Re: Secondo me...

Inviato da  Redazione il 29/11/2005 0:04:23
Come dicevo, felice di avere finalmente il contributo di uno specialista del settore, e pure in italiano.

Confesso che quando feci la ricerca in rete, per raccattare tutti i filmati di implosioni che poi ho usato nel segmento "Crolli o demolizioni controllate?" (che immagino lei avrà visto, nel filmato "911 - 4 anni dopo"), avevo persino cercato la traduzione del termine in tedesco, ma come un cretino non avevo minimamente pensato di cercare in italiano. Mea culpa, perchè a quanto mi è sembrato di capire dalla vostra presentazione, non siete secondi a nessuno.

Ma gli stupori per me erano appena iniziati:

Iniziando infatti a leggere il suo intervento mi dicevo "Oh, finalmente l'occasione per mettere fine a questa diatriba. Un tecnico DEL SETTORE, che ci dice chiaro e tondo che quelle sono implosioni, e non se ne parla più."

E invece, lei pare avere ottimi motivi per "escludere l'utilizzo di cariche esplosive". Ho riletto la frase un paio di volte, per esserene sicuro, poi mi sono rassegnato. No, mi sono detto, oggi purtroppo non è Natale.

A questo punto però è arrivato il più grande dei tre "stupori", e cioè il fatto che lei utilizzi delle argomentazioni di tipo "logico" (in altre parole, le nostre, quelle dei "poveracci" che non hanno accesso a informazioni specifiche, o privilegiate), invece che tecnico.

Non mi aspettavo certo una formula di fìsica dinamica a ventiquattro variabili, ma almeno una spiegazione indicativa, in termini pagani, per i non-addetti ai lavori, quella si.

Invece lei preferisce "non entrare troppo sul tecnico sull'impossibilità di creare un circuito di tiro che permetta la riuscita di un'implosione".

La prego, se solo ne ha il tempo e la voglia, lo faccia. Io sono il primo qui - e credo di non essere l'unico - a sperare ancora nel suo inconscio di aver preso una cantonata colossale, e pagherei qualunque cosa pur di poter fare pubblica ammenda per tutte le imbecillità che avrei disseminato in rete, nel caso mi fossi sbagliato.

Vorrà però capire che, al punto in cui sono, qualcuno mi deve convincere per bene.

E debbo dire, anch'io nel pieno rispetto di chi la pensa diversamente da me, che trovo le sue argomentazioni decisamente insufficienti, per poter scartare in blocco la mole enorme di indizi che parla - anche al pagano - di demolizioni controllate.

Rispondo comunque, brevemente, alle sue obiezioni.

Punto 1: "Perchè far passare del tempo inutile dal presunto comando di implosione?"

Qui le dico semplicemente che nessuno di noi è in grado di trarre conclusioni definitive dalla prassi che si è manifestata, poichè non conosciamo con certezza nè l'intento iniziale, nè le variabili che possono esser intervenute fra il momento della pianificazione e quello dell'esecuzione. In altre parole, è per noi impossibile metterci nella testa altrui, in questo caso, per poter poi giudicare "a marcia indietro" se le loro azioni corrispondano effettivamente alla miglior logica possibile.

Ragionando con la nostra testa - e purtroppo solo quella abbiamo, in questi casi - non riusciremmo mai a prevedere le azioni, ad esempio, di un serial killer, ed è proprio per quello che sono fra i più difficili in assoluto da catturare. E vorrà concordare con me che la mente contorta di chiunque abbia organizzato lo scherzetto delle Torri sia malata almeno quanto quella di un serial killer, se non mille volte di è più.

Punto 2: Perchè non far crollare le torri lateralmente, che è molto più facile e farebbe molti più danni.

Daccapo, non conosciamo le finalità ultime del progetto criminale, ma di certo qui possiamo constatare alcune cose:

Sono crollati TUTTI e SOLTANTO gli edifici di proprietà di Silverstein, coperti dalla stessa polizza miliardaria - rinnovata dal medesimo solo due mesi prima - che ha poi finito per pagare abbondantemente la ricostruzione dell'intero complesso WTC-Plaza. Se invece altri edifici, non di proprietà di Silverstein, fossero andati distrutti, buona parte di quella copertura assicurativa sarebbe andata a ripagare danni subiti da terzi, con interminabili cause civili, nel probabile ordine delle migliaia.

Era quindi, casomai, interesse assoluto di Silverstein che crollassero TUTTI gli edifici del WTC-Plaza, ma NESSUNO di quelli adiacenti. E salvo i danni minori, inevitabili, questo è proprio quello che è accaduto quel giorno. Se è stato un caso, bisogna dire che per lui sì che quel giorno fu Natale!

