Re: L'onere della prova.

Inviato da  zeppelin il 9/9/2015 11:50:00
Citazione:

Sertes ha scritto:
Vorrei ricordare che in matematica dimostrare la non esistenza di qualcosa è possibile

Es: I numeri esistono perchè c'è l'assioma dell'esistenza del numero 1 e poi c'è il concetto del "successivo"

Esiste un numero massimo? No, non esiste

Dimostrazione: se per assurdo esistesse un numero massimo N, allora applicando il concetto del "successivo" avresti un numero N+1 che è maggiore del tuo numero massimo.

Quindi in matematica, che è una scienza rigorosa e a questi livelli è anche una scienza esatta, si può dimostrare la non esistenza. L'onere della prova viene assunto con la dimostrazione per assurdo.


Dai, Sertes!
La matematica funziona perché:
- considera l'infinitamente grande e infinitamente piccolo
- ha regole rigorose (e arbitrarie)

Comparare la matematica alla fisica è un po' come comparare il gioco degli scacchi con una battaglia vera!
Nel mondo fisico non esiste l'infinitamente grande o infinitamente piccolo. Tu hai la formula del calcolo delle misure di una sfera e la applichi alla Terra (facciamo finta che non sia piatta). Però vedi che non è una sfera, che ha rilievi (e quindi devi fare una media) e applichi correzioni che non fanno che approssimare il risultato. Una sfera infinitamente perfetta, nel mondo fisico, non esiste, in matematica si.
In fisica non esiste l'infinitamente grande, al massimo esiste il TUTTO, al quale non è possibile aggiungere proprio niente.
In chimica 1 elemento + 1 elemento non fnno 2 elementi, fanno 1 elemento diverso o un'esplosione. Se fai +1 ad una massa di un certo tipo, ottieni una reazione, non una massa massa+1.
Vedi che la matrmatica descrive la chimica e la fisica, ma queste non funzionano come la matematica.

In matematica è anche possibile dimostrare che numeri che la matematica stessa riconosce come immaginari (non esistenti perché impossibili, ovvero la radice di -1) non solo esistono, ma sono anche utili!
In un certo senso bara con sé stessa, ma siccome alla fine dell'equazione fà sparire le prove dell'imbroglio, ecco che il giochino funziona.

Un po' come dire: componi un pezzo musicale dove un povero esecutore deve suonare quattrocentododici note in un secondo. E' possibile: la teoria musicale non te lo impedisce, ma il limite fisco ha il sopravvento. Allora lo fai suonare a un midi e trovi soddisfazione, ma poi il tuo orecchio non riesce a percepire la melodia. Chissà come mai...

La matematica non è un "giochino", perché funziona.
Ma non è la realtà.
E' uno dei modi utili a descriverla.
Non c'entra con il mondo fisico più di quanto la teoria musicale c'entra con la musica...

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