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1 Utenti anonimi
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Re: Quale lingua per l'Europa? | #121 |
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 3/4/2005
Da Atene
Messaggi: 8134
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In aggiunta al sostegno giuridico da parte della Repubblica di San Marino, l'AIS è sostenuta finanziariamente, dal Settore SostenitoriMa ci sono tanti altri simpatici sistemi, per finanziare l'esperanto. Ad esempio: Project: ECHANGEorganised by the European Union
a two-weeks experiment in the communication and language field
between sister (twinned) towns and villages having partners
in more than two other language zones
respectively different linguistic background. [...]
- Who should cover the cost of each project
> partly the twinned towns and village themselves in the framework of their budget foreseen for twinning activities
> partly the budget foreseen for projects within the Year of the languagesIn entrambi i casi, con i nostri soldi. Ci piaccia o no. PS: ma Giulio è entrato in automatico?
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Ashoka |
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Re: Quale lingua per l'Europa? | #122 |
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 11/7/2005
Da
Messaggi: 3660
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Giulio957 no te entiendo: da una parte lamenti che Citazione: Se l'Unione Europea non arresta la corsa al monolinguismo e non torna al pluralismo linguistico perde la sua legittimità e il diritto di esistere. E' per questa ragione, che noi chiediamo ai cittadini europei di avvalersi di tutta la loro influenza politica per lottare contro l'evoluzione dell'Europa verso il monolinguismo. dove per monolinguismo intendi Citazione: La scelta dell'inglese come lingua dominante e proponi: Citazione: Il rispetto della diversità linguistica e culturale nella elaborazione di tutte le politiche comunitarie. Très Bien! Dall'altra però affermi invece che: Citazione: Anche l’Europa deve darsi una lingua comune se vuole essere un’entità politica sia pure basata sul principio confederale.
Perché non proporre l’Esperanto, oltre che come lingua di scambio su scala planetaria, anche come lingua ufficiale della Comunità Europea?
L’Esperanto è nato per essere una lingua universale e ne ha tutte le caratteristiche.
La principale, ovviamente, è quella di essere una lingua neutrale.
Da quanto posso intendere non trovi giusto che l'inglese si affermi come koiné glossa, ruolo a cui è arrivata certamente attraverso vicissitudini storiche ed economiche ma soprattutto perché la gente la utilizza come tale, mentre vedresti di buon occhio la scelta dell'esperanto uber alles perché lingua artificiale e calata dall'alto. Non vi è una contraddizione in questo ragionamento? Da una parte sostenere che ratificando la supremazia de facto dell'inglese si metta a repentaglio la libertà linguistica e dall'altra appoggiare l'imposizione dall'alto di una lingua nuova ed artificiale? O forse il motivo è un altro: Citazione: Un errore comune è quello di confondere "globalizzazione" con "americanizzazione" La guerra fatta dagli americani è cattiva mentre la pace sancita dall'Onu è buona, sebbene una bomba sganciata sotto l'egida dell'Onu uccida tanto quanto una bomba made in USA. Preferisco una koiné eirene frutto dell'interazione tra diverse realtà in equilibrio dinamico tra loro rispetto ad una sorta di pax romana imposta manu militari dall'Onu. E lo stesso per la lingua.. e continuerò a parlare quella nata nella mia rodinaCereaAshoka
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florizel |
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Re: Quale lingua per l'Europa? | #123 |
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 7/7/2005
Da dove potrei stare meglio.
Messaggi: 8195
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Citazione: Un errore comune è quello di confondere "globalizzazione" con "americanizzazione" In un mondo che si restringe, nel momento di scegliere una lingua di lavoro comune nell’UE dobbiamo guardare anche attraverso i limiti dell’UE perché qualsiasi lingua scelta sarà di un’importanza enorme per il mondo intero. Il mondo ha oggi un grande bisogno di una lingua comune per la comunicazione tra differenti regioni linguistiche. Non di meno perché il mondo diventa sempre più complesso e perché le comunicazioni internazionali accrescono rapidamente.
Se l’UE può accordarsi su una lingua di lavoro comune e sull’insegnamento di questa in tutte le scuole dei paesi dell’UE, allora questa lingua diventerà una lingua mondiale e anche la lingua ufficiale dell’O.N.U., e questo a causa della sempre maggior importanza del ruolo dell’UE nell’economia mondiale. lesso e perché le comunicazioni internazionali accrescono rapidamente. LINGUA MONDIALE. Et voilà.L'europeizzazione è servita. Comprendemos,ahora.
