Re: Ufo, svelato rapporto top secret "Non esistono, non ci sono prove"

Inviato da  Det.Conan il 8/9/2006 12:33:02
Infatti Gilgamesh,e che ho detto io.
Sono alieni.
E' una delle tante prove che Fox e Pike non riescono a vedere.
PUNTO.

Qualche articolo da leggere:

LA MADONNA DEL DISCO VOLANTE

In un dipinto del Quattrocento, un oggetto straordinario evoluisce sullo sfondo di una iconografia sacra.

di Daniele Bedini


Quando si parla di ufologia generalmente va menzionato il signor Kenneth Arnold, l'uomo che il 24 Giugno 1947 dichiarò pubblicamente di aver visto dei "dischi volanti" mentre era in volo sul Monte Rainier, Washington. Questo episodio non solo è stato. l'inizio di una lunga serie di "casi ufologici", ma è soprattutto servito a dare inizio a uno studio approfondito del problema; studio che tra l'altro ha portato alla scoperta di numerosi reperti che fanno pensare ad una origine molto più antica, delle "manifestazioni UFO".
Ce Io testimonierebbero le raffigurazioni di strane creature caratterizzate dall'abbigliamento assimilabile a scafandri o tute che ricordano quelli usate dai nostri moderni astronauti: dal cosiddetto "astronauta di Palenque" ai graffiti rilevati da Aimé Michel nelle grotte franco-cantabriche, che mostrano strani oggetti a forma di piatto che volano lasciando dietro di sé una scia; e potremmo continuare all'infinito.
Questi ed altri reperti fanno presagire ad uno stretto legame tra l'uomo e creature estranee in vari momenti della nostra storia. Avvicinandosi al nostro secolo e all'argomento che intendiamo trattare è interessante notare come numerosi pittori, anche di una certa fama, hanno realizzato alcune opere con presumibili contenuti ufologici.

LE STRANE "NUBI OVOIDALI"
Le strane "nubi ovoidali" di Piero della Francesca e quelle più scure e lenticolari di Masolino da Panicale (che potrebbero fare pensare a qualcosa di diverso dal fenomeno atmosferico raffigurato, in quanto somigliano moltissimo nella forma a moderne fotografie di UFO) possono anche essere interpretate come un fenomeno naturale non del tutto comune: le formazioni nebulose dette "contesse". Tali dipinti sono già molto conosciuti dalla maggior parte degli studiosi del problema UFO mentre, sino a qualche tempo fa, non era affatto nota un'opera che, a nostro avviso, è suscettibile di interpretazioni assai meno ambigue, data l'evidenza dell'oggetto che vi appare.
Il quadro in questione è esposto nel Palazzo Vecchio a Firenze, all'interno della "Sala di Saturno": si tratta de "La Madonna e San Giovannino", una natività attribuita alla scuola di Filippo Lippi, pittore fiorentino del Quindicesimo secolo.
Osservando il quadro nella parte superiore destra, si rileva chiaramente la presenza di un oggetto aereo, color grigio piombo, inclinato sulla sinistra e dotato di una "cupola" o "torretta", apparentemente identificabile come un mezzo volante di forma ovoidale in movimento. L'oggetto "misterioso" è caratterizzato dalla presenza di raggi luminosi (di colore giallo oro) che sembrano dipartire dallo scafo, sino a quasi suggerirne la direzione, vale a dire un volo dal basso verso l'alto. L'oggetto si staglia a poca distanza sulla destra del capo di una figura femminile in preghiera, la Madonna, la cui staticità, unitamente a quella delle figure e del paesaggio sullo sfondo, sono in netto contrasto con il dinamismo dell'oggetto volante. Ma c'è un altro particolare di grande rilievo: la presenza, un po' più in basso sulla destra della Vergine, di una piccola figura, probabilmente un pastore, che osserva l'oggetto, coprendosi gli occhi con la mano destra per vedere meglio. Non solo, anche il suo cane sembra, al passare dell'oggetto, raffigurato dal pittore nell'atto di abbaiare, proprio come è accaduto in moltissimi casi di avvistamenti ufologici attuali.

