Re: matrimonio gay, la Francia approva

Inviato da  Ribelle il 7/2/2013 20:44:55
DrHouse
Citazione:
Veramente io non ho detto che si possa mantenere in vita un bel niente. Questa è tua aggiunta del tutto arbitraria. Ho solo detto che mi stanno a cuore le libertà individuali e che, potendo scegliere, preferisco una società che concede il massimo della libertà possibile e il minimo di coercizione necessario.

A me interessa che la contraddizione fra le due cose sia evidente, così come le implicazioni che ne conseguono in termini di socialità.

Citazione:
Quello che io sinceramente trovo una "allucinazione" è entrare in scivolata in una discussione come questa, che ha un tema ben preciso (la legge sul matrimonio dei gay che la Francia si appresta a varare) e (im)porre dei paletti senza neppure preoccuparti di spiegarli. Non solo ti sei abilmente sottratto alla domanda che io ti ho posto esplicitamente (Qual è la tua opinione in merito a questa legge?).

Non mi sono "abilmente sottratto", l'ho semplicemente ignorata, visto che quello che mi interessava era discutere il punto che ho discusso e, per il momento, non altro: appena mi interesserà rispondere alla tua domanda, stai tranquillo che lo farò. Nel frattempo espongo le mie idee nella forma che mi sembra opportuna. Aggiungerei che, per essere uno cui stanno a cuore le libertà individuali, nel caso specifico eccepisci parecchio sulla mia libertà di partecipare alla discussione come ritengo adeguato.

Citazione:
Lo hai fatto anche introducendo di colpo una serie di assiomi, ad esempio la tua personalissima e discutibilissima idea di società e la tua personalissima e discutibilissima idea di cultura, che naturalmente non ti sei preoccupato di spiegare, dando per scontato, evidentemente, che sia "così" a prescindere, solo perché lo pensi tu.

Si, quando discuto in genere utilizzo le mie idee personali, e se sono convinto che qualcosa sia obiettivamente fondato, tendo a darlo per obiettivamente fondato e non a farne un questione di gusti, del tipo "mi piacciono le fragole". I perché ed i percome analitici, in caso di disaccordo, generalmente emergono via via durante il confronto. Finora in questo modo mi sono sempre trovato abbastanza bene. In altri termini, può darsi che se, anziché disquisire sulla forma della mia partecipazione, ti attenessi ai contenuti magari poi avresti soddisfazione anche in merito al percorso intellettuale che li ha prodotti.

Citazione:
Intendiamoci, non che l'argomento non sia interessante. Lo è. Ma forse sarebbe più opportuno svilupparlo in un thread apposito, ad esempio quello intitolato "Comunitarismo vs individualismo", che peraltro giace da mesi su un binario morto (il che non mi stupisce, visto che una volta tanto su LC non si parla di avvistamenti UFO o simbologie di illuminati).

Figurati. Hai preferenze anche sulla pettinatura e sull'abbigliamento adatti per partecipare a questo thread?

Citazione:
Insomma, non puoi pretendere di introdurre di colpo concetti come "società" e "cultura", ai quali peraltro dai una connotazione ben precisa, senza almeno preoccuparti di definirli meglio. Non possiamo discutere senza prima metterci d'accordo sui termini. Quando avrai la bontà di farlo, sarò più che felice di risponderti. Sempre che la cosa ti interessi ancora, naturalmente.

Non credo, in caso di interesse condiviso per l'argomento, che manchino né spazio né tempo per approfondire qualunque aspetto verso cui la discussione possa condurre. Siamo qui per questo, potremmo dire. Io almeno si.

Citazione:
Posso tuttavia anticiparti fin d'ora che io, a differenza di te, non ho alcuna ossessione per il primato di una determinata visione del mondo, o cultura che chiamar si voglia, anziché di un'altra. Se una società a un certo punto si sgretola perché viene a mancare un elemento unificante, significa che quella società è semplicemente superata. Fine. Un altro sistema giuridico, sociale e culturale, o magari più sistemi nasceranno da quelle ceneri. Le società e le culture non sono oggi, come non sono mai state in passato, nuclei monolitici, indivisibili e monotematici. Sono per loro natura dinamiche, quindi fatalmente esposte a conflitti interni e, di conseguenza, destinate anche a evolversi, progredire, regredire, rinascere, morire.