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"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando Libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi". Vittorio Arrigoni
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Re: Quale lingua per l'Europa? | #124 |
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 21/1/2006
Da Roma
Messaggi: 64
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Citazione: Non vi è una contraddizione in questo ragionamento? Da una parte sostenere che ratificando la supremazia de facto dell'inglese si metta a repentaglio la libertà linguistica e dall'altra appoggiare l'imposizione dall'alto di una lingua nuova ed artificiale? Tutte le lingue hanno pari dignità, compreso l'inglese di cui non possiamo fare a meno. Non è accettabile che l'inglese venga imposto in modo subdolo (americanizzazione). Quando il Mondo era diviso in due blocchi quello che da noi succede e succedeva con l'inglese, nei paesi del Patto di Varsavia succedeva con il russo. Non è accettabile che l'inglese, in quanto lingua etnica del paese che politicamente e culturalmente ci colonizza, debba prepotentemente imporsi sulle altre lingue. Da qui la necessità di scegliere una lingua neutra di scambio che, proprio perchè scelta e non imposta, garantirebbe il principio della democrazia linguistica e si porrebbe a tutela dell'attuale patrimonio linguistico. Sull'argomento esistono studi e ricerche. L'esperanto è l'unica, tra le tante lingue "artificiali" proposte ad essersi affermata dimostrando di avere tutte le caratteristiche per poter assurgere al ruolo di lingua franca internazionale. Anche Umberto Eco ne parla nel suo libro "Alla ricerca della lingua perfetta". Una curiosità: uno dei primi illustri esperantisti è stato Leone Tolstoj. Un saluto Giulio
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Re: Quale lingua per l'Europa? | #125 |
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 25/6/2004
Da
Messaggi: 3996
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Sapete che si puo' studiare a livello universitario in esperanto?
Probabilmente non molti ne sono a conoscenza, chissà per quale strano motivo.
L'AIS non cura tutto lo scibile universale, ma predilige studi che riguardano l'internazionalita' della scienza, e che non sempre si trovano nei curricula delle universita' nazionali: eurologia, pedagogia cibernetica, turismo, storia della scienza, letteratura comparata; ma ha anche, ovviamente, alcuni corsi in discipline piu' tradizionali, come informatica, matematica, filosofia, statistica.
Manca qualcosa, tuttavia non mi stupisce.
I docenti appartengono ad universita' qualificate come ad esempio Gottinga, Bonn, Monaco, Torino, Padova, Roma, Vienna, Paderborn, Uppsala. Tra i docenti c'e' un premio Nobel e membri di accademie scientifiche nazionali ed internazionali.
Ah ecco... Dove si firma?
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Tutte le lingue hanno pari dignità, compreso l'inglese di cui non possiamo fare a meno.
Fammi indovinare: e comprese quelle inventate a tavolino per unire l'umanità mondiale e globale. Tutte le lingue sono uguali, siamo tutti uguali, siamo tutti fratelli, una storia vale l'altra, una tradizione vale l'altra, il mondo è uno.
Non è accettabile che l'inglese venga imposto in modo subdolo (americanizzazione). Quando il Mondo era diviso in due blocchi quello che da noi succede e succedeva con l'inglese, nei paesi del Patto di Varsavia succedeva con il russo. Non è accettabile che l'inglese, in quanto lingua etnica del paese che politicamente e culturalmente ci colonizza, debba prepotentemente imporsi sulle altre lingue.
Quale lingua etnica? Quelli ormai, poverelli, parlano qualche strano dialetto importato dal Messico.
Da qui la necessità di scegliere una lingua neutra di scambio che, proprio perchè scelta e non imposta, garantirebbe il principio della democrazia linguistica e si porrebbe a tutela dell'attuale patrimonio linguistico.
E non imposta. Prima però avevamo la scelta politica. Che strano.
Quel "neutra" mi ricorda il "neuter" che solitamente viene applicato ai piccoli animali domestici. Forse in esperanto i due concetti sono simili?
Sull'argomento esistono studi e ricerche.
Proviamo a riassumerle brevemente.
Se l'esperanto suscitasse l'interesse di qualcuno, oppure avesse un utilizzo concreto, il consumatore non vedrebbe l'ora di spendere il proprio denaro in corsi di esperanto. I corsi di esperanto non ci sono, e quando ci sono non se n'era accorto nessuno, ergo dobbiamo dedurre che l'esperanto non interessa a nessuno tranne a) agli appassionati b) a chi si culla in fantasie mondialiste.
