Re: In difesa dell'euro

Inviato da  perspicace il 6/12/2013 20:42:00
Ecco una notizia importante che potrebbe traghettare l'Italia fuori dalla crisi economica.

Se l'Italia nazionalizzasse questi giacimenti di terre rare ne verrebbero fuori centinaia di miliardi di euro, che potrebbero essere usati per rinnovare le infrastrutture industriali ed energetiche e per creare nuove industrie legate al hi-tech un settore in continua crescita.

In oltre si creerebbero nuovi posti di lavoro, sarebbe uno spreco non utilizzare risorse che ci vedono come il primo possessore di bacini in Europa e il secondo nel mondo.

Volevate qualcosa che spingesse il PIL ebbene eccolo!


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In Italia due dei più grandi giacimenti di terre rare

Preziosa risorsa mondiale fondamentale ma non sfruttata.

In Italia sono presenti alcuni dei più grandi bacini al mondo di Antimonio e Titanio, due elementi rari e fondamentali per l'industria tecnologica come quella che produce smartphone e pannelli solari, ma non vengono sfruttati.
È quanto è emerso nella prima giornata universitaria dedicata alle materie prime, organizzatadalla Commissione Europea presso l'università Sapienza di Roma. L'obiettivo è rafforzare la competitività e l'occupazione sfruttando l'enorme potenziale del settore.

"Abbiamo una cassaforte piena di ricchezza sepolta nel terreno e non la tiriamo fuori", ha detto Andrea Ketoff, direttore generale di Assomineraria. Si tratta dei più grandi bacini europei e i secondi a livello mondiale di Antimonio e Titanio - due delle cosiddette terre rare ossia elementi chiave in ambito tecnologico - che non vengono estratti ma anzi importati dall'estero.

"Nel 2011 abbiamo pubblicato una lista delle materie da cui dipendiamo per tutte le tecnologie, e alcune di queste le importiamo al 100%", ha osservato Mattia Pellegrini, responsabile per le materie prime nella Commissione Europea.
Nonostante le grandi ricchezze presenti nel sottosuolo, sia a livello di esplorazione che di estrazione, l'Italia rappresenta il fanalino di coda in Europa. "L'Italia è uno dei più grandi produttori di marmo, sabbie e cemento, ma è anche ricca di idrocarburi e molti elementi preziosi che non vengono sfruttati.
Bisogna inoltre comprendere che non è possibile sostenere l'industria delle tecnologie verdi, così come tutto il mondo digitale, senza l'estrazione di questi minerali. Sono infatti insostituibili per realizzare celle fotovoltaiche o le turbine eoliche".

L'accesso alle preziose risorse di terre rare sta assumendo un valore sempre più grande: basti pensare ai contenziosi tra Cina e Giappone sulla contesa di alcune piccole isole la cui ricchezza sono proprio alcuni giacimenti di elementi rari. L'economia hi-tech, come gli smartphone, i computer, le tecnologie a schermo piatto o le macchine ibride o elettriche, non potrebbero essere realizzati senza determinate materie prime e si stima che almeno trenta milioni di posti di lavoro nell'Ue dipendano dall'accesso alle materie prime.

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