COSA SI È CERCATO DI RAPPRESENTARE
Tenuto conto di tutti i fattori "anomali" e pur apparentemente correlati fra loro in questo dipinto, noi riteniamo sia da escludere che si tratti di una raffigurazione allegorico-simbolica, o mitologico-mistica, o atmosferica, dal momento che nel quadro è già presente, nella parte superiore sinistra, il sole con sotto tre "fiammelle" di significato evidentemente mistico.
A questo punto dobbiamo chiederci cosa l'autore abbia voluto rappresentare, anche per il fatto che nel XV secolo non esistevano certo macchine terrestri capaci di volare. Si possono fare diverse ipotesi. Sappiamo qualcosa della personalità del Lippi, individuo per i suoi tempi abbastanza anticonvenzionale, molto impulsivo e sensibile. Occorre dunque tenere conto dei particolari commenti che su di lui sono stati fatti da numerosi critici d'arte. Vediamo, per esempio, l'annotazione che fa Piero Bargellini nel suo "Pittura fiorentina del sec. XV" a proposito del paesaggio del Lippi e della sua scuola: "Da un lato nei quadri dipinge sfondi pieni di erranti lumi, di misteriose penombre, preannunciando certe, visioni leonardesche", e più sotto: "Filippo Lippi è un pittore espressivo, non compositivo". Si potrebbe quindi quasi pensare a una volontà dell'autore di comunicare alla massa, attraverso una propria opera, una particolare sua esperienza visiva e di collegare tale avvenimento ad un soggetto particolarmente evocativo come la natività; concetto non privo di fascini ufologici. Accettata l'ipotesi che unirebbe tale corpo volante ad un'origine estranea, potremmo fare un'ultima osservazione riguardante la parte inferiore dell'oggetto, in cui sembrerebbero visibili delle strutture sferoidali che ci fanno ricordare per associazione determinate fotografie adamskiane. Non riteniamo comunque opportuno andare oltre con interpretazioni del genere, lasciando spazio ad altre eventuali ipotesi altrettanto valide.
Concludendo, vorremmo sottolineare che al di là di qualsiasi dissertazione. su tale dipinto e sull'oggetto raffigurato dall'autore, il problema ufologico di fatto si arricchisca continuamente di contributi interessanti, che dimostrano come il fenomeno, fin da secoli lontani, quando sia manifestato abbia sempre sollecitato la fantasia e le capacità illustrative e "meditative" (in soggetti religiosi e spiritualistici) di artisti che avevano probabilmente visto "cose nel cielo" e, dopo averle riflesse nel loro lo interiore, le avevano espresse per gli altri.

Una novità... per gli studiosi USA (n.d.r. di Notiziario UFO)
In un rapporto pubblicato negli Stati Uniti dalla "UFO Research Coalition" (composto da tre enti: Il "Cufos": Center for UFO Studies, il "Fufor": Fund for UFO Research e il "Mufon": Mutual UFO Network), una natività nota come "Madonna e San Giovannino" è stata citata come unica raffigurazione antica degli UFO.
Il dipinto è di difficile attribuzione: in passato si era parlato del Ghirlandaio, di Filippo Lippi (come ancora è scritto nel volume americano), in seguito di Jacopo del Sellaio (Bernard Berenson), pittore fiorentino del '400 del tutto sconosciuto. Nei cataloghi di Palazzo Vecchio, a Firenze, comunque, al n. 344, il dipinto (proveniente dal dismesso monastero di Sant'Orsola) è classificato come opera di pittore fiorentino ignoto del '400.
Più che gli storici dell'arte, hanno dedicato una particolare attenzione al quadro gli studiosi del fenomeno UFO: tra queti l'architetto Daniene Bedini, che nella sua tesi di laurea progettò un habitat orbitale suscitando l'interesse della NASA. L'articolo di Bedini, già pubblicato nella rivista "Notiziario UFO" nel Novembre 1978, evidenziò per primo la singolare presenza di questo UFO "artistico" di cui adesso si sono accorti in America.


ABDUCTION IN VOLO

Australia 1978. Durò sette minuti il tragico incontro di Frederick Valentich.
"Non è un aereo" furono le ultime parole del giovane pilota svanito con il suo Cessna sullo Stretto di Bass.