Dato che l'esperanto esce miseramente sconfitto dal confronto con inglese, francese, spagnolo, turco, greco, badombese, l'unica soluzione è proporre la scelta politica, ovvero l'imposizione e la promozione con il denaro pubblico (quindi rubato) e l'istruzione pubblica (quindi imposta). In pratica, l'ennesimo miserabile sussidio ad un'entità moribonda, che lasciata al suo destino avrebbe fatto la fine che meritava. La soluzione più semplice, come sempre, è creare una domanda artificiale con la scusa della scelta politica.
Ricordate, bambini: ogni volta che lo Stato promuove qualcosa, si tratta di qualcosa che a) non voleva nessuno, b) costava più di ciò che era già disponibile, c) si presta a qualche manovra per "creare una nuova società, una nuova cultura" o qualche altra scemenza. La cavia per questi esperimenti sociali è sempre l'Occidente Opulento, che deve scontare i suoi peccati: mai una volta che l'esperimento sociale riesca a salvare il solito Zimbabwe.
L'esperanto è l'unica, tra le tante lingue "artificiali" proposte ad essersi affermata dimostrando di avere tutte le caratteristiche per poter assurgere al ruolo di lingua franca internazionale.
Qualcuno ha mai chiesto di avere una "lingua franca internazionale?"
Anche Umberto Eco ne parla nel suo libro "Alla ricerca della lingua perfetta".
"E se lo dice Eco..."
Una curiosità: uno dei primi illustri esperantisti è stato Leone Tolstoj.
Tanto illustre che ce lo indichi come curiosità...
Questo nulla toglie al valore dell'esperanto, naturalmente, ma non venitemi a raccontare la boiata della lingua mondiale e solidale per creare l'uomo nuovo con la nuova etica secolare della solidarietà laica intrisa di immigrazione forzata ed utopie sincretiche, altrimenti - indovinate? - mi girano los cojones.
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In un mondo che si restringe, nel momento di scegliere una lingua di lavoro comune nell'UE dobbiamo guardare anche attraverso i limiti dell'UE perché qualsiasi lingua scelta sarà di un'importanza enorme per il mondo intero.
Perché ovviamente il mondo intero è lì fermo che aspetta una Soluzione Internazionale decisa da qualche comitato.
Il mondo ha oggi un grande bisogno di una lingua comune per la comunicazione tra differenti regioni linguistiche.
Eh certo, altrimenti come si fa? Infatti stiamo tutti aspettando l'esperanto. In Cina parlano solo cinese, poverelli, aiutiamoli.
Non di meno perché il mondo diventa sempre più complesso e perché le comunicazioni internazionali accrescono rapidamente.
E dato che il mondo diventa più complesso, inventiamo una nuova lingua artificiale.
Se l'UE può accordarsi su una lingua di lavoro comune e sull'insegnamento di questa in tutte le scuole dei paesi dell'UE, allora questa lingua diventerà una lingua mondiale e anche la lingua ufficiale dell'O.N.U., e questo a causa della sempre maggior importanza del ruolo dell'UE nell'economia mondiale.
Non mi risulta che nessuno abbia chiesto una "lingua ufficiale dell'ONU." Serve una lingua ufficiale per rubare e stuprare le ragazzine in Congo?
L'esperanto sarà anche la risposta, peccato che nessuno abbia fatto la domanda.
Se devo dire a Kofi Annan di andare a farsi fottere vi assicuro che mi metto volentieri a studiare il suo idioma, qualunque esso sia.
