per il veleno per topi.
Quindi, per anni, la medicina ha sperimentato sugli esseri umani un potentissimo topicida, e continua a farlo tuttora.
Non staremo qui a scendere nel “tecnico” su come agisce (per chi volesse saperne di più: “AIDS Gate” http://aliveandwell-eugene.dreamhost.com/aidsgate/ ), comunque l’AZT era stato utilizzato in medicina per distruggere le cellule malate, cancerose, ed impedirne la riproduzione. Fu un fiasco clamoroso. Innanzi tutto si scoprì subito che causava altri cancri, e successivamente che tutti i pazienti trattati con AZT morivano molto prima rispetto a quelli che non avevano ricevuto il trattamento (infatti, ripetiamo, si tratta di VELENO PER TOPI). Anzi, impediva anche di studiare l’evoluzione dei tumori, perché i pazienti morivano precocemente di avvelenamento da AZT. E la ragione è proprio abbastanza semplice: l’AZT non è come i moderni missili “intelligenti” americani, che lanciati contro obiettivi militari, vanno a colpire infallibilmente gli asili e gli ospedali iracheni. Esso non sa quali sono le cellule buone e quelle cattive, le attacca tutte quante e basta. Ovviamente la spiegazione scientifica è ben più complessa e articolata, ma più o meno questo è quello che succede con l’AZT.
Si disse allora che era una questione di dosaggi. Alte dosi uccidevano in breve tempo, ma dosaggi più bassi erano presumibilmente “benefici”. Così vennero fatte altre sperimentazioni su svariate patologie, fra cui soprattutto psoriasi e malattie della pelle. Roba da matti. Inutile dire che fu ben presto accantonato.

Va detto che le case farmaceutiche, siccome ricevono parecchi finanziamenti anche in denaro pubblico per le ricerche, spendono ogni anno montagne di soldi nella ricerca e creazione di nuovi farmaci. Ma molti di questi sono puramente speculativi. Il composto chimico magari funziona, produce alterazioni a vari livelli, e viene anche sperimentato su uomini (carcerati, malati di mente …) e animali, ma non ha malattie specifiche da curare, non si sa a cosa possa servire, così viene messo nel cassetto, in attesa che salti fuori la malattia o la scusa buona per tirarlo fuori.
Così è stato per l’AZT.

Vent’anni dopo, con l’avvento di una malattia così “mortifera e terrificante” come l’AIDS, la Wellcome rimise prontamente mano alla sua mirabile invenzione, affermando teorie folli, per cui l’AZT, prima di ammazzare le cellule, ammazzava i virus, ed essendo la recentissima scoperta di Gallo causata da un virus (l’HIV), terapie brevi e mirate sarebbero state efficacissime. La FDA (Food and Drug Administration, l'ente statunitense che verifica l'efficacia dei farmaci) lo approvò ufficialmente solo nel 1987, ma ne consentì l’uso in via sperimentale fin dalla “scoperta” dell’HIV (1984), anche in associazione con altri farmaci, come del resto, aveva già fatto in precedenza autorizzandone l’uso per altre patologie (cancri, ecc.), sin dal 1964.
Ricomincia la storia. La gente trattata con AZT sebbene in alcuni casi sembri avere un temporaneo, brevissimo miglioramento, si ammala definitivamente e muore.
Ma invece di sospenderne l’uso, arriva la teoria più demenziale: non bisogna usarlo da solo, ma associato ad altri farmaci che ne limitino i danni e ne integrino l’azione.
Chissà quanti malcapitati si sono ritrovati a dover prendere dosi incredibili di farmaci di ogni genere, fra cui l’AZT, nella speranza di curare una malattia che neanche esiste nei termini in cui viene presentata, morendo di intossicazione da farmaci.
L’AZT è stato usato indiscriminatamente su soggetti già debilitati, donne in gravidanza, neonati.
Moltissimi sono i casi di persone che accortesi del rapido peggioramento con l’AZT, hanno smesso di prendere ogni farmaco, salvandosi dalla morte, e creando quella casistica che la medicina ufficiale non sa spiegare, di soggetti che pur essendo sieropositivi non si ammalano e non muoiono.
Come cresce la voce del dissenso e l’informazione (controinformazione), sempre di più sono le persone che si salvano da una morte imminente annunciata come inevitabile.
A Londra, i superstiti pubblicano la rivista “Continuum”. In Olanda collaborano con la Fondazione per la Ricerca Alternativa sull'AIDS (SAAO), in Svizzera da anni sono attivi gruppi di auto aiuto e controinformazione sull’AIDS che hanno preso piede un po’ in tutta Europa.
La maggioranza delle persone colpite dall'AIDS che sono sopravvissute alla malattia lo hanno fatto grazie a grandi dosi di volontà e di senso critico, assumendo costumi di vita coscienti e responsabili, e perché no, anche antagonisti.
Il famoso campione Earvin "Magic" Johnson, risultato sieropositivo nel 1991, pare abbia assunto AZT per pochi giorni, risultandone debilitato, e che abbia subito smesso.
La sua salute migliorò subito, tanto che vinse alle Olimpiadi del 1992. In una recente conferenza stampa Magic ha dichiarato di non essere più malato di AIDS.
Un altro dei tanti misteri dell’AIDS.
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La democrazia è il sistema perfetto per tenere mansueti e silenziosi i cittadini, facendo loro credere di possedere un potere di scelta che in realtà non hanno e non hanno mai avuto.
Inviato il: 31/10/2005 12:19
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  •  vulcan
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Re: HIV e AIDS
#57
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1. il dissenso