di Jorge Martin


Un incidente verificatosi il 2 ottobre 1978 nello stretto di Bass, in Australia, si è rivelato e resta a tutt’oggi uno dei casi più impressionanti nella storia dei fenomeni UFO.
Alle 19,06 un giovane pilota ventenne, Frederick Valentich, in volo da Melbourne a King Island, a bordo del suo monomotore privato Cessna 182, comunicò via radio ai controllori di transito aereo di Melbourne di avere avvistato sopra di lui quattro fonti luminose. Chiese se si poteva trattare di luci di atterraggio di un aereo militare e se nella zona ci fosse un velivolo del genere, ma risposero negativamente.
Alle 19,08 riportò: "Se cercano qualcuno, quel qualcuno sono io. Sembra che si divertano a tirare uno scherzo... e volano ad altissima velocità".
Un minuto dopo: "Non è un aeroplano. È..."
Il contatto radio si interruppe per un breve lasso di tempo e poi Valentich dichiarò: "Vola velocissimo di fronte a me. È grande e non riesco a descriverlo. Proprio ora sta dirigendosi verso di me. Sembra stazionario. Sto compiendo una virata ed anche la cosa sembra fare la stessa manovra al di sopra di me. Ha una luce verde e una specie di luce metallica all’esterno". Il pilota rimase un attimo in silenzio e poi disse alla radio che il motore del suo aereo era in avaria. Le sue ultime parole furono: "Non è un aeroplano!" Poi Frederick Valentich scomparve.

INUTILI TUTTE LE RICERCHE
Fu inviata immediatamente una squadra di soccorso, le cui operazioni di ricerca al suolo, per mare ed aeree proseguirono incessantemente fino a mercoledì 25 ottobre, quando le autorità governative si diedero per vinte. Fu riscontrata solo una macchia d'olio sul mare, ma giunsero alla conclusione che non poteva provenire da un aereo piccolo come il suo.
La vicenda divenne un evento internazionale, ma in Australia assunse dimensioni clamorose. In pratica nessuno credette alla tesi ufficiale delle autorità, secondo cui Valentich avrebbe volato capovolto, stava scendendo e ciò che vide tra le nuvole in realtà erano i riflessi delle luci della città dell'isola di King e dei fari di Capo Otway.
I piloti e gli ufficiali dell'Aeronautica sottolinearono infatti che per un Cessna 128 era impossibile volare rovesciato.
Un portavoce del Ministero dei Trasporti Australiano diffuse la teoria del "volo in discesa" per spiegare il mistero: "Valentich non aveva molta esperienza di volo e potrebbe avere facilmente rovesciato l'aereo e aver visto le luci del proprio aereo riflesse nel mare".
Il padre del giovane, Guido Valentich, obiettò che era quasi impossibile: "era bravissimo nelle acrobazie aeree e si sarebbe accorto subito che c'era qualcosa che non andava. Era un pilota molto serio e non avrebbe mai giocato con l'aereo". Frederick era un pilota specializzato in volo strumentale e stava per conseguire il diploma di volo per linee aeree commerciali. Ad ogni modo appare strano che le stesse autorità australiane avallassero tale teoria. Sembrarono soprattutto intente a minimizzare l'incidente agli occhi del pubblico. Ma si trovarono certamente con le mani legate perché, due o tre giorni dopo la scomparsa, il quotidiano nazionale "The Australian", scrisse che non c'era stata alcuna interruzione nella comunicazione radio e che Valentich aveva descritto l'UFO approfonditamente ai controllori aerei. "The Australian" assicurò di avere ricevuto questa informazione da una fonte confidenziale all'interno del Ministero dei Trasporti. Il padre di Valentich dichiarò pressappoco lo stesso: "mi è stato detto che il nastro magnetico diceva molto di più sull'UFO e che la voce di mio figlio appariva calma durante la trasmissione".
Un portavoce del Ministero dei Trasporti dichiarò che la registrazione della radiotrasmissione con la torre di controllo non era stata mai manomessa. "Il testo dei messaggi radio tra l'aereo e la torre iniziava con la richiesta da parte del pilota di informazioni all'Unità di Servizio di Volo dell'aeroporto di Melbourne circa un altro transito aereo a 5.000 piedi di quota. Terminò sei minuti dopo, alle 19,12 quando l'aereo non rispose più ai contatti radio da terra".
Inoltre, il portavoce del Ministero dei Trasporti dichiarò che il pilota avrebbe potuto scambiare il pianeta Venere con la luce misteriosa: "A detta dei piloti di linea, Venere è molto luminosa in questo periodo dell'anno. Si dice anche che il pianeta cambi di tonalità in quota".
Nel corso degli anni altri aerei sono misteriosamente scomparsi in volo sopra lo stretto di Bass. Per esempio, nel dicembre del 1969, un monomotore Fuji, con il solo pilota a bordo, scomparve in volo dall'Isola di King e, a settembre del 1972, un aereo Tiger Moth, con due persone a bordo, svanì, senza lasciare tracce, durante il volo verso l'Australia.
Frederick Valentich "... credeva negli UFO - disse il padre, Guido - aveva avuto molti avvistamenti di oggetti misteriosi... chi può dire che non esistono?"
Fra i dati investigativi, appare curiosa la dichiarazione della moglie di Valentich, Rhonda Rusthon, allora sedicenne, di Victoria: "So che Fred è vivo - disse ai cronisti il 27 ottobre - lo vedremo presto". Rivelò inoltre di avere avuto un'intervista "segretissima" con i funzionari del Ministero dei Trasporti. Nel corso dell'intervista con Rhonda così si espressero: "Sappiamo tutti che Fred è vivo e le autorità ne sono informate, ma si tratta di un argomento top secret. Non ne parli più d'ora in poi".
Il Ministero ha confermato che l'intervista c'era stata e che le era stato aggiunto: "le assicuriamo che i dettagli di questa intervista rimarranno confidenziali e dovremo tutti attenerci a tale condizione".
Il padre di Frederick Valentich è dell'opinione che il figlio potesse essere stato "preso in custodia" da visitatori di un altro pianeta, tant'è che il 25 ottobre 1978 non esitò ad appellarsi a "loro" affinché glielo restituissero.
"In assenza di qualunque altra evidenza, devo ritenere che Frederick possa essere stato rapito, ma non posso essere sicuro che i suoi rapitori lo restituiranno - disse al quotidiano locale di Melbourne, The Sun - Spero... Prego che sia così".

