Domande, riflessioni, nuove ipotesi e ancora domande

Inviato da  Salva81 il 7/9/2011 16:19:40
Premesso che non sono ingegnere, non ho conoscenze tecniche tali da poter argomentare sul piano tecnico nessun dato, pertanto sono solito analizzare le informazioni che ricevo, trovo per caso o volutamente, basandomi sulle logiche che il mio intelletto è in grado di sviluppare e incrociare. Indipendentemente da ciò che è affermato in uno scritto o in un discorso, se le mie logiche suggeriscono una direzione differente o un concetto diverso, sorge forte come il sole il dubbio.
Non sono alla ricerca della verità assoluta, è impossibile da trovare, non abbiamo i mezzi per farlo e anche vi fossero ci verrebbero ahinoi negati. L’analisi dell’informazione per quanto sia prodotta a rigor di logica si basa spesso sull’interpretazione soggettiva, in quanto vuoi per influenze culturali, sociali e di percorsi formativi ed esperienze di vita differenti, spesso porta a conclusioni differenti pur partendo da stesse logiche di giudizio. Pertanto non è possibile uniformare la capacità di percezione e di ricezione delle informazioni in tutti gli individui. Quindi un individuo può cogliere delle sottigliezze e delle sfumature laddove un altro non le coglie. Occorre pertanto come prima cosa affidarsi a dei punti fermi, punti prodotti da figure convenzionalmente ritenute competenti ed esperte. Lo status di una persona convenzionalmente garantisce per lui, pertanto se un ingegnere strutturale afferma una determinata cosa, si è propensi a dargli credito proprio per via del suo titolo, senza curarsi se sia un bravo ingegnere, quali esperienze ha fatto, è un teorico, è un pratico, parla con la pancia o con raziocinio, insomma c’è tendenzialmente una sorta di accettazione supina di ciò che una figura titolata sostiene o afferma, e se ciò che sostiene o afferma si sposa verso un concetto sostenuto a nostra volta, tale figura diviene maggiormente competente rispetto a figure dal titolo analogo che però con quanto afferma tende a opporsi a ciò che noi sosteniamo. In tutta sincerità ad oggi, nonostante gli anni passati non credo alla versione dei fatti così come è stata universalmente accettata e soprattutto non riesco nonostante il lavoro svolto dal vostro e da altri gruppi ad appagare i miei dubbi. Ci tengo a precisare che non sono l’ennesimo dilettante che crede di sapere tutto, o l’ennesimo cieco sostenitore di tesi considerate cospiratorie o attivissime. Mi sento di affermare e presentarmi come una persona che si è sempre affidata laddove non avesse dei punti fermi al proprio buon senso, il quale non mi ha mai deluso o mai portato a conclusioni errate, pertanto non credo a quanto a tutti i costi i giornali, i media e gli organi ufficiali vogliono trasmettermi, io do solo retta al dubbio e alle perplessità che proprio il mio buon senso mi riserva da quel dannato 11 settembre di 10 anni fa. In rete come ben saprete vi sono una miriade di siti che sposano una tesi piuttosto che un'altra, perdendosi e addentrandosi in diatribe dal carattere tecnico che spesso ci distraggono dal perché. Ma questo è solo il mio punto di vista, ammetto che per un ingegnere è elettrizzante poter confrontarsi con un suo pari (o presunto)su questioni tecniche. Più volte ho letto negli interventi un tentativo di screditare la bontà della discussione additandola come un gran gioco solo per dimostrare “chi ce l’ha più lungo” e anche se così fosse? E’ proprio dalla competizione e dal confronto che aumenta la qualità della discussione, immaginate una discussione senza confronto competitivo, noioso e a senso unico, è come il comizio della vecchia festa dell’unità del PCI, che senso ha parlare a chi già la pensa come te, vai ad esporre le tue idee a chi è in contrasto con te, li ti voglio. Purtroppo quando non si sa più argomentare o controbattere non c’è mai e dico mai l’umiltà di ammettere che ci si è sbagliati o che si è disposti a rivedere la