maledizione? o obiezione di coscienza?

Inviato da  padegre il 19/11/2015 15:19:47
-maledizione e obiezione di coscienza?-
di Paolo De Gregorio, 19 novembre 2015

Dichiara Papa Francesco, oggi 19 novembre: “maledetti coloro che operano per la guerra e per le armi”. Parole sante, però ci vorrebbe qualche piccola precisazione: tra coloro che operano per la guerra e per le armi non vi sono solo servizi segreti, banche d’affari nei paradisi fiscali, Pentagono, imprenditori che considerano le armi una merce come le altre, ma anche milioni di operai senza i quali nessuna arma circolerebbe.
Convincere i produttori di armi e i guerrafondai al potere mi sembra dura, ma, oltre alle parole di maledizione, che potrebbero risultare dolorose per i tanti cristiani che lavorano per costruire ordigni di guerra, senza sortire effetti concreti, il Papa dovrebbe far seguire una campagna di obiezione di coscienza per tutti i cristiani addetti alla costruzione di questi ordigni.
La campagna di obiezione di coscienza è stata portata avanti, con successo dal punto di vista della Chiesa, tra il personale sanitario per contrastare l’aborto. e non c’è paragone tra l’aborto e la guerra come nemici della vita.

Ricordo solo che, anni fa, in una zona con il 100% di cristiani, nel bresciano, la Valsella Meccanotecnica costruiva le odiose e letali mine antiuomo che vendeva a milioni nei territori di guerra in tutto il mondo, senza che ci fosse mai stata alcuna iniziativa da parte delle gerarchie vaticane per far finire quello schifo. Solo l’intervento dell’ONU e di alcuni sindacati, dopo anni e anni, fece chiudere quelle attività criminali.

Carissimo Papa Francesco, la tua “maledizione” è una bellissima novità, ma se fossi al tuo posto scomunicherei senza appello, né perdono, tutti coloro che lucrano e operano per la guerra, aggiungendovi la campagna per l’obiezione di coscienza degli addetti alla produzione di ordigni.
Non si può tenere insieme etica cristiana e collaborazione a qualunque livello con i guerrafondai, non deve essere consentita la fuga dalle proprie responsabilità di coloro che pensano che basta pentirsi negli ultimi giorni della propria vita per ottenere il perdono.
Paolo De Gregorio

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