Tra l'altro, sottolineo che nel confermare la maggiori difficoltà di organizzare una caduta in perfetta verticale, lei non fa che confermare come l'eventualità che ciò sia avvenuto per caso sia a questo punto risibile: se già è difficile farlo per gli umani, che hanno tutto il tempo per fare i loro calcoli, e tutta l'esperienza necessaria alle spalle, per piazzare le cariche in maniera adeguata, quanto è probabile che non uno, ma tre crolli passivi, per puro cedimento strutturale, avvengano consecutivamente, da soli, proprio in quel modo?

Ma fin qui, come dicevo, ci ritroviamo in quel mondo aleatorio che è la discussione basata solo su ipotesi non verificabili.

L'approccio "scientifico", o almeno scientifico-logico, è invece l'unico che può permetterci di arrivare a conclusioni più solide, se non inconfutabili del tutto.

Per approccio scientifico-logico, io intendo l'applicazione della logica (che è un sistema variabile) non alla mente dei terroristi (che è un altro sistema variabile), ma ad un sistema fisso, come quello delle osservazioni empiriche.

Ovvero, "ragioniamo" sui dati oggettivi:

Ci sono, di fatto, molteplici sbuffi del tutto simili agli squibs delle implosioni.

Ci sono, di fatto una quarantina almeno di testimonianze, fra civili, pompieri, poliziotti, e giornalisti stessi, che parlano chiaramente di "potenti esplosioni" - udite o vissute in prima persona - ai piani bassi delle torri, subito prima o durante i crolli verticali.

Ci sono, di fatto, i riscontri satellitari termografici, che indicano come il terreno su cui poggiavano le Torri abbia mantenuto per molti giorni una temperatura decisamente superiore a quella di tutto il terreno circostante. Questo indica chiaramente un surriscaldamendo della struttura portante, a livello delle fondamenta, ben difficile da spiegare senza l'uso di esplosivi. Molte testimonianze dei soccorritori parlano infatti di "molten steel", ovvero, come lei sa, acciaio fuso.

A questo si somma, in maniera diretta, il fatto che quasi tutto l'acciaio recuperato sia stato immediatamente riciclato e/o rivenduto, senza prima sottoporlo ad un'analisi di laboratorio, doverosa oltre che augurabile, visto che si tratta di un caso criminale.

C'è poi, di fatto, un tempo di "crollo passivo" dell'edificio praticamente identico a quello di una ipotetica caduta libera, misurata dai piani superiori dello stesso. Questo contraddice direttamente, a quel che mi risulta, la seconda legge della termodinamica, almeno nel suo principio di fondo (in un sistema isolato l'entropia è una funzione non decrescente nel tempo). Ovvero, l'energia spesa dal blocco in caduta, nel progressivo impatto con i piani inferiori, deve necessariamente tradursi in un sostanziale rallentamento della velocità di caduta. É l'argomentazione principe del Prof. Jones, cattedra di Fisica all'università dello Utah, che ultimamente ha contestato pubblicamente - senza venir finora smentito da nessuno - proprio la tesi dei crolli passivi.

Questi sono i primi dati oggettivi che mi vengono in mente, ma resto disponibile a elencarle tutti gli altri, se lo desidera.

Sull'altro fronte invece, rimane da fare il lavoro opposto. Ovvero spiegare, sempre in termini logici, dati oggettivi come i seguenti:

Quale forza, in un crollo passivo, avrebbe permesso di scagliare quintali e quintali di cemento, ed intere travi di acciaio, ad una distanza doppia della larghezza delle torri? La "compressione" dei pavimenti che cadevano l'uno sull'altro, per caso? (L'ironia qui non è certo diretta a lei, Botta, ma a chi sostiene il cosiddetto "effetto martello", senza rendersi conto della quantità immane di leggi fisiche che va a calpestare nel farlo).

Vorrà però riconoscere che se questo fosse davvero avvenuto, lei sarebbe il primo a perdere il lavoro.

Squilla il telefono alla Esplodem:

"Buongiorno - dice la voce della signorina all'altro capo del filo - siamo della Grattacieli Inc., e vorremmo la vostra consulenza per demolire una torre in cemento armato da 60 piani, in un centro ad alta densità di popolazione."

"Nessun problema - risponderebbe a questo punto l'unica segreteria telefonica che avreste lasciato in funzione - svitate i bulloni dei piani superiori, lasciate crollare quelli, e vedrete che il tutto viene giù su se stesso, piloni centrali di supporto compresi, senza nemmeno disturbare chi lavora dall'altra parte della strada."

L'ho buttata sul ridere, esagerando ovviamente, ma vorrà riconoscere che a questo punto la questione si pone.

Invece però di fare con lei un semplice "botta e risposta" (fin troppo facile la battuta), mi piacerebbe poter impostare insieme il problema in maniera più globale e comprensiva, se solo ne avesse il tempo e la voglia. L'expertise nel settore di certo non le manca, ed è per questo che mi permetto, egoisticamente, di insistere.

In ogni caso, grazie per il suo prezioso intervento.

Massimo Mazzucco



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