posizione. Questa è una questione che ho percepito sul sito di Attivissimo, su forum stranieri e su LC. Sul sito di Attivissimo poi si è completamente resi ciechi da una sorta di fiducia bigotta verso quelle figure ritenute incorruttibili e morigerate, e soprattutto ci si ferma e ci si accontenta non appena salta fuori qualche documento o affermazione che porta a ciò che tanto fermamente sostengono. Nel concreto quindi sembrano sempre accontentarsi di una conclusione solo perché c’è una fonte (come se una fonte fosse indice di veridicità assoluta!) usando e facendosi forza alle volte del concetto delle “centinaia di testimonianze” ovvero della maggioranza, e quindi di primo acchito della probabilità. Perché fondamentalmente è di questo che si tratta, dell’impossibilità di scardinare un sistema basato sulle probabilità, sui concetti del molti contro pochi e sulle indubbie abilità di quei personaggi faziosi e tendenziosi che giocano con le parole, con i concetti e il più delle volte ostruendo percorsi concettuali validi screditandoli perché dipinti come assurdi e quindi impossibili e improbabili. Le parole sono armi potenti e i concetti le loro vittime, ci si perde nel mare dei concetti screditati in questo modo, andando a far di tutta un erba un fascio. Siccome qualcuno afferma e ipotizza che le emittenti statunitensi abbiano montato ad arte l’impatto per nascondere missili e gli aerei sulle torri siano in realtà in computer grafica, essendo teorie che si discostano da quella ufficialmente diffusa vengono additate come teorie complottiste, pertanto anche altri spunti certamente interessanti e verosimili, in quanto accomunati alla fazione di quello precedente, perdono il loro valore in termini di veridicità rimanendo incastrati nel comun fascio. E a tal proposito per rendere più concreto il concetto, volendo fare un gioco di assonanze fonetiche, in un qualsiasi comizio di opposte fazioni, potrò essere la persona più obiettiva del mondo ma dammi del fascista e qualsiasi parola pronuncerò non avrà valore. Dammi del democratico e qualsiasi bruttura avrà fiducia, perché il mio status garantirà per me. Questo è il concetto chiave con il quale questa bilancia spesso funziona, ci si accontenta nell’analisi dei processi logici e cognitivi, limitandosi a destreggiarsi in questo modo. Ho letto nelle FAQ di attivissimo una affermazione che recitava “vorrete mica dare dei bugiardi ai pompieri” ammetto che detta così può sembrare decontestualizzata e quindi aver poco valore come contestazione, ma senza dubbio è una affermazione che nasce da una interpretazione basata su quanto prima affermato. Lo trovo molto superficiale come tentativo di affermarsi. Non è questioni di dar del bugiardo, ma non posso nemmeno dargli credito a prescindere solo perché pompiere, o poliziotto o tecnico, così come al contrario non do credito (nei confronti della tesi opposta) al pompiere che in un filmato afferma che ha sentito gli scoppi durante il crollo e mima il crollo della torre con un gesto per ogni carica che esplode accompagnando il gesto con un onomatopeico “bum, bum bum”. E’ forse costui un esperto in demolizioni? Ha partecipato in passato a simulazioni di crollo controllato di un edificio alto 400m in condizioni anche solo simili a quelle avvenute? Chi mi dice che non sia normale in quelle condizioni un fenomeno simile come quello da lui descritto? E’ un semplice pompiere, doma le fiamme, conosce tutto del comportamento dell’acqua in pressione in una manichetta antincendio, conosce (forse) il comportamento delle fiamme in varie situazioni niente di più. E’ un bravo pompiere? E’ competente? Tanto, poco, abbastanza? E’ affidabile? Quel giorno ha bevuto? Cosa ne so io? Quindi non posso dar credito a costui solo per il suo status di pompiere, non basta la fiducia per smontare un idea. Prendo in prestito un concetto espresso nel film “Inception” nel quale si afferma che un idea insediata nella mente di un individuo