Rodotà, Landini, non fate i bambini!

Inviato da  padegre il 19/5/2013 11:51:33
- Rodotà, Landini, non fate i bambini! -
di Paolo De Gregorio, 19 maggio 2013

Sembra che in Italia la storia si ripeta, non come farsa o come tragedia, ma nel segno deprimente della continuità di chi non riesce ad imparare dagli errori, o peggio di chi propone consapevolmente le stesse ricette, visto che hanno sempre funzionato.

Senza tanti fronzoli parlo di Landini e Rodotà, che non hanno approfittato della visibilità della grande manifestazione, di sabato 18 maggio, per inserire temi e prospettive nuove, che ormai sono urgenti per avere un futuro.
Landini ha fatto appello ai capitalisti perché tornino ad investire, quasi una preghiera, come se la classe padronale non si fosse sempre orientata verso i propri interessi, delocalizzando decine di migliaia di imprese all’estero strafregandosene dei posti di lavoro che si perdevano in Italia. Altri sono passati dal fare impresa a speculazioni finanziarie, moltissimi hanno portato i soldi in Svizzera o nei paradisi fiscali, illegalmente, senza subire alcun sentimento di appartenenza patriottica.
Invece di additare al disprezzo questa classe padronale e a concepire una economia diversa, basata sia su piccole unità produttive strutturate in forma cooperative o di piccoli azionisti, e di pensare a mettere limiti alla globalizzazione per difendere una strategia per l’autosufficienza energetica con le rinnovabili e l’autosufficienza agricola, ecco la resa di Landini che invoca la responsabilità dei padroni, esattamente come dare a un vampiro le chiavi dell’Avis.

E poi Rodotà, novello Cossutta (che ebbe il compito di tenere dentro l’arco della sinistra il dissenso), invece di invitare la gente a strappare la tessera del PD perché nessuno si può permettere di imbrogliare gli elettori facendo esattamente il contrario di ciò che si era promesso, continua a parlare di confronto con il centro sinistra, malgrado il trattamento ricevuto in occasione dell’elezione del Presidente della Repubblica.

Le parole che vorrei sentire pronunciare da Landini, che è un sindacalista, sono quelle di invitare i lavoratori a non farsi più prendere per il culo dai sindacati controllati dai partiti politici e proporre l’urgenza del Sindacato Unico dei Lavoratori, autogestito dagli stessi, con la rotazione del mandato ogni 4 anni, e poi l’ineleggibilità, con l’ottima convinzione che il delegato non deve fare il sindacalista come mestiere, ma tornare dopo 4 anni al suo lavoro, dove potrà godere di miglioramenti se con il suo impegno ha ottenuto miglioramenti per tutti.
Quanto a Rodotà, l’unico vero spazio che dovrebbe presidiare, è quello di chiedere alle varie sigle della sinistra di sciogliersi, SEL compresa, e farsi garante di un programma minimo, reddito di cittadinanza, abolizione del finanziamento pubblico ai partiti e alla editori, abolizione del Senato e delle province, da proporre agli elettori, azzerando tutti i dirigenti responsabili della frammentazione, facendo primarie sul territorio dove siano i cittadini a nominare persone di propria fiducia.
Per un partito di vera sinistra questo spazio esiste, e anche il M5S ne trarrebbe vantaggio, perché certe sensibilità storiche non possono essere rappresentate da Grillo, ma in Parlamento la presenza di un partito di sinistra che potrebbe arrivare al 15-20% aprirebbe collaborazioni e prospettive nuove.
Paolo De Gregorio

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