Re: Obama: "Osama Bin Laden è morto"

Inviato da  redna il 3/5/2011 10:35:41
Benazir Bhutto disse: Osama è morto

Osama Bin Laden è morto. Rilanciata stamane su La Stampa da Giulietto Chiesa, la clamorosa rivelazione è stata fatta nientemeno che da Benazir Bhutto durante un’intervista ad Al Jazeera del 2 novembre 2007 che per oltre due mesi è passata sotto silenzio nel mainstream dell’informazione mondiale.

L’assassino dello sceicco saudita, nelle parole dell’ex premier pachistano uccisa il 27 dicembre scorso, è Omar Sheikh, 34 anni, un ex collaboratore dell’Isi che il Sunday Times ha definito nel 2002 “l’opposto del classico terrorista” tutto kalashnikov e Corano. Considerato vicino all’intelligence militare pachistana e già coinvolto nell’inchiesta sul barbaro omicidio del giornalista Daniel Pearl, Omar Sheikh, alias Mustafa Muhammad Ahmad, è lo stesso uomo che nel 2001, qualche giorno prima dell’11 settembre, consegnò a Mohammed Atta, il capo dei dirottatori, una valigetta con 100 mila dollari e che, sempre secondo l’inchiesta ufficiale del Congresso, si trovava proprio a Washington durante l’attacco al Pentagono. Non esattamente un signor Nessuno, per Musharraf, per gli uomini che governano a Islamabad e per i servizi segreti di mezzo mondo.




Quello che stupisce di più, dell’intervista, è che Davis Frost, una vecchia volpe del giornalismo non sospettabile di ingenuità né di inesperienza, abbia lasciato correre la denuncia della Bhutto, non l’abbia interrotta, né chiesto informazioni più circostanziate su una notizia che, proprio per l’autorevolezza della fonte che la stava diffondendo, non poteva essere spacciata come l’ennesima boutade sulla vita e sulla morte di un uomo di cui è stato detto di tutto in questi anni: che fosse morto a Tora Bora, che si trovasse in Sudan, che si nascondesse, grazie alle complicità dei capi tribù pashtun, nel Waziristan afghano-pakistano, che infine fosse artificialmente tenuto in vita da Al Qaeda per rafforzarne il mito presso le masse arabe. Come sia potuto accadere che nemmeno la Cia si affrettasse a confermare o smentire la dichiarazione della Bhutto (pochi giorni dopo uccisa da un commando integralista), rimane un mistero. Ma il sospetto - avanzato anche da molti commentatori a margine dell’intervista rilanciata da Youtube - è che l’ex leader del PPP sia stata assassinata proprio perché sapeva troppo e avrebbe potuto far saltare i piani di Al Qaeda e di chi (e sono tanti dentro i palazzi del potere di Islamabad) lavora nell’ombra per la rete terrorista e le milizie pashtun che hanno deciso di eliminare quella che avrebbe dovuto essere la donna simbolo del Rinascimento pachistano.

redazione
Martedì 15 Gennaio 2008





Tre anni e mezzo fa - era il 7 novembre del 2007 - Benazir Bhutto, due volte primo ministro del Pakistan, annunciò la morte di Osama Bin Laden. Lo fece nel corso di un'intervista condotta dal giornalista David Frost per Al Jazeera English, parlando dell'uccisione del terrorista con estrema naturalezza e rivelando addirittura il nome dell'assassino: Omar Sheikh, anche lui terrorista ed ex collaboratore dell'ISI (servizi segreti pakistani) ritenuto responsabile anche della
morte del giornalista statunitense Daniel Pearl (avvenuta a febbraio 2002).
Il passaggio chiave di quell'intervista, pubblicato all'epoca su YouTube, ha totalizzato in questi anni circa un milione di visualizzazioni. Una cifra che è raddoppiata nelle ultime ore, in seguito alla notizia ufficiale dell'uccisione di Bin Laden diffusa dal governo statunitense. Per i complottisti - che ora commentano ininterrottamente il video su YouTube - l'intervista alla Bhutto è una chiara prova del fatto che Osama sarebbe stato eliminato ben prima del
raid americano di ieri notte. Nel 2007 in pochi diedero risalto alla sua dichiarazione, primo su tutti il giornalista britannico Frost, che non interruppe né chiese spiegazioni alla donna in seguito alla sua sorprendente affermazione. Anche la BBC, che trasmise l'intervista, tagliò la Bhutto nel momento in cui diceva che Omar Sheikh "è l'uomo che ha ucciso Bin Laden", ipotizzando un lapsus della donna che in realtà secondo alcuni avrebbe voluto riferirsi al giornalista Daniel Pearl. Non ci fu il tempo di chiarire l'episodio con la diretta interessata: pochi giorni dopo la chiaccierata con Frost la Bhutto morì in un attentato a pochi chilometri da Islamabad, capitale del Pakistan

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