è estremamente difficile da scardinare e solo l’individuo stesso può farlo, riuscendovi con l’elaborazione dei propri processi cognitivi. Lo trovo dannatamente vero. Ed è per questo motivo che le lotte politiche e di fazione non portano da nessuna parte, ci si fissa su un idea che ci si è fatti e ci si impedisce di vedere oltre. E ciò che è scaturito in passato tra i sostenitori della versione comunemente accettata e quelli dei cosiddetti “cospirazionisti” (che penoso tentativo di screditare con nomignoli di carattere dispregiativo), sembra proprio essere una lotta di fazione e di schieramenti. Ciò che porta ragione alle nostre argomentazioni lo si accetta e lo si esalta, al contrario si tende a screditare ciò che ci da contro, anche se innegabilmente è nel giusto. Insomma si va da nessuna parte. Detto questo, potrà andar bene ai più fermarsi a discutere di dettagli e di pretendere di far misurazioni accurate basandosi su foto, usando come scala di misurazione le sagome degli oggetti e delle persone presenti, senza però poter misurare gli scarti dovuti dalla prospettiva delle foto, poiché non vi sono mai tali dati, occorrerebbe (immagino e ad esempio) andare al pentagono, foto alla mano prender nota da che punto a che punto si trovano squarci, buchi e quant’altro, e infine misurare realmente sull’edificio. Secondo voi ci verrebbe concesso? Io sostengo di no e allora il dubbio è lecito, che mi si venga a dire il contrario, finché non misuro con le mie mani per me quel foro non è di 30 e passa metri e nemmeno di 5. Quanto è largo io non lo so punto. Si leggono quindi commenti di persone che parlano più con la pancia che con la ragione, spinti da sommarie interpretazioni, dai più banali luoghi comuni e dalle più scontate delle ciance, nate nelle sale da biliardo del dopolavoro ferroviario. Si può giungere con le più nobili delle intenzioni, e farsi una figuraccia, (il forum è zeppo di interventi adulatori nei primi post e insulti gratuiti dopo 200 post) ma non si può nemmeno pretendere di dare risposta e farsi portatori di verità con un decalogo di domande ai sostenitori della tesi ufficiale o della cospirazione a cui è oggettivamente impossibile dare risposta. E questo è una posizione assunta sia da Attivissimo che da Massimo. Non prova certo in modo inconfutabile che non esiste un complotto e non lo proverà in futuro, così come analogamente non prova il contrario. Un sistema identico (domande in sequenza a cui dare risposta) è stato usato dai revisionisti storici che avanzano dei dubbi sulla persecuzione degli individui di origine ebraica da parte dei nazionalsocialisti, fornendo un decalogo di domande a coloro che definiscono “sterminazionisti” andando a chiedere appunto di disegnare e progettare una camera a gas nei dettagli, perdendosi in minuzie tecniche, numeri e statistiche, cercando di dimostrare l’infondatezza dei libri di storia basandosi su calcoli matematici elementari, (giusto ad esempio cito la non possibilità di raggiungere certe cifre poiché i forni a massimo regime potevano cremare un numero giornaliero inferiore di individui rispetto ai morti dichiarati) ci si perde in numeri e dettagli tecnici dimenticandosi della torta nel suo insieme. In fin dei conti sembrerà assurdo ma nessuno ha mai risposto a tali domande, semplicemente perché non si può, perché si impatta contro limitazioni di carattere tecnico, di spostamenti fisici, economici, politici e di volontà individuale. Così come non ci fanno andare al Pentagono a prendere misurazioni sui muri, vi immaginate un qualsiasi team di esperti che mi ricostruisce camere e forni per dare una risposta a chi dubita. Ciò nonostante, il non rispondere a queste domande dei revisionisti non prova in modo inconfutabile che gli eventi di quel periodo nero siano inventati. La crucialità sta altrove, fosse anche inferiore il numero, fosse stato perseguitato e ucciso un solo uomo anziché sei milioni, ciò non nega e non toglie che