L'incidente del Passo di Dyatlov.

Inviato da  SpikeZ il 30/5/2013 12:17:59
L'incidente del Passo di Dyatlov.
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***ATTENZIONE***
All'interno di questo post ci sono immagini forti, e si entra in dettagli che potrebbero urtare la vostra sensibilità. Ma soprattutto si nomina Gigi D'Alessio. Vedete un pò voi.
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Igor Dyatlov

Non so quanti di voi siano a conoscenza di questi fatti (io ho appreso questa storia per la prima volta poco tempo fa) ma senza dubbio questa è una di quelle storie che stimolano la fantasia. Il resoconto è particolarmente dettagliato anche perchè gli escursionisti tenevano dei diari e avevano una macchina fotografica. L'ultima foto scattata ha suscitato non poche perplessità.

Andiamo con ordine.
Febbraio 1959. Nove* escursionisti, sette uomini e due donne, tutti esperti nonostante la giovane età, hanno in programma una spedizione in Antartide e decidono per un'escursione estrema come allenamento per la spedizione sucessiva. Non ne tornerà vivo nessuno.


Da sx: Lyudmila Dublinina, Rustem Slobodin, Alexander Zolotaryov e Zina Kolmogorov

Optano per il monte Ortoten, negli Urali. Ortoten, nella lingua del locale popolo Mansi significa: Non ci andate! Nome che invoglia sicuramente una gita da quelle parti. Ma il problema del simpatico nome del monte nemmeno si pone, poichè i nostri sono stati trovati cadaveri ai piedi della montagna Kholat Syakhl che, sempre in lingua Mansi, significa: Montagna dei morti.
Tanto di cappello al popolo Mansi che battezza i luoghi mica a casaccio.

Quindi, a questo punto, abbiamo nove escursionisti accampati ai piedi di una montagna. Ma durante la notte, verso le 3 del mattino, accade qualcosa di strano, qualcosa che li ha spaventati al punto da spingerli dall'uscire dalla tenda, squarciandola con un coltello, e fuggire verso i boschi. Alcuni di loro erano seminudi, nel mezzo di una tormenta in una regione che di notte segna una temperatura media di -30°.
Cosa li ha terrorizzati? Non si sa. Gigi D'Alessio ancora non c'era (ecco, l'ho nominato... da ora potete continuare tranquilli, ci sono solo cadaveri).

La scena come si è presentata ai soccorsi è un festival di stranezze. Badate bene che le uniche impronte trovate in tutta la zona furono le loro. Nessuna impronta di elementi estranei alla spedizione ne di animali.


La tenda come è stata trovata dai soccorsi

La tenda. Perchè non sono usciti semplicemente aprendo la cerniera? Forse era congelata? Non si sa.
I vestiti. Alcuni di loro fuggirono scalzi e in mutande. Almeno due cadaveri indossavano vestiti che appartenevano ad altri componenti della spedizione. Da ciò si evince che presero i vestiti dei primi morti. Uno di loro indossava una sola scarpa, il che fa pensare a un terrore istantaneo.
Tutti e nove arrivarono al bosco correndo come pazzi per 1,5 km. Due di loro si arrampicarono sugli alberi fino ad un'altezza di 5 metri, con talmente tanta foga da lacerarsi le carni. Tentarono anche di accendere un fuoco. Entrambi erano in mutande. Si stabilì che da quegli alberi, a quell'altezza, si scorgeva la tenda che avevano abbandonato in fretta e furia.

Tre di loro, giunti al bosco, decisero di tornare alla tenda. Morirono a metà strada.
Uno di loro (Igor Dyatlov, il capospedizione) fu trovato riverso sulla schiena, con un ramo nella mano destra, mentre la mano sisnistra la teneva sul capo, come per proteggersi. Poco lontano venne trovato il corpo di Rustem Slobodin, morto apparentemente di ipotermia ma con una frattura nel cranio. Pare abbia cercato di trascinarsi verso la tenda con le ultime forze che gli restavano. La terza persona era Zina Kolmogorova; trovata cadavere e circondata da tracce di sangue che non era il suo.





Per questi primi 5 corpi rinvenuti venne attribuita, come causa di morte, l'ipotermia. Seppur con qualche stranezza, ma tant'è...

Gli altri quattro, invece, non morirono di ipotermia. Furono trovati cadaveri in un fossato naturale nel bosco, non più profondo di 4 metri. Avevano ferite definite da chi fece l'autopsia: "Provocate da una forza irresistibile" e difatti il caso fu archiviato dalle autorità dell’epoca come “morte causata da una irresistibile forza sconosciuta”. Questi quattro erano Alexander Kolevatov e Nikolay Tibo-Brignoles (che per chissà quale motivo indossava due orologi), Alexander Zolotarev, e Ludmila Dubinina. Hanno tutti costole fracassate e cranio fracassati. Ludmila, inoltre, è priva della lingua. Le è stata asportata.

Fin qui i fatti. Ci sono anche altre cose delle quali però non sono riuscito a trovare un qualche riscontro:

- Alcuni di loro avevano i capelli bianchi.

- Tutti avevano il colorito della pelle arancione scuro.

- I corpi e la tenda mostravano segni di radioattività.

- Altri escursionisti raccontarono di aver visto luci arancioni in quella stessa zona prima e dopo l'evento.

Mentre invece è accertato che la zona rimase interdetta per 3 anni dopo l'accaduto. Oggi sul luogo della tragedia si trova un obelisco commemorativo.



Le vittime:
Igor Dyatlov, studente della facoltà di Radionica (il luogo della tragedia ha preso il suo nome) ; Yuri Yudin, studente di Economia; Alexander Kolevatov, studente di Geotecnica; Rustem Slobodin, Georgyi Krivonischenko e Nikolay Tibo-Brignoles, ingegneri; Yury Doroshenko, studente di Scienze Politiche. Le due donne del gruppo, Ludmila Dubinina, studentessa di Economia; Zinaida (Zina) Kolmogorova, studentessa della facoltà di Radionica.

Ops! Quasi dimenticavo di farvi vedere l'ultima foto scattata da uno di loro:


Ma qualcuno ha filtrato la foto fino a farla diventare così:


E' tutto. Probabilmente non sapremo mai cos'è successo realmente ma di certo questa triste storia ci insegna qualcosa: non andate in posti che hanno un nome di merda.




* In origine erano dieci, ma uno di loro tornò indietro per motivi di salute a me ignoti.

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