Re: Legalizzazione improvvisa Cannabis

Inviato da  blackbart il 14/2/2014 11:10:59
Citazione:
infosauro:
Pro capite assoluto?


Le statistiche fornite dal EMCDDA] (European Monitoring Centre for Drugs and and Drug Addiction) si riferiscono alle percentuali, relative a diverse fasce di popolazione, di chi ha fatto uso di una determinata sostanza in un certo periodo di tempo.
Supponendo che consumatori occasionali e abituali abbiano la stessa distribuzione nei vari paesi, i dati possono anche essere interpretati come un consumo pro-capite relativo.

Come si osserva i dati più impressionanti - e secondo me più indicativi - sono quelli relativi alla percentuale di coloro che hanno consumato una certa sostanza negli ultimi 12 mesi.
Nel caso della cannabis si osserva che il consumo italiano è superiore a quello olandese di un fattore che va da 2 (maschi 15-34) fino a 4 (femmine 15-64).
Insomma... il consumo di cannabis in Italia è mediamente il triplo che in Olanda: chiunque voglia affrontare seriamente il problema, proibizionista o antiproibizionista, non può non partire da questi dati. Superficiali finchè si vuole ma di deduzioni ne offrono molte.

La prima ovvia deduzione è che una legalizzazione della cannabis non produce necessariamente un aumento dei consumi. E' un dato di fatto.

La seconda è che, viceversa, il proibizionismo non produce una riduzione nei consumi nè nella disponibilità di cannabis: in Italia la "feroce" repressione ha avuto un impatto pressochè nullo sull'offerta, cosa che è dimostrata dai prezzi che sono al di sotto della media europea.

La terza deduzione, la più preoccupante, riguarda il consumo di droghe pesanti. Le percentuali di consumo e prezzo medio di "piazza" (cocaina ed eroina) fa capire come la politica proibizionista non solo non abbia arginato la domanda ma nemmeno l'offerta. Anzi si potrebbe ipotizzare che la legislazione attuale, mettendo sullo stesso piano legale le droghe leggere e pesanti, abbia incentivato lo spaccio delle seconde per il semplice fatto che, a fronte degli stessi rischi penali, offre margini di guadagno infinitamente maggiori.
Anche il loro consumo risulta in un certo senso "incentivato": se fumarsi una canna o farsi una pera endovena è percepito dallo Stato come la stessa cosa (!!!) il giovane riceve una informazione distorta e pericolosa. Sentirsi etichettato come "tossicodipendente" alla prima canna aiuta ancora meno.
E' plausibile che la stessa legislazione abbia favorito il passaggio dalle droghe leggere a quelle pesanti che l'Olanda nella politica di tolleranza è riuscita a disinnescare.

Personalmente ritengo che gli errori commessi in Italia negli ultimi decenni e che hanno prodotto una tale esplosione della tossicodipendeza non siano frutto di casuali "bigottaggini" di alcuni elementi di spicco della politica italiana ma nascondano un razionale piano economico a favore delle narco-mafie.

Sono convinto che fintanto si continua a discutere della dannosità o meno della cannabis - appurato che l'alcool è dannoso, proibirlo risolverebbe l'alcolismo? - anzichè analizzare i motivi di disagio giovanile che spingono al suo abuso (l'abuso di una sostanza rappresenta sempre un disagio!) e fintanto non si analizza il ruolo attivo che giocano le politiche repressive nell'incentivare lo stepping stone non si va da nessuna parte.

E intanto nelle scuole il fenomeno è fuori controllo con punte che, secondo alcuni, arrivano all'80%! Cifra su cui si può discutere ma che, a grandi lineee, stupisce solo chi ha bucce di salame sugli occhi: basta passeggiare all'uscita di una qualsiasi scuola per rendersene conto (insegnanti e genitori sono troppo pippati per accorgersene o cosa?).
Affermare che una politica di tolleranza aumenterebbe la disponibilità di cannabis rispetto allo stato attuale farebbe venire da ridere se in gioco non ci fosse il futuro di intere generazioni.

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