siamo di fronte alla negazione della libertà verso un individuo in modo arbitrario da parte di uno stato e questo è un crimine, punto. Ecco la torta dall’alto. Non ci sono scusanti non ci sono giustificazioni poco importano i dettagli tecnici. Così come nel regime sovietico, con la differenza che anziché perseguire per questioni di antropologia biologica, lo ha fatto per questioni di antropologia culturale e sociale e allora si tende a fare il gioco di quale colpa sia più grave, le aggravanti, e anche in questo caso, giocare con i numeri ad una gara che si basa sulla regola “più morti, più colpa” ha poco conto, è sempre un crimine anche se il regime sovietico avesse prodotto una sola vittima. Tornando in tema e a noi, poco importa che sia stato un missile che ha centrato il Pentagono, un aereo drone telecomandato, la fata turchina, o un aereo di linea carico di passeggeri. I morti ci sono e sono reali, i parenti che piangono ai funerali ci sono e sono reali. (Io non li ho visti, non ho partecipato ai funerali, ma immagino che qualcuno si sia preso la briga di contattare un eventuale parente, c’è vero? Ditemi di si ). Poco conta se le torri gemelle sono state minate, demolite o han ceduto strutturalmente. I morti ahimè ci sono stati. I resti umani sono stati trovati, a qualcuno pur apparterranno, certo qualcuno potrebbe lecitamente o maliziosamente sostenere che sono stati messi li dal governo e riesumati da qualche cimitero. Ma immagino che i dovuti accertamenti siano già stati fatti ed esista sufficiente materiale a provarlo. Ma non mi interessa non mi perdo nei dettagli, vado oltre. Capire quindi perché e per volontà di chi queste persone sono morte è importante. Aldilà della valutazione più scontata che ci è stata proposta (sono morti perché i terroristi così han deciso, e le motivazioni sono da ricercarsi nella politica e nella visione culturale e sociale opposta a quella statunitense portata avanti dal fondamentalismo islamico) è doveroso andar ancor più in alto e ci si rende conto che quest’ultima è solamente un'altra fetta della torta, davvero grande, ma pur sempre una fetta. Così come i tecnicismi non sono la risultante, ma una piccolissima parte. E guardando la torta dall’alto, ci si rende conto che non è per niente assurda a differenza di ciò che alcuni sostengono tentando di screditarla come assurda e improbabile (poveretti) l’ipotesi che l’amministrazione statunitense in un modo a noi impossibile da determinare, tramite personaggi a noi impossibili da identificare, ha volutamente deposto una maglia a trame larghe per permettere che simili situazioni prendessero piede, e a chi mi domanda che devo provarlo, rispondo che io non devo provare nulla, non sono in un tribunale dove sto cercando di far condannare qualcuno, che questo sia avvenuto lo deduco sempre grazie al mio buon senso, analizzando gli eventi socio-politici del tempo posso affermare che è verosimile e probabile. Tanto mi basta. Per lo stesso motivo, proprio perché sono dotato di buon senso e di una certa logica mi sento di affermare che è impossibile da ramificare a livelli cospirativi tale malizia, sono convinto che ci troviamo di fronte al prodotto di risultanti di cui nessuno ha mai avuto il controllo e i quali effetti siano andati oltre qualsiasi previsione. Qualsiasi persona dotata di un minimo di intelletto e buon senso difficilmente potrà inquadrare tale ipotesi come del tutto assurda, certamente lo può fare se si perde nelle minuzie, nella fantapolitica e nei dettagli, ma è inoltre un dato di fatto che tale situazione, volutamente o non, è andata a creare quel presupposto politico prima e quel consenso popolare poi che ha permesso e giustificato presso l’opinione pubblica nazionale e internazionale i successivi eventi. Il più grande fallimento della sicurezza statunitense di successo. Presumibilmente è abbastanza lecito quindi aver dei dubbi. Si può chiaramente vedere all’orizzonte un disegno politico più