IL DIALOGO CON LA TORRE DI CONTROLLO
Ecco la trascrizione integrale del dialogo tra Valentich ed il controllore di volo Steve Robey del Melbourne Air Flight Service.

19.06
Pilota: "Siete a conoscenza di un transito nella mia area, al di sotto dei 5.000 piedi (1.500metri)?"
Torre di controllo: "Negativo - nessun transito conosciuto."
Pilota: "Sembra che ci sia una grande aeronave al di sotto di 5.000 piedi."
Torre "Che tipo di aeronave?"
Pilota: "Non posso confermare. Ha quattro luci brillanti simili a luci d’atterraggio... l’aeronave mi ha sorvolato a circa 1.000 piedi (300 metri)."
Torre: "Confermate la presenza di un grande aereo?"
Pilota: "Affermativo, dalla velocità con la quale viaggia... C’è un mezzo della RAAF (Royal Australian Air Force) nelle vicinanze?"
Torre: "Negativo."
Torre: "Qual'è la vostra quota?"
Pilota: "4.500 piedi (1.350 metri)."
Torre: "Confermate di non riuscire a identificare l’aereo?"
Pilota: "Affermativo."

Poi, tre minuti dopo la strana trasmissione, Valentich comunicò nuovamente:

"Aereo?... Non è un aereo?! È..."

(si interrompe la trasmissione).

Torre: "Potete descrivere l’aereo?"
Pilota: "Mi ha sorpassato ad alta velocità. Ha una forma allungata. Non posso distinguere di più... ora si dirige verso di me. Sembra stazionario. Sto virando e anche questa cosa mi vola sopra. Ha una luce verde e una specie di illuminazione metallica all’esterno."
A questo punto, Valentich comunicò al centro di controllo che l’oggetto stava scomparendo.

Torre: "Confermate che è scomparso?"
Pilota: "Affermativo. Siete a conoscenza di che tipo di aeronave mi sono imbattuto? ... È militare?"
Torre: "Non c’è transito militare nella zona."

19.12
Pilota: "Il motore sta entrando in avaria e singhiozza."
Torre: "Quali sono le vostre intenzioni?"
Pilota: "Procedere verso King Island. L’aeronave sconosciuta è ora sospesa sopra di me."
Torre: "Ricevuto."

L’ultima trasmissione del pilota fu: "Delta Sierra Juliet (sigla identificativa) Melbourne...". Poi si verificò un forte rumore metallico, prolungato per 17 secondi e si perse il contatto con l’aereo di Valentich. Il mistero della sua fine non è stato ancora svelato.

L'articolo di Jorge Martin è tratto da un suo libro, di prossima pubblicazione, intitolato "Incontri con Alieni a Porto Ríco e nei Caraibi" © Jorge Martin 1998. Porto Rico. Tutti i diritti riservati.



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