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Re: Quale lingua per l'Europa? | #126 |
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 21/1/2006
Da Roma
Messaggi: 64
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Nel 1976, trenta università e istituti superiori distribuiti in quindici Paesi insegnavano ufficialmente l'esperanto; tali cifre si sono elevate rispettivamente a 56 e a 15 nel 1981, a 79 e 17 nel 1983, a 125 e 28 nel 1986. Il valore multilaterale di questa lingua è stato illustrato e riconfermato da interessanti ricerche realizzate dal 1975 al 1982 dall’Istituto di Cibernetica di Paderborn e Berlino con la partecipazione di circa 600 studenti. I risultati mostrano che il livello degli alunni, che hanno seguito un corso di Esperanto come “corso di orientamento linguistico”, era in media superiore a quello dei loro condiscepoli nelle quattro aree: geografia, matematica, lingua materna e lingua straniera (inglese). Chi è interessato ad approfondire l'argomento puo' facilmente trovare in rete tutta la documentazione possibile. Purtroppo la questione linguistica non viene affrontata dai mass media (censura? tabu'?) ragione per cui esiste una diffusa ignoranza sull'argomento e sull'esperanto. Uno tra i tanti link che potrei segnalarvi è questo: http://www.disvastigo.it/approfondimenti/approfondimenti_49.htmPuo' essere altresì interessante dare uno sguardo alla tv esperantista presente sul web: http://www.internacia.tv/Un saluto Giulio
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Re: Quale lingua per l'Europa? | #127 |
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 25/6/2004
Da
Messaggi: 3996
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Renzo Titone è titolare della cattedra di Psicopedagogia del linguaggio e della comunicazione nella Facoltà di Psicologia dell’Università di Roma “La Sapienza” e professore di Psicolinguistica Applicata nell’Università di Toronto, in Canada. Ha pubblicato circa 100 volumi su argomenti di pedagogia, linguistica, glottodidattica, psicolinguistica e oltre 400 articoli scientifici sugli stessi argomenti.
Ha fondato nel 1968 e dirige tuttora la “Rassegna Italiana di Linguistica Applicata”. È consulente dell’Unesco e del Consiglio d’Europa per le lingue straniere. Ha diretto in Italia, per il Ministero della Pubblica Istruzione, la sperimentazione che ha portato all’introduzione dell’insegnamento della lingua straniera nella scuola elementare.
Ovvio, no?
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Re: Quale lingua per l'Europa? | #128 |
Mi sento vacillare
Iscritto il: 28/9/2005
Da ROMA
Messaggi: 347
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Citazione: da Max_Piano su 17/3/2006 12:13:41 ogni lingua ha alle spalle un universo di cultura, tradizione, storia ... per la 1volta siamo daccordo
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GIORNALISTA TERRORISTA
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Re: Quale lingua per l'Europa? | #129 |
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 21/1/2006
Da Roma
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Sottopongo all'attenzione di questo forum il brano che segue, tratto da: http://www.centrostudilaruna.it/linguaoccidentelingueeuropa.html... In un discorso pronunciato il 22 maggio 1995 a Bologna, in occasione della 50a Giornata della Società Dante Alighieri, Giovanni Nencioni disse: "non conviene dar peso agli anglismi di moda, snobistici, destinati a tramontare (...) né a quelli che ammiccano intenzionalmente all'appartenenza al costume straniero, come fast food, che in bocca italiana ha la stessa intenzione connotativa di pizza o spaghetti in bocca americana". Il vero problema, secondo l'autorevole esponente dell'Accademia della Crusca, sarebbero gli anglismi scientifici e soprattutto quelli tecnologici. E a tale proposito, Nencioni richiamava un analogo precedente della storia linguistica italiana: "la penetrazione, nell'Italia settecentesca, della cultura illuministica per mezzo del principale suo strumento, la lingua francese, che inondò l'italiano di francesismi, provocando una sdegnata reazione puristica". Omnis comparatio claudicat, e questa analogia zoppica in maniera particolare. Lo stesso Nencioni d'altronde rilevava la differenza tra il francese del Settecento e il tipo di inglese attualmente in uso: "Quel francese era la raffinata voce del più elevato strato etico e speculativo di una cultura nazionale non molto settorializzata e radicata in un profondo humus umanistico", mentre l'inglese attuale "ha assunto il compito di pragmatico interprete di relazioni internazionali e di diffusore dell'attività scientifica e tecnologica del mondo anglosassone (e del restante mondo che condivide quell'attività), con spirito, se non culturalmente neutrale, prevalentemente strumentale. Funge infatti da lingua settorialmente specificata (bancaria, commerciale, diplomatica, informatica ecc.) oppure circùita, nei suoi limiti di lingua naturale, quei risultati delle scienze pure ed applicate che negli aspetti più esoterici ed essenziali si servono di codici artificiali accessibili ai soli iniziati". E' interessante che ad un intellettuale insospettabile come Nencioni sia venuto spontaneo evocare, in relazione alla funzione attualmente svolta dall'inglese, le nozioni di "esoterismo" e di "iniziazione". Per quanto ci concerne e per restare in tale ambito di concetti, dobbiamo dire che più d'una volta siamo stati tentati di riconoscere nell'inglese odierno le caratteristiche di una "lingua sacra", ma, ovviamente, in quel senso invertito del termine che si rapporta all'idea di "controiniziazione", intesa nei termini precisati da René Guénon. Infatti, come la fase odierna della Zivilisation è caratterizzata da una parodia della religione (la New Age), del diritto sacro (i "diritti dell'uomo"), del culto dei martiri (l'”Olocausto”), del messianismo escatologico (la fine della storia all'insegna dell'universal trionfo liberalcapitalista), della musica liturgica (il jazz e il rock), dei luoghi di pellegrinaggio (New York), così l'Occidente ha anche una sua "lingua sacra": l'inglese, per l'appunto. Nella sua valenza di lingua mondialista, l'inglese ci si presenta dunque come la contraffazione parodistica di quelle lingue, propriamente sacre o anche solo liturgiche, che hanno svolto o ancora svolgono una funzione di universalità rispetto ad una corrispondente ecumene tradizionale: ad esempio il cinese, il sanscrito, il latino, l'arabo.