ampio che non si perde di certo dietro a dettagli di resistenza strutturale, buchi più o meno larghi nei muri, finestre da una tonnellata di peso e disquisizioni su quale forza è necessaria per far cadere un libro da un leggìo. A loro poca è importato del dopo. Gli è più importato del durante e come da tali eventi potevano trarne vantaggio. Ciò che mi sembra chiaro, è che difficilmente esiste una cospirazione globale centralizzata dall’amministrazione Bush con tutti i particolari studiati a tavolino, fossero così in gamba e così efficienti, a rigor di logica lo sarebbero anche nel controllo dei normali organismi istituzionali, e gli Stati Uniti sarebbero il paradiso in terra dove tutto funziona con efficienza al quarzo. Vi sono presumibilmente (e qui ci si potrebbe sbizzarrire, mi limito a dire ciò che potrebbe esser più verosimile a mio avviso) una o più figure dal profilo decisionale, con forte autonomia, che hanno strutturato le singole unità organizzative a loro piacimento, in tal modo non possiamo essere pienamente sicuri di esser di fronte ad unità organizzate in piena efficienza ed ottimizzazione. Inoltre spesso e volentieri le gerarchie si limitano a frammentare il potere per distribuirlo ingannevolmente per ramificare ulteriormente il controllo, ma proprio per via della frammentazione si perde la visibilità dei dettagli, delle strategie ai livelli più bassi e ci si affida letteralmente alle competenze dei collaboratori e dei sottoposti. Non riesco ad immaginare una sorta di “compliance politica” ramificata ed estesa in egual misura su tutte le strutture di sicurezza. Non possiamo di certo escludere che vi fosse un sistema nel sistema, non sarebbe la prima volta e non sarà l’ultima, questo porta sicuramente ad una semplice conclusione: si possono smentire particolari tecnici, ma non si possono smentire le situazioni intangibili e quindi difficilmente immaginabili. Quindi l’unica risorsa che ci rimane è la nostra capacità di valutare le situazioni e di coglierne l’eventuale veridicità e fattibilità. Pertanto la verità assoluta non è dimostrabile, non è inculcabile ne tantomeno indottrinabile. Non dimentichiamoci infine che una situazione di eventi simili e concatenati in quel modo, non era mai avvenuta, pertanto la confusione e gli aspetti legati all’emotività umana, hanno certamente influito sui singoli individui che han visto e vissuto attivamente gli eventi di quel giorno, portando alla risultante che tutti conosciamo. Pertanto proprio per questo motivo non riesco a concettualizzare una cospirazione globale ramificata che ha toccato tantissime persone, dal controllore di volo al tecnico demolitore compiacente, mi risulta difficile riuscire ad immaginare nei dettagli una ramificazione così completa saremmo di fronte ad una loggia segreta di proporzioni bibliche, in confronto la P2 di Gelli è come una scolaresca in gita, piuttosto trovo più verosimile una risposta nella volontà di pochi individui che hanno strutturato le organizzazioni sotto la loro diretta responsabilità in modo maliziosamente non ottimale, ma sempre nell’ottica di creare un imprevedibile e non quantificabile impatto negativo sul servizio, ma soprattutto per dare un disservizio incontrollabile, esteso e ramificato sui molteplici livelli della maglia di sicurezza e non con il preciso intento di concatenare gli eventi in modo controllato e metodico. Ma non solo, in alcuni casi semplicemente le motivazioni possono verosimilmente esser di svariata natura, da quella già ipotizzata della volontà di lasciar un fianco scoperto, all’effettiva incapacità organizzativa e mancanza di competenza, il buon senso e la logica ci insegnano che è più verosimile una situazione di scarsa competenza o preparazione piuttosto che una estrema e infallibile efficienza, passando alle situazioni di competizione e di invidia sul lavoro, che porta a quelle situazioni di “bastone tra le ruote” che è sempre presente in ambienti di un