Re: Definisci "complottista"

Inviato da  SirEdward il 26/8/2006 13:16:13
Citazione:
Non nascondiamoci dietro un dito: il termine complottista,con tutte le sue varianti attivissime e zucconiane è solo un altro modo di bollare in maniera dispregiativa chi la pensa in maniera diversa.

Se a complottista ci aggiungete un pò di paroloni tipo "il mondo della sceinza è dalla mia parte", "gli esperti scientifici di tutto ilmondo sono con me", etc, poi, ancora, altre parole del tipo "sono molto paziente con te ", etc etc , bè il gioco è fatto: l'avversario è k.o. in ogni caso, con qualsiasi argomentazione.


Il termine "complottista" è solo un modo per semplificare, un termine non troppo riuscito, date le continue diatribe che animano chi lo usa, chi ci si identifica o ne viene identificato.

Non è un termine troppo riuscito perché spesso gli viene associata una connotazione negativa che rischia di favorire incomprensioni o travisamenti anche quando viene usato in maniera puramente descrittiva per indicare coloro che credono alla presenza di un complotto di qualche tipo dietro a particolari fatti storici e che si sforzano di smascherarlo.

A me, per esempio, questo termine non piace, e cerco di utilizzarlo il meno possibile proprio per i probabilissimi problemi e rischi di "misinterpretazione", sia involontaria che volontaria.

Tuttavia non si può certo dire che sia facile la vita di chi deve sostituire questo vocabolo foriero di litigi con qualcos'altro: non sarebbe ridicolo definire chi sostiene le ipotesi di complotto con un "semplice" "colui che crede che le cose non si siano svolte come si dice che si siano svolte ma che qualcuno abbia tramato per suoi fini personali ingannandoci tutti".

Nell'ultimo paragrafo ho dato ben due possibili sostituzioni del termine "complottista". Uno è volutamente scherzoso, ma l'altro, pur serio e spesso usato, è notevolmente lungo e di difficile applicazione in momenti in cui, più che la precisione chirurgica nell'evitare di sfiorare i nervi della gente dovrebbe contare il contenuto del discorso e delle frasi nelle quali il termine "complottista" viene usato.

In somma non perdiamoci dietro alle questioni di lana caprina. la maggior parte delle persone che usa il termine "complottista" lo fa per semplificare, e molti di loro sono addirittura sostenitori delle ipotesi di complotto.

Nel particolare, Paolo Attivissimo usa il termine complottista secondo quanto la sua esperienza di discussione lo ha portato a pensare, ma lo usava già prima, e con significati puramente descrittivi. Sono state le discussioni su LuogoComune a renderlo meno disposto al dialogo, esattamente come è successo a parecchi tra coloro che a quella discussione hanno partecipato, da entrambe le parti. Fermo subito qualsiasi possibile replica o critica, dicendo che in questo momento non sto gaurdando a chi aveva ragione o torto, sto semplicemente riportando dei fatti.

Inoltre vorrei sottolineare che l'idea che quello che Attivissimo riempia di spregio la parola "complottista" è vera SE E SOLO SE si considera per buona la teoria del complotto. Se infatti il punto di vista è diverso le parole di Attivissimo assumono una valenza diversa, e diventano vere. Un po' ruvide, se vogliamo, ma vere.

Ma se il valore delle parole dipende solo dalla nostre idee...

Citazione:


Redazione wrote:

Io però ero rimasto colpito dalla frase di Attivissimo non tanto per lo spregio che lui cerca continuamente di infondere nel termine, ma perchè cita le "schiaccianti prove a favore", dimenticandosi (?) che chi gliele fornisce è la stessa entità sospettata di aver mentito.


...se il valore delle parole dipende solo dalle nostre idee...

Questo ragionamento è ribaltabille. Si dice: "le prove forntie dalla stessa entità sospettata di aver mentito non valgono", ma la verità è che in questo modo si da per scontato che "le prove portate da coloro che accusano l'entità sospettata sono vere in principio". E se fossero sbagliate?

Analogamente, che possibilità ha "l'entità sospettata di aver mentito" di potersi sottrarre all'accusa e dimostrarsi innocente? Nessuna, perché qualsiasi prova portata dall'"entità sospettata di aver mentito" a sua discolpa sarà sempre scartata perché "non si può considerare valida una prova fornita dalla stessa entità sospettata di aver mentito".

Ancora, se i dati per ragionare sulle accuse possono essere ottenute solo dagli accusatori o da fonti legate all'"entità", come si potrà mai dimostrare una eventuale fallacia delle prove degli accusatori? In fin dei conti, gli accusatori stessi si basano su documenti forniti dall'"eintità" (filmati, resoconti, interviste, foto). Se loro stessi si basano su questi documenti, pur con un fine diverso, ci si dovrà chiedere se esistono prove che possano essere fornite da qualcuno che NON sia l'"entità sospettata".

E ci si dovrà domandare anche perché le prove fornite dall'"entità" siano ora valide, quando si tratta di accusare, ora non valide, quando si tratta di difendere. A questo si risponde con "ma se il materiale è fallato, non è fallato per farsi del male da soli". Corretto, ma il punto vero è se è davvero fallato, non quanto e dove. Quello è il punto del dibattere, e non può essere dato per scontato. E fino a che non è appurato, tutto il materiale deve essere considerato ed eventualemnte demolito di volta in volta.

Una terza conseguenza purtroppo poco funzionale è che, chiunque sostenga l'innocenza dell'"entità" sarà tenuto in poca considerazione, o assimilato come complice prezzolato, o come stupido proprio per quella mancanza di prove fornite da qualcuno "altro" dall'"entità sospettata" che nel caso dei sostenitori delle ipotesi di complotto rappresenta la base delle proprie accuse.



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