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Re: Quale lingua per l'Europa? | #130 |
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 21/1/2006
Da Roma
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Alle 11.45 del 22 marzo 2006, al quesito posto da Der Standard.at/Politik ( http://derstandard.at/?url=/?id=2375931) sulla lingua europea, si registravano le seguenti preferenze: Esperanto 51,4 % Tedesco 18,4 % Inglese 16,1% Francese 6,5% Spagnolo 1,1%
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Re: Quale lingua per l'Europa? | #131 |
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 3/4/2005
Da Atene
Messaggi: 8134
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A quanto pare, nel Mondo Nuovo che è Uno, la Lingua è Una, e il dialogo non si usa più...
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Re: Quale lingua per l'Europa? | #132 |
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 25/6/2004
Da
Messaggi: 3996
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A quanto pare, nel Mondo Nuovo che è Uno, la Lingua è Una, e il dialogo non si usa più...Quando vorrò la tua opinione voterò democraticamente affinché lo Stato (o l'Europa) te ne fornisca una.
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Re: Quale lingua per l'Europa? | #133 |
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 21/1/2006
Da Roma
Messaggi: 64
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Nel luglio 1996 il Simposio Nitobe delle Organizzazioni Internazionali riunì un gruppo di esperti indipendenti a Praga, Repubblica Ceca, con l'incarico di controllare l'allora attuale situazione dell'esperanto, proponendo il suo inserimento nei dibattiti in corso sui diritti linguistici e la politica delle lingue. Il Manifesto di Praga, moderna replica della dichiarazione dei valori e degli scopi che caratterizzano il movimento esperantista, sottolinea la democrazia linguistica e la conservazione delle diversità linguistiche. Negli ultimi tempi, tra coloro che parlano esperanto si possono contare il premio Nobel 1994 Reinhard Selton, il campione del mondo di scacchi 1996 Zsuzsa Polgár, e Tivadar Soros, padre del finanziere George Soros.
Saluti Giulio
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Re: Quale lingua per l'Europa? | #134 |
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 3/4/2005
Da Atene
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Quando vorrò la tua opinione voterò democraticamente affinché lo Stato (o l'Europa) te ne fornisca una.Grazie! Ora posso tornare alla mia baracca... oops, volevo dire alloggio comune armonizzato con l'ambiente. Tivadar Soros, padre del finanziere George Soros. Allora siamo a posto. A che ora parte il treno?
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Re: Quale lingua per l'Europa? | #135 |
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 25/6/2004
Da
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Haskell is a wide-spectrum language, suitable for a variety of applications. It is particularly suitable for programs which need to be highly modifiable and maintainable.
Much of a software product's life is spent in specification, design and maintenance, and not in programming. Functional languages are superb for writing specifications which can actually be executed (and hence tested and debugged). Such a specification then is the first prototype of the final program.
Functional programs are also relatively easy to maintain, because the code is shorter, clearer, and the rigorous control of side effects eliminates a huge class of unforseen interactions.
A basic concept in Erlang/OTP is the supervision tree. This is a process structuring model based on the idea of workers and supervisors.
* Workers are processes which perform computations, that is, they do the actual work. * Supervisors are processes which monitor the behaviour of workers. A supervisor can restart a worker if something goes wrong. * The supervision tree is a hierarchical arrangement of code into supervisors and workers, making it possible to design and program fault-tolerant software.
