Re: Corrado Malanga

Inviato da  alroc il 7/1/2014 17:47:24
@Invisibile

l'altro da me è sempre me e io lui, quindi amo l'interlocutore perché rappresenta un aspetto del mio essere cosciente che si manifesta in "altra veste". Questa frase potrebbe essere travisata e interpretata come espressione di un ego infantile che vede se stesso come estensione di sè, ma non è questo il senso che vorrei dargli.

Qualunque rapporto instauro lo affronto con un atteggiamento diverso dal passato, io sono l'altro e l'altro è me. Io amo e amo quello che apparentemente si differenzia da me. In sostanza quello che voglio dire è: "Ama il prossimo tuo come te stesso", dove il prossimo non è un qualcosa di distinto e separato.
Infatti, riusciamo a "romperci le ...." con gentilezza e sanza inveire, perché entrambi possiamo dialogare come parti di un'unica coscienza che trova il modo di confrontarsi.

Alla fine non mi dispiace concordare su alcuni punti e dissentire su altri, avere ragione non è l'obiettivo, l'obiettivo sta proprio nel compiersi del gesto. Un gesto, il confronto, in cui ci si scambia informazioni e si riflette.

Se c'è una cosa che ho imparato è che la sedimentazione delle informazioni porta prima o poi a nuovi traguardi, ma solo se si è capaci da abbandonare vecchie credenze. Irrigidirsi su vecchie convinzioni porta solo al capolinea, il viaggio finisce a quel punto.

Tu mi parli metaforicamente di vasi pieni o vuoti, ma è un discorso duale. Non c'è differenza. Anche il vaso "pieno", apparentemente egoico, arrogante, presuntuoso è esso stesso estensione di una "cosa", solo che per convenzione io chiamo coscienza, tu lo chiamerai tao, altri lo chiamano dio, etc.

Ciò che è reale o non reale non esiste dal mio punto di vista, perché sarebbe un altro discorso duale. La realtà e l'irrealtà sono la stessa cosa. Se immagino una "realtà", essa è viva e pulsante nel mio concepirla.

Tu hai deciso di interloquire con me, ma nel contempo la tua scelta era un mio desiderio di confrontarmi con chi la pensava diversamente.

Non mi sarei registrata a questo sito, se non ci fosse stata da parte mia la grande stima che ho per Massimo Mazzucco e la volontà di dare espressione concreta ad alcune mie riflessioni. In sostanza, senza questa mia iniziale scelta, non ci sarebbe stato confronto.

E' anche vero che hai deciso tu di dare avvio a questo dibattito, tuttavia, prima di attuarlo, l'hai concepito dentro di te come esigenza. Nel frattempo anch'io l'ho espresso interiormente. Le due "richieste", nella prima fase, sono state pensate, poi hanno trovato un percorso comune in questa discussione.

Quello che voglio dire è che prima che accada un fatto, dietro c'è una richiesta recondita. La coscienza si "muove" in questo modo e lo affermo perché mi capita sistematicamente.

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