Re: matrimonio gay, la Francia approva

Inviato da  Ribelle il 8/2/2013 15:01:59
DrHouse
Citazione:
Anche se volessi, non sarei mai completamente uno spettatore. Nel mio piccolo, come chiunque altro, anch'io contribuisco ai fenomeni, in un senso o nell'altro. Volente o nolente. Le mie azioni, anche se in misura infinitesimale, contribuiscono comunque ai fenomeni. Come le tue.

Questo è ovviamente vero, nel senso che, come tutto ciò che esiste, volente o nolente, possiedi un "campo di interferenza" con ciò che ti sta attorno. Però io parlavo del "sentirsi nella posizione dello spettatore", non dell'esserlo oggettivamente. Io lo so bene che in realtà non lo siamo, e che lo saremmo ancora molto di meno in condizioni meno disperatamente artificiose della presente. Quello che mi colpisce è la desiderabilità che una condizione così umanamente innaturale come quella dello "spettatore sociale" sembra avere assunto.

Citazione:
Al di là di questo, nella mia vita non ho mai cercato di astenermi dalla realtà e di pormi nella prospettiva di un semplice spettatore. Se mai, ho provato per diverso tempo a cambiarla, ricevendone in cambio diversi schiaffi che alla fine hanno fatto subentrare in me, lo ammetto, una certa rassegnazione. Se in questo vuoi vedere una tendenza all'essere spettatore, d'accordo, ma non credo sia una situazione diversa da molti di noi. Anche questo sarebbe un punto interessante su cui discutere. E io avevo proposto di partire proprio dall'argomento del topic, ossia come ci poniamo nei riguardo della legge sui gay, ma sembra che ogni volta che te lo chiedo tu debba sentirti in qualche modo forzato a farlo, quindi non te lo chiedo più.

Infatti, a mio modesto parere, molte delle "aperture" contemporanee verso, socialmente parlando, "la qualunque" sono il risultato non di un percorso di crescita e comprensione ma di un progressivo ritrarsi dal partecipare, nel bene e nel male, al nostro contesto a seguito di un nutritissimo numero di "schiaffi sociali" di vario genere ricevuti. Non un silenzio-assenso consapevole ma un'afasia post-traumatica da spaesamento completo.

Aggiungo, come spunto di riflessione finale (leggermente provocatorio, ma solo il minimo indispensabile), che l'affrontare il tema della socialità e dei sistemi culturali dal punto di vista dei diritti innanzitutto è veramente un approccio intellettualmente semplicistico, riduttivo e, in finale, alquanto rozzo.

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