We see that our commercial system is in a state of antagonism to this normal principle, or national law of industry and trade; and the most marked peculiarity of our history is found in the constant drain of the precious metals—the frequent mercantile failures, the severe money pressures, and consequent prostration of industry, and the violent and unjust transitions of property that succeed—notwithstanding the genius, intelligence, and unparalleled industry of the people. Nothing of this sort occurs to any comparative degree in any other country, and in some countries such events are wholly unknown.
(provo ad intavolare un dialogo stile Gollum...)
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Re: Quale lingua per l'Europa? | #136 |
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 21/1/2006
Da Roma
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Una lingua per un'Europa unita è l'elemento di aggregazione che manca. Naturalmente non serve a chi non crede nell'Europa e soprattuto a chi possiede già un linguaggio sufficientemente articolato e puo' esprimere concetti profondi come: "L'idea di una lingua europea, ovvero la lingua con la quale il governo europeo si rivolgerà ai propri sudditi, è rivoltante quanto un topo morto nella calza di Natale" OPPURE "Sei una palla: ovviamente lo si insegna a scuola, che è pure gratuita" O ANCORA "Per me l'esperanto è una cagata pazzesca!!!" Questo è un esempio di dialogo nel quale non serve l'esperanto.
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Re: Quale lingua per l'Europa? | #137 |
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 3/4/2005
Da Atene
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Mi sa che l'esperanto ha effetti deleteri sul senso dell'umorismo.
Una lingua per un'Europa unita è l'elemento di aggregazione che manca.
Aridaje coi dogmi!
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Re: Quale lingua per l'Europa? | #138 |
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 21/1/2006
Da Roma
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Citazione: Mi sa che l'esperanto ha effetti deleteri sul senso dell'umorismo. Citazione: Dogma: Termine del linguaggio ecclesiastico usato per indicare un principio certo e una verità inconfutabile (dal greco dògma, "dottrina comunemente accettata", "decreto"). Si tratta di qualcosa di diverso, molto diverso, da "opinione", "parere". Le opinioni possono essere messe in discussione e possono essere confutate. Certo bisogna usare il pensiero e articolarlo con il linguaggio. Ma queste sono considerazioni che esulano da questo topic come quasi tutte quelle che Paxtibi ha finora fatto. Per cui chiedo scusa all'amministratore del forum per questo intervento sicuramente OT e lo invito ad essere piu' vigile per non far ulteriormente abbassare il livello qualitativo del forum.
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Re: Quale lingua per l'Europa? | #139 |
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 3/4/2005
Da Atene
Messaggi: 8134
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Le opinioni possono essere messe in discussione e possono essere confutate.
Cosa che abbiamo fatto, io e altri, ma tu fai finta di non accorgertene, infatti non hai risposto direttamente a nessuna delle critiche rivolte all'esperanto.
In ogni caso, una cosa manca quando qualcuno la richiede, e questa mi pare che siete veramente pochi a volerla. In verità sono sempre meno anche quelli che vogliono "l'Europa unita..."
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Ashoka |
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Re: Quale lingua per l'Europa? | #140 |
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 11/7/2005
Da
Messaggi: 3660
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Da: Storia d'Italia, Vol. 4., Dall'unità ad oggi, Tomo 2., Alberto Asor Rosa, La cultura, Einaudi, Torino
[G.Ascoli] considera questa unità linguistica come un processo, e non come un dato, come il risultato finale di una azione culturale complessa, con ogni probabilità molto lunga, e non come un'astratta normativa: e rovescia quindi, decisamente, l'impostazione intellettuale stessa dei suoi contraddittori. [..] Acutamente Ascoli faceva notare che, mentre Manzoni aveva apportato un formidabile contributo allo sviluppo antiretorico della letteratura italiana, nel fiorentinismo dei suoi imitatori tornava a manifestarsi "un nuovo eccesso dell'Arte" cioè la volontà, spesso inconscia, di sottomettere l'uso concreto della lingua da parte di uno scrittore a regole infallibili e perciò inattaccabili. Costoro intendono il linguaggio "non come una cute che sia il portato dell'intiero organismo nazionale, ma come una nuova manica da infilare …" [..] la scelta del fiorentino "puro", non contaminato dalla realtà, finisce con essere una scelta di ingessatura (strumentale) della comunicazione, a prescindere dalla volontà del proponente (Manzoni)
Come vedi, il problema della lingua non è nuovo e la soluzione Esperanto, come lingua artificiale e non parlata è destinata storicamente al fallimento.