certo tipo, soprattutto dove le carriere sono associate a visibilità politica e ai relativi benefit, in termini di compensi e agevolazioni. Tutte situazioni che hanno interesse a rimaner nascoste, cospirazione totale, parziale o semplice sfortuna. Per lo stesso concetto non ritengo possibile quanto si cerca di farmi credere, che tutto nella sicurezza ha funzionato come doveva, che è stata sfortuna, che i terroristi siano riusciti in completa autonomia a farla in barba al mondo e portare a termine il loro intendo criminale, sono profondamente convinto che i terroristi siano stati inconsapevoli pedine in un disegno più grande e a loro incomprensibile. Che poi questo disegno sia postumo agli attacchi, o li anticipi, sfortunatamente non ci è dato saperlo. In tutta franchezza mi sento di affermare che qualcuno sapeva bene chi stava orchestrando cosa. come e quando. Questa è la strada più sensata (sempre a mio avviso) da percorrere, per approfondire al meglio l’evento nel suo insieme, andando di volta in volta a indagare i singoli episodi. A quel punto andremmo ad impattare contro delle situazioni poco chiare, quelle zone d’ombra sotto gli occhi di tutti, che in modo molto semplice e naturale di certo non portano alle teorie di cospirazione da bar (computer grafica, raggi laser tipo morte nera e esplosioni termonucleari globali) ma potenzialmente a mio avviso porterebbero alla luce quelle situazioni di malevolenza, negligenza e lassismo voluto e non, mettendo a rischio carriere e status sociale di chi ha responsabilità (diretta e non). E’ un insieme di situazioni, che per un motivo o per l’altro, qualcuno ha forte interesse a tener nascoste, ed ha il potere e la forza politica sufficiente da riuscire a nasconderle, perché non è certamente ciò che è rimasto ai nostri occhi che porta a conclusioni sulla verità assoluta, ma è ciò che ci è stato oscurato.

Fatte queste personalissime riflessioni che sto avendo il piacere di condividere con voi, vorrei altresì affrontare il tema torri e demolizioni, e vederlo da un ottica che nessuno ad oggi ha mai portato alla luce. Personalmente sempre basandomi sulle mie capacità (non infallibili ma è qui il bello di confrontarsi appunto) e volendo fantasticare, vedendo le foto del rapporto FEMA delle colonne piegate dal calore e dei piani imbarcati sempre dal calore sul WTC5, non è del tutto da escludere quindi la conclusione del rapporto NIST, ovvero che il calore abbia ridotto le capacità di resistenza delle colonne di core a tal punto, da far si che la travatura a cappello abbia redistribuito i carichi gravitazionali sulle colonne perimetrali (che è quello che deve appunto fare, redistribuire i carichi) che a loro volta indebolite dal fuoco si piegano verso l’esterno come è visibile in foto e filmati e il collasso inizia. In termini logici, prima ho tutto il peso distribuito equamente, e nel tempo i supporti a mia disposizione cessano di avere la capacità di sostegno. Ci può stare a rigor di logica (non mi addentro in particolari tecnici, il senso di ciò che voglio dire non cambia). Qui vorrei sottoporvi una riflessione alternativa appunto. Il Nist non ci ha mai detto con che software ha simulato gli impatti, in rete si trova solamente il modello strutturale per SAP2000 ma niente per quanto riguarda il modello degli aerei, e soprattutto se esiste un software in cui è possibile inserire quei parametri di resistenza e di comportamento dei materiali e se esiste come caspita si chiama. Dove sono gli algoritmi di calcolo per simulare il comportamento dei materiali in determinate condizioni? Come si fa a determinare con esattezza come il carburante si sia comportato dopo l’impatto? E la traiettoria delle masse penetranti che direzionalità abbia preso? Ci vien detto semplicemente che hanno simulato con un cluster di Computer con processori Xeon. Ovvero ci dicono che usano lo strumento ma ci nascondono come questo strumento è stato tarato e utilizzato. Personalmente