Re: Pearl Harbor

Inviato da  PikeBishop il 20/6/2006 20:39:28
Mi ero occupato dell'attacco su Pearl Harbor un trentina e piu' di anni fa, quando ero probabilmente l'unico scemo a sapere a memoria tutti i nomi degli imperatori del Giappone e amenita' di questo tipo. Poi mi e' passata. Ma quel che ricordo fin da allora era il fetore ammorbante di marcio che si sprigionava dall'intera vicenda. Scusate se i miei ricordi sono un po' sbiaditi.

Non a caso il manifesto neo-con parla di una "Nuova Pearl Harbor" e dopo un po' ne segue un'altro episodio che puzza altrettanto, il casus belli della guerra perenne di stampo Orwelliano (chiaro a tutti di cosa sto parlando?)

A parte il fatto che basterebbe questo nesso logico a farmi di nuovo venire nuovamente una nausea ormai vecchia di trent'anni al pensiero di Pearl Harbor, ci sono un paio di personali punti di vista che ci terrei ad evidenziare, perche' e' importante capire che Pearl Harbor sia stata l'ispirazione per i fatti piu' recenti che ci hanno cosi' tanto coinvolto.

Tanto per cominciare cito Paky, che si beve come se fosse una pinta fresca dal barile a fermentazione naturale di Old Timer (ne sto procucendo una birra che vi si ispira, e che si lascera' bere molto volentieri) la versione ufficiale, che, ormai siamo vaccinati, ha troppe coincidenze per sembrare verosimile.

Citazione:
Per quanto devastante mancò due dei suoi bersagli strategici, le portaerei americane non in rada e i depositi di carburante.

Ma guarda che caso!!!! Proprio i depositi di carburante. E perche' le uniche navi che veramente fossero importanti non erano in rada? Sospettoso? Ne si ha ben donde.

Citazione:
Un attacco alla costa orientale avrebbe compromesso la mobilità delle forze navali ed aere, oltre alla impossibilità nell’uso dei cantieri per un periodo più lungo di quello intercorso.

Appunto.

Non si capisce assolutamente che cosa il Giappone postesse ottenere da un attacco del genere, a meno che non si sia trattato del tipico trappolone teso alla popolazione americana - decisamente anti-interventista - per provocare una reazione che facilitasse l'entrata in guerra dell'America.

La realta' e' che - anche se a distanza di piu' di 60 anni si continua senza piu' tanta convinzione a negare - il codice giapponese JN-25 era gia' stato sfondato dai criptografi olandesi, che l'avevano passato agli inglesi e agli americani che d'altronde ci stavano lavorando da tempo e che dal primo al sette dicembre 1940 avevano intercettato 26.581 messaggi in JN-25. La posizione ufficiale era stata che non sapevano ancora interpretarlo bene. Solo nel 1990 gli archivi criptologici sono stati trasferiti dalla base di Crane in Indiana agli Archivi Nazionali di Washington. Se siete curiosi fate domanda di consultazione, cercate di sopravvivere fino alla data della prenotazione e buon (lungo) lavoro.

Secondo il Vice Ammiraglio Conrad E. L. Helfrich della Reale Marina Olandese (viene riportato da John Toland un colloquio nel 1943 con l'ammiraglio Wedemeyer) il comando olandese sapeva con dovizia di particolari dell'attacco ed il governo olandese aveva allertato tutti gli alleati, compreso il Presidente degli Stati Uniti.

Ora, alla luce di questo fatto tutte le decine di errori incredibili e "stupidi" (che ricordano tanto l'11/9) hanno tutto un'altro sapore. E naturalmente la commissione d'inchiesta immolo' due ufficiali che non contavano un tubo e che genuinamente ignoravano dell'attacco e non potevano controllare la situazione, Kimmel e Short. Marshall invece, che guarda caso proprio quel giorno come parecchi altri pezzi grossi non era rintracciabile (andato a cavallo a farsi un giro da prima dell'alba al tramonto, dove nessun lo sa) venne scagionato da ogni responsabilita'.
Il presidente con alcuni pezzi grossi stette invece alzato tutta la notte come se fosse in attesa di notizie. Chissa perche'.

Ma non e' tutto. Forse la situazione era anche piu' incasinata.

Come ve lo spiegate l'assassinio di Yamamoto? Non mi viene in mente nessun altro generale con una taglia sulla testa che sia stato effettivamente assassinato dai nemici (a parte nella letteratura fantastica). Perche' fu braccato e terminato con un dispendio di energie formidabile e ferocia non equiparabile alla sua effettiva importanza al momento della morte. Era solo vendetta o si temeva un testimone chiave?
Per chi lavorava veramente Yamamoto? Perche' aveva messo a repentaglio la sua carriera per portare cocciutamente avanti un piano osteggiato dal resto della marina nipponica? Come mai un filo-americano, ex studente di universita' in America si incaponisce a portare un'attacco inutile sul suolo (si fa per dire) americano?

Magari sono solo un gomblottista, ma anche qui le domande sono veramente troppe. E sono in buona compagnia, con John Toland, premio Pulitzer e grandissimo esperto della storia del Giappone degli anni '40. Magari non siamo cosi' fessi.......

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