Ashoka
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gato |
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Re: Quale lingua per l'Europa? | #141 |
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 7/1/2006
Da camposanto + +
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Nonostante ho seguito questo forum dall' inizio non volevo intervenire. La cosa che non capisco e' che dovrebbero essere le idee ad essere contradette, non le persone. Una buona parte della contrarieta' all' esperanto mi sembra di capire che deriva dal fatto che e' stato un massone a "inventarla". Per me puo essere anche Berlusconi (per non dire il diavolo) non me ne frega niente. Se puo essere una lingua che puo servire, ben venga. Poi sul fatto che l' inglese sta piano piano fagocitando le altre lingue, non credo che qualcuno puo' contestarlo. Anche se non fosse la lingua degli USA e del Ingliterra (il vecchio ed il nuovo impero) non sarrei comunque d' accordo con l' inglese come lingua universale per il semplice motivo che e' la lingua di un popolo, quindi avvantaggia qualcuno. E non credo che tantissimi di voi si immaginano cosa vuol dire avvantaggiare qualche etnia o popolo. Solamente quelli che si sono trovati in zone con conflitti interetnici sanno di cosa parlo. Poi per quanto riguarda la bellezza, e' una cosa relativa. Una cosa che "fa cagare" ad uno, ad un' altro puop piacere da morire, quindi non e' un metro di giudizio (secondo me). P.S. Se trovate degli sbagli di ortografia, abiate pazienza: non sono italiano, e non ho mai studiato l' italiano, ed in piu' sono anche ignorante come una capra.
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Re: Quale lingua per l'Europa? | #142 |
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 21/1/2006
Da Roma
Messaggi: 64
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Citazione: Le opinioni possono essere messe in discussione e possono essere confutate. Citazione: Cosa che abbiamo fatto, io e altri, ma tu fai finta di non accorgertene Ecco come lo hai fatto: "L'esperanto è una lingua neutra, non-etnica, non appartiene a nesun popolo, a nessuna potenza economica o politica. Per questa ragione non puo' sostituirsi alle lingue etniche e, quindi, non le può fagocitare come fa l'inglese." "Questo è un dogma." "Zamenhon l'ha inventata ma ora appartiene a tutti e la massoneria non c'entra proprio nulla." "Questa è una fesseria." "Non ho altro da aggiungere" "Speriamo! " Citazione: In ogni caso, una cosa manca quando qualcuno la richiede, e questa mi pare che siete veramente pochi a volerla. Citazione: In verità sono sempre meno anche quelli che vogliono "l'Europa unita..." Che tu non avesi a cuore l'Europa era chiarissimo e, quindi, che te ne importa di discutere circa una possibile lingua comune europea? Da qui un infantile piacere, tuo e di qualche tuo amichetto, di cercare di portare sullo sfottorio ogni intervento sulla questione linguistica, di cui è chiaro che ignori tutto, e sull'esperanto. Non hai argomentazioni per confutare le tesi altrui e non ne hai portate. Se hai scritto delle fesserie non puoi pensare di essere preso in considerazione. Che siano sempre meno quelli che vogliono un'Europa unita è una tua opinione assolutamente indimostrabile perchè i fatti dicono il contrario. Sulla questione della lingua è invece vero che non se ne dibatte se non in ambienti circoscritti e specializzati. Questo dipende, come credo di aver già detto, dal fatto che i mass media evitano di affrontare la questione. Dovresti sapere che l'opinione pubblica viene formata per il 60/70% dalla TV. Saluti Giulio
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Re: Quale lingua per l'Europa? | #143 |
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 3/4/2005
Da Atene
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No, scusami Gato, non hai capito: la contrarietà è verso l'imposizionedi una lingua universale, o meglio di una lingua unica per l'Europa. Fosse anche l'inglese o l'italiano il problema è lo stesso, con l'esperanto è peggio perché è una lingua costruita, e non affinatasi nei secoli nell'uso quotidiano come tutte le altre. Il fatto poi che l'abbia progettata un massone deve far riflettere se conosci quelli che sono i loro piani per una società futura, non è un argomento "ad personam", tutt'altro. È un sospetto legittimo e fondato.
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Re: Quale lingua per l'Europa? | #144 |
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 3/4/2005
Da Atene
Messaggi: 8134
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Veramente io ho scritto e linkato molte più cose, ma non importa.