trovo sufficientemente verosimile il crollo in determinate condizioni e pertanto mi sento di affermare che sapevano bene che le torri sarebbero crollate. Sono convinto che la simulazione di crollo sia stata fatta molto tempo prima, e che sapessero che determinate condizioni potevano far crollare la struttura. Ecco, credo che sempre per il principio da me già espresso del più facile coinvolgimento di minor figure, sia una ipotesi più verosimile rispetto ad una ipotesi di coinvolgimento di parecchie figure per minare un edificio in nei punti cardine. Inoltre i filmati del crollo sono davvero indicativi del fatto che l’edificio collassa nei punti in cui la resistenza strutturale viene a mancare per prima. La struttura superiore alla zona di impatto ormai scaricava il suo carico gravitazionale molto più sulle colonne perimetrali che quelle di core, (sempre perché prendiamo per buono il fatto che l’aereo penetrando ne abbia danneggiate almeno alcune) pertanto la struttura si piega e un intera porzione di edificio si sbilancia laddove il sostegno viene a mancare. Paradossalmente la travatura a cappello che doveva servire per aiutare a stabilizzare la struttura in caso di oscillazioni redistribuendo il carico, è stato il tallone di achille della torre. Sempre prendendo per vere queste costanti il ragionamento ci sta. Pertanto ammetto che considerare questa ipotesi non esclude il crollo spontaneo anzi lo avvalora e quindi porta acqua a chi sostiene la versione ufficiale, ma lo fa come arma a doppio taglio in quanto personalmente la espongo e la considero nell’ottica del “qualcuno sapeva ed ha volutamente permesso che la cosa accadesse per le motivazioni politiche a noi tutti note” . Ecco alcune riflessioni che mi portano a credere che il crollo spontaneo sia comunque verosimile e non scartabile a priori :

1. mancanza di simulazioni negli anni della progettazione che portassero a condizioni anche solo vicine a quelle effettivamente accadute (ergo, non è possibile escludere il collasso in quelle condizioni, sostenere che la temperatura fosse di soli 200° è un po’ faziosa come affermazione inoltre mi risulta difficile credere che le masse penetranti non abbiano nemmeno intaccato una colonna di core)

2. convinzione diffusa che le torri fossero indistruttibili (ergo, aver la volontà e muoversi per progettare un edificio per resistere all’impatto di un aereo non implica che tu alla fine vi sia riuscito)

3. considerazioni postume basate su fotografie che ritraggono solo l’esterno dell’edificio e su conoscenze di massima ad esempio su come un incendio in una stanza con finestre aperte viene ritenuto in grado di sviluppare 800° (ergo: un incendio in un open space di 60m come si comporta? E’ stato mai simulato? Esiste qualcuno ad oggi che mi può simulare una cosa simile? Quindi le uniche cose che mi danno un minimo di indicazione sono le foto alle colonne e alle travature dei piani al WTC5 che mi lasciano supporre che qualcosa di simile sia capitato alle torri, è vero è qualcosa che arriva dal rapporto ufficiale, ma si possono trovare anche altre foto che mostrano come un incendio incontrollato è sufficientemente forte da indebolire una struttura)

4. non capacità di commissioni di inchiesta, ingegneri privati e governativi di dimostrare con certezza assoluta ne una tesi ne un'altra (sempre riferito al calore del fuoco, ci si basa appunto sulle fantomatiche simulazioni del Nist, oppure sui dati che un incendio simulato in condizioni solo simili, ci restituisce)

Mi sento di affermare, che si le torri potevano cadere, e le foto del WTC5 lo fanno credere ancor di più, ma lo fanno in un ottica generale di malevolenza dell’amministrazione governativa che volutamente o no alla fine da tali eventi vi ha tratto vantaggio, in termini politici e sociali. Pertanto tanto mi basta per vedervi attraverso un disegno politico proveniente dall’interno che si cerca a tutti i costi di mascherare come attentato.
