Re: L'onere della prova.

Inviato da  incredulo il 1/9/2015 17:40:30
Zeppelin

Citazione:
Tra la non-esistenza e l'esistenza c'è l'ipotesi di esistenza.
L'ipotesi di esistenza è tanto più probabile quanti più fatti coincidono nel confermarla, senza tuttavia conclamarla fino ad una prova certa di esistenza, che deve essere diretta.


E qui cominciano i "problemi" inevitabili nel fornire una prova certa per tutti, ovvero portare una prova certa talmente inoppugnabile, che sia una prova talmente potente, da essere considerata come tale in maniera inequivocabile per tutte le altre coscienze.

Ci sono situazioni nella vita, in cui l'esperienza diretta vissuta, assume caratteristiche tali che rimane un'esperienza personale indimostrabile agli altri soggetti che non l'hanno vissuta e quindi, pur essendo certo della realtà assoluta che ha generato quell'esperienza, non è possibile in alcun modo fornire una prova certa agli altri.

Prendiamo il caso dell'invisibile, del mondo dell'invisibile che è per definizione appunto un mondo invisibile agli occhi.

Prendendo per valido il tuo postulato, abbiamo tutta una letteratura umana millenaria che si fonda sull'esistenza di quel mondo e abbiamo tanti fatti accaduti che lo confermano, abbiamo tutta una serie di testimonianze che si riferiscono a quel mondo, il mondo invisibile, un mondo che è diventato improvvisamente visibile per chi ha vissuto l'esperienza che lo ha svelato e reso visibile a lui ma, essendo quel mondo un mondo non visibile agli occhi, non è possibile dare la conferma diretta della sua esistenza agli altri soggetti che non hanno vissuto quell'esperienza diretta in un modo che possa confermare alle loro coscienze l'esistenza reale di quel mondo, un mondo che, nonostante si sia svelato a lui, rimane comunque "invisibile" agli occhi altrui.



Citazione:
M'è venuto in mente che si può dimostrare la non esistenza sulla base semantica.
Un'esempio è la contraddizione in termini: "Affermo che non esiste il ghiaccio caldo" Considerando che - il ghiaccio è acqua a 0 gradi e - "caldo" è una temperatura comunque superiore a 0 gradi entrambe le caratteristiche non possono essere conteporaneamente vere.


Anche qui, nel caso del mondo invisibile, questo postulato non si può applicare.

Su base semantica l'invisibile significa:"ciò che l'occhio non vede", ma poi si tratta di una scelta personale decidere di ignorare tutto ciò che non posso vedere e decidere che, per me, se non vedo qualcosa quel qualcosa non può esistere.

Quindi è sempre la coscienza individuale che si crea un modello di mondo in cui credere e, molte, decidono di ignorare tutto ciò che non si può vedere.

Questo non significa che il mondo dell'invisibile non esista in senso assoluto, significa solamente che IO ho deciso di non tenerne conto, visto che IO non lo vedo, quel mondo non c'è e tutti coloro che ne parlano convinti, sono persone con problemi personali anche gravi, che vanno dall'insicurezza personale alla stupidità, dll'arretratezza culturale alla schizofrenia.

Nel migliore dei casi sono comunque persone estremamente suggestionabili e quindi sono comunque inaffidabili, mentre IO che sono figo non mi faccio fregare da nessuno.

Figurati, il mondo invisibile.....che puttanata.

Dal punto di vista semantico inoltre, affermare:"Ho visto l'invisibile" è una contraddizione in termini eppure l'affermazione può essere vera, perchè l'invisibile può manifestarsi direttamente a qualche coscienza e diventare visibile, ma diventare visibile solo a chi vive quell'esperienza, un'esperienza che rimane indimostrabile a tutti coloro che non l'hanno vissuta.

Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia.

William Shakespear, da “Amleto”

Messaggio orinale: https://old.luogocomune.net/site/newbb/viewtopic.php?forum=6&topic_id=7922&post_id=278294