Oggi il movimento del dissenso raccoglie oltre 700 firme tra virologi, infettivologi, epidemiologi ed altri specialisti di 23 nazioni tra cui 3 premi Nobel.

Che ci siano scienziati che “dissentano” da una versione scientifica non dimostra affatto che una presunta verità scientifica sia un falso. Semmai può sollevare interrogativi.

Il termine dissenso esprime prevalentemente posizioni “ideologico-politiche, ed esso non si addice alle controversie scientifiche, in quanto fa supporre a priori che chi dissente sia necessariamente dalla parte della verità denunciando un presunto complotto. In materia scientifica infatti, sono veramente poche le cose opinabili ed esse appartengono prevalentemente alla fase della teorizzazione.

Ad esempio tutti i meccanismi che possono essere alla base , partendo da un virus dello sviluppo di una immunodeficienza.
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Inviato il: 31/10/2005 17:42
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  •  vulcan
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Re: HIV e AIDS
#58
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2. la conoscenza

La teoria ufficiale non è tuttora in grado di spiegare in quale modo il virus HIV possa provocare le malattie che gli vengono imputate.

Ci sono tantissime malattie oggettivabili, misurabili, trattabili, e di cui ancora non abbiamo capito un ficco secco … esse nelle scienze biomediche sono la maggioranza!Allora? O forse c’è qualcuno che crede ancora che le scienze biomediche abbiano raggiunto delle verità consolidate a portata di mano?
Sono realmente poche le cose di cui possiamo essere certi … tra l’uomo e le scienze biologiche c’è il medesimo rapporto che esiste tra un bambino dell’asilo e il linguaggio…

.. noi stiamo appena iniziando a balbettare !
L’AIDS non fa eccezione a questa triste realtà!
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Inviato il: 31/10/2005 17:43
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Re: HIV e AIDS
#59
Dubito ormai di tutto
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3. la correlazione

Assenza di correlazione tra risultati del test e malattia:

Molte malattie virali e non solo, decorrono spesso in modo asintomatico o paucisontomatico…… in assenza di vera malattia, ciononostante è possibile in quel frangente isolare la presenza dell’agente e/o identificarlo attraverso l’isolamento di specifici titoli anticorpali.

In alcuni casi di malattia specifica non sia ha la possibilità di isolare o identificare l’agente anche indirettamente. In questi casi rimane a disposizione solo il quadro clinico per avvicinare la diagnosi.

E’ poco? Non c’è altro!

Nel caso ad esempio di tutte le mallatie virali esantematiche come morbillo, varicella etc la diagnosi non è affidata al laboratorio bensi alla clinica.
Nel caso dell’immuonodeficienza aquisita, questa risulta aquisita da HIV solo a condizione che se ne dimostri questa specifica correlazione. (AIDS)
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Re: HIV e AIDS
#60
Dubito ormai di tutto
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4. reazioni aspecifiche

L’errore di identificazione della sieropositività-sieronegatività è legata ai limiti delle reazioni di laboratorio. (vedi i post precedenti). Che poi la sieropositività possa scaturire in un soggetto affetto da sindrome influenzale mi stride assai.

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