Che siano sempre meno quelli che vogliono un'Europa unita è una tua opinione assolutamente indimostrabile perchè i fatti dicono il contrario.
Hai già dimenticato gli ultimi referendum?
Dovresti sapere che l'opinione pubblica viene formata per il 60/70% dalla TV.
Quindi avete ancora qualche speranza.
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Re: Quale lingua per l'Europa? | #145 |
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 21/1/2006
Da Roma
Messaggi: 64
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Citazione: Come vedi, il problema della lingua non è nuovo e la soluzione Esperanto, come lingua artificiale e non parlata è destinata storicamente al fallimento. Il problema della lingua comune è vechissimo e quello che riporti dimostra che alla fine si ricerca sempre una lingua comune unificante. Quindi, se mi permetti, è esattamente il contrario di quanto affermi circa l'esperanto. Di esempi ce ne sono tanti, il più recente è il caso del serbo-croato che nasce dalla fusione di due lingue per le esigenze dello stao Jugoslavo. Quindi vacci cauto prima di emettere sentenze storiche prive di fondamento. Spero che anche tu non sia mosso da un'avversione verso l'Europa.
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Re: Quale lingua per l'Europa? | #146 |
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 21/1/2006
Da Roma
Messaggi: 64
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Citazione: Hai già dimenticato gli ultimi referendum? Io non ho dimenticato i refrendum, sei tu che hai dimenticato che l'Europa è passata da 20 a 25 membri ed è destinata a crescere ancora. Citazione: Quindi avete ancora qualche speranza. Nessuna speranza dai mass media non foss'altro perché non è possibile contare sulla massoneria (altra sciocchezza colossale che ti sei, o ti hanno, messo in testa)
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Re: Quale lingua per l'Europa? | #147 |
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 21/1/2006
Da Roma
Messaggi: 64
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Citazione: non hai capito: la contrarietà è verso l'imposizionedi una lingua universale SEI TU CHE NON CAPISCI L'unica lingua imposta è l'inglese. Nessuno ha mai sostenuto di voler imporre una lingua, cosa assolutamente impossibile ed è semplicemente sciocco solamente pensarlo. Ma tu insisti con questo disco e pretendi pure di essere preso in considerazione.
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Ashoka |
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Re: Quale lingua per l'Europa? | #148 |
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 11/7/2005
Da
Messaggi: 3660
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Citazione: Quindi vacci cauto prima di emettere sentenze storiche prive di fondamento. Spero che anche tu non sia mosso da un'avversione verso l'Europa. Io sono "contro" ciò che viene calato dall'alto as is senza essere il frutto di un processo sociale di interazione tra gli uomini. Se l'Europa deve essere frutto di una forzatura politica da parte di elite e non frutto di uno spontaneo processo di aggregazione (e a vedere i risultati referendari là dove si sono potuti fare, sembrerebbe proprio di sì), allora sono contrario. o dovremo sentir dire.. S'e' fatta l'Europa, ora dobbiamo fare gli Europei ? Riguardo ai commenti di G.Ascoli cosa rispondi? Furono scritti in merito alla proposta manzoniana sulla lingua italiana. I fatti gli diedero ragione: non è una forzatura storica. L'italiano parlato è un'altra cosa rispetto all'italiano dei Promessi sposi. Ashoka
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Re: Quale lingua per l'Europa? | #149 |
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 21/1/2006
Da Roma
Messaggi: 64
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Citazione: non sono italiano, e non ho mai studiato l' italiano Ma lo parli e lo scrivi meglio di molti altri. Complimenti. Inutile dirti che condivido le tue considerazioni. Un saluto Giulio
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florizel |
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Re: Quale lingua per l'Europa? | #150 |
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 7/7/2005
Da dove potrei stare meglio.
Messaggi: 8195
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giulio957Citazione: Una lingua per un'Europa unita è l'elemento di aggregazione che manca. "Manca" è riduttivo,giulio. Dovresti specificare il progetto politico ed economico a cui l'elemento "aggregativo" mancherebbe. Ed è quello che molti di noi stanno cercando di fare,ma evidentemente è più facile tacere su questo,facendo leva subdolamente sulla "necessità" di una lingua "aggregante". Se queste sono le premesse,andiamo bene. Citazione: Naturalmente non serve a chi non crede nell'Europa Naturalmente,anche quelli a cui non serve,lo dovrebbero digerire.
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"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando Libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi". Vittorio Arrigoni
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