Si, generalmente l'universo prosegue per la sua strada abbastanza indisturbato anche di fronte al collasso delle galassie, figuriamoci di fronte alle insignificanti traversie di un sistema culturale del pianeta Terra. Solo che, come in qualunque altro caso, l'impatto della questione dipende da quale sia il punto di vista da cui si osserva il fenomeno, se dall'esterno o dall'interno. Il tuo straordinario equilibrio zen al riguardo è davvero ammirevole ma, per gli esseri umani standard coinvolti nel fenomeno, in genere questo cambia un po' le cose.

Citazione:
In questo processo tu sembri dare priorità alla coesione, cioè all'identità. È una visione tra le tante, sicuramente rispettabile. Io mi preoccupo invece maggiormente delle libertà individuali e non credo che in questo si debba necessariamente vedere un'allucinazione. Non ho niente contro la coesione culturale e l'identità, mi preoccupo, se mai, che queste siano condivise, nel senso che trovo preferibile in generale un sistema che lascia scegliere piuttosto che un sistema che impone. Se poi la volontà comune è quella di aggregarsi e unificarsi, io non ho alcun motivo personale, né alcuna base giuridica o filosofica per oppormi.

Mi piace pensare che la questione che pongo vada un po' oltre le preferenze personali di DrHouse e di Ribelle e che riguardi piuttosto aspetti funzionali del vivere insieme.

Citazione:
E da dove avresti dedotto che io non sospetto la necessità di un minimo di coercizione affinché possa esistere una società? Anche questa mi sembra in tutta evidenza una tua conclusione arbitraria. Io ho detto una cosa assai diversa, ho detto che preferisco un sistema che imponga il minimo di coercizione necessario e il massimo di libertà possibile. Ovvio che la coercizione e i vincoli ci saranno sempre, la legge per sua natura definisce i limiti delle libertà, dunque è necessariamente limitativa e coercitiva. L'ho detto esplicitamente sopra:

Citazione:
ma le leggi esistono per regolare i conflitti tra gli individui e delimitare i confini delle libertà, sia quelle tra individuo e individuo, sia quelle tra individuo e stato

E non solo la legge, più in generale qualunque regola, anche non scritta di convivenza è per forza di cose sempre una limitazione, un vincolo e quindi, in una certa misura, anche una coercizione. La legge esiste proprio per quello, per definire limiti. Se mai, si sta discutendo su dove porre quel limite, che è esattamente la domanda che ti ho già rivolto sopra e alla quale ti sei ben guardato finora di rispondere, a parte un generico "lo stabilisce la società". Prima definisci che cosa intendi per società, poi magari possiamo continuare a discutere.
Posto che le leggi sono dunque sempre in qualche misura coercitive, necessariamente per loro natura, io preferisco una legge più tollerante rispetto a una legge meno tollerante e se questo causa una perdita di identità o di coesione francamente la cosa mi lascia indifferente. Una legge tollerante non è quella che mi permette di venire a casa tua e spaccarti la faccia senza motivo, almeno non senza che io poi debba risponderne e pagare le conseguenze. È quella che permette a me omosessuale di sposarmi, se lo voglio, senza che debba rendere conto a te, che sei eterosessuale o omosessuale, ma non vuoi sposarti.

Io ho scritto più su che "I sistemi culturali, per inciso, costituiscono ciò che consente i rapporti sociali (non diversamente dalla lingua, per esempio, che ne è una delle componenti); hanno cioè una funzione.". Su tale funzione, su ciò che la agevola e ciò che la deprime, sulla sua utilità e ampiezza, che a mio modesto parere eccede un tantino la dimensione del semplice "definire limiti", mi farebbe piacere, tanto per cambiare, cogliere il segno di una qualche riflessione minimamente articolata.

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