Re: Scie chimiche: FAQ

Inviato da  frankad il 1/9/2007 9:47:24
Citazione:

Il mio ragionamento, semplicemente, era questo: se quel che vedevo in cielo fino all'anno scorso era normale – come ripetono gli "esperti" – come mai quest'anno non vedo niente del genere? Dove sono le... contrail? Ho passato parecchio tempo a Torino in questi ultimi mesi, e lì le ho viste ancora, spesso.


Avevo capito la tua considerazione, il fatto è che mi sono stufato di apportare a migliaia di evidenze/prove ancora una di esse.

Logico, se a parità di condizioni meteo in quota (parametro facilmente riscontrabile) si adduceva che le scie erano contrails..normali..di aerei di linea, perlopiù, dove sono finiti gli aerei di linea? Hanno sospeso le rotte? Sono fallite le copmpagnie?

Ma a che serve tutto questo? L'evidenza era già stata sbattuta in faccia a tutti anni fa. Risultato? Chi ha accettato lo status di servo, servo rimane. Inconsapevole o consapevole/complice (come Attivissimo per intenderci): sempre servi sono.

Non c'è nulla da fare.

Quoto totalmente le parole di Gianluca Freda tratte da uno dei suoi ultimi articoli "Il popolo? Non ci serve, grazie"

Alla maggioranza non importa nulla della verità. E’ ossessionata dai mutui, dallo shopping, dalla ricerca di lavoro, se ne è priva, o dalle rivalità con i colleghi di lavoro, se un lavoro ce l’ha. Non capisco perché a noi dovrebbe importare di loro. Alla maggioranza delle persone non frega niente di sapere che sono schiave, anzi, detestano e maledicono chi glielo dimostra. La maggioranza non ha tempo né voglia di ricercare la verità e chiede soltanto che qualcuno gliela offra già bella e pronta. La TV oggi, come la religione in passato, serve appunto a soddisfare questa richiesta. Non abbiamo nulla da guadagnare, né in credibilità, né in autorevolezza, ad avere dalla nostra parte una massa indaffarata e pavida che della logica non sa che farsene. La massa è alla ricerca di una auctoritas che le dica cosa pensare.

Infine...


Sei miliardi di spettatori chiusi in casa ad assistere, applaudire e giocare con la Playstation non cambieranno mai il mondo, né in meglio né in peggio. A cambiare il mondo penseranno, come sempre, quelle poche centinaia di persone che siano capaci di organizzarsi sulla base di un’etica comune, di un progetto condiviso, di regole precise e della garanzia di appoggio reciproco.

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