In conclusione (e qui appunto l’approccio nuovo ) sono convinto che qualcuno ben sapeva che buttandoci un aereo dentro, tra il fuoco e i danni da impatto proprio per via della tipologia di struttura e per vie delle simulazioni fatti in tuta segretezza da pochi individui, la struttura sarebbe collassata. Non comprendo altrimenti perché nascondere il software che ha simulato la situazione. Insomma non si vuole dare agli addetti ai lavori lo strumento che dimostrerebbe che le torri in quelle condizioni sarebbero crollate, mentre si sostiene solamente che “probabilmente” sarebbe potuto accadere, mostrando solo una parte di simulazione e probabilmente artefatta, proprio per dimostrare che loro hanno simulato dopo, e per non instillare il dubbio nella mente delle persone, dubbio molto più lecito verosimile e difficile da screditare, rispetto alle demolizioni controllate, dubbio che ci indica che fosse possibile che qualcuno sapesse, avesse i mezzi per simularlo e quindi andare a colpo sicuro. Pensateci bene, come dimostro a rigor di logica che io USA, in grado di mandare in orbita un capolavoro dell’ingegneria umana, costosissimo e sofisticato come l’STS (giusto per fare un esempio delle capacità statunitensi) non sono in grado di assemblare un cluster in grado di simulare un determinato evento in un determinato contesto? Pensiamoci bene, è tutta una questione di calcoli, non è semplice tecnicamente parlando ma lo è concettualmente, le variabili da inserire nel modello di calcolo sono molteplici ma ciò non significa che io USA non ho i soldi, le capacità intellettive e la tecnologia per riuscirvi. E’ molto più facile screditare una demolizione controllata appellandosi al fatto che qualcuno se ne sarebbe accorto, che dovevo coinvolgere troppe persone, che sarebbero rimaste le tracce, eccetera, ti lancio una bomba intangibile, e ti lascio con una domanda a cui non è possibile dare risposta e mi tagli fuori (vai a dimostrare concretamente come si può minare una struttura simile). Come faccio invece a tagliarti fuori se cerco di dimostrare e sostenere al mondo che non ho le capacità tecniche per creare un software di calcolo strutturale? Chi mi crede? Ecco perché ufficialmente viene solo sostenuto il crollo al condizionale. Primo nessuno si pone la domanda, secondo le uniche persone di buona volontà che si sbattono per far luce sui punti oscuri (ad esempio voi) si perdono in piste e vicoli senza uscita. Infine una domanda che mi tormenta: ma la velocità degli aeromobili, da dove caspita l’hanno dedotta e come? Da qualche parte è spiegato come fanno a sostenere che gli aerei andavano a 800km/h? Chiaramente con la velocità tutto cambia. Brevemente per quanto riguarda il pentagono trovo più verosimile un Learjet, cosa ne pensate? Senza contare un altro mio cruccio: ci si fissa con sta storia dei quattro aerei…io non ho mica ad oggi visto le carte degli aeroporti con gli aerei in partenza, chi mi dice che sti voli siano effettivamente esistiti? E’ in grado qualcuno di dimostrarmi con documentazione che tale giorno a tale ora un addetto alla pompa ha rifornito tale areo, che si è mosso su una determinata pista in un determinato momento e così via? Perché sento che la risposta sia no? In conclusione, non è necessariamente vero che un crollo strutturale delle torri non sia comunque riconducibile ad una ben più malintenzionata e consapevole azione globale, insomma, il risultato finale non cambia.
So bene che il vostro approccio è del tipo scientifico, che amate portare dati alla mano, ma io ho semplicemente voluto lanciare una nuova idea e una nuova considerazione, proprio dove ho trovato più apertura mentale, considerazione basata sul buon senso piuttosto che sulla scienza, che comunque sia, proprio perché di buon senso non porterà mai ad affermare che dei terroristi siano riusciti a farla in barba al mondo intero e che l’amministrazione governativa nella sua totalità sia rimasta una sfortunata vittima. Probabilmente ai più non basterà, per quanto mi riguarda tanto mi basta a rendermi consapevole dell’esistenza di un crimine, mancano i puntini sulle i, ma la frase è già di senso compiuto.

Ciao a tutti,
Salvatore.

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