(spero) ultimissime precisazioni

Inviato da  Ilario il 16/12/2008 21:53:03
Gentile signore,
grazie per gli auguri, ma la camorra salernitana è geneticamente ben diversa da quella napoletana. Non che non sparino, per carità, ma ha meccanismi molto più semplici di quella partenopea. Il vero scandalo (altro che Hamer) è che lo Stato abbia lasciato solo il collega-coetaneo Saviano, che infatti ha dichiarato: "se tornassi indietro non so se lo rifarei". E come dargli torto, pover'uomo. Ma non andiamo off-topic.

Per quanto riguarda questo suo ultimo intervento non aggiunge nulla a quanto già espresso, e infatti le ho già risposto poc'anzi. Chi ha detto che "la medicina ufficiale può permettersi di sbagliare diagnosi"? Credo che lei abbia una visione distorta e pregiudizievole della realtà dei fatti. I peer review servono proprio a smascherare gli errori (voluti o meno) dei ricercatori. Non esiste procedimento analogo nelle pseudomedicine di ogni tipo. Così come non è affatto vero che le case farmaceutiche non pagano i propri errori: il problema è che, nel frattempo, hanno guadagnato così tanto da potersi permettere qualunque class action. Un po' come quando l'autorità garante delle comunicazioni multa mediaset per aver trasmesso più pubblicità del dovuto, e quella paga perché tanto dalla vendita dei carrelli pubblicitari ha guadagnato il doppio. Come ho già specificato, sono farabutti allo stesso modo.

Ma vedo tuttavia che continua ad ignorare il nocciolo della questione. Sono un tipo paziente, non si preoccupi. Ribadisco il concetto: con la medicina che lei chiama "ufficiale" si muore, ma si guarisce anche. E ciò è dimostrabile in maniera chiara ed incontrovertibile (si può discutere sulle percentuali, ma resta il dato di fatto). La teoria di Hamer non ha MAI guarito nessuno. Ora, perché dovremmo considerare le due "medicine" alla stessa stregua? Mi sembra fuori luogo sotto ogni profilo, da quello morale a quello logico. Badi bene che io non sto conducendo alcuna "crociata", e men che meno discuto delle medicine "alternative" in generale. Ho condotto un'inchiesta, l'ho conclusa, l'ho messa a disposizione di tutti. Ed ora difendo le diffamazioni di cui vengo fatto oggetto personalmente da utenti anonimi che scrivono in questo luogo: cosa ci trova di sbagliato in questo? Il paragone che fa con Zenigata è fuori luogo perché io, come ho già ribadito, non ho alcuna volontà persecutoria. Sono un giornalista, non un magistrato. Per mia somma fortuna. Io espongo i fatti, e me ne assumo la responsabilità (a differenza di tutti gli altri) morale e penale, tanto da aver già ricevuto diverse minacce. Se tali fatti avranno salvato già solo una vita umana, potrò reputarmi più che soddisfatto.

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